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mercoledì 27 novembre 2013

Jara Marzulli, "Riportami all'inizio". Opere inedite per la personale dell'artista barese alla E-lite studiogallery di Lecce


Inaugura alle ore 19 di venerdì 20 dicembre presso la galleria d'arte contemporanea E-lite studiogallery di Lecce, Riportami all'inizio, la personale dell'artista barese Jara Marzulli, a cura di Roberto Lacarbonara.

 

Opere inedite, oli su tela e disegni mai esposti prima, per una mostra che, come afferma il curatore nel testo critico in catalogo, "è la narrazione di una memoria falsata, lo sguardo rivolto a un passato impossibile da riconoscere laddove l'orizzonte del tempo produce una insidiosa estraneità del soggetto rispetto a se stesso. I corpi di Marzulli sono immersi in una placenta irreale, uno spazio della visione privo di scena, senza alcuna prospettiva, come nell'onirica invenzione di un luogo dove è possibile l'immediata convivenza del concreto e del fantastico. E accade che, nel cuore della rappresentazione, emerga una moltitudine di segni, allegorie, presenze animali e squarci visuali sulle campiture che conducono a uno spazio terzo, mnemonico, a un "inizio" di cui non si dà storia ma solo desiderio: un inizio sempre differente, sempre in grado di alterare quello che un uomo è, adesso. L'artista barese è da sempre impegnata in una rigorosa ricerca di grande realismo attorno alla condizione del corpo, alla metamorfosi e all'emersione delle tracce esistenziali che la pelle incorpora quasi come schermo che contiene le irrisolte relazioni conflittuali attraversate da ogni individuo nel corso della propria esistenza".

 

Il titolo stesso della mostra, "Riportami all'inizio", tratto dalla canzone "Anche se altrove" dei Carmilla e il Segreto dei Ciliegi, scritta da Giuliana Schiavone, risuona come un invito, quasi sussurrato dall'artista al visitatore, a sperimentare con lei quella dimensione intermedia di pensiero e di esperienza che è l'equivalente dell'area transizionale del bambino, quello spazio potenziale tra individuo e ambiente, quell'"inizio" in cui si modella ogni forma di processo mentale creativo, che permette di sviluppare un'autonomia riflessiva personale, di cogliere l'opportunità che ciascuno di noi vuole concedersi, di dare un nuovo e personale significato alla propria esistenza e al mondo, a partire dalle pregresse esperienze sociali e culturali.

 

La mostra, accompagnata dal catalogo edito da Editrice Salentina e visitabile fino al 31 gennaio (mar – sab: 17.00 – 20.30, ingresso gratuito), come racconta la gallerista Claudia Pellegrino, "è la prima personale dedicata a uno degli artisti che collaborano in maniera continuativa con E-lite a essere presentata nella sede della galleria e aderisce appieno alla volontà di proporre un'offerta artistica e culturale di qualità, focalizzata principalmente sulla pittura, nell'ambito della figurazione.

 

Durante le festività natalizie la mostra osserverà le seguenti aperture straordinarie: domenica 22 e lunedì 23 dalle 17.00 alle 20.30; martedì 24 dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00.

 

 

Jara Marzulli

Nata nel 1977 a Bari.

Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Bari con il massimo dei voti. Partecipa dal 1999 a numerose mostre personali e collettive in Italia (RezArte galleria, Reggio Emilia; Fabbrica Borroni, Bollate, Milano; Palazzo Durini, Milano; E-lite studiogallery, Palazzo Pirola, Gorgonzola (MI); E-lite studiogallery, Lecce, Palazzo Vernazza, Lecce; Galleria Contemporanea Roma; Ex Manicomio, Roma; Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA) ecc.) e all'estero (Fiera Art Taipei 2013, Taiwan, Cina; Galleria Akbank Sanat, Istanbul, Turchia; Museo Maguncia, Buenos Aires, Argentina); è stata selezionata e premiata in tanti concorsi tra i quali "Premio Morlotti", XII Biennale dei Giovani Artisti dell'Europa e del Mediterraneo, Castel Sant'Elmo (NA), "premio Combat", "premio ORA; "Wannabee Prize International Art Contest 2011". Le sue opere sono pubblicate in numerosi cataloghi.

 

La sua arte racconta di un sentire al tempo stesso estatico e carnale, reso ancor più incisivo e toccante dalla perfezione tecnica che contraddistingue l'artista. Una dimensione liquida e indefinita, in cui bambini e donne si stagliano su sfondi trasparenti e gocciolanti, una lucida e lacerante qualità espressiva, un'indefinibile purezza che si veste di pittura, un costante gioco di spiazzamenti, di scambi di ruolo tra l'artista che dipinge e il soggetto raffigurato.
Vive e lavora ad Adelfia (BA), Italia.

www.jaramarzulli.it

 

 

 

Scheda informativa

 

Mostra personale di arte contemporanea
Artista: Jara Marzulli
Titolo: Riportami all'inizio
A cura di: Roberto Lacarbonara
Organizzazione e realizzazione: E-lite studiogallery galleria d'arte contemporanea Lecce

Catalogo in mostra, a cura di Roberto Lacarbonara, edito da Editrice Salentina

Grafica: Enig Russo

Sede: E-lite studiogallery
Indirizzo: Corte San Blasio 1c, Lecce

Inaugurazione: venerdì 20 dicembre 2013, ore 19
Date: dal 20 dicembre 2013 al 14 gennaio 2014
Orari apertura al pubblico:  mar – sab: 17.00 – 20.30
;

aperture straordinarie: domenica 22 e lunedì 23: 17.00 - 20.30;

martedì 24: 10.00 – 12.00; 16.00 – 19.00

Ingresso: gratuito
Informazioni: Claudia Pellegrino | mobile: +39 338_1674879

Mail: info@elitestudiogallery.com | Web: www.elitestudiogallery.com

 

Ufficio stampa FLPress: Flavia Lanza | mail: flpressartnews@gmail.com | tel. +39 340_9245760


Marco Milia I In aĕre in aquis


Comunicato stampa

 

Marco Milia I In aĕre in aquis

 

7 dicembre 2013/13 gennaio 2014 – Case Romane del Celio, Roma

Progetto Takeawaygallery – a cura di Carlotta Monteverde

 

Si intitola In aĕre in aquis il primo appuntamento di un progetto di tre mostre a cura Takeawaygallery negli spazi del complesso archeologico delle Case Romane del Celio: dal 7 dicembre 2013 al 13 gennaio 2014 verranno presentati i lavori site-specific di Marco Milia (Roma 1976), inaugurazione in coincidenza con l'apertura serale del museo. Nascoste e poco conosciute, le Case del Celio sorgono tra le fondamenta della Basilica dei Ss. Giovanni e Paolo: interamente al coperto, sono riuscite a mantenere intatte le loro peculiarità, conservando affreschi, ninfeo, mosaici e suggestive sovrapposizioni. Testimonianza della vita domestica e sociale della Roma ai tempi dell'Impero —la loro struttura è data della fusione di una domus del II secolo d.C. e di un'insula del III, a comporre un'unica grande residenza alla conclusione dello stesso secolo, fino all'istituzione del titulus cristiano nel IV— sono composte da un dedalo di stanze e stratificazioni, tra ampi vani ed angoli nascosti, percorso ideale ad ospitare un incontro e dialogo con il contemporaneo. La mostra di Marco Milia è la prima mai allestita in questa sede, occasione per generare cortocircuiti e prospettive sempre nuove.

La ricerca dell'artista, connotata da forme rigorose, dall'uso del policarbonato blu e trasparente come unico materiale utilizzato e dalla luce che su di esso produce riflessi e bagliori, esamina la rete di rapporti con il luogo in cui è installato, sia esso il paesaggio naturale o un contesto storico. Il lavoro in situ, parte fondante del suo approccio, si coniuga con la volontà di interazione e reciprocità col pubblico, chiamato a farne esperienza tanto fisicamente che sensibilmente.

Per gli oltre venti ambienti ipogei disposti su diversi livelli il giovane scultore romano ha progettato un percorso scandito da monumentali strutture primarie, ripetendo ed alternando la figura archetipa del cerchio a quella del parallelepipedo. Prendendo in esame tanto le caratteristiche materiali che immateriali del luogo, Milia sceglie gli elementi naturali di acqua ed aria come simbolo e filo conduttore per reinterpretare e dialogare con le Case Romane e la loro storia: il passaggio da una stanza all'altra alterna vani immersi nel blu a spazi di luce pura, in un continuo rimando a quelle sostanze portatrici di vita, così significative tanto nella consuetudine pubblica e sociale romana che in quella privata della domus. L'intervento è la risposta emotiva e sensoriale alle sollecitazioni suggestive del sito, un'atmosfera sospesa e rarefatta: percorrere le sale è come immergersi in aĕre ed in aquis.

 

Info:

In aĕre in aquis – mostra personale di Marco Milia

Progetto: Takeawaygallery

A cura di: Carlotta Monteverde

Organizzata e promossa da Takeawaygallery e Spazio Libero

 

Apertura serale del museo: 7 dicembre 19.00 – 23.30

Dal 7 dicembre 2013 al 13 gennaio 2014 

 

Case Romane del Celio

Ingresso dal Clivo di Scauro, Roma

Orari: giov - lun 10.00 / 13.00 - 15.00 / 18.00 - chiuso mart e merc

Ingresso: biglietto intero 6,00 € - biglietto ridotto 4,00 €

 

Contatti: info@spazioliberocoop.it    www.caseromane.it

takeawaygallery@gmail.com -  http://www.takeawaygalleryroma.altervista.org/Roma/

                 

 

Sotto l'alta sorveglianza del MiBAC Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma

Patrocinio: Ministero dell'Interno – Fondo Edifici di Culto

Sponsor tecnici: SPEDART – Servizi per l'Arte

Progetto grafico: Aurelio Candido

Consulente al lighting design: Paolo Di Pasquale

martedì 26 novembre 2013

Ottologica mostra collettiva sul giocattolo

Ottologica

Collettiva sul giocattolo

3 dicembre 2013 ore 19.00

exfabbricadellebambole

Via Dionigi Bussola n. 6 (di fronte al nr. civ. 9), Milano, tel 377.190.2076

 

La mostra collettiva Ottologica - anagramma di giocattolo - presenterà artisti che come ludico ready made, rielaborano in libera espressione tecnica e creativa, usano e riusano il giocattolo in modo strumentale e poetico.

Ottologica rielabora il giocattolo anche nell'ottica di proporre un momento di riflessione nel periodo delle feste natalizie, in cui la pubblicità bombarda adulti e piccini spingendoli agli acquisti e al consumismo. Quale periodo migliore per ri-esplorare in modo differente la fantasia, il giocattolo e il gioco che non questo? E in quale location migliore se non exfabbricadellebambole, che nasce da uno spazio che era precedentemente della Mattel, casa produttrice della Barbie, Big Gim, case di bambole e giochi da tavolo?

Nel contesto della mostra "Ottologica", exfabbricadellebambole propone, inoltre, nel mese di dicembre tre ulteriori eventi di riflessione sul giocattolo e sul dono: la presentazione del libro "Il Viaggio di Igor" con l'autore Gheri Scarpellini, nel quale il mondo viene visto con gli occhi sognanti di un bambino. Seguirà l'incontro "La cosmesi attiva" con Sonia Rovesti, studiosa della fitocosmesi in cui saranno presentati prodotti di straordinaria innovazione. Infine "Giocosera", un appuntamento giocoso in cui la pedagogista Maria Rosa Del Buono coinvolgerà gli ospiti, partendo dai quadri esposti, in un meccanismo laboratoriale di riflessione collettiva sui quadri esposti e i giocattoli raffigurati.

 

Opere di: Paola Barlassina, Gustavo Bonora, Gianna Bucelli, Raffaele Castiglioni, Claudia Emanuela Coppola, Enrico Del Rosso, Nevia Gregorovich, Lia Mariani, Silvia Menicagli, Marianna Merler, Maria Mulas, Annalisa Ramondino, gaby ramsperger, Anna Chiara Stinchi, Patrizia Zara.

 

Per ulteriori informazioni sulle modalità di partecipazione consultare il sito:

http://www.exfabbricadellebambole.com/

 

L'esposizione rimarrà aperta fino al 9 gennaio 2014

dal lunedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.00

e il sabato e domenica su appuntamento

 

Dott. Angelo Turco - Ufficio stampa

exfabbricadellebambole

Tel. 377.1902076

Fax. 02.36.522.487

Mail: exfabbricadellebambole@exfabbricadellebambole.com 

http://www.exfabbricadellebambole.com

Mostra a Rignano: Manuela Da Ponte “VENTI DI SALE”


Il 14 Dicembre a Rignano Flaminio, nell'aula consiliare, la prima mostra personale di Manuela Da Ponte "VENTI DI SALE", esporrà e spiegherà le opere realizzate con una nuova tecnica pittorica, creata da lei dove si uniscono terre di tutto il mondo a suggestioni dettate dal sale, in una conferenza che si terrà alle 17 e 30 ci spiegherà molti dei messaggi presenti nei  quadri insieme all'architetto Luca Sampò fondatore e rappresentante della rivista di Architettura intercontinentale BOUNDARIES.

 

"Il sale è da sempre elemento principe nelle tradizioni di tutti i popoli della cultura mediterranea, gli si riconoscono caratteristiche di chimica legate ai sistemi di conservazione e nello stesso tempo di pulizia.

Grazie a queste capacità nel tempo le stesse caratteristiche si sono radicate nella sfera spirituale dell'uomo e così il sale assume il compito di pulire lo spirito dalle negatività e di conservarne le positività.

Le opere presentate in questa mostra sono realizzate con una nuova tecnica basata proprio sui poteri chimici del sale abbinati ai colori della terra nella sua forma più naturale. Il sale viene posto come strumento che permette l'estrazione del colore più vivo dalle varie terre e riesce a fissarlo nella 
posizione dettata dalla natura stessa degli elementi.

L'opera, grazie a questa libertà assume un linguaggio naturale percettibile a livelli più profondi.

Le terre usate nella maggior parte dei quadri provengono direttamente dai luoghi dipinti o che si legano ai soggetti rappresentati. " (MDP)

 

"Osservando le opere di Manuela Da Ponte raccolte nella collezione Venti di Sale si è subito colpiti dai colori e dal calore delle terre, dei venti e del sale. Tutto ciò ci parla di luoghi lontani, fuori dal tempo, e per questo senza tempo. Ed è bene, e fa bene, soprattutto in un'epoca di politiche ed estetiche radical chic. Sale e terra, elementi essenziali, della vita di tutti in giorni, da sempre, sono ciò con cui Manuela realizza una tecnica che appare subito fresca e nuova, in grado di trasmettere bene il senso della sua opera, risultato di ricerche di lunghi anni.
Da decenni ormai, come ricordava Walter Benjamin già nel lontano 1955, l'opera d'arte è minata nella sua essenza dalle possibilità offerte dall'industrializzazione, per la precisione è la sua "riproducibilità tecnica" a svalutare il suo hic et nunc. L'autenticità dell'opera d'arte è stata erosa per decenni da riproduzioni seriali: «l'autenticità di una cosa è la quintessenza di tutto ciò che, fin dall'origine di essa, può venir tramandato, dalla sua durata materiale alla sua virtù di testimonianza storica. Poiché quest'ultima è fondata sulla prima, nella riproduzione, in cui la prima è sottratta all'uomo, vacilla anche la seconda, la virtù di testimonianza della cosa. Certo, soltanto questa; ma ciò che così prende a vacillare è precisamente l'autorità della cosa. Ciò che vien meno è insomma quanto può essere riassunto con la nozione di "aura"; e si può dire: ciò che vien meno nell'epoca della riproducibilità tecnica è "l'aura" dell'opera d'arte». 
Nei lavori di Manuela ciò che torna ad essere al centro del dibattito artistico è precisamente l'aura dell'opera d'arte; unica, non riproducibile, come non riproducibili sono le sue opere. Le terre, tutte differenti, i sali, l'incontro tra deserto e mare, non possono essere catturati dalla tecnica: sono unici e si disvelano così in tutta la loro autenticità. Addentrarsi nelle opere di Manuela significa mettere in discussione le modalità e il senso comune dell'esperienza dell'arte che, legata alla cultura, diviene incontro tra spirito individuale e universale. Ciò significa, d'altra parte, sperimentare l'estraniamento, non in sé, ma come parte necessaria di un percorso di ritorno al sé. «L'essenza di ogni arte consiste propriamente nel fatto che "essa porta l'uomo di fronte a sé stesso"» (H.-G. Gadamer). 
L'opera d'arte è una necessità, deve permeare la vita di tutti i giorni poiché essa permette all'uomo di trascendere la sua condizione naturale, sviluppando ciò che – per dirla con Hegel – porta "all'innalzamento dello spirito". L'arte, quindi, come componente umanistica, può finalmente divenire un fatto autonomo. «L'universale bisogno dell'opera d'arte va dunque cercato nel pensiero dell'uomo, giacché essa è un modo di porre davanti agli occhi dell'uomo ciò che egli stesso è» : terra, vento e sale."
Luca Sampò

P.S.- ELENCO DEI QUADRI

·         LA GERUSALEMME: la città nel volto di una donna che guarda negli occhi chi le accarezza la guancia di cui si vede solo la mano, una mano maschile trafitta, sulla destra del quadro una fenice con la bandiera della Palestina che come Gerusalemme muore e rinasce dalle ceneri. Anche se la città non invecchia mai ha comunque un marchio a fuoco sulla fronte, la planimetria del Santo Sepolcro.

·         DANILO REA: Rifletto o mi rifletto… Ascolto e sento dentro di me finalmente quel dolce caos di vibrazioni, unico elemento possibile nel quale si genera la luce, unico elemento in cui posso vedermi riflessa. La sua musica è figlia della perfezione casuale: libera, stupita e che stupisce, e nello stesso tempo famigliare. La tecnica del sale creerà una donna rendendola pura come la sua musica, pura come tutte le cose che racchiudono il tutto e non solo il meglio.

·         SOGNO DI COSTANTINO: il quadro è realizzato in scala con l'originale e come gli altri con la tecnica del sale con le terre e i pigmenti dei luoghi costantiniani


 

Altre opere sono visibili sul sito www.pindaro.net

 

Per informazioni 333 8316302

fisso 0761 507605

su facebook : Manuel Da Ponte

 


lunedì 25 novembre 2013

"Codici trascendentali" di Tobia Ravà a Bologna comunicato e invito mostra



 

GALLERIA B4

 

"Codici trascendentali"

di Tobia Ravà

a cura di Maria Luisa Trevisan

 

Presso la GALLERIA B4,  Via Vinazzetti 4/b (zona universitaria) 40126 Bologna.

Inaugurazione  sabato 30 novembre alle ore 18

La mostra rimarrà aperta fino a mercoledì 29 gennaio 2014,

dal martedì al sabato dalle 17 alle 20 oppure su appuntamento

Tel:  3332223810. Mail info@galleriab4.it. Info www.galleriab4.it

 

Tobia Ravà dopo alcuni anni di assenza dalle gallerie bolognesi torna nella città dove si è laureato al DAMS e dove ha allestito diverse mostre negli anni ottanta e novanta. Saranno qui esposte opere con soggetti architettonici mediterranei, lavori su alluminio specchiante con boschi, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti vegetali ed animali anche assemblati ad oggetti, secondo logiche e percorsi storico-filosofici oppure per semplici associazioni mentali.

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell'ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all'esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – "esercizio di vita", "l'universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano".

Le opere più recenti riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah ("tradizione" e anche "ricezione", indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell'agire nel mondo contemporaneo. Partendo da studiosi di mistica ebraica quali  ed Arthur Green, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell'interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è di tutti, attraversa le epoche, le culture e le religioni.

A dare conto della maturità raggiunta dall'artista vi sono i bronzi, tecnica antichissima che suggella una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l'estensione di questo suo particolare linguaggio ad oggetti e a superfici specchianti, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.

 


Iceland My Way, comunicato stampa

*Sostenete il nostro progetto

ICELAND MY WAY
MOSTRA FOTOGRAFICA 
DI JOHANN SMARI KARLSSON
A CURA DI ALBERTO ED EMILIANO BARTOLUCCI
DAL 28 NOVEMBRE ORE 16.00
AULA CONSILIARE DEL MUNICIPIO ROMA XII
VIA FABIOLA, 14 

Iceland My Way di Johann Smari Karlsson è un greatest hits di scatti fotografici realizzati dall'autore alla propria terra, un legame indissolubile con i paesaggi islandesi, ma anche con la potenza estrema della natura che da sempre lo circonda.
Nel corso del 2009 Johann ci "regalò" Revolution, un reportage ironico ed intelligente, sicuramente d'impatto, dedicato alle manifestazioni contro la crisi economica e che portarono al crollo parlamentare in Islanda ed aprirono nuove prospettive in tutta Europa.
Johann di recente ci ha contattati per "donarci" un' altra delle sue performance, un tributo dedicato a Maurizio Bartolucci, e lo ha fatto proponendoci la sua nuova personale che allestiremo insieme a Roma dal 28 novembre al 13 dicembre.
"Iceland my way" dunque, è il nome di questa splendida raccolta di luoghi cari all'autore, e vuole essere un racconto delle proprie emozioni attraverso le suggestioni delle origini d'appartenenza. Un modo per dedicare la profonda interiorità di se stesso ad un amico, omaggiandone il ricordo, con la capacità che ha questo artista di cogliere gli aspetti più nascosti della natura umana. Sarà un piacere ospitare nella nostra città uno straordinario fotografo come Karlsson ed averlo al nostro fianco nei giorni dell'esposizione!
Inaugurazione Giovedì 28 Novembre a partire dalle ore 16.00 Aula Consiliare del Municipio Roma XII Via Fabiola, 14


sabato 23 novembre 2013

Mostra IL CIBO IMMAGINARIO (Palazzo delle Esposizioni) - SAVE THE DATE



 


 


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