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Redazione del CorrieredelWeb.it
Fedeltà / tradimento
Racconti d'infedeltà e dedizione. Opere dal XVI al XXI secolo.
dal 9 febbraio al 29 marzo 2014
INAUGURAZIONE sabato 8 febbraio 2014, ore 17.00
Galleria Maurizio Nobile
Bologna, Via Santo Stefano 19/A
Per il terzo anno consecutivo e in occasione dell'arrivo a Bologna della "Ragazza con l'orecchino di perla" di Vermeer, la galleria Maurizio Nobile propone una mostra tematica per presentare al pubblico di collezionisti, amatori e professionisti le nuove acquisizioni del 2013-2014: dipinti, sculture e disegni dal XVI al XIX secolo.
Dopo il successo nel 2010 della mostra Fior di barba dedicata alla storia nell'arte del virile ornamento e dopo aver cavalcato l'onda della diffusa credenza di un'imminente fine del mondo nel 2012 con il catalogo Fine o Rinascita, Maurizio Nobile vuole interrogarsi sul ritorno ai giorni nostri del valore della fedeltà contrapposta al tradimento.
La lettura iconografica delle opere è il filo conduttore di un discorso che spaziando tra la mitologia e le Sacre Scritture racconta vizi e passioni, talmente connaturati nell'animo umano da rendere ancora universali ed attuali i significati delle opere.
L'ineluttabile forza dell'Amore, che cieco per natura comanda le azioni umane, ci spinge inesorabilmente verso il piacere, impersonato dalla Venere di Gian Giacomo Sementi che nell'abbandono del sonno mostra tutta la sua sensuale carnalità.
La visione lasciva solletica i desideri e il piacere della conquista insidiando la fedeltà coniugale che molto spesso dietro le spinte della passione soccombe: come narra l'imponente ed inedito dipinto di Battistello Caracciolo dove le mire concupiscenti della moglie di Putifarre vogliono corrompere l'innocente Giuseppe.
Per assurdo dall'antichità in avanti il simbolo di questa umana fragilità e istintualità animale sono incarnate proprio da un dio, Giove, le cui numerose "scappatelle", in tutte le epoche hanno solleticato la fantasia degli artisti. In questo felice filone si inscrivo tra gli altri la grande tela con il Ratto di Europa di Francesco Monti con la collaborazione di Nunzio Ferrajoli, e alcuni straordinari fogli di Gaetano Gandolfi ispirati a questi amori infedeli narrati nelle Metamorfosi di Ovidio.
Il tradimento dunque alla base della metamorfosi, cioè del cambiamento. Tutto per poter evolvere sembra dover "tradire" ciò che era prima o meglio tradire ed emanciparsi da un'immagine di sé che non gli corrisponde più. Si cambia, si tradisce in nome di una fedeltà più alta, alla ricerca di una maggior aderenza alla nostra più intima identità, o ancora peggio si resta fedeli a qualcuno o qualcosa abdicando a sè stessi come l'antieroina Salomè che accetta di far uccidere il Battista per compiacere la madre malvagia, o la fedele Lucrezia che lava con il sangue l'offesa ricevuta. Il tradimento è centrale anche nel Cristianesimo e quindi nella cultura Occidentale in generale. Non sono stati forse Adamo ed Eva a infrangere e tradire le leggi divine mangiando la mela tuttavia dando vita al nostro cammino sulla terra? I testi sacri non sono altro che una "geografia di tradimenti", basti pensare a Betsabea, Dalila, Giacobbe e Agar per arrivare infine alla figura di Giuda.
Il tradimento perpetrato ai danni del Cristo e il suo sacrificio - raffigurato in questa piccola Flagellazione di Scarsellino - è stato voluto e cercato per la realizzazione della salvezza dell'Umanità.
La fedeltà e il tradimento sono dunque due aspetti antitetici ma fondamentali e funzionali alle dinamiche della storia umana, la virtù ed il peccato, la luce e l'ombra che l'Umanità deve integrare dentro di sé e di cui l'arte da sempre ci parla.
CURATORI DELLA MOSTRA : Laura Marchesini, Maurizio Nobile
INFORMAZIONI PRATICHE
Galleria Maurizio Nobile
Via Santo Stefano, 19/a - 40125 Bologna
Tel - 051.238363
@: bologna@maurizionobile.com web: www.maurizionobile.com
INAUGURAZIONE sabato 8 febbraio 2014, ore 17.00
ORARI:
dal 8 febbraio al 2 marzo compresi apertura dal martedì a sabato dalle 11 :00 alle 19 :00; domenica apertura dalle 11.00-17.00.
dal 4 marzo al 29 marzo compresi apertura dal martedì a sabato dalle 11 :00 alle 19 :00; chiusi la domenica
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"I figli della pietà", Palazzo dei Leoni racconta la storia del Brefotrofio provinciale
«La storia del Brefotrofio è una storia palpitante di emozioni». Così, il commissario straordinario della Provincia regionale di Messina, il dottor Filippo Romano, sulla mostra intitolata "I figli della pietà, in programma nel capoluogo peloritano, al Monte di Pietà, dalle 17,30 di domani (venerdì 20 dicembre) al prossimo 12 gennaio, tutti i giorni dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, con ingresso gratuito. In esposizione documenti, foto, libri e altre testimonianze di due secoli di storia, quella di una grande realtà sociale del Messinese, il Brefotrofio provinciale, la cui attività è cessata nel 1980. L'iniziativa, realizzata in collaborazione con l'Archivio di Stato di Messina, con il contributo del Messina Tourism Bureau, è patrocinata dalla Soprintendenza archivistica per la Sicilia.
Online, un blog sul tema – www.ifiglidellapieta.blogspot.it – predisposto dall'Ente di Palazzo dei Leoni, in cui è possibile leggere l'intervento preparato appositamente dal dottor Filippo Romano e rinvenire il percorso che ha condotto al recupero di questo importante pezzo delle radici di Messina.
Da rimarcare il ruolo del dirigente delle Politiche sociali della Provincia, l'architetto Gabriele Schifilliti: «Si tratta – testimonia – di una mostra fortemente voluta dal commissario. A motivarlo è stata la visita, all'indomani del suo insediamento, all'archivio del Brefotrofio, nei locali dell'ex Iai. Archivio che io stesso ho ricostruito. È tutto materiale che non era accessibile al pubblico. Grazie a tutto il personale delle Politiche sociali, è stato ordinato in maniera sistematica».
Un contributo rilevante è giunto dalla dottoressa Lucia Barbera, esterna all'amministrazione, titolare di un dottorato di ricerca sui brefotrofi in Sicilia e a Messina in particolare, che si è occupata della ricostruzione storica. Così come dal professore Giuseppe Corica, uno studioso che ha fornito foto di epoca fascista di proprietà del padre, ex dirigente dell'Iai.
In mostra saranno messi foto, oggi tutte digitalizzate dall'architetto Schifilliti, e documenti del XIX e XX secolo, insieme ai segni di riconoscimento – immaginette tagliate a metà, medagliette, ciocche di capelli – che, come spiega Romano, «le mamme, costrette ad abbandonare i propri figli, lasciavano agli atti dell'Istituzione nella speranza che potessero un domani favorire un improbabile ricongiungimento». Oltre alle foto del Ventennio, saranno fruibili al pubblico scatti degli anni '50 e '60 e immagini dei presidenti della Provincia dei tempi andati: Ardizzone, Astone, Campione. Reperti, questi ultimi, custoditi fino a oggi nella Biblioteca provinciale. In esposizione ancora alcuni registri del Brefotrofio provinciale appositamente selezionati dalla dottoressa Barbera e dalla dottoressa Loretta Citraro, dipendente della Provincia regionale. I più antichi risalgono al 1850.
"I figli della pietà" si preannuncia come un evento unico, capace di generare commozione per le centinaia di vite che sarà capace di raccontare, aprendo alla città un patrimonio finora poco conosciuto a causa della natura sensibile dei dati in esso contenuti. Non a caso, nelle foto relativamente più recenti i volti dei protagonisti saranno leggermente nascosti.
La mostra permetterà di ammirare alcuni dei volumi medico-scientifici del Brefotrofio dell'ex Iai, che ospitava pure un laboratorio di analisi, al momento custoditi nel Palacultura di Barcellona, e diversi reperti dell'Archivio di Stato. In vetrina, infine, alcuni scatti della cappella in cui gli orfanelli venivano battezzati, cresimati, per anni lasciata abbandonata o impiegata come deposito. Fatta ripristinare da Schifilliti, sempre grazie al lavoro degli impiegati degli uffici di via San Paolo, è oggi utilizzata per celebrare la messa per i dipendenti della Provincia.
Durante il periodo dell'esposizione, ci sarà spazio anche per un angolo enogastronomico finalizzato alla promozione dell'Enoteca provinciale di San Placido Calonerò.
Messina, 19 dicembre 2013
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