CorrieredelWeb.it Arredo&Design Arte&Cultura Cinema&Teatro Eco-Sostenibilità Editoria Fiere&Sagre Formazione&Lavoro Fotografia


IltuoComunicatoStampa ICTechnology Marketing&Comunicazione MilanoNotizie Mostre Musica Normativa TuttoDonna Salute Turismo




Ultime news di Mostre ed Esposizioni

Cerca nel blog

giovedì 11 dicembre 2014

Frammenti d'identità/ mostra personale di Giuseppe Aldi/ venerdì 12 dicembre ore 17.30



Simultanea Spazi d’Arte
Frammenti d’identità
Mostra personale di pittura e scultura di Giuseppe Aldi

12 dicembre 2014/ 07 gennaio 2015

Inaugurazione/ Opening venerdì 12 dicembre ore 17.30



Frammenti d’identità è il titolo della personale di pittura e scultura dell’artista lucchese Giuseppe Aldi che si terrà dal 12 dicembre al 7 gennaio nella sede dell’associazione artistico culturale Simultanea Spazi d’Arte a Firenze. 

Dopo gli esordi come pittore realista, Giuseppe Aldi ha maturato una visione artistica che guarda con interesse all’astrazione informale, trasformando la tradizionale prospettiva pittorica in una simbolica proiezione del suo vissuto. Come recita il titolo della mostra, le opere esposte esplorano il concetto d’identità come diaframma tra sé e l’altro, tra il visibile e l’invisibile, tra l’interiorità e la realtà esterna, risolvendosi in una sintesi cromatica e gestuale che restituisce il senso di una profonda frammentazione interiore. Il colore guida lo sguardo dell’osservatore all’interno di una dimensione spaziale illimitata, passando attraverso diversi strati di lavorazione ottenuti combinando colori acrilici e pigmenti materici. 

La mostra si articola in quattro sezioni - Esplosi, Reconditi, Percezioni e Stanze segrete - che ruotano intorno al concetto di origine declinato con un uso del colore sempre diverso e con la presenza di un fulcro da cui le pennellate si propagano fino a spingersi oltre i limiti della tela. Il risultato è una configurazione cromatica dinamica e potente, che ora si divide come per effetto di un'esplosione, ora assume un andamento circolare, ora si distribuisce lungo le direttrici di un’ideale prospettiva. 
 
Al rigore delle pennellate impresse con vigore sulla tela, si contrappone l’indefinitezza dei colori di fondo, che azzerano la bidimensionalità del supporto e lo trasformano in uno spazio mentale, dove sono i ricordi, i pensieri e le sensazioni a prevalere. In alcuni dipinti il soggetto naturalistico si disgrega totalmente davanti agli occhi dello spettatore, lasciando vaghe tracce della sua presenza; in altri, invece, il dato oggettivo resta riconoscibile, con il risultato di sospendere lo sguardo tra realtà e astrazione. 

In certi casi la gamma cromatica si restringe a poche tinte per convogliare l’attenzione su di un’apertura centrale che sembra evocare una fessura sull’inconscio o un varco da attraversare per spingersi oltre il visibile. Sono opere che nascono come dichiarazione di uno stato d’animo, di una visione della propria interiorità, e che, allo stesso tempo, vogliono esaltare il gesto dell’artista fino a farne il vero soggetto del dipinto. 

Nelle sculture, realizzate con materiali di recupero, il frammento viene ricondotto all’unità mediante l’assemblaggio di singoli elementi - dadi, bulloni, rondelle, blocchi e piastre di ferro - combinati in maniera da creare figure simili ad un automa, vale a dire un incrocio tra l’essere umano e la macchina che esemplifica il senso di alienazione sotteso alla società contemporanea. 

 
Giuseppe Aldi nasce nel 1962 a Lucca, dove si diploma all'Istituto d'Arte sotto la direzione di Guglielmo Malato. La sua attenzione è rivolta non solo alla pittura, ma anche alla poesia, alla musica, al fumetto e alla fotografia. Ancora studente partecipa attivamente alla scuola del fumetto nata all’interno dell'Istituto d’Arte e promossa da Bruschini e Di Vita, ottenendo uno spazio espositivo alla prima mostra del fumetto di Lucca, dove conosce Hugo Pratt e Lido Contemori.

Partecipa a numerose mostre nazionali di fotografia, aggiudicandosi molti premi e riconoscimenti nella sezione “foto artistiche in bianco/nero”. In un primo periodo la sua pittura è indirizzata verso il figurativo, nei suoi quadri esalta con passione la natura ritraendo con eleganza atmosfere toscane e scene di vita quotidiana. 

La sua continua ricerca di nuove forme espressive lo porterà inevitabilmente all’incontro con l’informale , pittura che tutt’oggi esercita e predilige riscuotendo l’unanime consenso degli “addetti ai lavori”. Al suo attivo ha numerose estemporanee, mostre collettive e personali. Espone in varie gallerie quali: "L'Arte" via Elisa n. 49 Lucca; "Hinsdale Gallery" 6 West First Street, Hinsdale-Illinois. E’ ideatore e promotore del “teatrino del Serchio”, che gestisce amatorialmente con il figlio Sebastiano proponendo spettacoli inediti da lui ideati nel recupero delle vecchie storie e tradizioni popolari. Attualmente vive nelle campagne lucchesi.


Sito internet:
http://www.pitturiamo.it/Giuseppe-Aldi-482.asp     www.pucciartfactory.com

Mostra A-TRA-VERSO a Lecce dal 19 dicembre



Axa Cultura e Salentoweb.tv presentano, a partire da venerdì 19 dicembre, nella Galleria della Biblioteca Provinciale (ex Convitto Palmieri) di Lecce, la mostra d'arte: A-TRA-VERSO di Roberto Bergamo, curatela Monica Taveri. Introduzione critica di Glauco Lendaro Camiless, Claudio Martino e Ambra Biscuso. Con la partecipazione di Claudio Delli Santi – Direttore Accademia Belle Arti - di Lecce. La mostra resterà aperta fino al 3 gennaio 2015 dalle ore 10:30-12:30 / 17:00-20:00.

Roberto Bergamo con la sua rassegna A-TRA-VERSO ci introduce in un mondo fatto di forma e sostanza, quello del Libro d'artista, dove le parole diventano veicoli di fantasia e le immagini spunti di riflessioni atemporali, dove la percezione, passando attraverso tutti e cinque i sensi, viene stimolata attraverso l'infinita tipologia dei materiali utilizzati tradotti in inesauribile varietà di struttura in Libro Unique. 

Un'opera d'arte che ha come punto focale la possibilità e la necessità di essere toccata, rompendo così quel divieto che è invece regola fondamentale nelle gallerie e nei musei di tutto il mondo. Bergamo ripete spesso "si dice che il libro del futuro è internet ma si tratta di due fenomeni ben diversi. 

Anzitutto chi ha conosciuto il fascino della carta, il suo odore e la sua matericità, tornerà sempre a desiderarla, sempre più spesso andrà in crisi di astinenza. E quando le case editrici cesseranno di stampare libri, li cercheremo di contrabbando, semineremo semi-libri in cortile e sulle terrazze, li faremo in casa secondo antiche ricette, alleveremo libri ruspanti, libri clonati con o senza autorizzazione ministeriale. (…)". L'artista Roberto Bergamo difende da sempre la sua fascinazione per i libri che come lui stesso afferma "forse prima ancora di imparare a leggere, erano scrigni di tesori, catene d'oro che (da stella a stella, direbbe Rimbaud) legavano insieme mille universi. Mille universi più uno. Il mio."

Marina Pizzarelli spiega: "Roberto Bergamo coniuga, nei suoi 'Librocorpi' la passione per la parola con quella per l'immagine: non a caso sulla pagina dipinta spesso appare la scrittura, prima manifestazione di autoconfessione, specchio dell'impulso interiore. Ma Bergamo è anche un alchimista dell'immagine: si serve di procedimenti fotografici stampando per contatto, agendo sulla pellicola con acidi, manipolando i risultati… Nessuna via resta intentata. Con onnivora curiosità scruta il farsi dell'immagine, il suo evolvere, il suo consumarsi. L'opera è un work in progress in cui conta più il procedimento che il risultato."

L'Arte rappresenta per lui l'esperienza, il libro d'artista un attraente palcoscenico e gli attori raccontano storie di ordinaria quotidianità. Il SEGNO come DI_SEGNO, i suoi volti di donna sono vestiti di ricordi e le parole sono cicatrici che ne rimarcano il vissuto. 

Nel 2006, in occasione di una personale di Bergamo, Vittorio Balsebre volle scrivere di lui tra qualche giorno sarà il primo anniversario della morte del grande Vittorio e ci sembra giusto riportare in integrale la sua recensione: "Roberto Bergamo Evidenzia un'ansia di ricerca nel fondo di un'idea naturale che si caratterizza in un formato che presume una timidezza- direi un pudore, proprio di coloro che vivono di immaginazione e non tanto di prassi. L'idea creativa mi sembra sommersa in una interiorità che hanno coloro che per natura sono dediti all'arte- come patrimonio e legata all'ansia di "conoscenza". 

Certo inappagato, in un ambiente, spesso ostile e certamente estraneo ad ogni aspirazione che per ora, mi sembra racchiusa in una "crisalide" che non tarderà a diventare, per metamorfosi, farfalla. Allorché, ad ogni possibile tecnica- espressiva, si troverà anche quel nesso poetico che l'introspezione ed il travaglio costante, tramuterà il sogno creativo da trasmettere, come messaggio- a coloro che sosterranno da fruitori- in quello scambio che ogni uomo, ed ancora di più l'artista, ha cercato, ma con quella delicata e sospesa funzione che noi definiamo come "poetica". Quella che l'uomo persegue ormai da millenni in un costante sogno di "sublimitia" – Quella sfera ideale della cultura- che resta, tutt'ora, la più aderente all'essenza della vera umanità.

Noto da anni nel campo del LIBRO D'ARTISTA e storicizzato in musei, archivi, biblioteche nazionali. Le sue opere sono presenti in Europa, America Latina e USA. Fa parte dell'Archivio Internazionale di Mail-Art.

 

Titolo Evento
 Arte contemporanea
A-TRA-VERSO
Tipologia Evento:
Mostra | #librodartista
Luogo:
Galleria Biblioteca Provinciale – ex Convitto Palmieri
Indirizzo Completo
 p.tta Carducci, Lecce ( Italy)
Città:
Lecce,  Italy -73100
Artista
Roberto Bergamo
Data Inizio:
19/1214
Data Fine:
03/01/15
Ingresso:
Libero
Vernissage:
Venerdì 19 dicembre 2014 ORE 18,00
Contatti
Recapiti Mail:
Sito Web

Curatori
Monica Taveri


A-TRA-VERSO | inaugurazione venerdì 19 dicembre, ore 18.00 | Galleria Biblioteca Provinciale – ex Convitto Palmieri | p.tta Carducci, Lecce | info: axacultura@gmail.com – mob. 320 9654542

VISIONARIA_Mostra antologica di KEZIAT_Museo Miniucchi_Rocca Sinibalda



Si inaugura sabato 20 dicembre 2014, nelle sale espositive del Museo A.Miniucchi di Rocca Sinibalda (piazza Vittoria 2), dalle ore 17, la mostra antologica di KEZIAT, 'Visionaria', a cura di Barbara Pavan, promossa da Studio7 Arte Contemporanea, Monili di Mu e Il posto delle favole, con il patrocinio del Comune di Rocca Sinibalda.

Ha scritto recentemente Manuela Marinelli a proposito del lavoro dell'artista: 'Quello di Keziat è un linguaggio visionario, fatto di rovesciamenti della realtà e paradossi della mente. Così, nei suoi disegni, elaborati a penna con tecnica finissima, possiamo incontrare autostrade per pesci o piante-gufo ornate da scarpine rosa. Rade foreste di alberi scheletrici accolgono strane creature dal corpo femminile e la testa di fiero pellicano allucinato. Sedie sgangherate e pesci volanti popolano spazi stralunati. Le forme vegetali e animali si fondono in una metamorfosi anfibia, mentre panni stesi alludono ad una ordinaria quotidianità. Da enigmatiche uova incrinate, o già rotte, emergono personaggi attoniti, oppure spuntano occhi spauriti che sembrano alludere all'impossibilità di una rinascita, mentre rari esseri umani, assorti e trasognati subiscono l'ineluttabilità di una trasformazione transgenica che li rende appendici inconsapevoli e passive di schermi televisivi in bianco e nero.

Tra palazzoni squadrati e pencolanti, occhieggiano finestre sconnesse, dietro le quali si intravedono i segni ineluttabili di solitudini prodotte da mutazioni incontrollate che trasformano ogni essere in un ibrido smarrito. Rivisitazione originale, e in chiave modernissima, di un grande visionario del passato, come Hyeronimus Bosch, l'opera di Keziat esplora, con il linguaggio del sogno, gli abissi insondati dell'inconscio, facendo emergere lo straniamento esistenziale che sigla la vita spaesata di ciascuno di noi, travolto dal cambiamento accelerato della contemporaneità. Architetture improbabili, strade labirintiche, che penetrano edifici o attraversano tronchi, ribaltamenti surreali dei parametri spaziali, rimandano, con ironia ammiccante, all'opera di Escher, dimostrando l'inadeguatezza delle regole geometriche, incapaci di dominare la fluidità polimorfa e metamorfica dell'immaginazione.'

Kezia Terracciano, in arte Keziat, nasce nel 1973 a San Severo (Fg). Nel 1998 si laurea all'Accademia di Belle Arti di Foggia e inizia a collaborare con gallerie e case editrici in Italia e all'estero. Da allora Keziat ha presentato i suoi lavori a Venezia, Roma, Parigi, New York, Hong Kong, Amsterdam, Porto, San Francisco, Chicago, Los Angeles, Washington, Firenze, Milano, Toronto, Lubiana e Lussemburgo. La sua arte visionaria si esprime attraverso la pittura, il fumetto, l'illustrazione, la video arte, installazioni e live performance.

Dal 2003 disegna anche numerosi fumetti e illustrazioni per importanti case editrici come l'Enciclopedia Britannica di Chicago, la Synergebooks di New York, la 123Publishing House di Hong Kong, Altar Magazine di New York e Clock Magazine di Los Angeles. Dal 2006 collabora con la Violipiano Arts nell'ideazione e realizzazione di performance interdisciplinari di musica, danza, teatro e arti visive. Visionaria, l'ultimo ciclo di opere, prende corpo nel 2009 con una serie di disegni in bianco e nero realizzati a inchiostro su grandi fogli di carta o tela. Successivamente si arricchisce di varie animazioni video, installazioni e performance.

Il corto d'animazione Memoria di un folle ha vinto la quinta edizione del MAGMART, il festival Internazionale di video arte presentato in collaborazione con il PAN - Palazzo delle Arti di Napoli; realizzato in stop motion, viene successivamente acquisito dalla collezione permanente del CAM - Casoria Contemporary Art Museum. Nel 2012 Visionaria diventa un progetto espositivo internazionale; cinque mostre personali con tematiche e curatori differenti in cinque spazi diversi quali il MAT - Museo dell'Alto Tavoliere di San Severo, il Centro Culturale Elsa Morante di Roma, la Casa Italiana Zerilli-Marimo di New York, la Sabiana Paoli Art Gallery di Singapore.

La mostra rimarrà aperta fino al 7 gennaio 2015. Ingresso libero. Catalogo in mostra.

Scheda tecnica:

Titolo:                                                 Visionaria
Artista:                                                Keziat
A cura di Barbara Pavan. Testo critico di Manuela Marinelli
Date:                                                   20 dicembre 2014-7 gennaio 2015
Inaugurazione                                     sabato 20 dicembre 2014 ore 17
Sede espositiva                                   Museo A.Miniucchi
Piazza Vittoria 2
Rocca Sinibalda (Ri)
Ufficio stampa e coordinamento:        Studio7
Info mostra e orari                              mob.320.4571689; tel.0765.709056
Fb Studio7 Arte Contemporanea
Ingresso libero. Catalogo in mostra.

Inaugura il 13 dicembre a Ferrara la mostra "Lampi sublimi a Ferrara. Tra Michelangelo e Tiziano: Bastianino e il cantiere di San Paolo"


Un anno di grande Arte a Ferrara


Da dicembre 2014 e per tutto il 2015, mostre d'autore nei luoghi simbolo della cultura estense. Da Bastianino a Boldini e de Pisis, fino a Picasso e Gaudì, con il consorzio Visit Ferrara.

Pittori ferraresi e grandi artisti che hanno fatto la storia dell'arte contemporanea si incontrano nella città estense – gioiello architettonico ed artistico del Rinascimento, non a caso Patrimonio dell'Umanità UNESCO – per dare vita a nuove importanti esposizioni, che a partire da dicembre 2014 renderanno più preziosi i palazzi storici e i luoghi d'arte simbolo di Ferrara. Mostre d'autore da vivere grazie alle proposte dei soci del consorzio Visit Ferrara, che conta quasi 80 operatori della Provincia con l'obiettivo di far conoscere tutte le opportunità turistiche del territorio.

Lampi sublimi nella Pinacoteca Nazionale.
Si comincia il 13 dicembre con l'inaugurazione di una mostra dedicata a Bastianino (Ferrara 1528/32 – 1602), che a fine Cinquecento dipinse nella chiesa carmelitana della Conversione di San Paolo, una delle più belle della città, in via di restauro grazie ad un finanziamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Sette le opere di Bastianino (Sebastiano Filippi) al centro dell'esposizione "Lampi sublimi a Ferrara. Tra Michelangelo e Tiziano: Bastianino e il cantiere di San Paolo" , dal 13 dicembre 2014 al 15 marzo 2015, negli spazi della Pinacoteca Nazionale (in corso Ercole I d'Este), ospitata nel piano nobile del Palazzo dei Diamanti. I "lampi" indicano gli effetti delle ombre, le nebbie che agitano la scena figurativa post rinascimentale, ma anche i movimenti rapidi di un pennello che conquista più libertà. Il percorso espositivo composto da 36 opere complessive, gode la presenza di quadri di Tiziano, Dosso e Battista Dossi, Camillo Filippi, Giorgio Ghisi e Ludovico Settevecchi. Si potrà ammirare anche un'incisione del Giudizio universale di Michelangelo. Apertura martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 14.00, da giovedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00.

Boldini e de Pisis nel Castello Estense.
Il cuore del Castello Estense, che racconta secoli di vita della città, si trasforma nella galleria dei capolavori di due importanti pittori ferraresi a cavallo tra l'800 e il '900: Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. La mostra "L'arte per l'arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis" apre il 31 gennaio 2015 e può essere visitata per tutto l'anno. Le opere sono selezionate dalle collezioni delle Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Palazzo Massari (chiuse al pubblico per restauro) e intendono raccontare la parabola creativa dei due maestri. Il percorso espositivo si apre con dipinti e opere su carta di Boldini, una delle figure di spicco del rinnovamento della pittura italiana e internazionale, prima nella Firenze macchiaiola e poi nella Parigi degli impressionisti, dove diventerà un indiscusso protagonista della Belle Époque. L'arte di Filippo de Pisis sarà invece protagonista della seconda parte della mostra, allestita nei Camerini, solitamente non aperti alle visite.

La Rosa di Fuoco a Palazzo dei Diamanti.
Il principale centro espositivo di Ferrara, Palazzo dei Diamanti, dal 19 aprile al 19 luglio 2015 dedicherà una grande mostra a un momento cruciale della storia dell'arte moderna: il modernismo catalano. "La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí" evoca la straordinaria fioritura che, tra Otto e Novecento, ha cambiato il volto della città catalana e ne ha fatto uno dei più effervescenti centri della cultura europea. I capolavori di Antoni Gaudí e di Pablo Picasso rappresentano i vertici assoluti di questo periodo aureo, accanto alla produzione non meno significativa di un'ampia cerchia di architetti, pittori, scultori, musicisti, poeti, scrittori e drammaturghi, protagonisti di quel movimento di rinnovamento artistico e culturale che ha preso il nome di modernismo catalano.

Per non perdere i grandi eventi d'arte di Ferrara, il pacchetto "Mostre" del consorzio Visit Ferrara propone una notte con prima colazione in hotel in camera doppia, visita guidata della città, incluso il biglietto d'ingresso per l'esposizione scelta e lo sconto del 10% sul catalogo, a partire da 60 euro a persona a notte. Per informazioni e prenotazioni: mostre@visitferrara.info Altre offerte e proposte sul sito www.visitferrara.eu
  
Per informazioni: Consorzio Visit Ferrara
Via Borgo dei Leoni 11, Ferrara (FE)
Tel. 0532 783944, 340 7423984
E - mail: 
assistenza@visitferrara.eu
Sito web:
www.visitferrara.eu








--
Redazione del CorrieredelWeb.it

mercoledì 10 dicembre 2014

Domenica 14 Ddicembre ore 18,30 mostra dell'artista Diego Mazzaferro



 
Presenta  
MUSI DI VOLTITÀ  
di
 Diego Mazzaferro

Vi è qualcosa nel muso che nel volto si è perso… Qualcosa, del tempo in cui il pensare e l'essere erano la stessa cosa, e il mito era reale crudezza di un sublime narrare di cose tremende. E pure … dal volto che scorgi per strada, di tanto in tanto, il muso emerge e sovrasta il nome, e fa della stirpe un'Unica Stirpe. Vi è un fratto … Una storia …  La storia  è quella dell'unico santo della cristianità ad avere una testa di cane … Un muso al posto del volto. Strana cosa per una religione che, agli albori, doveva battersi con un paganesimo che si manifestava nei musi cruenti ed espressivi che davano sembianze alle forze naturali. Ora, contrariamente a quanto appena detto sembra che la maggior preoccupazione di quei dotti chierici  fosse di rappresentare il Cristo senza ritrarlo per non dare adito all'idolatria dell'immagine, così si adottò la metafora del buon pastore. Poi a qualcuno venne in mente che il volto del giovane pastore era pur sempre un volto. Un volto che poteva rafforzare l'eresia di un paganesimo non del tutto sradicato nell'animo del popolo. Fu così che per prevenire un problema si sostituì il volto aggraziato del giovane pastore, con in spalle un agnello, con il muso del cane, che gli agnelli pascolava. Immaginate il povero pellegrino,  sia pure colto, di fronte a siffatta icona. Lo si può quasi vedere, cercare di spiegarsi il perché  un tale ringhioso muso sormonti il corpo di un santo. Ma avere fede significa sopra tutto credere nell'impossibile, quindi deve essere esistito veramente un santo con simili improbabili fattezze … Cosi si diffuse la convinzione dell'esistenza di un Santo Cinocefalo. Successivamente si tentò di mettere riparo ad un'anomalia così imbarazzante … Si può tollerare che figure retoriche divengano reali  e persino che alcuni membri  della "famiglia" un po' bizzarri e alternativi abbiano un dialogo con l'alterità naturale, ma da qui a farne parte … Non se ne parla. Così incomincia la lunga metamorfosi all'indietro da muso a volto.


Di questa metamorfosi a ritroso fu scritto tanto. Ma qui poco importa … A noi interessa la storia di una metafora, che per incarnasi assume i tratti di un muso che la pone nella memoria del mondo in carne ed ossa, resuscitando l'onnipotenza del pensiero arcaico. E, sia pure per un attimo, smembra l'evidenza del reale. Ogni buona storia lo fa, o dovrebbe farlo. Ogni storia-immagine contemporanea lo fa? Ci sono abbastanza musi?
Ora si possono dipingere solo musi… Musi non volti…
 I volti sono fuorvianti, si decide del loro umore in base allo sfondo su cui sono posti. Sul volto è preponderante l'unicità del tratto somatico che abolisce l'espressività della muscolatura del muso. Il volto-muso è l'unico organo che ha sacrificato la qualifica dei muscoli, dall'estensione verso l'espressione: nel resto del corpo i muscoli sono determinati e determinanti a un'estensione nello spazio che costituisce il movimento del corpo stesso.  Nel volto, è questa la sua unicità, i muscoli sono  determinanti l'espressione del sentire nella comunicazione verso l'altro.
Il muso riporta all'origine di uno smembramento necessario del reale da parte di un individuo  che ha bisogno di oggetti finiti tratti fuori, e sviscerati dal "Tutto".
Bisogna distaccare gli oggetti dal blocco della realtà, per comprenderli, utilizzarli e modificare la realtà stessa.
La bipolarità del volto-muso esalta l'ovvietà dell'aspetto metonimico delle rappresentazioni-azioni. Non è solo la parte che rappresenta il tutto, ma la parte come continuazione e completamento nel tutto al di qua e al di là della visione.
Si può guardare una finestra che limita lo scorcio di un esterno o affacciarsi ad essa e vedere all'esterno l'intero paesaggio, ma sempre e comunque tale esterno esiste.
Il primo piano di un muso apre il panorama al di qua e al di là di se stesso, della sua rappresentazione.
                                                                                                                                                                                  
14 dicembre2014                                                                                 Diego Mazzaferro


CONTEMPORANEAMENTE ARTE
Via Lido 26 - Civitanova Marche (MC) tel: 0733 777281

martedì 9 dicembre 2014

L'opera di PAOLO MINOLI alla Pinacoteca civica di Como


MINOLI  Un itinerario tra arte e scienza

Como, Pinacoteca Civica, via Diaz 84
tel. 031 269869

14 dicembre 2014 – 1 marzo 2015
inaugurazione: sabato 13 dicembre, ore 16

Orario:  Martedì-Sabato: 9.30-12.30/14.00-17.00 - Domenica: 10.00-13.00 - Mercoledì 9.30/17.00 (fino al 24 dicembre e dal 7 gennaio)
Chiuso lunedì, 25 e 26 dicembre, 1 gennaio

Si inaugura sabato 13 dicembre alle ore 16 presso la Pinacoteca civica di Como una mostra dedicata a Paolo Minoli, una delle figure più significative dell'arte comasca della seconda metà del '900.

L'esposizione che l'Assessorato alla Cultura del Comune di Como in collaborazione con la fondazione Casaperlarte di Cantù dedica all'artista a dieci anni dalla morte (2004) vuole riproporre in una sintesi agile, ma esaustiva il complesso itinerario di una ricerca lucida e coerente, caratterizzata, nel corso di tre decenni da una profonda riflessione teorica e da una altrettanto sofisticata traduzione delle "idee" in una felice oggettivazione pratica: le une e l'altra toccando motivi nevralgici della ricerca figurale di fine novecento.

Se le prove più personali del giovane artista, fra anni sessanta e settanta, indagavano problemi soprattutto spaziali, con elementi tridimensionali proposti in rapporti serrati su curve dinamiche in un'atmosfera nitida sottolineando le strutture visive, più innanzi tale ricerca si arricchisce anche nella dimensione ambientale e urbanistica sofisticando l'indagine in rapporti problematici fra interno ed esterno; più oltre saranno le potenzialità del colore a stimolare l'attenzione dell'artista, instaurando una dialettica stringente fra superficie ed ambiente, tra cromia e struttura e dunque stabilendo anche un dialogo stimolante fra pittura e scultura.

Oramai Minoli è avviato ad una laboriosa sperimentazione, fortemente innovativa sostenuta dalla padronanza di una speculazione filosofico-scientifica sul piano teorico, vera osmosi fra arte e scienza, che interpreta i processi visivi in prospettive inedite.
Nello stesso contesto si va approfondendo il rapporto interiore con l'idea di tempo che si fa percepibile nella definizione spaziale sul piano dell'opera nel momento stesso della sua formulazione.

D'ora in avanti il rapporto spazio-tempo alimenta continuamente le complesse variazioni sperimentate nell'incessante "laboratorio" di Minoli, approfondendo l'analisi fenomenologica del colore, in tutte le accezioni scientifiche e poetiche, passando dunque dall'analisi concettuale dell'opera  all'incanto dell'abbandono poetico, della partecipazione emotiva, ma anche non disdegnando di tentare il mistero dell'ignoto e il confronto con gli eventi della vita, come noterà ben presto la critica più avveduta.

Gli sviluppi della poetica di Minoli dagli anni novanta alla morte prematura (2004) si fa via via più complessa e articolata con dialoghi suggestivi e stimolanti con altri tramiti espressivi quali quelli con la musica e in forme non meno affascinanti con la poesia.
Allora Minoli affronta anche il linguaggio della scultura con una determinazione sempre tesa, quasi aggressiva, che sembra voler sfidare più che la materia, la negatività e il vuoto, come prima la leggerezza del colore si era inventata la consistenza di strutture impensabili secondo logica, attraverso cesure squisitamente liriche.

La mostra, curata da Carlo Pirovano e accompagnata da un catalogo che riproduce tutte le opere esposte e presenta testimonianze di Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Giuseppe Furlanis e Riccardo Zelatore, resterà aperta fino all'1 marzo.


Nota biografica
Paolo Minoli nasce nel 1942 a Cantù (Como). Frequenta, in giovanissima età, la casa del pittore Enrico Sottili e, da studente, lo studio dello scultore Gaetano Negri. Si diploma "Maestro d'arte" nel 1961 all'Istituto Statale d'Arte di Cantù, dove insegna dal 1964 al 1978. Partecipa nel 1968 alla rassegna nazionale per giovani pittori del premio "San Fedele" di Milano. Nel 1969 è presente alla mostra "Campo urbano. Interventi estetici nella dimensione urbana", organizzata a Como, con un intervento collettivo sul tema "Colore segnale". Dal 1977 al 1978 fa parte del gruppo di ricerca "L'interrogazione sistematica" con Nato Frascà e Antonio Scaccabarozzi.

Dal 1979, all'Accademia di Belle Arti di Brera di Milano è docente del corso speciale di "Cromatologia" e collabora, in qualità di consulente, con aziende per l'applicazione di soluzioni cromatiche nella produzione industriale. È stato direttore artistico della collana d'arte pubblicata dalle edizioni "RS" di Como (1975-1986) e, dal 1986 al 1989, del laboratorio serigrafico "On Color" di Cantù, in collaborazione con diversi artisti, fra i quali Mario Radice, Carla Badiali, Aldo Galli, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Max Huber, Piero Dorazio e Mario Nigro.

Nel 1980 pubblica per l'editore Corraini di Mantova due libri d'artista, in venti esemplari, composti ciascuno da 13 tavole stampate in serigrafia personalmente presso il centro "RS" di Como: le sequenze serigrafiche, Cadenza e Relazione, sono accompagnate da poesie di Alberto Veca. Nel medesimo anno è pubblicato, per le edizioni "Lorenzelli" di Bergamo, Interazione 1970-1980, con testi di Luciano Caramel e Alberto Veca: il volume è composto da 29 tavole serigrafiche e 4 fustellate intercalate da una poesia di Alberto Veca, "Cinque tesi sulla ragione difficile".

Nel 1982 è invitato alla "XL Biennale Internazionale d'arte" di Venezia, settore "Arti visive". Nel 1986 è presente alla "XLII Biennale internazionale d'arte" di Venezia con l'opera Sequenza A/D del 1977 per il settore "Colore", nell'ambito della rassegna Arte e Scienza.

Nel 1990 è pubblicata in Germania dalle edizioni "Aras" di Saulgau, la monografia Paolo Minoli (opere dal 1966 al 1989), con testi di Matthias Bärmann e Luciano Caramel. Realizza per la "Plaz" a Saulgau, nel 1992, una scultura d'acciaio di 8 metri d'altezza intitolata Nelle ali del vento; nel 1994 è collocata presso il parco del Museum Bertholdsburg a Schieusingen la scultura in acciaio di 7 metri di altezza Nelle ali del canto. Nel 1997, a cura di Carlo Pirovano, è pubblicato per le edizioni Electa di Milano il catalogo Paolo Minoli, dipinti e sculture (opere dal 1994 al 1997).

Nel 1997 è collocata, sul lato nord della rocca dei Musei civici di Riva del Garda, la scultura Ballerina in acciaio di 9 metri di altezza e 5x2 di base.  Nel 1998 è presente alla mostra Arte Italiana. Ultimi quarant'anni. Pittura aniconica alla Galleria d'arte moderna di Bologna. Nel 1999 è invitato alla "XIII Quadriennale d'arte" di Roma Proiezioni 2000. Lo spazio delle arti visive nella civiltà multimediale e nello stesso anno è installata, permanentemente, nel "Parco della scultura" di Viadana la scultura Storie di Scena del 1995, un dittico d'acciaio corten di 4 metri d'altezza per 5 di larghezza e 2 di base. A cura di Elena Pontiggia, nell'ottobre del 2000, è pubblicato per le edizioni "Rex" il catalogo Paolo Minoli. Il lento dardo della bellezza.

Nell'ambito di un intervento di riqualificazione urbanistica per la Piazza Volta a Como, nel 2001, è collocata, nel centro della fontana progettata dall'architetto Mario Di Salvo, una scultura, Stele, in acciaio di 4,40 metri d'altezza. A cura di Alberto Veca, nell'ottobre del 2004, in occasione della mostra alla galleria Lagorio Arte Contemporanea di Brescia, è pubblicata dall'editore Mazzotta la monografia Paolo Minoli. Opere 1974-2003.
Per iniziativa di Paolo Minoli, scomparso il 20 dicembre 2004, è stata costituita Casaperlarte – fondazione paolo minoli con sede a Cantù, finalizzata alla promozione dell'arte contemporanea nelle sue diverse espressioni.

Il 23 dicembre 2004, pochi giorni dopo la sua scomparsa, fu inaugurata a Cantù Asteria… tra le pieghe del vento e la porta delle stelle, una scultura monumentale in acciaio corten alta 530 cm, collocata all'ingresso della città sul Rondò Bersagliere.

Disclaimer

Protected by Copyscape


Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

Il magazine non ha fini di lucro e i contenuti vengono prodotti al di fuori delle tradizionali Industrie dell'Editoria o dell'Intrattenimento, coinvolgendo ogni settore della Società dell'Informazione, fino a giungere agli stessi utilizzatori di Internet, che così divengono contemporaneamente produttori e fruitori delle informazioni diffuse in Rete.

Da qui l’ambizione ad essere una piena espressione dell'Art. 21 della Costituzione Italiana.

Il CorrieredelWeb.it oggi è un allegato della Testata Registrata AlternativaSostenibile.it iscritta al n. 1088 del Registro della Stampa del Tribunale di Lecce il 15/04/2011 (Direttore Responsabile: Andrea Pietrarota).

Tuttavia, non avendo una periodicità predefinita non è da considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07/03/2001.

L’autore non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda qualità e correttezza dei contenuti inseriti da terze persone, ma si riserva la facoltà di rimuovere prontamente contenuti protetti da copyright o ritenuti offensivi, lesivi o contrari al buon costume.

Le immagini e foto pubblicate sono in larga parte strettamente collegate agli argomenti e alle istituzioni o imprese di cui si scrive.

Alcune fotografie possono provenire da Internet, e quindi essere state valutate di pubblico dominio.

Eventuali detentori di diritti d'autore non avranno che da segnalarlo via email alla redazione, che provvederà all'immediata rimozione oppure alla citazione della fonte, a seconda di quanto richiesto.

Per contattare la redazione basta scrivere un messaggio nell'apposito modulo di contatto, posizionato in fondo a questa pagina.

Modulo di contatto

Nome

Email *

Messaggio *