Marco
Cinquantalire Macellari. PAPER BAG-ARRE
Sede Spazio San Giorgio arte contemporanea, Bologna
Date
15 Novembre 2014 –20 Dicembre 2014
Opening
sabato nov h.18.30
Spazio
San Giorgio arte contemporanea presenta, dal 15 Novembre al 20 Dicembre 2014 la mostra
personale dell’artista Marco Cinquantalire Macellari “PAPER
BAG-ARRE”.
Macellari pone
al centro della sua riflessione il mascheramento-di svelamento, attraverso la
negazione c'è la vera creazione, l'artista sceglie come oggetto di verità il
sacchetto di carta. Un oggetto popolare, quasi banale. Se la società non ci
permette di mostrarci così come siamo allora occorre un'intermediazione, il
sacchetto diventa prima cancellazione poi atto di sublimazione e di rappresentazione.
Macellari resta
ancorato alla bittersweet symphony, passando da un'anima iconoclasta ad una i
omofila. Se in un primo momento cancella il volto originario dei personaggi
tramite l'oscuramento del sacchetto, nella fase successiva dona potere al mezzo
e lo utilizza per creare nuove immagini, nuove icone, dalla potenza estetica
fascinosa, divertente ma perturbante.
Dall'immagine
reale si passa tramite una metamorfosi kafkiana cartacea all'immagine ideale.
I personaggi di
Macellari come abat-jour scelgono di spegnersi per dare luce a riflessioni
liberatorie. Silenziosamente rumorosi come i variegati supporti che l'artista
sceglie, da teli in PVC a pelle o pannelli di legno, o casse d'imballaggio
sempre in legno. Tra disegno e colori ad acrilico nascono travestimenti che la
pittura certifica.
Da un simbolo
popolare ad uno di registro più alto per una riflessione più profonda, questo
continuo bungee jumping, fa di Macellari un flaneur estrema-(mente) elastico ed
in continuo slittamento. Altra componente interessante e non di secondaria
importanza é la scelta che l'artista rivolge ai titoli delle opere. PAPER
BAG-ARRE sta proprio ad indicare l'uso poetico del sacchetto di carta, e la
mescolanza di significanti e significati.
In BEING BILL
MURRAY, prima opera ispirata dalla striscia Peanuts, l'artista maschera il
volto del caro Charly Brown per porre il sacchetto con la faccia di BILL MURRAY
che come una vera icona pop nuvoleggia in bianco e nero in maniera virale in
una carta da parati a-temporale.
Brown e MURRAY
sono eletti da un'affinità comico-romantico, quasi decadente, tanto da far
esclamare teatralmente:"Datemi una maschera e vi dirò la verità."
In YOUTH-OPIA
vengono ripresi due personaggi di un cartone statunitense anni novanta, Beavis
e Butt-head, che da veri duri, attraverso il sacchetto si disvelano,
celatamente come nello stile di Macellari, si parla di grandi questioni sempre
in punta di piedi. I due bulletti strong rivelano cioè un qualcosa di più di
un'amicizia, attraverso i cuori trash sui loro sacchetti, l'artista ci fa
riflettere sul complesso tema dell'omosessualità, di come può essere
attraversato nell'adolescenza.
. I sacchetti
di Macellari funzionano sempre come filtri e metafore. Illusioni reali anche
solo nell'istante della visione.
Come non
prendere in considerazione allora uno dei fenomeni giovanili più incalzanti,
come la moda del tatuarsi?
In INCK, un
baldo e tonico giovane, con tutte le probabilità estetiche per diventare un
cantante (Trash) rap di quelli che le case discografiche sfornano oggigiorno,
ha completamente coperto il proprio corpo di tatuaggi raffiguranti i
protagonisti pixar MONSTER INC, timido si copre il volto quasi
vergognandosene(?). INK è l'hashtag - identity.
"Amore ai
tempi dell'ikea" come il titolo di una canzone del giovane gruppo
bolognese gli Stato Sociale, AMORE E PSIKEA riprende uno delle statue
neoclassiche canoviane più popolari alla collettività per creare un "nuovo
nuovo" irriverente pop e ironico, dal gusto frizzante e vagamente duchampiano.
Così racconta la canzone:
"Quando la
passione incontra l'idea, quando la logistica si é fatta dea, quando la
passione la incontra é amore ai tempi dell'Ikea." Psiche non vede più
amore, sugli occhi un sacchetto dell'Ikea.
Divertente
parabola contemporanea che vede protagoniste molte coppie dove solitamente lui
sopporta le follie di lei, tra lampade, tavolini e matitine.
Macellari si
nutre ampiamente della storia dell'arte e tributa artistar come Ai Wei Wei o
Damien Hirst, nel primo MY WEI WEI una
mano che indica (il gesto più famoso dell'artista cinese) fora un sacchetto
indicando la via da percorrere, nel secondo caso DAMN!HIRST il celebrato squalo
da dodici milioni di dollari perfora il sacchetto dal pattern a pois in
riferimento agli "Spot painting". L'iconoclastia é paradigma per lo
shock.
ROBOPOP celebra
la famelica ossessione pop nipponica, l'artista prende a protagonisti due
celebri robot mascherandoli con la Brillo e la Kellogs boxes. La brillo
box warholiana che fu eletta non a caso
simbolo di "arte dopo la fine dell'arte" teorizzata da Arthur Danto.
Affronta invece
il tema dello stalking nella serie STALKING HEADS, ricordandoci il gruppo rock
statunitense e l'indimenticabile "Psycho killer" , vari personaggi
dei cartoon solitamente perseguitati ritraggono sui loro sacchetti i loro
"stalker" esorcizzando così le loro paure.
Ecco allora che
Beep Beep indossa il suo Willy il coyote e si tramuta in un Willy Beep.
Particolarmente
intesi i lavori: CHERNOBYL, HAPPY MEAL-ITARY e DUMBOMB.
Il primo lavoro
é tratto dall'Unione bittersweet tra due componenti che hanno caratterizzato
l'infanzia dell'artista e cioè i playmobil e la strage di Chernobyl. Un
personaggio dei playmobil é visibilmente mutato a causa delle radiazioni ma
nonostante questa atmosfera apocalittica indossa il proprio sacchetto da
"volto comune" e sorridente per proseguire un cammino verso qualcosa
di migliore.
Il secondo
lavoro tratta la tematica del cibo inteso come arma di controllo e di
omologazione che spinge ad obbedire fin da piccoli ad un sistema ben preciso.
Il capitalismo si insidia avido e
prepotente nella vita, la bio politica proposta da Foucault é qui il
tema aperto dell'opera.
Il logo Obey
che significa appunto obbedire ci ricorda oltre gli interventi pop di street
art di Shepard Farey e in questo caso si camuffa e si estende in Obesity. I
protagonisti dell'opera on sono che tante marionette dai fili invisibili,
soldatini over size dall'elmetto HAPPY meal.
DUMBOMB nasce
dal periodo trascorso in Giappone dall'artista, più precisamente dalla visita a
Hiroshima e in particolare modo della visita al monumento funebre ai bambini
morti per colpa della bomba atomica. Macellari ha voluto dipingere un DUMBo
cattivo e spietato, personificando in realtà la dicotomia dell'America che ha
saputo creare cartoni "idoli" amati da quegli stessi bambini che
hanno reso vittime.
Vittime di
tutto altro stampo è motivo compaiono in FROGMENTS e HAVE A MICE DAY, nel primo
la rana Kermit del Muppet Show viene fatta letteralmente a pezzi
(frog-fragments), nel secondo tutti i topi dei vari cartoon che da winner
passano a fenomeni looser. I sacchetti qui sono urne gloriose che
sarcasticamente celebrano un vendicativo ma umoristico Macellari.
Stimolante e frizzante
Macellari non poteva che sottoporre anche se stesso alla cura dell'immagine con
un'altra immagine, ecco allora l'autoritratto MAMMA MIA DAMMI 50 LIRE CHE IN
AMERICA VOGLIO ANDAR.
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