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domenica 11 settembre 2016

Mostra "MARIA SAVINO. Percorsi luminosi" > 22 settembre - 14 ottobre 2016 > Complesso del Vittoriano - Ala Brasini, Roma

MARIA SAVINO. Percorsi luminosi
Al Complesso del V
ittoriano - Ala Brasini di Roma dal 5 al 31 luglio 2016

Luce, natura, spazio ed eleganza delle forme. Sono questi gli ingredienti che nelle mani di Maria Savino si trasformano nelle singolari ed esclusive opere di Percorsi luminosi, la mostra che dal 22 settembre al 14 ottobre 2016 arricchisce gli spazi della Sala Giubileo presso il Complesso del Vittoriano - Ala Brasini di Roma.

Con 23 opere - alcune delle quali realizzate appositamente per l’esposizione romana come quelle della serie Frammenti -, la mostra racconta gli aspetti più significativi dell’evoluzione stilistica e della ricerca artistica in continua trasformazione di Maria Savino (1971, Vimercate), artista poliedrica che ha scelto la luce come medium espressivo principale del suo lavoro.


Elemento in grado di valicare confini e barriere spaziali, scevro di alcun limite di intensità e manifestazione emblematica della vita, è la luce che viene qui adoperata come relazione di idee, collegamento tra gli oggetti e amplificatore di concetti.

Ad aprire il percorso espositivo, una sequenza dei primi lavori realizzati con lastre in acciaio di forte impatto visivo (come in Percorsi luminosi Rosa e Percorsi luminosi Celeste del 2015), possenti e sinuose forme attraversate da fili di vari colori che si riflettono sulla superficie specchiante dando vita a visioni e sensazioni differenti per l’osservatore.



 
In questo continuum cronologico ed evolutivo, l’artista presenta poi installazioni tridimensionali luminose monocrome, che amplificano le tematiche già evidenziando il percorso di sinaptici collegamenti per un do ut des: lavori realizzati con materiali e tecnologia semplici (materiali come fili, lampadine led, sfere in plexiglass, smalti, foto, quotidiani, radiografie e altro ancora), che si presentano al visitatore con sfere luminose su basi uniformi di vari colori, come satelliti dai quali partono fili opachi, come rami di vegetazione, segnali di vita. Appartengono a questa sezione opere delle serie Frammenti e Filo conduttore

Fili radicati sorgono e viaggiano su tragitti liberi per relazionare “Mondi” (sfere) e realtà differenti (nell’opera Filo conduttore 6 le sfere, come nel sistema Copernicano, orbitano nell’immenso giallo solare come pianeti culturali relazionati da “fili conduttori”).
 

La sfericità rende più limpido il linguaggio eliminando angoli chiusi e reconditi, in cui ogni singolo spazio acquisisce pari dignità indipendentemente da ciò che lo anima e dall’energia che lo fa pulsare. Il cangiante alternarsi di colori determina, infine, la dialettica (dei fili) tra opposti (Filo conduttore 8, 2016). 

La mostra è curata, prodotta e organizzata da Maria Savino, in collaborazione con Studio Lattuada, Milano e vede come sponsor tecnico C.M.D. Paderno d’Adda.
 

Il catalogo è edito da Gangemi Editore.


Info
Ingresso Gratuito
www.ilvittoriano.com

Picasso. L’opera ultima. Omaggio a Jacqueline, una mostra da non perdere



Fondation PIERRE GIANADDA - martignY
Rue du Forum 59 - 1920 Martigny (Svizzera)
Tel.: (+41) 27 722 39 78  www.gianadda.ch

17 giugno - 20 novembre 2016
tutti i giorni, ore 9-19


Trent’anni fa, il 15 ottobre 1986, moriva Jacqueline Roque, la donna che Pablo Picasso conobbe nel 1952 e che divenne sue moglie nel 1961. Nell’anniversario la Fondation Pierre Gianadda presenta un insieme eccezionale di dipinti, incisioni, linoleografie, ceramiche e sculture, che mettono in luce l’opera tarda di Picasso, segnata fortemente dalla presenza di Jacqueline che gli fu donna fedele e modella fino all’ultimo.

Da questo amore Picasso trasse nuova linfa sia per la vita che per l’arte. Jacqueline si impossessò delle sue opere, ne divenne il tema fondamentale. Basti pensare che nel 1962, l’anno successivo al matrimonio, Picasso realizzò ben 70 opere (dipinti, disegni, cermiche e incisioni) con Jacqueline come modella.  Nel 1963 il suo volto o la sua figura comparvero ben 160 volte nella sua produzione.

La mostra presenta, in un percorso cronologico e tematico, più di un centinaio di opere provenienti dalla collezione della famiglia dell’artista, dalle più grandi collezioni pubbliche (Musée Picasso, Parigi; Musée national d’art moderne-Centre Pompidou, Parigi; Museu Picasso, Barcellona…) e da collezioni private, opere che danno conto della varietà e dell’importanza della produzione degli ultimi anni di Picasso.

Un catalogo, abbondantemente illustrato e curato, come la mostra, da Jean-Louis Prat, già direttore della Fondation Maeght, accompagna l’esposizione raccogliendo i testi introduttivi di Prat e di Leonard Gianadda, oltre a saggi di storici come Brigitte Leal e Marìa Teresa Ocaña, direttrice del Museo Nacional de Arte de Cataluña, già direttrice del Museu Picasso di Barcellona, e la riproposizione di testi fondamentali di René Char e di Pierre Daix

Oltre alla mostra Picasso. L’opera ultima sono visitabili alla Fondation Pierre Gianadda il Parco delle Sculture, il Museo gallo-romano e il Museo dell’automobile.

ingresso: adulti CHF 20  terza età: CHF 18   famiglie: CHF 42  bambini >10 anni e studenti: CHF 12

Tunnel del Gran San Bernardo ritorno gratuito presentando il biglietto della mostra.

sabato 10 settembre 2016

Prometeogallery di Ida Pisani | Santiago Sierra - The Trough | opening September 15, 7 pm, Milan

Santiago Sierra

The Trough

Prometeogallery di Ida Pisani
Via G. Ventura 3, Milan

Opening: September 15, 2016, 7 pm
From September 16 to November 12, 2016


Prometeogallery is proud to present The Trough, a solo exhibition by Spanish artist Santiago Sierra. The exhibition is the second and last part of a project begun in July 2015 at Centrale Fies in Dro (TN) in the context of the Drodesera Festival.

On the occasion of the festival, the first part of the work featured a laevogyrate swastika placed at a forty-five degree angle on a black & white tiled surface surrounded by four average-height walls separating off the space but allowing the public to get up close to the lives in captivity of a group of ordinary mice. The swastika acted as a recipient containing soymilk, a trough the rodents went to for food. Moulded in this way, the swastika – this time dextrorotatory - was later moved by the artist to the Karni Mata temple in Deshnoke in Rajastan, devoted to a Hindu woman worshipped as the incarnation of the goddess Durga – 'the invincible', 'the inaccessible' – where mice are venerated.
 
Each element of The Trough goes beyond representation to open a dialogue with history in an interweaving of symbols that have acquired different meanings over the various eras and cultures. From the initial symbolism of the swastika that from the Palaeolithic to the modern age stood for good fortune and that in contemporary history saw its symbolic meaning inverted negatively, to the black and white chessboard pavement of the Karni Mata temple rebuilt in Dro, from the mice to the milk and its white colour, to the marble pedestal that becomes the supporting base to the sculpture initially used as a trough.

The Trough is a circular exhibition through which the artist invites the public to go beyond stereotypes and simplifications.

The exhibition is accompanied by a critical text by Fernando Baena.
A culinary event dedicated to the cuisine of the Andes will be held during the inauguration of the event.

Mostra: Valeriano Ciai, 1928–2013 Segni e Memorie

Luca Bergamo, Assessore alla Crescita culturale Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali
sono lieti di annunciare l'inaugurazione della mostra
 
Valeriano Ciai 
1928  — 2013, Segni e Memorie

INAUGURAZIONE
Giovedì 15 Settembre 2016, ore 18
16 Settembre – 6 Novembre 2016
da Martedì a Domenica ore 10-20

La mostra antologica del pittore romano Valeriano Ciai, da un progetto di Claudio Zambianchi e Alice Mirti, e promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, ripercorre l'itinerario di un maestro della figurazione romana del secondo '900 attraverso una scelta di opere pittoriche dal 1959 al 2013. 

Invito digitale (PDF)

Museo di Roma in Trastevere
Piazza di Sant'Egidio, 1/b, Roma
Phone: +39 06 0608
museodiromaintrastevere.it
 

Mostra Daniele Galliano “We're gonna have a real good time together” a cura di Graziano Menolascina


 NEA

presenta

Daniele Galliano
"We're gonna have a real good time together"

a cura di Graziano Menolascina

Venerdì 23 settembre alle ore 19, Nea inaugura "We'regonna have a real good time together", la personale dell'artista piemontese Daniele Galliano, curata da Graziano Menolascina per la galleria napoletana di Luigi Solito.


"Con il progetto We're gonna have a real good time together (settanta opere in olio su carta che formano un'unica grande installazione), Daniele Galliano mette in scena la decadenza degli uomini di potere - politici, bancari, affari-sti - e del mondo spietato che rappresentano nell'atto della loro dissoluzio-ne.

Tradizionalmente la testa è considerata sede dell'anima, della vita, della forza, del daimon o genius (spirito divino). 

La sottrazione dei lineamenti e la loro dissoluzione nei volti di Galliano priva i personaggi non solo della loro specificità e identità, istanza irriducibile di ogni essere umano, ma della loro stessa anima. We'regonnhave a real good time together, rispecchia quella determinata classe sociale che ancora vuol far crederci che tutto va bene! Uomini che fingono di essere quello che nemmeno lontanamente sono. 

Trasmettono un'immagine completamente differente da ciò che realmente è. Un mondo dominato dall'ipocrisia, in cui la stessa storia è sempre scaduta in una cronaca asettica di una quotidianità avvilente in cui i confini tra il bene e il male sono stati per lo più labili e in mano alla moda del momento. 

Una categoria impostata e programmata attraverso specifici stilemi di  formazione dell'identità, che comprende quattro componenti: identificazione, individuazione, imitazione e interiorizzazione. 

Con la prima il soggetto si rifà alle figure rispetto alle quali si sente uguale e con le quali condivide alcuni caratteri; produce il senso di appartenenza a un'entità collettiva definita come "noi" (famiglia, patria, gruppo di pari, comunità locale, nazione, fino ad arrivare al limite dell'intera umanità). 

Con la componente di individuazione il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia dai gruppi a cui non appartiene (e, in questo senso, ogni identificazione/inclusione implica un'individuazione/esclusione), sia dagli altri membri del gruppo rispetto ai quali il soggetto si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali e per una propria storia individuale (biografia) che è sua e di nessun altro. 

Attraverso l'imitazione, che è intesa come attività di riproduzione conscia e inconscia di modelli comportamentali, l'individuo si muove in maniera differente all'interno della società a seconda del contesto sociale in cui si trova. 

Infine, l'interiorizzazione permette al soggetto di creare un'immagine ben precisa di sé grazie all'importanza che hanno i giudizi, gli atteggiamenti, i valori e i comportamenti degli altri su noi stessi. Tutti noi rivestiamo più ruoli, di conseguenza abbiamo un'identità multipla, definita come identità sociale. 

È opportuno, infatti, chiarire che l'identità è contestuale e relazionale, cioè essa può variare in base al contesto, al ruolo che si intende assumere in tale contesto e alla posizione, autodeterminata o meno, che si gioca (o ci viene fatta giocare dagli altri con le loro identità) all'interno della rete di relazioni e percezioni (simmetriche ed asimmetriche) al cui interno ci si trova inscritti e attivi. 

Esempio: quando attraverso la dogana, quella che conta è la mia identità nazionale e non quella religiosa o professionale. Proprio per questa molteplicità, perché possa essere compreso il concetto di identità, è necessario assumere, allora, che vi debba essere un elemento di riferimento: l'alterità. 


Daniele Galliano nasce a Pinerolo nel 1961.
Autodidatta di formazione, comincia ad esporre a Torino, dove vive e lavora, all'inizio degli Anni '90, conquistandosi velocemente un posto di rilievo all'interno di quella nuova scena pittorica italiana che muove i suoi primi passi alla fine degli anni Ottanta. 

Il suo "realismo fotografico", le sue immagini di luoghi e persone, cominciano ben presto a farsi notare oltre i nostri confini, e gli consentono di partecipare ad importanti personali e collettive in Europa e negli Stati Uniti, tra le quali: la 53 Biennale di Venezia nel 2009, la Galleria d'Arte Moderna di Roma, Palazzo Reale, Milano, La Galleria d'Arte Moderna di Torino, la Biennale dell'Avana, WifredoLam Art Center for Contemporary Arts, Cuba, la Galleria Civica Contemporanea di Trento, il Museo Sale-Spazio arte Legnano, Milano, l'Urban Plannin Exhibition Center di Shanghai, Cina, il Capital Museum Bejing, Cina, KunsthalleGoppingen, Germania, il Museo d'Arte di Nuoro, la Galleria Annina Nosei, New York, la Galleria Distrito Cu4tro, Madrid, Spagna, le Magasin, Grenoble, Francia, Livingstone Gallery, Den Haag, Olanda, Artiscope, Bruxelles, Belgio, la Galleria In Arco di Torino.

Nel 2013 ha presentato alla videoteca della Galleria d'Arte Moderna di Torino il suo primo film di animazione composto da 1.465 disegni realizzati a matita su carta.

Sue opere sono entrate in importanti collezioni pubbliche e private quali la Galleria Civica d'arte Moderna e Contemporanea di Torino, la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, il MART di Trento e Rovereto, la collezione VAF e la Collezione Unicredit Private Banking di Milano.


luogo espositivo: NEA | Via Costantinopoli 53 | Piazza Bellini 59 | Napoli
data inaugurazione: venerdì 23 settembre 2016, dalle ore 19.00 
durata: 23 settembre – 30 ottobre 2016
orario: lunedì – domenica dalle 9.00 alle 2.00 am
ingressolibero
info: 081451358 | info@spazionea.it 



via Costantinopoli 53 / piazza Bellini 59 | 80138 napoli | 081 451358
Studio NEA: via Bellini 42 | 80135 napoli | 081 18705839
info@spazionea.it | www.spazionea.it



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