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martedì 29 novembre 2011

Dicembre 2011, triplo appuntamento per Stefano Curto


Tripla esposizione per Stefano Curto, a conclusione di un anno davvero denso di appuntamenti che lo ha visto, tra i molti impegni, protagonista del Padiglione Veneto della 54ma Esposizione Internazionale d’Arte ospitato nella Villa Contarini a Piazzola sul Brenta.

Le prossime tappe dell’artista trevigiano, classe 1966 conosciuto come l’artista della luce, sono Padova e Londra, dove presenterà in contemporanea i suoi ultimi "quadri luminosi" -realizzati con migliaia di cristalli- in cui si rappresenta un universo immaginifico dove le forme, i materiali e i colori hanno sempre un forte valore simbolico.

A Padova, lo Spazio Anna Breda ha inserito le opere di Stefano Curto, insieme a quelle di importanti figure del Design come Cleto Munari, Patricia Urquiola e Nicola Filia, nella nuova collezione che sarà presentata giovedì 1 dicembre alle ore 16,00 e sarà visibile sino al prossimo 15 gennaio. In questa mostra l’artista si propone con due opere, selezionate dalla recente serie Emphasis, che descrivono “un vorticoso ritmo di spirali in cui l’artista riconduce – come afferma il critico Stefano Cecchetto – la vertigine di un’indagine circoscritta, che prelude al tema della ricerca interiore quale unica strada percorribile per la riscoperta di sé stessi.” Ma è Curto stesso a spiegare che “questo è un lavoro creato riflettendo sulle ‘direzioni’ di scelta che ci fornisce il nostro subconscio” che egli indica simbolicamente nei suoi lavori con la spirale che brilla più delle altre, quella descritta “con enfasi”, da cui il nome del ciclo di lavori.

A Londra invece, dopo il grande successo di pubblico, prosegue sino all’11 dicembre a Boswall House la visione su appuntamento delle sole sue opere, le stesse che erano state selezionate da Victoria Golembiovskaya per la mostra The Return, chiusa il 23 ottobre. Inaugurata durante Frieze Art Fair la rassegna esplorava l’idea del sacro espressa nelle diverse forme artistiche contemporanee, dalla pittura al design. Le quattro opere di Curto, che si rifanno alla tradizione alchemica per indagare la dimensione spirituale, si inserivano perfettamente nell’humus della mostra accanto a maestri del calibro di Francio Bacon, Zaha Hadid, Damien Hirst, Yves Klein, Anish Capoor, per citarne alcuni.

Sempre a Londra, il 1 dicembre, la prestigiosa Saatchi Gallery proporrà alcuni suoi lavori per fare da cornice all’evento di presentazione del numero autunnale di Bond Magazine che coincide con la Russian Art Week in corso nella capitale inglese. In questa occasione Stefano Curto esporrà opere di grande spiritualità dove ricerca la continuità tra la dimensione umana e quella cosmica, tema frequente in Curto.

In tutti i suoi lavori la tavolozza è rara e preziosa e costituisce un tratto distintivo dell’artista. Curto "dipinge" utilizzando cristalli, pietre e minerali dalle tinte naturali, declinati in una vastissima varietà di forme, dove ogni singola gemma viene scelta come fosse una pennellata sulla tela. Sono materiali di grande fascino che, uniti alla perfezione esecutiva e un grande senso estetico, determinano l’esplosione creativa e consentono di entrare in un mondo parallelo di infinita immaginazione e di grande valenza simbolica. “I segni e i segnali del suo linguaggio inconfondibile -continua Stefano Cecchetto - restano, nell’opera di Stefano Curto, la dichiarazione di un’identità svelata, ogni sua opera è l’incessante biografia di un autoritratto; perché svolgere un tema per l’artista significa coinvolgere/portare dentro al proprio mondo anche gli altri e renderli partecipi di un emozione che travalica il personale per diventare universale”.


Spazio Anna Breda

Padova, Via S. Francesco, 35

dal 1 dicembre 2011 al 15 gennaio 2012


Boswall House

London, 2 Cornwall Terrace, The Regent's Park

sino all’11 dicembre 2011


Saatchi Gallery

London, Duke of York's HQ, King's Road

1 dicembre 2011

ARTURO BONFANTI Colore che palpita nel silenzio dello spazio


Lorenzelli Arte propone un’esaustiva retrospettiva di Arturo Bonfanti, uno dei protagonisti del secondo dopoguerra, fra i più interessanti astrattisti per l’autonomia della ricerca e lo sviluppo del lavoro. L’artista- che dagli anni Cinquanta sino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1978, ha avuto un rapporto esclusivo con i Lorenzelli che nel corso degli anni gli hanno dedicato più di quindici mostre personali- evidenzia un ideale e rigoroso percorso di ricerca estetica che coniuga la grande tradizione italiana ad un astrattismo internazionale dando luogo ad un linguaggio molto personale, radicato nelle nostre tradizioni e aperto alle influenze del mondo, che si evolve in una ricerca ancora attuale e significativa.

La mostra, allestita nelle tre sale, costituisce una vera e propria antologica e in ogni caso la prima, così completa, in uno spazio privato. Sono infatti presentate circa 100 opere tra oli, rilievi, pavatex, minipitture e alcune sculture, tutti lavori che documentano il suo percorso a partire dal 1946, anno in cui si può collocare il suo definitivo passaggio all’astrattismo fino al 1978. A completamento della rassegna è indagato anche il periodo iniziale con alcune nature morte degli anni ’30-40, scelte per documentare come il percorso verso l’astrazione avesse origini ben precise.

Significative per lo sviluppo del suo lavoro sono state le amicizie con Magnelli, Schneider, Charchoune e Arp a Parigi, Max Bill a Zurigo, con Baumeister e Fruhtrunk a Monaco e con Nicholson e Pasmore a Londra. Bonfanti, che non aderì mai a nessuno dei movimenti che si costituirono negli anni del dopoguerra, trovò un proprio linguaggio individuale, definito in modo chiaro ed elegante da alcuni grandi critici che ne hanno seguito il percorso, solo per citarne alcuni: Willy Rotzler, che lo definisce "un lavoratore silenzioso ed accurato che ha svolto il proprio compito con un senso di composta gioia nel sentirsi pittore, attento, preciso, diffidente verso ogni soluzione che si presentasse troppo facile (...) Non tanto badando all’oggetto in sé, quanto all’immagine interna della cosa che sta facendo.

Luigi Lambertini, a cui si deve il titolo della mostra, in poche raffinate parole racchiude l’essere di Arturo Bonfanti: "Tutto è come ripensato, sognato, filtrato attraverso una memoria che decanta lo spazio come possibilità di avvenimenti, di situazioni, coincide allora con il tempo e in questo silenzio di colori luminosi tutto trova il suo misterioso equilibrio, un suo modo di esistere e di apparire (...) Egli continua ad indagare un mistero in cui si identifica sia come uomo sia come pittore. Insomma abbiamo un colore che palpita nel silenzio dello spazio.

Marco Valsecchi, così riassume il dialogo tra geometria e colore: "E allo stesso modo l’apparire del colore somiglia alla crescita di una risonanza verso il suo diapason più armonico…la geometria allora non è più soltanto assolutezza di ordini matematicamente costruiti: diventa l’immagine più spontanea di un ordine spirituale".

Klaus Wolbert, nel suo testo per la retrospettiva del 2001 all’Institut Mathildenhöle di Darmstadt, “felice sintesi tra una rappresentazione puristicamente precisionista dell’oggetto, nel senso della Nuova Oggettività, ed un linguaggio delle cose tra magico e surreale, nello spirito della Pittura Metafisica. Con queste sorprendenti prove della sua maestria Bonfanti ha gettato le basi del proprio successivo sviluppo, poiché i passi venuti dopo, che lo condurranno all’arte concreta, si ricollegano conseguentemente a questo suo primo periodo”.

Numerose sono state le esposizioni sia personali che collettive a cui ha partecipato in musei internazionali tra le quali segnaliamo le ultime: Kunsthaus Zurich, Peggy Guggenheim (2009), Moderna Museet Stockholm (2008), Palazzo Reale Milano (2007), Kunsthaus Zug, Institut Mathildenhöle Darmstadt, Kunstverein Ludwigshafen, Musée Jenish Vevey, Musée Municipal de Cholet.

Le sue opere si trovano nei più importanti musei e collezioni.

Arturo Bonfanti nasce a Bergamo nel 1905. Nel 1926 si trasferisce a Milano dove si dedica all'arte grafica e applicata. La sua prima personale si tiene a Bergamo nel 1927. Nel 1930 sposa Luisa Ferravilla, figlia del celebre attore, e due anni dopo nasce Adriana. Il 1947 è l'anno in cui perviene all'astrazione geometrica. Nel 1952, interessandosi attivamente ad esperienze cinematografiche e realizzando cortometraggi che presenta all’ VIII Festival d'Amateurs di Cannes dove ottiene nel 1954 con "La chiave di Calandrino" il Prix du Film des Marionettes. È sua la scenografia della Panchina di Sergio Liberovici al Teatro Donizetti di Bergamo nel 1956.

Dal 1960 al 1975 allestisce mostre personali e collettive in varie città italiane, d'Europa e d'America; partecipa con sale personali alla IX Quadriennale di Roma (1965), alla XXXIV Biennale Internazionale di Venezia (1968) e alla X Biennale di San Paolo del Brasile (1969).

Ritrova e frequenta in Canton Ticino gli amici Arp e Nicholson e sempre in Ticino, presso l'Atelier Lafranca di Locarno, realizza buona parte della sua produzione grafica.

Nel 1975 si sottopone ad un grave intervento chirurgico che lo obbliga a ridurre notevolmente la sua attività creativa.

Muore a Bergamo nel 1978 per un improvviso malore.


In imminente uscita il Catalogo generale dell’opera di Arturo Bonfanti curato da Luca Massimo Barbero (Ed. Electa).

Il catalogo verrà presentato alla stampa nel mese di dicembre.



Lorenzelli Arte - Milano, corso Buenos Aires, 2

dal I dicembre 2011 al 25 febbraio 2012

inaugurazione giovedì I dicembre 2011, ore 18.30

martedì - sabato, ore 10.00/13.00 - 15.00/19.00 lunedì su appuntamento. Festivi chiuso

ingresso libero


Per info:

Judith van Vliet: judith@lorenzelliarte.com

+39.02.201914 www.lorenzelliarte.com


Metropolitana 1 (rossa), fermata Porta Venezia

Tram: 9, 29, 30, fermata p.zza Oberdan

Passante ferroviario: Porta Venezia



giovedì 24 novembre 2011

"LA DONNA INDIPENDENTE" DI GIOVANNI OSCAR URSO


Sabato 3 dicembre alle ore 19,30 s’inaugura presso i locali dell’ INDIE STORE "barsport donna" in via riva Reno 100/d a Bologna la mostra fotografica di Giovanni Oscar Urso “La donna indipendente”. Durante il vernissage, alle ore 20.30, si terrà la performance di Sciandra "MAcheRITO INUTILE – atto composito – 1ª parte".
Lo spazio e le opere esposte, 18 per la precisione, hanno un dichiarato intento comune rivolto al mondo femminile. Il progetto di portare una mostra d’arte contemporanea in un negozio ha come intento quello di avvicinare l’arte alla realtà.
Giovanni Oscar Urso è artista sensibile, pronto a cogliere, e talvolta esasperare le contraddizioni del quotidiano. Se si guardano le foto di Giovanni Oscar Urso, si scopre quanta artificiosità e quanta poca realtà sia rappresentata sotto forma di simboli espliciti. L’utilizzo delle bambole e le innaturali posizioni di autoerotismo servono a rappresentare un mondo artificiale in cui, nonostante il nome che vuol dare identità, nessun essere vivente, tantomeno una donna, può riconoscersi. I colori forzati da una saturazione sparata intervengono a suggerire atmosfere d’astrazione. Gli stereotipi, i volti volutamente sfumati o distorti rendono impossibile l’immedesimazione con il reale. L’artista denuncia con forza l’ipocrisia di una certa politica demagogica che fa apparire come possibile e reale un mondo democratico pronto ad accettare la collaborazione dell’altro sesso, ma altrettanto incline a sminuirlo, umiliarlo o sfruttarlo. Le opere di Urso gridano il rischio dell’illusione. Invitano a riflettere sulla qualità delle emozioni, sull’origine del piacere e della soddisfazione, sulla possibilità che scaturiscano dal solipsismo piuttosto che da una vita di relazione. La donna indipendente non esiste come non esiste al di fuori di un rapporto entro cui sappia sviluppare la sua autonomia. La donna indipendente è la speranza di una umanità migliore, che vive inconsciamente in ciascuno di noi.

Informazioni utili:
• Mostra: La donna indipendente di Giovanni Oscar Urso
• Curatore: Marco Testa
• Data: Vernissage 3 dicembre ore 19.30, in mostra fino al 31 gennaio 2012
• Indirizzo: Bologna - INDIE STORE "barsport donna" Via Riva di Reno 100/d
• Ingresso libero
• Orari di apertura: Orario: 9.30 / 13.00 – 15.30 - 19.30. Chiuso il giovedì pomeriggio e festivi.
• Vernissage: Sabato 3 dicembre ore 19.30 con alle ore 20.30 performance di Sciandra “MAcheRITO INUTILE atto composito - 1ª parte”
• Sito: www.giovannioscarurso.com
• Agenzia di comunicazione:
Culturalia - Bologna, Vicolo Bolognetti 11
Tel. 051 6569105 fax 051 29 14955,
info@culturaliart.com www.culturaliart.com

mercoledì 23 novembre 2011

MONICA HALLER - The Veterans Book Project


MONICA HALLER - The Veterans Book Project

a cura di Stefano Chiodi

Nomas Foundation, Viale Somalia, 33 - Roma

Opening 6 dicembre 2011 - Mostra dal 7 dicembre 2011 al 23 febbraio 2012

The Veterans Book Project è una biblioteca di libri che Monica Haller sta costruendo insieme ai veterani delle guerre americane di questi anni. Molti libri sono di soldati, uno è di una madre, un altro del fratello di un militare morto in battaglia, un altro ancora di una donna irachena che ha perso le gambe quando un missile statunitense è atterrato sul suo letto. Sono loro gli autori, loro gli esperti. Muovendo dal dimenticato, dal banale o più esattamente da ciò che non è mai stato registrato nella memoria, Haller chiede ai veterani di superare la retorica e puntare al centro del problema. Una foto scattata con il cellulare, una mail, un’annotazione di un diario, un’amnesia: le risorse sono senza limiti. La biblioteca cresce e prende forma con l’eredità delle guerre.

Haller non è l’autrice dei libri. È colei che compone gli elementi del progetto e la griglia che gli autori possono riempire. L’artista cura lo spazio per i loro esperimenti e fornisce il software editoriale, una piattaforma stabile per questo spesso fragile materiale. L’artista è un’ascoltatrice, una redattrice, una grafica, una testimone. Usa il formato del libro per la sua materialità, per la sua qualità di veicolo di storia e di memoria, per la sua stabilità e mobilità. Otto workshop in un anno hanno prodotto trenta libri e migliaia di copie in circolazione. In un tempo di guerre “infinite”, Haller costruisce una comunità di autori e lettori per creare attraverso i libri discussioni e un continuo scambio di conoscenze sulla guerra.

La biblioteca sarà installata a Nomas Foundation in una reading room che permetterà ai visitatori di immergersi in un universo convulso e frammentario di memorie intrattabili e di immagini sopravvissute. I libri diventano così dispositivi per scoprire i limiti di ciò che può essere veramente immaginato, e dunque visto e sperimentato in termini culturali, del Reale traumatica e non narrabile della guerra. Guerra che Haller vede come il punto nel quale tutte le strategie discorsive o visive vacillano e crollano, dove la rappresentazione è costantemente sfidata dall’incerta, perversa natura dei fatti, la controparte del mondo immaginario pilotato dai media dove tutti noi abitiamo.

Sfidando la nostra capacità di richiamare il passato, costringendoci a concentrarci sull’abisso traumatico che costantemente minaccia il nostro linguaggio e la nostra vita, Monica Haller si pone l’obiettivo di riattivare il potenziale critico dell’arte come un atto di resistenza, un processo dal quale ogni individuo, esperto o meno, artista o meno, connette se stesso ad un contesto e a una comunità, e ritrova la sua capacità di creare storie e rappresentazioni alternative e forse un linguaggio nuovo – un linguaggio che fa posto al trauma, e in ultimo si afferma come un potente fattore di trasformazione per l’esistenza umana.

A questo fine, ogni libro è strutturato per essere un inizio. Studenti e insegnanti saranno invitati a visitare la Nomas Foundation per attivare la mostra, portandola in una nuova direzione attraverso le loro esplorazioni e le loro voci. Le classi possono ricercare, fare presentazioni, progetti video e produrre nuovi libri. Come prolungamenti che si irradiano dalla biblioteca, le loro voci diventano parte di questo mormorio. Il suono cresce.

Il 13 dicembre, alle ore 18, in collaborazione col MACRO, si svolgerà alla presenza dell’artista una tavola rotonda intorno a The Veterans Book Project con la partecipazione di Andrea Cortellessa, saggista e critico letterario, Arturo Mazzarella, storico e teorico della letteratura, Tommaso Pincio, narratore e saggista. La discussione, moderata da Stefano Chiodi, sarà incentrata sui molteplici spunti offerti dal lavoro di Monica Haller, e in particolare sulla relazione con la letteratura di guerra e l'immaginario mediatico, sui problemi teorici connessi alla possibilità di trasformare in esperienza culturale ciò che per definizione, come il trauma, non può essere narrato o rappresentato.

Biografie

Monica Haller è un’artista visiva nata nel 1980 a Minneapolis. Spaziando tra design, video, fotografia e scrittura, la sua pratica si focalizza sui problemi di giustizia sociale, tentando di diffondere informazione amplificando i materiali e le tecnologie che i suoi collaboratori conducono e sperimentano nelle loro stesse vite. Trauma, memoria e comunicazione sono alcuni dei temi del suo lavoro. Monica ha una laurea in Processi di Pace e Studi sui Conflitti conseguita presso il College of St. Benedict e un Master in Arti Visive conseguito presso il Minneapolis College of Art and Design. I suoi lavori sono stati esposti in differenti occasioni dal Festival Les Rencontres d’Arles, in Francia, al Walker Art Center, a Minneapolis, al Rhode Island School of Design (RISD), a Providence, fino alla Biennale 01SJ, Build Your Own World, San Jose. Ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro, incluso una Guggenheim Fellowship e un supporto dal National Endowments for the Arts.

Stefano Chiodi (Roma, 1963) è storico e critico d’arte. Tra i suoi libri La bellezza difficile (2008), Una sensibile differenza (2006), Prototipi (con B. Pietromarchi, 2004); è uno degli autori di Espresso (2000). Ha curato diversi volumi, tra cui i recenti Ai Weiwei, Il Blog (2011); Spazio (con D. Dardi, 2010); Marcel Duchamp. Critica, biografia, mito (2009); Le funzioni del museo (2009); annisettanta (con M. Belpoliti e G. Canova, 2007). Ha curato mostre in spazi pubblici (tra le più recenti ZimmerFrei, MAMbo, Bologna 2011; Giulia Piscitelli, Fondazione Giuliani, Roma 2011; Olaf Nicolai, Galleria Civica di Ferrara 2008; vedovamazzei, MADRE, Napoli 2006), traduzioni, convegni e programmi culturali per Radio3 RAI. Scrive su «il manifesto», «alfabeta2» e altre testate. È condirettore editoriale di www.doppiozero.com. Insegna Storia dell’arte contemporanea al DAMS dell’Università Roma Tre.

NOMAS FOUNDATIONInaugurazione 6 dicembre 2011, ore 18.30

dal 7 dicembre 2011 al 23 febbraio 2012

martedì – venerdì 14,30 -19.00

Nomas Foundation Viale Somalia 33, 00199 Roma

Tavola rotonda: 13 Dicembre h 18,00 – MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma, via Nizza, 138

info@nomasfoundation.com T. +39 0686398381 | +39 338236295

Press info Manuela Contino press@nomasfoundation.com

martedì 22 novembre 2011

Recall Giornata informativa del Progetto "Verifica della sicurezza sismica dei Musei Statali" - Roma, 24.XI.2011

Presentazione del progetto di verifica della sicurezza sismica dei musei statali
Stanziati da ARCUS 4 milioni di euro

Giovedì 24 novembre 2011 ore 10.00

Ministero per i Beni e le Attività Culturali

Complesso Monumentale di San Michele a Ripa

Sala Molajoli (1°piano)

Roma, via di san Michele 22

DG PaBAAC- MiBAC

Rapporti con la stampa

Maria Fernanda Bruno

06. 5843.4415 - 339.4532551

mariafernanda.bruno@beniculturali.it

Ufficio di Comunicazione

Giovanni Caprara

06.5843.4437

Giovanni.caprara@beniculturali.it

Limoni m. Igor Borozan

L’intensa attività del maestro Igor Borozan prosegue presentando in tempi record, dopo l’impegno di “Abbozzo Pittorico X Caravaggio” della Fortezza Spagnola a Porto S.Stefano, un inedito volume intitolato Limoni m.Igor Borozan nuovo contenitore della sua produzione pittorica , ceramica e performativa. Una produzione quella di Borozan incentrata sull’Abbozzo di cui grande maestro fu Caravaggio, e che pone al centro dell’attenzione il disegno pittorico fin da sempre utilizzato per dare la prima impronta ad un dipinto, segno indelebile impresso sulla tela come concepimento di un pensiero, di un attimo vissuto, sicuramente il più intenso ed autentico dell’intero processo creativo. Ed è proprio per Caravaggio ed in occasione del quattrocentesimo anniversario dalla sua morte che Borozan ha realizzato un’intensa produzione “Sole e Ombra di Caravaggio” unendo idealmente la città di Terni a quella di Porto Ercole luogo della dipartita dell’artista. Un tragico evento questo, descritto all’interno del catalogo dalla critica Dott.ssa Carla Longobardi che ci ha omaggiato così di un prezioso e suggestivo documento storico. L’art performance di Borozan, tratta dall’avvenimento, è di forte impatto visivo, un’installazione urbana composta di due gigantesche camicie raffiguranti una il maestro Caravaggio e l’altra la sua vittima il ternano Ranuccio Tomassoni. Il viaggio prosegue e la “camicia”, liet motiv del maestro Borozan, prende il nome di “Corpus et Aqua”, come un corpo, un involucro, come un contenitore “a perdere”, l’acqua è l’essenza, come la vita che incessantemente score, fluida e soave, talvolta violenta e impietosa. Si tratta di un’inedita installazione temporanea realizzata presso la fontana storica del 1889 nello splendido scenario naturalistico del Parco Termale di San Gemini in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2011promosse dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tra le opere presenti nel nuovo catalogo l’anteprima dei cicli di: omaggio a Diego el Cigala; Anima Ceramicus, Corpus et Aqua; Tre limoni, Omaggio all’architetto palazzine Biscarini.

Questo il link per la visualizzazione on line

http://issuu.com/igorborozan/docs/limon_def

domenica 20 novembre 2011

incontro con STEFANO CASELLI - disegnatore di Spider-Man sabato 26 novembre ore 17,00 @ Comics Boulevard - Roma


&

presentano

INCONTRO CON L’AUTORE:
STEFANO CASELLI

SABATO 26 NOVEMBRE - ORE 17.00

Presso
“COMICS BOULEVARD”
via dei Latini 31 (Roma, San Lorenzo) - tel. 06.45.50.42.50www.comicsboulevard.com

COMICS BOULEVARD, la libreria della Scuola Romana dei Fumetti a San Lorenzo ospiterà il disegnatore STEFANO CASELLI (Spider-Man, Secret Warriors, Hack/Slash) per un incontro con il pubblico a partire dalle 17,00 di sabato 26 novembre.

STEFANO CASELLI
- Disegnatore. Nasce e lavora a Roma. Dopo aver frequentato la Scuola Romana dei Fumetti, disegna storie brevi per PlayBoy Italia e lavora come “storyboard-artist” per cinema e pubblicità. Viene poi chiamato dalla Marvel per realizzare due storie di Mutant X e Thunderbolts come “fill-in artist”. Da qui continua a collaborare per alcune case editrici americane (Image/Harris Comics). Creatore grafico della miniserie horror Hack/Slash, pubblicata dalla Devil’s Due Publishing, per la quale ha disegnato Defex, G.I. Joe – America’s Elite e Micronauts. Dal 2006 a oggi è in forza alla Marvel e ha realizzato Civil War: Young Avengers/Runaways, Avengers The Initiative, Secret Warriors e infine Amazing Spider-Man. Insieme ai talentuosi disegnatori Riccardo Burchielli (DMZ, Northlanders), Giuseppe Camuncoli (Hellblazer, Amazing Spider-Man), Francesco Mattina (War Machine, Punisher) e al giornalista e sceneggiatore Diego Malara (XL de La Repubblica) ha fondato Italian Job Studio. Insegna presso la Scuola Romana dei Fumetti.
www.stekart.blogspot.com

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