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lunedì 16 marzo 2015

Grande mostra > Chagall. Love and Life > a cura di Ronit Sorek > 16 marzo – 26 luglio 2015, Chiostro del Bramante, Roma

Chagall. Love and Life

Collezione dell'Israel Museum


a cura di Ronit Sorek
16 marzo – 26 luglio 2015
Chiostro del Bramante, Roma


 
Marc Chagall, Coppia di amanti e fiori, 1949. Litografia a colori, 4,9x8,1 cm. Dono di Ida Chagall, Parigi © Chagall ® by SIAE 2015



Dalla collezione dell'Israel Museum di Gerusalemme giungono per la prima volta in Italia 140 lavori di uno degli artisti più amati del Novecento, Marc Chagall, il cui linguaggio è così universale da essere amato da tutti e da tutti conosciuto e riconosciuto e che, tra tutti gli artisti del secolo scorso, è rimasto fedele a se stesso pur attraversando guerre, catastrofi, rivoluzioni politiche e tecnologiche.
Attraverso disegni, olii, gouache, litografie, acqueforti e acquerelli, la mostra racconta la sua poetica influenzata dal grande amore per la moglie Bella e dal dolore per la sua morte prematura avvenuta nel 1944, ripercorrendo la sua vita e la sua arte che fu commistione delle maggiori tradizioni occidentali europee - dall'originaria cultura ebraica a quella russa, all'incontro con la pittura francese delle avanguardie.

Con il patrocinio di Roma Capitale, la mostra Chagall. Love and Life curata da Ronit Sorek è prodotta da DART Chiostro del Bramante e Arthemisia Group, in collaborazione con l'Israel Museum, e apre al Chiostro del Bramante dal 16 marzo fino al 26 luglio 2015.

Fondato nel 1965, l'Israel Museum ospita collezioni di opere d'arte che attraversano la cultura ebraica dalla preistoria al contemporaneo. All'interno della collezione non poteva mancare l'opera di Chagall, i cui lavori sono stati donati al museo dall'artista stesso, dalla figlia Ida e da sostenitori dell'istituzione che proprio quest'anno compie 50 anni e per l'occasione concede eccezionalmente i prestiti per la mostra romana al Chiostro del Bramante.

LA MOSTRA
Le 8 sezioni tematiche della mostra disegnano una mappa artistica e spirituale complessa e caleidoscopica che sta a fondamento del profilo apolide dell'artista; l'originalissima lingua poetica di Chagall nasce infatti dall'assimilazione delle tre culture cui appartiene: la cultura ebraica (dalla cui tradizione visiva dei manoscritti ornati egli trae gli elementi espressivi, non prospettici a volte mistici della sua opera); la cultura russa (cui attinge sia attraverso le immagini popolari dei luboki che attraverso quelle religiose delle icone); la cultura occidentale (in cui assimila grandi pittori della
tradizione, da Rembrandt agli artisti delle avanguardie che frequenta con assiduità).
Ma l'opera di Chagall è anche altro, perché la sua meraviglia di fronte alla natura, il suo stupore di fronte alle creature viventi conferisce quell'arcaicità quasi medievale alla sua poetica novecentesca.

La mostra raccoglie in particolare lavori grafici e ripercorre i temi fondamentali della produzione di Chagall: dalle radici nella nativa Vitebsk (Bielorussia), descritta con amore e nostalgia nella serie Ma vie (My Life), all'incontro con l'amata moglie Bella Rosenfeld, della quale illustrò i libri Burning Lights e First Encounter, pubblicati dopo la morte prematura dell'amata.
Un'intera sezione è dedicata alle illustrazioni della Bibbia con temi che esercitarono sempre un grande fascino su di lui e che rivelano un'interpretazione straordinariamente "umanista" delle Scritture come il ciclo d'incontri storici tra l'uomo e Dio, interpretazione dell'Antico Testamento.

Oltre alla varietà di temi molto più ampia rispetto alla maggior parte dei suoi contemporanei, molti erano i campi nei quali Chagall esprimeva la sua arte quali la pittura, la scultura, il mosaico, la scenografia, la scrittura e l'incisione: quest'ultima è ampiamente approfondita nel percorso espositivo che mostra le peculiarità delle opere eseguite con le diverse tecniche litografiche e di incisione. Nella terza sala una gigantografia riproduce anche l'ambiente della celebre stamperia Mourlot di Parigi con i suoi antichi torchi dove lavorava Chagall, stamperia frequentata anche da Picasso, Matisse, Braque e Giacometti.

La rassegna mette in luce anche il rapporto esistente nell'opera di Chagall tra arte e letteratura, tra linguaggio e contenuto. I lavori esposti riflettono l'identità poliedrica dell'artista, che è al tempo stesso l'ebreo di Vitebsk (in mostra Sopra Vitebsk), autore e illustratore che correda di immagini i libri dell'amata sposa, artista che illustra la Bibbia (in mostra L'angelo caduto, gouache del 1924), originale pittore moderno che attraverso l'iconografia cristiana piange la sorte toccata al popolo ebraico (in mostra la Crocifissione, gouache del 1944), profondo conoscitore di Le Anime morte dello scrittore russo Nikolaj Gogol (in mostra il frontespizio eseguito da Chagall e 15 delle 96 tavole - acqueforti - del 1948) e francese di adozione che disegnò le illustrazioni delle favole di La Fontaine anch'esse in mostra (18 tavole tra acquerelli, acqueforti e gouache).
Artista grande conoscitore dell'anima "ritraeva le debolezze umane, senza emettere giudizi" (Susan Compton, dal catalogo della mostra alla Royal Academy of Art, 1985), Chagall celebra l'amore come dono divino (in mostra Gli amanti, olio del 1937, Coppia di amanti e fiori, litografia del 1949, Coppia di amanti con gallo, litografia del 1951, Gli amanti, gouache del 1954-55) e ritrae la famiglia, gli amici (in mostra Ritratto del Dottor I.A. Eliashev e quello di Ala Eliashev, entrambi grafite su carta del 1919) e se stesso (in mostra Autoritratto con sorriso e Autoritratto con smorfia, entrambi acquaforte del 1924-25) dimostrando di essere un maestro della linea e della superficie oltre che un eccellente colorista.

DIDATTICA E SCENOGRAFIA
L'ambiente espositivo pone una particolare attenzione alla scenografia delle sale e una forte considerazione della comunicazione ai visitatori dei contenuti durante il percorso di mostra.
In una sala la proiezione di quattro opere che prendono forma e si completano sulla parete permette al visitatore di osservare le fasi di composizione di un'opera di Chagall, come se il quadro stesse materializzandosi proprio in quel momento. Un sottofondo sonoro rende multisensoriale l'intera esperienza percettiva.
Inoltre, affinché tutti possano entrare a pieno nel mondo di questo grande del Novecento, ci si potrà immergere in un quadro dell'artista e comporre con dei magneti mobili su uno sfondo "classico" di un'opera di Chagall il "proprio Chagall", all'interno della quale poi immortalarsi con uno scatto fotografico.
E per "immedesimarsi" nella sua appassionante poetica, nell'ultima sala vi è la proiezione a parete di una delle sue opere più importanti La passeggiata (di cui in mostra è presente una gouache del 1919) che invita il visitatore a immergersi nell'atmosfera del dipinto e a immortalare il proprio viso al posto di quello degli amanti, per portare con se un ricordo personale della visita alla mostra e del grande amore di Marc e Bella, dei quali proprio quest'anno cade il centenario del matrimonio.

La mostra Chagall. Love and Life attraverso le opere dell'Israel Museum illustra la sua arte, tra le più innovative del Novecento, nonché la poetica dell'artista ebreo più apprezzato e ammirato del secolo scorso.
Parafrasando il titolo del libro della moglie Bella, le luci di Chagall risplendono ancora, di colui che non è mai stato un "artista tormentato", anzi ha mantenuto fino alla fine della sua lunga esistenza ottimismo e gioia di vivere.

sabato 14 marzo 2015

M4A - MADE4ART, Milano: mostra "Sergio Armaroli. Confusio Rerum Confusio Verborum"



Sergio Armaroli. 
Confusio Rerum Confusio Verborum 
a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo 
M4A - MADE4ART, Milano
17 - 22 marzo 2015
Inaugurazione martedì 17 marzo, ore 18.30 | Performance, ore 19.30
In collaborazione con il Festival 5 Giornate di Milano 
In occasione del Festival 5 Giornate - Milano: Cinque Giornate per la Nuova Musica, lo spazio Made4Art è lieto di presentare l'inaugurazione del progetto di sound installation / active soundwork Sergio Armaroli. Confusio Rerum Confusio Verborum
L'evento, anteprima del Festival 5 Giornate, si svolgerà martedì 17 marzo dalle ore 18.30, con performance artistico-musicale a cura di Sergio Armaroli alle ore 19.30 e presentazione del catalogo sul progetto. 
Seguiranno, nelle giornate di sabato 21 e domenica 22, due performance musicali a cura di Francesco Cuoghi e Sergio Armaroli. 
Artista poliedrico e versatile, Armaroli ricorre a diversi linguaggi, tecniche e strumenti, a volte da lui stesso realizzati, per creare un lavoro in grado di superare le tradizionali classificazioni. 
Poesia, pittura, fotografia, video e musica si mischiano in un'opera d'arte totale capace di suscitare emozioni, creare situazioni insolite e spiazzanti, porre quesiti: un invito alla riflessione attraverso stimoli visivi e sonori
Nel percorso creativo dell'artista riveste particolare importanza l'universo musicale, un ambito che Armaroli esplora sia come musicista che come compositore. La sua musicalità è fatta di suoni, parole e silenzio, in una sperimentazione che rielabora in maniera personale e libera da un linguaggio codificato. 

Sergio Armaroli (1972) ha compiuto gli studi presso l'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano diplomandosi in pittura con il massimo dei voti e presso il Conservatorio "G. Verdi" di Milano diplomandosi in Musica Elettronica, Jazz e Strumenti a Percussione. 
Si è perfezionato presso la Fondazione Arturo Toscanini di Parma e presso l'Accademia del Teatro Alla Scala di Milano. Ha studiato inoltre "percussion popular" presso l'I.S.A. Instituto Superior de Arte de La Habana (Cuba). 
Ha suonato e suona in numerose orchestre, ensemble cameristici e in qualità di solista in Italia e all'estero (Polonia, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Messico, Gran Bretagna e Francia). Ha al suo attivo numerose registrazioni (ArtAche, Stradivarius, Rugginenti, BMG Ricordi, Red! e Dodicilune). 
L'ultimo suo lavoro per marimba sola dal titolo "Early Alchemy" ha avuto un generale consenso di critica in Italia e negli Stati Uniti. Come "attore musicale" realizza alcuni progetti multimediali e performativi progettando alcune installazioni sonore. 
Ha esposto in Italia in mostre personali e collettive. Nel 2013 presso lo spazio Made4Art ha partecipato al progetto artistico Black&White. Astrazione negli opposti (24 maggio - 7 giugno). Nel 2014, sempre presso lo spazio Made4Art, si è tenuta la personale Camera d'eco (EchoChamber) (21 - 31 gennaio) e il 21 ottobre si è svolta la presentazione di una monografia dedicata ai suoi vent'anni di attività, volume edito da Vanilla Edizioni con testi a cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni. 

 
Sergio Armaroli. Confusio Rerum Confusio Verborum A cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
M4A - MADE4ART, Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
17 - 22 marzo 2015
Inaugurazione martedì 17 marzo, ore 18.30 | Performance, ore 19.30
Martedì - domenica, ore 15 - 19
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Catalogo in galleria
In collaborazione con Festival 5 Giornate - Milano: Cinque Giornate per la Nuova Musica www.festival5giornate.it
PROGRAMMA DEL FESTIVAL 5 GIORNATE PRESSO M4A - MADE4ART:
Martedì 17 marzo | Anteprima Festival 5 Giornate Ore 18.30 - inaugurazione del progetto Confusio Rerum Confusio Verborum
Ore 19.30 - Sergio Armaroli, performance artistico-musicale
Sabato 21 marzo 2015, Ore 17.30
Francesco Cuoghi, chitarra elettrica e chitarra
Fausto Romitelli: Trash Tv Trance per chitarra elettrica
Fabrizio De Rossi Re: Monstrous ship per chitarra elettrica
Riccardo Sinigaglia: Nove per nove per chitarra elettrica
James Dashow: Sounding pure duration 3 per chitarra ed elettronica
Chikashi Miyama: Mutation per chitarra, elettronica e live video
Domenica 22 marzo 2015, Ore 15.30
Sergio Armaroli, percussioni
Giuseppe Giuliano: Bar im Bau per berimbau e computer tape
Alvin Lucier: Silver streetcar for the orchestra per triangolo amplificato
Francesca Gemmo: Around M per mbira amplificata*
*prima esecuzione assoluta

Al Teatro San Teodoro di Cantù: inaugurazione mostra personale Annalisa Fulvi. Domenica 29 marzo ore 18.30

Annalisa Fulvi
PROSPETTIVE MUTANTI
a cura di Elisa Fusi


Domenica 29 marzo 2015 alle ore 18,30 inaugura presso il Teatro San Teodoro di Cantù la mostra personale di Annalisa Fulvi dal titolo Prospettive mutanti, a cura di Elisa Fusi.

In mostra, fino al 18 aprile, una selezione di opere di medie e piccole dimensioni che ci illustrano la ricerca pittorica e lo sguardo dell'artista. Come per le mostre precedenti, il palco del Teatro ospiterà, invece, un'opera di grande formato.

Con rigore tematico, Annalisa Fulvi sviluppa un'indagine sul paesaggio percepito come scenario in continua mutazione. Le tele si aprono su ambientazioni in rapida e profonda trasformazione, edifici in costruzione, cantieri, impalcature, travi e recinzioni, periferie urbane in stato di precarietà. Un paesaggio manomesso dal flusso del tempo, fragile e instabile che la Fulvi esamina per poi intervenire su di esso con  risvolto evocativo.

In questi spazi prevalgono i vuoti e le ombre di architetture incompiute, costruite su improbabili palafitte, dotate di facciate che si vedono e non vedono, di superfici che si confondono e prospettive infedeli che regalano un'illusione di profondità. L'asimmetria, l'intersecazione delle linee, le sovrapposizioni dei piani sono debitori della frantumazione dello spazio cubista, mentre il senso del dinamismo, quasi futurista, è ottenuto attraverso l'uso di molteplici punti di vista e, pittoricamente, con velature e trasparenze.

Un'influenza ben visibile nella ricerca di Annalisa Fulvi è quella della Pop Art, a partire dall'uso di colori acrilici dalle tinte accese, volto a caricare di intensità i grigio-neri che caratterizzano gli edifici, fino alla presenza di icone come teiere, topi, carrelli della spesa e altri oggetti noti e riconoscibili che confondono lo spazio urbano con la realtà virtuale e fumettistica

Tali inserti sono prodotti in serie e moltiplicati attraverso il procedimento, caro a Warhol, della serigrafia, con la quale la Fulvi crea anche sfondi, pattern e interi edifici. Tale tecnica spezza il dinamismo della pennellata gestuale introducendo un rigore grafico, preciso e statico, che ha un effetto straniante rispetto alla caoticità apparente del contesto. Questo accostamento di differenti linguaggi pittorici evidenzia maggiormente la discontinuità dello spazio architettonico, che appare tanto frammentato quanto più la pittura si plasma in un una sorta di collage di tecniche.

Una teatralità interrotta permea lo spazio: ogni costruzione è una quinta, una scenografia disposta a differenti livelli di profondità, che monumentalizza lo scenario con ardui scorci e altezze mozzafiato, comprimendo uno spazio già soffocato dalle ampie pennellate. 

Eppure sono spazi senza attori, senza memoria e connotati, dove la figura umana non trova posto se non come traccia delle sue azioni.

Nelle tele di Annalisa Fulvi sono protagonisti la solitudine e l'assenza. Il paesaggio appare così poco naturale e tanto modificato dall'intervento umano che ci impone delle riflessioni quanto mai attuali sul rapporto tra uomo e natura, sul conflitto tra industrializzazione e vissuto quotidiano, sulla forza travolgente della modernità e le contraddizioni insite in essa.


Biografia:
Annalisa Fulvi nasce nel 1986 a Milano. Nel 2008 consegue il diploma di I° livello in pittura presso l'Accademia  di Belle arti di Brera; successivamente trascorre un periodo di studi di sei mesi presso l'Académie Royale des Beaux-Arts a Bruxelles e nel 2011 ottiene il diploma di II° livello in Pittura sempre presso l'Accademia di Brera. Tra le esperienze più importanti per lo sviluppo del suo lavoro vi sono le residenze d'artista svolte nel 2012 in Turchia e nel 2014 in Islanda e in Francia. Annalisa Fulvi ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, sia in Italia che all'Estero.
_________

Annalisa Fulvi // Prospettive mutanti
a cura di Elisa Fusi
Inaugurazione: domenica 29 marzo 2015 ore 18.30
In mostra: dal 29 marzo al 18 aprile 2015
Teatro San Teodoro di Cantù (Co), via Corbetta 7
Orari: la mostra è visitabile negli orari di apertura della biglietteria, in presenza di spettacoli teatrali e durante gli aperitivi della domenica.
Ingresso libero.

Per maggiori informazioni: mostre@teatrosanteodoro.it; 347 8086566.

venerdì 13 marzo 2015

Gesine Arps, una nuova Chagall in mostra a Padova, 20 marzo - 10 maggio 2015

GESINE ARPS 
 "VIAGGIO VERSO LA LUCE"

Galleria Civica Cavour - Padova
dal 20 marzo al 10 maggio 2015
dal martedì alla domenica ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00

"La mia passione per tutto ciò che mi emoziona si trasforma in arte.
Mi attraversano le emozioni come colori,
a volte come pioggia, a volte come fiume, a volte come mare
in costante movimento fluido.
Mi unisce al mondo.
Mi sento vicina a tutto quello che vive."
Gesine Arps



Inaugura giovedì 19 marzo alle ore 18.00, nella Galleria Civica Cavour di Padova, la mostra "Viaggio verso la luce" di Gesine Arps. Artista per eccellenza "visitata dai sogni", ha conquistato gallerie e collezionisti non solo europei che vedono in lei una nuova Chagall. Entrambi "pellegrini tra due mondi" per la Arps l'Italia e la Germania, per Chagall la Russia e la Francia: Marc Chagall racconta storie eterne, Gesine Arps mostra istantanee dell'eternità.


La mostra, a cura di Silvia Prelz in collaborazione con l'Assessorato alla Cultura Settore Attività Culturali del Comune di Padova, apre al pubblico ad ingresso gratuito dal 20 marzo al 10 maggio 2015 e presenta quasi 50 quadri dell'artista, tra cui molti inediti alcuni appartenenti alla collezione privata della Arps, ma anche poesie, installazioni, sculture di piccole e grandi dimensioni come la "Colomba della pace", un'installazione interattiva alta 2 metri che dopo aver preso il volo dalla Basilica di Assisi e aver viaggiato tra Francia, Olanda e Germania, arriverà a Padova in Galleria Cavour.

"Viaggio verso la luce" sarà una mostra dinamica che indagherà lo sfaccettato universo artistico di Gesine Arps non solo attraverso l'esposizione delle sue opere, ma faranno parte della mostra anche conferenze di arte e filosofia tenute da importanti nomi della cultura padovana come Adone Brandalise, Umberto Curi, Guido Barotelli e un pomeriggio di meditazione yoga guidata da Usha Piscini da dieci anni maestra di Gesine Arps. Dal 19 marzo partirà il challenge fotografico in collaborazione con Rossopadova che raccoglierà con l'hashtag #coloralaluce tutti gli scatti ispirati alla mostra. Infine per tutta la durata della mostra saranno esposti in galleria tre esclusivi abiti di alta moda della stilista Josephin Bonair ispirati alle opere di Gesine Arps.

Visto l'alto numero di opere a disposizione, quasi 50 tele tra cui molte inedite, la curatrice Silvia Prelz presenterà un cambiamento d'allestimento in corso mostra. Tutte le opere di "Viaggio verso la luce" sono raccolte in un catalogo, disponibile in Galleria Cavour, realizzato per l'occasione da Gesine Arps insieme alla curatrice Marisa Zattini.

GESINE ARPS: REALTÀ IMMAGINAZIONE SOGNO
Gesine Arps è un'artista senza compromessi.  La sua arte è come la sua personalità: espressiva, immediata, energica e piena di sorprese. Tocca l'anima ed esalta la fantasia: immagini sognate, un mondo ideale, sempre rappresentato con segni, materiali e colori che emozionano profondamente.  

L'energia sprigionata dalle tele di Gesine, artista di origine tedesca in Italia dagli anni Ottanta, è un'alchimia che lei stessa vede e sente, facendoci dono di vederla e sentirla a nostra volta guardando i suoi quadri. 

La sua pittura è collegata all'arte dell'origine e si materializza nell'atto dell'artista di dipingere stendendo la terra al suolo, come se l'arte stessa divenisse il trait d'union fra la terra e tutto il resto. Gesine non fronteggia la tela, ma vi entra con tutta se stessa, vi si immerge come lo sciamano si immerge nello spirito della terra. Nel dare libera espressione alla parte esoterica e simbolica dell'esistenza, le sue opere diventano punto di contatto tra diverse culture e, proprio per questo, sono apprezzate in modo vasto e trasversale, anche al di là del primo impatto emozionale dato dall'intensità del colore.

La vena creativa di Gesine Arps non si esaurisce nella pittura, ma ha bisogno di esprimersi anche attraverso la scultura plurimaterica, le installazioni, la poesia per raccontare il suo grande mondo interiore ricco di architetture fantasiose, di immaginazioni gioiose, di universi paralleli, di personaggi terrestri e ultraterrestri, di quotidiano e di eccezionale, di abitazioni cosmiche. Nulla avviene però improvvisamente e di getto, tutto è frutto di meditazione e contemplazione, tutto è segno di riflessione, di vissuto interiore, di ragionamento e di emozione sapientemente dosati, di cuore e di testa sempre al lavoro parallelamente e che si incontrano all'infinito.

Per questo in "Viaggio verso la luce" la curatrice Silvia Prelz alle 40 tele dell'artista sia di grande che di piccola dimensione, molte delle quali inedite, ha voluto accostare anche delle poesie di Gesine Arps che permetteranno di entrare appieno nell'introspettiva e raffinata poetica dell'artista. Ma anche sculture e installazioni, tra tutte di sicuro impatto sarà "La colomba della pace" di oltre tre metri di lunghezza e due metri d'altezza che nel 2009 ha preso il volo dalla Basilica di Assisi per poi viaggiare tra Germania (Bad Homburg 2010), Olanda (Utrecht, 2010) e Francia (Parigi, 2011). Questa colomba significativamente vestita di brandelli di stoffa usati, più che una scultura è un contenitore itinerante di ricordi, una messa a nudo del vissuto dell'artista tedesca, del suo mondo sospeso a mezz'aria tra la purezza della favola e la realtà e allo stesso tempo, una occasione di confronto per chiunque voglia curiosare tra i suoi cassetti segreti.

INCONTRI IN GALLERIA CAVOUR
Durante la mostra sono in programma cinque appuntamenti a cura di Silvia Prelz della galleria d'arte contemporanea ARTissima che approfondiranno la poetica di Gesine Arps attraverso lezioni di arte e filosofia tenute da alcuni dei più importanti nomi della cultura di Padova. Ad inaugurare gli incontri giovedì 26 marzo alle ore 18.00 sarà la presentazione della biografia d'artista "Voyage vers la lumiére" (Selective Art, Parigi, 2015) di Gesine Arps che sarà presente insieme alla critica d'arte Marisa Zattini per raccontarsi attraverso le 700 pagine di questo prezioso doppio volume pubblicato dalla Selective Art Edizioni nel febbraio 2015.

A seguire l'appuntamento di venerdì 17 aprile alle ore 18.00 con i filosofi Alberto Giacomelli in "Così sognò l'artista" e Marcello Barison in "L'anima e la forma" dottori di ricerca in Filosofia rispettivamente dell'Università di Padova e di Napoli. Venerdì 24 aprile ore 18.00 Guido Bartorelli, docente di Arte Contemporanea all'Università di Padova, presenterà il libro "Alighiero e Boetti: ricami e tappeti" di Federica Stevanin, un testo che analizza l'opera d'arte come elemento di possibile comunicazione tra culture diverse. 

Appuntamento suggestivo ed emozionale quello di martedì 28 aprile che comincerà alle ore 16.00 con la meditazione yoga guidata da Usha Piscini, maestra di Hatha Yoga e Raja Yoga, che insieme a Gesine Arps accompagnerà i presenti in un viaggio interiore che avrà come punto di partenza le opere esposte in galleria. Dalla pratica delle filosofie orientali, si passerà alla teoria occidentale con la conferenza (ore 18.00) dei filosofi Adone Brandalise ed Emanuela Magno tra "Arte, meditazione, contemplazione".

A chiudere il ciclo di incontri martedì 5 maggio alle ore 18.30 sarà la conferenza dei filosofi Umberto Curi e Silvia Capodivacca su un tema che caratterizza tutta la pittura di Gesine Arps: "Figure e simboli dell'arte".

CHALLENGE FOTOGRAFICO #coloralaluce
La mostra "Viaggio verso la luce" di Gesine Arps vuol essere lo spunto per un momento di condivisione e confronto tra pubblico e artista. Un'occasione per lasciarsi ispirare e attraversare dalla poetica dell'artista tedesca: «La mia passione per tutto ciò che mi emoziona si trasforma in arte - spiega Gesine Arps -  Mi attraversano le emozioni come colori, a volte come pioggia, a volte come fiume, a volte come mare». 

Per questo in collaborazione con "Rossopadova", realtà nata nel 2014 dalla volontà del fotografo professionista Ruggero Cherubini e della guida turistica autorizzata Maila Bertoli di promuovere la città di Padova  attraverso il filtro delle emozioni,  con foto e cortometraggi accompagnati da racconti di vita quotidiana, dal 19 marzo partirà il challenge fotografico che raccoglierà con l'hashtag #coloralaluce tutti gli scatti ispirati alla mostra. Lasciatevi trasportare dall'arte di Gesine Arps e smartphone alla mano raccontate con una fotografia a colori o in bianco e nero il vostro "viaggio verso la luce", che può essere inteso come percorso di rivelazione, o più semplicemente ritrarre persone e situazioni che facciano emergere un'idea di luce, volontà di "colorare" la  quotidianità.

Ferma con un click la tua luce e colorala con le emozioni!  Tempo fino al giorno 26 aprile per caricare le foto sui social network, dal 2 maggio i 30 scatti migliori saranno esposti in Galleria Cavour e resteranno in mostra fino al 9 maggio giorno di premiazione per le cinque fotografie più belle.

JOSEPHINE BONAIR E GESINE ARPS: ARTE DA INDOSSARE
Per tutta la durata della mostra saranno esposti in galleria tre esclusivi abiti di alta moda della stilista Josephine Bonair ispirati alle opere di Gesine Arps. Tre creazioni esclusive realizzate dipingendo sulla stoffa tre diversi quadri di Gesine Arps, presentate a Parigi l'11 marzo scorso in occasione della Settimana della Moda. 

Josephine Bonair, stilista modenese, realizza creazioni sognanti, eteree ma allo stesso tempo sensuali che emergono dai meandri di antiche memorie. Attraverso un intervento stilistico, contemporaneo e ricercato Josephine fa rivivere antichi e preziosi tessuti del passato creati da stilisti come Armani, Versace, Valentino con nuove ed eclettiche forme. «Non volevo che la bellezza rimanesse nascosta dentro a vecchi bauli - racconta Josephine - Ogni donna è uguale e diversa merita quindi di scegliere il suo vestito unico e autentico» .

Da questo concetto semplice, ma molto spesso dimenticato, parte la filosofia di Josephine Bonair: una ricerca che si trasforma in scoperta, la scoperta continua di tesori dimenticati, di tessuti che parlano di viaggi misteriosi, di soffitte impolverate dove scovare veri tesori di bellezza autentica, vera, intramontabile ma contemporanea. Come nell'arte di Gesine Aprs: realtà, immaginazione e sogno.

INFORMAZIONI UTILI
GESINE ARPS "VIAGGIO VERSO LA LUCE"
Galleria Civica Cavour, Piazza Cavour, Padova
dal 20 marzo al 10 maggio 2015
dal martedì alla domenica ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00
chiuso i lunedì non festivi 
- ingresso libero - 

Comune di Padova - Servizio Mostre-Settore Attività Culturali
tel. 049-8204529
donolatol@comune.padova.it
http://padovacultura.padovanet.it/

ARTissima Spazio Arte Contemporanea
tel. 347-6936594
info@artissimacontemporanea.it
www.artissimacontemporanea.it
www.facebook.com/artissimacontemporanea

Bergamo: Palma il Vecchio contamina il territorio

UN GIARDINO ISPIRATO ALL’ARTE PER LA GRANDE MOSTRA DI PALMA IL VECCHIO


 
A Bergamo dal 13 marzo al 21 giugno 2015, il cortile della GAMeC ha la firma internazionale dei Maestri del Paesaggio.




Arte e paesaggio si fondono in uno sguardo di eccezionale bellezza, spirito del tempo e panoramica sulla meraviglia. A introdurre la prima grande retrospettiva dedicata interamente a Jacopo Negretti, in arte Palma il Vecchio, pittore protagonista del rinascimento veneto originario di Serina è, infatti, la genialità dei I Maestri del Paesaggio, la manifestazione che da ben quattro anni riunisce a Bergamo i più importanti maestri paesaggisti al mondo.

Ispirati dai capolavori del pittore esposti nella splendida Accademia Carrara/GAMeC di Bergamo, i maestri paesaggisti si sono cimentati in un vero e proprio esercizio di landscaping con colori, emozioni e sensazioni che fluiscono dalle tele per raggiungere lo spazio antistante alla galleria, ricreando una corte ricca di colore, sedute contornate da alberi, pannelli con macro dettagli delle opere e moltissime altre sorprese. A firmare il progetto, sono stati i maestri Peter Fink (art director), Lucia Nusiner (garden designer) e Maurizio Quargnale (light designer), già noti a Bergamo per aver ridisegnato la storica Piazza Vecchia trasformandola in uno splendido giardino a cielo aperto, con fascinose cromature verdi e rosa.

Lasciandosi guidare dall’estro del Palma, le cui pennellate si snodano lungo temi mitologici, vedute straordinarie e numerosi rimandi ai luoghi natii, gli artisti del paesaggio hanno rappresentato animi, emozioni e sensazioni in un’istallazione unica nel suo genere che arricchisce la visita degli appassionati di arte, cultura e paesaggio. «Ci siamo trovati a tu per tu con un flusso di emozioni e richiami che non potevamo ignorare. Lo spirito che portò Palma a dipingere conversazioni sacre come veri e propri dialoghi, ha suscitato in noi il desiderio di rendere questo cortile uno spazio sociale vibrante, capace di stimolare nei visitatori il piacere del confronto, della conversazione reale, appunto, con momenti di contemplazione che anticipino e suggellino l’ammirazione per gli straordinari dipinti in mostra» - spiega Peter Fink, svelando i contorni di un progetto ricco di fascino, stupore e simbolismo.

Un impegno, quello realizzato da I Maestri del Paesaggio, ancora una volta ambizioso e promettente, promosso dal Comune di Bergamo e reso possibile grazie alla volontà e alla pervicacia della Fondazione del Credito Bergamasco e della società produttrice del progetto Palma il Vecchio, ComunicaMente Servizi per la Cultura srl, nonché alla cura professionale e sempre presente di Giovanni C.F. Villa, curatore della mostra.

Tutte le attività programmate sono disponibili sul sito http://palmailvecchio.it/

18 marzo: Colazione da "Ornella Bijoux" per incontrare Maria Vittoria Albani nel luogo in cui crea le sue collezioni a pochi giorni dall'inauguraziozione della mostra che il Museo del Bijou le dedica 18 marzo 9,30/11,30 Milano Amendola Fiera

                Per conoscere di persona Maria Vittoria Albani, designer di Ornella Bijoux, protagonista del fashion jewellery italiano dagli anni '40 ad oggi, Vi invitiamo a una  
"Colazione da… Ornella Bijoux"
 
in Via Monte Cervino 4 a Milano (a pochi metri da MM Amendola Fiera)

                     mercoledi prossimo, 18 marzo dalle 9,30 alle 11,30.

 



Sarà un momento conviviale per scoprire la bottega storica milanese e parlare della mostra dedicata alla griffe dal Museo del Bijou di Casalmaggiore in provincia di Cremona che sarà inaugurata sabato 21 marzo.

Sarà presente la Dottoressa Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, curatrice della mostra.

Ogni giornalista intervenuta potrà portare un proprio bijoux da mettere a nuovo a cura dell'atelier.

Sarà possibile concordare una intervista anche su appuntamento in altri momenti.

Ecco l'invito all'inaugurazione aperta al pubblico.

 Ornella Bijoux
Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cr)
a cura di Bianca Cappello

21 marzo – 17  maggio 2015
Inaugurazione 21 marzo ore 17.00 (aperta la pubblico)
Apertura: lunedì – sabato 10/12 e 15/18; domenica e festivi 15/19


Il Museo del Bijou di Casalmaggiore, in collaborazione con la storica e critica del gioiello Bianca Cappello, ha scelto un'occasione particolare e importante per dare il giusto riconoscimento alla lunga attività artigianale a Maria Vittoria Albani di  Ornella Bijoux, aprendo, con una mostra a lei dedicata, una serie di esposizioni monografiche che vedono come protagonisti le eccellenze del bijou italiano.

Nata nel 1944 grazie a Piera Albani e alla figlia Maria Vittoria (all'epoca quattordicenne), insignita negli anni del titolo di "Bottega Storica di Milano", Ornella Bijoux è oggi una tra le griffe di costume jewellery made in Italy più ricercate ed esclusive del panorama mondiale. 
 
La sua collezione infinita di pezzi d'autore ha attraversato decenni di mode e generazioni, segnando un percorso inimitabile di fascino e femminilità senza tempo.

Per la mostra al Museo del Bijou di Castelmaggiore, Bianca Cappello ha scellto 200 storici bijoux della collezione privata di Ornella Bijoux, frammenti d'arte favolosi che raccontano oltre sessant'anni di arte, moda, e creatività nella lettura originale, elegante ed espressiva della sua geniale designer Maria Vittoria Albani, oggi ottantacinquenne ancora ricca di verve e più che mai sulla breccia.

I suoi gioielli raccontano momenti storici indimenticabili, dai primi export degli anni '50 in Inghilterra e Stati Uniti dove "brillano" nelle splendide lussuosissime vetrine dei vari "Neiman Marcus", "Lord and Taylor", "Bonwit & Teller" e "Marshall and Field". 
Indimenticabili poi le produzioni caratterizzate dalla ceramica dipinta a mano (dorata o galvanizzata) o i meravigliosi collier a fili di perle... Sono gli anni '60, caratterizzati dall'apertura dell'esclusiva boutique di via Montanapoleone, dai sodalizi prestigiosi con le Maison Biki, Celine, Borbonese e dai primi sguardi al nuovo mercato giapponese.
Negli anni '70 i bijoux vantano altre estroverse ispirazioni e lavorazioni, che spaziano dall'arte astratta al gusto etnico. 
Fino all'ultimo ventennio in cui le espressioni "Liberty" aprono scenari di natura incontaminata: metalli dorati, smalti, paste di vetro, perle "disegnano" scarabei o farfalle in un paradisiaco "giardino" di spille e anelli... Nel frattempo Maria Vittoria Albani crea collezioni per altre importanti griffe. Il Terzo Millennio apre a nuove tendenze e sperimentazioni e alle rivisitazioni speciali: in un contesto più unico che raro, l'atelier-laboratorio di via Monte Cervino, 4 a Milano, si apre un mondo magico di quarantamila preziosi modelli, continua fonte di ispirazione per Maria Vittoria Albani. Una sorta di casa-museo sempre aperta a tutti gli appassionati su appuntamento.

Questa importante esposizione, promossa dal Museo del Bijou di Casalmaggiore (Cr) in collaborazione con Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, vuole essere la prima di una serie di monografie dedicate ai grandi protagonisti della bigiotteria Made in Italy, un affascinante capitolo della costume jewellery ancora tutto da scoprire.
Unico nel suo genere in Italia, il Museo del Bijou (fondato nel 1986 a Casalmaggiore, distretto di bigiotteria sorto tra il XIX e XX secolo) conserva e valorizza oltre 20 mila pezzi unici, tra modelli, macchinari, utensili, fotografie e cataloghi provenienti dalle dismesse industrie locali e dalle recenti donazioni di aziende e collezionisti del settore. Il Museo ha un programma fitto di eventi tra mostre temporanee sulla storia della moda e dell'ornamento personale, finalizzate a  promuoverne la conoscenza e la divulgazione.


Accompagneranno il visitatore nel percorso espositivo anche una selezione di abiti d'epoca da cocktail provenienti dalla collezione Cavalli e Nastri di Milano e firmati Biki, maison con la quale Ornella Bijoux ha collaborato a lungo negli anni '60.

A cura di Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, docente di storia del gioiello presso l'Istituto Europeo di Design di Milano e coordinatore curatoriale del museo del Gioiello di Vicenza. Al suo attivo letture, incontri, mostre e cataloghi sulle sperimentazioni materiche attorno al Gioiello e alla storia della bigiotteria italiana. Membro della Society of Jewellery Historians di Londra. Vive a Milano.


Catalogo Universitas Studiorum

Museo del Bijou di Casalmaggiore

via Porzio 9 - 26041 Casalmaggiore (CR)
Il Museo del Bijou è aperto tutti i giorni della settimana; per scuole e gruppi possono essere prenotate visite guidate, percorsi didattici e attività di laboratorio.

Cavalli e Nastri, via Brera 2, Via Gian Giacomo Mora  3 e 12  - Milano

LUGANO, SPAZIO -1 | RIAPRE LA MOSTRA PINK | COLLEZIONE GIANCARLO E DANNA OLGIATI | 6 MARZO – 7 GIUGNO 2015

Dal 6 marzo al 7 giugno 2015 riapre a Lugano lo spazio -1 dedicato alla Collezione d'arte contemporanea di Giancarlo e Danna Olgiati, offrendo nuovamente al pubblico la possibilità di vedere la mostra PINK: un cuore di 30 opere al femminile in dialogo con alcuni capisaldi che costituiscono il nucleo permanente della collezione.

In mostra opere di Kerstin Bratsch, Heidi Bücher, Niki De Saint Phalle, Chiara Dynys, Shannon Ebner, Mona Hatoum, Rebecca Horn, Roni Horn, Liz Larner, Marisa Merz, Paola Pivi, R.H. Quaytman, Pamela Rosenkranz, Tatiana Trouvè, Rachel Whiteread e uno speciale omaggio a Carla Accardi, scomparsa nel 2014.

Lo spazio espositivo sarà aperto a entrata libera da venerdì a domenica, dalle 11.00 alle 18.00.

Durante il periodo pasquale, dal 27 marzo al 12 aprile 2015, sarà invece visitabile tutti i giorni della settimana, sempre dalle 11.00 alle 18.00 (chiuso lunedì 30 marzo 2015). 

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