URBAN CENTER E AREA,
LA RIVISTA INTERNAZIONALE DI CULTURA E ARTE DEL PROGETTO,
IN OCCASIONE DEL SUO 100° NUMERO, PRESENTANO LA
MOSTRA FOTOGRAFICA "CHANGING CITIES"
In esposizione le fotografie di 10 progetti architettonici d'eccellenza che hanno migliorato le città di Pechino, Tokio, Berlino, Graz, Milano, Barcellona, Amsterdam, Merita, Bilbao, Porto
5 - 10 Novembre, Urban Center Milano, Galleria Vittorio Emanuele II
dalle ore 9.00 alle ore 19.00, domenica esclusa
Inaugurazione 5 novembre ore 18.00
A chiusura della mostra lunedì 10 novembre il Convegno Changing Cities Palazzo Giureconsulti, ore 9.30 – 13.00
Milano, 4 novembre 2008. AREA, la rivista internazionale di cultura e arte del progetto, festeggia il suo 100° numero con la Mostra Fotografica "Changing Cities" promossa da Urban Center. E' proprio al tema della città e alle sue dinamiche di evoluzione e cambiamento che viene interamente dedicato questo numero, che sarà presentato negli spazi dell'Urban Center di Milano attraverso l'esposizione delle fotografie di 10 progetti architettonici d'eccellenza che hanno migliorato e cambiato le città di Pechino, Tokio, Berlino, Graz, Milano, Barcellona, Amsterdam, Merita, Bilbao, Porto.
La mostra, che prende il titolo Changing Cities dalla rivista stessa, sarà inaugurata mercoledì 5 novembre, alle ore 18.00, alla presenza di Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio, Marco Casamonti, Direttore responsabile della rivista Area, Alfredo Spaggiari, Responsabile Urban Center di Milano, Fulvio Irace, Comitato scientifico Triennale di Milano. La mostra, realizzata con il contributo di Granitifiandre, sarà aperta al pubblico dal 5 al 10 novembre, dalle ore 9.00 alle 19.00, escluso domenica.
Chiuderà la mostra lunedì 10 novembre il Convegno "Changing Cities" che avrà luogo presso la Sala Colonne del Palazzo Giureconsulti, dalle ore 9.30 alle 13.00. Il convegno, anch'esso promosso da Urban Center e realizzato con il contributo di Granitifiandre, vedrà la partecipazione di Carlo Masseroli, Assessore allo sviluppo del territorio del Comune di Milano, ed alcuni architetti di fama internazionale come Josep Acebillo e Hans Stimmann.
Quale direttore di importanti progetti urbani della città di Barcellona, Acebillo ha ricevuto notevoli riconoscimenti per il primato raggiunto nel panorama architettonico internazionale. In seguito a ciò Josep Acebillo è diventato consulente di alcune città quali Londra, Ostenda, Kazan. Hans Stimmann, direttore dei grandi lavori di Berlino, ha svolto nel corso degli ultimi due decenni un'autorevole opera di organizzazione, orientamento e regia nella "ricostruzione critica" dopo la riunificazione della città.
Moderatore del convegno sarà Marco Casamonti, Direttore responsabile della rivista Area, edita dal Sole 24 ORE Business Media, che ha così commentato: "Attraverso la presentazione dei progetti pubblicati sul numero 100 di Area, il convegno vuole indagare i perenni mutamenti delle metropoli contemporanee e chiarire come la disciplina architettonica, seppur debolissima rispetto alle pressioni economiche e di governo del territorio, possa orientare le scelte politiche attraverso la creazione di una propria "architettura della città" e lettura dei fatti urbani".
La Mostra CHANGING CITIES: 10 città, ognuna diversa dall'altra,
ognuna con una sua specificità, una sua anima e un suo valore
Le città sono luoghi in perenne mutamento, costantemente e inesorabilmente cambiano e si modificano in quanto spazi della vita e delle attività umane ed esprimono, come ogni organismo vivente, una instabilità indotta dai comportamenti risultando sensibili alle condizioni climatiche, alla disponibilità di risorse, alle decisioni di chi le governa o semplicemente le attraversa.
Pechino: iconico / aniconico
Nel cambiamento di "stato" la città Pechino ha colto l'occasione dei recenti giochi olimpici per "occidentalizzarsi" attraverso la costruzione di una serie di cattedrali simbolo: il nuovo stadio progettato da Herzog & de Meuron, la nuova sede della televisione CCTV di Rem Koolhaas, il nuovo aeroporto progettato da Norman Foster, edifici super iconici, oggetti da copertina da veicolare nel mondo.
Tokyo: vendere / abitare
La densità è ovviamente per la capitale giapponese una costante urbana ma l'esaltazione dei consumi, della vendita e dell'individualità ha generato, nelle strade più popolari del centro, lo sviluppo di una nuova tipologia edilizia legata al commercio di lusso: i "supernegozi".
Edifici-marchio che pubblicizzano la griffe di appartenenza manifestando la propria presenza nella città. Analogamente la religiosa cultura del singolo e della proprietà generano nuove e inaspettate soluzioni abitative per la casa unifamiliare.
Berlino: costruire / costruire sul costruito
I vuoti lasciati dalla presenza del "muro" hanno aperto un lungo dibattito sulla città e il suo disegno. Berlino ha proposto di costruire sul già costruito, un metodo antico secondo cui le città si sono sovrapposte e stratificate verticalmente sostituendo edifici con altri costruiti sullo stesso sedime, sulle stesse fondazioni, con le medesime pietre provenienti dalle demolizioni. Probabilmente il tema della memoria e della nostalgia hanno inciso sulle decisioni e sulle scelte urbane dove molti dei nuovi interventi, assumono il senso di un gesto riparatore che riproduce il filo della continuità interrotto dalla brutalità della guerra.
Graz: arte / architettura
Storicamente arte e architettura sono sempre state strettamente unite da un unico destino urbano legato alla presenza dei monumenti. La modernità, nella sua dogmatica finalizzazione dell'azione progettuale e nella risposta ai bisogni e alla funzionalità dell'abitare, ha spesso allontanato la ricerca estetica ed espressiva dalla città aprendo nel corso del ventesimo secolo un vuoto difficile da colmare. A Graz una felice alternanza di nuovi interventi, come l'eccezionale edificio di Peter Cook, e istallazioni, come l'opera fluviale di Vito Acconci, avvicinano all'interno di un medesimo spazio ambiti espressivi allontanati dalla zonizzazione e dall'incuria urbana.
Milano: memoria / invenzione
La "torre Velasca", edificio simbolo di un pensiero, di una poetica e di una idea di architettura sostenuta culturalmente dal suo autore, ha segnato nella storia del ventesimo secolo una virtuale frattura con i dogmi della modernità, riannodando la catena evolutiva della città dei fatti urbani e riaffermando con essi il valore della memoria. Memoria e invenzione sono aspetti inscindibili di qualsiasi architettura e conseguentemente di ogni città, un'opportunità per abitare senza abbandonarsi rispettivamente all'oblio o alla nostalgia, esse rappresentano tanto il superamento delle ipotesi del moderno quanto di istanze storiciste post-moderne. Alla città non è concesso di dimenticare se stessa per rincorrere il futuro, né di vivere perennemente rispecchiandosi nell'immagine imbalsamata del proprio passato, questa è l'esigenza del presente.
Barcellona: straordinario / quotidiano
Una città costituita interamente da monumenti, da oggetti straordinari e stupefacenti risulta evidentemente inabitabile perché ostile allo svolgersi della quotidianità, al contempo una città totalmente virata sull'ordinarietà può risultare anonima e inospitale, riluttante e priva di una propria specifica immagine o iconografia comunque divulgabile. Da oltre venti anni, a cavallo tra due secoli e due diversi millenni, Barcellona ha saputo combattere l'uniformità e la densità edilizia di un'impostazione urbana, tanto rigorosa quanto ripetitiva, attraverso il disegno di ogni spazio libero a terra; un programma ambizioso fatto di riqualificazione dei vuoti e conseguentemente dello spazio pubblico sotto forma di strade, piazze e giardini. L'eccezionale diventa utile, lo straordinario quotidiano, il monumento necessario, la città intelligente.
Amsterdam: omogeneo / disomogeneo
Le esigenze abitative e di trasformazione urbana richiedono spesso interventi di grandi dimensioni che si sovrappongono ad una struttura urbana solitamente più minuta e suddivisa da centinaia di anni di parcellizzazione fondiaria dei suoli. Grandi complessi omogenei legati il più delle volte all'edilizia sociale mettono in scena una grandezza urbana il più delle volte sconosciuta. Per questo gli esperimenti di frammentazione e variazione di complessi edilizi, pur all'interno di interventi unitari, costituiscono il risultato di una sperimentazione efficace e riproducibile. La misura della "misura conforme". Amsterdam ha sperimentato entrambe le dimensioni, quella unitaria e quella frammentata, potremmo dire con uguale successo..
Merida: classico / anticlassico
Nella civiltà occidentale e in particolare nella vecchia Europa classico e anticlassico, nell'accezione del moderno, si fronteggiano o, più spesso, quest'ultimo, sottoforma del risultato delle espansioni urbane più recenti, circonda e soffoca il primo. Ma tra classicità e modernità non può esserci oggi contrapposizione poiché entrambe appartengono, rispetto alla contemporaneità, al contributo della storia rendendo visibili, e quindi iconiche, contrapposizioni che appartengono al passato. La città di oggi è multietnica e multiculturale. Così le categorie del classico e del suo opposto, come il valore della memoria e dell'invenzione, non costituiscono che due facce contrapposte della stessa medaglia: il progetto di architettura.
Bilbao: pianificazione / opportunità
Molte città contemporanee colgono l'occasione di importanti eventi culturali e sportivi per attivare finanziamenti in grado di consentire trasformazioni urbane sostanziali. Tuttavia tali opportunità possono essere sfruttate efficacemente solo se sussiste una strategia complessiva di rinnovamento programmata con attenzione e una politica di riqualificazione condivisa, tanto sul piano interno, quanto su quello internazionale. Non esiste rinnovamento senza programmazione. Il museo Guggenheim non è stato realizzato casualmente nella città basca ma è stato il risultato di una precedente politica di trasformazione tendente a modificare la città da sito industriale a città post-industriale, inoltre il museo, pur essendo "l'objet extraordinaire" che tutti conoscono, non è altro che la punta dell'iceberg di una strategia progettuale più ampia che continua ancora oggi a realizzarsi.
Porto: pieni / vuoti
Il tessuto urbano ancorché consolidato possiede una sua intrinseca vocazione al progetto, alla continua trasformazione. Ciò è evidente nelle zone di riammagliatura del tessuto urbano lacerato, nel recupero e utilizzo degli infinitesimi spazi interstiziali la cui sommatoria costituisce una incredibile quantità di nuovo suolo abitabile, ma è ugualmente percepibile nelle zone ad alta densità e storicità da adattare alle esigenze della fruibilità contemporanea. Pieni e vuoti definiscono l'assieme urbano dove pubblico e privato affermano la propria inscindibile coabitazione. Il progetto di architettura diviene indispensabile strumento di trasformazione e rinnovamento urbano, l'unico possibile all'interno della città consolidata.