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venerdì 19 ottobre 2018

Il FAI presenta la mostra Case Milanesi 1923 - 1973 - Villa Necchi Campiglio, Milano - dal 24 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019

Case Milanesi 1923-1973
Immagini di una città

da mercoledì 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019

Milano, Villa Necchi Campiglio, Via Mozart, 14

 

 

 

Il periodo dal primo dopoguerra all'inizio degli anni Settanta è stato per l'architettura residenziale milanese un momento di intensa sperimentazione che ha ridisegnato la casa urbana nel nuovo contesto della città moderna. A questi floridi cinquant'anni e agli architetti che con i loro progetti hanno reso Milano un museo a cielo aperto del Novecento, il FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con Hoepli, dedica la mostra "Case Milanesi 1923-1973", ospitata da mercoledì 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019 negli spazi di Villa Necchi Campiglioicona del déco anni Trenta nel cuore della città

 

La mostra - curata da Orsina Simona Pierini e Alessandro Isastia, già autori del volume Case Milanesi 1923-1973 (Ulrico Hoepli Editore) - sarà un'occasione per scoprire una selezione delle più significative Case Milanesi della modernità.

Partendo dalle trasformazioni di Milanoil primo luogo dove la modernità si realizza in Italia in continuità con la tradizione,l'esposizione sarà arricchita, con la consulenza di Alberto Saibene, da testimonianze del contesto culturale, letterario, artistico e cinematografico che hanno dialogato con le architetture e con i brani di città che hanno cambiato il volto di Milano tra gli anni Venti e gli anni Settanta, affermando l'epoca d'oro della civiltà borghese. Questa ricerca di rappresentatività sarà resa esplicita da un'installazione scenografica nella galleria degli armadi, a cura di Alessandro Isastia.

Gli approfondimenti sugli interni consentiranno di "guardare dentro e da vicino" le residenze, mentre nel vestibolo che porta allo spazio espositivo del sottotetto, una grande mappa di Milano, estesa sul pavimento e su cui sarà possibile camminare, permetterà ai visitatori di identificare le case nella topografia della città e di "spostarsi" da una casa all'altra disegnando itinerari e percorsi virtuali.

Una sezione sarà inoltre dedicata agli architetti che hanno progettato le case - Piero Portaluppi, Giovanni Muzio, Luigi Caccia Dominioni, Vico Magistretti, Aldo Andreani, Gio Ponti, Ignazio Gardella, Figini e Pollini, solo per fare alcuni esempi - di cui verrà tratteggiato lo stile.

In ultimo il cuore della mostra: la lunga parete dove sono presentate le 23 case scelte: i tanti diversi prospetti che hanno costituito la nuova immagine della città saranno affiancati l'uno all'altro alla stessa scala. Di fronte a questa grande parete espositiva, la descrizione fotografica delle case, le loro piante e i loro materialiche permetteranno al visitatore di "toccare con mano" la pelle degli edifici. L'allestimento della mostra è stato curato dallo studio Giussaniarch e Studio FM ha disegnato la grafica.

Nei mesi di apertura della mostra verranno organizzati specificiitinerari guidati in città accompagnati dai curatori, per poter ammirare dal vivo le case viste in mostra su carta, nonché un ciclo di incontri di approfondimento che vanno dalle testimonianze degli eredi a una riflessione su come la Milano moderna è vista dall'estero. Il calendario completo sarà consultabile sul sito della mostra

Inoltre, sabato 24 e domenica 25 novembre è in programma una mostra mercato che vedrà in esposizione le creazioni e le collezioni di aziende e gallerie d'arte, antiquari e designer, che hanno dato vita agli interni delle Case Milanesi: uno spaccato sul gusto e le tendenze dagli anni Venti agli anni Settanta, dal complemento d'arredo agli accessori fino all'oggetto da collezione. La mostra mercato "Dentro le Case Milanesi" sarà curata da Roberto Duliocuratore di diverse mostre e collaboratore di importanti riviste di architettura.

La mostra, in ultimo, sarà accompagnata dal volume Case Milanesi 1923-1973 (Ulrico Hoepli Editore) che fungerà da catalogo. La pubblicazione, frutto del lavoro di ricerca che gli autori hanno condotto con un team del Politecnico di Milano, raccoglie in circa 80 schede planimetrie, piante e prospetti degli edifici, accompagnate da materiale di repertorio e fotografie di Stefano Topuntoli scattate per l'occasione. Il volume, introdotto da Cino Zucchi, noto architetto e studioso dell'architettura milanese, è accompagnato da due saggi critici degli autori che collocano la stagione milanese nel più ampio contesto dell'architettura del XX secolo. 

Curatori della mostra

 

Orsina Simona Pierini è professore Associato in Composizione Architettonica e Urbana al DAStU del Politecnico di Milano, dove si laurea nel 1989. Dopo la pubblicazione con V. Vercelloni dei volumi Atlante storico di Milano, Città di Lombardia e Il paesaggio urbano di Milano, discute il dottorato allo IUAV e svolge poi parte della sua attività di ricerca all'estero, con Carlos Martí e Pep Quetglas a Barcellona e con Bruno Reichlin a Losanna. Cura mostre e pubblica articoli e saggi, anche monografici, sul progetto moderno e contemporaneo, riletto nella continuità dell'esperienza storica, attraverso i temi del dettaglio, della facciata e della residenza urbana. 

 

Alessandro Isastia è architetto e Dottore di ricerca in Architettura e Urbanistica presso il Politecnico di Milano, dove si laurea nel 2001Lavora nell'ambito della rappresentazione dell'architettura e del territorio ed è studioso degli aspetti compositivi e spaziali dell'architettura. E' stato curatore e guida di Itinerari per l'Ordine degli architetti e ha pubblicato vari articoli su architetti (Gio Ponti, per conto dell'Università di Toledo) o singoli edifici. Svolge una parallela attività di cartografo illustratore per mostre e pubblicazioni. 

 

 

   

CASE MILANESI 1923-1973

Immagini di una città

dal 24 ottobre 2018 a domenica 6 gennaio 2019

Orari: da mercoledì a domenica dalle ore 10 alle 18

Ingresso con visita alla villa: Intero: € 13Studenti: € 5Ridotto (Ragazzi 4-14 anni):  4; Iscritti FAI: € 4

 

Con il Patrocinio di: Comune di Milano, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia diMilano, Triennale Design Museum, Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano, Archivio Asnago Vender Architetti, Archivio Jan BattistoniArchivio storico Caccia Dominioni, Archivio storico Gardella, Archivio Studio Latis Architetti, Archivio storico Lingeri, Fondazione Vico Magistretti, Archivio Guglielmo Mozzoni, Archivio Muzio, Gio Ponti Archives, Fondazione Piero Portaluppi e Archivio del moderno Mendrisio.

 

Il calendario "Eventi nei beni del FAI 2018", è reso possibile grazie al significativo sostegno di Ferrarelle, partner degli eventi istituzionali e acqua ufficiale del FAI, e al prezioso contributo di PIRELLI che conferma per il sesto anno consecutivo la sua storica vicinanza alla Fondazione. Si aggiunge quest'anno la prestigiosa presenza di Radio Monte Carlo in qualità di Media Partner.

Villa Necchi Campiglio è museo riconosciuto da Regione Lombardia.



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Mostra ALEXANDER RODCHENKO. Revolution in photography > Dal 26 ottobre 2018 > Senigallia, Palazzetto Baviera


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ALEXANDER RODCHENKO

Revolution in photography

 

a cura di

Olga Sviblova

 

26 ottobre 2018 - 20 gennaio 2019

 

Palazzetto Baviera

Senigallia (AN)

 

INAUGURAZIONE 25 OTTOBRE 2018 ORE 17:30

 
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Dal 26 ottobre al 20 gennaio 2019 tornano a Senigallia i grandi protagonisti della fotografia internazionale: in mostra circa centocinquanta immagini realizzate da Alexander Rodchenko realizzate tra gli anni Venti e Trenta.

 

Il Comune di Senigallia e il Multimedia Art Museum Moscow (MAMM) presentano Alexander Rodchenko. Revolution in photography a cura di Olga Sviblova. La mostra, ospitata a Palazzetto Baviera, documenta la ricca produzione fotografica del maestro russo, esponente di spicco dell'avanguardia russa del XX secolo.

 

Artista a tutto tondo, Alexander Rodchenko nella sua lunga carriera si è dedicato alla pittura, al design, alla grafica, al cinema e alla fotografia, aprendo per ogni campo artistico vie di cambiamento fortemente innovative. Il suo imperativo estetico si basava sull'assunto "il nostro dovere è sperimentare" e fu con questo slogan che nel 1924 decise di abbandonare momentaneamente la pittura per la fotografia. Il risultato, come afferma Olga Sviblova fu "un mutamento radicale del modo di concepire la natura del fotografare e il ruolo del fotografo. Il pensiero concettuale s'introdusse così nella fotografia, non più mero riflesso della realtà ma strumento per la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche." Il Costruttivismo entrò così nel mondo della fotografia, con quello che la critica ha definito Metodo Rodchenko, rivoluzionando il modo di intendere l'immagine e facendola divenire la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche. Nella sua pratica l'artista imposta un rapporto documentario con la realtà ma ne altera l'obiettivo e lo sguardo per una resa estetica dai tratti astratti o fortemente poetici: la composizione diagonale da lui scoperta, la prospettiva scorciata, l'ingrandimento dei dettagli, i punti di ripresa dal basso verso l'alto e viceversa, hanno dato forma a uno stile e a un linguaggio visivo del tutto unico che ha lasciato il segno nella storia della fotografia.

 

Le sale di Palazzetto Baviera, riccamente decorate con gli stucchi cinquecenteschi del Brandani, ospiteranno un nucleo corposo di fotografie che illustrano la bellezza delle architetture moderna, la vitalità delle città in piena urbanizzazione degli anni Venti e Trenta, la febbre della tecnologia e della modernizzazione.

 

Il percorso espositivo apre con l'Autoritratto caricaturale del 1922, esposto accanto a un corpus di ritratti, in cui appaiono anche amici e familiari, e alle famose fotografie La scalinata (1930) e Ragazza con una Leica (1934), che incarnano integralmente i principi innovativi del suo "metodo".

L'itinerario di mostra prosegue con una selezione di immagini sulla realtà industriale raccolte nelle short series: Fabbrica di automobili AMO del 1929, dedicata al settore dell'industria automobilistica; MoGES (Centrale Elettrica di Mosca), che documenta la nuova centrale elettrica eretta nel 1927 e il lavoro degli operai. La verticalità delle moderne costruzioni viene ripresa nelle fotografie di architetture e particolari costruttivi, come la celebre Scala antincendio (con un uomo) del 1925. Le spettacolari parate di ginnasti e atleti sono protagoniste degli scatti che raccontano lo spirito dinamico e la nascente coesione sociale degli anni Trenta in Russia.

La nuova attenzione rivolta da Rodchenko al dettaglio permette di mettere in luce l'armonia delle architetture e delle nuove forme create dalla tecnologia, illustrata in mostra con l'immagine della Torre Shukhov del 1929 e con la serie Fabbrica di lampadine elettriche di Mosca realizzata a cavallo degli anni Venti e Trenta.

Mentre La nuova Mosca è documentata con le fotografie della costruzione del Parco della Cultura e della asfaltatura delle strade di Leningrado, e con le immagini di edifici simbolo, quali quello progettato da Ginzburg sul viale Novinski e quello del Mosselprom.

La fotografia di stampo giornalistico è testimoniata dagli scatti dei fotoreportage all'interno dell'ufficio editoriale e dell'archivio del giornale "Gudok" (1928) e quello sui lavori di costruzione di grandi imprese ingegneristiche, in particolare la costruzione del canale che collega il Mar Bianco con il Mar Baltico. Con le acrobazie degli artisti del circo si conclude una narrazione fotografica di grande suggestione, fortemente rappresentativa dello spirito dei nuovi tempi.

 

"Dopo il successo registrato dalla mostra di Roberto Doisneau – afferma il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi – ci prepariamo a ospitare un nuovo straordinario evento con l'esposizione delle opere di uno dei più grandi maestri della fotografia internazionale. Evento frutto della feconda collaborazione che abbiamo instaurato ormai da tempo con il Multimedia Art Museum e l'Istituto Italiano di Cultura di Mosca, portando già lo scorso anno all'organizzazione nella capitale russa di una mostra dedicata alla poetica del paesaggio di Mario Giacomelli. Un'iniziativa, dunque, che va inserita nel quadro che vede oggi Senigallia fregiarsi del titolo di Città della Fotografia, un contenitore di opere, talenti, passioni, visioni e capacità organizzative che ci permette di dialogare con i più prestigiosi poli culturali a livello internazionale e di inserirci nel network delle città d'arte. Il mio più sentito ringraziamento va naturalmente alla presidente dell'Istituto Italiano di Cultura Olga Strada e alla direttrice del MAMM Olga Sviblova, che curerà la mostra di Rodchenko".



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giovedì 18 ottobre 2018

Mostra personale dell'artista Stefano Sesti

Mostra personale dell'artista Stefano Sesti 
"L'ALBERO DELLE MELE"
dal 20 Ottobre al 29 Ottobre   

Vernissage sabato 20 ore 1800. Aperitivo di benvenuto. 

Entrata libera. 


"Perché l'albero delle mele?

Ogni mela è un nostro desiderio, è un nostro gesto o una nostra illusione e sicuramente anche un nostro fatidico "peccato".

L'albero delle mele, o tanti alberi delle mele, sono ovunque intorno a noi, ma sicuramente si trovano nascosti nel più profondo di ogni essere umano dentro i meandri nascosti dei nostri sogni, pronti ad emergere ogni qual volta uno sguardo assorto ammira fisso ed estasiato un orizzonte sperduto nell'infinito".


R. de Lisio

Frammenti d'arte Monteverde Vecchio

Direzione artistica

Via A. Colautti 6/8

00152 Roma

mercoledì 17 ottobre 2018

Etro celebra i 50 anni del marchio con una mostra al MUDEC: Generation Paisley


 
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Etro festeggia i suoi primi 50 anni 

con la mostra Generation Paisley

Tempo, radici e cultura della Maison italiana raccontati al MUDEC di Milano

Milano | Etro ha scelto di festeggiare il suo cinquantesimo anniversario con Generation Paisley, una mostra al MUDEC di Milano, aperta al pubblico dal 23 settembre al 14 ottobre.

 

La celebre casa di moda italiana - fondata nel 1968 da Gerolamo "Gimmo" Etro - con Generation Paisley ha messo in scena un omaggio a tutta la storia aziendale e famigliare attraverso l'esposizione non solo di 50 capi delle collezioni Etro, ma anche di elementi provenienti dalle collezioni personali dei componenti della famiglia.

 
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Fantasiosa, ricca, espressiva e articolata, la mostra è stata pensata come esperienza totalizzante per i visitatori: accolti dalle fronde di un gigantesco albero, sono stati accompagnati in un percorso analogico e stilistico lungo 5 stanze, in cui pareti ricoperte di tessuti, quadreria, giochi di specchi, effetti digitali e tridimensionali, hanno dato luogo a un'esperienza estraniante e al tempo stesso familiare. Un vero e proprio caleidoscopio emotivo attraverso cui Generation Paisley ha permesso ai visitatori di immergersi nell'universo Etro: un mondo dove il fattore culturale è elemento trainante e fondante, e la moda è, prima di tutto, sensibilità esistenziale e di contenuto.

Bonaveri è stata scelta per realizzare oltre 70 figure tra manichini con una originale finitura in gesso spatolato a mano, speciali busti con rivestimenti customizzati, teste e accessori. Figure eteree che hanno aggiunto una ulteriore dimensione espressiva al racconto, dando forma, corpo e materia ai meravigliosi abiti in mostra. 

 
 

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