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mercoledì 11 dicembre 2013

Mostra "Alfredino" di Alfredo Aceto: ore 18.30 presso Luce Gallery Torino.




LUCE GALLERY

"Alfredino"

Alfredo Aceto
 
 
Opening: giovedì 12 dicembre ore 18.30
 
In mostra dal 12 dicembre 2013 al 25 gennaio 2014
 
 
Sviluppando la propria opera in un percorso creativo che si articola attraverso le molteplici e mai realmente risolte tappe della crescita, Alfredo Aceto, nonostante la giovane età, matura la propria indagine interrogandosi su se stesso e più in generale sull'ego che prevale, seppur a livello latente, in ciascuna persona. Prende dunque forma un lavoro che trova le proprie basi concettuali nella dimensione inconscia dell'esistenza, resa nelle opere dell'artista talvolta in chiave narrativa, con riferimento a storie di vita vissuta, talvolta seguendo un'ispirazione immaginaria e quasi onirica. Per l'artista la nozione di "identità" è un metodo per fornire un ritratto definito di qualche cosa che in realtà trova difficoltà a delinearsi in una forma precisa. Effettivamente essa può apparire come un modo per essere fintamente esaustivi in un'analisi che rimarrà pur sempre parziale e mal costituita. Quando il rapporto all'identità si introduce in un'opera d'arte, questa diventa un'ambigua superficie incastrata in un loop di rappresentazione di un ego che non si rivelerà nella sua totalità. Spesso la questione dell'identità rimane dietro l'angolo e si intrufola nell'espressione artistica in modalità varie e diversifcate. L'autoritratto entra nel lavoro di Alfredo Aceto in forme che si rivelano in maniera totalmente inaspettata, manifestandosi con una modalità che evidenzia ancor più i limiti dell'identità stessa. L'osservatore si trova di fronte ad una rappresentazione congelata ed immobile ma presto si concede una porta d'entrata in un universo che prescinde dall'artista raffgurato. Quasi come un pretesto, l'autoritratto è strumento per un'analisi in bilico tra autobiografa e astrattismo. Se si osserva una produzione artistica come una frammentata costellazione di oggetti, ci si può accorgere che alcuni di loro possono essere facilmente associati all'autoritratto mentre altri corrispondono a piccoli testimoni di un mondo intimo. 
"Molte mie rappresentazioni portano dentro di sé un ego che si relaziona con i rimasugli di figure mitologiche di ogni epoca che si scompongono lasciando solo il loro profumo nel lavoro. Si tratta di idoli provenienti dall'antichità o dal presente che vengono generati dalla mente nel periodo che precede la conoscenza della loro identità. Ed è proprio grazie a questa conoscenza o approfondimento che la misticità di queste entità si sgretola lasciando nella mia iride uno spettacolo senza paragoni. Credo che il mio lavoro sia il risultato di una narrazione costante che poggia su forme diverse tra loro e in certi casi vede introdursi creature ingombranti in tutti i sensi."
In mostra, la balena in scala naturale, costituisce l'effigie di una scultura anch'essa riferita all'ego, presentandosi in posa ieratica con uno dei due occhi che appartengono all'artista. Quasi priva di espressione, porta a toccare una sorta di spiritualità. Nella mitologia indiana la balena detiene la memoria di tutta la storia umana e ha conosciuto tutti gli esseri viventi che sono transitati sul nostro pianeta, corrispondendo così ad una lotta contro il tempo nello scopo di percepire la vera essenza dell'identità che forse Alfredo Aceto ritrova nelle proprie opere, a volte assunte a testamento artistico come in "Alfredo era un bambino, Sophie una donna affascinante, Paola fece una magia".
 
Alfredo Aceto è nato nel 1991,vive e lavora a Torino e Losanna.
Tra le mostre si ricordano "iii-ooo" (con Peter Hutchinson) Blancpain Art Contemporain - Ginevra; "Lullabies for obsessions" Galleria Changing Role - Roma; "Format à l'italienne" Espace le Carré - Lille; "Special Project", Maison Folie Moulins - Lille; "One Thousand Four Hundred and Sixty Peep-Hole" Peep-Hole - Milano; ARI MORTIS" Museo del 900 - Milano; "There is a différence between a shaky or out-of-focus photograph and a snapshot of clouds and fog banks" ECAL - Losanna; "Fforfake" Belvedere di San Leucio - Caserta; "This is Tomorrow" Galleria Anna Rumma - Napoli; "Nero su Nero" Galleria Franz Paludetto - Torino; "OPS!" Ambassade de France en Italie – Torino.
 
 
LUCE GALLERY
Corso San Maurizio 25
10124 Torino - Italy
orario: dal mercoledì al sabato 15.30 - 19.30
 
 
Alfredo Aceto, Untitled, 2013
Glazed Ceramic
(cm16X36X2)
 

Immagine




martedì 10 dicembre 2013

Amy-d Arte Spazio: mostra "Neverland"


NEVERLAND

ART Arteterapia e adolescenza per un'economia del disagio

 

opening 12 dec. ore 18.00

dal 12/12_20/12

 

Comunicato stampa

 

Progetto di tesi di Filomena Longo

A cura di Anna d'Ambrosio

 

In un inevitabile intreccio di luci ed ombre il mondo dell'adolescenza preme tuttora come una pentola contenente acqua in ebollizione.

Gli adolescenti entrano nella psiche dell'analista con un'inconfondibile carta d'identità, recando con sé, nella patologia e nella normalità, un profumo penetrante.

Egli rappresenta l'impulso più forte e irresistibile di ogni essere:

l'impulso all'autorealizzazione.


"Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri:

Perché essi hanno pensieri propri.

Potete ospitare i loro corpi ma non la loro anima:

Perché le loro anime abitano nella casa del domani,

che non potete visitare, neppure nei vostri sogni.

Potete sforzarvi di essere come loro, ma non

Cercate di renderli come voi siete.

Perché la vita non torna indietro e non si attarda con il passato.

Voi siete gli archi da cui i figli sono scoccati innanzi, come frecce viventi".

Gibran ne " Il profeta"

 

"NEVERLAND" l'isola che non c'è, lavoro di ART (Arteterapia) presentato da Filomena Longo per AMY D Arte Spazio, diventa progetto artistico di economART, incentrato sull'''economia" del disturbo nel disagio giovanile.

Configurato come un processo terapeutico nato da un laboratorio artistico in cui Emanuele, Lucrezia, Erika, Jacopo ed Elena non sono nomi di fantasia ma "propri" nel senso più profondo ed analitico del termine.

Spetta a Filomena Longo, nelle vesti di artista psicoterapica, un compito arduo: creare una decodifica artistica del disagio.

Ponendo l'artista in una posizione di pseudo-privilegio, in realtà lo si chiude in un'inaccessibile "Turris Eburnea", così facendo lo si emargina alienandolo; al prezzo di emarginare e alienare da noi quella parte di noi stessi che è la dimensione estetica e creativa nella sua valenza catartica e sublimativa.

L'arte risulta essere in questo senso uno strumento efficace per entrare in relazione con l'universo giovanile poiché possiede la capacità di sfruttare i codici comunicazionali che appartengono al linguaggio dell'adolescente: un linguaggio non verbale ma visivo, fatto di immagini e simboli.

Il giovane diviene parte attiva e scopre di poter intervenire sulle immagini per modificarle e/o usarle come strumenti per raccontare il proprio mondo interno e per esplicitare il proprio disagio (immobilità, aggressività, assenza d'identità, anoressia, omologazione, mancanza di appartenenza).

Nota interna

Neverland è per AMY D Arte Spazio un atto dovuto, nei confronti delle nuove leve artistiche.

Aver selezionato una tesi di laurea come progetto espositivo è creare una liaison tra scuola e mondo lavorativo.

La galleria, interlocutore attivo, diventa fucina per le realizzazioni artistiche del futuro.


Relatrice di tesi Prof. Tiziana Tacconi & Elena Molinari

Coord. U.O.N.P.I.A Dott. Paola Morosini

Pres. Centro Ricerche Psicosoc. Milano Dott.  Aldo Strisciullo

Critico d'Arte Prof.  Jacqueline Ceresoli

Resp. Press Dott. Vittorio Schieroni


venerdì 6 dicembre 2013

Mario Vespasiani: un artista, una musa, un nuovo progetto

Mario Vespasiani

MARA AS MUSE
Storie di viaggiatori, scenari e bagagli.

Una musa che ispira il processo artistico di uno dei più imprevedibili talenti dell'arte italiana.
Un'esperienza che attraversa luoghi e relazioni.
Una riflessione sul simbolo, tra le geometrie delle forme e il loro movimento.

Dopo il progetto Moto perpetuo, in cui Mario Vespasiani (1978) affrontava il tema del viaggio attraverso il superamento dei confini, mediante la ricostruzione di nuove mappe terresti e celesti e di forme che diventano inaspettati strumenti di orientamento, con la mostra Mara as Muse, l'autore approfondisce il senso di un flusso continuo che si espande passo dopo passo.
Le antiche carte geografiche, i manoscritti e i paesaggi astratti, diventano ora oggetti di vita reale, preziosi contenitori che il viaggiatore porta con sé e come borse questi manufatti escono dallo spazio istituzionale riservato alle produzioni artistiche per entrare nella vita quotidiana.
Tra meraviglia e stupore, queste opere per forme e colori paiono rigenerarsi all'infinito, complici le geometrie fatte di linee e curve, che creano incroci semplici, punti di una inaspettata armonia.
Se con la mostra End of an era, inaugurata il fatidico 21-12-12 Vespasiani segnava un punto di svolta verso un inedito modo di fare arte, rappresentando corpi nudi che, come in assenza di gravita, davano origine a ideogrammi ad inchiostro e di conseguenza alla nascita di un nuovo linguaggio, con questa mostra cambia anche il contesto espositivo, non galleria o museo, bensì per la prima volta il proprio laboratorio, per sottolineare la vita reale dell'opera, il suo contatto umano, tra autenticità e manualità.
La mostra, arricchita da un cortometraggio, una colonna sonora e un catalogo, diventa un evento in cui l'attenzione ai materiali e la capacità di imprimere altre vie al linguaggio artistico, trasporta oltre il confine tradizionale del quadro.


Una mostra
Un catalogo
Un film
Una danza

Inaugurazione mostra: domenica 8 dicembre 2013, ore 16,30


Studio Vespasiani - OneLab
Corso Vittorio Emanuele II, 32-34
63065 Ripatransone AP




Scheda film:

Titolo: Mara as Muse

Regia: Mario Vespasiani
Tipologia e durata: Cortometraggio (4,30'') 
Anno: 2013
Formato: 16\9
Vista: bianconero

Mario Vespasiani attingendo appieno dal proprio estro visionario imprime, nel suo primo cortometraggio, un'impronta chiara che, nella rarefazione estrema dei colori, esalta la carica emotiva di un andamento ipnotico con riferimenti espliciti al mito e al sogno. Il film riprende una giovane donna, che sibillina fluttua in un ambiente naturale, tra boschi, specchi d'acqua e architetture, divenendo parte di quegli elementi che la circondano; così una foglia che danza al vento assume il suo modo di attraversare il paesaggio ed un grillo sembra ripetere quei gesti umani geometrici ed essenziali. La chiave poetica, le danze silenziose guidano tutto il video, per essere un invito discreto a riscoprire il fascino e il mistero di luoghi tanto familiari quanto inesplorati, mettendo in risalto il ruolo dell'individuo, non più visto come spettatore o come chi è solito attraversare un qualsiasi scenario, ma come anima di un territorio dalla solida identità, che richiama al gesto vitale, sull'eco delle grandi storie che si perdono tra realtà e leggenda.

Proiezione film al cinema: sabato 7 dicembre 2013, ore 17,30 Sala degli Artisti, Fermo








"Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti" > Fondazione Roma Museo, Palazzo Cipolla, fino al 6 aprile 2014



La mostra "Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti" partecipa a >
la notte dei MUSEI IN MUSICA

Sabato 7 dicembre 2013 la mostra resterà aperta fino alle 2 di notte (la biglietteria chiude un'ora prima)


COSTO DEL BIGLIETTO (a partire dalle ore 20.00) > € 10.00 (anziché € 13.00)







Visto il grande successo, la mostra "Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti. La collezione Netter" (a cura di Marc Restellini, Museo Fondazione Roma - Palazzo Cipolla, 14 novembre 2013 - 6 aprile 2014) aderisce alla manifestazione "Musei in Musica" e sabato 7 dicembre resterà aperta al pubblico straordinariamente dalle ore 20.00 alle ore 2.00 (la biglietteria chiude un'ora prima).
Protagonisti della serata Arte e Musica. I visitatori, oltre a conoscere capolavori di Modigliani, Soutine, Utrillo, Valadon, Kisling, Hayden, Solá, Zawadowski e molti altri, ascolteranno all'interno del Café du Dôme - liberamente rievocato, che fu nel Novecento il primo caffè a Montparnasse luogo di incontro tra pittori, poeti, e mercanti d'arte - brani quali Minor Swing di Django Reinhard, rivivendo così la Parigi dell'epoca e la sua atmosfera.
Tutti i visitatori potranno accedere in mostra a partire dalle ore 20.00 con una tariffa ridotta sul costo del biglietto, € 10.00 anziché € 13.00.


COMUNICATO STAMPA

Nel 2010 la Fondazione Roma e il Comune di Milano hanno condiviso un grande successo: la mostra di "Edward Hopper", realizzata a Palazzo Reale di Milano e poi al Museo della Fondazione Roma, con una quasi paradossale coincidenza di visitatori: 208.400 a Milano, 209.200 a Roma.
A distanza di qualche anno, e sempre con Arthemisia Group, la fortunata partnership – arricchita dalla partecipazione della Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Roma – si rinnova con un'altra importante mostra: "Modigliani, Soutine e gli artisti maledetti", oltre 100 splendide opere realizzate negli anni d'oro di Parigi, in quel magico ventennio di inizio '900 in cui tutti i più grandi artisti si ritrovavano nei caffè parigini a parlare e a litigare d'arte.
La mostra è promossa dalla Fondazione Roma, guidata dallo sguardo lungimirante del Presidente Emmanuele F. M. Emanuele che ha accolto generosamente la mostra nel rinnovato Museo di Palazzo Cipolla, dal Comune di Milano-Palazzo Reale sotto l'Assessorato alla Cultura di Filippo Dal Corno e la Direzione sempre puntuale di Domenico Piraina, e dalla Soprintendenza Speciale PSAE e del Polo Museale della Città di Roma, retta dalla Soprintendente Daniela Porro.
La produzione e l'organizzazione sono di Arthemisia Group, che ha realizzato la mostra in collaborazione con la Pinacothèque de Paris e con il contributo di 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE. Se oggi noi ammiriamo questi lavori come capolavori assoluti dell'arte, non dobbiamo dimenticare tuttavia che all'epoca in cui videro la luce venivano considerati veri e propri obbrobri. È per questo che l'intuizione di Netter appare una vera e propria profezia, oltre che un atto coraggioso e spesso disinteressato. Poco si sapeva di quest'uomo tale era la sua discrezione. Oggi, grazie al lavoro di ricostruzione di Restellini, possiamo farci un'idea del suo volto grazie al ritratto che gli fece, riconosciuto da vecchie fotografie familiari, Kisling, anch'esso in mostra. E la leggenda vuole che sia stato proprio Modigliani a presentare Kisling a Netter. A causa del suo atteggiamento così discreto, di Jonas Netter non rimane nulla di personale. Tranne le opere che amò e collezionò e che anche noi oggi possiamo contemplare.

giovedì 5 dicembre 2013

Mostra TOBIA RAVÀ. CODICI TRASCENDENTALI תא



 

TOBIA RAVÀ. CODICI TRASCENDENTALI תא

Padova, Centro Culturale S. Gaetano, via Altinate 71

13 dicembre 2013 – 16 febbraio 2014

 

La mostra di Tobia Ravà Codici trascendentali תא, che inaugura giovedì 12 dicembre alle ore 18 al Centro culturale Altinate San Gaetano, è un affascinante viaggio alla scoperta dei significati nascosti della realtà, attraverso una lettura a vari livelli delle parole e delle immagini.

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche della cultura ebraica: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La sua ricerca non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all'esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico, saggezza e conoscenza di ciò che è universale.

Nella mostra padovana, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, saranno esposte opere con soggetti architettonici mediterranei, le "Vele", lavori su alluminio specchiante con boschi e vortici, sculture in bronzo e terracotta raffiguranti piante, animali ed assemblaggi, realizzati con logiche e percorsi storico-filosofici oppure attraverso semplici associazioni mentali.

Sia le composizioni architettoniche, sia quelle a soggetto naturalistico si legano strettamente al contesto culturale veneto. Le opere sono costruite con un fitto tracciato di numeri e concetti fondamentali della cultura ebraica, concernenti l'etica e la riqualificazione dell'uomo e dell'ambiente, attraverso un processo di permutazione (ghematrià). Anche le ultime sperimentazioni dell'artista, che riprendono una tecnica antichissima quale la fusione in bronzo a cera persa, si collegano alla  tradizione padovana del bronzetto e suggellano una particolare unione tra capacità tecnica e contenuto, nonché l'estensione di questo suo particolare linguaggio ad oggetti e a superfici in alluminio, con cui il fruitore può interagire, specchiarsi ed immergersi totalmente.

 

Le opere più recenti di Tobia Ravà riportano elementi archetipali della cultura ebraica e si sviluppano attraverso sequenze numeriche riferite ad un linguaggio cosmologico universale, poiché attraverso i concetti base della kabbalah ("tradizione" e anche "ricezione", indica la tradizione mistica del pensiero ebraico), si può arrivare ad un percorso etico-filosofico, legato al pensiero di Itzachq Luria, al contempo antichissimo e moderno, per una nuova lettura in chiave etica dell'agire nel mondo contemporaneo. Partendo dal pensiero di alcuni studiosi di mistica, prende in considerazione alcune parole chiave del nostro linguaggio di cui spesso non si percepisce più, o non si conosce o riconosce, il significato più profondo. Illustrandone il loro uso nella tradizione mistica, indica la possibilità di percorrere in prima persona il cammino dell'interiorità, della saggezza, della beatitudine e dimostra che la mistica è di tutti, attraversa le epoche e le diverse culture.

 

La mostra, curata da Maria Luisa Trevisan e da Sirio Luginbühl, rimarrà aperta al pubblico dal 13 dicembre 2013 al 16 febbraio 2014, orario 10-19, lunedì chiuso; ingresso libero.

L'esposizione in marzo-aprile sarà poi visibile a Tel Aviv ed in maggio-giugno a Roma negli spazi  della Ermanno Tedeschi Gallery.

 


Mostra "Dalla Messa degli artisti all'arte contemporanea": 6 dicembre-9 gennaio Palazzo Medici Riccardi Firenze

PADRE BALDUCCI. DALLA MESSA DEGLI ARTISTI ALL'ARTE CONTEMPORANEA
 
Mostra di opere d'arte e documentaria a Palazzo Medici Riccardi 
 
6 dicembre 2013 – 9 gennaio 2014
 
Inaugurazione il 6 dicembre alle 16,30 con Cristina Acidini, Antonio Natali, Claudio Giumelli, Mariano Apa, Giuseppe Billi, Andrea Barducci, Andrea Cecconi

 

La "Messa degli Artisti" è una manifestazione svolta dal 1949 a Firenze, portata in città dopo l'esperienza romana grazie all'impegno di Mons. Francia, Piero Bargellini, Primo Conti e Padre Giuseppe Tomaselli. Dapprima ebbe come sede Orsanmichele, poi la chiesa di San Gaetano e infine quella di San Giovannino in via Martelli. 

Padre Ernesto Balducci - allora giovane sacerdote ancora preso da velleità artistiche, letterarie e poetiche - fu invitato a celebrarla e a commentare il Vangelo della domenica. Le omelie venivano riassunte dal padre scolopio e riprodotte nei biglietti d'invito spediti e distribuiti durante la Messa e illustrati da un'opera di un artista del tempo. Lo scopo di tale manifestazione era quello di coniugare arte e fede cristiana in una visione che associava il linguaggio artistico all'apostolato cristiano.

La mostra "Padre Ernesto Balducci. Dalla Messa degli Artisti all'arte contemporanea" a Palazzo Medici Riccardi a Firenze intende riproporre a partire da quell'esperienza il dibattito che intorno al ruolo dell'arte si è sviluppato nel corso della seconda metà del secolo scorso.


Curata, insieme al catalogo, dal direttore della Fondazione Ernesto Balducci,
 Andrea Cecconi, la mostra riunisce le opere di alcuni dei tanti artisti che vi parteciparono in prima persona.

Ci saranno opere di:
PIETRO ANNIGONI
BRUNO BRAMANTI
ANTONIO BUENO
UGO CAPOCCHINI
FELICE CARENA

CARLO CARRÀ
PRIMO CONTI
RENZO CRIVELLI
PERICLE FAZZINI
UGO GUIDI
PIO MANZÙ
QUINTO MARTINI
CARLO MATTIOLI
GIOVANNI MICHELUCCI
PIETRO PARIGI
OTTONE ROSAI
RAFFAELLO SALIMBENI
GINO SEVERINI

GIANNI VAGNETTI
VENTURINO VENTURI
LORENZO VIANI
JORIO VIVARELLI

Una sezione della mostra sarà dedicata all'artista HERMANN NITSCH fra i maggiori rappresentanti dell'arte contemporanea quale richiamo simbolico al dibattito attuale.


Il catalogo è curato dall'associazione Percorsi d'Arte.

Informazioni: Fondazione Ernesto Balducci, tel. 055 599147, www.fondazionebalducci.it, fondazionebalducci@virgilio.it

Inaugurazione
6 dicembre ore 16,30
Sala Fabiani – Palazzo Medici Riccardi

Interventi istituzionali:
Andrea Barducci – Presidente Provincia di Firenze
Cristina Acidini – Soprintendente Polo Museale Fiorentino

Presentazione:
Andrea Cecconi – direttore Fondazione Ernesto Balducci

Interventi:
Antonio Natali – direttore Galleria degli Uffizi
Claudio Giumelli – Critico d'arte
Mariano Apa – Accademia Belle Arti Roma
Giuseppe Billi – Membro del CPI del Forum Artistico della CEI





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Redazione del CorrieredelWeb.it


MA-DONNE, IN MOSTRA UN ESERCITO DI DONNE CONTRO LA VIOLENZA, DI BIOS VINCENT




Ha inaugurato sabato 30 novembre allo Spazio Culturale Ratti di Como la personale di BIOS Vincent MA-DONNE, una mostra che mette al centro la sacralità della donna violata dalle violenze (aperta fino all'8 gennaio)

 

 

Da sempre attento nella propria ricerca artistica alle tematiche sociali più importanti, BIOS Vincent torna a Como dopo essere stato invitato lo scorso anno proprio a proposito di un progetto legato alla violenza sulle donne, tema particolarmente caro al comune lariano.

 

 

Protagonista della mostra, che presenterà 3 installazioni e 12 pale d'altare dell'artista BIOS Vincent, sarà proprio l'installazione MA-DONNE: un esercito di 169 Madonne trafitte da chiodi, come martiri, che si pongono allo spettatore  come l'evidenza di una violenza identica e perpetrata nel tempo.  Sono le donne che ogni giorno subiscono violenze dai propri uomini, mariti, amanti, padri e fidanzati, ma anche nei luoghi di lavoro, a scuola e più in generale nelle proprie città d'origine. Ma che comunque rimangono fiere e pure nel loro essere Madonne.  Al centro una Madonna rossa e senza alcun segno di violenza sembra chiedere risposte allo spettatore. Uno stuolo di farfalle sorvola questo esercito femminile: l'opera dell'artista cinese Wang Pan, invitata da Bios Vincent, vuole essere un richiamo a quel processo di trasformazione che porta alla bellezza intesa come purezza, alla leggerezza e al pensiero. Un confronto tra culture diverse ma soprattutto il segno di un dialogo possibile tra uomo e donna.

 

 

L'opera MA-DONNE non vuole essere un'installazione fine a se stessa, ma il punto di partenza per una riflessione aperta a tutti, dai semplici spettatori alle associazioni che operano per la difesa delle donne.  E saranno le donne comuni le co-protagoniste della performance MA-DONNE. A partire dal giorno dell'inaugurazione, BIOS Vincent raccoglierà le foto di 169 donne che creeranno un esercito di Madonne in dialogo con quelle in gesso, fatte però di volti veri, segno di una società femminile che vuole mettere il proprio volto nella lotta contro la violenza. Sarà poi l'artista a intervenire su queste foto con degli spari: un gesto che vuole essere crudo e  violento, di quella stessa violenza subìta dalle donne. Allo stesso tempo su queste immagini si poserà una farfalla come simbolo di cambiamento culturale e di speranza.

 

La mostra ha il patrocinio del Comune di Como.

Si ringraziano gli sponsor e i partner culturali:  Animatamente, Bel – Real Estate Group, Luz, Masnada, OFFBRERA, Vertical Line.


 

Spazio Culturale Antonio Ratti, ex Chiesa di San Francesco, Largo Lorenzo Spallino 1 – Como.

La mostra rimarrà aperta fino a mercoledì 8 gennaio.

Orari visite: martedì-venerdì dalle 15 alle 19, sabato e domenica dalle 10 alle 19. Altri orari su appuntamento.

 

 

www.biosvincent.com

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