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lunedì 9 gennaio 2017

Rafael Y. Herman "The Night Illuminates The Night", a cura di Giorgia Calò e Stefano Rabolli Pansera



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Rafael Y. Herman, Tempore V, 2012, 180x230cm 
Rafael Y. Herman            
The Night Illuminates The Night
a cura di Giorgia Calò e Stefano Rabolli Pansera
MACRO Testaccio
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma
Padiglione A
25 gennaio – 26 marzo 2017
Preview Stampa
martedì 24 gennaio 2017 ore 11.00 | RSVP press@larafacco.com
Inaugurazione
martedì 24 gennaio 2017, ore 17.30 - 19.30
Dal 25 gennaio al 26 marzo 2017 il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea Roma ospita la mostra personale di Rafael Y. Herman dal titolo The Night Illuminates The Night, curata da Giorgia Calò e Stefano Rabolli Pansera, e promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
La mostra, nella sede di MACRO Testaccio, si presenta come una grande installazione ambientale in cui dallo spazio buio emergono le opere che si rivelano come epifanie. Nella dialettica fra tenebre e luce, infatti, si sviluppa la poetica di Rafael Y. Herman il cui sguardo rivela un nuovo approccio alla realtà che nasce e si struttura nell’oscurità.
The Night Illuminates The Night si concentra sul lavoro cominciato nel 2010 e completato nel 2016. In questo periodo l’artista ha stabilito un dialogo con i grandi maestri della tradizione occidentale che hanno rappresentato nel corso dei secoli la Terra Santa, pur non avendola mai visitata, ma ispirandosi alle fonti bibliche e letterarie. Rafael Y. Herman ripercorre questa tradizione con il proprio metodo: lo scatto notturno senza ausili elettronici e manipolazioni digitali, che svela ciò che non si vede a occhio nudo. Come i grandi maestri del passato, anche Herman si è voluto porre nella condizione di non poter vedere il paesaggio, pur trattandosi dei luoghi dove è nato e cresciuto, operando nell’oscurità della notte. In questa condizione di voluta cecità l’artista accede alla realtà in un modo nuovo, mediante lo scatto fotografico notturno e mediante lo sviluppo della pellicola nell’oscurità del laboratorio.
Rafael Y. Herman produce così una realtà “ricreata”, decontaminata da qualunque preconcetto soggettivo, offrendo allo spettatore paesaggi che esistono solo nelle opere stesse. L’artista sviluppa la propria ricerca notturna attraverso la scoperta di tre diversi ambienti: la Foresta della Galilea, i campi dei Monti della Giudea e il Mar Mediterraneo. Le sue immagini ci invitano a riflettere sull’invisibile o, come l’artista usa definirlo, il “non visto”; sulla differenza che si dischiude fra ciò che è reale e ciò che invece è solo percepito. Il risultato è straordinario nella cromia innaturale, e nelle forme evanescenti che sembrano emergere da un luogo e un tempo altro dove i colori non sono reali, il tempo sembra essere dilatato e le immagini appaiono oscure. O forse abbaglianti.
La mostra è patrocinata da: Ambasciata d’Israele in Italia–Ufficio Culturale, IIFCA–Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti, AMATA–Amici del Tel Aviv Museum of Art e Cité Internationale des Arts de Paris.
In occasione della mostra verrà presentato il libro d’artista, edito da Mousse, con testi critici di Giorgia Calò, Stefano Rabolli Pansera, Chiara Vecchiarelli e Arturo Schwarz.



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Rafael Y. Herman, Somnum Rubrum, 2012, 71x90inch
Rafael Y. Herman
The Night Illuminates The Night
Curated by Giorgia Calò and Stefano Rabolli Pansera

MACRO Testaccio
Piazza Orazio Giustiniani, 4 – Roma
Pavilion A
25 January – 26 March 2017
Press Preview
Tuesday, January 24th 2017, 11 AM | RSVP press@larafacco.com
Opening
Tuesday, January 24th 2017, 5.30 PM – 7.30 PM

From 25 January to 26 March 2017 MACRO – the Museum of Contemporary Art of Rome – hosts a solo show by Rafael Y. Herman entitled The Night Illuminates The Night, curated by Giorgia Calò and Stefano Rabolli Pansera, and supported by Roma Capitale, Department of Cultural Growth - Superintendent Capitolina of Cultural Heritage.
The exhibition at MACRO Testaccio takes the form of a large environmental installation in which the works emerge from the darkness of the space like revelations. The poetics of Rafael Y. Herman develops in this dialectic between darkness and light. The artist’s gaze reveals a new approach to reality born and structured in darkness.
The Night Illuminates The Night features works that began in 2010 and was completed in 2016. During this period Herman established a dialogue with the great masters of the western tradition who have depicted the Holy Land across the centuries without ever having been there, relying on biblical and literary sources. Herman traces back through this tradition using his own method: nocturnal photography, without electronic aids or digital manipulation, showing only what is visible to the naked eye. Like the great masters of the past, operating in the darkness of the night Herman puts himself in the condition of not being able to see the landscape, even in these places where he was born and raised. The intentional blindness enables the artist to gain access to reality in a new way, through nocturnal photographs and the developing of the film in the darkroom.
Rafael Y. Herman thus produces a “recreated” reality, purged of any subjective preconceptions, offering the viewer landscapes that exist only in the works themselves. He develops his nocturnal research through the discovery of three different environments: the Forest of Galilee, the fields of the Judaean Mountains, and the Mediterranean Sea. His images encourage us to reflect on the invisible or – as the artist calls it – the “non- seen”; on the difference that unfolds between what is real and what is only perceived. The resulting unnatural hues and evanescent forms are extraordinary, seeming to emerge from a place and time where colors are not real, time is stretched and images become obscure or – perhaps dazzling.
The exhibition is supported by: the Israeli Embassy in Italy, Department of Culture; IIFCA, the Italy-Israel Foundation for Culture and the Arts; AMATA: Friends of the Tel Aviv Museum of Art; Cité Internationale des Arts de Paris.
In coordination with the exhibition, an artist’s book will be presented, published by Mousse, with critical writings by Giorgia Calò, Stefano Rabolli Pansera, Chiara Vecchiarelli and Arturo Schwarz.



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Roma, Eataly - 10 gennaio: mostra Scarcity Waste di Syngenta

Eataly ospiterà a Roma Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award

10 gennaio - 9 febbraio 2017, Eataly Roma Ostiense

Le contraddizioni di un pianeta malato di spreco
nelle immagini del premio fotografico internazionale Syngenta.

Roma, 9 gennaio 2016 - Da martedì 10 gennaio 2017Eataly Roma Ostiense ospiterà la mostra Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award, esposizione itinerante che racconta la drammatica contrapposizione tra scarsità e spreco di risorse naturali attraverso le immagini premiate all'edizione 2015 del prestigioso concorso internazionale di fotografia promosso da Syngenta.

Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award torna in Italia dopo essere stata esposta a Milano (Piazza Gae Aulenti) durante il semestre di EXPO 2015 e a Cremona nel Museo Civico Ala Ponzone. 

La mostra fotografica, che sosterà a Roma sino a giovedì 9 febbraio 2017 con accesso gratuito, sbarca nella Capitale in una collocazione particolarmente significativa: il grande centro enogastromico Eataly di Roma Ostiense, tempio della valorizzazione delle eccellenze agroalimentari made in Italy e  della cultura enogastronomica nazionale.

Si tratta di un'associazione forte e del tutto pertinente, dato che il percorso espositivo di Scarcity-Waste - Syngenta Photography Award è una riflessione per immagini sul tema, attualissimo, dello spreco delle risorse planetarie, con tutto ciò che comporterà sulla disponibilità futura di acqua e cibo e sulle nostre abitudini alimentari. 
Entro il 2050, infatti, la domanda di cibo è destinata a raddoppiare

Ogni anno, tuttavia, circa 1/3 dell'intera produzione alimentare viene sprecato e ogni secondo si perdono superfici coltivabili delle dimensioni di un campo di calcio a causa dell'erosione del suolo e dell'urbanizzazione.

La mostra affronta la tematica attraverso la forza evocativa delle immagini selezionate dalla giuria del Syngenta Photography Award, premio organizzato annualmente da Syngenta per promuovere il dialogo e creare consapevolezza sulle sfide che il pianeta deve gestire. 

L'allestimento presenta la rosa dei progetti fotografici migliori tra quelli presentati da oltre 2.000 fotografi professionisti e amatoriali di tutto il mondo, tra cui il primo premio 2015 nella categoria professionisti, assegnato al documentarista Mustafah Abdulaziz per la serie "Water", e la foto "Shijazhuang AQI 360, 2014" del tedesco Benedikt Partenheimer, vincitrice nella categoria amatoriale.

"La presenza della mostra a Eataly Roma Ostiense testimonia l'attenzione e la vicinanza della nostra azienda, interamente dedicata all'agricoltura, alla tematica della disponibilità di cibo di qualità e in abbondanza per le generazioni a venire" - spiega Luigi RadaelliAmministratore Delegato di Syngenta Italia. "Si tratta di un argomento che interroga e chiama in causa anche la filiera delle produzioni agroalimentari italiane di eccellenza, di cui Eataly è un'espressione autorevole e di successo." 



Syngenta
Syngenta è una delle principali aziende dell'agro-industria mondiale. Il gruppo impiega più di 28.000 persone in oltre 90 paesi che operano con un unico proposito: Bringing plant potential to life (Sviluppare il potenziale delle piante al servizio della vita). 

Attraverso l'elevata competenza scientifica, la presenza su scala mondiale e l'impegno nei confronti dei clienti e dei partner, contribuiamo ad accrescere la produttività delle colture, a proteggere l'ambiente e a migliorare la salute e la qualità della vita. 

Per maggiori informazioni su Syngenta potete consultare i siti web www.syngenta.com  www.syngenta.it e www.goodgrowthplan.com

Per ulteriori informazioni sul Syngenta Photography Award, visitare il sito: www.syngentaphoto.com

Segui il Syngenta Photography Award  

INFORMAZIONI SULL'ESPOSIZIONE 
Date: 10 gennaio – 9 febbraio 2017
Indirizzo: Eataly Roma Ostiense - Piazzale 12 Ottobre 1492, 00154 Roma
Orari di apertura: tutti i giorni da lunedì a domenica 9 - 00


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www.CorrieredelWeb.it

domenica 8 gennaio 2017

Inaugurazione mostra SOTTOPELLE di Rachele Moscatelli



Teatro comunale San Teodoro di Cantù

RACHELE MOSCATELLI

SOTTOPELLE



a cura di Elisa Fusi

Inaugurazione: domenica 15 gennaio 2017 ore 19


In mostra fino al 10 febbraio 2017


Il Teatro comunale San Teodoro di Cantù è lieto di presentare SOTTOPELLE, mostra personale dell'artista Rachele Moscatelli (Cantù, 1993) a cura di Elisa Fusi. 



Dal 15 gennaio al 10 febbraio 2017 gli spazi del teatro canturino presentano la recente produzione della giovane artista: tredici opere di medie e piccole dimensioni realizzate su carta e tela, appartenenti alla serie Collezione di Madonne; una grande installazione fotografica dal titolo Nuotare è come volare; un'installazione site-specific allestita sul palco del teatro esclusivamente per la serata di inaugurazione, che metterà in scena una Crocifissione al femminile ambientata in un salotto borghese.

L'esposizione testimonia l'interesse dell'artista per la rappresentazione della figura femminile indagata da un lato come icona di bellezza pubblicitaria e dall'altro come depositaria dell'affetto ma anche deldolore materno, come avviene nell'iconografia sacra


Nella volontà di unire apparenza e sostanza, contemporaneità e tradizione, voleri e valori, Moscatelli affronta con un linguaggio semplice e diretto l'aspetto estetico, sociologico e antropologico della questione dell'identità femminile, accantonando gli ideologismi a favore di una presa diretta con la realtà e l'esperienza personale.


La mostra si apre con la serie Collezione di Madonnesei opere realizzate tra il 2015 e il 2016 con il collage, la stampa digitale e la stampa calcografica su carta. 


Come il ragno perde la sua pelle e il baco da seta il suo involucro, queste Madonne nate dalla contemporaneitàperdono le loro sembianze per diventare simboli di maternità e disofferenza. 



Sono figure perturbanti ed enigmatiche, prelevate dalle pagine patinate delle riviste di moda e dalle pubblicità e poi manipolate e distorte nella loro fisionomia attraverso diverse tecniche tra cui l'incisione e il collage per far emergere il dolore del loro vissuto. 

Soffocate, lacerate e incise in superficie, si ergono solitarie in primo piano con colli allungati, sorrisi stridenti e sguardi insani.


Una sofferenza del tutto femminile che caratterizza anche l'installazione che trova luogo sul palco del teatro:  una Crocifissione che rovescia la tradizionale iconografia mostrando come il dolore della vergine per la morte del figlio sia così forte da diventare lei stessa oggetto dellacrocifissione. 


La crocifissione è però un'allusione simbolica e metaforica: non siamo su un monte e non ci sono croci, ma pochi elementi ambientano la scena all'interno di un salotto; non ci sono personaggi dalle sembianze umane ma una serie di fantocci realizzati dall'artista con calzamaglie ricolme di ovatta o di bachi da seta ormai estinti (il protagonista), quali interpreti della fecondità materna ma allo stesso tempo dell'aborto

La loro disposizione richiama la Crocifissione di Matthias Grünewaldun'opera del Cinquecento che colpisce per la resa efficace dell'agonia dei personaggi, e di cui troviamo un dettaglio tra le pagine del libro d'artista Rachele aperto al centro del palco

Si tratta di un libro di memorie, appunti e paragoni visivi che racchiude l'intero processo di ideazione di questa mostra e l'indagine svolta negli anni sull'identità femminile. 

Ed è da queste pagine, dall'associazione visiva tra una Crocifissione dipinta da Francis Bacon e una statua raffigurante la Madonna sofferenteche nasce l'idea di una crocifissione al femminile, in cui il dolore della Madonna diventi altrettanto forte e universale

Un intreccio di riferimenti iconografici storico-artistici ma anche autobiografici, nati da una presa diretta con la realtà. 

Su un secondo piano di lettura, infatti, l'approccio alla sofferenza è intimo e personaleproveniente dalla perdita di una familiare. E quindi il body, il cassetto, le fotografie: elementi di una storia privata che circoscrivono all'ambito personale un'iconografia di portata universale.


La sofferenza trova infine pace nell'ultima opera, una composizione di grande formato che chiude concettualmente la mostra proponendo una sorta di catarsi, di resurrezione. 

Nuotare è come volare è un'installazione composta da una sequenza di 30 fotogrammi prelevati in ordine non consequenziale dal cortometraggio The land of men(1966) del regista armeno Artavazd Peleshyan

Con il procedimento della cianotipia, i fotogrammi prescelti sono stati impressi dall'artista mediante la luce solare su carta fotografica scaduta, poi fissata in camera oscura. 

La disposizione finale dei fotogrammi propone un'analogia visiva tra le immagini di nuotatori, paracadutisti e un astronauta immersi nell'acqua o nell'aria, circondati dal vuoto

E con questa condizione di leggerezza si chiude la mostra, aprendo una via verso l'ascensione e la ricongiunzione con qualcosa che era primalontano e inafferrabile.


Note biografiche

Rachele Moscatelli è nata a Cantù (CO) nel 1993. Dopo essersi diplomata all'Istituto d'Arte Fausto Melotti di Cantù, si laurea in Grafica all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, dove attualmente frequenta il biennio di specialistica nello stesso indirizzo di studio. 

Ha partecipato a diverse mostre collettive e collaborato con studi di visualdesign per installazioni e progetti espositivi. Questa è la sua prima mostra personale.


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Rachele Moscatelli
SOTTOPELLE
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione domenica 15 gennaio 2017, ore 19
In mostra fino al 10 febbraio 2017
Teatro Comunale San Teodoro, via Corbetta 7, Cantù (CO)
Ingresso libero
La mostra è visitabile negli orari di apertura del teatro, in presenza di spettacoli teatrali e durante gli aperitivi della domenica. 
www.teatrosanteodoro.it | www.rachelemoscatelli.it
Mail. mostre@teatrosanteodoro.it | Tel. 347 8086566


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