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mercoledì 26 ottobre 2011

Rui Chafes, Entrate per la porta stretta - 26 novembre, Matera


Rui Chafes

Entrate per la porta stretta

A cura di Giacomo Zaza

Sabato 26 Novembre 2011 ore 18:30

Convicinio di Sant’Antonio, Parco della Murgia, Musma – Matera

La mostra personale “Entrate per la porta stretta” di Rui Chafes, consiste in un itineraneo di sculture pensato in conformità con i Sassi di Matera, in particolare per gli spazi del complesso chiesastico “Convicinio di Sant’Antonio” e del Parco della Murgia Materana ed un nucleo di disegni per il MUSMA, Museo della Scultura Contemporanea. Il progetto espositivo a cura di Giacomo Zaza, è promosso dalla Provincia di Matera insieme all’Ambasciata del Portogallo, all’Instituto Camões, e ai Consolati del Portogallo di Napoli e Bari, patrocinato dal Consiglio Regionale della Basilicata.

Le opere di Rui Chafes sottostanno continuamente ad un progetto di dialogo con lo spazio e il contesto architettonico. Esse agiscono in luoghi differenti, dall’antro della galleria e del museo agli scenari naturali del parco o della spiaggia oceanica. Questa volta Chafes concepisce un itinerario progettato al di fuori dei canoni della scultura, secondo una sorta di “anti-scultura”, oscura e indecifrabile, che “prende parte” al luogo espositivo. Le opere per Matera diventano delle anime vaganti, presenze inquietanti all’interno di un sito arcaico, mitico e umano al tempo stesso. Dentro l’architettura liturgica (nicchie e nervature, calotte absidali e volte a crociera, o a tenda) queste “anti-sculture” agiscono in osmosi con l’interno e l’esterno dello spazio, nonché in simbiosi con l’umano e il sacro.

Spesso le sculture eteree e dinamiche di Chafes rammentano dei corpi astratti e organici, avvicinabili alla metamorfosi degli esseri. A volte la loro presenza fisica trasmette la sensazione di un pulsare vivo che stabilisce un legame intimo e magico con lo spazio circostante. Il materiale utilizzato dall’artista è sempre l’acciaio, che, dipinto di nero, conferisce alle opere un aspetto “visionario”, generato da relazioni con un discorso interiore, in controtendenza rispetto alla dimensione fluida del mondo globale in cui prevale la rapidità e la scomparsa dello spazio-tempo.

A Chafes viene in mente il connubio tra divino e terreno setacciato da Pier Paolo Pasolini nel film “Il Vangelo secondo Matteo”. Pensando a Pasolini Chafes intitola la mostra Entrate per la porta stretta (in riferimento alle parole del Cristo: “Quanto é stretta la porta e angusta la strada che conduce alla vita e pochi quelli che la trovano”). Questo progetto chiama in causa da una parte i “principi etici” che Pasolini ha rivendicato nel suo film (il Cristo che, nella sua lotta contro l'ipocrisia religiosa e la brama di potere, si spinge a porsi come “figlio di Dio”, affermazione punita con la morte), dall’altra l’architettura religiosa e civile di Matera, con i suoi antri ancestrali, con i “suoi labirinti umani fatti di sassi e isolamento”. Simile ad un volatile che attraversa il cielo senza lasciare traccia, a Matera l’opera di Chafes diventa divina apparizione così come divino e mitico appare il Cristo di Pasolini.

Nel “Convicinio di Sant’Antonio”, complesso composto da quattro chiese rupestri [Sant’Antonio, San Donato, Sant’Eligio, San Primo o Tempe Cadute], Chafes elabora una ricca scena di opere: Inerme, quattro sculture simili a letti di ferro, letti di ospedale, oppure esseri animali, ciascuna nascosta in ogni ambiente sotterraneo - forse cripte o cappelle scavate nella roccia - delle quattro chiese; Mondo misterioso, due coppie di sculture che sembrano strumenti per camminare più in alto, “stampelle” o trampoli; Il tempo è il mio unico amico, quattro “scatole” nere in ferro, o meglio quattro parallelepipedi rettangoli inseriti perfettamente in vasche scavate nel suolo (probabili sepolture). Qui le scatole misteriose che si sollevano di poco dal pavimento non solo esprimono “pulsioni” di morte, ma anche la forma geometrica regolare in dialogo con lo spazio informe delle Chiese, in generale dei Sassi, e il tempo sospeso e fermo, una base meditativa, metafora dell’arte. Ed ancora, tra le navate arcuate e le cavità lenticolari (presbiteri laterali e vestiboli), appaiono Luna morta di freddo, un corpo sferico che si protrae al di là di una vasca in pietra; Il silenzio di Giorgio De Chirico e Il labirinto di Giorgio De Chirico, due sculture sospese dal soffitto, eco del mondo arcaico di De Chirico, Della povertà e della morte, piccole sculture come cucchiai o utensili per mangiare, senza una vera finalità d’uso, dalle sembianze zoomorfe, che intaccano lo spazio, agganciate ad alcune aperture che attraversano le pareti. Il titolo Della povertà e della morte deriva da Rainer Maria Rilke. Queste piccole sculture sembrano forme oniriche ossessive e terrifiche, quanto la malattia e la morte. Invece le tre lamiere di ferro incastonate nelle finestre, intitolate Lama, possiedono dei piccoli fori che “filtrano” la luce e rendono l’ambiente più scuro. Attraverso i piccoli fori delle lamiere si può scrutare la valle calcarea del Parco della Murgia Materana di fronte al Convicinio di Sant’Antonio.

La scena continua con Quel che è virtù per la società è dissolutezza per il santo, una scultura con due elementi concavi verticali simili a cucchiai che, dietro una parvenza di simmetria e regolarità, nasconde squilibrio e scompenso (uno stato di insicurezza), poi segue La vostra allegria è la vostra tristezza senza maschera, opera caratterizzata da una forma organica, ricordo del mondo animale, visione illogica e irrazionale, ed infine, posizionati di fronte al complesso chiesastico, L’oggi così lento e lo ieri così breve, due grandi coni neri, di circa 2,50 metri, posti sulla terra acre e rocciosa della valle. Due coni isolati e “metafisici” da osservare in lontananza: due corpi astratti che diventano forme alchemiche e “neo terrestri” da indagare.

Del progetto di Matera lo interessa quella temperatura metafisica della scultura in relazione al luogo, la connessione della ambigua profondità dello spazio alla sostanza misteriosa dei suoi interventi plastici, per i quali il visitatore giunge a spiare, nel caso di Lama, la steppa della valle esterna quasi fosse un interno segreto da conoscere. L’arte di Chafes innesca un processo di riverberi tra i diversi livelli di lettura e appropriazione da parte del fruitore, costringendolo ad un “viaggio” dall’esistenza ordinaria al mondo fantasticante. Su questa via il luogo espositivo perde i connotati di contenitore ospitante convenzionalmente neutralizzato per divenire esso stesso ambito attivo dell’opera: il luogo, gli artifizi plastici, tutto si fa opera in una trama correlata di rimandi, livelli di memoria subconscia (sogno, morte, dolore) e introiezione.

Cenni Biografici

Rui Chafes è nato a Lisbona nel 1966. Dal 1984 al 1989 frequenta il corso di Scultura della Facoltà di Belle Arti di Lisbona, tra il 1990 e il 1992 studia con Gerhard Merz alla Kunstakademie di Düsseldorf. Chafes entra in contatto con un ground culturale: il Romanticismo tedesco, il medioevo gotico e tardo (il ruolo della luce, del peso/forza, l'equilibrio delle forme, il rapporto con la natura, con lo spazio circostante e con l'Uomo), i romantici tedeschi, quali Novalis, Goethe, Kleist, fino allo scultore gotico Tilman Riemenschneider e Andrej Rubliov. Durante il suo soggiorno in Germania, traduce i Frammenti di Novalis (Novalis’ Fragmentos). Inoltre è affascinato da Andrej Tarkowsky, Friedrich Hölderlin, Rainer Marie Rilke, Nietzsche, Beckett, ecc. Nel 1995 Chafes rappresenta il Portogallo alla Biennale di Venezia (con José Pedro Croft, Pedro Cabrita Reis) e nel 2004 partecipa alla Bienal de Sao Paulo. Tra le mostre personali ricordiamo: Würzburg Bolton Landing, Centro de Arte Moderna da Fundação Calouste Gulbenkian, Lisboa, 1995; Durante o fim, Sintra Museu de Arte Moderna Colecção Berardo, Palácio Nacional da Pena, Parque Histórico da Pena, Sintra, 2000; Kranker Engel, S.M.A.K., Stedelijk Museum voor Actuele Kunst, Gent, 2001; nel 2002, El alma, prisión del cuerpo, Galeria Juana de Aizpuru, Madrid; Leçons de ténèbres, Galerie Cent8- Serge Le Borgne, Paris; Ash flowers, Esbjerg Kunstmuseum, Esbjerg, 2003, nel 2004, Ash flowers, Kunsthallen Nikolaj, Copenhagen, Danmark, nel 2005, Comer o coração (com Vera Mantero), Centro Cultural de Belém, Lisboa; Augenlicht, Museum Folkwang, Essen; Fora! (com Pedro Costa), Museu de Arte Contemporânea de Serralves, Porto; nel 2007, Onde estou?, Fondazione Volume!, Roma, Italia; Nocturno, Fundação Eva Klabin (Projeto Respiração), Rio de Janeiro, Brasil; Eu sou os outros, Galeria Graça Brandão, Lisboa, A mesma origem nocturna, Jardim Botânico, Coimbra, 2008

Luogo espositivo: Sassi di Matera Convicinio di Sant’Antonio, Parco della Murgia, MUSMA - Matera

Ingresso: gratuito

Inaugurazione: sabato 26 novembre 2011- ore 18.30

Periodo espositivo: 26 novembre 2011– 31 gennaio 2012

Cura:Giacomo Zaza

Organizzazione: Respira Puglia s.r.l.

Via Melo da Bari, 70 – 70121 Bari

skype: respira puglia

Ufficio stampa e Comunicazione: Michela Casavola

Oderberger strasse 43 – 10435 Berlin

skype: michelacasavola

Igor Borozan presenta " Las Ventas"


Corrida si corrida no, “Abbozzo pittorico” del maestro Borozan testimonianza artistica delle contemporanee contraddizioni europee.

Con la serie “Las Ventas” ispirata alle corride e catalogata nel libro d’arte Abbozzo pittorico, il maestro Igor Borozan intende rendere omaggio alla cultura europea raffigurata attraverso il toro, da sempre simbolo del “nuovo continente”. “Las Ventas” è sicuramente uno dei capitoli più intriganti che, ispirato alla terra di Spagna, ben si adatta ad un contesto più ampio quale quello europeo.

Sin dall’antichità. si è sentito il bisogno di stabilire dove finiva l’Europa e dove cominciava l’Asia. La terra europea era, come oggi, abitata da gruppi umani che svilupparono una propria civiltà ed è stato inevitabile che venissero a contatto scatenando così conflitti. Agli scontri si è affiancata la consapevolezza dei numerosi elementi comuni, che uniscono le varie popolazioni europee: primi fra tutti l’apporto della civiltà greca, diffusasi in modo uniforme nel bacino mediterraneo, la colonizzazione romana e in seguito nel periodo medievale l’unificazione religiosa e il riconoscersi come una “Respublica Christiana”, che tuttavia verrà meno col passare del tempo e l’avvento degli stati nazionali. Nel corso dei secoli l’Europa ha mantenuto la propria omogeneità culturale, pur con le dovute diversità, e grazie alla consapevolezza di “esistere”, di appartenere ad una medesima civiltà si è giunti a costituire un’unione sovranazionale e ad inserire nella coscienza degli europei l’idea di “Europa”.In questa ottica si inserisce l’opera di Borozan, “Las Ventas”, una serie di dieci opere dove protagonisti sono un toro scuro e una camicia bianca, che traducono in chiave moderna un simbolismo surrealista di rara intensità, riflesso delle moderne contraddizioni che caratterizzano la nostra epoca e delle molteplici conflittualità tra tradizione ed etica che si vanno evidenziando.

Da sempre innumerevoli artisti hanno rappresentato il mito d’Europa raffigurando la principessa fenicia rapita da Zeus trasformatosi appunto in toro, simbolo di vita, nutrimento e fertilità. Eccezionale l’opera di Miguel Barcelò per l’ultima corrida tenutasi a Barcellona lo scorso 25 settembre dove primeggia la figura del toro sull’arena.

Il toro quindi come simbolo di una Europa fatta di storie e tradizioni diverse ma comunque unite da un sottile filo conduttore che la rende poliedrica ed unica al contempo.

martedì 25 ottobre 2011

Fotografie Lenticolare di Karen Graffeo alla SACI Gallery, Firenze

La Galleria SACI in Palazzo dei Cartelloni, via Sant’Antonino 11, Florence, presenta:

“Re:re:fwd:Forward”
Fotografie Lenticolare di Karen Graffeo e Composizioni Musicali di Rusty Banks
25 ottobre – 18 novembre


Inaugurazione: martedì 25 ottobre ore 19:30

La SACI Gallery è orgogliosa di presentare un’installazione ad opera di Karen Graffeo, professoressa associata di fotografia presso l’Università di Montevallo, e del compositore Rusty Banks, insegnante di musica presso la Millersville University.

La mostra presenta una serie di fotografie lenticolari realizzate recentemente da Karen Graffeo. Il processo fotografico lenticolare consiste in una stratificazione tridimensionale che permette di osservare la fotografia come movimento o come una breve animazione. Le fotografie in mostra fondono immagini di paesaggi, cielo, acqua e forme umane.

Karen Graffeo ha fotografato immagini luminose e notturne, catturando scorci di terra e ambienti acquatici durante i suoi viaggi in Italia, Romania, New Mexico, e Turchia. L’installazione testual-fotografica presenta l’impatto del viaggio: il viaggio della luce e del buio attraverso la terra, e l’impatto del viaggio sullo spirito e sulla mortalità umana.

L’installazione fotografica/testuale fonde terra, cielo, notte, giorno e immagini figurative per generare un inventario visivo al contempo spaventoso, meraviglioso e misterioso: i doni dell’età. L’installazione include video, testi e fotografie lenticolari con l’intento di celebrare gli aspetti sacri del viaggiare, focalizzando l’attenzione in particolare sul viaggio che è l’invecchiamento.

Karen Graffeo è un’artista multimediale che lavora con la fotografia sia in modo creativo che per scopi documentaristici – come nel progetto di documentazione fotografica di campi ROM europei, sul quale ha lavorato per oltre otto anni. Lavora inoltre su opere performative e installazioni. Le sue opera sono state esposte in numerose mostre personali, tra cui una residenza per l’insegnamento e la creazione di installazioni presso la Ulster Art Academy a Belfast, Irlanda del Nord ed una mostra presso la SACI nel Marzo 2007. Ha portato la mostra documentaristica continuativa “Let Us Now Praise the Rom” a Parigi, in Italia, Romania, e ad Ithaca, New York. . Ha anche tenuto lezioni riguardo a gruppi ROM costretti alla rilocazione a causa di terribili condizioni umanitarie o per cause politiche. Nel Novembre 2005 i suoi lavori sono stati presentati presso la Miami Basel Art Fair dal curatore Newyorkese Franklin Sirmans all’interno della sua rassegna sull’auto-ritratto fotografico. Sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, e sono state in mostra in Giappone, a Parigi, New York, San Francisco, in Irlanda e a Birmingham.

Le opere di Karen Graffeo sono apparse sulle seguenti riviste: Aperture Magazine, Contemporary Southern Photographers, Luglio 1989; Number Magazine, The Seven Virtues of Photography, Primavera 1990; Black and White, An Australian journal of contemporary figurative photography, Autunno 1997. Inoltre sono state incluse: nel libro curato da Nelson Blancourt, Visions of Angels, pubblicato nel 1996 dalla S Editions, parte della Smithmark Publishers; nel libro Our Grandmothers, pubblicato nel 1998 da Stewart, Tabori and Chang; e in numerose pubblicazioni scientifiche ed online.

Karen Graffeo ha ricevuto , presso l’Università di Montevallo, il premio University Scholar nel 2005 per il suo progetto sui campi ROM. Oltre a visitare campi ROM in Romania, Francia ed Italia, ha organizzato progetti di cucito per donne e ragazze ROM appartenenti al campo di Poderaccio, vicino a Firenze. Karen Graffeo ha organizzato un collettivo di performance art che include artisti sia emergenti che professionisti, e studenti. I suoi lavori performativi hanno ricevuto 2 borse di studio dal Contemporary Arts Center di New Orleans, nel 1993 e nel 1989.

La SACI Gallery è aperta dal Lunedì al Venerdì ore 9-17, sabato e domenica ore 13-19. La Gallery rimarrà chiusa i giorni 29/30 ottobre e 5/6 novembre. Ingresso gratuito.

SACI Gallery
Palazzo dei Cartelloni
Via Sant’Antonino, 11
Firenze, Italy
T 055 289 948
gallery@saci-florence.edu
www.saci-florence.edu

lunedì 24 ottobre 2011

THE NIGHTMARE BEFORE HALLOWEEN sabato 29 ottobre @ Comics BLVD - Roma


COMICS BOULEVARD

presenta
THE NIGHTMARE BEFORE HALLOWEEN

SABATO 29 OTTOBRE 2011 DALLE ORE 20.00
PARTY IN MASCHERA - HORROR MAKE-UP SU RICHIESTA
Presso la fumetteria
“COMICS BOULEVARD”
via dei Latini 31 (Roma, San Lorenzo)
tel. 06.45.50.42.50


PUNK, L'ULTIMA RIVOLUZIONE




PUNK, L’ULTIMA RIVOLUZIONE
27 ottobre – 4 dicembre 2011

ONO Arte Contemporanea
Bologna – Via Santa Margherita, 10


INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA
Giovedì 27 Ottobre 2011 ore 18.00



Giovedì 27 Ottobre 2011 alle ore 18 verrà inaugurata a Bologna la mostra “Punk, l’Ultima Rivoluzione” ideata, realizzata e promossa da ONO Arte Contemporanea.
La mostra bolognese presenterà un centinaio di opere, tra cui lavori di noti fotografi che espongono tutt’oggi nei musei di tutto il mondo, grafica, poster ed editoria d’epoca e contemporanea. Un percorso espositivo studiato appositamente per un pubblico preparato e non, che guiderà il visitatore facendogli rivivere il contesto storico.

I protagonisti dell’esposizione sono quattro: un negozio in 430 King’s Road, Margaret Thatcher, il Giubileo datato 1977 della Regina Elisabetta e i Sex Pistols. Essi illustrano non solo la scena musicale Punk ma anche tutta la rivoluzione socio-culturale nata da ed intorno ad essa in soli tre anni, dal '77 al '80. Saranno infatti i protagonisti dell’epoca il fulcro centrale della mostra, il vero tema portante, condividendo con noi i loro racconti e le loro testimonianze.

La prima sezione partirà dal negozio di Malcom McLaren e Vivienne Westwood al 430 di King's Road, che dopo vari cambiamenti di nomi divenne SEX. Dal 1977 si trasforma nella culla del movimento Punk, coinvolgendo creativi, grafici, artisti e musicisti. Ed è sempre qui che si formano i Sex Pistols, il gruppo creato da McLaren e Steve Jones (chitarrista) con a capo Johnny Rotten (alias John Lydon), Paul Cook (batterista) e Glen Matlock (bassista), sostituito nel 1977 da Sid Vicious, nonostante le sue limitate capacità di musicista. I Sex Pistols non durarono molto, i veri motivi dello scioglimento sono ancora oggi ignoti, a parte la morte di Sid Vicious per overdose, è ancora molta la confusione anche su chi manipolasse chi e su quali fossero le dinamiche che hanno spinto il movimento al di là della propria reale portata e dimensione, facendone un fenomeno mondiale che nasce e muore schiantandosi su se stesso in pochi mesi.
La mostra prosegue con una sezione dedicata alla Regina Elisabetta II e al Giubileo d’Argento del 1977, in quella settimana i Sex Pistols fecero uscire la canzone “God save the Queen”, che venne immediatamente percepita come un attacco alla regina e per questo cancellata dai programmi televisivi, e fecero il famoso concerto sul Tamigi in seguito al quale vennero arrestati. Una terza sezione è dedicata a Margaret Thatcher. Queste due donne non solo sono state protagoniste e scrittrici della difficile storia di quel periodo ma anche oggetto della rabbia dei vari artisti sia in campo musicale che in quello delle arti visive, settori in fondo difficilmente separabili all'interno del Punk.

Quando si entra nel nucleo più significativo e consistente della mostra, quello dedicato alla scena musicale, si possono ammirare splendide foto originali di professionisti di fama internazionale come John Tiberi, David Corio, Bob Gruen, William English, Berry Plummer, Michael Putland, Eileen Polk, Paul Zone, Phil Grey. Alcuni di loro erano già famosi, altri lo sono diventati in seguito a questi scatti.
Per l’occasione la maggior parte dei protagonisti dell’epoca sono stati contenti di poter contribuire con testimonianze, commenti inediti e fotografie firmate.
Una magnifica selezione di scatti ai gruppi inglesi come i Sex Pistols, Clash, Siouxsie and the Banshees, Adam and the Ants e ai protagonisti americani come i Ramones, New York Dolls, Blondie, Lou Reed, da testimonianza di una approfondita preparazione dell’argomento e oltre alle immagini delle varie performance sul palco, si da anche uno sguardo più intimista ai diversi artisti, scegliendo di esporre fotografi che li hanno immortalati prima e dopo essere andati in scena.

Il titolo della mostra non è casuale. Si riferisce infatti ad una lettura storica che individua nel movimento Punk, l’ultima cultura giovanile ad aver avuto la possibilità di un autentico spazio creativo non preconfezionato dai mass media.
Il movimento punk che fonda la sua identità sulle immagini di massa utilizzate come strumenti contro la società, era una rivoluzione breve ma intensa che ha innovato non tanto la musica ma soprattutto il tessuto sociale, la moda, la letteratura, la cultura giovanile e la grafica che ha creato una forte memoria fino ai giorni nostri.

Per fare un omaggio alla città la Ono è riuscita a reperire fotografie uniche che riprendono il concerto dei Clash che si tenne in Piazza Maggiore nel 1980 il 1° Giugno, organizzato dal Comune di Bologna.

Si ringrazia per la gentile collaborazione Baggins Book Bazaar e Andrew Wade che gestisce il sito www.only-anarchists.co.uk

Informazioni utili:

Titolo : “Punk, l’Ultima Rivoluzione”
Date: Dal 27 ottobre al 4 dicembre 2011
Orari di apertura: dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 21:30
• Luogo
: Ono Arte Contemporanea
Indirizzo: Bologna - Via Santa Margherita 10
Informazioni per il pubblico: 051 262465
Sito internet: www.onoarte.com
E-mail:vittoria@onoarte.com maurizio@onoarte.com elena@onoarte.com
Agenzia di comunicazione:
Culturalia di Norma Waltmann

Bologna, Vicolo Bolognetti 11
Tel. 051 6569105 fax 051 29 14955; 392-2527126
info@culturaliart.com www.culturaliart.com

giovedì 20 ottobre 2011

Bulino su rame e xilografia. Due maestri contemporanei a confronto | Galleria Ostrakon, Milano | 8 novembre - 16 novembre 2011




Galleria Ostrakon



BULINO SU RAME E XILOGRAFIA. DUE MAESTRI

CONTEMPORANEI A CONFRONTO

Martedì 8 novembre 2011, alle ore 18

inaugurazione di due mostre di incisione


fino al 16 novembre 2011


Jürgen Czaschka "Don Giovanni"

22 bulini su rame

Per l'occasione il maestro viennese Jürgen Czaschka espone la straordinaria serie delle incisioni realizzate a bulino per il Don Giovanni, una delle più alte rappresentazioni dell'iconografia "dongiovannesca". Unanimemente riconosciuto come uno dei più straordinari incisori viventi nell'arte del bulino, nel 2002 Czaschka decide di interrompere la sua produzione incisoria e, nel 2007, di donare l'intero corpus al Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo per dedicarsi alle due grandi passioni: lo studio delle scienze umanistiche e la scultura. L'imponente collezione, corteggiata sia dalla Biblioteca Nazionale di Vienna che da istituzioni artistiche in Germania e Austria, va invece ad arricchire il Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo, luogo prezioso della memoria calcografica contemporanea che Czaschka ha imparato a conoscere e apprezzare attraverso Umberto Giovannini, incisore e storico dell'incisione, che l'artista ha voluto come curatore della mostra e del catalogo. Il corpus di 22 opere ispirate al Don Giovanni di Mozart, radicalmente innovative, si muovono nell'universo epico della paganità in cui la narrazione ludico-sarcastica raggiunge il suo apice proprio in virtù del pensiero laico di Czaschka, animo libero da tentazioni apologetiche. Le opere, originariamente tirate in un numero limitatissimo di copie, sono state ristampate eccezionalmente in occasione della mostra alla Galleria Ostrakon.

Umberto Giovannini "Passing Through # London 2011"

11 xilografie policrome e installazione video musicale

mostra a cura di Hayato Fushioka

Umberto Giovannini è apprezzato in ambito internazionale per la sperimentazione nel campo della xilografia policroma che gli ha permesso di raggiungere esiti d'innovativa suggestione. Chiamato a incidere il manifesto del Don Giovanni in carne e legno, in occasione della prima italiana dello spettacolo, la Galleria Ostrakon ha il piacere di presentare l'ultima serie xilografica londinese Passing Through # London 2011 e l'installazione video musicale N26. Artista multidisciplinare con interesse specifico per l'incisione, ha realizzato oltre cinquecento grafiche originali per libri, cartelle artistiche, ex libris e grafiche libere. La sua sperimentazione, che lega le arti figurative e quelle performative, si è concretizzata in lavori mostrati in contesti italiani e internazionali. Passing Through # London 2011 e l'installazione video musicale N26 sono il frutto di quattro mesi di lavoro a Londra alla ricerca di una suggestione sfocata della città, del suo divenire come forza livida, nella percezione continua di non afferrare il dato oggettivo: Londra è qui rappresentata come una sorta di ritenzione retinica di una visione. Giovannini partendo una sua serie fotografica in progress, realizza la serie di 11 grandi xilografie policrome mettendo a punto nuove tecniche incisorie. L'installazione N26, invece, è la rielaborazione video di parte della serie fotografica, attraverso la partitura musicale realizzata in collaborazione con il musicista Stefano Pagliarani.

La manifestazione è co-progettata con il Teatro Verdi in occasione del debutto nazionale dello spettacolo "Don Giovanni in carne e legno" della Compagnia TAP, in scena l'11 ed il 12 novembre all'interno della V edizione di IF Festival Internazionale Teatro di Immagine e Figura. In occasione dell'inaugurazione della Mostra di Jürgen Czaschka verrà inaugurata anche la prima edizione di IF-OFF, sezione dedicata alle nuove generazione del Teatro di Figura, con un incontro/performance della Compagnia TAP all'interno della Galleria Ostrakon.


Galleria Ostrakon

via Pastrengo 15, Milano

tel. 3312565640, dorino.iemmi@fastwebnet.it

orari: da martedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30










martedì 18 ottobre 2011

BABY'S IN BLACK - presentazione e incontro con l'autore Arne Bellstorf sabato 22 ottobre ore 17,30 @ Comics Boulevard Roma

GOETHE INSTITUT
BLACK VELVET EDITRICE
presentano

INCONTRO CON:
ARNE BELLSTORF

PRESENTAZIONE DI
“BABY’S IN BLACK”
(Black Velvet Editrice)

SABATO 22 OTTOBRE 2011 - ORE 17.30

Presso la fumetteria
“COMICS BOULEVARD”
via dei Latini 31 (Roma, San Lorenzo) - tel. 06.45.50.42.50


COMICS BOULEVARD ospiterà l’incontro con il disegnatore Arne Bellstorf e la presentazione del volume a fumetti “Baby’s in Black” (Black Velvet Editrice), dedicato al mito dei Beatles.
BABY’S IN BLACK
Ottobre 1960, i Beatles tengono un concerto ad Amburgo. Quella sera gli scatenati ragazzi inglesi che suonano rock’n’roll cambiano la vita di molti loro coetanei e in particolare della fotografa Astrid Kirchherr. Da questo momento la sua vita si intreccia intimamente con quella degli esordienti Beatles, quando erano in cinque.

ARNE BELLSTORF
Classe 1979, vive e lavora ad Amburgo. Nel 2005 ha pubblicato la sua prima opera a fumetti “Otto, nove, dieci” (Black Velvet Editrice, 2007), che nell’ambito della Fiera del libro di Francoforte ha ricevuto il premio “Sondermann” come “Migliore esordiente 2005” ed ha ottenuto l’“ICOM Independent Preis 2006”. Realizza fumetti per riviste come «Orang», «Strapazin», per il settimanale «Die Zeit – Geschichte» e per il quotidiano «Der Tagesspiegel».

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