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mercoledì 20 luglio 2016

Mostra "Barbie. The Icon" > Promo Famiglia per l'estate fino al 31 agosto > Palazzo Albergati, Bologna


Promo Famiglia per l'estate di
Barbie. The Icon
Da oggi e fino al 31 agosto è possibile acquistare il pacchetto famiglia
al prezzo scontato di 22 € anziché 35,50 €


(22 € Biglietto open + prevendita se acquistato on line)  

fino al 2 ottobre 2016 > Palazzo Albergati, Bologna



Barbie. The icon © Mattel Inc.
Da oggi al via la Promo Famiglia per la mostra Barbie the Icon in corso a Palazzo Albergati di Bologna.
Per agevolare le famiglie che rimangono in città nel periodo estivo, da oggi e fino al 31 agosto è possibile acquistare il pacchetto famiglia al prezzo scontato di 22 € (più diritti di prevendita se acquistato online) invece di 35,50 €, con un risparmio di oltre 13,00 €.
Il biglietto da diritto all'ingresso in mostra di due adulti e un massimo di 3 bambini.
Per maggiori informazioni www.palazzoalbergati.com

Il suo vero nome è Barbara Millicent Roberts, ma per tutti è solo Barbie.
Barbie è un'icona globale, che in 57 anni di vita è riuscita ad abbattere ogni frontiera linguistica, culturale, sociale, antropologica. Per questo motivo la sua figura attrae sempre più l'attenzione come fenomeno culturale e sociologico e per questo è celebrata nelle più importanti sedi museali del mondo.
Dal 18 maggio e fino al 2 ottobre 2016 Palazzo Albergati a Bologna ospita una delle più ampie retrospettive dedicate a Barbie – con oltre 500 pezzi esposti - contemporaneamente al Louvre di Parigi e al Vittoriano di Roma.

Con il patrocinio del Comune di Bologna la mostra Barbie. The Icon, curata da Massimiliano Capella, è coprodotta da Arthemisia Group e 24ORE Cultura – Gruppo 24ORE e realizzata in collaborazione con Mattel.
La mostra è realizzata anche grazie Trenitalia sponsor tecnico, con supporto di Il Sole 24 ORE, Domenica 24 ORE e Radio24.

La mostra bolognese si compone di 531 Barbie, e si potranno ammirare Barbie provenienti da tutto il mondo, Barbie vestite dai più grandi stilisti, e molto altro ancora.
Per l'occasione saranno presentati alcuni "modelli" del tutto inediti, quali quelli Vintage degli anni sessanta o le fashion Silkstone Barbie Dolls alle quali è dedicata un'inedita sezione.
Note anche come Fashion Model Barbie Dolls e Lingerie Model Barbie Dolls, queste furono fatte di una plastica molto dura, per imitare la porcellana. Popolari fin da subito per il loro sapore vintage, conquistano un posto d'eccezione all'interno di molte collezioni.

Barbie. The Icon racconta l'incredibile vita di questa bambola che si è fatta interprete delle trasformazioni estetiche e culturali della società lungo oltre mezzo secolo di storia ma, a differenza di altri miti della contemporaneità che sono rimasti stritolati dal passare del tempo, ha avuto il privilegio di resistere allo scorrere degli anni e attraversare epoche e terre lontane, rappresentando oltre 50 diverse nazionalità, e rafforzando così la sua identità di specchio dell'immaginario globale.

Dal giorno in cui ha debuttato al New York International Toy Fair, esattamente il 9 marzo 1959, Barbie ha intrapreso mille diverse professioni. È andata sulla luna, è diventata ambasciatrice Unicef e ha indossato un miliardo di abiti per 980 milioni di metri di stoffa. Soprattutto Barbie è cambiata con lo scorrere del tempo, non solo delle mode o della moda, e si è trasformata per essere sempre al passo con il mondo. Ed è diventata una vera e propria icona.

Il percorso espositivo è studiato per offrire diversi livelli di lettura: alle informazioni di approfondimento storico e culturale per il pubblico adulto, si affiancano postazioni pensate per i bambini che, attraverso una serie di attività coinvolgenti, potranno approfondire la storia di Barbie.



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martedì 19 luglio 2016

Per la XXI Triennale di Milano, Francesco Librizzi mette in scena la prima stanza dell’uomo: il D1. In mostra all’interno di“Stanze. Altre filosofie dell’abitare” un’istallazione poetica che ci parla delle origini dell’abitare.

Alla XXI Triennale di Milano, nell'ambito della mostra"Stanze. Altre filosofie dell'abitare" - a cura di Beppe Finessi - Francesco Librizzi interpreta lo spazio secondo la propria poetica, mettendo in scena la prima stanza dell'uomo. 

Si chiama D1, è una stanza che racconta la scoperta dello spazio domestico: la rivelazione della linea che ci divide dalla natura, oltre la quale lo spazio non è più selvatico.

La scoperta dello spazio domestico
D1 mette in scena un modo di abitare senza tempo, radicato nella memoria collettiva di tutto il bacino mediterraneo: un ambiente vuoto, posizionato al centro, che fa da cardine a una serie di spazi satellite che gli orbitano attorno. 

D1 fa leva sulla fantasia mitica di un momento originario in cui, per la prima volta, un uomo si è fermato perché affascinato dalle qualità di un luogo e ha deciso di rimanervi.

In questo senso D1 è la "prima stanza dell'uomo": il luogo con cui ci siamo identificati e dove ci siamo accorti di non essere più nomadi; quel luogo al centro di tutto dove portiamo ciò che raccogliamo nel nostro cammino e attorno al quale costruiamo la nostra casa.

La creazione dello spazio
Lo spazio è formato da tre recinti concentrici di esili colonne di metallo colorato, che sospendono a quote diverse una linea continua di trabeazione. 
- Il primo recinto è un limite blu, che separa dallo spazio esterno e porta dal paesaggio all'architettura. 
- Il secondo, in rosso, è la soglia che identifica e contiene lo spazio interno. 
- Il terzo limite è il perimetro di un tavolo, che determina il passaggio di scala da uno spazio degli uomini ad uno popolato da oggetti. 
Sul piano del tavolo un "trionfo" di microarchitetture celebra il valore degli oggetti che scegliamo di portare con noi. 
Un cielo architettonico incombe, creando una volta artificiale che - proiettandosi sullo spazio interno - determina il campo in cui orbitano gli arredi. 
La stanza rivela i propri limiti gradualmente, manifestando la soglia tra interno ed esterno per evidenziare il ruolo dell'architettura nella mediazione tra paesaggio, spazio domestico e oggetti.
D1 è in effetti il progetto della soglia che ci divide dalla natura, oltre la quale lo spazio non è più selvatico ma domestico.

La struttura 
La struttura del D1 esplora la molteplicità di soglie e involucri nei passaggi di scala in architettura. 
La presenza di elementi strutturali a vista, mette in luce l'influenza che gli oggetti hanno nel determinare i campi di esercizio delle nostre azioni. Recinti concentrici compongono la dialettica tra interno ed esterno, da cui si generano una molteplicità di spazi possibili.

Realizzata da De Castelli con precisione assoluta, la sezione degli elementi metallici che costituiscono la trabeazione varia a seconda dell'altezza da terra della trabeazione stessa, da un minimo di 25x25 mm fino ad un massimo di 25x70 mm. 
Per evidenziare la natura profondamente metallica della struttura si è scelto di utilizzare una finitura che avesse un tono cromatico ma che lasciasse trasparire le caratteristiche materiche dell'acciaio. 

Trionfi da tavola
Il tavolo del D1 racconta la necessità per l'uomo di assegnarsi limiti. Sul tavolo campeggiano delle micro architetture; i "trionfi da tavola" mettono in scena la necessità dell'uomo di dare rilievo e portare in evidenza ciò in cui crede e che ritiene importante tenere con sè
Realizzati da Emmemobili, sono costituiti da elementi in ottone tagliati ad acqua, sono assemblati e saldati in argento per formare telai continui con struttura reticolare. 

Le sedute e la scelta di stare.
Nella "prima stanza dell'uomo", le sedie esprimono la sua consapevolezza di voler rimanere in quel luogo. Sedute diverse ci raccontano il tempo molteplice che viviamo nello spazio domestico: l'azione attorno a un tavolo o semplicemente la necessità di sedersi. 
Realizzate da Zanotta, le sedie con braccioli nascono in continuità con due tradizioni: da una parte riprendono l'immagine delle poltroncine di Vienna, dall'altra si rifanno all'interpretazione moderna delle sedute in tubolare di acciaio che sfruttano le proprietà elastiche del metallo introducendo il tema della seduta "cantilever".
Il risultato è una sedia dall'impressione fortemente familiare ma con una innovazione tecnica originale.
I telai sono realizzati con un profilo di acciaio estruso a sezione quadrata piena di 12 mm.

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Struttura: De Castelli 
Sedute: Zanotta
Trionfi da tavola: Emmemobili
Marmi: Lo Bianco Marmi
Opere in cemento: Sara Galli

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XXI Triennale International Exhibition
Palazzo dell'Arte, Milano

"21st Century. Design after Design"
2 aprile – 12 settembre 2016
Stanze. Altre filosofie dell'abitare
Curatore: Beppe Finessi

Progetto di allestimento: Gianni Filindeu 
Progetto grafico: Leonardo Sonnoli
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Francesco Librizzi 
www.francescolibrizzi.com

Architetto, classe 1977.
Il suo lavoro è stato esposto da istituzioni quali il Louvre di Parigi, la Triennale di Milano, la Biennale di Venezia. 
Ha ricevuto premi e riconoscimenti come il Prix Émile Hermès (2008), la Menzione d'Onore Compasso d'Oro (2014)
Casa G, cover project di Abitare 538, per le sue qualità spaziali e materiche nel 2015 ha vinto il premio "AZ Awards" come Best Residential Interior 2015 e il PremioArchmarathon 2015 nella sezione "Private Housing". 
Tra gli allestimenti più rilevanti, il progetto del Padiglione Italia alla XII Biennale di Architettura di Venezia nel 2010, il Padiglione del Bahrain alla XIV Biennale di Architettura di Venezia nel 2012, la mostra "Gino Sarfatti: il design della luce" alla Triennale di Milano del 2012. 
Nel 2013 è stato invitato a progettare una installazione dedicata a Bruno Munari, per la VI edizione del Triennale Design Museum. 
Nel 2016 è tra gli 11 progettisti invitati dalla XXI Triennale per progettare una ambiente nella mostra Stanze. Altre filosofie dell'abitare. A cura di Beppe Finessi.
Attualmente insegna Architettura degli Interni presso il Master di Interior Design di Domus Academy e la Facoltà di Architettura di Genova.


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Fino a domenica 24 luglio la mostra "SENNA. L'ultima notte insieme" > Autodromo Nazionale di Monza, Museo della velocità


Ayrton Senna













L'ultima notte




La mostra | foto di Ercole Colombo, testi di Giorgio Terruzzi
Autodromo Nazionale Monza, Museo della velocità


> ULTIMI GIORNI, fino a domenica 24 luglio 
> A grande richiesta, dal 1 settembre 2016 la mostra sarà ospitata all'Arengario di Monza 




Imola - G.P. San Marino, 1994 © FOTO ERCOLE COLOMBO







Ultimi giorni per poter visitare la mostra "Ayrton Senna. L'ultima notte" in corso all'Autodromo Nazionale Monza, Museo della Velocità fino a domenica 24 luglio 2016.

Circa 14.000 persone hanno potuto ripercorrere, attraverso le straordinarie fotografie di Ercole Colombo ed un emozionante racconto di Giorgio Terruzzi, i momenti più significativi della vita del grande pilota. 


Un percorso espositivo emozionante che, a grande richiesta e in occasione della tappa monzese del Formula 1 Gran Premio Heineken d'Italia 2016, sarà riproposto all'Arengario di Monza dal 1 settembre al 25 settembre 2016Un'ottima opportunità per gli appassionati di Formula 1 di rivivere la carriera sportiva, ma anche gli aspetti più intimi di Ayrton Senna.


Era un campione ammirato e celebrato. E' diventato un mito il 1° maggio del 1994, quando, a 34 anni, perse la vita in seguito ad un gravissimo incidente sulla pista di Imola. Ayrton Senna è stato senza dubbio un pilota straordinario, un uomo - soprattutto - che ha lasciato un segno indelebile non solo nell'universo sportivo.

L'idea della mostra "Ayrton Senna. L'ultima notte" nasce dal libro scritto dal giornalista Giorgio Terruzzi intitolato "Suite 200. L'ultima notte di Ayrton Senna" (editore 66THAND2ND, collana "Vite inattese", 2014). Un romanzo avvincente da cui emergono gli ultimi momenti della vita e le riflessioni del grande pilota nel suo approssimarsi al momento fatale. 

Attraverso una selezione di circa cento fotografie di Ercole Colombo - uno dei più grandi fotografi della Formula 1  e il racconto di Giorgio Terruzzi, la mostra ripercorre i momenti più significativi di Ayrton Senna: gli inizi con il kart, l'esordio nel mondo della Formula 1, le vittorie e le sconfitte storiche, gli amici colleghi e i piloti rivali, il rapporto complesso con Alain Prost, gli amori, la fede, le dinamiche famigliari e le sue ultime, drammatiche ore in pista.

La mostra presenta inoltre alcuni oggetti di Senna tra i quali il kart originale del 1979 con cui il pilota, agli esordi della sua carriera, vinse diverse gare che rivelarono ben presto il suo grande talento.

Da semplice divertimento giovanile, il mondo dei motori si trasforma rapidamente nella sua vera ragione di vita. Le corse e le competizioni diventano per Ayrton un mezzo per esprimersi e per andare oltre. Una passione irrefrenabile, ma anche un sentimento contrastante che spesso ha reso difficile la sua esistenza, i rapporti professionali e affettivi.

Il pubblico avrà la possibilità di immergersi in un racconto emozionante e coinvolgente che culmina con l'ultima notte del pilota, trascorsa nell'ormai celebre "Suite 200" dell'Hotel Castello a Castel San Pietro, vicino al circuito di Imola. In una sala suggestiva, in una stanza sospesa nel tempo e nello spazio, i visitatori potranno condividere le sensazioni, le riflessioni di una notte colma di pensieri dalla quale emerge il ritratto inedito di un campione, ma anche e soprattutto di una persona particolarmente sensibile, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile.

La mostra, a cura di Giorgio Terruzzi e di Ercole Colombo, è ideata, prodotta e organizzata da ViDi in collaborazione con l'Autodromo Nazionale Monza e con il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza.





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Titolo
Ayrton Senna. L'ultima notte

Sede
Autodromo Nazionale Monza, Museo della Velocità
Via Vedano, 5 – 20900 Monza

Date
17 febbraio – 24 luglio

A cura di
Ercole Colombo
Giorgio Terruzzi

Ideazione, produzione e organizzazione
Vidi
In collaborazione con
Autodromo Nazionale Monza

Con il patrocinio di
Comune di Monza

Media Partner
La Gazzetta dello Sport

Sponsor
Audi Lombarda Motori 2

Sponsor tecnici
AG Bellavite
Me in Italy by Viaggi di Tels
Foto Torchio

Catalogo
Skira

Orari
Lunedì e martedì chiuso
Da mercoledì a venerdì: 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
Sabato e domenica: 10.00 – 19.00

Biglietti
Intero: 7,00 euro
Ridotto: 5,00 euro

Informazioni
www.monzanet.it/mostrasenna
Tel. + 39 333 1707799
Tel. +39 02 36638600


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Mostra: "Keziat_In punta di penna" Frascati (Roma), Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini, dal 23 luglio 2016


MUSEO TUSCOLANO SCUDERIE ALDOBRANDINI
Frascati (Roma)
23 luglio 2016 ore 18,00
Keziat | In punta di penna
a cura di Barbara Pavan

Il ciclo di mostre Hybrids dell'artista Keziat, dopo la seconda tappa americana (Società Dante Alighieri di Miami) conclusasi a fine giugno, ritorna nuovamente in Italia. 

Dal 23 luglio al 13 agosto Keziat espone "In punta di penna", a cura di Barbara Pavan, nel bellissimo spazio espositivo del Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), ristrutturato dall'architetto Massimiliano Fuksas. Hybrids si chiuderà a Bangkok con "The invisible ink", dal 30 settembre al 21 ottobre 2016. 
La mostra farà parte del cartellone del prestigioso festival italiano organizzato dall'Ambasciata d'Italia a Bangkok; manifestazione di assoluto valore che porta ogni anno i migliori artisti italiani in Thailandia. 

Hybrids, secondo ciclo espositivo internazionale di Keziat segue quello del 2012-2014 intitolato Visionaria, con mostre al MAT, Museo dell'Alto Tavoliere di San Severo (Foggia), Casa Italiana Zerilli-Marimò di New York, Centro Culturale Elsa Morante di Roma, Sabiana Paoli Art Gallery di Singapore e all'Istituto Italiano di Cultura di Amsterdam. 

Di questa terza tappa romana -In punta di penna- scrive la curatrice Barbara Pavan: "La punta della biro di Keziat attraversa leggera e sinuosa la tela come una ballerina classica attraversa il palcoscenico
Scorre veloce, volteggia, torna indietro sulla scia dell'intima narrazione che l'artista - di tratto in tratto - dipana, tra dimensione onirica, piano emozionale e pensiero, senza soluzione di continuità. 
Le opere di questa mostra sono, appunto, attraversamenti: attraversano paesaggi dove la contemporaneità di piani spaziali e temporali differenti genera un caos apparente popolato di strane creature, sintesi e proiezione di realtà e fantasia, di paure e desideri. 
Nella complessità dell'articolata costruzione delle opere Keziat non cede mai al decorativo, non concede nulla al lezioso e non si concede mai il superfluo: tutto è parte del tutto, di quel racconto di arte, vita, visione al quale l'artista da forma ma che appartiene e attraversa l'esistenza di tutti noi."

Hybrids è un progetto Violipiano Visual, realizzato in collaborazione con il MAT – Museo dell'Alto Tavoliere di San Severo, il Comune di San Severo, la Società Dante Alighieri di Miami (Usa), il Consolato d'Italia a Miami (Usa), il Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini di Frascati (Roma), il Comune di Frascati (Roma), l'Ambasciata d'Italia a Bangkok.


Scheda tecnica:
MUSEO TUSCOLANO SCUDERIE ALDOBRANDINI
Keziat| In punta di penna 
a cura di Barbara Pavan
23 luglio – 13 agosto 2016
Inaugurazione: 23 luglio 2016 ore 18:00

Catalogo in mostra

Finissage
sabato 13 agosto 2016


MUSEO TUSCOLANO SCUDERIE ALDOBRANDINI
Piazza Marconi, 6
00044 – Frascati (Roma)

Orari:
martedi – venerdi  09:00 – 18:00
sabato e domenica 10:00 – 19:00


Press office
Amalia Di Lanno
www.amaliadilanno.com

Un progetto:
Violipiano Visual

In collaborazione con:
Comune di San Severo Foggia, Italia
Consolato d'Italia a Miami, Usa
Società Dante Alighieri, Miami, Usa
Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini, Frascati (Roma), Italia
Comune di Frascati (Roma), Italia
Sabiana Paoli art gallery, Singapore
Ambasciata d'Italia a Bangkok, Thailandia




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