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martedì 21 ottobre 2014

Maurizio Marcato protagonista della mostra “Legalità, Diritti e Lavoro dignitoso” di FITeL Lombardia


Verona, 21 ottobre 2014 - È stata inaugurata ieri, presso la suggestiva location del Museo interattivo del Cinema di Milano, la mostra fotografica "Legalità, Diritti e Lavoro dignitoso". Organizzata da FITeL, la Federazione Italiana del Tempo Libero, quest'esposizione si snoda in un percorso itinerante che toccherà vari luoghi della Lombardia, con il proposito di raccontare attraverso la fotografia il mondo del lavoro nella sua totalità.

Vengono proposti non solo eventi espositivi, ma anche workshops fotografici. Per l'occasione sono stati scelti tre grandi nomi di artisti italiani: Niccolò Biddau, Giacomo Giannini e Maurizio Marcato, che terranno tre interessanti appuntamenti a partire da sabato 25 ottobre.

Il terzo e ultimo workshop avrà luogo sabato 15 novembre e sarà presieduto dal fotografo  Maurizio Marcato, che svilupperà il tema dello scatto digitale creativo. Artista di fama internazionale, attivo anche in Giappone e negli Stati Uniti, Maurizio Marcato può vantare un'esperienza trentennale nel settore della fotografia commerciale ed artistica. "Nel workshop vorrei raccontare del mondo che si evolve e degli autori nei loro piccoli giardini segreti," spiega il fotografo "un ritratto urbanistico, la Milano contemporanea, una ricerca del giardino segreto all'interno di una realtà grigia, una fotografia fatta di spazi immaginari immersi nell'evoluzione della vita quotidiana. Sarà un viaggio alla scoperta delle tecniche della fotografia contemporanea in grado di combinare elementi reali ed elementi creativi".

Lo scopo di FITeL è quello di raccogliere fondi, grazie al crowfounding (piccole e numerose donazioni) per finanziare importanti iniziative volte a promuovere una nuova cultura a sostegno del lavoro dignitoso, dello sviluppo della buona occupazione, dell'auto-imprenditorialità, della creazione di nuovi posti di lavoro e di agevolazioni per le aziende.

"La fotografia non dev'essere solo un'immagine fine a se stessa. La fotografia deve poter portare nel mondo, attraverso la sua immediatezza, i valori e gli ideali ai quali si ispira" conclude Maurizio Marcato.


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MAESTRI DEL GIOIELLO - Masters of the Jewels: 9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d’Eccellenza


MAESTRI DEL GIOIELLO
Masters of the Jewels

9° Mostra Nazionale Oreficeria Artigiana d'Eccellenza
10 – 11 – 12 ottobre 2014, Palazzo Giureconsulti

L'appuntamento annuale più atteso dagli amanti dell'Oreficeria Artigiana, "Maestri del Gioiello", tenutosi dal 10 al 12 ottobre allo storico e prestigioso Palazzo dei Giureconsulti, antico gioiello incastonato nel cuore di Milano, ha riscosso un successo strepitoso.
 
Una carrellata di pregevolezze italiane e la grande capacità di innovazione tecnica, stilistica e di materiali ha abbracciato, da nord a sud,  le realtà orafe di numerose Regioni d'Italia in un viaggio alla scoperta di piacevoli sorprese.

Tra gli orafi partecipanti, Maddalena Rocco di Abbiategrasso (MI), che concepisce i gioielli e la reinterpretazione del gioiello inciso, con un taglio personale e attuale, realizzando interessanti pezzi con l'uso di antiche tecniche come le incisioni a bulino e la creazione di piccole sculture in metallo e pietra molata, accostate in apparente casualità, prediligendo l'equilibrio instabile e l'asimmetria e Ivan Barbato, le cui creazioni sono caratterizzate dall'uso di oro ed argento, accostati con la pietra lavica, la conchiglia e il corallo. 

L'edizione 2014 ha visto la presenza anche di nuovi espositori, come La tedesca Mikky Eger, che in Italia, e precisamente a Milano, realizza gioielli in oro, argento e bronzo dalle particolari linee ispirate alla natura e Rosadelli Gioielli di Torino, con uno storico laboratorio, che rappresenta un originale punto d'incontro tra arte orafa e creatività, un luogo privilegiato in cui si realizzano sogni, si concretizzano idee, si materializzano desideri, creando gioielli completamente a mano, con l'antica tecnica dei Maestri Orafi. 

L'oggetto fatto a mano trasmette alla vista ed al tatto emozioni che la produzione in serie non può raggiungere.

"Maestri del Gioiello" ha ospitato anche la sesta edizione del Concorso Jacopo da Trezzo, in ricordo di colui che per primo tagliò e lavorò il diamante e che, ancora oggi, sopravvive nelle doti artistiche e nella fantasia degli artigiani contemporanei. 

L'edizione 2014 del Premio Jacopo da Trezzo dal titolo "Un Gioiello per Expo: i temi più interessanti e le città delle Esposizioni Universali ed Internazionali del Passato, Presente e Futuro",

ha visto la vittoria di Beatrice Barzaghi come l'orafa più votata dal pubblico con il bracciale "Gemini", ispirato all'Expo del 1962 "L'uomo nell'età dello Spazio" di Seattle e realizzato in oro e diamanti taglio brillante, incassato a mano; a Beatrice è stata consegnata la medaglia con l'effige di Jacopo da Trezzo, realizzata da Officina Orafa di Antonio Migliozzi di Trezzo d'Adda. 

Il vincitore del Premio Jacopo da Trezzo – votazione degli operatori del settore - Luciano Capossela di Calitri (AV), con il gioiello "Luce", un interessante pendente in oro 18 kt, fossile drusizzato, diamante bianco e diamanti neri, ispirato all'Expo del 1958 di Liegi "Valutazione del mondo per un mondo più umano", che riprende con grande attenzione la tragedia mineraria di Marcinelle, ricordando a tutti che l'umanità, la sicurezza e la vita sono molto più importanti del denaro.  

I visitatori dell'evento hanno inoltre partecipato all'estrazione di un pendente rappresentante un quadrifoglio, in oro bianco e diamanti, realizzato e gentilmente omaggiato dal Laboratorio Orafo Cazzaniga Nobili di Milano, che produce esclusivi gioielli  in oro e in argento, con una predilezione per le madreperle,  dai nomi che sono espressione non solo della loro bellezza ma anche della linea.  

Maestri del Gioiello vi da appuntamento al prossimo anno!



Per ulteriori informazioni: www.maestridelgioiello.it

Mostra LUCIANO MINGUZZI - Disegni e Sculture




LUCIANO MINGUZZI
(Bologna, 1911-Milano, 2004)
DISEGNI E SCULTURE

Retrospettiva a dieci anni dalla morte del più grande scultore bolognese del '900


20 gennaio - 28 febbraio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Bologna, Via Santo Stefano 19/A



La Galleria Maurizio Nobile apre l'anno con due importanti appuntamenti che raccontano l'artista Luciano Minguzzi attraverso una grande retrospettiva pensata in occasione dei dieci anni dalla morte. Le opere del Minguzzi, il più importante scultore bolognese del Novecento, saranno presentate ad Arte Fiera e, con una più ricca selezione di opere, alla Galleria Maurizio Nobile di Bologna.

Minguzzi è forse l'artista che coniuga al meglio la tradizione artistica locale con le moderne tendenze espressioniste e cubiste europee; formatosi all'Accademia delle Belle Arti di Bologna sotto la guida di Giorgio Morandi, Ercole Drei e Roberto Longhi studiò gli scultori bolognesi e fiorentini del primo Rinascimento e i moderni Medardo Rosso, Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù che gli offrirono una forte carica di ispirazione. 

I suoi studi, uniti ad un soggiorno parigino che si dimostra tappa fondamentale nella sua formazione, qui infatti avrà l'opportunità di vedere le opere dei grandi maestri del passato e dei principali artisti contemporanei, lo porteranno ad affinare le sue capacità artistiche e ad imporsi nel panorama internazionale per le sue qualità espressive e narrative, caratterizzate da dinamismo delle forme e, talvolta, dalla tendenza all'astrazione poetica.

La carriera artistica del Minguzzi, riconosciuta a livello internazionale, fu costellata di premi e riconoscimenti e le sue opere sono conservate nelle collezioni private e nei musei di tutto il mondo.

Le opere in mostra, quasi cinquanta in totale tra quelle esposte alla Galleria Maurizio Nobile e ad Arte Fiera, provengono da prestigiose collezioni italiane, tra le quali quella degli eredi diretti del Minguzzi; in particolare all'interno di quest'ultima sono conservati alcuni inediti, soprattutto disegni preparatori, e le sculture che l'artista aveva deciso di conservare per sé fino alla morte.

La scelta curatoriale si è focalizzata sia sulla produzione scultorea sia su quella grafica al fine di presentare, attraverso entrambe le forme espressive, quel "dialogo" tra i differenti medium, la cui importanza e forza la critica ha già messo in valore.
Il confronto diretto tra disegno e scultura permette di apprezzare l'interessante elaborazione libera e spontanea del Minguzzi che avviene prima, ma a volte anche in maniera parallela, nell'ambito grafico e poi in scultura. La scelta delle opere vorrebbe infatti suggerire anche questa direzione.

Non vi saranno solo progetti grafici, ma anche, quando si è potuto reperirli, dei bozzetti preparatori in gesso e terracotta di alcune delle sue più importanti opere. E' questo il caso della Contorsionista. Tema più volte affrontato dall'artista, che lo ha portato a rielaborare a più riprese l'idea iniziale e di cui la galleria Maurizio Nobile vorrebbe esporre uno studio grafico, la terracotta preparatoria e il monumentale bronzo. 

Saranno poi presenti in mostra alcune delle opere più importanti dello scultore che ripropongono quello che è stato il suo percorso artistico attraverso le opere che egli stesso, decidendo di far entrare nella sua collezione personale, riteneva più vicine alla sua poetica interiore. Si tratta di opere imprescindibili per la conoscenza dello scultore e significative per la storia della scultura italiana.

L'evento è stato realizzato con il patrocinio di Ascom e con la collaborazione della Fondazione Luciano Minguzzi di Milano.

Curatori della mostra: Laura Marchesini, Luca Minguzzi, Maurizio Nobile.


Biografia Luciano Minguzzi
Bolognese di nascita (24 maggio 1911), Luciano Minguzzi, formatosi all'Accademia di Belle Arti della sua città con Giorgio Morandi ed Ercole Drei, consegue rapidamente una piena conquista delle sue originali e multiformi possibilità espressive, come attesteranno i numerosissimi premi, in ambito nazionale e internazionale, riportati durante l'intero arco della sua carriera e già a partire dal 1943. Espone nel 1934 per la prima volta alla XIX Biennale di Venezia e, nel 1939, alla Quadriennale d'Arte di Roma. Ritorna a Venezia nel 1942 dove è presente con una sala personale alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1949 tiene una mostra al Museo dell'Athénée di Ginevra e, l'anno dopo, invitato alla XXV Biennale di Venezia con un gruppo di opere, ottiene il Gran Premio della Scultura. Nel secondo dopoguerra si trasferisce a Milano dove, per quasi vent'anni (1956-1974), terrà la cattedra di scultura all'Accademia di Brera. Nel capoluogo lombardo, calato in un contesto aperto alle sperimentazioni e alle suggestioni provenienti dai centri di elaborazione artistica internazionali, Minguzzi porterà avanti le sue ricerche, corrispondendo con opere mirabili alle tante commissioni pubbliche e private. Nel 1958 è vincitore del concorso per la V Porta del Duomo di Milano, che verrà inaugurata nel 1965. Nel 1952 partecipa con una personale alla Biennale di Venezia e la giuria internazionale gli assegna un Premio Aggiunto per la Scultura. Nel 1956 espone alla Quadriennale di Roma, al Museo Rodin di Parigi e alla Viviano Gallery di New York. Nel 1964 è nominato insegnante di scultura alla Sommer Academy di Salisburgo. Nel 1970 riceve l'incarico da Paolo VI per la realizzazione della Porta del Bene e del Male per la Basilica in San Pietro in Vaticano, opera alla quale lavorerà per sette anni. Nel 1996 nasce a Milano la Fondazione Museo Luciano Minguzzi. L'artista muore a Milano nel 2004.

INFORMAZIONI PRATICHE
Dove:
Galleria Maurizio Nobile Bologna
Via Santo Stefano, 19/a - 40125 Bologna
+39.051.238363 

Quando:

Arte Fiera, 23/26 gennaio 2015
Galleria Maurizio Nobile
Vernissage sabato 17 gennaio 2015, ore 17.00
Date di apertura: 20 gennaio/28 febbraio 2015
Orari: martedì-sabato 11-19
Apertura straordinaria per Art White Night

venerdì 17 ottobre 2014

Colacicchi chiude con 20 mila visitatori

Ultimo weekend per visitare a Villa Bardini l’ expo che ha fatto riscoprire uno dei grandi protagonisti della vita culturale del secolo scorso, il Piero della Francesca del Novecento.

Firenze – Con l’ottimo bilancio di 20 mila visitatori, si chiude domenica prossima 19 ottobre a Villa Bardini la mostra che ha fatto riscoprire un dimenticato gigante della cultura italiana del secolo scorso, quel Giovanni Colacicchi (1900-1992) che fu pittore e polemista, poeta e musicofilo, una delle intelligenze artistiche eminenti nella Firenze degli anni a cavallo della seconda guerra mondiale.

Ecco dunque arrivato l’ultimo week end per visitare la grande retrospettiva a lui dedicata (Figure di ritmo e di luce nella Firenze del ‘900) e fare conoscenza da vicino con un artista che Vittorio Sgarbi ha definito il Piero della Francesca del Novecento: circa 80 i dipinti, selezionati dai curatori Susanna Ragionieri e Mario Ruffini con la consulenza scientifica di Carlo Sisi, per un’esposizione fulcro di numerosi eventi collaterali, mostre, conferenze e concerti, che hanno riportato alla ribalta una grande stagione creativa, una filosofia e un’estetica con i loro più eclettici e controversi protagonisti.

Colacicchi fu come noto tra i principali interpreti del moderno ritorno alla realtà e alla figura con cui in Europa si ricompose, dopo secoli, l’abbraccio umanistico tra parola, immagine e suono che aveva prodotto il miracolo del Rinascimento. I tempi, tuttavia, non gli furono complici. Nel dopoguerra dominarono infatti astrattismo, strutturalismo, concettualismo. Colacicchi e la sua pittura neofigurativa coerente apparve quindi sorpassato e finì ai margini bollato come reazionario insieme al suo amore per il corpo umano, la natura, la luce, la geometria delle proporzioni dettate dalla sezione aurea, il ritmo musicale delle sfumature e delle forme.

A vent’anni dalla morte, la bella retrospettiva di Villa Bardini ha rappresentato perciò per Colacicchi una giusta e dovuta rivincita. Promossa dal Comune di Firenze con la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron e il Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut, la mostra è stata gratificata dal sostegno dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Regione Toscana e degli sponsor Unicoop Firenze e AON. Le esposizioni collaterali (i disegni di Colacicchi e i dipinti della moglie Flavia Arlotta) sono state ospitate dall’Accademia delle Arti e del Disegno e da Casa Siviero.

giovedì 16 ottobre 2014

Le moto dell’artista insieme all’arte del nuovo mosaico italiano”

I MOTORI E I MATERIALI DELL'ARTE

Sabato 25 ottobre 2014 alle ore 17.30 "inaugurazione - aperitivo" della mostra, organizzata dall'associazione Circolo Arti/co e da T.&T. Art Management con il patrocinio del Comune di Langhirano. Nell'incrocio tra le vie che portano alle eccellenze del parmense, a Pilastro di Langhirano, nella casa museo Migliazzi, all'interno di un fabbricato colonico con affaccio sulla piazza principale del paese, tre mosaicisti, Claudio Brunelli, Donatella Sassi e Virginia Zanotti,  esporranno le loro opere dal 25 ottobre al 02 novembre, tra  le moto di un altro grande artista, Donnino Rumi. Il marchio Rumi negli anni 50/60 fu sinonimo del più ricercato Made in Italy in estetica e meccanica nell'ambito della produzione di motociclette, tanto da essere definite le moto "dell'artista" proprio per la grande passione per l'arte del suo ideatore, che era anche pittore e scultore, quindi un'artista a tutto tondo.

 

- Claudio Brunelli, scultore e mosaicista forlivese, realizza opere uniche quali: arazzi, oggetti d'arredo, mobili, sculture, lampade, coniugando l'arte musiva con la valorizzazione di materiali vissuti (pelle, legno, polistirolo, ecc…). Servendosi della tecnica del mosaico, applica sui supporti tessere di pasta vitrea, marmi, smalti e specchi policromi. Questa ricerca lo ha portato ad essere molto apprezzato a livello nazionale ed  internazionale, tramite  mostre personali e collettive.

 

- Donatella Sassi ha studiato all'Istituto d'Arte Toschi di Parma e, dopo diverse esperienze artistiche, approda a quella che ha capito essere la sua vera passione: il mosaico. Non quello classico accademico, ma costruito con «frammenti d'anima ritrovati», come li definisce. Oggi i pezzi di vetro sono quasi un pretesto per collegare altri frammenti, pezzi di legno, oggetti buttati, cocci e sassi di fiume e anche pietre dure, turchesi, agate, coralli, riconducibili a un significato, a un discorso comunicativo da riversare all'esterno. In questa combinazione di materiali emergono luoghi e figure immaginarie, «finestre» che si aprono sul mondo parallelo della fantasia, come un libro da comporre.

 

 - Virginia Zanotti, artista cesenate, lavora con grande passione da sempre nell'arte e ricerca nell'ambito della stessa. Scopre  il mosaico nel 2004 e da allora inizia autonomamente a farne il proprio mezzo espressivo. Il fascino della disgregazione e ricomposizione dei materiali, diventa la base per creare oggettistica, specchi, sculture e ritratti, alternando tecniche e materiali dei più svariati generi. Questa passione l'ha portata negli anni, a lavorare all'estero, a realizzare  importanti  collaborazioni, mostre, collettive ed eventi artistici.  

 

La mostra rimarrà aperta al pubblico tutti i giorni con ingresso gratuito dalle 16.00 alle 19.00. Per orari diversi tramite prenotazione telefonica: 335.5219091 - 337.989524




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Ai mercati rionali storici la mostra FANTASCIENZA.1950-1970 L’ICONOGRAFIA DEGLI ANNI D’ORO (15 ottobre - 23 novembre)


DAL 15 OTTOBRE AL 23 NOVEMBRE
QUATTRO MERCATI RIONALI STORICI ROMANI
DIVENTANO LOCATION
PER UNA GRANDE MOSTRA SULLA FANTASCIENZA


Con la mostra Fantascienza.1950-1970 L'iconografia degli anni d'oro ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix, prende il via a Roma il progetto che trasforma i mercati rionali storici in una piattaforma culturale non convenzionale a disposizione della città e dei suoi turisti, stabilendo una sinergia innovativa nel rapporto commercio-cultura-città.

Dal 15 ottobre al 23 novembre i mercati rionali Unità (via Cola di Rienzo), Vittoria (via Sabotino), Pinciano (via Antonelli) e Savoia (piazza Gimma) – storici in quanto in attività da prima del 1960 – saranno popolati da immagini di razzi celesti, astronavi, robot, dischi volanti e marziani e racconteranno al grande pubblico – con immagini diverse in ciascun mercato – il linguaggio estetico di venti anni di fantascienza vista in Italia.
Il Progetto di Valorizzazione dei Mercati Rionali Storici di Roma è promosso da U.P.V.A.D.  e  Co.Ri.De – associazione e consorzio di servizi degli operatori romani – in collaborazione con Roma Capitale – Municipio Roma Centro e Municipio Secondo, CAR-Centro Agroalimentare Romano e Arsial-Regione Lazio.

I mercati rionali sono la più estesa rete commerciale romana, garantiscono la funzione sociale del commercio di prossimità, contribuiscono alla sostenibilità ambientale attraverso la filiera corta dei prodotti agricoli e vogliono essere protagonisti del cambiamento che investe dinamiche del commercio e propensioni all'acquisto - dichiara Franco Gioacchini, presidente dell'U.P.V.A.D.  e del  Co.Ri.De - Per questo vogliamo essere i primi a lanciare una  vera e propria sfida di sistema che ha l'ambizione di far diventare i mercati storici una risorsa per la città ed un nuovo percorso a disposizione della divulgazione culturale. Molti mercati rionali - continua Gioacchini - operano con continuità da oltre sessanta anni e meritano in pieno l'appellativo di mercati storici e alcuni, inoltre, sono anche esempi di pregio architettonico; portare attività culturali nei mercati rionali è una scelta coraggiosa, una grande opportunità per la riqualificazione dei luoghi ed una vera innovazione nel rapporto con il pubblico che, in questi mercati, potrà vivere esperienze e suggestioni che vanno oltre il semplice acquisto.

La chiave di lettura che ho scelto per raccontare la fantascienza risponde alla tentazione di offrire un percorso visivo attraverso l'estetica che ne ha distinto la produzione, spaziando in tutti i suoi linguaggi e nelle sue varie contaminazioni culturali, oltre che all'ambizione di offrire suggestioni visive che possano parlare e sollecitare immaginario e ricordi suscitando, attraverso la forza evocativa delle immagini, la reminiscenza dell'impianto epico che nella fantascienza ha trovato una delle sue vie più fascinose - dichiara l'ideatore e curatore della mostra, Marco Panella.

La mostra presenta una selezione di 280 immagini provenienti da fumetti, libri, manifesti, rotocalchi, riviste, pubblicità, figurine e quaderni scolastici, insegue la suggestione iconografica e fa proprio il richiamo esplicito all'archetipo mitico.
Quattro i grandi temi della mostra,  uno in ciascun mercato ed ognuno con immagini diverse dall'altro:
Space Opera. Il mito dell'invasione al mercato di via Cola di Rienzo;
Space Opera. Il mito del viaggio al mercato di piazza Gimma;
Robot. Il mito della creazione al mercato di via Antonelli;
Il Futuro visto ieri. Il mito della frontiera al mercato di via Sabotino.

La scelta di metodo della mostra - dichiara Marco Panella - ha risposto alla domanda dove e quando fissando il luogo, l'Italia, e il periodo, gli anni che corrono tra il 1950 e il 1970 con qualche arrotondamento per difetto e per eccesso. È proprio tra il 1950 e il 1970, infatti, che troviamo la straordinaria coincidenza che vede andare di pari passo il miglioramento della condizione sociale, la corsa allo spazio che porterà alla conquista della Luna e lo sdoganamento della fantascienza dall'ambito ristretto delle avventure per ragazzi dove, sino ad allora, era stata sostanzialmente confinata. Se il 1926 - con l'intuizione di Hugo Gernsback di far uscire una rivista interamente dedicata alla narrazione del futuro, "Amazing Stories. The Magazine of Scientifiction" - rappresenta l'inizio della grande divulgazione per la fantascienza negli Stati Uniti, il 1952 è l'anno che la segna per l'Italia: escono in edicola le prime riviste nostrane – "Scienza Fantastica", "Mondi Nuovi" ed "Urania" - e sull'editoriale del primo numero di "Urania", Giorgio Monicelli, il direttore della collana, conia il neologismo fantascienza, traduzione tutta italiana dell'inglese science-fiction che, da allora, entrerà nel linguaggio comune.
Nell'Italia che si avvia a vivere con fiducia e ottimismo gli anni che la porteranno al boom economico - continua Panella - la prefigurazione del futuro fa parte del quotidiano, scienza e fantascienza spesso si sovrappongono e nel ritmo narrativo delle illustrazioni trovano un canone estetico di grande impatto visivo, unico e ancora oggi di grande fascino.

L'innovazione è nel neologismo fantascienza, ma anche nella vitalità editoriale di riviste e collane da edicola che  hanno  il  merito  di  portare  per  la  prima  volta in Italia autori come Isaac Asimov, Theodore Sturgeon, Arthur C. Clarke, Robert A.Heinlein, Ray Bradbury e che trovano nelle accattivanti copertine illustrate da maestri come Curt Caesar, Carlo Jacono, Guido Buzzelli, Benedettucci, Enzo Cassoni, Luigi Garonzi, Ed Emshwiller, Luigi Rapuzzi, Mario Todarello, Gianni Renna, Karel Thole un potente strumento dell'immaginario del tempo.

Altra grande fonte del repertorio iconografico presentato dalla mostra è la produzione fumettistica, che in parte riprende quella importata già negli anni trenta dagli Stati Uniti - Flash Gordon, Buck Rogers e Brick Bradford, che in Italia avrà vita con nomi diversi come Giorgio Ventura, Antares, Bat Star – e in parte trova una via tutta italiana, di cui sono esempio la serie Saturno contro la Terra, sceneggiata da Cesare Zavattini e Federico Pedrocchi e disegnata da Scolari; Virus ideato sempre da Pedrocchi e disegnato da Walter Molino; Misterix di Paul Campani; Alex l'eroe dello spazio e Nolan il pioniere dello spazio di Guido Buzzelli; Raff pugno d'acciaio di Mario Guerri e Vittorio Cossio; Razzo disegnato da Platania; le strisce Dick Saetta, Tony Comet e poi, ancora, il primo Alan Ford di Lorenzo Sechi (Max Bunker), che nasce nel 1963 come spaziale moderno e, nel 1968, l'Astronave pirata di Guido Crepax. Numerosissimi sono anche i casi di contaminazione della materia fantascientifica su fumetti non di genere; nella produzione disneyana, ad esempio, ma anche in personaggi come Zagor di Sergio Bonelli e Gallieno Ferri – quest'ultimo creatore anche di Maskar, personaggio noir in maschera e costume  e che vivrà anche lui avventure spaziali - piuttosto che in Tiramolla.

Alle illustrazioni di genere si affiancano con grande efficacia e forza persuasiva le copertine di rotocalchi come "Epoca", "Oggi", "La Domenica del Corriere" e "Tribuna Illustrata", dove cronaca, scienza e fantascienza propongono ai lettori avvistamenti di dischi volanti, lanci di satelliti, razzi e primi uomini nello spazio che trovano la straordinaria sintesi ed interpretazione grafica di Walter Molino e Guido Bertoletti, sostituendo spesso, per attrazione, articoli e notizie. Interessante notare anche la portata iconografica di riviste di divulgazione tecnica e scientifica, come "Scienza Popolare", "Scienza e Vita", "Sistema Pratico", "Scienza Illustrata" che cavalcano il tema del futuro proponendo ai lettori scenari illustrati nei quali il confine tra scienza e fantascienza è quanto mai incerto.
 
Il cinema trova nel filone fantascientifico una grande fonte di ispirazione: negli anni Cinquanta le produzioni che arrivano nelle sale italiane sono soprattutto americane ed inglesi, con effetti speciali che, visti oggi, non nascondono tutte le ingenuità del tempo, ma che allora non mancavano di tenere gli spettatori incollati alle scomode poltroncine di legno delle sale.  Indimenticabili per la loro straordinaria efficacia iconografica, manifesti e locandine dei film, che facevano vivere anche a chi al cinema poi non sarebbe andato l'esperienza di viaggi interstellari, invasioni marziane e mostri atomici: la stessa di cui potranno godere i visitatori della mostra.

La mostra si addentra anche nel tema delle ambientazioni spaziali nella pubblicità dell'epoca, linguaggio della comunicazione che, cogliendo ed anticipando per vocazione lo spirito dei tempi, non poteva non trovare nelle suggestioni del futuro una sua leva di fascinazione e, sempre seguendo le tracce degli sconfinamenti in ambiti non convenzionali, la mostra presenta anche una selezione di quaderni scolastici resi attraenti da illustrazioni con basi lunari, astronavi e viaggi spaziali, che completavano il corredo dello scolaro e che, certamente, avranno reso il tempo dello studio più lieve e fantasioso per tanti.

Una mostra da vedere con lentezza, quindi, per lasciarsi andare alla suggestione delle sue immagini e per godere di una narrazione iconografica a tutto tondo, che sovrappone media e linguaggi grafici diversi tra loro nel tentativo di ricreare l'atmosfera, il mood, che la genialità creativa di disegnatori ed illustratori del fantastico e dell'anticipazione ha fatto entrare nel quotidiano dell'Italia che cercava la via della modernità.


Info:
artix@artixcom.it

Web:
www.mostrafantascienza.it

​CARTELLA STAMPA CON IMMAGINI IN ALTA RISOLUZIONE SCARICABILE AL LINK:
http://goo.gl/k7Wkyp



NOTA SUL CURATORE
Marco Panella, imprenditore della comunicazione, creativo, esperto di heritage communication, ha curato e prodotto le mostre:
I Carabinieri nell'identità italiana. Da Roma Capitale alla Grande Guerra (2009, Roma)
Cinema di piombo. I manifesti del  poliziesco italiano anni '70 (2010, Roma)
1960-1970. Gli anni d'oro del fumetto in giallo e nero (2011, Roma)
La dolce vita. Stars and celebrities in the italian fifties (Roma, 2010; New York 2011; MSC Divina, 2013)
Il Natale immaginario.1900-1960 Iconografia di una storia italiana (Roma, 2012)
Il Cibo immaginario.1950-1970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola (Roma 2013; Parma,2014; Budapest 2014)

Mostra "Lino Tardia | Opere 1993-2013"



LINO TARDIA | OPERE 1993-2013a cura di Francesco Ciaffi
INAUGURAZIONE SABATO 18 OTTOBRE ORE 17
ALLA PRESENZA DELL'ARTISTA

Sabato 18 ottobre alle 17, presso la galleria Edarcom Europa in via Macedonia 12/16 a Roma, verrà inaugurata la mostra "Lino Tardia | opere 1993-2013".
L'artista, siciliano di nascita ma stabile a Roma fin dagli anni '60, presenterà una raccolta di dipinti selezionati dalla produzione degli ultimi venti anni per poter fornire a visitatori e collezionisti una chiave di lettura e di comprensione della propria ricerca.
La opere scelte da Francesco Ciaffi, curatore della mostra, consentiranno di scoprire come, a partire dalla mostra "In viaggio con i Fenici" tenutasi nel 1996 alla Galleria Comunale d'Arte Moderna di Spoleto, fino a "La scatola dei miti" allestita nel 2009 presso le sale dell'Appartamento Barbo del Museo Nazionale di Palazzo Venezia di Roma, la ricerca di Tardia sia stata improntata alla realizzazione di un immaginario figurativo caratterizzato dall'astratta esaltazione del contrasto di linee, forme e colori.
La mostra sarà visitabile fino a venerdì 31 ottobre.
INFORMAZIONI
MOSTRA: Lino Tardia | Opere 1993-2013PERIODO: 18-31 ottobre 2014 ORGANIZZAZIONE: Edarcom Europa INDIRIZZO: Via Macedonia, 12/16 ORARIO: LUN – SAB 10,30/13,00 - 15,30/19,30INFO: 06.7802620 - www.edarcom.it
BIOGRAFIA

Lino Tardia nasce a Trapani nel 1938. Conseguita la maturità artistica, rifiuta l'incarico di docenza in Discipline Pittoriche al Liceo Artistico di Palermo e si trasferisce a Roma dove frequenta gli studi di Renato Guttuso e Saro Mirabella. Nel 1955 Lino Tardia inizia a esporre, ottenendo ben presto consensi in Italia e all'estero.
Gli anni Sessanta segnano il suo passaggio dal Realismo all'Informale e ancora alla Nuova figurazione, secondo la maniera di Francis Bacon che incontra durante un soggiorno a Londra. Partecipa a mostre collettive insieme a Guttuso, De Chirico, Sironi, Treccani e altri autori noti nel panorama artistico internazionale. Espone le sue opere in mostre personali a Londra, New York, Chicago, Parigi, Huston, Ottawa e Tripoli. Ha preso parte a numerosi premi nazionali e internazionali. Nel 2009 si è tenuta una grande personale nelle sale dell'Appartamento Barbo di Palazzo Venezia a Roma.
Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi gli conferisce la Medaglia d'Oro per i Benemeriti della Cultura.


Edarcom Europa
Galleri d'Arte Contemporanea
Via Macedonia, 12/16
00179 Roma
t. 06 7802620
www.edarcom.it

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