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martedì 21 ottobre 2014

MAESTRI DEL GIOIELLO - Masters of the Jewels: 9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d’Eccellenza


MAESTRI DEL GIOIELLO
Masters of the Jewels

9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d'Eccellenza
10 – 11 – 12 ottobre 2014, Palazzo Giureconsulti

L'appuntamento annuale più atteso dagli amanti dell'Oreficeria Artigiana, "Maestri del Gioiello", tenutosi dal 10 al 12 ottobre allo storico e prestigioso Palazzo dei Giureconsulti, antico gioiello incastonato nel cuore di Milano, ha riscosso un successo strepitoso.
 
Una carrellata di pregevolezze italiane e la grande capacità di innovazione tecnica, stilistica e di materiali ha abbracciato, da nord a sud,  le realtà orafe di numerose Regioni d'Italia in un viaggio alla scoperta di piacevoli sorprese.

Tra gli orafi partecipanti, Maddalena Rocco di Abbiategrasso (MI), che concepisce i gioielli e la reinterpretazione del gioiello inciso, con un taglio personale e attuale, realizzando interessanti pezzi con l'uso di antiche tecniche come le incisioni a bulino e la creazione di piccole sculture in metallo e pietra molata, accostate in apparente casualità, prediligendo l'equilibrio instabile e l'asimmetria e Ivan Barbato, le cui creazioni sono caratterizzate dall'uso di oro ed argento, accostati con la pietra lavica, la conchiglia e il corallo. 

L'edizione 2014 ha visto la presenza anche di nuovi espositori, come La tedesca Mikky Eger, che in Italia, e precisamente a Milano, realizza gioielli in oro, argento e bronzo dalle particolari linee ispirate alla natura e Rosadelli Gioielli di Torino, con uno storico laboratorio, che rappresenta un originale punto d'incontro tra arte orafa e creatività, un luogo privilegiato in cui si realizzano sogni, si concretizzano idee, si materializzano desideri, creando gioielli completamente a mano, con l'antica tecnica dei Maestri Orafi. 

L'oggetto fatto a mano trasmette alla vista ed al tatto emozioni che la produzione in serie non può raggiungere.

"Maestri del Gioiello" ha ospitato anche la sesta edizione del Concorso Jacopo da Trezzo, in ricordo di colui che per primo tagliò e lavorò il diamante e che, ancora oggi, sopravvive nelle doti artistiche e nella fantasia degli artigiani contemporanei. 

L'edizione 2014 del Premio Jacopo da Trezzo dal titolo "Un Gioiello per Expo: i temi più interessanti e le città delle Esposizioni Universali ed Internazionali del Passato, Presente e Futuro",

ha visto la vittoria di Beatrice Barzaghi come l'orafa più votata dal pubblico con il bracciale "Gemini", ispirato all'Expo del 1962 "L'uomo nell'età dello Spazio" di Seattle e realizzato in oro e diamanti taglio brillante, incassato a mano; a Beatrice è stata consegnata la medaglia con l'effige di Jacopo da Trezzo, realizzata da Officina Orafa di Antonio Migliozzi di Trezzo d'Adda. 

Il vincitore del Premio Jacopo da Trezzo – votazione degli operatori del settore - Luciano Capossela di Calitri (AV), con il gioiello "Luce", un interessante pendente in oro 18 kt, fossile drusizzato, diamante bianco e diamanti neri, ispirato all'Expo del 1958 di Liegi "Valutazione del mondo per un mondo più umano", che riprende con grande attenzione la tragedia mineraria di Marcinelle, ricordando a tutti che l'umanità, la sicurezza e la vita sono molto più importanti del denaro.  

I visitatori dell'evento hanno inoltre partecipato all'estrazione di un pendente rappresentante un quadrifoglio, in oro bianco e diamanti, realizzato e gentilmente omaggiato dal Laboratorio Orafo Cazzaniga Nobili di Milano, che produce esclusivi gioielli  in oro e in argento, con una predilezione per le madreperle,  dai nomi che sono espressione non solo della loro bellezza ma anche della linea.  

Maestri del Gioiello vi da appuntamento al prossimo anno!



Per ulteriori informazioni: www.maestridelgioiello.it

Mostra LUCIANO MINGUZZI - Disegni e Sculture




LUCIANO MINGUZZI
(Bologna, 1911-Milano, 2004)
DISEGNI E SCULTURE

Retrospettiva a dieci anni dalla morte del più grande scultore bolognese del '900


20 gennaio - 28 febbraio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Bologna, Via Santo Stefano 19/A



La Galleria Maurizio Nobile apre l'anno con due importanti appuntamenti che raccontano l'artista Luciano Minguzzi attraverso una grande retrospettiva pensata in occasione dei dieci anni dalla morte. Le opere del Minguzzi, il più importante scultore bolognese del Novecento, saranno presentate ad Arte Fiera e, con una più ricca selezione di opere, alla Galleria Maurizio Nobile di Bologna.

Minguzzi è forse l'artista che coniuga al meglio la tradizione artistica locale con le moderne tendenze espressioniste e cubiste europee; formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Bologna sotto la guida di Giorgio Morandi, Ercole Drei e Roberto Longhi studiò gli scultori bolognesi e fiorentini del primo Rinascimento e i moderni Medardo Rosso, Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù che gli offrirono una forte carica di ispirazione. 

I suoi studi, uniti ad un soggiorno parigino che si dimostra tappa fondamentale nella sua formazione, qui infatti avrà l'opportunità di vedere le opere dei grandi maestri del passato e dei principali artisti contemporanei, lo porteranno ad affinare le sue capacità artistiche e ad imporsi nel panorama internazionale per le sue qualità espressive e narrative, caratterizzate da dinamismo delle forme e, talvolta, dalla tendenza all'astrazione poetica.

La carriera artistica del Minguzzi, riconosciuta a livello internazionale, fu costellata di premi e riconoscimenti e le sue opere sono conservate nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo.

Le opere in mostra, quasi cinquanta in totale tra quelle esposte alla Galleria Maurizio Nobile e ad Arte Fiera, provengono da prestigiose collezioni italiane, tra le quali quella degli eredi diretti del Minguzzi; in particolare all'interno di quest'ultima sono conservati alcuni inediti, soprattutto disegni preparatori, e le sculture che l'artista aveva deciso di conservare per sé fino alla morte.

La scelta curatoriale si è focalizzata sia sulla produzione scultorea sia su quella grafica al fine di presentare, attraverso entrambe le forme espressive, quel "dialogo" tra i differenti medium, la cui importanza e forza la critica ha già messo in valore.
Il confronto diretto tra disegno e scultura permette di apprezzare l'interessante elaborazione libera e spontanea del Minguzzi che avviene prima, ma a volte anche in maniera parallela, nell'ambito grafico e poi in scultura. La scelta delle opere vorrebbe infatti suggerire anche questa direzione.

Non vi saranno solo progetti grafici, ma anche, quando si è potuto reperirli, dei bozzetti preparatori in gesso e terracotta di alcune delle sue più importanti opere. E' questo il caso della Contorsionista. Tema più volte affrontato dall'artista, che lo ha portato a rielaborare a più riprese l'idea iniziale e di cui la galleria Maurizio Nobile vorrebbe esporre uno studio grafico, la terracotta preparatoria e il monumentale bronzo. 

Saranno poi presenti in mostra alcune delle opere più importanti dello scultore che ripropongono quello che è stato il suo percorso artistico attraverso le opere che egli stesso, decidendo di far entrare nella sua collezione personale, riteneva più vicine alla sua poetica interiore. Si tratta di opere imprescindibili per la conoscenza dello scultore e significative per la storia della scultura italiana.

L'evento è stato realizzato con il patrocinio di Ascom e con la collaborazione della Fondazione Luciano Minguzzi di Milano.

Curatori della mostra: Laura Marchesini, Luca Minguzzi, Maurizio Nobile.


Biografia Luciano Minguzzi
Bolognese di nascita (24 maggio 1911), Luciano Minguzzi, formatosi all'Accademia di Belle Arti della sua città con Giorgio Morandi ed Ercole Drei, consegue rapidamente una piena conquista delle sue originali e multiformi possibilità espressive, come attesteranno i numerosissimi premi, in ambito nazionale e internazionale, riportati durante l'intero arco della sua carriera e già a partire dal 1943. Espone nel 1934 per la prima volta alla XIX Biennale di Venezia e, nel 1939, alla Quadriennale d'Arte di Roma. Ritorna a Venezia nel 1942 dove è presente con una sala personale alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1949 tiene una mostra al Museo dell'Athénée di Ginevra e, l'anno dopo, invitato alla XXV Biennale di Venezia con un gruppo di opere, ottiene il Gran Premio della Scultura. Nel secondo dopoguerra si trasferisce a Milano dove, per quasi vent'anni (1956-1974), terrà la cattedra di scultura all'Accademia di Brera. Nel capoluogo lombardo, calato in un contesto aperto alle sperimentazioni e alle suggestioni provenienti dai centri di elaborazione artistica internazionali, Minguzzi porterà avanti le sue ricerche, corrispondendo con opere mirabili alle tante commissioni pubbliche e private. Nel 1958 è vincitore del concorso per la V Porta del Duomo di Milano, che verrà inaugurata nel 1965. Nel 1952 partecipa con una personale alla Biennale di Venezia e la giuria internazionale gli assegna un Premio Aggiunto per la Scultura. Nel 1956 espone alla Quadriennale di Roma, al Museo Rodin di Parigi e alla Viviano Gallery di New York. Nel 1964 è nominato insegnante di scultura alla Sommer Academy di Salisburgo. Nel 1970 riceve l'incarico da Paolo VI per la realizzazione della Porta del Bene e del Male per la Basilica in San Pietro in Vaticano, opera alla quale lavorerà per sette anni. Nel 1996 nasce a Milano la Fondazione Museo Luciano Minguzzi. L'artista muore a Milano nel 2004.

INFORMAZIONI PRATICHE
Dove:
Galleria Maurizio Nobile Bologna
Via Santo Stefano, 19/a - 40125 Bologna
+39.051.238363 

Quando:

Arte Fiera, 23/26 gennaio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Vernissage sabato 17 gennaio 2015, ore 17.00
Date di apertura: 20 gennaio/28 febbraio 2015
Orari: martedì-sabato 11-19
Apertura straordinaria per Art White Night

venerdì 17 ottobre 2014

Colacicchi chiude con 20 mila visitatori

Ultimo weekend per visitare a Villa Bardini l’ expo che ha fatto riscoprire uno dei grandi protagonisti della vita culturale del secolo scorso, il Piero della Francesca del Novecento.

Firenze – Con l’ottimo bilancio di 20 mila visitatori, si chiude domenica prossima 19 ottobre a Villa Bardini la mostra che ha fatto riscoprire un dimenticato gigante della cultura italiana del secolo scorso, quel Giovanni Colacicchi (1900-1992) che fu pittore e polemista, poeta e musicofilo, una delle intelligenze artistiche eminenti nella Firenze degli anni a cavallo della seconda guerra mondiale.

Ecco dunque arrivato l’ultimo week end per visitare la grande retrospettiva a lui dedicata (Figure di ritmo e di luce nella Firenze del ‘900) e fare conoscenza da vicino con un artista che Vittorio Sgarbi ha definito il Piero della Francesca del Novecento: circa 80 i dipinti, selezionati dai curatori Susanna Ragionieri e Mario Ruffini con la consulenza scientifica di Carlo Sisi, per un’esposizione fulcro di numerosi eventi collaterali, mostre, conferenze e concerti, che hanno riportato alla ribalta una grande stagione creativa, una filosofia e un’estetica con i loro più eclettici e controversi protagonisti.

Colacicchi fu come noto tra i principali interpreti del moderno ritorno alla realtà e alla figura con cui in Europa si ricompose, dopo secoli, l’abbraccio umanistico tra parola, immagine e suono che aveva prodotto il miracolo del Rinascimento. I tempi, tuttavia, non gli furono complici. Nel dopoguerra dominarono infatti astrattismo, strutturalismo, concettualismo. Colacicchi e la sua pittura neofigurativa coerente apparve quindi sorpassato e finì ai margini bollato come reazionario insieme al suo amore per il corpo umano, la natura, la luce, la geometria delle proporzioni dettate dalla sezione aurea, il ritmo musicale delle sfumature e delle forme.

A vent’anni dalla morte, la bella retrospettiva di Villa Bardini ha rappresentato perciò per Colacicchi una giusta e dovuta rivincita. Promossa dal Comune di Firenze con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, la mostra è stata gratificata dal sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Regione Toscana e degli sponsor Unicoop Firenze e AON. Le esposizioni collaterali (i disegni di Colacicchi e i dipinti della moglie Flavia Arlotta) sono state ospitate dall’Accademia delle Arti e del Disegno e da Casa Siviero.

giovedì 16 ottobre 2014

Le moto dell’artista insieme all’arte del nuovo mosaico italiano”

I MOTORI E I MATERIALI DELL'ARTE

Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17.30 "inaugurazione - aperitivo" della mostra, organizzata dall'associazione Circolo Arti/co e da T.&T. Art Management con il patrocinio del Comune di Langhirano. Nell'incrocio tra le vie che portano alle eccellenze del parmense, a Pilastro di Langhirano, nella casa museo Migliazzi, all'interno di un fabbricato colonico con affaccio sulla piazza principale del paese, tre mosaicisti, Claudio Brunelli, Donatella Sassi e Virginia Zanotti,  esporranno le loro opere dal 25 ottobre al 02 novembre, tra  le moto di un altro grande artista, Donnino Rumi. Il marchio Rumi negli anni 50/60 fu sinonimo del più ricercato Made in Italy in estetica e meccanica nell'ambito della produzione di motociclette, tanto da essere definite le moto "dell'artista" proprio per la grande passione per l'arte del suo ideatore, che era anche pittore e scultore, quindi un'artista a tutto tondo.

 

- Claudio Brunelli, scultore e mosaicista forlivese, realizza opere uniche quali: arazzi, oggetti d'arredo, mobili, sculture, lampade, coniugando l'arte musiva con la valorizzazione di materiali vissuti (pelle, legno, polistirolo, ecc…). Servendosi della tecnica del mosaico, applica sui supporti tessere di pasta vitrea, marmi, smalti e specchi policromi. Questa ricerca lo ha portato ad essere molto apprezzato a livello nazionale ed  internazionale, tramite  mostre personali e collettive.

 

- Donatella Sassi ha studiato all'Istituto d'Arte Toschi di Parma e, dopo diverse esperienze artistiche, approda a quella che ha capito essere la sua vera passione: il mosaico. Non quello classico accademico, ma costruito con «frammenti d'anima ritrovati», come li definisce. Oggi i pezzi di vetro sono quasi un pretesto per collegare altri frammenti, pezzi di legno, oggetti buttati, cocci e sassi di fiume e anche pietre dure, turchesi, agate, coralli, riconducibili a un significato, a un discorso comunicativo da riversare all'esterno. In questa combinazione di materiali emergono luoghi e figure immaginarie, «finestre» che si aprono sul mondo parallelo della fantasia, come un libro da comporre.

 

 - Virginia Zanotti, artista cesenate, lavora con grande passione da sempre nell'arte e ricerca nell'ambito della stessa. Scopre  il mosaico nel 2004 e da allora inizia autonomamente a farne il proprio mezzo espressivo. Il fascino della disgregazione e ricomposizione dei materiali, diventa la base per creare oggettistica, specchi, sculture e ritratti, alternando tecniche e materiali dei più svariati generi. Questa passione l'ha portata negli anni, a lavorare all'estero, a realizzare  importanti  collaborazioni, mostre, collettive ed eventi artistici.  

 

La mostra rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni con ingresso gratuito dalle 16.00 alle 19.00. Per orari diversi tramite prenotazione telefonica: 335.5219091 - 337.989524




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Ai mercati rionali storici la mostra FANTASCIENZA.1950-1970 L’ICONOGRAFIA DEGLI ANNI D’ORO (15 ottobre - 23 novembre)


DAL 15 OTTOBRE AL 23 NOVEMBRE
QUATTRO MERCATI RIONALI STORICI ROMANI
DIVENTANO LOCATION
PER UNA GRANDE MOSTRA SULLA FANTASCIENZA


Con la mostra Fantascienza.1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix, prende il via a Roma il progetto che trasforma i mercati rionali storici in una piattaforma culturale non convenzionale a disposizione della città e dei suoi turisti, stabilendo una sinergia innovativa nel rapporto commercio-cultura-città.

Dal 15 ottobre al 23 novembre i mercati rionali Unità (via Cola di Rienzo), Vittoria (via Sabotino), Pinciano (via Antonelli) e Savoia (piazza Gimma) – storici in quanto in attività da prima del 1960 – saranno popolati da immagini di razzi celesti, astronavi, robot, dischi volanti e marziani e racconteranno al grande pubblico – con immagini diverse in ciascun mercato – il linguaggio estetico di venti anni di fantascienza vista in Italia.
Il Progetto di Valorizzazione dei Mercati Rionali Storici di Roma è promosso da U.P.V.A.D.  e  Co.Ri.De – associazione e consorzio di servizi degli operatori romani – in collaborazione con Roma Capitale – Municipio Roma Centro e Municipio Secondo, CAR-Centro Agroalimentare Romano e Arsial-Regione Lazio.

I mercati rionali sono la più estesa rete commerciale romana, garantiscono la funzione sociale del commercio di prossimità, contribuiscono alla sostenibilità ambientale attraverso la filiera corta dei prodotti agricoli e vogliono essere protagonisti del cambiamento che investe dinamiche del commercio e propensioni all'acquisto - dichiara Franco Gioacchini, presidente dell'U.P.V.A.D.  e del  Co.Ri.De - Per questo vogliamo essere i primi a lanciare una  vera e propria sfida di sistema che ha l'ambizione di far diventare i mercati storici una risorsa per la città ed un nuovo percorso a disposizione della divulgazione culturale. Molti mercati rionali - continua Gioacchini - operano con continuità da oltre sessanta anni e meritano in pieno l'appellativo di mercati storici e alcuni, inoltre, sono anche esempi di pregio architettonico; portare attività culturali nei mercati rionali è una scelta coraggiosa, una grande opportunità per la riqualificazione dei luoghi ed una vera innovazione nel rapporto con il pubblico che, in questi mercati, potrà vivere esperienze e suggestioni che vanno oltre il semplice acquisto.

La chiave di lettura che ho scelto per raccontare la fantascienza risponde alla tentazione di offrire un percorso visivo attraverso l'estetica che ne ha distinto la produzione, spaziando in tutti i suoi linguaggi e nelle sue varie contaminazioni culturali, oltre che all'ambizione di offrire suggestioni visive che possano parlare e sollecitare immaginario e ricordi suscitando, attraverso la forza evocativa delle immagini, la reminiscenza dell'impianto epico che nella fantascienza ha trovato una delle sue vie più fascinose - dichiara l'ideatore e curatore della mostra, Marco Panella.

La mostra presenta una selezione di 280 immagini provenienti da fumetti, libri, manifesti, rotocalchi, riviste, pubblicità, figurine e quaderni scolastici, insegue la suggestione iconografica e fa proprio il richiamo esplicito all'archetipo mitico.
Quattro i grandi temi della mostra,  uno in ciascun mercato ed ognuno con immagini diverse dall'altro:
Space Opera. Il mito dell'invasione al mercato di via Cola di Rienzo;
Space Opera. Il mito del viaggio al mercato di piazza Gimma;
Robot. Il mito della creazione al mercato di via Antonelli;
Il Futuro visto ieri. Il mito della frontiera al mercato di via Sabotino.

La scelta di metodo della mostra - dichiara Marco Panella - ha risposto alla domanda dove e quando fissando il luogo, l'Italia, e il periodo, gli anni che corrono tra il 1950 e il 1970 con qualche arrotondamento per difetto e per eccesso. È proprio tra il 1950 e il 1970, infatti, che troviamo la straordinaria coincidenza che vede andare di pari passo il miglioramento della condizione sociale, la corsa allo spazio che porterà alla conquista della Luna e lo sdoganamento della fantascienza dall'ambito ristretto delle avventure per ragazzi dove, sino ad allora, era stata sostanzialmente confinata. Se il 1926 - con l'intuizione di Hugo Gernsback di far uscire una rivista interamente dedicata alla narrazione del futuro, "Amazing Stories. The Magazine of Scientifiction" - rappresenta l'inizio della grande divulgazione per la fantascienza negli Stati Uniti, il 1952 è l'anno che la segna per l'Italia: escono in edicola le prime riviste nostrane – "Scienza Fantastica", "Mondi Nuovi" ed "Urania" - e sull'editoriale del primo numero di "Urania", Giorgio Monicelli, il direttore della collana, conia il neologismo fantascienza, traduzione tutta italiana dell'inglese science-fiction che, da allora, entrerà nel linguaggio comune.
Nell'Italia che si avvia a vivere con fiducia e ottimismo gli anni che la porteranno al boom economico - continua Panella - la prefigurazione del futuro fa parte del quotidiano, scienza e fantascienza spesso si sovrappongono e nel ritmo narrativo delle illustrazioni trovano un canone estetico di grande impatto visivo, unico e ancora oggi di grande fascino.

L'innovazione è nel neologismo fantascienza, ma anche nella vitalità editoriale di riviste e collane da edicola che  hanno  il  merito  di  portare  per  la  prima  volta in Italia autori come Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Arthur C. Clarke, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury e che trovano nelle accattivanti copertine illustrate da maestri come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci, Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi, Mario Todarello, Gianni Renna, Karel Thole un potente strumento dell'immaginario del tempo.

Altra grande fonte del repertorio iconografico presentato dalla mostra è la produzione fumettistica, che in parte riprende quella importata già negli anni trenta dagli Stati Uniti - Flash Gordon, Buck Rogers e Brick Bradford, che in Italia avrà vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star – e in parte trova una via tutta italiana, di cui sono esempio la serie Saturno contro la Terra, sceneggiata da Cesare Zavattini e Federico Pedrocchi e disegnata da Scolari; Virus ideato sempre da Pedrocchi e disegnato da Walter Molino; Misterix di Paul Campani; Alex l'eroe dello spazio e Nolan il pioniere dello spazio di Guido Buzzelli; Raff pugno d'acciaio di Mario Guerri e Vittorio Cossio; Razzo disegnato da Platania; le strisce Dick Saetta, Tony Comet e poi, ancora, il primo Alan Ford di Lorenzo Sechi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come spaziale moderno e, nel 1968, l'Astronave pirata di Guido Crepax. Numerosissimi sono anche i casi di contaminazione della materia fantascientifica su fumetti non di genere; nella produzione disneyana, ad esempio, ma anche in personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e Gallieno Ferri – quest'ultimo creatore anche di Maskar, personaggio noir in maschera e costume  e che vivrà anche lui avventure spaziali - piuttosto che in Tiramolla.

Alle illustrazioni di genere si affiancano con grande efficacia e forza persuasiva le copertine di rotocalchi come "Epoca", "Oggi", "La Domenica del Corriere" e "Tribuna Illustrata", dove cronaca, scienza e fantascienza propongono ai lettori avvistamenti di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste di divulgazione tecnica e scientifica, come "Scienza Popolare", "Scienza e Vita", "Sistema Pratico", "Scienza Illustrata" che cavalcano il tema del futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra scienza e fantascienza è quanto mai incerto.
 
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di ispirazione: negli anni Cinquanta le produzioni che arrivano nelle sale italiane sono soprattutto americane ed inglesi, con effetti speciali che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che allora non mancavano di tenere gli spettatori incollati alle scomode poltroncine di legno delle sale.  Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia iconografica, manifesti e locandine dei film, che facevano vivere anche a chi al cinema poi non sarebbe andato l'esperienza di viaggi interstellari, invasioni marziane e mostri atomici: la stessa di cui potranno godere i visitatori della mostra.

La mostra si addentra anche nel tema delle ambientazioni spaziali nella pubblicità dell'epoca, linguaggio della comunicazione che, cogliendo ed anticipando per vocazione lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del futuro una sua leva di fascinazione e, sempre seguendo le tracce degli sconfinamenti in ambiti non convenzionali, la mostra presenta anche una selezione di quaderni scolastici resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi spaziali, che completavano il corredo dello scolaro e che, certamente, avranno reso il tempo dello studio più lieve e fantasioso per tanti.

Una mostra da vedere con lentezza, quindi, per lasciarsi andare alla suggestione delle sue immagini e per godere di una narrazione iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l'atmosfera, il mood, che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico e dell'anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell'Italia che cercava la via della modernità.


Info:
artix@artixcom.it

Web:
www.mostrafantascienza.it

​CARTELLA STAMPA CON IMMAGINI IN ALTA RISOLUZIONE SCARICABILE AL LINK:
http://goo.gl/k7Wkyp



NOTA SUL CURATORE
Marco Panella, imprenditore della comunicazione, creativo, esperto di heritage communication, ha curato e prodotto le mostre:
I Carabinieri nell'identità italiana. Da Roma Capitale alla Grande Guerra (2009, Roma)
Cinema di piombo. I manifesti del  poliziesco italiano anni '70 (2010, Roma)
1960-1970. Gli anni d'oro del fumetto in giallo e nero (2011, Roma)
La dolce vita. Stars and celebrities in the italian fifties (Roma, 2010; New York 2011; MSC Divina, 2013)
Il Natale immaginario.1900-1960 Iconografia di una storia italiana (Roma, 2012)
Il Cibo immaginario.1950-1970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola (Roma 2013; Parma,2014; Budapest 2014)

Mostra "Lino Tardia | Opere 1993-2013"



LINO TARDIA | OPERE 1993-2013a cura di Francesco Ciaffi
INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE ORE 17
ALLA PRESENZA DELL'ARTISTA

Sabato 18 ottobre alle 17, presso la galleria Edarcom Europa in via Macedonia 12/16 a Roma, verrà inaugurata la mostra "Lino Tardia | opere 1993-2013".
L'artista, siciliano di nascita ma stabile a Roma fin dagli anni '60, presenterà una raccolta di dipinti selezionati dalla produzione degli ultimi venti anni per poter fornire a visitatori e collezionisti una chiave di lettura e di comprensione della propria ricerca.
La opere scelte da Francesco Ciaffi, curatore della mostra, consentiranno di scoprire come, a partire dalla mostra "In viaggio con i Fenici" tenutasi nel 1996 alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Spoleto, fino a "La scatola dei miti" allestita nel 2009 presso le sale dell'Appartamento Barbo del Museo Nazionale di Palazzo Venezia di Roma, la ricerca di Tardia sia stata improntata alla realizzazione di un immaginario figurativo caratterizzato dall'astratta esaltazione del contrasto di linee, forme e colori.
La mostra sarà visitabile fino a venerdì 31 ottobre.
INFORMAZIONI
MOSTRA: Lino Tardia | Opere 1993-2013PERIODO: 18-31 ottobre 2014 ORGANIZZAZIONE: Edarcom Europa INDIRIZZO: Via Macedonia, 12/16 ORARIO: LUN – SAB 10,30/13,00 - 15,30/19,30INFO: 06.7802620 - www.edarcom.it
BIOGRAFIA

Lino Tardia nasce a Trapani nel 1938. Conseguita la maturità artistica, rifiuta l'incarico di docenza in Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Palermo e si trasferisce a Roma dove frequenta gli studi di Renato Guttuso e Saro Mirabella. Nel 1955 Lino Tardia inizia a esporre, ottenendo ben presto consensi in Italia e all'estero.
Gli anni Sessanta segnano il suo passaggio dal Realismo all'Informale e ancora alla Nuova figurazione, secondo la maniera di Francis Bacon che incontra durante un soggiorno a Londra. Partecipa a mostre collettive insieme a Guttuso, De Chirico, Sironi, Treccani e altri autori noti nel panorama artistico internazionale. Espone le sue opere in mostre personali a Londra, New York, Chicago, Parigi, Huston, Ottawa e Tripoli. Ha preso parte a numerosi premi nazionali e internazionali. Nel 2009 si è tenuta una grande personale nelle sale dell'Appartamento Barbo di Palazzo Venezia a Roma.
Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce la Medaglia d'Oro per i Benemeriti della Cultura.


Edarcom Europa
Galleri d'Arte Contemporanea
Via Macedonia, 12/16
00179 Roma
t. 06 7802620
www.edarcom.it

Collettiva “Maestri diversi" (Palazzo Margutta, 18-28 ottobre 2014) - vernissage 18 ottobre ore 18.30


Dal 18 al 28 ottobre Palazzo Margutta racconta sei "Maestri diversi"
La collettiva, che punta ad attirare l'attenzione dello spettatore sull'arte come momento di condivisione delle emozioni, a prescindere da tematiche e stili, vuole essere un omaggio a sei artisti contemporanei.

Roma, 18 ottobre 2014 – Le tecniche, i linguaggi e gli stili utilizzati sono spesso assolutamente differenti fra di loro, così come le tematiche trattate e i percorsi artistici e formativi affrontati, eppure ciascun artista riesce comunque a esprimere a pieno il proprio talento, raccontare la propria visione del mondo, comunicare allo spettatore sé stesso, il proprio carattere e le proprie emozioni. E' questo, allo stesso tempo, il punto di partenza e il risultato della collettiva "Maestri diversi", organizzata dalla Galleria "Il Mondo dell'Arte" e in programma nella storica sede di Palazzo Margutta, al civico 55 della celebre strada, da sabato 18 a martedì 28 ottobre prossimi, con orario 10.00-13.00 e  16.00-20.00 (ingresso gratuito, domenica 19 aperto).

Sei i pittori che prenderanno parte a questo piacevole scambio: Antonio Anelli, Luigi Modesti, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Enrico Sereni e Pino Tersigli, tutti professionisti del pennello che, ormai da anni, fanno parte della scuderia de Il Mondo dell'Arte, così come artisti del calibro di Sandro Trotti, Novella Parigini o Gianni Testa, recentemente omaggiato da un'esposizione al Complesso del Vittoriano.

A selezionarli il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico di Palazzo Margutta e Presidente dell'Associazione Margutta Arte, e il gallerista Remo Panacchia, entrambi soci fondatori de "Il Mondo dell'Arte", che, da sempre, propone in questo prestigioso luogo espositivo artisti professionisti e pittori che hanno portato l'arte italiana nel mondo.

La mostra, che è uno degli incontri fissi nel calendario della nota galleria romana, punta - oltre che a sviluppare come sempre la capacità critica dello spettatore, indispensabile per consentirgli di riconoscere le peculiarità di ciascun pittore e apprezzarne le differenze - anche ad azzerare qualsiasi "distanza" tra il pubblico e i Maestri in esposizione fino a creare un legame tra loro.

Assolutamente diversi i generi in esposizione: dal figurativo all'iperrealismo passando per il surrealismo.
Raccolte in questa preziosa collettiva e perfettamente amalgamate tra di loro, trovano così spazio pezzi che raccontano un mondo femminile in cui la donna è, di volta in volta, a seconda di chi la ritrae, una presenza enigmatica, un corpo privato di qualsiasi caratteristica che possa farne ravvisare un'identità precisa, o ancora una figura che si libera dalla propria dimensione terrena e riesce a raccontare storie che vanno oltre qualsiasi corposità, obbligando l'osservatore a riflettere sulla tristezza e sulla gioia di vivere. Accanto a questi, tele dai toni molti intensi o decisamente più tenui ma sempre, comunque, di enorme impatto visivo che rendono omaggio alla terra, d'origine o d'adozione, dell'artista regalandoci un quadro unico del nostro stivale: dai casolari e i cipressi dell'alto Lazio ritratti da Luigi Modesti al paesaggio pugliese, immortalato dai lavori di Antonio Anelli, in cui ulivi secolari guardano il mare, fino alla Città Eterna di Enrico Sereni, i cui colori e la cui atmosfera senza tempo investono - anche dalla tela - lo spettatore.

"In un contesto come quello attuale, in cui tutto o si distrugge o si sintetizza fino all'estremo, abbiamo voluto assemblare artisti che, seppur contemporanei, rappresentano nei loro lavori il vero, operando in alcuni casi con stili che, a cavallo tra il realismo e l'iperrealismo o risultato di una pittura quasi certosina, finiscono comunque per personalizzare il soggetto o per materializzarlo", hanno commentato il Maestro Echeoni e il gallerista Remo Panacchia.

L'appuntamento per il vernissage è fissato per sabato 18 ottobre 2014 dalle 18.30 alle 22.00.


Antonio Anelli: nasce a Bari (1941) dove si diploma all'Istituto d'Arte. Paesaggista dai tratti inconfondibili, racconta con tinte tenue ma piene di luce il paesaggio tipico della sua terra, la Puglia, dipingendo bianchi casolari e terreni rocciosi. La tavolozza di Anelli cattura i colori riflessi dalle albe al mare e dai tramonti con i loro susseguirsi di ombre e chiarori notturni. La sua pittura vive dell'emozione del presente e del passato, di quella emozione che in lui è senza tempo. E' questo il creato che Anelli coglie e ci trasferisce con mano sicura nei suoi aspetti più suggestivi, nella sua genuinità espressiva, in contrasto anche con l'odierna civiltà, inaridita e imbarbarita. Egli è il testimone della solarità ancora viva e della natura che va amata, curata, difesa affinché possa continuare a emozionarci. Artista apprezzato dalla critica e dal pubblico, espone in Italia e all'estero. I suoi lavori figurano in collezioni e pinacoteche pubbliche e private.

Luigi Modesti: dopo la maturità artistica, frequenta l'Accademia delle Belle Arti di Roma sotto la guida di Renato Guttuso e Piero Guccione. Artista talentuoso e sensibile, propone soggetti, siano esse figure umane o esseri inanimati, avvolti in atmosfere fatte di silenzi. A campeggiare sulla sua tela sono, però, soprattutto i paesaggi – sentiti e vissuti come luogo della memoria, come dimensione, allo stesso tempo, del fuori e del dentro di noi – che si tingono di colori caldi e intensi, di trasparenze, di luminosi contrasti cromatici, finendo col dar vita a uno stile del tutto personale e di per sé geniale. Attraverso il filtro della memoria, il pittore si è dimostrato capace di maturare e descrivere il proprio mondo di casolari e cipressi, di alberi e cespugli, di fossi e declivi tipici dell'alto Lazio che, in ogni momento, comunque rimandano e suggeriscono la presenza, spesso silenziosa, dell'uomo. Nei suoi quadri traspare, in filigrana, il rimando alla tradizione degli impressionisti che viene interpretata con tecnica ricca di effetti di leggerezza. Attualmente vive e lavora a Rignano Flaminio. Fino ad oggi ha esposto le sue creazioni in numerose rassegne d'arte nazionali (Roma, Rimini, Ancora, Bergamo) e internazionali (Budapest, Stoccolma, New York). Il suo nome e le sue opere sono presenti nei più prestigiosi annali e cataloghi d'arte moderna e contemporanea. I suoi lavori figurano in collezioni e pinacoteche pubbliche e private di diverse città italiane, oltre ad abbellire numerose chiese della nostra regione.

Afsanè Moghaddam Mitus: pittrice persiana, si laurea in pittura alla Facoltà di Belle Arti dell'Università di Teheran nel 1991. Dal 1988 al 1994 espone in molte mostre, sia collettive che personali, nel suo paese d'origine. Nel 1994 giunge a Roma, dove vive e lavora respirando l'aria di pittura, architettura e musica antica italiana e frequenta l'Accademia di Belle Arti prendendo anche parte a ulteriori esposizioni. Successivamente studia ceramica a Milano nello studio del Maestro G. Rossicone. Prosegue poi la sua attività in Italia. Diverse le mostre significative, sia a Roma che a Milano, in cui riceve premi e riconoscimenti. Centrale nella pittura di Afsanè Moghaddam Mitus è la donna, simbolo polivalente che "assume fascinazione di desiderio e slancio, di turbamento e riappacificazione nelle profondità del nostro io. (…).Le raffigurazioni di Afsanè sono presenze enigmatiche attestate in una solitudine sfingica eppure stranamente belle, conturbanti e forti come rocce di Marfisa nel loro distanziato equilibrio di grazia e vertigine. Ci stanno di fronte come archetipi d'amore e di armonia cosmica. Colpisce l'accentuato tratteggio delle forme smaccatamente scultoree di emblematiche Pomone variamente posturate, intrise sulla tela o su carta di tonalità umbratili e grigiastre che accentuano l'enigma allo sguardo indagante".

Anna Novak: polacca, dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Cracovia - dove consegue la laurea in Grafica e Manifesto - prosegue il proprio tirocinio in quella stessa città, la più occidentalizzata della Polonia, ricca di un passato culturale influenzato di benefici contatti con l'Europa, soprattutto con l'Italia e con la Francia. Nei suoi quadri disegno e pittura si incontrano perfettamente. E' appunto nella schematizzazione di idee e atteggiamenti interpretati attraverso il corpo umano, strutturato con movenze e curve agili ma decise, che la pittrice trova la risoluzione simbiotica tra forma e psicologia della forma, tra stile e contenuto in cui è sempre la linea frontale a cogliere e affascinare l'occhio. I soggetti da lei ritratti, quasi sempre donne e ballerine, si liberano dalla dimensione terrena e riescono a raccontare storie che vanno oltre la loro corposità e obbligano l'osservatore a riflettere sulla tristezza e sulla gioia di vivere. Così l'artista, in un ideale itinerario, racconta le lunghe dissonanze della vita indicendoci a pensare che tutto è nel presente.
Affascinata da suggestivi scorci di Roma che, fin dal suo primo viaggio come turista, l'hanno conquistata, la Novak rievoca e rivisita, in chiave moderna, l'atmosfera e il sapore dell'ottocento. Ad oggi l'artista ha preso parte a più di 50 mostre collettive e individuali, sia in Italia che all'estero.
"La realtà, il sentimento non sono fatti esteriori e temporanei, ma vengono a far parte di un tessuto emotivo che opera e detta con saggezza le vesti cromatiche con le quali la nostra artista copre le sue figure di donne evanescenti e sognanti". (Giovanni Gentile)

Enrico Sereni: umbro di nascita e romano d'adozione, inizia a dedicarsi all'arte pittorica giovanissimo, anche grazie all'insegnamento del Professor Alberto Viveri. Egli ritrae la Città Eterna con il colore, il fascino, l'atmosfera e l'imperiosità che Roma trasmette a tutti coloro che l'attraversano. La sua pittura, che per la rappresentazione naturalistica si può definire classica, anche se in molti dipinti sono presenti tematiche proprie del panorama contemporaneo internazionale, mostra a chi la osserva i profondi sentimenti che lo hanno mosso a realizzarla. Evidenti e ben noti sono anche i suoi dipinti di scorci e vicoli di antichi paesini umbri e toscani, illuminati da tocchi di luce abbaglianti, che creano visioni di particolare purezza e ci fanno percepire l'essenza dello spazio e della profondità che li caratterizza. Artista di grande talento, a cui la critica ha dato l'appellativo de "il pittore sensibile", ha saputo coniugare perfettamente la padronanza tecnica con l'ispirazione. Le sue opere, esposte in numerose mostre personali e collettive, hanno sempre ottenuto pieno consenso e sono sempre state premiate per l'originalità oltre che per la maestria dell'esecuzione. I suoi lavori sono ospitati in collezioni private nel nostro paese in Itala e all'estero, in particolare negli Stati Uniti.

Pino Tersigni: romano, classe 1961, è un pittore autodidatta, simbolista, surrealista e iperrealista che utilizza prevalentemente la tecnica a olio. Ha preso parte a numerose esposizioni e rassegne, sia in Italia che all'estero, fra cui quelle di Spoleto, Giffoni, Mosca, Londra, Salerno, Chicago e L'Aquila. Fra le collettive vale la pena ricordare la "Cento pittori Via Margutta", la "Rassegna re di Roma", l'Expo' Arte "Roma Capitale" e l'Expo' "Arte Cinecittà Due". Sue opere si trovano in collezioni sia pubbliche che private.
"Nell'arte del pittore romano non c'è spazio per l'uomo né tantomeno per la natura, che sia essa intesa come paesaggio, sfondo o semplice quinta teatrale su cui proiettare lo spettacolo delle protagoniste dei suoi quadri. L'universo artistico di Tersigni è interamente abitato da figure femminili, o per meglio dire da corpi femminili, privati di ogni attributo o caratteristica che possano far ravvisare un'identità e una personalità ben precise". (Cristina Nicosia)
"Dietro la bellezza e non dentro, oltre, o prima: è l'altro lato dell'iperrealismo, che provoca la domanda di capire «perché»; domanda d'esistenza prima ancora che di stile, di esperienza prima che di arte. Laddove l'immagine è andata imponendosi fino ad una capillare e apparentemente imprescindibile presenza nella realtà, si pone prima di ogni altro il rischio di non distinguere ciò che deve esserci da ciò che è fatto, ciò che c'è da sempre da ciò che è provvisorio; così non si ha quasi da obiettare per l'ossessione pubblicitaria cui è impossibile sottrarsi, ma desta noia un'opera d'arte che sembra essere quasi una inutile copia della realtà". (Emanuela Tangari) 

Galleria Il Mondo dell'Arte "Palazzo Margutta" (www.ilmondodellarte.com) - Via Margutta, 55 Roma
Mostra collettiva degli artisti: Antonio Anelli, Luigi Modesti, Afsanè Moghaddam Mitus, Anna Novak, Enrico Sereni e Pino Tersigni.
Vernissage cocktail sabato 18 ottobre 2014, ore 18.30 - 22.00.
La mostra si protrarrà fino al 28 ottobre 2014: dalle 10.00 alle 13.00 e  dalle 16.00 alle 20.00.
Domenica 19 aperto, lunedì mattina chiuso.


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