Mostra
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Le altre opere.
Artisti che collezionano artisti
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Dove
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Museo Carlo Bilotti - Aranciera di
Villa Borghese, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Museo di Roma in
Trastevere, Galleria d’Arte Moderna e Museo Napoleonico
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Quando
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Dal 27 febbraio al 27 settembre 2020
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Promossa
da
In
collaborazione con
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Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale -
Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Hidalgo, Associazione Culturale per la promozione delle
Arti Visive e Dreamingvideo
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A
cura di
Con il supporto tecnico
e organizzativo di
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Progetto e ideazione di Lucilla Catania
e Daniela Perego; cura scientifica di Lucilla Catania, Claudio Crescentini,
Daniela Perego e Federica Pirani; coordinamento tecnico-scientifico di
Arianna Angelelli, Laura Panarese, Ileana Pansino, Roberta Perfetti e Carla
Scicchitano.
Associazione
Culturale TRAleVOLTE, Artiamo group, Zètema Progetto Cultura
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Info
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060608 (tutti i
giorni ore 9.00 - 19.00);
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venerdì 21 febbraio 2020
Le altre opere. Artisti che collezionano artisti
venerdì 31 gennaio 2020
Massimiliano Vacca – Sulle orme del Mascheraio - Lineadarte via San Paolo ai Tribunali 31, Napoli - invito con preghiera di diffusione
Massimiliano Vacca – Sulle orme del Mascheraio
Sabato presso 8 febbraio 2020, presso Lineadarte Officina Creativa, in Via San Paolo 31, inaugura la mostra di Massimiliano Vacca, artista plastico, "Sulle Orme del Mascheraio".
Le maschere ci guideranno in un percorso magico dove ogni spettatore potrà riscoprirsi protagonista di una primigenia. "Non è l'uomo a rivelare la maschera, ma il contrario."*
Durante la serata sarà presentata la perfomance di e con Massimiliano Vacca e Simonetta Boscu, uniti dalla doppia linea quella della vita e quella dell'arte.
Ê lo stesso autore a presentarci l'azione performativa:
"Questa performance nasce da un'esigenza artistica sociale. Dimostrare come il rapporto in una coppia possa tramutarsi e finire in violenza.
Ho chiesto a Simona se fosse stata d'accordo a realizzare una performance assieme e lei ha accettato la sfida.
Abbiamo voluto trattare l'argomento con l'utilizzo delle maschere per evidenziare le diverse personalità nascoste nell'uomo. Ciascuno di noi e' afflitto in misura più o meno accentuata da un conflitto tra ciò che siamo e ciò che ci piacerebbe essere e di solito c'è una parte di noi che ci disturba e fa si che le due immagini stonino, quella è la nostra parte d'ombra , chiamata il lato oscuro.
Diffidenza , conoscenza, innamoramento e poi si fanno strada desideri ossessivi e fantasie oscure per lasciare il posto alla violenza lasciando la propria vittima esanime."
* "La realizzazione di maschere elaborate in chiave visionaria ci introduce nel mondo dei miti, nell'universo fiabesco delle leggende auree, nel secolo ancestrale che mescola elementi di cultura primitiva, visione onirica e residui di tracce esoteriche ove si tenta di risolvere il problema del rapporto esistente tra sogno e rappresentazione, nel tentativo di esternare proiezioni interiori. Attraverso il calco espressivo come procedimento tecnico, l'Artista rappresenta il costante desiderio dell'uomo a dominare e plasmare la materia mediante l'atto creativo."
Pepe de Sadel
DIETRO LE MASCHERE L'IRONIA DI UN UOMO…
Nel seguire il percorso di una spirale immaginifica in cui si incontrano finzione e verità, riti ancestrali ed evocazioni, angosce ed allegria, scopriremo che il suo punto di partenza è raffigurato da un semplice manufatto racchiuso negli anfratti della memoria storica : la maschera.
Da sempre la ritroviamo nei riti propiziatori e iniziatici, nonché in contesti teatrali e carnevaleschi, assumendo di volta in volta accezioni comprensibilmente molteplici. La capacità di esorcizzare, propiziare spaventare e ironizzare, segue modi,tempi e regole ispirate dal suo uso specifico.
Forgiare una maschera significa plasmare un' idea, ed è cosi che l'artista Massimiliano Vacca realizza pezzi unici che vogliono essere "costrutti" satirici, fantasiosi, giocosi, talvolta irriverenti, tesi a comunicare una forte carica emotiva.
Curate nei dettagli e abbellite con inserti atti a rifinirle, le sue maschere riproducono volti umani, animali e figure fantastiche lasciando ampio spazio di immaginazione all'osservatore il quale si imbatte con l'esteriorizzazione familiare, irreale e demoniaca, in un assoluto contesto atemporale .
E'il das il materiale di base utilizzato per la loro realizzazione, una scelta nata inizialmente per caso ma successivamente sposata appieno in quanto si rivela di facile lavorazione permettendo varie ed estrose progettazioni; a far da corollario poi la combinazione di sostanze di origine naturale quali caffè, cipolla, cavolo solo per citarne alcune, con le quali sperimenta nuove tecniche di colorazione.
L'uso di un composto così semplice di regola impiegato soprattutto per fini ludici, rimarca lo stesso carattere giocoso dell'artista intento a dare un'impronta leggera alla propria creazione, la quale non sempre cela un preciso significato portante o un'ideologia manifesta.
Ognuna di esse possiede un titolo che le identifica, frutto della vivace fantasia dell'artista che ne tratteggia lo spirito ironico e burlesco. Contraddistinte da una fisiognomica rimarcata, le rughe dei volti sono volutamente estremizzate al fine di rimarcarne l'umanità, capaci nello stesso tempo di catturare l'attenzione anche di un occhio indifferente e distratto improvvisamente colpito dalle espressioni minuziose.
Inventiva e originalità si aprono a differenti percezioni in una continua e innovativa rielaborazione.
Ciascuna è forma ed emozione da condividere, e, benché non vi sia di regola un filo conduttore che le accomuna, né la predilezione verso precise tematiche, esse spaziano facilmente da personaggi fittizi e irreali ai miti, alle leggende isolane, fino ad arrivare al rimando ai protagonisti della nostra epoca
Tali creazioni offrono al fruitore la possibilità di essere indossate allo scopo di riconoscerne la valenza intrinseca unita alla possibilità di immedesimarsi in svariate personalizzazioni. Figlie dell'umorismo e della vitalità del Mascheraio, suscitano sorrisi e curiosità associando il piacere visivo alla funzione comunicativa.
Tra sogno e rappresentazione rivive così l'infinito viaggio tra realtà parallele…
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venerdì 24 gennaio 2020
Mostra Alma Artis Pisa 31 gennaio
Venerdì 31 gennaio, dalle ore 17.00, L'Alma Artis Academy presenta la mostra "Contenuti Sensibili" dedicata al tema della censura, affrontata non solo dal punto di vista artistico, ma anche dell'informazione e dei diritti civili.
L'esposizione nasce dall'idea degli studenti del primo anno ispirati da un video apparso sul social "TikTok" dove una ragazza denunciava le restrizioni che molti abitanti della Cina sono costretti a subire tutt'oggi. L'argomento è stato trattato fingendo un video tutorial sul Make Up.
Da quel momento gli studenti hanno pensato ad unamostra che potesse sensibilizzare le persone sulla censura, argomento non sempre trattato, ma molto diffuso al mondo d'oggi, anche sui moderni social network.
"Contenuti Sensibili" presenta una serie di fotografie e due video installazioni, una delle quali interattiva.
La prima narra immagini, musica, videogiochi e opere d'arte che hanno subito censura per i loro contenuti. La seconda pone il visitatore nella scelta di approvare o censurare una serie di immagini realizzate ad hoc dagli stessi studenti. L'installazione fornisce anche un risultato sulle scelte del pubblico.
Per informazioni: Alma Artis Academy
Via Santa Maria, 25, 56126 Pisa (PI)
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giovedì 16 gennaio 2020
Salone della Cultura 2020: Fondazione 3M porta in mostra “I protagonisti della dolce vita”
Salone della Cultura 2020:
Fondazione 3M porta in mostra "I protagonisti della dolce vita"
La raccolta fotografica, un omaggio ai grandi volti del cinema italiano, sarà esposta il 18 e 19 gennaio a Milano negli spazi di Superstudio Più
Milano, 15 gennaio 2020 – In occasione del 4° Salone della Cultura, appuntamento annuale che riunisce tutti gli operatori e gli appassionati del mondo del libro in programma il 18 e 19 gennaio 2020 presso Superstudio Più a Milano, Fondazione 3M esporrà la mostra fotografica di Elio Luxardo "I protagonisti della dolce vita". Oltre agli stand di case editrici e librerie, il Salone si aprirà infatti alla Cultura in tutte le sue forme, ospitando conferenze, esposizioni, eventi e laboratori.
La mostra di Elio Luxardo, artista noto per essere il fotografo delle dive e dei divi di Cinecittà, sarà una raccolti di 32 scatti che raffigurano i più noti protagonisti del cinema italiano del '900, tra cui Alberto Sordi, Sofia Loren, Vittorio De Sica e Gina Lollobrigida. Tutte le opere appartengono all'archivio di Fondazione 3M, istituzione culturale permanente di ricerca e formazione e proprietaria di uno storico archivio fotografico di circa 110 mila immagini.
Attraverso l'esposizione "I protagonisti della dolce vita", Fondazione 3M rende omaggio ai grandi volti del cinema italiano. Da grande appassionato di cinema, Elio Luxardo aveva imparato sul set a utilizzare in maniera innovativa le luci per valorizzare i volti. Nei suoi scatti, il fotografo riesce infatti a far emergere le caratteristiche di ognuno dei suoi soggetti, sottolineando l'ironia di uno sguardo e la forza seduttiva di un altro, le posture più classiche e quelle insolite. Le opere di Luxardo trasmettono inoltre un senso di plasticità, grazie alla scelta delle riprese laterali, che vedono corpi e volti occupare lo spazio in diagonale.
Elio Luxardo (1908-1969), nato da genitori di origini italiane in Brasile, si afferma inizialmente come autore di documentari, imparando il mestiere della fotografia dal padre, fotografo di professione. Trasferitosi a Roma, si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia col sogno di diventare regista. Abbandona però quasi subito la scuola per entrare nello studio del fotografo Sem Bosch e ne rileva l'attività affermandosi rapidamente come ritrattista. Proprio in questa veste, il fotografo è stato in particolar modo apprezzato dai divi di Cinecittà per la sua capacità di ricercare la bellezza nei volti e nei corpi, e di realizzare scatti che non erano mai ripetitivi.
Il percorso espositivo sarà presentato dal Professor Roberto Mutti, esperto di fotografia e curatore della mostra, in un incontro sabato 18 gennaio alle ore 15:00. Il Professor Mutti sarà inoltre presente anche per illustrare le opere esposte alla mostra, che sarà aperta al pubblico il 18 al 19 gennaio 2020 dalle 10:00 alle 19:30 presso Superstudio Più di Milano.
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sabato 11 gennaio 2020
Da Udine a Tricase. Andrea Maroè presidente della GTF per la Quercia di Vallonea
Fondazione Barilla: inaugurata a Parma2020 la mostra "Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile"
PARMA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2020
INAUGURATA LA MOSTRA DI FONDAZIONE BARILLA
"NOI, IL CIBO, IL NOSTRO PIANETA: ALIMENTIAMO UN FUTURO SOSTENIBILE"
- Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti e di Luca Barilla, in rappresentanza della Fondazione Barilla
- Il percorso multidisciplinare e interattivo punta a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, per mitigare i cambiamenti climatici e garantire un futuro alle prossime generazioni
Sono stati il Sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, e Luca Barilla, per la Fondazione Barilla, i due protagonisti del taglio del nastro che ha dato l'avvio alle celebrazioni di Parma 2020 Capitale Italiana della Cultura. L'evento ha coinciso con l'apertura al pubblico della mostra dal titolo "Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile" promossa dalla Fondazione Barilla e realizzata con la collaborazione di National Geographic Italia, Sustainable Development Solutions Network Mediterranean (SDSN Med), Madegus, Civicamente, il contributo di un comitato scientifico multidisciplinare, la curatela di Codice Edizioni e con la collaborazione e il patrocinio del Comune di Parma. Da oggi 11 gennaio e fino al 13 aprile gli spazi della Galleria San Ludovico e i Portici del Grano ospiteranno un percorso esperienziale, che si propone di far comprendere il forte legame che esiste tra la tutela della nostra salute e quella del Pianeta, a cominciare da quello che mettiamo ogni giorno nel piatto. Un percorso multimediale che arricchisce il programma educativo "Noi, il cibo, il nostro Pianeta" inserito in un protocollo d'intesa col MIUR.
"L'alimentazione, la nutrizione e la tutela dell'ambiente sono elementi fortemente uniti tra loro e possono contribuire, in modo diretto e indiretto, alla realizzazione degli SDGs. Correttamente nutriti, infatti, i bambini possono imparare, le persone possono condurre una vita sana e produttiva e le società possono assicurarsi prosperità. Curando la nostra terra e adottando un'agricoltura sostenibile, le generazioni presenti e future saranno in grado di nutrire una popolazione in crescita e di mitigare i cambiamenti climatici, consumando meno acqua e producendo meno gas a effetto serra. Con questa mostra desideriamo far nascere in tutti, giovani generazioni e non, un senso di cittadinanza attiva e una crescente consapevolezza che porti a ripensare i nostri sistemi agroalimentari. Puntiamo a sensibilizzare le coscienze, mettendo al centro una corretta educazione, alimentare e ambientale, per dar vita a questo cambiamento", ha dichiarato Anna Ruggerini, Direttore Operativo di Fondazione Barilla.
La produzione di cibo è infatti l'attività dell'uomo che contribuisce di più al cambiamento climatico (fino al 37%), superando il riscaldamento degli edifici (23,6%) e i mezzi di trasporto (18,5%). Ecco perché occorre ripensare il modo in cui produciamo il cibo. Un'esigenza che nasce anche da una previsione: da qui a trent'anni saremo circa 10 miliardi di persone sul Pianeta e questo renderà necessario produrre più cibo. Tuttavia, continuando a farlo con questo ritmo e in questo modo, i danni che arrecheremo al Pianeta saranno incalcolabili.
"C'è un'emergenza che è sotto gli occhi di tutti, il nostro modello di vita non è più sostenibile. Migliaia di ragazzi chiedono a noi adulti, ai politici e a chiunque ne abbia la capacità, di fare qualcosa di concreto. C'è un rischio concreto di estinzione di specie animali e vegetali, al tempo stesso le emissioni di gas serra sono quasi raddoppiate rispetto al 1980 portando a un aumento della temperatura di circa 0.8°C rispetto all'inizio del secolo.I cambiamenti climatici, che colpiscono i nostri raccolti, che provocano incendi, inondazioni o anche altre catastrofi ambientali, sono causati in buona parte dal modo in cui produciamo, distribuiamo e consumiamo il cibo. Ogni anno sfruttiamo l'equivalente di 1,7 pianeti per vivere e intanto, solo con la nostra agricoltura, contribuiamo con il 37% delle emissioni di gas serra al riscaldamento del Pianeta. Dobbiamo invertire questa tendenza, dare vita ad una vera e propria rivoluzione alimentare partendo dalle scuole, dai docenti e dai ragazzi", ha spiegato Riccardo Valentini, membro dell'Intergovernmental Panel on Climate Change ‐ IPCC, Premio Nobel per la Pace nel 2007, ospite d'eccezione nel corso dell'appuntamento.
"Tra trent'anni sulla Terra ci saranno dieci miliardi di bocche da sfamare. E già oggi - tra sfruttamento delle risorse naturali, occupazione dei suoli, riduzione della biodiversità e attività che influiscono in modo drammatico sul clima - abbiamo portato il pianeta sull'orlo del collasso. Perché possiamo consegnare alle generazioni future una prospettiva di salute e di benessere, è indispensabile ripensare tutto il sistema alimentare, dall'agricoltura alla nostra tavola. "Ispiriamo le persone a prenderci cura del pianeta" è il motto della National Geographic Society, ed è per questo che abbiamo accolto con convinzione ed entusiasmo l'opportunità di collaborare a questa iniziativa, nello spirito di stimolare una maggiore consapevolezza delle sfide che ci aspettano sia nelle singole persone sia nelle istituzioni", ha dichiarato Marco Cattaneo, Direttore del National Geographic Italia che, in occasione dell'appuntamento, ha fatto da guida alla mostra della Fondazione Barilla.
La mostra è realizzata per creare un vero e proprio percorso immersivo, diviso in più parti. La prima, presso gli spazi della Galleria San Ludovico, rappresenta un "viaggio virtuale" che punta a mettere in evidenza i paradossi globali del sistema alimentare: fame vs obesità perché per ogni persona malnutrita nel mondo ce ne sono due che sono obese o sovrappeso; cibo vs carburante perché un terzo del raccolto di cereali viene utilizzato per dare da mangiare agli animali o per produrre i biocarburanti, nonostante il problema della fame e della malnutrizione e spreco vs fame, perché ogni giorno, dal campo alla tavola, vengono sprecati 1.3 miliardi di tonnellate di cibo commestibile, quattro volte la quantità necessaria a sfamare gli oltre 820 milioni di persone malnutrite in tutto il mondo.
La mostra interattiva mira anche a esplorare le diverse correlazioni che il cibo ha con il mondo che ci circonda: si passa da "Cibo e Cultura" a "Cibo e Città", per poi parlare del profondo legame tra "Cibo e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile" fino alla sezione dedicata al "Piatto Virtuale", che permette di scoprire se la nostra dieta è effettivamente sostenibile, per noi e per l'ambiente.
Il percorso di consapevolezza e comprensione dei nostri sistemi alimentari si sposta successivamente presso i Portici del Grano, in cui sarà possibile ammirare gli scatti della mostra sviluppata con National Geographic Italia e dedicati ai mille volti delle culture del cibo nel mondo: fotografi professionisti hanno contribuito a realizzare un viaggio attraverso posti esotici, vicini e lontani, evidenziando la centralità del cibo.
"Noi, il cibo, il nostro Pianeta: alimentiamo un futuro sostenibile" offre inoltre percorsi di approfondimento ai ragazzi: per le scuole è prevista un'esperienza ancora più formativa che va dalla visita guidata all'esposizione, fino a momenti ludico didattici presentati secondo il livello scolastico di appartenenza di ciascuna classe, con lo scopo di consolidare ulteriormente le conoscenze oggetto della mostra.
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lunedì 30 dicembre 2019
ORTI DI GRAZIA, I GRANDI FRUTTI DELLA TERRA DI GIUSEPPE CARTA IN MOSTRA A NUORO
I grandi frutti della terra di Giuseppe Carta in Orti di Grazia al Museo Etnografico di Nuoro. La mostra dedicata alla natura resterà aperta fino al 6 gennaio.
Un inno alla terra nella mostra dedicata alla frutta al museo etnografico di Nuoro. Orti di Grazia dell'artista Giuseppe Carta autore di grandi sculture dedicate alla frutta per il teatro del silenzio di Andrea Bocelli, le tenute di Oscar Farinetti, un mega peperoncino all'ingresso di FICO a Bologna, poi alla Biennale di Venezia e in alcune città cinesi.
Una mostra fruttariana. museo dell'istituto etnografico della Sardegna a Nuoro dove l'artista Giuseppe Carta ha installato le sue opere dedicate al premio Nobel Grazia Deledda – una delle più abili narratrici della natura – e alle germinazioni ovvero al processo naturale incessante. Nell'itinerario espositivo – coinvolge sia l'interno che l'esterno visto che il museo s'ispira ad un villaggio tipico sardo con le sue strade e piazze – si incontrano peperoncini, limoni, fragole, grappoli d'uva, cipolle, olive e tanti altri frutti della terra in versione gigante.
Un'esposizione dedicata a madre terra: "Le mie Germinazioni sono una rappresentazione esuberante della vita stessa, un inno alla natura, una denuncia allo sfruttamento incontrollato del pianeta Terra – sottolinea l'artista Giuseppe Carta -. Ho deciso di dedicare le Germinazioni a Grazia Deledda per rendere un duplice omaggio: a una grandissima artista, unico Premio Nobel femminile per la Letteratura in Italia, e alla Terra che l'ha generata".
L'artista cresciuto in una famiglia contadina conosce bene i ritmi della natura dove è tornato dopo la formazione e la maturità professionale a Genova: " In Orti di grazia c'è un duplice messaggio: un grazie alla terra e la denuncia del male che facciamo quotidianamente al nostro ambiente".
Accompagnerà i visitatori un coinvolgente percorso scenografico e teatrale per la regia di Alberto Bartalini, il regista dei concerti del Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli.
Giuseppe Carta è autore di grandi sculture dedicate alla frutta. Dal teatro del silenzio di Andrea Bocelli, le tenute di Oscar Farinetti, un mega peperoncino all'ingresso di FICO a Bologna, poi alla Biennale di Venezia e in alcune città cinesi.
Disclaimer
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