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martedì 21 ottobre 2014

6 mostre personali a Satura



Satura art gallery


SATURA Art Gallery
Piazza Stella 5/1 16123, Genova Ital

 

Sabato 25 ottobre 2014 ore 17:00

Palazzo Stella – inaugurazione

Aperte fino al 5 novembre 2014

Orario da martedì a sabato

dalle 15:30 alle 19:00

Genova, SATURA art gallery

SATURA art gallery è lieta di invitarvi all'inaugurazione dei prossimi eventi espositivi che si terrà, nei suggestivi spazi di Palazzo Stella, sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17:00.

Presenteremo le mostre personali di Mattia Baraldi "Portici in blu" a cura di Elena Colombo, Serena Cappiello"Riflessi d'amare" a cura di Elena Colombo, Francesco Mottola "Cosmologie metalliche" a cura di Andrea Rossetti, Nikos Mourikis "Le ombre della passione" a cura di Flavia Motolese, Gisella Penna "Stratificazioni" a cura di Flavia Motolese e Giorgio Piana "Civitas Janua" a cura di Marta Marin.

Con questo nuovo ciclo di esposizioni,

SATURA art gallery

rinnova il suo impegno nella promozione degli artisti contemporanei e nella ricerca di nuove tendenze nel panorama artistico internazionale.


Inaugurazione: 'I draw a den where to be animals' di Serena Vestrucci - sabato 25 ottobre 2014, 18.30 - La Fenice Gallery, Venezia


La Fenice Gallery è lieta di invitarvi a 
 
I draw a den where to be animals
di Serena Vestrucci

Inaugurazione: sabato 25 ottobre 2014, 18.30
(dal 26 ottobre al 20 dicembre 2014)


La Fenice Gallery è lieta di presentare la prima personale di Serena Vestrucci a Venezia. I draw a den where to be animals, è il titolo dell'intervento pensato appositamente per lo spazio espositivo; nel suo insieme un corpo unico di opere inedite.
Il principio di indagine diventa espressione e manifestazione del percorso esistente tra il ruolo dell'artista e l'opera, come prodotto finale, conseguenza tra l'idea e struttura della sua realizzazione.

Liberarsi dall'oggetto amplia i piani di significato nella volontà che il processo artistico rimanga visibile anche nella proposta, quindi in 'mostra'. 
La forma come processo naturale. Inventare sistemi che scelgono al posto nostro perchè capaci di una propria autonomia, detta anche la scelta del materiale e la forma dell'operare come prolungamento dell'opera stessa. 

La struttuta così pensata appare centrale nel rapporto che i singoli elementi instaurano tra loro. Diviene evidente la volontà necessaria di una riflessione: quando si produce una visione le stesse cose sino ad allora osservate appaiono trasformate. Tutto ciò si sviluppa sia con l'intuizione sia attraverso il pensiero razionale. L'atteggiamento dell'artista non è mai diventato opera in modo tanto diretto. 

Così Nani da giardino sono una famiglia di sette sculture realizzate ognuna con materiali differenti, dalla carta al pongo, alla plastica, alla stoffa. Trucco sono due tele di cotone truccate con ombretti e fard.

Entrambi i lavori occupano lo spazio e non sono completamente visibili, uno chiude parzialmente l'ingresso e ha bisogno di esser osservato con più passaggi, mentre impedisce l'accesso alla fruizione dell'altro, che si può spiare solo attraverso una fessura.
L'installazione della mostra crea così il disegno di una tana immaginaria in cui viene dichiarata l'incapacità dei lavori di lasciarsi guardare, la loro impossibilità a darsi completamente in un unico momento, nel tentativo di evitare il loro stesso mettersi in mostra. 

Sono situazioni come dice l'artista in cui far semplicemente accadere qualcosa, ma se sino ad ora il supporto permetteva di rendere oggettiva una realtà stratificandone l'immagine, l'intervento di Serena ne rovescia il ruolo, mettendo in evidenza il lavorio della sua trama. 
Il quesito posto attraverso un passaggio minimo, innesca, senza prevederne il risultato un'esistenza potenzialmente senza fine: un disegno che si muove, per spostamenti.

A cura di Cecilia Tirelli
in collaborazione con Biancamaria Milo



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Contatti:
www.lafenicegallery.com - info@lafenicegallery.com
Orari: da giovedì a domenica, dalle 14.00 alle 18.00 o su appuntamento

Maurizio Marcato protagonista della mostra “Legalità, Diritti e Lavoro dignitoso” di FITeL Lombardia


Verona, 21 ottobre 2014 - È stata inaugurata ieri, presso la suggestiva location del Museo interattivo del Cinema di Milano, la mostra fotografica "Legalità, Diritti e Lavoro dignitoso". Organizzata da FITeL, la Federazione Italiana del Tempo Libero, quest'esposizione si snoda in un percorso itinerante che toccherà vari luoghi della Lombardia, con il proposito di raccontare attraverso la fotografia il mondo del lavoro nella sua totalità.

Vengono proposti non solo eventi espositivi, ma anche workshops fotografici. Per l'occasione sono stati scelti tre grandi nomi di artisti italiani: Niccolò Biddau, Giacomo Giannini e Maurizio Marcato, che terranno tre interessanti appuntamenti a partire da sabato 25 ottobre.

Il terzo e ultimo workshop avrà luogo sabato 15 novembre e sarà presieduto dal fotografo  Maurizio Marcato, che svilupperà il tema dello scatto digitale creativo. Artista di fama internazionale, attivo anche in Giappone e negli Stati Uniti, Maurizio Marcato può vantare un'esperienza trentennale nel settore della fotografia commerciale ed artistica. "Nel workshop vorrei raccontare del mondo che si evolve e degli autori nei loro piccoli giardini segreti," spiega il fotografo "un ritratto urbanistico, la Milano contemporanea, una ricerca del giardino segreto all'interno di una realtà grigia, una fotografia fatta di spazi immaginari immersi nell'evoluzione della vita quotidiana. Sarà un viaggio alla scoperta delle tecniche della fotografia contemporanea in grado di combinare elementi reali ed elementi creativi".

Lo scopo di FITeL è quello di raccogliere fondi, grazie al crowfounding (piccole e numerose donazioni) per finanziare importanti iniziative volte a promuovere una nuova cultura a sostegno del lavoro dignitoso, dello sviluppo della buona occupazione, dell'auto-imprenditorialità, della creazione di nuovi posti di lavoro e di agevolazioni per le aziende.

"La fotografia non dev'essere solo un'immagine fine a se stessa. La fotografia deve poter portare nel mondo, attraverso la sua immediatezza, i valori e gli ideali ai quali si ispira" conclude Maurizio Marcato.


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MAESTRI DEL GIOIELLO - Masters of the Jewels: 9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d’Eccellenza


MAESTRI DEL GIOIELLO
Masters of the Jewels

9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d'Eccellenza
10 – 11 – 12 ottobre 2014, Palazzo Giureconsulti

L'appuntamento annuale più atteso dagli amanti dell'Oreficeria Artigiana, "Maestri del Gioiello", tenutosi dal 10 al 12 ottobre allo storico e prestigioso Palazzo dei Giureconsulti, antico gioiello incastonato nel cuore di Milano, ha riscosso un successo strepitoso.
 
Una carrellata di pregevolezze italiane e la grande capacità di innovazione tecnica, stilistica e di materiali ha abbracciato, da nord a sud,  le realtà orafe di numerose Regioni d'Italia in un viaggio alla scoperta di piacevoli sorprese.

Tra gli orafi partecipanti, Maddalena Rocco di Abbiategrasso (MI), che concepisce i gioielli e la reinterpretazione del gioiello inciso, con un taglio personale e attuale, realizzando interessanti pezzi con l'uso di antiche tecniche come le incisioni a bulino e la creazione di piccole sculture in metallo e pietra molata, accostate in apparente casualità, prediligendo l'equilibrio instabile e l'asimmetria e Ivan Barbato, le cui creazioni sono caratterizzate dall'uso di oro ed argento, accostati con la pietra lavica, la conchiglia e il corallo. 

L'edizione 2014 ha visto la presenza anche di nuovi espositori, come La tedesca Mikky Eger, che in Italia, e precisamente a Milano, realizza gioielli in oro, argento e bronzo dalle particolari linee ispirate alla natura e Rosadelli Gioielli di Torino, con uno storico laboratorio, che rappresenta un originale punto d'incontro tra arte orafa e creatività, un luogo privilegiato in cui si realizzano sogni, si concretizzano idee, si materializzano desideri, creando gioielli completamente a mano, con l'antica tecnica dei Maestri Orafi. 

L'oggetto fatto a mano trasmette alla vista ed al tatto emozioni che la produzione in serie non può raggiungere.

"Maestri del Gioiello" ha ospitato anche la sesta edizione del Concorso Jacopo da Trezzo, in ricordo di colui che per primo tagliò e lavorò il diamante e che, ancora oggi, sopravvive nelle doti artistiche e nella fantasia degli artigiani contemporanei. 

L'edizione 2014 del Premio Jacopo da Trezzo dal titolo "Un Gioiello per Expo: i temi più interessanti e le città delle Esposizioni Universali ed Internazionali del Passato, Presente e Futuro",

ha visto la vittoria di Beatrice Barzaghi come l'orafa più votata dal pubblico con il bracciale "Gemini", ispirato all'Expo del 1962 "L'uomo nell'età dello Spazio" di Seattle e realizzato in oro e diamanti taglio brillante, incassato a mano; a Beatrice è stata consegnata la medaglia con l'effige di Jacopo da Trezzo, realizzata da Officina Orafa di Antonio Migliozzi di Trezzo d'Adda. 

Il vincitore del Premio Jacopo da Trezzo – votazione degli operatori del settore - Luciano Capossela di Calitri (AV), con il gioiello "Luce", un interessante pendente in oro 18 kt, fossile drusizzato, diamante bianco e diamanti neri, ispirato all'Expo del 1958 di Liegi "Valutazione del mondo per un mondo più umano", che riprende con grande attenzione la tragedia mineraria di Marcinelle, ricordando a tutti che l'umanità, la sicurezza e la vita sono molto più importanti del denaro.  

I visitatori dell'evento hanno inoltre partecipato all'estrazione di un pendente rappresentante un quadrifoglio, in oro bianco e diamanti, realizzato e gentilmente omaggiato dal Laboratorio Orafo Cazzaniga Nobili di Milano, che produce esclusivi gioielli  in oro e in argento, con una predilezione per le madreperle,  dai nomi che sono espressione non solo della loro bellezza ma anche della linea.  

Maestri del Gioiello vi da appuntamento al prossimo anno!



Per ulteriori informazioni: www.maestridelgioiello.it

Mostra LUCIANO MINGUZZI - Disegni e Sculture




LUCIANO MINGUZZI
(Bologna, 1911-Milano, 2004)
DISEGNI E SCULTURE

Retrospettiva a dieci anni dalla morte del più grande scultore bolognese del '900


20 gennaio - 28 febbraio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Bologna, Via Santo Stefano 19/A



La Galleria Maurizio Nobile apre l'anno con due importanti appuntamenti che raccontano l'artista Luciano Minguzzi attraverso una grande retrospettiva pensata in occasione dei dieci anni dalla morte. Le opere del Minguzzi, il più importante scultore bolognese del Novecento, saranno presentate ad Arte Fiera e, con una più ricca selezione di opere, alla Galleria Maurizio Nobile di Bologna.

Minguzzi è forse l'artista che coniuga al meglio la tradizione artistica locale con le moderne tendenze espressioniste e cubiste europee; formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Bologna sotto la guida di Giorgio Morandi, Ercole Drei e Roberto Longhi studiò gli scultori bolognesi e fiorentini del primo Rinascimento e i moderni Medardo Rosso, Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù che gli offrirono una forte carica di ispirazione. 

I suoi studi, uniti ad un soggiorno parigino che si dimostra tappa fondamentale nella sua formazione, qui infatti avrà l'opportunità di vedere le opere dei grandi maestri del passato e dei principali artisti contemporanei, lo porteranno ad affinare le sue capacità artistiche e ad imporsi nel panorama internazionale per le sue qualità espressive e narrative, caratterizzate da dinamismo delle forme e, talvolta, dalla tendenza all'astrazione poetica.

La carriera artistica del Minguzzi, riconosciuta a livello internazionale, fu costellata di premi e riconoscimenti e le sue opere sono conservate nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo.

Le opere in mostra, quasi cinquanta in totale tra quelle esposte alla Galleria Maurizio Nobile e ad Arte Fiera, provengono da prestigiose collezioni italiane, tra le quali quella degli eredi diretti del Minguzzi; in particolare all'interno di quest'ultima sono conservati alcuni inediti, soprattutto disegni preparatori, e le sculture che l'artista aveva deciso di conservare per sé fino alla morte.

La scelta curatoriale si è focalizzata sia sulla produzione scultorea sia su quella grafica al fine di presentare, attraverso entrambe le forme espressive, quel "dialogo" tra i differenti medium, la cui importanza e forza la critica ha già messo in valore.
Il confronto diretto tra disegno e scultura permette di apprezzare l'interessante elaborazione libera e spontanea del Minguzzi che avviene prima, ma a volte anche in maniera parallela, nell'ambito grafico e poi in scultura. La scelta delle opere vorrebbe infatti suggerire anche questa direzione.

Non vi saranno solo progetti grafici, ma anche, quando si è potuto reperirli, dei bozzetti preparatori in gesso e terracotta di alcune delle sue più importanti opere. E' questo il caso della Contorsionista. Tema più volte affrontato dall'artista, che lo ha portato a rielaborare a più riprese l'idea iniziale e di cui la galleria Maurizio Nobile vorrebbe esporre uno studio grafico, la terracotta preparatoria e il monumentale bronzo. 

Saranno poi presenti in mostra alcune delle opere più importanti dello scultore che ripropongono quello che è stato il suo percorso artistico attraverso le opere che egli stesso, decidendo di far entrare nella sua collezione personale, riteneva più vicine alla sua poetica interiore. Si tratta di opere imprescindibili per la conoscenza dello scultore e significative per la storia della scultura italiana.

L'evento è stato realizzato con il patrocinio di Ascom e con la collaborazione della Fondazione Luciano Minguzzi di Milano.

Curatori della mostra: Laura Marchesini, Luca Minguzzi, Maurizio Nobile.


Biografia Luciano Minguzzi
Bolognese di nascita (24 maggio 1911), Luciano Minguzzi, formatosi all'Accademia di Belle Arti della sua città con Giorgio Morandi ed Ercole Drei, consegue rapidamente una piena conquista delle sue originali e multiformi possibilità espressive, come attesteranno i numerosissimi premi, in ambito nazionale e internazionale, riportati durante l'intero arco della sua carriera e già a partire dal 1943. Espone nel 1934 per la prima volta alla XIX Biennale di Venezia e, nel 1939, alla Quadriennale d'Arte di Roma. Ritorna a Venezia nel 1942 dove è presente con una sala personale alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1949 tiene una mostra al Museo dell'Athénée di Ginevra e, l'anno dopo, invitato alla XXV Biennale di Venezia con un gruppo di opere, ottiene il Gran Premio della Scultura. Nel secondo dopoguerra si trasferisce a Milano dove, per quasi vent'anni (1956-1974), terrà la cattedra di scultura all'Accademia di Brera. Nel capoluogo lombardo, calato in un contesto aperto alle sperimentazioni e alle suggestioni provenienti dai centri di elaborazione artistica internazionali, Minguzzi porterà avanti le sue ricerche, corrispondendo con opere mirabili alle tante commissioni pubbliche e private. Nel 1958 è vincitore del concorso per la V Porta del Duomo di Milano, che verrà inaugurata nel 1965. Nel 1952 partecipa con una personale alla Biennale di Venezia e la giuria internazionale gli assegna un Premio Aggiunto per la Scultura. Nel 1956 espone alla Quadriennale di Roma, al Museo Rodin di Parigi e alla Viviano Gallery di New York. Nel 1964 è nominato insegnante di scultura alla Sommer Academy di Salisburgo. Nel 1970 riceve l'incarico da Paolo VI per la realizzazione della Porta del Bene e del Male per la Basilica in San Pietro in Vaticano, opera alla quale lavorerà per sette anni. Nel 1996 nasce a Milano la Fondazione Museo Luciano Minguzzi. L'artista muore a Milano nel 2004.

INFORMAZIONI PRATICHE
Dove:
Galleria Maurizio Nobile Bologna
Via Santo Stefano, 19/a - 40125 Bologna
+39.051.238363 

Quando:

Arte Fiera, 23/26 gennaio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Vernissage sabato 17 gennaio 2015, ore 17.00
Date di apertura: 20 gennaio/28 febbraio 2015
Orari: martedì-sabato 11-19
Apertura straordinaria per Art White Night

venerdì 17 ottobre 2014

Colacicchi chiude con 20 mila visitatori

Ultimo weekend per visitare a Villa Bardini l’ expo che ha fatto riscoprire uno dei grandi protagonisti della vita culturale del secolo scorso, il Piero della Francesca del Novecento.

Firenze – Con l’ottimo bilancio di 20 mila visitatori, si chiude domenica prossima 19 ottobre a Villa Bardini la mostra che ha fatto riscoprire un dimenticato gigante della cultura italiana del secolo scorso, quel Giovanni Colacicchi (1900-1992) che fu pittore e polemista, poeta e musicofilo, una delle intelligenze artistiche eminenti nella Firenze degli anni a cavallo della seconda guerra mondiale.

Ecco dunque arrivato l’ultimo week end per visitare la grande retrospettiva a lui dedicata (Figure di ritmo e di luce nella Firenze del ‘900) e fare conoscenza da vicino con un artista che Vittorio Sgarbi ha definito il Piero della Francesca del Novecento: circa 80 i dipinti, selezionati dai curatori Susanna Ragionieri e Mario Ruffini con la consulenza scientifica di Carlo Sisi, per un’esposizione fulcro di numerosi eventi collaterali, mostre, conferenze e concerti, che hanno riportato alla ribalta una grande stagione creativa, una filosofia e un’estetica con i loro più eclettici e controversi protagonisti.

Colacicchi fu come noto tra i principali interpreti del moderno ritorno alla realtà e alla figura con cui in Europa si ricompose, dopo secoli, l’abbraccio umanistico tra parola, immagine e suono che aveva prodotto il miracolo del Rinascimento. I tempi, tuttavia, non gli furono complici. Nel dopoguerra dominarono infatti astrattismo, strutturalismo, concettualismo. Colacicchi e la sua pittura neofigurativa coerente apparve quindi sorpassato e finì ai margini bollato come reazionario insieme al suo amore per il corpo umano, la natura, la luce, la geometria delle proporzioni dettate dalla sezione aurea, il ritmo musicale delle sfumature e delle forme.

A vent’anni dalla morte, la bella retrospettiva di Villa Bardini ha rappresentato perciò per Colacicchi una giusta e dovuta rivincita. Promossa dal Comune di Firenze con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, la mostra è stata gratificata dal sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Regione Toscana e degli sponsor Unicoop Firenze e AON. Le esposizioni collaterali (i disegni di Colacicchi e i dipinti della moglie Flavia Arlotta) sono state ospitate dall’Accademia delle Arti e del Disegno e da Casa Siviero.

giovedì 16 ottobre 2014

Le moto dell’artista insieme all’arte del nuovo mosaico italiano”

I MOTORI E I MATERIALI DELL'ARTE

Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17.30 "inaugurazione - aperitivo" della mostra, organizzata dall'associazione Circolo Arti/co e da T.&T. Art Management con il patrocinio del Comune di Langhirano. Nell'incrocio tra le vie che portano alle eccellenze del parmense, a Pilastro di Langhirano, nella casa museo Migliazzi, all'interno di un fabbricato colonico con affaccio sulla piazza principale del paese, tre mosaicisti, Claudio Brunelli, Donatella Sassi e Virginia Zanotti,  esporranno le loro opere dal 25 ottobre al 02 novembre, tra  le moto di un altro grande artista, Donnino Rumi. Il marchio Rumi negli anni 50/60 fu sinonimo del più ricercato Made in Italy in estetica e meccanica nell'ambito della produzione di motociclette, tanto da essere definite le moto "dell'artista" proprio per la grande passione per l'arte del suo ideatore, che era anche pittore e scultore, quindi un'artista a tutto tondo.

 

- Claudio Brunelli, scultore e mosaicista forlivese, realizza opere uniche quali: arazzi, oggetti d'arredo, mobili, sculture, lampade, coniugando l'arte musiva con la valorizzazione di materiali vissuti (pelle, legno, polistirolo, ecc…). Servendosi della tecnica del mosaico, applica sui supporti tessere di pasta vitrea, marmi, smalti e specchi policromi. Questa ricerca lo ha portato ad essere molto apprezzato a livello nazionale ed  internazionale, tramite  mostre personali e collettive.

 

- Donatella Sassi ha studiato all'Istituto d'Arte Toschi di Parma e, dopo diverse esperienze artistiche, approda a quella che ha capito essere la sua vera passione: il mosaico. Non quello classico accademico, ma costruito con «frammenti d'anima ritrovati», come li definisce. Oggi i pezzi di vetro sono quasi un pretesto per collegare altri frammenti, pezzi di legno, oggetti buttati, cocci e sassi di fiume e anche pietre dure, turchesi, agate, coralli, riconducibili a un significato, a un discorso comunicativo da riversare all'esterno. In questa combinazione di materiali emergono luoghi e figure immaginarie, «finestre» che si aprono sul mondo parallelo della fantasia, come un libro da comporre.

 

 - Virginia Zanotti, artista cesenate, lavora con grande passione da sempre nell'arte e ricerca nell'ambito della stessa. Scopre  il mosaico nel 2004 e da allora inizia autonomamente a farne il proprio mezzo espressivo. Il fascino della disgregazione e ricomposizione dei materiali, diventa la base per creare oggettistica, specchi, sculture e ritratti, alternando tecniche e materiali dei più svariati generi. Questa passione l'ha portata negli anni, a lavorare all'estero, a realizzare  importanti  collaborazioni, mostre, collettive ed eventi artistici.  

 

La mostra rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni con ingresso gratuito dalle 16.00 alle 19.00. Per orari diversi tramite prenotazione telefonica: 335.5219091 - 337.989524




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