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lunedì 6 ottobre 2014

Un secolo d'arte a Imola, il Novecento romagnolo nella grande mostra: "arte dal Vero", dal 7 novembre 2014 all’8 marzo 2015.



     
A IMOLA LA GRANDE MOSTRA



"ARTE DAL VERO.

ASPETTI DELLA FIGURAZIONE IN ROMAGNA DAL 1900 A OGGI"



80 artisti, 180 opere, tra pittura, scultura, grafica e ceramica: da Domenico Baccarini a Mattia Moreni, da Angelo Biancini ad Alberto Sughi, fino ai contemporanei come Bertozzi & Casoni



Dal 7 novembre 2014 all'8 marzo 2015



Inaugurazione:



venerdì 7 novembre 2014

ore 17.00 al Centro Polivalente Gianni Isola

ore 18.30 al Museo San Domenico Imola



Sedi:

Fondazione Cassa di Risparmio di Imola-Centro Polivalente Gianni Isola

Museo San Domenico





La Fondazione Cassa di Risparmio di Imola con la mostra "arte dal VERO. Aspetti della figurazione in Romagna dal 1900 a oggi" realizza un grande allestimento sulle arti figurative in Romagna dal primo Novecento, in collaborazione con il Comune di Imola (www.mostrefondazioneimola.it).



90 artisti e 160 opere, tra pittura, scultura, grafica e ceramica mettono in rilievo figure e momenti di un lungo percorso che ha caratterizzato una Romagna artistica segnata da una singolare adesione al filone figurativo e verista. La cura della mostra è stata affidata a Franco Bertoni sotto la direzione di Andrea Emiliani.



Le opere, esposte in mostra, non secondo un criterio cronologico, ma proponendo invece occasioni di rapporto e di confronto tra modernità e contemporaneità, enucleano una sorta di racconto sulla condizione umana: tra documentarismo e finzione, tra vita quotidiana e teatralità, tra ordinario e meraviglioso, tra apparenze e segreti nascosti sotto la superficie.



Pur messa di fronte alle sollecitazioni delle avanguardie e delle neo-avanguardie, la Romagna artistica ha sotterraneamente coltivato una propria specificità che la contraddistingue, per qualità e quantità degli esempi, da altre aree geografiche e culturali italiane.



Oltre a presentare una selezione di quanto espresso in Romagna per oltre un secolo dalle arti figurative, la mostra intende anche proporsi come un contributo - volutamente circoscritto e limitato - a una più generale inversione di tendenza in atto rispetto alle traiettorie generate dal vizio di base del Moderno: l'allontanarsi da un umanesimo impegnato sul concreto presente e il suo conseguente, algido, rifugiarsi nelle sfere dell'astrazione, in linguaggi formali autoreferenziali, criptici e quasi iniziatici, in enfatici manifesti e in ideologizzati programmi, in goliardiche provocazioni e, in sostanza, in una intolleranza per le esigenze umane. Binario morto per certa critica e per le sue schematizzazioni, l'arte figurativa, con la rivalutazione internazionale di tanti suoi esponenti europei ed extra-europei del Novecento, impone, ora, un'opera di riconsiderazione e di revisione storiografica.



In Romagna, forse, non sono da considerarsi episodiche le presenze concomitanti o susseguentesi di Domenico Baccarini, Gino Barbieri, Antonello Moroni, Giovanni Guerrini, Angelo Biancini, Giannetto Malmerendi, Umberto Folli, Alberto Sughi, Giovanni Cappelli, Maceo Casadei, Angelo Fabbri, Silvano D'Ambrosio, Nedo Merendi, Lucia Baldini o Angela Maltoni, solo per citarne alcuni. 


Sfuggendo alla "accademia del moderno" e alla "tradizione del nuovo per il nuovo" che hanno portato al paradosso di una "avanguardia di massa", le arti figurative in Romagna hanno inoltre confermato con forza una concezione dell'arte come un indissolubile (anche se misterioso) nesso tra poesia, visionarietà e alto sentire con precise tecniche e calcolati mezzi espressivi, secondo una definizione, in fondo, non ancora esautorata. Corollario, non trascurabile, di questo atteggiamento per troppo tempo definito come inattuale è stato il mantenimento di un rapporto con la grande tradizione dell'arte, con le sue ricerche estetiche e con il "fatto ad arte".


Sono mille i volti e le storie di quella preda sfuggente che è il reale e gli artisti moderni e contemporanei presentati in mostra, al di là delle diverse connotazioni stilistiche e dei vari periodi storici, sono stati accomunati proprio in base a una dimostrata apertura a vedere quello che non si sospetta di vedere, a scorgere il meraviglioso e il terribile nell'ordinario e nel famigliare, a cogliere l'inaspettato nella quotidianità, a sapere sigillare, con i mezzi e le tecniche più idonee, l'istante perfetto: un momento da afferrare e preservare.



All'inizio del secolo scorso Faenza, tra le città romagnole, può vantare un certo primato di cui sono testimonianza le presenze di Domenico Baccarini, Giuseppe Ugonia, Domenico Rambelli, Ercole Drei, Giovanni Guerrini e Francesco Nonni: tutti artisti destinati a carriere di livello almeno nazionale nei campi della pittura, della scultura e della grafica.


Sulla loro scia si formeranno Giovanni Romagnoli e Franco Gentilini ma è con Giannetto Malmerendi e Roberto Sella che l'indagine del vero soprassiede a particolari cifre stilistiche per aprire un capitolo non ancora totalmente apprezzato. 

Uno scultore come Angelo Biancini dimostra, proprio negli anni del regime fascista, una particolare sensibilità nei confronti del reale che si costituisce (tra Faenza e Laveno) come una delle punte della scultura di quegli anni.


A Forlì si può parlare di una locale scuola che, dopo Antonello Moroni, vanta i nomi di Pietro Angelini, Giovanni Marchini e Carlo Stanghellini prima di giungere alla generosità creativa di Maceo Casadei e di suoi emuli come Gino Mandolesi e Gianna Nardi Spada.

A Cesena la figura di riferimento, fin quasi alla seconda guerra mondiale, rimane Gino Barbieri, mentre a Cotignola è attivo in maniera poliforme il politecnico Luigi Varoli, dalla cui scuola sono usciti tanti artisti destinati a godere di maggiori attenzioni del comune maestro stesso (Umberto Folli, Ettore Panighi, Gaetano Giangrandi, Giulio Ruffini, Francesco Verlicchi). A Imola, Tommaso Della Volpe per molto tempo è stato ingiustamente relegato a rappresentare la declinazione locale di trascorsi movimenti.


Vari e complessi sono stati i motivi per cui le avanguardie storiche e le tendenze più effrattive, pur manifestandosi anche in Romagna, non hanno qui trovato sedimentazione e rimane il fatto che la tensione figurativa rimane sempre ad alto livello.

E lo stesso si può dire per le vicende artistiche romagnole del secondo dopoguerra dove campeggiano, almeno, Alberto Sughi, Giovanni Cappelli, Umberto Folli e Mattia Moreni.


Questa persistenza ha conquistato, poi, maggiore rilevanza e notorietà a seguito dei fenomeni nazionali e internazionali che, a partire dai primi anni ottanta, hanno riconsegnato all'arte i tradizionali mezzi espressivi. Si apre così il capitolo, non certo avaro, degli artisti romagnoli contemporanei dediti alla figurazione.


A Imola Bertozzi e Casoni; a Bagnacavallo Nicola Samorì; a Lugo Piero Dosi; a Castel Bolognese Alberto Mingotti; a Meldola Luca Freschi; a Ravenna Davide Reviati; a Gambettola Erich Turroni; a Cesena Federico Guerri; a Zattaglia Dioscoride Dal Monte, a Bagnacavallo Massimiliano Fabbri, a Traversara Lucia Baldini; a Faenza Nedo Merendi, Aldo Rontini, Pietro Lenzini, Claudio Montini, Danilo Melandri, Cesare Reggiani, Innokentij Fateev; a Forlì Miria Malandri, Alfonso e Nicola Vaccari, Silvano D'Ambrosio, Marco Neri, Angelo Fabbri, Ivo Gensini, Stefano Gattelli, Angela Maltoni, Enrico Lombardi, Matteo Lucca, Matteo Sbaragli, Cristiano Tassinari, e tanti altri, sono gli attuali protagonisti di una vicenda lunga un secolo e foriera di ulteriori sviluppi.









arte dal VERO
Aspetti della figurazione in Romagna dal 1900 a oggi
dal 7 novembre 2014 all'8 marzo 2015

Centro Polivalente Gianni Isola, Piazza Matteotti 4, Imola
Museo San Domenico, via G. Sacchi 4, Imola

Orario
martedì e giovedì: 10-12 e 16-19
mercoledì e venerdì: 16-19
sabato e domenica: 10-12 e 16-19

Ingresso libero



Mostra realizzata in collaborazione con:

Pinacoteca Comunale di Faenza

Pinacoteca Comunale di Forlì

Pinacoteca Comunale di Cesena

Provincia di Forlì

Ravenna Museo d'Arte della Città

Camera di Commercio di Ravenna

Museo Civico "Giuseppe Ugonia" Brisighella (RA)

Museo Civico "Luigi Varoli" di Cotignola (RA)

Biblioteca Comunale Manfrediana Faenza

Galleria d'Arte Contemporanea "Vero Stoppioni" Santa Sofia (FC)

Archivio Guerrini



Con il Patrocinio di:

Provincia di Bologna

Istituto dei Beni Culturali di Bologna

Regione Emilia Romagna

Soprintendenza dei Beni Artistici di Bologna



Informazioni e materiali stampa:




Fondazione Cassa di Risparmio di Imola,

Palazzo Sersanti, Piazza Matteotti 8

40026 Imola  Bo

Tel 0542.26606





Musei civici di Imola

via Sacchi 4

40026 Imola  Bo

tel. 0542-602609


Arriva a Budapest IL CIBO IMMAGINARIO: la mostra sulla pubblicità dell'Italia a tavola negli anni del Boom (7-28 ottobre, IIC)





A BUDAPEST LA GRANDE MOSTRA
CHE RACCONTA LA MODERNITÀ ITALIANA ATTRAVERSO LE PUBBLICITÀ  DEL CIBO


Il Cibo Immaginario. 1950- 1970 Pubblicità e immagini dell'Italia a tavola, la mostra ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix, dopo i successi dell'esordio al Palazzo delle Esposizioni di Roma e della tappa al Palazzo del Governatore di Parma, arriva a Budapest dove, dal 7 al 28 ottobre, è ospitata all'Istituto Italiano di Cultura.

"L'Istituto Italiano di Cultura di Budapest, in vista  dell'Expo 2015, organizza un ciclo di eventi per riflettere sul cibo, i suoi significati e le  sue interpretazioni.  La mostra ideata da Marco Panella,  raccontandoci l'Italia e venti anni di vita italiana  attraverso la pubblicità del cibo e dei riti del mangiare,  si inserisce perfettamente in questo contesto. Il linguaggio immediato ed estetico delle inserzioni pubblicitarie sintetizza l'informazione e conserva  intatta  l'immediatezza del messaggio, riuscendo ad  essere estremamente parlante e comunicativo anche per un pubblico straniero." dichiara la direttrice dell'Istituto Gina Giannotti.

"Presentare la mostra a Budapest, ospiti nella prestigiosa sede dell'Istituto Italiano di Cultura" dichiara il curatore Marco Panella "è un'opportunità straordinaria che favorisce la conoscenza, tra i tanti amanti dello stile, della cultura e del gusto italiani, di un riflesso particolare della storia del nostro Paese e, al tempo stesso, è la conferma della formula vincente della mostra che, questa storia, la racconta per immagini ed in maniera non convenzionale"

Il Cibo Immaginario racconta venti anni di vita e costume italiani, dalla Ricostruzione sino alle soglie all'Austerity, attraverso icone e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare ed a Budapest espone una selezione di 300 immagini pubblicitarie attraverso le quali, anche un pubblico straniero, potrà cogliere l'evoluzione dei paradigmi di comunicazione e, soprattutto, la portata evocativa ed emozionale di una storia visiva suggestiva.

"Il punto di osservazione scelto per il racconto de Il Cibo Immaginario", dichiara Marco Panella "è quello della memoria e del linguaggio estetico delle pubblicità che hanno sorriso agli italiani dalle pagine dei rotocalchi dell'epoca, testate con milioni di copie vendute a settimana; pubblicità che  precorrevano i tempi, ne esaltavano le tendenze, alimentavano un sistema di ambizione e di rincorsa sociale e ch, ancora oggi  a distanza di decenni,  restituiscono intatta l'immagine di una Nazione che aveva fiducia in se stessa e che, pur con tutti i suoi tratti d'ingenuità, era in cammino verso la modernità".

Dodici grandi temi segnano l'impianto culturale della mostra: dalle nuove forme del paesaggio domestico all'Italia dei baby boomer, dall'Italia che scopre il valore del tempo e del tempo libero all'Italia degli intenditori che affina gusti e scelte, dall'Italia che sogna con i concorsi a premio all'Italia che rincorre il risparmio delle offerte speciali, dall'Italia della seduzione all'Italia delle famiglie e, in ultimo, a corollario del linguaggio pubblicitario, l'Italia dal vivo ritratta in 30 fotografie che restituiscono volti e figure dell'Italia alla quale le pubblicità parlavano e che, anche attraverso quelle pubblicità, sognava il suo futuro.

"Dal punto di vista pubblicitario, venti anni rappresentano una produzione iconografica vastissima e l'evoluzione di stili completamente diversi.  Dovendo scegliere tra immagini di grande forza e suggestione, la selezione è stata faticosa, orientata a volte dalla logica ed altre dalla passione" continua Marco Panella "gratificata, però, dall'incontro con la creatività degli illustratori, dei grafici, dei pubblicitari che hanno saputo inventare linguaggi e suscitare emozioni.  Grandi firme alcuni, meno noti altri, sconosciuti altri ancora, tutti, però, artisti dell'immaginario ai quali va indistintamente il tributo di questo lavoro, che ha la pretesa di raccontare un po' d'Italia e l'ambizione di far sorridere".




Info: artix@artixcom.it

www.ciboimmaginario.it

 

venerdì 3 ottobre 2014

Alan Stefanato | Fuochi fatui


Sabato 11 ottobre alle ore 19.00, la galleria GiaMaArt studio presenta la mostra "fuochi fatui", personale dell' artista Alan Stefanato. Il progetto, a cura di Massimo Premuda, presentera una serie di lavori pittorici tra i piu recenti del giovanissimo artista triestino, tra i vincitori della terza edizione del Premio ORA. Evento organizzato in occasione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.


Proprio come dei fuochi fatui contemporanei, nei quadri di Alan Stefanato si manifestano piccole fiammelle di mille declinazioni del Blu di Prussia, ma anche nubi e nebbie di tutte le infinite possibilita del bianco Lacca di Monaco emergenti da scenari bruni Terra di Kassel, celando e svelando presenze, esseri e figure ambigue. Un immaginario nutrito dagli spiriti orientali di una subcultura pop intrisa di manga e da significative suggestioni del paesaggio veneto. Sulla tela apparizioni e scomparse, partenze e ritorni, visioni acquose che seducono lo spettatore in un gioco evocativo e che, originate dalla decomposizione della figura umana e del paesaggio, bruciano e brillano nelle loro ultime fiamme di luce e vita.


Alan Stefanato, nato a Trieste nel 1992. Vive e lavora a Muggia (Trieste) Italia.

La mostra sara' visitabile fino al 31 dicembre 2014, dal Martedì al Sabato dalle ore 16.00 alle 20.00 e per appuntamento. Gli orari possono variare, si consiglia di verificare sempre via telefono.

Saturday, October 11th at 7 p.m., the GiaMaArt studio gallery presents Alan Stefanato's "fuochi fatui


Via Iadonisi, 32 • 82038 Vitulano (BN) • ITALY

info: www.giamaartstudio.it • info@giamaartstudio.it • +39 0824.878665 • +39 338.9565828

giovedì 2 ottobre 2014

StreetScape3: mostra di Urban Art diffusa a Como - dal 7 ottobre al 9 novembre



StreetScape3 ComON:

Terza edizione del progetto pubblico di Street Art e Urban Art

nelle piazze e cortili della città di Como

 

Artisti e Street Artists invadono la città di Como con sculture e

installazioni urbane in dialogo con gli spazi pubblici della città

 

7 Ottobre – 9 Novembre 2014

 

Conferenza e presentazione evento:

Ex Casa del Fascio, Como

Martedì 7 Ottobre ore 18.30

 

La terza edizione di StreetScape, prevista dal 7 Ottobre al 9 Novembre 2014 nell'ambito delle iniziative di comON Art, si sviluppa come una mostra pubblica di Urban Art diffusa nelle piazze e nei cortili della città di Como, a cura di Chiara Canali e Ivan Quaroni, organizzata in collaborazione con l'Associazione Culturale Art Company e con il patrocinio e la collaborazione dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Como.

 

Un progetto itinerante che intende riflettere su nuove modalità di interazione tra l'arte contemporanea e il tessuto urbano delle nostre città, che viene rinnovato attraverso l'installazione di opere e sculture di piccole e grandi dimensioni in rapporto con l'estetica dei luoghi.

 

Streetscape3 ComON:

"StreetScape" va inteso come una vera e propria riconfigurazione del paesaggio urbano per rivitalizzare il patrimonio storico-artistico, architettonico e museale della città con l'installazione site-specific di opere che nascono in dialogo con gli spazi pubblici della città di Como e sono appositamente pensate per essere installate in luoghi all'aperto.

Ogni anno vengono invitati nove artisti contemporanei, affermati ed emergenti sul panorama italiano e internazionale, a realizzare progetti artistici espressamente creati per interagire con le piazze e i cortili di palazzi storici, musei, accademie e spazi culturali nel centro storico di Como.

Un percorso espositivo, pensato in occasione della Settimana della Creatività, con installazioni di Urban art, statue e sculture, pitture su ponteggi, performance, opere realizzate con diversi materiali, da quelli più tradizionali come marmo e ferro, a quelli industriali o considerati di scarto, come barili di petrolio, ragnatori o puntine, dimostrando come l'arte possa essere "sostenibile", sensibile e rispettosa nei confronti dell'ambiente e del nostro paesaggio urbano.

StreetScape3 ComON partecipa alle iniziative della Decima Edizione della Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI in programma il 10 Ottobre 2014, evento finalizzato a promuovere la diffusione dell'arte contemporanea.

 

StreetScape comON fa parte della Settimana della Creatività, momento culminante di comON, un progetto unico ed esclusivo nato con il supporto di Unindustria Como per contribuire alla diffusione di "idee creative", non solo avvicinando i migliori talenti alle aziende del distretto industriale di Como, ma anche promuovendo l'interazione fra realtà imprenditoriali differenti, Università, Scuole di formazione, giovani studenti, professionisti, testimonials e autorità in un laboratorio di formazione e contaminazione permanente.

 

mercoledì 1 ottobre 2014

FESTA DEI NONNI: IL BUSINESS DELLA TRADIZIONE al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi

Domani, giovedì 2 Ottobre alle ore 10,00
al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi in Via XXIV Maggio 43, Roma

FESTA DEI NONNI:
 IL BUSINESS DELLA TRADIZIONE
Con la prima esposizione delle iniziative che trasformano
i ricordi del passato in idee imprenditoriali

I nonni non solo salvano i bilanci di  molte famiglie con le loro pensioni o aiutano ad accudire i nipoti al di fuori degli asili e della scuola, ma con i ricordi sono spesso una fonte di ispirazione di nuove attività imprenditoriali. La crisi infatti spinge gli italiani verso uno stile di vita piu’ sobrio per rifugiarsi nelle esperienze collaudate di genitori e nonni e così la tradizione diventa business con il moltiplicarsi di iniziative che trasformano le esperienze del passato in idee imprenditoriali che creano lavoro e contribuiscono alla ripresa economica. A fotografare per la prima volta la dimensione del fenomeno in occasione della Festa dei Nonni sono le donne della Coldiretti in occasione del 60esimo anno dalla nascita di “donne impresa” domani 2 ottobre 2014 dalle ore 10.00 al Centro Congressi Palazzo Rospigliosi in via XXIV Maggio 43 a Roma con la presenza del Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina, il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo,.la responsabile nazionale di Donne Impresa Lorella Ansaloni e testimonial di eccezione comei Giovanna Trillini, campionessa olimpica di scherma

Gli antichi segreti del passato custoditi nelle campagne sono stati raccolti dalle nuove generazioni di imprenditrici per renderli disponibili a tutti. Dal ritorno dei tessuti naturali dal baco all’atelier, gli accessori country alla moda, dagli agridetersivi ai cosmetici naturali, dai giocattoli contadini fatti a mano senza sostanze chimiche agli abiti anallergici con tinture vegetali ma anche la riscoperta delle proprietà terapeutiche dei prodotti della natura, le conserve della nonna o il recupero di bevande antiche sono solo alcune delle storie di impresa che saranno raccontate con dimostrazioni pratiche nella prima show room “Il business della tradizione”.

La capacità di legare innovazione alla tradizione è uno dei fattori di successo dell’agricoltura italiana che è tra i settori che possono contare sulla maggiore presenza femminile come dimostra lo studio che sarà presentato nell’occasione.

Il 4 e il 5 ottobre a Pescara mostra ad ingresso gratuito "L'arte della pesca. La pesca nell'arte"


"L'arte della pesca… La pesca nell'arte".
A Pescara una mostra d'arte e laboratori su esche artificiali.


Il 4 e il 5 ottobre oltre 20 pittori e gli istruttori della Scuola Italiana di Pesca a mosca
saranno al Circolo Aternino.



Verrà inaugurata con una estemporanea di pittura la versione autunnale della mostra "L'arte della pesca… La pesca nell'arte", sabato 4 ottobre a Pescara, in corso Manthoné. L'appuntamento è alle 17,00 al Circolo Aternino con alcuni artisti abruzzesi.

La mostra "L'arte della pesca… La pesca nell'arte" è curata da Lino Alviani e ha ottenuto anche quest'anno il Patrocinio della Presidenza del Consiglio Regionale Abruzzo, nonché la collaborazione del Comune di Pescara. La mostra sarà visitabile ad ingresso gratuito sabato e domenica 4 e 5 ottobre dalle 17 alle 23. Durante la due giorni, sarà possibile anche assistere alla costruzione di esche artificiali da parte degli istruttori Sim.

Tra gli artisti partecipanti, anche quelli che hanno contribuito alla versione estiva della mostra che ogni giugno a Castel di Sangro fa da colorata cornice al Sim Fly Festival, la settimana di attività sportive dedicata dalla Scuola Italiana di Pesca a mosca agli appassionati del genere.

Esporranno Augusto Ambrosone, Concetta Iaccarino, Leonardo Paglialonga, Loriana Valentini, Luciano Astolfi, Lucia Ruggieri, Lucio Monaco, Mario Buongrazio, Massimo Di Febo, Patriza D'Andrea, Patrizia Franchi, Raimondo Barbieri, Bruno Paglialonga, Valeria De Cecco, Gerry Turano, Manuelita Iannetti, Angela Di Teodoro e Gianfranco Zazzeroni, Violetta Mastrodonato, Marcello Specchio, Roberto Di Giampaolo, Tiziana Di Bartolomeo e Gino Berardi. Come avviene anche durante il Sim Fly Festival, gli artisti realizzeranno un'opera su una sagoma di legno raffigurante una trota e un insetto acquatico, l'effimera.

«Questa manifestazione rappresenta l'unico esempio di interpretazione artistica della pesca a mosca – spiega Osvaldo Galizia, presidente della Sim (Scuola italiana di pesca a mosca) – e delle sue finalità di conoscenza e di tutela dell'ambiente acquatico. La pesca a mosca, infatti, è notoriamente uno sport ambientalista, in quanto i pesci vengono catturati ma non feriti, né tantomeno uccisi, anzi vengono rimessi in acqua».

La sede nazionale della Sim è a Castel di Sangro, presso l'ex convento della Maddalena, dove è ospitato anche il primo e unico museo in Italia dedicato alla pesca a mosca: è lo "Stanislao Kuckiewicz", diretto da Giorgio Cavatorti e di recente gemellato anche con il Catskill Fly Fishing Center and Museum (CFFCM) di Livingston Manor, NY. La Sim è arrivata anche in Svizzera e in Australia con la nascita di nuove sedi e sta facendo da catalizzatrice per un'importante sensibilizzazione nel territorio: ad esempio ha inserito il Sangro nel progetto "Le vie della pesca a mosca", che mira a creare nuovi indotti turistici ed economici, tanto che lo scorso 30 giugno l'amministrazione comunale ha approvato con delibera la denominazione di Castel di Sangro "Città della pesca a mosca".

lunedì 29 settembre 2014

Divoramenti. Personale di Chiara Gatto - Bari


Inaugurazione: mercoledì 8 ottobre 2014, ore 19.30
Galleria Formaquattro, Via Argiro 73, Bari

Testi critici: Carmelo Cipriani

Catalogo: in galleria (Edizioni della Galleria Formaquattro)



La mostra sarà visitabile dal lunedì al sabato (fino al 9 novembre), dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. Domenica su appuntamento telefonando al 346.62.60.299.


Dopo il successo della tappa leccese, presso la Galleria Scaramuzza Arte Contemporanea, la prima personale della giovane e talentuosa artista Chiara Gatto si sposta a Bari, negli spazi della Galleria Formaquattro. La mostra costituisce la seconda tappa del progetto espositivo itinerante "Divoramenti", la cui conclusione è prevista a Matera (dal 21 novembre all'8 dicembre), presso Momart Gallery, nuova realtà espositiva sorta nel cuore del Sasso Barisano. La rassegna, inoltre, costituisce l'esordio di un progetto più ampio, denominato "Accademia Italia", con cui la Galleria Formaquattro s'impegna a valorizzare la ricerca di giovani talenti formatisi nelle Accademie di Belle Arti italiane.


Ecco come Carmelo Cipriani, curatore della mostra, descrive la ricerca dell'artista:

"Chiara Gatto accosta, senza remore né timori, realtà terrigna e derive psichiche. La sua ricerca sembra privilegiare la dimensione dell'inconscio e della superstizione, inscenando voli pindarici tra la superficie della forma e la profondità del contenuto. La sospensione del senso è per l'artista il fondamento poetico di una ricerca espressiva giocata sull'instabilità, intesa come condizione privilegiata per l'esplorazione del confine tra visibile e invisibile. Scenari tetri e figure fantasmatiche si corrispondono in una bipolarità oscura: non si comprende se siano gli ambienti il riflesso di una tristezza interiore dei protagonisti o, al contrario, siano questi ultimi a soffrire del male che affligge i luoghi che li ospitano. Le sue stanze costituiscono la giusta metafora di una società compromessa, estraniante e luttuosa. Mentre nelle pareti sembrano riverberarsi i dubbi e i drammi degli anonimi protagonisti, miseri supereroi, animali di carta e pesanti origami divengono i dominanti archetipi di un'esistenza folle.
Così come la tranquillità dello scenario domestico si piega di fronte ad un persistente senso d'inquietudine, la perfezione prospettica cede il passo a puerili assonometrie, non di rado sacrificate a saturazioni monotonali. La materia cromatica, ridotta a poche tinte, si stratifica e si compone per tasselli, dando forma ad una poetica ricerca dei luoghi fisici e memoriali, in avvicendamenti e sovrapposizioni emotive che si sono stratificate in corso d'opera. Atmosfere cupe ma vibranti di pathos, sono abitate da figure vampiresche o allucinate, ora spaventose ora estranianti; figure disarticolate entro spazi instabili, saturi nelle cromie e connotati da un vuoto esistenziale prima che materiale.
Il valore della pittura di Chiara risiede nella capacità d'indagare la soglia tra produzione "normale" e "psicotica". La sua è un'umanità sconcertante, grottesca, carica di valenze emotive, che sembra interrogarci sulla possibilità di collegare tipologia fisica e stato di alterazione interiore. Mediante una sintassi iconica di disarmante semplicità l'artista ci coinvolge in teatrini folli, soggiogandoci. Il pensiero, apparentemente libero di spaziare, ne resta in realtà imprigionato. Ed è in quel momento che si perde la levità della visione e alla pura contemplazione segue l'amara riflessione".

Chiara Gatto nasce a Bari nel 1990. Conseguita la laurea presso l'Accademia di Belle Arti di Bari, si dedica con ingegno alla pittura giungendo alla formulazione di un repertorio figurativo d'indiscussa originalità, in cui si compendiano vigore espressionista e pratiche surrealiste. Da circa tre anni è impegnata in un'alacre attività espositiva. Nel 2012 inaugura la sezione "Previsioni" del Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA), allestendo la doppia personale con Gianmaria Giannetti La Donna Elefante cerca sempre la verità elefante, a cura di Antonella Marino. Nel 2013 firma il quinto progetto "Wall in progress", curato da Marilena di Tursi, presso la Galleria Bluorg di Bari. Nello stesso anno partecipa a numerose collettive: Ibridazione, al Beluga Art Project Space di Rutigliano (BA); Spiaggia Libera Anno Zero, a cura di Antonella Marino, allestita al Coco Beach Club di Cozze-Polignano nell'ambito del "Beluga Art Project"; I low art, presso la galleria Artcore di Bari; Santi Medici tra arte e medicina, a cura di Vito Caiati, a Bitonto, negli spazi del Torrione Angioino. Nel 2013 ha seguito il workshop internazionale di arte e design Vajkard in Slovenia. Nello stesso anno è tra gli artisti menzionati della X edizione del Premio Nazionale delle Arti. Nel 2014 ha partecipato con la galleria Formaquattro di Bari ad "Affordable Art Fair" di Milano.



Galleria Formaquattro
Via Argiro 73 – 70124 Bari
Tel. 080 5612271 Fax 080 2145926

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