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mercoledì 13 maggio 2015

Mostra Gesine Arps: tutti i numeri di un successo, e la Colomba della Pace vola al Caffè Pedrocchi per un saluto alla città

 
GESINE ARPS "VIAGGIO VERSO LA LUCE"
Galleria Civica Cavour - Padova dal 20 marzo al 10 maggio 2015


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"Viaggio verso la luce": 
tutti i numeri di un successo. E la Colomba della Pace vola al Caffè Pedrocchi per un saluto alla città


«Ringrazio la città di Padova per il calore e l'entusiasmo con cui mi ha accolta. "Viaggio verso la luce" è un successo anche per me, perché così deve essere una mostra d'arte contemporanea: un luogo di incontri e di cultura.» Con queste parole Gesine Arps saluta la città di Padova che ha ospitato dal 20 marzo al 10 maggio in Galleria Civica Cavour la personale "Viaggio verso la luce". Nel pomeriggio di martedì 12 maggio una sorpresa: la "Colomba della Pace", l'installazione interattiva di tre metri di lunghezza e due metri d'altezza che nella settimane di mostra ha incuriosito tutti i visitatori, è volata al Caffè Pedrocchi per un ultimo saluto prima di tornare nell'atelier dell'artista nella bellissima Cartoceto nel cuore delle Marche.

Più di 3.000 i visitatori alla mostra curata da Silvia Prelz della Galleria ARTissima di Abano Terme, in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura Settore Attività Culturali del Comune di Padova.  
Un flusso continuo di critici, appassionati e semplici curiosi colpiti dal messaggio profondo, universale e soprattutto positivo che l'arte di Gesine Arps riesce ad esprimere. Grande successo anche per il challenge fotografico #coloralaluce in collaborazione con Rossopadova con oltre 760 fotografie pervenute, 30 delle quali nell'ultima settimana di mostra sono state esposte in Galleria Cavour accanto alle opere di Gesine Arps. La premiazione dei primi cinque classificati si è svolta sabato 9 maggio con importanti premi offerti da RCE.
"Viaggio verso la luce" è stata un luogo di incontri e di cultura. La curatrice Silvia Prelz ha indagato lo sfaccettato universo artistico di Gesine Arps con conferenze tra arte e filosofia sempre seguitissime e tenute da importanti nomi della cultura padovana come Adone Brandalise, Umberto Curi, Guido Bartorelli, Emanuela Magno, Alberto Giacomelli, Marcello Barison e Silvia Capodivacca. Presentati anche due importanti volumi d'arte: la biografia d'artista "Voyage vers la lumiére" (Selective Art, Parigi, 2015) di Gesine Arps presento dalla critica d'arte Marisa Zattini e "Alighiero e Boetti: ricami e tappeti" (Cleup, Padova, aprile 2015) di Federica Stevanin. Un totale di cinque appuntamenti arricchiti dal pomeriggio di meditazione yoga guidata da Usha Piscini, da dieci anni maestra di Gesine Arps, che ha registrato un sold out di iscrizioni e ha raddoppiato con una sessione straordinaria.

Numerosi i complimenti ricevuti per l'allestimento curato da Silvia Prelz che ha coinvolto due nomi importanti del design locale come la Falegnameria di design Longhin e Vannuzzo Interior Design insieme alla houte couture parigina Josephine Bonnair che ha presentato due esclusivi abiti di alta moda ispirati alle opere di Gesine Arps.

"LA COLOMBA DELLA PACE" è una scultura interattiva di oltre tre metri di lunghezza e due metri d'altezza significativamente vestita di brandelli di stoffa usati; è un contenitore itinerante di ricordi e immagini (da Maria a Battista Sforza, da Bjork al Dalai Lama), amuleti e preghiere. Fu realizzata nel 2008 e inaugurata sulla piazza della basilica superiore di Assisi come messaggio universale di pace per poi viaggiare tra Germania (Bad Homburg 2010), Olanda (Utrecht, 2010) e Francia (Parigi, 2011).

La Colomba, che affascina grandi e piccoli, riserva alcune sorprese: sull'ala sinistra uno sportello raccoglie tutti i pensieri negativi di cui ci si vuole liberare; dallo sportello sull'ala destra si "pesca" un biglietto con un consiglio di vita scritto da Gesine Arps; mentre sul petto all'altezza del cuore una porticina chiusa con un pennello nasconde la cosa più importante nella vita di ognuno.

La Colomba della Pace è una messa a nudo del vissuto dell'artista tedesca, del suo mondo sospeso a mezz'aria tra la purezza della favola e la realtà e allo stesso tempo, una occasione di confronto per chiunque voglia curiosare tra i suoi cassetti segreti.



ARTissima Spazio Arte Contemporanea
tel. 347-6936594
info@artissimacontemporanea.it
www.artissimacontemporanea.it
www.facebook.com/artissimacontemporanea

Comune di Padova - Servizio Mostre-Settore Attività Culturali
tel. 049-8204529
donolatol@comune.padova.it
http://padovacultura.padovanet.it/

Euromobil supporta la mostra di Pablo Atchugarry a Roma al Museo dei Fori Imperiali

Arte e impresa, un'alleanza che è sinonimo di crescita

In linea con i propri valori, Euromobil supporta la mostra di Pablo Atchugarry a Roma  al Museo dei Fori Imperiali


Falzé di Piave (TV), 13 maggio 2015 – Il Gruppo Euromobil è main sponsor della mostra "Pablo Atchugarry, Città eterna, eterni Marmi", al Museo dei Fori Imperiali – Mercati di Traiano di Roma, dal 22 maggio al 7 febbraio 2016. Un'importante retrospettiva dedicata allo scultore uruguayano promossa da Assessorato alla Cultura e al Turismo di Roma.

Non è una novità per il gruppo veneto sostenere gli artisti. Oltre che come imprenditori, i fratelli Lucchetta sono infatti molto conosciuti nel mondo dell'arte internazionale per la peculiare capacità di affiancare impresa e cultura, attraverso un'ininterrotta opera di mecenatismo che parte da lontano, agli inizi degli anni '80, e che ha dato sostegno a oltre 400 mostre nei musei di tutto il mondo, tra i quali, il Louvre e il museo d'Orsay a Parigi, l'Hermitage a San Pietroburgo e il Guggenheim di Bilbao.

"Frequentare il mondo dell'arte e gli artisti, lo stare insieme a loro, ci insegna a guardare avanti verso nuovi orizzonti sconosciuti al mondo dell'industria" – sostiene Gaspare Lucchetta, AD di Euromobil – " Integrare l'arte con l'industria rende diverso il nostro modo di essere azienda e fa crescere culturalmente tutte le persone che vi sono collegate. L'arte allena l'occhio al bello e ci rende sereni, ci fa vivere il nostro tempo in modo diverso".

Il legame tra Gruppo Euromobil e Atchugarry è iniziato anni fa, quando è stata installata davanti alla sede di Désirée, una delle tre Aziende del Gruppo, una sua scultura imponente, "Il Grande Angelo", opera in marmo di Carrara del 2006, che sarà esposta alla mostra di Roma, trattandosi di una delle sue opere più significative.

La mostra "Pablo Atchugarry, Città eterna, eterni Marmi", comprende quaranta opere, di cui dieci monumentali in marmo di Carrara saranno esposte all'aperto; a corollario verranno inoltre collocate altrettante sculture dalle dimensioni leggermente più contenute oltre a piccole composizioni concepite sempre in marmo di Carrara e in bronzo dipinto, recentemente utilizzato con successo dall'artista uruguayano.

Pablo Atchugarry, (1954) è noto per le sue sculture in marmo, alcune delle quali sono visibili in varie città lombarde. Nato a Montevideo, figlio di un cultore d'arte, fu in seguito discepolo di Joaquín Torres García, il quale lo incoraggiò ad avvicinarsi alla pittura, primo amore per l'artista; in seguito nacque nel giovane la necessità di esprimersi attraverso la scultura, sperimentando i più disparati materiali.

In occasione di EXPO, l'artista è stato chiamato ad installare una sua scultura al padiglione dell'Uruguay; l'opera, del 2015, alta oltre cinque metri e dal titolo "La vita dopo la vita", è stata ricavata da un grande ulivo morto, fonte di ispirazione dell'opera stessa.


Dal 1972 Euromobil è uno dei più importanti gruppi industriali nel mercato dell'arredamento internazionale. Oggi è formato da Euromobil per le cucine, Zalf per le zone living, armadi guardaroba, spazio bambini e ragazzi, uffici e da Désirée per divani, poltrone e letti. Tre i modernissimi siti produttivi situati nel trevigiano, 175.000 mq di cui 70.000 mq coperti e una forza lavoro di 250 addetti, che creano sistemi e collezioni di arredo 100% made in Italy, destinati ai diversi mercati in Europa, India, Cina, Stati Uniti, Giappone, Russia e Corea, Emirati Arabi, Israele.

martedì 12 maggio 2015

RODOLFO VILLAPLANA Furore | Opening venerdì 15 maggio 2015, ore 17-20,30

Rodolfo Villaplana
FURORE
a cura di Daina Maja Titonel
testo critico di Limor Gottlieb
OPENING VENERDI' 15 MAGGIO 2015 ORE 17-20,30
 
15 maggio - 30 giugno 2015 Venerdì 15 maggio 2015, alle ore 17, la galleria MAC Maja Arte Contemporanea (via di Monserrato 30, Roma), inaugura la personale dell'artista venezuelano Rodolfo Villaplana (Valencia, 1975).

A 13 anni dal suo debutto romano al Palazzo della Civiltà Italiana e dopo il successo della personale londinese (The Naked and the Nude, 2014) e la partecipazione allo Young Masters Prize di Londra (2013), Villaplana torna ad esporre a Roma presentando undici dipinti inediti, di vario formato, che fanno parte del nuovo ciclo di lavori dal titolo Furore.

Il pittore venezuelano, fin dai suoi esordi ha concentrato l'interesse sulla figura e sull'aspetto psicologico delle persone ritratte: "Come un attore che si accinge ad 'incarnare' un nuovo personaggio, sospendo il mio 'io profondo' per permettere agli altri di raccontarsi attraverso di me. La tela è il luogo dove avviene quell'incontro". 
In questi ultimi lavori (sette autoritratti, due nature morte, un ritratto femminile e una scena di caccia) lo sguardo dell'artista si volge verso l'interno, proprio verso quell'io profondo non più "sospeso" ma vissuto pienamente per svelarne l'intrinseca natura senza giustificazioni o voler compiacere. Scavando nella sua stessa anima la restituisce, umilmente esposta, allo sguardo dello spettatore: i quadri diventano così una confessione, rendendo Furore il suo lavoro più intimo ed espressivo.

Osserva Limor Gottlieb nel testo critico che accompagna la mostra: "Ricercando una verità del tutto personale, Villaplana riesce ancora una volta a rendere il suo lavoro non solo autentico - che è un aspetto che contraddistingue le sue opere sempre facilmente riconoscibili - ma anche ad attirare il nostro sguardo più in profondità, comunicando emozioni complesse quali la solitudine, la morte, la metamorfosi. Villaplana ci conduce nel suo personale viaggio, che potenzialmente è anche il nostro. [...] C'è una solitudine nella sua pittura, una coraggiosa solitudine, che l'artista abbraccia senza alcun timore nell'affrontare il Sé, la sua, la nostra singolarità". 

Il "furore" di Villaplana va oltre la rabbia; è un'eccitazione mentale, uno stato d'animo creativo, un estro poetico che ha nella sua tecnica artistica un'intelligenza seducente.
E' dolore e allo stesso tempo la sua luce, la sua libertà.

Tutti portiamo in noi il nostro ergastolo, i nostri delitti e le nostre devastazioni. Ma il nostro compito non è quello di scatenarli attraverso il mondo; sta nel combatterli in noi e negli altri
. Albert Camus



RODOLFO VILLAPLANA

Nasce a Valencia in Venezuela nel 1975.
Frequenta la Escuela de Artes Plásticas Arturo Michelena a Valencia, l'Instituto de Artes Plásticas Armando Reverón a Caracas e  l'Accademia di Belle Arti a Valencia in Spagna.
Nel 2002 si trasferisce a Roma dove partecipa, nello stesso anno, alla collettiva Ci faremo sentire, al Palazzo della Civiltà Italiana, sotto il Patrocinio del Comune di Roma.
Nel 2003 la prima personale romana nella quale presenta la serie Beata Ludovica Albertoni nella chiesa di San Francesco d'Assisi.

Seguono mostre personali e collettive a Berlino, Roma, Barcellona, Parigi, Londra, Caracas, in spazi pubblici e privati.

Dopo vari soggiorni tra Berlino, Barcellona e Parigi, nel 2011 si trasferisce a Londra per frequentare la prestigiosa scuola MA Fine Art. Chelsea College of Art and Design.
Nello stesso anno, in settembre, prende parte al Chelsea College of Art Degree Show (Chelsea College of Art and Design, Pimlico, Londra) dove espone tre grandi tele - due delle quali entrano a far parte di una importante collezione londinese - e in ottobre partecipa allo Young Masters Prize (Sphinx Fine Art, Londra).
Nel 2014 è presente alla London Art Fair e alla PINTA International Art Fair (Londra).

Tra le recenti personali:
- ANARCHIVOLTO, Torre Massimiliana, Venezia, giugno-settembre 2014
- The Naked and the Nude, 20th Century Theatre, Londra, ottobre 2014
Nel 2015 è tra gli artisti selezionati per il progetto ArtVenice Biennale 3.
Attualmente vive e lavora tra Londra e Montepulciano.

Opening
Venerdì 15 maggio 2015  h. 17-20,30
Dove
MAC Maja Arte Contemporanea | via di Monserrato 30, 00186 Roma
Durata
15 maggio - 30 giugno 2015
A cura di
Daina Maja Titonel
Testo critico
Limor Gottlieb
Orari mostra
Martedì - Venerdì h. 15-20
Sabato h. 11-13/15-19.30
Chiuso lunedì e festivi. Altri orari su appuntamento. Ingresso libero.
Apertura straordinaria
(in presenza dell'artista)
Domenica 17 maggio 2015, h. 11-13/15-19.30
Info e Ufficio stampa
T. +39 06 68804621 | +39 338 5005483

*Regaliamoci l'Arte *

Inaugurazione mostra "Vous Connaissez Suzy Dupont?" foto Enzo Dal Verme 27 maggio ore 19


 
28 maggio – 3 luglio 2015

“Vous Connaissez Suzy Dupont?”
di Enzo Dal Verme

Dopo il successo della mostra ‘Ritratti In Silenzio’ all’Istituto Italiano Di Cultura di Barcellona, Enzo Dal Verme espone a Milano il suo lavoro con una anteprima speciale del nuovo progetto.

Mercoledì 27 maggio alle ore 19 inaugura la mostra “Vous Connaissez Suzy Dupont?” curata da Francesco Gattuso, un viaggio in tre delle tappe dell’universo fotografico di Enzo Dal Verme. La mostra comprende alcune immagini mai esposte o poco conosciute, un’anteprima del prossimo progetto e gli scatti dell’esposizione ‘Ritratti In Silenzio’, reduci dal recente successo all’Istituto Italiano di Cultura di Barcellona dove la chiusura è stata rimandata per la grande affluenza di pubblico.

L’immagine che dà il titolo alla mostra di Milano, scattata a Rio De Janeiro, fa parte di una serie di fotografie realizzate in giro per il mondo per soddisfare la curiosità del fotografo. Anche le fotografie scattate a Parigi, che per 15 anni è stata la seconda casa del fotografo, testimoniano il piacere di immortalare dettagli e scene di vita quotidiana semplici e inusuali al tempo stesso. 

Sono composizioni dall’impostazione enunciativa immediata così come anche i ritratti in mostra: un volto e un gesto. Gli scatti sono stati realizzati puntando l’obiettivo “non sulle forme, ma sulla vita che le anima”. Per Enzo Dal Verme fotografo e soggetto sono come due onde che non hanno la stessa forma, ma sono tutte e due oceano. A seconda di come le si considera, sono completamente diverse oppure essenzialmente la stessa cosa. Un approccio inusuale che lo ha portato ad esplorare con la sua macchina fotografica il silenzio interiore dei suoi soggetti prima ancora dell’equilibrio estetico dell’immagine.

Giovanni Gastel commenta: “Per la mia esperienza personale il ritratto è la più difficile ed ardua delle realizzazioni fotografiche. Nell’opera devono ritrovarsi il racconto del soggetto e della sua ‘storia’, la sintesi di questa storia operata dall’autore ma anche il racconto dell’anima e della storia della fotografia stessa. La fotografia d’autore deve sempre essere anche “autoritratto” e “messaggio” di chi scatta. I ritratti di         Enzo Dal Verme sono una perfetta sintesi di questi tre elementi. Fantasia e poesia convivono in opere che sono da ammirare in silenzio per ‘sentire’ la loro forte voce“. In oltre 15 anni, Enzo Dal Verme ha ritratto celebrità come Donatella Versace, Laetitia Casta, Marina Abramovic, Bianca Jagger, Wim Wenders e molti altri e persone meno note; le sue fotografie sono state pubblicate sulle pagine di Vanity Fair, l’Uomo Vogue, The Times e molte altre riviste. Ed oggi si dedica anche a workshop di successo dove coniuga l’insegnamento del ritratto fotografico con un percorso di ricerca interiore personale.


MOSTRA: “Vous Connaissez Suzy Dupont?” di Enzo Dal Verme
DATE: 28 maggio – 3 luglio 2015, vernissage mercoledì 27 maggio ore 19, finissage mercoledì 24 giugno ore 19
INDIRIZZO: Guendalina blabla, viale San Michele del Carso 10, 20144 Milano (MM Conciliazione)
ORARI: dal lunedì al venerdì dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 19 oppure su appuntamento chiamando:
+39 02 43511051 - +39 329/9388286.

www.enzodalverme.com

Mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo, dal 26 giugno al 26 settembre a Grizzana Morandi

Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo
Casa Studio Giorgio Morandi - Fienili del Campiaro
Grizzana Morandi

26 Giugno-26 Settembre 2015


La Casa-Studio "Giorgio Morandi" e i Fienili del Campiaro proseguono l'attività di valorizzazione del territorio e di promozione dell'arte contemporanea  con la mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi. CasaMondo, promossa dal Comune di Grizzana Morandi e dall'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese.

Dopo Il Paesaggio Necessario (2012, con opere di 12 artisti tra cui  M.Bottarelli , B. Benuzzi, M. Pulini, D. Manto, L. Baldassari, G. Pompili ), Un'Etica per la Natura (2013, con opere di D. Monteleone, S. Zagni, E. Laraia, K. Andersen. E. Frani), dopo le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della morte di Morandi (2014), scandite da diverse manifestazioni, tra cui la mostra Galliani incontra Morandi (con opere di Omar Galliani) e la pubblicazione del primo libro fotografico della Casa-Studio (Casa Morandi, di Luciano Leonotti), Luigi Ontani  irrompe in ogni camera della Casa-Studio con una magia ceramica, nature extramorte antropomorfe, che paradossalmente restituiscono la tridimensionalità agli oggetti delle nature morte di Morandi,  le quali vengono dirottate su significati differenti dalla continua materializzazione del volto totemico di Ontani, che presiede al loro attraversamento dello spazio e del tempo, nonché al riconoscimento e alla religiosa conservazione di un sublime raggiungimento dell'opera di Morandi, ossia l'osmosi tra sogno e realtà.

Create appositamente per le stanze Morandi, le nature extramorte antropomorfe (nei nomi delle opere di Ontani l'evocazione di Carroll, Joyce, Savinio, Palazzeschi…) si innestano nella trama delle cose, dei colori, della luce; nel percorso sentimentale delle stanze, della vita, di Giorgio, Anna, Dina, Maria Teresa Morandi. 

Un "incontro", tra Ontani e Morandi, che procede sulla strada di ovvie diversità e di alcune analogie, negli sguardi dei due Artisti, ad esempio, che individuano in un territorio o in una sua parte assai significativa, il nucleo di un genius loci unico e irripetibile ( per Morandi il mondo rurale e scabro di Grizzana con la sua luce e colori, i suoi coltivi, i suoi edifici in sasso; per Ontani la Rocchetta Mattei, rilucente di ceramiche e simbologie, bizzarra e affascinante architettura esotica, eclettica, esoterica).

Oltre la Casa, a ospitare opere di Ontani, e su Ontani, saranno anche i Fienili del Campiaro, che con essa formano un insieme espositivo di raro interesse (i Fienili furono rappresentati molteplici volte da Morandi). Mentre nel maggiore di questi edifici rurali Ontani esporrà alcune mitiche erme e altre ceramiche create per l'occasione, nel 2° Fienile andrà continuamente un video su Ontani di Massimiliano Galliani girato in Romamor, il villino in cui l'Artista vive una parte del suo tempo, con la sorella Tullia, fatto costruire assieme alla Rocchetta dal conte Mattei per ospitare celebri pazienti, che si sottoponevano all'elettroomeopatia, terapia adoperata ancor oggi diffusamente dalla medicina indiana. 

Una casa d'Artista fiabesca, Romamor, che dai mobili, ai lampadari di Murano, alle ceramiche sui muri, alle vetrate, insieme allo studio, e al vasto giardino che li contiene, dipana sotto forma di serissimo gioco uno statuto zen meraviglioso e singolarissimo, mentre prendono vita "coincidenze" mirabili, a partire dal nome del villino stesso, davvero idoneo all'Artista che tra un viaggio e l'altro, tra l'India e Bali, ha eletto Roma a propria dimora e città ideale (qui Ontani abita e ha studio in quello che fu lo studio di Antonio Canova). 

Dunque nella mostra Luigi Ontani incontra Giorgio Morandi, CasaMondo, affiora il senso di legami, e significati, variegati e complessi, che si diramano dalla Casa Studio di Giorgio Morandi, in cui gli oggetti della famiglia convivono da Giugno ad Settembre 2015 con le nature extramorte di Ontani, alla casa di Ontani Romamor, che, nata nel solco della cultura della Rocchetta Mattei, afferma oggi l'appartenenza ad un frammento di genius loci ridivenuto sogno, immaginario, arte della meraviglia.


Alcuni stralci dal testo di Eleonora Frattarolo


Luigi Ontani, un leone dalla criniera dorata

Luigi Ontani è un leone dalla criniera dorata, definizione buddhista per colui che non ha niente di serbato e niente di sprecato.  Arriva nella Casa di Giorgio Morandi, in cui prese vita una pittura, come Ontani stesso dice, "sublime", con nature extramorte antropomorfe in ceramica, cioè oggetti e nature morte che furono rappresentati da Morandi e che ora ridivengono tridimensionali e, con una messe di molteplici varianti e invenzioni esornative-significative, permeati dal naso, dalla bocca dagli occhi di Ontani, che presiede al loro attraversamento dello spazio e del tempo.  

Il volto di Ontani, inespressivo imperturbabile metafisico, attraversa la soglia del mondo dei fenomeni e delle cose. Qui, affiora nella superficie plastica degli oggetti di Morandi e vi immette il sigillo della propria memoria (…) Così facendo, li ridefinisce come luoghi, le cui sedimentazioni attivano l'atto del rammentare, del ricordare, del rimembrare (con la mente, cuore, membra), perchè un luogo oltre che spazio è sempre anche un tempo, che segna e plasma culturalmente lo sguardo degli uomini, intridendolo di riferimenti ottici, emotivi, fisici. 

Gli oggetti disseminati in questa mostra, tratti da alcune rappresentazioni morandiane, sono tracciati, diretti dallo sguardo unitario del collezionista e dell'innamorato dell'arte, che li percorre come spazi, identificandoli come una cronologia di scorrimento del mondo e della propria esperienza interiore. I luoghi dell'arte sublime di Morandi diventano così i luoghi circostanziati dell'io di Ontani e del suo nutrimento, e strutturano una simbolica dell'inconscio credibile, mossa e articolata, e a dispetto della materia che li manifesta hanno una leggerezza di fondo che li muove nell'aria delle idee prime, dove si agitano come carte da giuoco in turbinio incessante (…)

Il viso, il conio del viso di Ontani, dallo sguardo atemporale, fisso e inespressivo come sempre e come in tutte le sue opere precedenti, diventa fulcro delle visioni e contrassegno delle immagini che le animano, le quali sono tutte intorno a lui, fuoriescono da lui, eppure non sono in lui fisicamente impresse, non incise in solchi, centrate in rughe, stirate in tensioni. Il volto che le ha viste, amate, ora le cataloga, denunciando solo una consapevolezza operativa, ma non aggiunge nient'altro di sé e si esprime in questa inespressività, che diventa la firma di un'esperienza oggettiva di vissuto, un pezzo individuale di mondo umano tra le cose collettive del mondo umano. Ontani ci sembra dire: "Ho visto queste cose, ve le rendo così come sono rimaste impresse, senza costrizioni concettuali ed emotive. Esse si rappresentano attraverso un codice estetico che mi appartiene e che vi è apparentemente estraneo, sono un'esperienza percettiva Zen".

In altri opere di Ontani gli oggetti compongono una topografia descrittiva, soggettiva, dei luoghi della mente oltre che dei siti da cui sono stati tradotti, e scansionano una cronologia del vissuto riconoscibile solo dall'autore e illeggibile allo sguardo altrui. Qui, invece, gli oggetti preziosi, i cimeli provenienti dall'opera di Morandi, (è questo il significato della parola greca cimeli) sono rivelatori di un amore profondo per i ritorni dell'esperienza, per gli oggetti che la sostanziano e rappresentano, e per i sensi che la sondano. Ecco che allora i barattoli di Ovomaltina e la grande caraffa, con le evidenti tracce delle pennellate di colore, indicano una genealogia dell'appartenenza alla "sublime" arte di Morandi, affiancata peraltro a un frammento di vita, i piccoli funghi, che Morandi amava tanto, e raccoglieva a Grizzana nei boschi (…) Ontani dispone la sua topografia per il piacere dell'occhio, offrendo panorami come sedativi, ma in realtà, dietro la cultura razionale dell'Occidente, rappresentata dal suo sguardo, c'è il possente residuo di miti irrazionali di morte, sacrificio, fertilità, che sopravvivono alleggeriti dal gioco e da sottrazioni ironiche e simboliche. 

Il fatto stesso che nelle composizioni tridimensionali di Ontani vi sia la sua testa, il suo volto, ancorché privo di sguardo, impone un rapporto di osservazione soggetto-oggetto, natura-cultura tra la rappresentazione di lui e quella delle cose che gli stanno intorno.  Il suo ritratto, impresso in ogni cosa, è un sigillo di catalogazione del conosciuto e del visto. E' uno strumento geografico, cronologico, museografico, che segna la distanza dal mondo e al contempo il suo esservi dentro. Ontani sa che l'immagine del suo volto non è lui, ma sa anche che il suo simulacro è ugualmente lui, buddhisticamente lui. Focillon scrive in un suo libro sulla cultura giapponese che lo stile non è l'eleganza pura e semplice, è qualcosa di più, un senso superiore dell'ordine, l'espressione plastica della nobiltà interiore, il ritmo regolare di una vita possente e grave. La struttura mobile dell'arte orientale con cui si suggeriscono e non si fissano le forme della vita è fatta di spazio, materia, spirito, tempo. Ontani, uomo sommamente elegante, col suo stile, le ritrova. Guarda prima con la mente, poi con gli occhi e infine con il corpo e con gli arti. 

Una massima zen dice: "Se vuoi vedere guarda subito, se inizi a pensare il cuore della questione ti è già sfuggito". Questo sembrano dirci le otticamente sconcertanti figurazioni di Ontani, im-mediate, senza mediazioni, pur nel riferimento a un elaborato esistente che è un prodotto della storia delle immagini. E' una lezione orientale, ma è anche la reazione di un bimbo all'indagine di un adulto o l'impulso del corpo rispetto alla pianificazione mentale. E' anche gioco, movimento dell'inconscio che aziona il sentimento del ritorno allo stato di bambino. 

Consacrazione rituale e ricreazione ludica: sono i due temi principali della ricerca figurativa di Ontani. Sono la tensione e il rilassamento, l'apertura e la chiusura, l'espansione e la contrazione, la concentrazione e la distrazione del battito cardiaco buddhista. Il principio di opposizione fra l'uomo e il mondo, che segna l'accanimento dell'Occidente all'interno della vita, non esiste più, abolito dal fluire dell'intuito e dell'istinto provenienti dall'inconscio. Il mondo ora è una proiezione del sé, siamo noi.



Mostra promossa dal
Comune di Grizzana Morandi e dall'Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese

con il Patrocinio di:
Regione Emilia Romagna
Accademia di Belle Arti di Bologna

Direzione artistica: Eleonora Frattarolo
Grafica e fotografia catalogo e mostra: Luciano Leonotti/Trasguardo
Video Luigi Ontani. CasaMondo: Massimiliano Galliani

Catalogo a cura di Eleonora Frattarolo
Danilo Montanari Editore
Collaborazione alla ricerca, ai testi, alla bibliografia: Ranieri Frattarolo
con un testo di Roberto Marchesini

Galleria ORIZZONTI artecontemporanea: Susy Manzo. Giochi di Ruolo (...raccontami un'altra storia). Ostuni (Br), 16 maggio 2015


 

GIOCHI DI RUOLO

(… raccontami un'altra storia)

 

OPERE di SUSY MANZO

 

A cura di Gabriella Damiani

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

 

Piazzetta Cattedrale

Centro Storico

Ostuni

 

16 – 31 MAGGIO 2015

 

INAUGURAZIONE SABATO 16 MAGGIO 2015

ORE 19:30

 

 

Il secondo evento inserito nel calendario della Galleria Orizzonti Arte Contemporanea di Ostuni, è rappresentato dalla mostra "Giochi di ruolo (…raccontami un'altra storia)" dell'artista milanese Susy Manzo.

 

Dieci disegni e un'installazione sono i nuovi lavori del 2015 presentati in questa mostra che rientra nel progetto "Giochi di ruolo".

 

Ecco come la stessa artista ci presenta il suo lavoro:

 

"Giochi di ruolo è un progetto aperto, nato nel 2012,  che indaga circa il ruolo di genere e il suo  messaggio stereotipato nei giochi, nelle  filastrocche e nelle canzoni popolari per bambini.

L'obiettivo è quello di offrire  una visione che stimoli alla riflessione sull'importanza del messaggio "impostato" che il bambino riceve già in età prescolare.

I disegni su carta vellum sovrapposti ad intagli eseguiti in paper cutting o a sete pregiate,  sono volutamente delicati, trasparenti, leggiadri per sottolineare e contrapporsi all'importanza dell'argomento analizzato.

 

…raccontami un'altra storia!

…raccontami un'altra storia.

 

Ed ecco che racconto di una storia altra. Senza punti esclamativi e senza "punti e basta".

Un'altra storia, di donne forti,  lungimiranti, intuitive.

Un'altra storia, senza tempo e senza luogo, fatta di alberi e radici (le nostre) e di abiti e pizzi (le nostre madri e i loro sogni) di sete trasparenti e preziose (preziose tanto quanto l'unicità di ogni individuo)".

 

E allora si, raccontami un'altra storia, fatta di preziosi ricami, di terracotta, di ritagli di carta e seta, di quel loro dialogo dolce e delicato, che ci riporta ad un dialogo più antico, più profondo, ad una  cantilena che ci arriva dal passato, lontano ma non troppo; una ninna nanna, delicata ed elegante ed un suono dolce e lento che ci riportano ad un "fare" antico, quello delle nostre mamme, delle nostre nonne che con sapienza, lungimiranza e lavoro costante hanno tessuto, intorno ad un tavolo, tutte insieme, ricami preziosi dando vita ad un linguaggio unico, sicuro, malizioso e spirituale fatto di intuito, suoni e silenzi che appartiene e lega solo le donne.

Le donne… portatrici di un messaggio introspettivo di accoglienza, di rispetto e di valore che va avanti ed indietro nello spazio e nel tempo e giunge fino a noi bimbi e bambine, nel qui ed ora, dove siamo, fummo e saremo.



 

GIOCHI DI RUOLO

(…raccontami un'altra storia)

 

Opere di Susy Manzo


Inaugurazione: sabato 16 maggio, ore 19.30

Dal 16 al 31 maggio 2015

 

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA

Piazzetta Cattedrale (centro storico)

72017 Ostuni (Br)

 

Tel. 0831.335373 – Cell. 348.8032506

E-mail: info@orizzontiarte.it

Web: www.orizzontiarte.it

F: Orizzontiartecontemporanea

 

 


lunedì 11 maggio 2015

Talk con l’artista e performance E.T.E.R.E. Project


All’interno della mostra Lino Strangis_Presente ulteriore
A cura di Francesca Gallo
AOCF58-Galleria BRUNO LISI, via Flaminia 58 – Roma
14 maggio 2015, dalle 17.30


Nell’ambito di Presente ulteriore, la personale di Lino Strangis presso la galleria AOC58-BRUNO LISI, il 14 maggio alle 17.30 si svolgerà una tavola rotonda con l’artista e la curatrice della mostra, Francesca Gallo (docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma), e i curatori Chiara Ciucci Giuliani (del collettivo Sguardo contemporaneo), Veronica D'Auria (di C.A.R.M.A.) e Maurizio Marco Tozzi (di C.A.R.M.A.). 

Un’occasione per approfondire alcuni aspetti dalla ricerca video dell’artista, in particolare la capacità visionaria della new media art, tema al centro dei lavori esposti.

Alle ore 19.30 la serata continua con la performance Mondificazioni del gruppo E.T.E.R.E. Project (Lino Strangis, Giovanni Paris, Roberto Liberati, Giulia Pellini), impegnato nel contesto delle "interazioni di senso e sensi" (L.S.) "tra fenomeni visivi e sonori" nei processi di performance intermediale.

Nello specifico la performance MONDIFICAZIONI propone "un processo performativo metaforico del fondamentale ruolo dell'agente sonoro nella formazione e nel fenomeno di evoluzione delle forme che costituiscono i vari livelli dell’esistente, le dimensioni in cui si sviluppano le più differenti forme di vita", spiega Lino Strangis. 

“Questa esperienza multisensoriale è prima di tutto la celebrazione – continua l’artista – dell'elemento sonoro e della sua forza generatrice: basti pensare che fin dall'antichità moltissimi culti religiosi pongono il suono nel ruolo di principio generatore e che, ad esempio, nella teoria delle stringhe si pensa a corpi vibranti come alla materia prima da cui conseguono tutte le altre costruzioni di forme e vite." 

In questa seconda versione di MONDIFICAZIONI, proposta il giovedì 14 maggio, Strangis fa uso di un videomapping modulare basato sulla posizione dei musicisti in scena (interamente coperti da tute bianche che li integrano completamente nella proiezione), tecnica che permette una più intensa interazione e un reciproco potenziamento fra la componente sonora e quella visiva, ma allo stesso tempo permette di riproporre "la scena" nelle più diverse situazioni spazio-temporali ed architettoniche. 

La definizione di free improvisation intermediale è usata da Strangis per tale tipo di performance che riunisce la "tradizione" dell'avanguardia musicale dell'IMPROVVISAZIONE LIBERA portandola nel mondo elettronico-digitale odierno (tramite largo uso di sintetizzatori e software musicali) e con l'elemento video in chiave sperimentale, "come scenografia, partitura aleatoria e corpo di ballo allo stesso tempo". Il risultato è di carattere intermediale, cioè un intreccio di linguaggi capace di generare soluzioni formali in cui concretamente i vari elementi in campo si integrano non semplicemente sommandosi, ma moltiplicando le loro potenzialità in un ambiente mentale al di là delle distinzioni tra le categorie, i generi e i linguaggi artistici.


ASSOCIAZIONE OPERATORI CULTURALI FLAMINIA 58 - 
GALLERIA BRUNO LISI
Via Flaminia 58 - 00196 - Roma - tel - 06/3200317 - 06/3211880 - 00393388676337 aocf58@virgilio.it -  www.aocf58.it

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