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lunedì 9 marzo 2015

Londra in Arte 2015. Mostra Internazionale d’Arte Contemporanea. Londra, 14-20 marzo 2015



Londra in Arte 2015

Mostra Internazionale d'Arte Contemporanea



Dal 14 al 20 marzo 2015

Vernissage Sabato 14 marzo dalle ore 17 alle 19

Presso Birla Art Gallery, Londra

Espongono gli artisti:
Pier Luca Bencini, Antonella Bucci, Lucia Calleri, Riccardo Dametti, Aldo Falchi, Luca Marchetti L M Art, Christiane Parmentier-Renoult, Roberto Re, Anselmo Rossanino (AnRo), Jeannette Rutsche Sperya, Carmela Scialò, Georgeta Stefanescu, Stefano Torrielli, Domenico Zora

Gli artisti della Galleria Sabrina Falzone di Milano approdano a Londra con una monumentale mostra d'arte contemporanea che sarà ospitata nella suggestiva Birla Art Gallery nel quartiere di lusso del Kensington.


Il progetto espositivo "Londra in Arte 2015", curato dal critico d'arte Sabrina Falzone con allestimenti artistici dell'ingegnere Giuseppe Di Salvo, sarà dedicato alla valorizzazione delle espressioni artistiche europee: dalla pittura alla fotografia fino alla scultura con novità tecniche e stilistiche.


Per la pittura figurativa il progetto-mostra annovera i nomi di Pier Luca Bencini da Milano, di Christiane Parmentier-Renoult dalla Costa Azzurra, di Carmela Scialò da Napoli  e di Lucia Calleri da Genova.


Il medico-artista Pier Luca Bencini, nato a Firenze ma residente a Milano, è un affermato chirurgo specializzato in Dermatologia; in ambito artistico è stato allievo di William Congdom e le sue opere sono conservate presso il Monastero cistercense trappista di Valserena, presso l'Arcivescovado di Milano e di Ferrara.


Christiane Parmentier-Renoult, pittrice e scultrice francese che lavora nel proprio atelier di Mandelieu-La Napoule, ha studiato all'Accademia Belle Arti di Amiens e Havre e si è laureata in Arti Plastiche alla Sorbonne di Parigi.


Carmela Scialò, pittrice autodidatta ispirata ai grandi maestri italo-francesi dell'arte del XIX secolo, ha esposto nelle sale del Carrousel al Louvre di Parigi e in sedi di alto pregio per l'eccellenza esecutiva delle sue opere.


Lucia Calleri, artista di talento che ha lavorato in Versilia, ha dedicato gran parte della sua ricerca artistica alla raffigurazione di animali intesi come veri e propri autoritratti emozionali.

Nell'ambito dell'astrazione pittorica figurano i nomi degli artisti Georgeta Stefanescu dalla Svizzera, Stefano Torrielli da Genova e dalla provincia di Parma provengono Roberto Re e Riccardo Dametti.


Georgeta Stefanescu, innovativa artista concettuale di origine franco-romena, nata a Bucarest, dove si è laureata in Arti Plastiche e dove è stata professoressa di disegno all'Institut d'Arts Plastiques "N.Grigorescu"; dal 1992 si è affermata come artista a livello internazionale.


Stefano Torrielli, medico-artista che indaga i concetti di spazio, materia e colore; si distingue in ambito pittorico per uno stile tattile e particolarmente materico e un tono inaspettatamente ironico.


Roberto Re, pittore autodidatta residente a Casaltone, si è diplomato all'ITIS Leonardo Da Vinci, si dalla tenera età ha manifestato una particolare inclinazione per l'arte e la creatività.


Riccardo Dametti da Fidenza, si è formato all'Istituto d'Arte Paolo Toschi di Parma, ha esposto in sedi prestigiose nella Fondazione Renzo Cortina e Fondazione Radice a Milano, nella Fondazione Battaglia di Venezia, nel Museo G. Caproni di Trento, nel Museo d'Arte Contemporanea di Calice Ligure, nella Biblioteca Angelica di Roma e in molte altre città del mondo.


Una sezione della mostra "Londra in Arte 2015" è dedicata alla fotografia con gli scatti di Antonella Bucci da Roma e Luca Marchetti L M Art da Terni.


Antonella Bucci, nata in Belgio, ha studiato presso la Scuola Romana di Fotografia; il suo linguaggio visivo si arricchisce grazie ai numerosi viaggi e a un'accurata ricerca sull'immagine.


Luca Marchetti L M Art è un fotografo professionista, creativo e reporter dal curriculum internazionale; i suoi lavori fotografici, a tiratura limitata, sono contrassegnati dal marchio registrato L M Art.


In mostra saranno visionabili anche due bandiere nautiche di Jeannette Rutsche Sperya da Milano, nata a Zurigo in Svizzera, realizzate con la geometria frazionaria su foto digitale.
 

Si potranno ammirare nel percorso espositivo persino le sculture di Aldo Falchi e di Domenico Zora e le inedite pitto-sculture di Anselmo Rossanino (AnRo) da Torino.


Aldo Falchi nasce il 30 November 1935 a Sabbioneta (MN). Scultore internazionale, ha studiato presso l'Accademia di Belle Arti a Brera, si distingue per uno stile figurativo.


Lo scultore siciliano Domenico Zora vanta una carriera ultra quarantennale internazionale, ha realizzato più di 400 opere, tra le quali di proprietà di Giovanni Paolo II e dell'ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.


Una novità assoluta è data dalla produzione artistica di Anselmo Rossanino, in arte AnRo, al confine tra pittura e scultura; l'autore acuto e ironico rappresenta una promessa del panorama artistico contemporaneo.


Info:
Vernissage: 14 marzo h.17:00/19:00
Indirizzo: 4a Castletown Road, London W14 9HE

Orari di apertura: h.11:00/15:00 sempre aperto (h.15:00/19:00 su appuntamento prenotabile almeno un giorno prima), chiuso mercoledì

Ingresso libero

www.galleriasabrinafalzone.com

Grande mostra > ESCHER > a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea > 12 marzo – 19 luglio 2015, Palazzo Albergati - Art Experience, Via Saragozza 28, Bologna


Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935, litografia, 31x21,3 cm – M.C. Escher Foundation © The M.C. Escher Foundation, Baarn, Netherlands M.C. Escher  ® is registered trademark of M.C. Escher Foundation  
Escher
a cura di Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea

12 marzo – 19 luglio 2015
Palazzo Albergati - Art Experience,
Bologna



Dal prossimo 12 marzo Bologna e l'Italia avranno una nuova e prestigiosa sede espositiva: Palazzo Albergati.
Nel capoluogo emiliano si respira aria di novità e di futuro e si scommette sul turismo culturale.


Lo splendido edificio cinquecentesco, nel cuore del centro storico bolognese, diventa un importante e moderno contenitore di mostre d'arte destinate al grande pubblico nazionale ed internazionale, ed apre le sue porte con la mostra di Escher, che a Roma ha battuto ogni record di visitatori.
A credere nell'impresa e a investire è Arthemisia Group, società leader in Italia e all'estero per la produzione di grandi mostre d'arte, artefice di tutte le esposizioni di maggior successo degli ultimi anni, incluse le recentissime Chagall e Van Gogh a Palazzo Reale a Milano, che hanno fatto scrivere ai maggiori media italiani che puntare sulla cultura e sul turismo è una carta vincente e che, nonostante la crisi, le esposizioni sono sempre più visitate da italiani e stranieri.
"Investire in proprio sull'apertura di un nuovo spazio espositivo in Italia può sembrare folle, e probabilmente lo è" – dice Iole Siena, a capo di Arthemisia Group – "ma senza coraggio, visione e un pizzico di sana follia, non si va avanti. Piuttosto che continuare a piangere su quello che non funziona in Italia, abbiamo deciso di fare il primo passo e di usare le nostre energie per creare un modello nuovo di fruizione dell'arte, che parte da Bologna e si svilupperà in tutto il mondo.
"Il nostro obiettivo – continua Iole Siena -
è quello di far diventare Bologna una mèta culturale dell'immaginario collettivo, una di quelle città dove ogni anno torni perché sai che troverai qualcosa di bello e interessante".

L'INCENDIO E LA RINASCITA
Palazzo Albergati, la cui costruzione è attribuita all'architetto Baldassarre Peruzzi (1481-1536), nel 2008 fu gravemente e clamorosamente danneggiato da un incendio che causò la perdita d'ingenti parti della struttura, compresi gli affreschi del '600 e del '700 di Francesco Gessi, Andrea Sirani e Bartolomeo Cesi. Dopo lunghi di lavori di restauro, ricostruzione e riqualificazione, il palazzo è tornato a nuova vita nel 2014 ed oggi apre le sue porte a tutti.

LA MOSTRA DI ESCHER
Costruzioni impossibili, esplorazioni infinite, giochi di specchi, motivi e geometrie interconnesse: il meraviglioso mondo dell'artista che più di ogni altro trasforma l'ambiguità visiva in ambiguità di significato, che seduce e incanta con disegni e litografie che col passare del tempo sono entrate nell'immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati - copertine di famosi long playing, (33 giri), scatole da regalo, francobolli, biglietti d'auguri e piastrelle. Escher è ovunque.

La retrospettiva su Maurits Cornelis Escher, aperta dal 12 marzo al 19 luglio 2015, a Bologna, è stata arricchita e viene presentata in una forma inedita, ponendo l'accento su aspetti mai affrontati prima d'ora, con oltre 150 opere del famoso artista olandese.

Con il patrocinio del Comune di Bologna, la mostra e prodotta ed organizzata da Arthemisia Group ed è curata da Marco Bussagli e da Federico Giudiceandrea.
Realizzata in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, si avvale del supporto di Sky Arte HD e ArteFiera.

Tra le opere esposte ci sono i suoi capolavori più noti come Mano con sfera riflettente, Giorno e notte, Nastro di Möbius II, Casa di scale (relatività), Altro mondo II, Vincolo d'unione, e la serie degli Emblemata.
Una sezione del tutto nuova sarà quella della Eschermania che racconta la vasta e molteplice influenza dell'artista.

Il percorso espositivo si articola in sei sezioni:

•    La formazione: Escher, l'Italia e l'ispirazione Art Noveau
•    Superfici riflettenti e metamorfiche
•    Metamorfosi
•    Dall'Alhambra alle tassellatura
•    Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
•    Economia escheriana ed Eschermania

ESCHERMANIA
Poco nota, ma qui approfondita in maniera illuminante, è l'influenza che Escher ha avuto ed ha ancora sull'editoria, sulla grafica, sull'oggettistica, per non parlare della pubblicità, della moda, dei fumetti e del cinema: il rigore delle sue straordinarie immagini inventate ben prima che fosse commercializzato il computer, nulla hanno da invidiare a quelle realizzate oggi con le più sofisticate tecniche digitali.
La grandezza di un genio si misura anche dalla capacità d'influire su altri artisti, come pure sulla società circostante. La lezione di Escher ha dimostrato che, sebbene non abbia avuto allievi diretti, questi due parametri sono stati del tutto soddisfatti.
La beat-generation s'innamorò presto delle creazioni di Escher che, soprattutto in America, "rubava" la sua arte per stamparla su magliette, sui poster tinteggiandole con i colori psichedelici allora di moda, suscitando le ire dell'artista che, per questo motivo, fondò la Escher Foundation alla quale, ancora oggi, si deve la tutela dei suoi diritti. Così, le sue incisioni finirono anche sulle copertine dei long playing, come si chiamavano a quell'epoca i 33 giri incisi dalle grandi band della musica pop, non sempre con il gradimento dell'artista. 


È noto l'episodio di Mick Jagger che non riuscì a pubblicare Verbum sulla custodia dell'ultimo LP dei Rolling Stones che nei primi giorni del 1969 sarebbe stato lanciato sul mercato con il titolo di Let it Bleed. Tutto questo può ben essere definito "eschermania" a cui viene dedicata un'intera sezione che racconta come, ancora oggi, in maniera sempre crescente, persone di ogni estrazione sociale, dai curiosi ai matematici, dagli eccentrici ai trasgressivi, fino a tutti quegli artisti che, pur non avendolo mai conosciuto, a lui s'ispirano per le loro opere, siano profondamente affascinati dal mondo caleidoscopico di Escher. C'è infatti una lunga schiera d'imitatori che hanno "imparato" il "metodo-Escher" e hanno prodotto una serie di variazioni sul tema. Si va così da David Hop, pubblicitario e grafico statunitense, al francese Dominique Ribault che ultimamente ha utilizzato il metodo della tassellatura anche per le sue sculture.


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GALLERIA BIANCONI: Un amore asimmetrico. Ricerche per un’identità pittorica | Opening giovedì 12 marzo, ore 18



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UN AMORE ASIMMETRICO.
Ricerche per un'identità pittorica

Paola Angelini, Francesco De Grandi, Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari, Luigi Presicce.
Testo di Andrea Bruciati

12 marzo - 30 aprile 2015
opening: giovedì 12 marzo, ore 18.00-21.00
Galleria Bianconi, via Lecco 20 Milano



Scarica l'invito all'opening


Il 12 marzo alle ore 18.00 inaugura alla Galleria Bianconi di Milano la mostra "Un amore asimmetrico. Ricerche per un'identità pittorica", che pone in dialogo le opere di sei  artisti contemporanei italiani, Paola Angelini, Francesco De Grandi , Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari e Luigi Presicce. Diverse generazioni, ma legate da intrecci biografici comuni e dalla stessa complessità e profondità nell'approccio alla ricerca artistica come identità e linguaggio.
La mostra intende offrire uno spunto di riflessione intorno al ruolo della pittura quale recupero di un'identità culturale e di una sapienzialità del "fare arte", riletta e restituita attraverso uno sguardo contemporaneo che si fa carico di quella lezione che, dagli anni '50 in poi, supera i limiti di questo linguaggio affrontando nel territorio pittorico questioni proprie di linguaggi scultori o performativi.
Come scrive Andrea Bruciati, nel testo che accompagna la mostra, a proposito degli artisti invitati: "[…] tutti abbracciano l'intenzione di dare un nuovo significato a ciò che quella tradizione comporta: i loro lavori sono prodotti di un'attività scardinata che scompone all'infinito ciò che significa essere un quadro".
E' cosi che in Il quadro ha bisogno di un pezzo di muro da difendere: Festa 1&2, di Francesco Lauretta, i dipinti raffiguranti i cavalieri di Scicli sono posti a difesa di un muro in mattoni forati e cemento a sottolineare il valore "struttivo" e fondante della pittura. Allo stesso modo nelle opere di Paola Angelini e Francesco De Grandi la pittura non è più mezzo, ma scopo ultimo e primo, la tecnica non è più forma ma sostanza: l'immagine di San Giorgio della grande tela Drawing of St.George di Paola Angelini, altri non è che il pretesto per rappresentare, attraverso una composizione frammentata e unitaria allo stesso tempo,l'universo dei diversi linguaggi espressivi della pittura, divenendo così luogo di ricerca d'identità. Ugualmente gli archetipici paesaggi di Francesco De Grandi divengono, come dice il pittore stesso, "le gemme base della conoscenza", del modo di porsi nel mondo, nonché finestra su quell'atto performativo e misterico che è il movimento che il pittore compie nel suo studio nel momento della creazione.
Il ruolo esoterico e misterico della pittura e dell'artista raggiunge la sua sintesi massima nelle figure dei Maghi dipinti da Luigi Presicce. Maghi questi che, come scrive Davide Ferri in un suo precedente testo al riguardo, "[…]  appartengono ad una dimensione di pittura prenarrativa, disincarnata, come le immagini apotropaiche, le icone, o – direbbe l'artista – i dipinti di Malevic (di Malevic mi vengono in mente quegli ultimi, folli, ritratti di contadini. Come descriverli, classificarli?). I maghi di Presicce resistono alla possibilità di essere compresi fino in fondo. Esistono, indipendentemente dal controllo che si è in grado di esercitare su di loro. Emergendo dall'oscurità custodiscono qualcosa, guardano, respingono."
I confini spaziali e territoriali della pittura sono travalicati nei lavori di Matteo Fato e Luigi Massari. Nelle opere di Matteo Fato la pittura si sustanzia e si scompone, metamorfizzandosi, divenendo altro da sé, appropriandosi della terza dimensione: spazio e tela, contenuto e contenitore, pigmento e figura, concorrono tutti allo stesso modo per trovare una possibile risposta ad un'unica e fondamentale domanda "il perché dell'immagine" quale il suo significato ultimo? Quale la sua forma?
Contrariamente in Luigi Massari l'immagine pittorica si disgrega, si liquefà, dando vita ad una visione della realtà rarefatta e frammnatria. L'artista trasporta attraverso immagini mitologiche, in una dimensione "ultrasensibile", sonora, della pittura, fino a dar vita, in opere come Vettore, a dispositivi pittorici in cui il suono, la vibrazione musicale diviene insieme strumento e d'immagine, forma e sostanza allo stesso tempo.

La mostra sarà visibile alla Galleria Bianconi, in via Lecco 20 Milano, fino al 30 Aprile 2015



UN AMORE ASIMMETRICO.
Ricerche per un'identità pittorica
Paola Angelini, Francesco De Grandi , Matteo Fato, Francesco Lauretta, Luigi Massari, Luigi Presicce.
Testo di Andrea Bruciati


13 marzo - 30 aprile 2015
Lun –Ven. 10.30 – 13.00, 14.30 –19.00
sabato su appuntamento

Scarica il comunicato stampa


Galleria Bianconi
Via Lecco 20, 40125 Milano
Tel. +39 02 22228336
info@galleriabianconi.com
www.galleriabianconi.com
 
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domenica 8 marzo 2015

LA JEUNE - FILLE personale di Manuel Pablo Pace | Amsterdam Café Padova | 11 aprile ore 19.00 ingresso libero

La Jeune Fille è una menzogna che culmina nel viso 
Tiqqun




Manuel Pablo Pace (vicentino classe 1977, Accademia delle Belle Arti) è uno tra gli autori più interessanti nel panorama del contemporaneo.  

Non solo perché é un virtuoso del pennello che ha saputo riattualizzare e rivitalizzare senso e forma della ritrattistica classica. 

Ma anche perché intreccia a questo suo rigore estremo (la sua è una pittura puntuale, raffinatissima, di grande precisione, faticosa e con lunghi tempi di realizzazione) un ammicco divertito, gentilmente irriverente, che si insinua, felpato, nei toni smaccatamente vintage, tra le illustrazioni e i manifesti di vecchie pubblicità. 
 
Testimoniando un gusto forse retrò nell'ambientazione, ma che consente di dare alla sua opera una lettura che va ben oltre la divertita notazione di costume. 

Manuel Pablo Pace ci fa leggere un presente inquieto. 
E il suo rigore diventa critica sociale. 

Mai gridata, mai sguaiata, sempre e solo provocatoriamente accennata e, proprio per questo, ancora più incisiva.  

"La Jeune Fille" è il titolo di questa mostra padovana a cura di Barbara Codogno che inaugura l'11 aprile alle 19.00 all'Amsterdam Café


 
Titolo che vuole necessariamente chiamare in causa il collettivo francese Tiqqun e il loro celebre manifesto: "Elementi per una teoria della Jeune - Fille"; laddove il concetto di Jeune - Fille non è meramente un concetto sessuato. 

Così come per Klossowski "La moneta vivente" era motivo di esplorazione filosofica - e sociologica - della mercificazione del corpo, i Tiqqun riaffrontano la questione in senso più diffusamente politico: la Jeune - Fille, che ha sembianze femminili per praticità di vendita, in realtà altri non è che il cittadino modello: un'umanità riformattata dallo Spettacolo e biopoliticamente neutralizzata dal consumo.  

Perennemente in posa tragica, disperatamente hollywoodiana.


Barbara Codogno 

sabato 7 marzo 2015

IL GIOCO NELL’OGA



OGA -  OSPIZIO GIOVANI ARTISTI

COMUNICATO STAMPA

Mostra: IL GIOCO NELL’OGA
Artisti: Pino Boresta, Massimo De Giovanni, Kristien De Neve, Werther Germondari,
Itto, Franco Mapelli, Armando Moreschi, Branislav Petric

Curatore: Werther Germondari
Luogo: Ospizio Giovani Artisti - www.ospiziogiovaniartisti.com
Indirizzo: via Cernaia 15 - 00185 Roma
Inaugurazione: mercoledì 11 marzo 2015, h18 (fino h20.30)
Ingresso ad invito, scrivendo a wgermondari@mac.com
Periodo: 11 - 22 marzo 2015 
Orario: solo su appuntamento, scrivendo a wgermondari@mac.com - www.werthergermondari.com 

L’Ospizio Giovani Artisti (OGA) presenta una collettiva di otto artisti, con opere sul tema del gioco.





Pino Boresta (Roma, 1962). Nel suo lavoro c'è un coinvolgimento attivo dello spettatore, che è incoraggiato a costruire stati di riflessione indipendenti e personali, con l'obliterazione di attimi insignificanti della nostra esistenza colti dal continuo fluire della vita quotidiana. Dal 1994 ha partecipato a numerose mostre collettive, tra cui ‘Ironic’, al Trevi Flash Art Museum, nel 2000, e realizzato mostre personali, come "Smorfie In - Smorfie Out", alla Galleria Luigi di Sarro di Roma, nel 1995.



Massimo De Giovanni (Winterthur, Svizzera, 1967) Il percorso artistico di De Giovanni è variegato ed eterogeneo. Spazia dall’arte figurativa alle rispettose istallazioni in ambienti naturali, passando per la pop-art e il riciclaggio risignificante di rimando dadaista. L’apparente semplicità delle opere di Massimo De Giovanni nascondono uno studio attento ai materiali utilizzati ed un concettualismo rispettoso dei soggetti rappresentati. De Giovanni e la sua preziosa collaboratrice Leila Grani sono stati invitati al Forrest Art 2008 di Darmstadt, in Germania.




Kristien De Neve (Lokeren, Belgio, 1963) La laurea in scienze pedagogiche all’Università di Leuven, in Belgio e il Master in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Roma rappresentano le due aree a cui ha dedicato tutta la sua passione e capacità fin dall'inizio: arte e pedagogia dell'arte. Attiva in Italia a partire dai primi anni novanta, ha partecipato a numerose mostre e festival con video e installazioni, ma senza mai abbandonare completamente le tecniche più tradizionali, come la pittura. Dal 2012 in poi ha lavorato su progetti di scultura e disegni. Dal 2013 si occupa di progetti su larga scala per le installazioni all'esterno.






Werther Germondari (Rimini, 1963), attento a dinamiche innovative sperimentali neo-concettuali e situazioniste, che si caratterizzano per un gusto ironico e surreale, svolge da trent’anni una ricerca attraverso numerosi media espressivi. Ha partecipato a esposizioni in gallerie private e spazi sperimentali, alternando installazioni d’ambiente, videowork e atti performativi, e focalizzando l’attenzione su elementi nascosti, attinenti a una visione reale, sociale e politica.



Itto (Roma, 1962), che usa questa tag fin dagli anni novanta, ha sperimentato vari campi di applicazione, dalla pittura, eterno amore, agli assemblaggi, fino alle installazioni e alle performance in giro per la città. Concetto base della sua espressione è lo 'zen metropolitano', e adora le culture delle minoranze etniche, in  particolare quelle amerindiane. Si definisce cannibale dell'arte, in cui tutto e' buono da fagocitare, in caso di bisogno. Ha esposto per le ultime mostre da Pio Monti a Roma e realizzato lavori per il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz).




Franco Mapelli (Milano, 1948) si è laureato in architettura a Roma, prima di dedicarsi alla fotografia. La sua ricerca fotografica sul territorio riguarda principalmente i luoghi urbani, quelli naturali e soprattutto le contaminazioni fra i due elementi. Tra le moltissime mostre si segnala il lavoro sulla periferia romana, Il grande margine Paesaggi e nuove periferie, personale nello Roma Spazio Renzi & Partners di Roma. Con s.t. foto libreria galleria di Roma ha realizzato nel 2010 La Mariée mise à nu par ses célibataires, ovvero Il Grande Vetro di Marcel Duchamp.






Armando Moreschi (Roma, 1949) è autodidatta e dipinge dal 1967 rilievi acrilici. Ha realizzato la sua prima personale alla Galleria Charlton di Roma nel 1986 e ha partecipato a numerose collettive, esponendo anche alla “XII quadriennale di Roma” nel 1996. Il suo nome figura nell’archivio storico del “Trevi Flash Art Museum”. Già da tempo ha allargato i suoi interessi artistici approfondendo il ruolo di performer, con nuovi e sempre più originali interventi, anche nel gruppo degli Artisti Innocenti.





Branislav Petric (Novi Sad, Serbia, 1959). Laureato nel 1983 presso l’Accademia di Belle Arti di Novi Sad e vive a Roma dal 1991. Negli anni ottanta faceva parte del gruppo Emisao. Ha collaborato con il compositore Boris Kovec a vari progetti multimediali. I suoi lavori sono stati presentati in ex-Jugoslavia, Francia, Canada, Germania, Austria, Cecoslovacchia, Ungheria, Italia. Attualmente collabora con Stanisa Dautovic e il gruppo Happy Trash Productions alla creazione di installazioni multimediali.

venerdì 6 marzo 2015

Le opere di Guadagnuolo alla Galleria Civica D'Arte-Museo Tripisciano di Caltanissetta

 

                 Il Museo Civico di Caltanissetta, ospitato a Palazzo Moncada, ha cambiato la propria denominazione in "Galleria Civica d'Arte - Museo Tripisciano", per volere della Soprintendenza ai Beni Culturali che ha ritenuto più confacente una denominazione che facesse riferimento alle varie collezioni d'arte ospitate nel suo interno.   Le opere più famose sono quelle degli scultori nisseni Giuseppe Frattallone (1832-1874) e Michele Tripisciano (1860-1913) ed i ritratti degli "Uomini illustri di Caltanissetta" del pittore contemporaneo Francesco Guadagnuolo (1956), anche lui nisseno di nascita, romano d'adozione. Una trilogia artistica di tutto rispetto e di celebrità accomunate dal luogo d'origine e dall'amore per la loro città che non è facile mettere insieme se non ricorrendo a personaggi di epoche diverse, distanti tra loro, personalità rappresentative che ha avuto la città di Caltanissetta nel campo dell'arte.


                 Per ospitare i ritratti dei celebri personaggi nisseni e tramandarne la memoria, l'allora Sindaco Michele Campisi, inaugurò il 14 marzo 2014 la "Sala della Cultura Nissena" all'interno del Museo Tripisciano, d'intesa con l'allora Assessore alla cultura Laura Zurli, con il Responsabile della Pro Loco Giuseppe D'Antona e con la Direttrice del Museo Rosanna Zaffuto Rovello. Scopo era, anche quello di offrire una degna collocazione alle opere che Guadagnuolo aveva realizzato, circa 36 anni prima, per rendere omaggio alla sua città natale, mai dimenticata. Questi quadri, infatti, compongono – a parere di critici ed osservatori che hanno visitato l'esposizione museale – una collezione di particolare pregio perché oltre a far conoscere personaggi del passato che hanno raggiunto la notorietà, rivelano il talento dell'artista già al suo esordio giovanile. Infatti, in quei ritratti si profila la straordinaria forza di carattere di un giovane pittore combattuto fra la passione per l'arte ed il bisogno di identificare il senso della vita.


      L'attuale Amministrazione comunale, Sindaco Giovanni Ruvolo, ha in programma di segnalare le varie collezioni permanenti con apposite schede di dettaglio, e di allestire mostre personali e collettive ed iniziative culturali volte ad una maggiore conoscenza storico-architettonica del Museo, considerato che d'ora in poi la struttura nissena, grazie alla nuova denominazione "Galleria Civica d'Arte", rispetterà la normativa nazionale che favorisce la visita gratuita dei musei la prima domenica di ogni mese.


                 Il Maestro Guadagnuolo, intervistato in merito alla nuova denominazione del Museo di Palazzo Moncada, ha dichiarato di gradire l'iniziativa purché la Galleria Civica salvaguardi il valore e la bellezza delle opere esposte, dando il giusto rilievo alle collezioni oggi esistenti.  «I miei ritratti - ha commentato l'artista - raffigurano personaggi che hanno onorato Caltanissetta con attività scientifiche, letterarie, artistiche, umanitarie e con il prestigio delle loro opere.  Per questo la loro collocazione museale è stata voluta dal Comune per rendere omaggio al loro talento, affinché il ricordo non venga cancellato, col passare del tempo, dall'indifferenza dei posteri ed anzi possa suscitare nei nisseni ammirazione e spunti di emulazione».  Tra i personaggi illustri ritratti da Guadagnuolo negli anni dal 1978 al '79 ci sono: gli scultori Tripisciano e Frattallone, il musicista Luigi Cornia (1885-1927), lo scrittore Pier Maria Rosso di San Secondo (1887-1956), il critico Luigi Russo (1892-1961), l'on. Filippo Cordova (1811 - 1868) due volte Ministro durante il governo Ricasoli, il poeta Mario Gori (1926 – 1970), l'attore Luigi Vannucchi (1930 – 1978), l'ingegnere Giuseppe Gabrielli (1903-1987) geniale progettista di brevetti aereonautici, il filosofo e critico Rosario Assunto (1915 – 1994) e tanti altri.


                 In quegli oli, infatti, c'è tutta l'arte di un grande ritrattista che, al di là della somiglianza fisica con le persone realmente vissute, ha saputo cogliere le peculiarità più profonde dell'animo e del talento di ogni personaggio. Le tecniche adoperate già allora nella creazione dei ritratti degli Uomini Illustri, esposti nella Galleria Civica d'Arte di Caltanissetta, testimoniano la ricerca dell'artista di sperimentare nuovi modi di interpretare i sentimenti dell'uomo contemporaneo, rivelando una plasticità moderna, capace di continue metamorfosi.


I tre artisti Frattallone, Tripisciano e Guadagnuolo, con le loro opere custodite nel Museo, hanno in comune il viaggio verso altre mete, lontane da Caltanissetta: il primo va a Firenze, gli altri due si trasferiscono a Roma.

 

                                                                                                                                             FRANCO RUSSO

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