SEDE
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GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Corso Garibaldi, 4 - Reggio Emilia
www.csart.it/875
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TITOLO
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Stilelibero
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ARTISTI
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Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Antonella Davoli, Gino Di Frenna, Giovanna Magnani, Paolo Manganelli, Oscar Piovosi
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DURATA
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8 – 26 aprile 2017
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ORARIO
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Martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 17.30-19.30, oppure su appuntamento
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INAUGURAZIONE
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Sabato 8 aprile 2017, ore 17.00
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CATALOGO
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In galleria
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lunedì 3 aprile 2017
Galleria 8,75, Reggio Emilia | Stilelibero | 8 - 26 aprile 2017
Mostra personale di Valerio Libralato "Roma in..particolari" dall'8 al 16 Aprile.
Sabato 8 Aprile vi aspetto alle 18,00 per inaugurare questa straordinaria mostra con opere in acquerello su alcuni particolari di Roma e non solo...
Domenica 9 work shop a cura di Valerio Libralato (per info e prenotazioni contattare Frammenti d'arte).
Presentazione a cura di Francesca Piovan:
" La pittura di Valerio Libralato reca in sé meraviglia e sicurezza, immediatezza e riflessione.
La meraviglia dinnanzi ad un capolavoro, la sicurezza e l' immediatezza di una tecnica, l'acquerello, che non permette errori, e la riflessione che sembra placare le tensioni dell'uomo moderno."
...
Frammenti d'arte Monteverde Vecchio
Via A. Colautti 6/8
00152 Roma
Cell. 3470744067
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www.CorrieredelWeb.it
Arriva a Verona la grande mostra > "Toulouse Lautrec. La Belle Époque" > dal 1 aprile al 3 settembre 2017 > AMO Arena Museo Opera - Palazzo Forti, Verona
Henri de Toulouse-Lautrec, Jane Avril (Before Letters), 1893. Color Lithography, 124x91,5 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Eldorado, A. Bruant dans son Cabaret, 1892. Color Lithography, 138x96 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Babylone d'Allemagne, 1884. Color Lithography, 120x84,5 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Divan Japonais, 1893. Color Lithography, 80,8x60,8 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Parigi, fine Ottocento; la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i postriboli, i teatri, le prostitute. Questa è la realtà che vive e rappresenta Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), diventandone il più noto interprete.
Alto un metro e cinquantadue - era affetto da una forma di nanismo - e morto a meno di 36 anni devastato dalla sifilide e dall'alcolismo, Toulouse-Lautrec divenne noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi dell'epoca.
Sue sono le immagini, ben impresse nell'immaginario collettivo, del balletto al Moulin Rouge e di Aristide Bruant e delle discinte prostitute nelle maisons closes (le case chiuse) in cui aveva il suo atelier.
Dal 1° aprile una grande mostra ad AMO-Palazzo Forti celebra il percorso artistico di Toulouse-Lautrec con 170 opere provenienti dall'Herakleidon Museum di Atene.
Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell'epoca riscostruiscono uno spaccato della Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo.
Tra le opere più celebri presenti in mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un'epoca indissolubilmente legata alle immagini dell'aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.
Curata da Stefano Zuffi, la mostra è patrocinata dal Comune di Verona ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.
AGSM, main sponsor ha contribuito significativamente alla sua realizzazione.
Generali Italia, partner di Arthemisia per Valore Cultura, offre gratuitamente a tutti i visitatori l'audioguida della mostra.
La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia, media partner RMC - Radio Monte Carlo e
L'Arena, hospitality partner Due Torri Hotel Verona e champagne partner Maison Perrier Jouët.
L'evento è consigliato da Sky Arte HD.
Il catalogo è edito da Skira.
domenica 2 aprile 2017
La Crocifissione di Guadagnuolo esposta ad Ardea per la Settimana Santa
Come scrive Renato Mammucari: «…Numerosi artisti hanno rappresentato, ognuno a modo proprio, il tema della Crocifissione: Severini, Matisse, Rouault, Picasso, Dix, Dalì, Sutherland, Schiele, Kokoscka, Carrà, De Chirico, Chagall, Cagli, Cassinari, Pirandello, Bacon, Fontana, Martini, Manzù, Greco, Minguzzi, Annigoni, Fazzini, Guttuso, Congdon, Hainal, Guadagnuolo, per fare alcuni nomi, hanno contribuito a rappresentare, con le loro opere di ispirazione sacra, il male attraverso la tensione dei corpi e l'escavazione interiore rivelando che esso sta, purtroppo, all'interno degli uomini e nella vita tra gli uomini.
È il male che mette l'uomo contro l'uomo, l'arte contemporanea lo testimonia bene un po' in tutte le direzioni: dall'aggressività all'assassinio, dal sopruso alla menzogna…
Nella crisi che ha pervaso tutto il Novecento, gli artisti hanno ricercato quella spiritualità abbattuta proprio nel tema del Cristo e della "Crocifissione", che diventa così il soggetto sacro più rappresentato.
Il Crocifisso è l'archetipo umano e il Volto di Cristo dialoga con l'uomo contemporaneo per dare ancora delle risposte riguardo ai crimini sul pianeta e al male dilagante…
Pablo Picasso nel 1930 dipinge una "Crocifissione" che preannuncia "Guernica". Picasso con il suo stile cubista rivela come le atrocità della guerra portano solo morte, dolenza e tormento nella vita dell'uomo.
La Crocifissione, come "Guernica", grava sulla sciagura belligerante, divenendo punto di riferimento per parecchi pittori. In Italia Renato Guttuso, con la sua "Crocifissione" di impianto cubista e di vigorosa espressività, ha raccontato le vergogne del Nazismo e della guerra.
Nel disegno iniziale dell'opera uno dei carnefici a cavallo, che simboleggia il male, presenta i tratti di Adolf Hitler…
Tre artisti diversi tra loro legano al tema della Crocifissione la Resurrezione: Fazzini, Guadagnuolo e Vangi e lo fanno in un modo nuovo per l'iconografia cristiana.
Pericle Fazzini realizza nel 1975, per la Sala Nervi in Vaticano, "La Resurrezione"; un'apoteosi scultorea in bronzo di grande impatto scenografico, che unisce la Crocifissione al momento della Resurrezione.
Nel 1987 il siciliano Francesco Guadagnuolo realizza una sua "Crocifissione", nel dramma dell'uomo contemporaneo, che viene presentata a Roma all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, sorprendendo i presenti per aver prodotto una nuova immagine della Crocifissione; grazie a tale opera viene indicato dalla critica come l'interprete del nuovo realismo del dopo Guttuso.
Nella "Crocifissione" di Guadagnuolo, Cristo continua a morire in un mondo ancora da salvare.
L'artista fa vedere i vizi dell'umanità e i mutamenti dei popoli e dimostra che la classe politica, nonostante le sue insidie, menzogne e fallimenti, sia ancora a governare.
Vediamo in quest'opera il nostro pianeta ferito, afflitto dall'ingiustizia, dallo spasimo umano e dalla cosiddetta cultura della morte (terrorismo), piaga nel terzo Millennio.
Il tema prevalente in quest'opera è la meditazione sull'inquietudine e la crisi umana dei nostri tempi: l'uomo vive nel dubbio e trovandosi carente di certezze diventa inabile nel dare risposte circa la propria esistenza. Il dolore personale, unendosi allo strazio degli altri uomini, diventa universale.
Ci si domanda quale destino sia riservato all'umanità: l'essere umano vive di rinunce, ma viene ancora sorretto da certi valori etici, nell'attesa di un'esistenza più umana. L'uomo riuscirà a dare senso alla propria vita?
Questo interrogativo appare in tutta l'opera che è avvolta da un senso metafisico sul mistero della vita, della morte e della Resurrezione.
Predomina la figura di Cristo, il cui corpo pare mutarsi in anima avvolta da intensa luce solare, che apre alla redenzione dello spirito.
Nel 1999 Giuliano Vangi modella, con argento, oro, bronzo e nichel, un Crocifisso per il Presbiterio del Duomo di Padova, tributario nell'aspetto alla scienza tecnologica.
L'opera manifesta la vittoria della vita sulla morte, la Risurrezione, e lo stesso artista a proposito delle braccia dice: "Spalancate non nel supplizio, ma piuttosto in quest'abbraccio redentivo per l'intera umanità"…».
Come non si può non ricordare "La Crocifissione con soldato" di Giacomo Manzù, anche perché essendo ad Ardea, città tanto cara allo scultore, al punto da lasciargli un bellissimo Museo con la sua "Raccolta Manzù" che è l'orgoglio della Città.
L'opera tratta la storia, ossia l'occupazione tedesca, all'epoca della seconda guerra mondiale. Manzù ha modellato il bassorilievo evidenziando la dolorosa condizione dell'uomo per esprimere la sua ostilità alla guerra.
Conclude il saggio Renato Mammucari: «… Il Cristo è sempre più vicino alla condizione dell'uomo d'oggi e alla sua immagine che incarna la lotta per la dignità umana, la difesa dei principi di libertà e dei diritti umani».
Galleria de' Bonis, Reggio Emilia | ELIO MARCHEGIANI | 7-29 aprile 2017
Castello Medievale, Montecchio Emilia (RE) | BRUNO BARANI | 9 aprile - 7 maggio 2017
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