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mercoledì 16 settembre 2015

Galilei censurato per la prima volta in mostra. Biennale dell'Eresia, Orvieto 25 - 27 settembre


 Galilei censurato per la prima volta in mostra a Orvieto per la Biennale dell'Eresia
25, 26, 27 settembre Orvieto, Biblioteca L. Fumi (P.zza Febei 1, Orvieto)
Il Sidereus Nuncius originale, esposto per la prima volta alla Biennale dell'Eresia #ereticofuturo
Presso la Biblioteca L. Fumi, visibile al pubblico l'originale di uno dei testi più rivoluzionari di tutti i tempi, messo all'indice dalla Chiesa Cattolica nel 1610
Il 25, 26 e 27 settembre 2015, in occasione della Biennale dell'Eresia #ereticofuturo - tre giorni di incontri e scambi a Orvieto per sensibilizzare istituzioni e governatori, intellettuali e produttori sul grande tema dell'Eresia come innovazione, con ospiti del calibro di Mariana Mazzuccato e Giulio Giorello -  sarà possibile vedere da vicino un'originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei.
Un'opera rivoluzionaria e fondamentale alla scienza moderna, che fece aprire gli occhi sull'Universo rendendolo "visibile" per tutti.
Un testo che svelò al mondo l'esistenza dei 4 satelliti di Giove, i crateri lunari, confermando la teoria eliocentrica avversa alla Chiesa Cattolica, che impose la sua messa all'indice, censurando uno dei saggi più importanti dell'astronomia di tutti i tempi.
Oggi a distanza di oltre 400 anni dalla sua pubblicazione, la copia originale del Sidereus Nuncius di Galileo Galilei viene esposto al pubblico a Orvieto, dal 25 al 27 settembre 2015 presso la Biblioteca L. Fumi in occasione della Biennale dell'Eresia coordinata dal giornalista e intellettuale Michele Mezza.
Tra i massimi pensatori italiani di tutti i tempi, "eretico", innovatore e visionario, Galileo Galilei sarà lume, insieme alla figura rivoluzionaria di Giordano Bruno, della Biennale dell'Eresia #ereticofuturo: un grande melting pot di idee e proposte che vede protagonisti gli "eretici contemporanei" e mira ad aprire uno squarcio nella pratica di eresia per creare una vera scuola di  innovazione  creativa che parli al mondo concreto...per tentare l'impossibile.
Perché, come disse un altro grande pensatore come Alan Turing, padre del moderno computer ed eretico dei suoi tempi: "L'innovazione cresce lungo l'incerta linea che separa, l'iniziativa dalla disubbidienza".
Per info: www.biennaledelleresia.it



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www.CorrieredelWeb.it

martedì 15 settembre 2015

Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg- dal 24/9 ad ABC


presenta
 
Il Padiglione Barcellona a Bologna.
Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg


ABC – Bologna
Via Alessandrini, 11

24 settembre – 24 ottobre 2015

ABC, sempre vigile e capace nel riconoscere, accogliere e rielaborare le proposte provenienti dal tessuto creativo della città di Bologna, inaugurerà la stagione autunnale il prossimo 24 settembre, alle 18.30, con la mostra "Il Padiglione Barcellona a Bologna. Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg", visitabile fino al 24 ottobre 2015.

Proprio in occasione della Bologna Design Week, settimana dedicata al Design, durante il CERSAIE, ABC sceglie di dare un contributo di grande qualità al racconto della storia dell'Architettura e del design presentando gli inediti disegni del Padiglione Barcellona, realizzato da Mies van der Rohe per rappresentare la Germania all'Esposizione Universale del 1929.

La volontà insita nel progetto è di raccontare l'affascinante storia di questi disegni, fatta di persone, di architettura, di passione e di "affari di stato internazionali".

"'C'era una volta...", si potrebbe cominciare in questo modo a narrare l'incredibile storia che inizia con la perdita dei disegni originali di Mies van der Rohe, a causa dei bombardamenti che nel 1945 hanno raso al suolo Berlino. "C'erano una volta" dunque, e i disegni non ci sarebbero più, se l'assistente di Mies van der Rohe alla fine della Seconda Guerra Mondiale non avesse pazientemente ridisegnato a memoria le tavole architettoniche.

Sergius Ruegenberg, l'assistente, è la figura chiave di questa storia, non solo perché grazie alle sua iniziativa oggi è possibile avere i prospetti architettonici prossimi agli originali, ma anche perché fu l'unica persona designata da Mies van der Rohe, come testimonia una missiva esposta in mostra, autorizzata ad essere Direttore dei lavori qualora ci fosse stata una ricostruzione del Padiglione.

Dopo l'inaugurazione, il 6 ottobre 1977, della ricostruzione del Padiglione L'Esprit Nouveau di Le Corbusier nel quartiere fieristico di Bologna, progetto pensato e realizzato in occasione della partecipazione della Francia al Salone internazionale dell'Edilizia (SAIE), l'ambizione di promuovere la città di Bologna come luogo di incontro delle culture e delle esperienze internazionali si consolida con l'intenzione di ricostruire anche il Padiglione Barcellona di Mies. 

Grazie alla volontà di Giorgio Trebbi capofila di OIKOS iniziano le ricerche e i viaggi verso la Germania di Mario Ciammitti, a cui fu affidata nel 1977 la ricerca dei materiali e dei documenti relativi al Padiglione originario; iniziano gli scambi con Hans Maria Wingler, all'epoca Direttore dell'archivio Bauhaus a Berlino; iniziano gli scambi epistolari con Ruegenberg e una grande stima reciproca tra i due che porta lo stesso Ruegenberg nel 1983 a donare all'Ingegner Ciammitti i propri disegni.

La rivoluzione architettonica di Mies van der Rohe, maestro del cosiddetto Movimento Moderno, che vede proprio nel Padiglione Barcellona una delle sue massime espressioni, si dirige nella direzione della funzionalità, dell'essenzialità, della riduzione ai minimi termini della struttura ossea delle costruzioni: "less is more", come recita un suo celebre motto.

Tuttavia il rigore formale di Mies van der Rohe non significa perdita di vivacità e luminosità, come ben dimostrano i quattro differenti marmi policromi, utilizzati nella realizzazione delle pareti, o la colorazione dei vetri, fino a giungere al dettaglio del grande tappeto nero che, con le tende rosse e il muro in onice giallo oro, rappresentano un omaggio alla provenienza geografica del Padiglione.

Oggi, nonostante il Padiglione non abbia visto la luce nella terra felsinea, a seguito della volontà dei Reali di Spagna di realizzarne una copia, tra il 1983 e il 1986, nella città di Barcellona, facendo riferimento al materiale fotografico d'archivio, il lavoro filologico di Mario Ciammitti e la sua devozione archivistica - che lo rendono depositario di una preziosa collezione - permettono di mostrare un pezzo di storia che inizia nel 1929, attraversa il Novecento, passando per la Seconda Guerra Mondiale, e giunge a Bologna nei primi anni Ottanta.

La mostra curata da Alice Zannoni, e con l'allestimento progettato da Fausto Savoretti, espone il materiale dell'archivio di Mario Ciammitti che si compone di:

24 disegni su lucido di dimensioni variabili, originali di Sergius Ruegenberg;
6 fotografie 24x18 cm del 1929, tra ritratti dei soggetti coinvolti e immagini del Padiglione;
corrispondenza epistolare tra Mario Ciammitti e Hans Maria Wingler, Fondatore e Direttore del Bauhaus Archive / Museum of Design fino al 1984;
corrispondenza epistolare tra Mario Ciammitti e Sergius Ruegenberg, per quel che concerne gli aspetti tecnici della realizzazione.

Grazie al prezioso contributo di Gianpaolo Gazziero e KNOLL, che hanno sposato il progetto espositivo, insieme a queste prestigiose testimonianze storiche, sarà possibile ammirare anche la celebre poltrona Barcellona e lo sgabello Barcellona, due icone storiche del mondo dell'interior design, sempre firmate dal maestro Mies van der Rohe. 

Elementi parte dell'arredo originale del Padiglione Barcellona, progettati proprio per quest'ultimo e concepiti come luogo di riposo per il Re e la Regina di Spagna: "la versione moderna di un trono regale", come ricorda Edward L. Glaeser, per la cui progettazione Mies si ispirò all'antica Roma. Un esempio di bellezza inversamente proporzionale all'asciutto rigore tecnico che la contraddistingue che, ancor oggi, ne decreta lo status di modello teorico inarrivabile.

Un'occasione unica e mai verificatasi in precedenza che ABC offre proprio alla città di Bologna: una mostra che, unitamente alla correttezza filologica delle fonti, riesce a far trapelare in maniera spontanea il fermento e l'eccitazione che in quegli anni connotavano il mondo dell'architettura a livello internazionale e le ambizioni di Bologna, già città metropolitana.


informazioni utili
Titolo mostra:
Il Padiglione Barcellona a Bologna.
Una storia di disegni da Mies van der Rohe a Ruegenberg

A cura di: Alice Zannoni

Progettazione allestimento: Fausto Savoretti

Materiale proveniente dall'archivio di: Mario Ciammitti - Responsabile della ricostruzione storica e archivistica del Padiglione Barcellona a Bologna


Con un contributo poetico di: Gabriele Via

Conferenza stampa e preview: martedì 22 settembre, ore 11

Inaugurazione ad invitio: Giovedì 24 settembre 2015, ore 18.30

Aperitivo e Presentazione della Mostra: 2 ottobre ore 18.30, presso ABC

Sede espositiva: ABC, Via Alessandrini 11 – Bologna

Periodo di apertura al pubblico: 24 settembre / 24 ottobre 2015

Orario di apertura: dal martedì al sabato - dalle 17.30 alle 19.30

Ingresso: gratuito

Contatti per il pubblico:
abc.bo@libero.it  Tel: 320 918 83 04

Link utili :
Sito web: www.abcbo.it/abc; Facebook: Abc.bo

Sponsor:
ILTEC DESIGN www.iltecdesign.it
LUCIFERO'S www.luciferos.it
GIANPAOLO GAZZIERO www.gazziero.com
KNOLL www.knoll.com

Promotore:

 


Con il Patrocinio di:
 
Sponsor tecnici:

           

ILTEC DESIGN (fornisce l'allestimento)
È un'azienda innovativa che offre la più estesa gamma esistente sul mercato di finiture per interni ed esterni, grazie a prodotti accuratamente selezionati, di alto livello estetico e
tecnologico, abbinati ad un servizio di qualità in grado di realizzare ambientazioni di forte impatto ed altamente funzionali. Partner ideale di quanti vogliano distinguere i loro progetti e le loro realizzazioni con una connotazione assolutamente unica, ILTECDESIGN è in grado di soddisfare al meglio le richieste più esigenti della committenza, dal residenziale agli appalti delle grandi superfici, alle realizzazioni di pregio.
Con grande passione ILTEC DESIGN si impegna nella ricerca e nell'applicazione di prodotti unici e di qualità, selezionando tecnologie sostenibili e all'avanguardia: l'attenzione per l'ambiente ci porta a scegliere materiali eco-compatibili certificati.

LUCIFERO'S (fornisce l'illuminazione, in particolare i led che sono inseriti nei tavoli)
È la storia di una famiglia che, con intuito e determinazione, ha portato una piccola azienda nata nel 1978 a Bologna, dove tuttora opera con uno stabilimento di 8.000 mq, ad essere, oggi, una realtà leader nella produzione di apparecchi per l'illuminazione architetturale di alta qualità e completamente "made in Italy".
La concezione del prodotto tende al preciso obiettivo di integrare con armonia il corpo illuminante con l'architettura. Nasce, fin dalle prime fasi del processo ideativo, un'attenta ricerca sia delle soluzioni illuminotecniche tecnologicamente più all'avanguardia sia dei materiali e delle finiture che possano risultare più interessanti per il progettista  nello svolgimento della sua attività creativa.   
Oggi esporta made in Italy in molti paesi del mondo; i prodotti, standard o su misura, vengono inseriti nei progetti più diversi: catene di negozi, università, centri commerciali, uffici, musei  e abitazioni private.

GAZZIERO + KNOLL MODERN ALWAYS (fornisce sedute e tavolo)
La poltrona e sgabello Barcellona sono state progettate da MIES VAN DER ROHE per il padiglione tedesco alla fiera di Barcellona nel 1929 ancor oggi sono esempio di precisione ed eleganza e sono considerati elemento fondamentale dell'architettura moderna.
Gli originali KNOLL, sono prodotti su licenza dell'ILLINOIS INSTITUTE of TECNOLOGY dal 1953 e sono un pezzo importante della collezione BAUHAUS. I prodotti della KNOLL sono inclusi nelle collezioni museali del MoMA e del COOPER HEWIT NATIONAL Design Museum.A Bologna  KNOLL si trova da GIANPAOLO GAZZIERO in via Marconi 26.

UPCOMING at Giò MARCONI | Nathalie DJURBERG & Hans BERG | 16.09.2015 at 7 pm


 
 

 


NathalieDJURBERG & HansBERG
A thief caught in the act


Inaugurazione mercoledì 16 settembre 2015 dalle 19 alle 21
Dal 17 settembre al 31 ottobre 2015
martedì – sabato, 11-19



Giò Marconi ha il piacere di annunciare "A Thief Caught in the Act", terza mostra personale di Nathalie Djurberg & Hans Berg in galleria.

Dieci anni dopo il loro debutto da Giò Marconi, Nathalie Djurberg e Hans Berg ritornano nello spazio della galleria, trasformandolo in un paesaggio misterioso, popolato da colorate sculture di uccelli posizionate su tavoli e da enigmatici film d'animazione a cascata in bianco e nero.
In questo nuovo nucleo di lavori, i due artisti portano avanti la loro ricerca su luce e oscurità con un impulso più teatrale.
Lo scenario è presentato da Giò Marconi con un'illuminazione particolarmente drammatica.
La sala espositiva completamente buia è abitata da 7 tavoli di legno, ognuno dei quali è accompagnato da un faro che svela la presenza di vari uccelli, differenti per colori e dimensioni, insieme a piccole pillole.
Queste luci si accendono e si spengono a intervalli variabili. Quando i fari sono accesi il visitatore diventa il testimone di un furto che si sta svolgendo proprio sotto i suoi occhi: tutti gli uccelli afferrano nei loro becchi le piccole pillole multicolori che hanno intenzione di rubare – tutti i ladri pennuti sono appena stati colti in flagrante: un corteo di 6 uccelli danzanti più piccoli appaiono sorpresi di essere stati scoperti e sembrano fuggire dalla scena del crimine; un grande pellicano blu corre via a larghi passi col suo bottino nel becco mentre un gufo marrone scuro sembra fermarsi e ripensare alle sue azioni; un uccello dal piumaggio rosso brillante e arancio, in equilibrio su un solo arto, sembra quasi cadere giù dal tavolo, mentre cerca di scappare…
Le espressioni dei loro volti sono molteplici ma le loro azioni sono sempre le stesse: scappare dallo sguardo curioso dell'osservatore che li ha smascherati e lasciarsi alle spalle il luogo del delitto.

In mostra, oltre alle bird sculptures, anche i nuovi video.
Entrando in galleria, il visitatore viene subito immerso nel mondo di Djurberg e Berg – 4 nuovi film d'animazione a carboncino, accompagnati da blocchi di colore e musica, sono proiettati sulla parete di ingresso.
Nei "Waterfall Variations", Djurberg usa la sua consueta tecnica dello stop motion per creare cascate fluenti e zampillanti, che scorrono attraverso paesaggi esotici popolati da palme lussureggianti, delicati bonsai o tetre conifere. I diversi blocchi di colore, che lentamente fluiscono sulle vedute, rendono le scene in bianco e nero un po' meno cupe, lasciando nello spettatore un senso di calma meditativa.
La musica di Hans Berg traduce perfettamente il movimento dell'acqua in un ampio spettro di suoni, dai ritmi vivaci, frizzanti e quasi nervosi alle parti gorgoglianti più cupe, intensamente malinconiche e solenni, fino agli intervalli molto zen.

"A Thief Caught in the Act" è un nucleo di lavori nato inizialmente per l'ARoS Museum in Aarhus, Danimarca. La mostra di Aarhus inaugurerà il 22 ottobre e in questa occasione sarà esposto presso il museo danese un secondo gruppo di bird sculptures.

La mostra da Giò Marconi inaugura in concomitanza con diverse mostre collettive, ospitate da sedi espositive milanesi, che presentano le opere di Nathalie Djurberg & Hans Berg: "La grande madre " a cura di Massimiliano Gioni per la Fondazione Trussardi; "Arts and Foods" alla Triennale e "An Introduction" alla Fondazione Prada, entrambe curate da Germano Celant.


Nathalie Djurberg & Hans Berg

Nathalie Djurberg (n. Lysekil, Svezia, 1978) e Hans Berg (n. 1978 Rättvik, Svezia) vivono e lavorano a Berlino.Nel 2009, hanno partecipato alla 53° Biennale di Venezia "Fare Mondi", a cura di Daniel Birnbaum, vincendo il Leone d'Argento per il più promettente giovane artista.

Tra le più recenti mostre personali: "Maybe this is a Dream", Koelnischer Kunstverein, Colonia (2014); "The Black Pot", Garage Center for Contemporary Culture, Mosca (2013); "The Parade: Nathalie Djurberg with Music by Hans Berg", New Museum, New York, (2012) and Walker Art Center, Minneapolis (2011); "A World of Glass", Camden Art Centre, Londra (2011); "Snakes know it's yoga", Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011) and Kestnergesellschaft, Hannover (2010); Kristianstad Konsthall, Kristianstad (2010).

Tra le più recenti mostre collettive: The great mother", Fondazione Trussardi – Palazzo Reale, Milano (2015); "An Introduction", Fondazione Prada, Milano (2015); "Arts and Foods", Triennale di Milano, Milano (2015); "sense (Un)Certainty:A Private Collection", Knsthaus Zurich, Zurigo (2015); "DlectriCITY - Nuit Blanche Detroit", Detroit Institute of Arts, Detroit (2014); "Inside", Palais de Tokyo, Parigi (2014); "Broken. Slapstick, Comedy und schwarzer Humor", Haus der Kunst, Monaco (2014); "In the Heart of the Country", Museum of Modern Art, Varsavia (2013).

Prossime mostre personali: ACCA - Australian Centre of Contemporary Art, Melbourne (2015); ARoS - Aarhus (2015); PICA, Perth Institute of Contemporary Art, Perth (2016); Wanås Konst - Sculpture Park - The Wanås Foundation, Vanås (2016).

Collezioni pubbliche: Hammer Museum, Los Angeles, CA; Kunsthaus Zuerich, Zurigo; Malmö Konstmuseum, Malmö; Moderna Museet, Stoccolma; Museum of Modern Art, New York; Queensland Art Gallery, Gallery of Modern Art, Brisbane; Borås Konstmuseum, Borås; Solomon R. Guggenheim Museum, New York, USA.


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NathalieDJURBERG & HansBERG
A thief caught in the act


Opening Wednesday, September 16th 2015, from 7 to 9 PM
From September 17th till October 31st
From Tuesday to Saturday, 11-19



Giò Marconi is very pleased to announce, "A Thief Caught in the Act", Nathalie Djurberg & Hans Berg's third solo exhibition at the gallery.

Ten years after their debut at Giò Marconi, Nathalie Djurberg and Hans Berg have returned to the gallery space and have transformed it into a mysterious landscape inhabited by colourful bird sculptures on tables and enigmatic black and white waterfall animations.
In this new body of work the artists continue their play with light and shadow but with a more theatrical impetus. At Giò Marconi the scenery is lit very dramatically: the dark exhibition room is populated by 7 wooden tables that do all come with a spotlight which illuminates several differently sized and coloured birds with small pills. These spotlights do all switch on and off at varying intervals. When turned on, the visitor becomes a witness of the robbery that is taking place right in front of his eyes: all birds have multi-coloured little pills in their beaks which they are about to steal – they are all feathered thieves caught in the act: there is a parade of six seemingly dancing smaller birds that appear to be surprised by their discovery and that seem to run away from the crime scene; a big blue pelican strides away gingerly with his loot in his beak whereas a dark brownish owl seems to pause and reconsider her deed; a bright red and orange bird on one leg almost falls off the table while trying to escape the crime scene…
Their facial expressions are manifold but their actions are always the same: to flee their discovery and the nosy glance of the beholder and to leave their sites of crime behind.

Besides the bird sculptures several new videos are on display.
Upon entering the gallery space the visitor gets immediately dragged into Djurberg and Berg's world – 4 new charcoal animations with colour blocks and sound are being projected onto the entrance wall of the gallery. In these "Waterfall Variations", Djurberg applies her characteristic stop motion technique and has flowing and sputtering waterfalls running through exotic landscapes populated by lush palm trees, delicate bonsai trees or dark fir tree forests.
The various colour blocks that are slowly gliding over the landscapes make the black and white scenes less gloomy and leave the viewer with a sense of meditative calmness.
Hans Berg's music perfectly translates the movement of the water into sound and shows a broad spectrum from lively, sparkling and almost nervous cadences to darkly gurgling, intensely melancholic and solemn parts to very zen-like intervals.

"A Thief Caught in the Act" is a body of work that was initially developed for the ARoS Museum in Aarhus, Denmark. The exhibition in Aarhus will inaugurate on October 22nd and a second set of birds will be on display in the Danish museum.

The exhibition at Giò Marconi will run concurrently with several group exhibitions in Milan which showcase works by Nathalie Djurberg & Hans Berg:
"The Great Mother "curated by Massimiliano Gioni at the Fondazione Trussardi; "Arts and Foods" curated by Germano Celant at the Triennale Museum; "An Introduction" at the Fondazione Prada.


Nathalie Djurberg & Hans Berg

Nathalie Djurberg (b. Lysekil, Sweden, 1978) and Hans Berg (b. Rättvik, Sweden, 1978) live and work in Berlin.

In 2009, Nathalie Djurberg & Hans Berg participated in the 53rd Venice Biennial "Making Worlds" curated by Daniel Birnbaum wherefore they had been awarded the Silver Lion for Best Emerging Artists.

Most recent solo exhibitions: "Maybe this is a Dream", Koelnischer Kunstverein, Cologne (2014); "The Black Pot", Garage Center for Contemporary Culture, Moscow (2013); "The Parade: Nathalie Djurberg with Music by Hans Berg", New Museum, New York (2012) and Walker Art Center, Minneapolis (2011); "A World of Glass", Camden Arts Centre, London (2011); "Snakes know it's Yoga", Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2011) and Kestnergesellschaft, Hannover (2010); Kristianstad Konsthall, Kristianstad (2010).

Most recent group exhibitions: "The great Mother", Fondazione Trussardi, Milan (2015); "An Introduction", Fondazione Prada, Milan (2015); "Arts and Foods", Triennale di Milano, Milan (2015); "sense (Un)Certainty: A Private Collection", Knsthaus Zurich, Zurich (2015); "DlectriCITY - Nuit Blanche Detroit", Detroit Institute of Arts, Detroit (2014); "Inside", Palais de Tokyo, Paris (2014); "Broken. Slapstick, Comedy und schwarzer Humor", Haus der Kunst, Munich (2014); "In the Heart of the Country", Museum of Modern Art, Warsaw (2013).

Upcoming solo shows: ACCA - Australian Centre of Contemporary Art, Melbourne (2015); ARoS - Aarhus (2015); PICA, Perth Institute of Contemporary Art, Perth (2016); Wanås Konst - Sculpture Park - The Wanås Foundation, Vanås (2016).

Public collections: Hammer Museum, Los Angeles; Kunsthaus Zurich, Zurich; Malmö Konstmuseum, Malmö; Moderna Museet, Stockholm; Museum of Modern Art, New York; Queensland Art Gallery, Gallery of Modern Art, Brisbane; Borås Konstmuseum, Borås; Solomon R. Guggenheim




With the contribution of
Giacomini Investimenti S.p.a.
Grandi Architetture & Partners




Giò Marconi
via Tadino, 20
20124 Milan
tel +39 02 2940 4373
fax +39 02 2940 5573
info@giomarconi.com
www.giomarconi.com


How to get there:

Underground:

Line 1 Red: stops Porta Venezia - Lima

Line 3 Yellow:  stop Centrale

Surface transport:
bus n. 60 – 81 stop B. Marcello



 
 

STD: INAUGURAZIONE MOSTRA DON'T FORGET NEPAL A MILANO


DON'T FORGET NEPAL – THE ESSENCE
Un viaggio per immagini tra la natura selvaggia dell'Himalaya e la tecnologia di un laboratorio scientifico sul tetto del mondo
(23 settembre – 25 ottobre 2015)
MARTEDÌ 22 SETTEMBRE  ORE 18, INAUGURAZIONE APERTA AL PUBBLICO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia

Via San Vittore 21, MilanoMilano, 15 settembre 2015. Gole, strapiombi e yak. Ma anche una avveniristica piramide che concilia ricerca scientifica, sostenibilità e tecnologie all'avanguardia. Questo, in sintesi, il Nepal che emerge dalla mostra fotografica Don't forget Nepal-the essence, organizzata da Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci a Milano.

La mostra, aperta al pubblico dal 23 settembre al 25 ottobre 2015, sarà inaugurata il 22 settembre 2015 alle ore 18 con una tavola rotonda a ingresso libero fino a esaurimento posti. Il programma prevede la partecipazione di Fiorenzo Galli, Direttore Generale del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, Giancarlo Morandi, presidente di Cobat, Agostino Da Polenza, presidente del comitato EvK2-Cnr, Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, Stefano Rodi, giornalista del Corriere della Sera, nonché dell'autore degli scatti, il fotografo Enrico De Santis

Durante la serata verrà proiettato il documentario "Top Recycling Mission", testimonianza video della missione di Cobat in Nepal, da cui origina la mostra fotografica che sarà presentata in anteprima, a seguire.

Attraverso una serie di scatti d'autore, il fotoreporter Enrico De Santis racconta il viaggio in Nepal avvenuto durante la spedizione "Top Recycling Mission". L'impresa, compiuta nel 2013, ha portato il team di Cobat e dell'EvK2-Cnr a oltre 5.000 metri di quota, per sostituire le 15 tonnellate di accumulatori al piombo e pannelli fotovoltaici che alimentano il Laboratorio-Osservatorio Piramide, nato nel 1987 ai piedi del versante nepalese dell'Everest, con l'obiettivo di studiare i cambiamenti climatici e ambientali.

La mostra vuole offrire il proprio contributo alla promozione della raccolta fondi lanciata dall'associazione EvK2-Cnr, insieme al CESVI, per la ricostruzione di Thame, un piccolo villaggio a 3800 metri di quota sulla sinistra di Namche Bazar, completamente devastato dal terremoto dello scorso 25 aprile in Nepal.

La mostra racconta com'era il Nepal prima del terremoto, da tre prospettive diverse: Katmandu Kaos and Gods, Himalaya Recycling Mission e The Pyramid in the rock.
Tre prospettive, come tre sono le pareti della Piramide e come tre saranno le pareti allestite nel secondo chiostro del Museo, che ospiteranno 50 fotografie di grande formato accompagnate da didascalie e pannelli informativi.


Katmandu, Kaos and Gods
La capitale del Nepal, i suoi templi e le tradizioni religiose. Gli uomini, le donne e le loro religioni principali: Induismo e Buddhismo.

Himalaya Recycling Mission
Il viaggio della spedizione ecologica Top Recycling Mission di Cobat per dare nuova energia al laboratorio scientifico più alto del mondo. Una carovana di Yak, Sherpa e Italiani tra piogge e nebbie, si è snodata tra ripidi pendii e sperduti monasteri buddisti, tra valli gelate e bandierine votive.

The Pyramid in the rock:
Il Laboratorio Piramide EvK2-CNR, una punta d'Italia nel Nepal a quota 5050 metri vicino al campo base dell'Everest. Un centro di ricerca internazionale da oltre 25 anni usato per studi sulla fisiologia umana, sull'ambiente e sul clima. In particolare per monitorare lo scioglimento dei ghiacciai, per controllare i fenomeni legati all'inquinamento atmosferico e ai mutamenti climatici.

Enrico De Santis è uno dei più importanti fotogiornalisti italiani, impegnato in reportage coraggiosi e autore di mostre personali apprezzate per i contenuti sociali oltre che artistici. Nato a Roma nel 1970, ha studiato arte a Londra, New York e Milano, dove vive, e dopo essersi laureato in giurisprudenza alla Sapienza di Roma, ha avviato collaborazioni con vari magazine ai quali spediva le sue foto "dal mondo" mentre lavorava su una nave a vela d'epoca. La sua fotografia è divenuta mezzo per conoscere luoghi e persone e lui è diventato un narratore di storie. Ha continuato a realizzare reportage per agenzie fotografiche internazionali e, in Italia, per il Corriere della Sera. E' iscritto all'albo dei giornalisti, è membro Consultore dell'Associazione Nazionale Fotografi Italiani e tiene lezioni di fotogiornalismo all'Università Statale di Milano. Oggi lavora in Italia per Sette, Dove, Gentleman, Ladies, Capital.

 

Cobat – Consorzio Nazionale raccolta e Riciclo, una storia venticinquennale che parla di continua innovazione, professionalità e una spiccata vocazione ambientale. Forte di una leadership nella gestione di pile e di accumulatori esausti il consorzio ha rinnovato in questo lungo percorso la propria identità divenendo un sistema multifiliera in grado di mettere il proprio know-how al servizio dei RAEE (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettronica), inclusi i moduli fotovoltaici giunti a fine vita, e per la gestione indiretta degli pneumatici fuori uso

INFO
Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" (2° Chiostro)
Via San Vittore, 21 - Milano
Dal 23 settembre al 25 ottobre 2015
martedì-venerdì 9.30 - 18 / sabato, domenica e festivi 9.30 - 19
Ingresso incluso nel biglietto del Museo
www.museoscienza.org | info@museoscienza.it | 02485551

Il tempo per non sapere è finito




Io 096 AP

Io sono uno 096 AP.
Io non valgo di più di quello 096 AP lì stampigliato.
Io mi vergogno e valgo meno di quello 096 AP lì stampigliato.
Io come lo 096 AP non ho fatto niente e come 096 AP continuerò a non fare nulla e per questo non solo me ne vergogno ma mi faccio schifo.
Io non ho visto come lo ha visto lo 096 AP ma io sono sicuro che lui ne sta soffrendo più di tanti esseri umani i cui commenti che ascolto mi fanno vomitare.
Io voglio dire a questi commentatori:
... ma prima voglio piangere e non potete impedirmelo.
Io voglio dire a questi commentatori ... si! si! si! Cazzo mandateli tutti a casa mia...
Io voglio dire a questi commentatori siamo in 5 in una casa popolare di 90 mq ma voglio voglio voglio che vengano tutti a casa mia 10, 100, 1000, un milione troveremo il modo di sistemarci e di vivere, sono sicuro di potercela fare.
Io voglio dire a questi commentatori si!
Sono idiota, voglio essere idiota, voglio morire da idiota.
Io voglio dire a questi commentatori "Commentatori! avete ragione... commentatori voi anche se avete un castello intero siete stretti e stritolati nella vostra aridità d'animo e per questo non troverete mai un angolo di pietà in qualsiasi luogo e men che mai dentro di voi, 
per questo... 
Io voglio dire a questi commentatori io valgo meno dello 096 AP, e per questo vi dico di stare tranquilli, voi non siete colpevoli ma voi...
voi siete quelle magliette blu
voi siete quei pantaloncini a strisce
voi siete quelle scarpe da ginnastica
voi siete quel braccio infangato
voi siete quell'orecchio orizzontale
voi siete quei pantaloncini con le tasche ai lati
voi siete quel pugno
voi siete quei capelli neri
voi siete quell'ultimo bacio
voi siete quell'ultimo bacio che si sono dato.
Ma voi non avete colpa, non avete colpa perché fino a quando non ho visto questa foto
non lo sapevo io,
non lo sapevate voi,
non lo sapeva nessuno.
Ma ora il tempo per non sapere è finito e
io voglio essere,
io voglio fare,
io voglio credere
io voglio mostrare la mia misera inutile pietà più di uno 096 AP.

Renata Maccaro, Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione

Palazzo del Bargello, Gubbio (PG) 2 – 31 ottobre 2015   Si rinnova anche per il mese di ottobre l’appuntamento con l’arte contemporanea al Palazzo del Bargello di Gubbio. Sarà infatti inaugurata venerdì 2 ottobre alle ore 17,00 la mostra della pittrice romana Renata Maccaro, dal titolo “Percorsi: dall’Astratto alla Figurazione”.

Renata Maccaro nasce a Roma e nella capitale acquisisce una solida formazione culturale decisiva per i successivi orientamenti e scelte in ambito creativo. Di estrazione classica, ma aperta alle istanze del contemporaneo, laureata in Lettere moderne con il massimo dei voti, avvia da autodidatta il suo percorso artistico con una ricerca sull'astratto. E' con l'opera intitolata "Sera" che nel '94 è tra i vincitori del "Premio Arte Giorgio Mondadori". Negli anni successivi la sua indagine si incentra sulla figurazione, tale passaggio implica una pluralità di linguaggio e una comprensione della filosofia delle Ricerche assolutamente notevole.

Va sempre considerato che nella pittura, come in altre espressioni d’arte, la ricerca e le conoscenze restano l’aspetto fondamentale per l’innovazione e la definizione delle espressioni contemporanee. “In questo percorso di ricerca si inserisce l’esperienza artistica e personale della Maccaro - dichiara Elisa Polidori del Palazzo del Bargello che ne ha curato il testo critico - che intitola questa esposizione "Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione", con una logica e raffinata selezione di opere datando solo uno dei primi lavori astratti, 1994 e l'ultimo dei figurativi del 2015. L'elemento fondante del lavoro di questa artista è l'accordo e la fusione tra elementi della percezione sensoriale ed elementi spirituali; il veicolo è una materia fortemente frammentata e incisa che solo apparentemente costituisce un terreno disorganico e destrutturato.” Complesso e forse riduttivo sarebbe inserirla in un contesto artistico riconoscibile ai più Renata Maccaro può essere più correttamente definita un ricercatore "in movimento", poiché dietro ad ogni pennellata, ad ogni assaggio cromatico ci racconta un nuovo cammino, un processo evolutivo. “E’ davvero un piacere ospitare un’artista così sensibile ed elevata – le parole di Catia Monacelli direttore del Palazzo del Bargello di Gubbio – che vede la sua massima espressione nella ricerca filosofica che la porta ad esiti formali davvero unici.” La mostra “Percorsi: dall’Astratto alla figurazione” di Renata Maccaro sarà aperta al pubblico fino al 31 ottobre.

 Renata Maccaro, Percorsi: dall'Astratto alla Figurazione
Mostra personale di pittura a cura di Catia Monacelli e Elisa Polidori

Inaugurazione: venerdì 2 ottobre ore 17.00 I Dal 2 al 31 ottobre 2015
Orari: venerdì, sabato e domenica 10:30 - 13:00 e 15:00 - 18:00

Palazzo del Bargello, Gubbio (PG) I Via dei Consoli, Largo del Bargello
Ingresso gratuito
 Per informazioni contattare la segreteria organizzativa del Palazzo del Bargello di Gubbio al numero 0759220339 o scrivere ad info@museogubbio.it

Museo Marino Marini. BETTY WOODMAN, a cura di Vincenzo de Bellis, 19 settembre - 28 novembre 2015


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Betty Woodman
a cura di Vincenzo de Bellis
19 settembre – 28 novembre 2015

inaugurazione sabato 19 settembre



Dal 19 settembre il Museo Marino Marini ospita una mostra personale di Betty Woodman a cura di Vincenzo de Bellis.
In oltre sessanta anni di carriera - 45 dei quali passati vivendo a metà tra New York e Antella, frazione di Bagno a Ripoli -Woodman ha esposto i propri lavori in alcuni dei musei e dei contesti più prestigiosi, dal Metropolitan di New York a Palazzo Pitti. Negli anni, attraverso un lavoro che invoca e al tempo stesso sfida gli elementi tradizionali dei ceramisti italiani, l'artista americana ha saputo reinventare fantasiosamente il concetto stesso di ceramica, trovandole collocazione personale e fortemente autoriale all'interno del panorama dell'arte contemporanea. Non a caso la sua produzione più recente - gli ultimi 15 anni di lavoro, finestra temporale su cui si concentra la mostra - ha svolto un ruolo fondamentale per almeno una generazione di giovani artisti, che ne ha colto l'approccio sperimentale seppur osservante della tradizione.

Anche se la ceramica resta infatti l'alfa e l'omega del suo dizionario artistico, attraverso l'uso di colori accesi e forme eccentriche, le sue opere hanno progressivamente violato il confine delle arti decorative per entrare prepotentemente in quello delle arti visive, valicando spesso le frontiere della pittura: nelle mani della Woodman, un vaso può prendere le forme di corpi umani e figure animali, di cuscini o di fiori, confrontarsi con una cronologia di culture diverse - dalla Grecia alla Cina passando per riferimenti alla trazione azteca, etrusca, romana fino al Rinascimento italiano - o proiettare ombre di architetture classiche su oggetti illuminati dalla luce del Pop europeo (senza mai scordare il debito con la tradizione della pittura americana Anni 70).
Una commistione, quella tra ceramica e pittura, resa ancora più esplicita dall'integrazione in tempi recenti di tele ad elementi tridimensionali, e messa intenzionalmente in evidenza in questa mostra: le opere di Woodman si confrontano infatti qui in maniera diretta da un lato con l'opera  scultorea di Marino Marini  - attraverso un allestimento, nel mezzanino del museo, che ne esalta le sinergie - e dall'altro con l'eroica avventura pittorica del Quattrocento fiorentino, reiterato in particolare dal lavoro che apre il percorso espositivo "Of Botticelli" del 2013: una composizione che riempie la prima sala della mostra con frammenti di ceramica che alludono a colonne avvolte dalle vigne e vedute rinascimentali che si aprono su giardini immaginari.

Dopo il Museo Marino Marini, la mostra avrà una seconda tappa presso l'ICA (Institute of Contemporary Arts) di Londra, dal 2 Febbraio al 10 Aprile 2016, dove troverà nuova configurazione e allestimento, sempre a cura di Vincenzo de Bellis.

In occasione della doppia mostra è inoltre prevista una pubblicazione monografica sull'artista, finalizzata a rileggerne le evoluzioni e riscoprirne il ruolo all'interno della storia della pittura di matrice americana dalla seconda meta del Novecento ad oggi.

La mostra è realizzata con il supporto di OAC Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
Si ringrazia inoltre per la collaborazione Antinori Art Project.


Betty Woodman (nata nel 1930), riconosciuta a livello internazionale come una delle più importanti artiste contemporanee, ha iniziato la sua carriera nel 1950 come ceramista con il proposito di creare degli oggetti che con la loro bellezza potessero arricchire la vita quotidiana.
Da allora la forma "vaso" è diventata per lei oggetto di studio, produzione e musa ispiratrice. Nel decostruire e ricostruire la sua forma ha creato un complesso ed esuberante corpo di scultura ceramica, il cui segno è il riflesso di una vasta gamma di influenze e tradizioni insieme a un creativo uso del colore. L'artista ha sperimentato in prima persona molte di queste tradizioni nei suoi numerosi viaggi, trovando ispirazione nelle varie culture di tutto il mondo.
Betty Woodman ha studiato ceramica al The School for American Craftsmen alla Alfred University di Alfred, New York, dal 1948 al 1950. Ha ricevuto molte onorificenze, fra cui nel 1995 la Rockefeller Foundation Fellowship del Centro Studi di Bellagio, Italia; nel 1980 e nel 1986 il National Endowment for the Arts Fellowships; nel 1966 il Fullbright-Hays Scholarship a Firenze. Ha cominciato ad insegnare all'Università del Colorado, a Boulder nel 1979 ed è stata riconosciuta "Professor Emeritus" nel 1998. Ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Lettere dalla Università del Colorado nel 2007 e la Laurea in Belle Arti dal Nova Scotia College of Art and Design nel 2006. Sposata con George Woodman, pittore e fotografo di fama internazionale, ha avuto da lui due figli, Charles, video-artist e Francesca, fotografa, morta nel 1981.
A partire dal 1968 le sue opere sono state incluse molto frequentemente in esposizioni collettive e fanno parte di più di 50 collezioni pubbliche, fra le quali: Boston Museum of Fine Arts, Massachusetts; Museo Internazionale di Ceramica di Faenza; Metropolitan Museum of Art di New York; Musée des Arts Decoratifs di Parigi; Museu Nacional do Azulejo di Lisbona; Museum of Modern Art di New York; National Gallery of Art di Washington, D.C.; Victoria and Albert Museum di Londra; World Ceramic Center di Ichon, Korea.
La critica ha sempre riconosciuto l'importante contributo del suo lavoro nel dialogo fra arte e ceramica. La sua monografia "Betty Woodman" (New York: The Monacelli Press, 2006) include saggi di Janet Koplos, Barry Schwabsky e Arthur Danto.
In Italia è rappresentata dalla Galleria Massimo Minini.



Museo associato
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Museo Marino Marini
Piazza San Pancrazio, Firenze
Orario: 10:00 - 17:00, chiuso il martedì e i giorni festivi - Biglietti: intero: € 6, ridotto € 4, studenti € 3
Tel. +39 055.219432 - e.mail: info@museomarinomarini.it - www.museomarinomarini.it

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