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venerdì 30 agosto 2013

“Perrin a Siracusa”, alla Galleria Montevergini una retrospettiva dell'artista argentino

Dal 13 settembre all'8 novembre 2013 la Galleria civica d'arte contemporanea Montevergini (Via Santa Lucia alla Badia, 1) ospiterà una retrospettiva dell'artista argentino George Gonzàles Perrin. "Perrin a Siracusa", questo il titolo della mostra-evento (vernissage venerdì 13 settembre, ore 18,30), è organizzata con il patrocinio dell'Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Siracusa in collaborazione con la Galleria Quadrifoglio di Mario Cucè.

Il percorso espositivo comprende oltre novanta opere recenti, realizzate con tecniche miste su carta e su tela, in formati di varia grandezza.

L'opera di Gonzàles Perrin, scrive Natalia March nel catalogo della mostra, descrive "il reale divenire di forme e figure". Se in apparenza i suoi lavori tratteggiano "un universo carico di concetti che dialogano con il puro piacere di texture e materia", "una somma di immagini casuali", uno sguardo più attento rileva un livello profondo della struttura, grafie ordinate e metodiche, segni, simboli, archetipi e metafore, "ombre occulte" e "presenze quasi fortuite" dove il disegno diventa solo essenza.

Nascono così "corpi interi, corpi nudi, dettagli di corpi o corpi abbozzati, figure ritte in piedi, figure in contorsione che giocano su diverse scale di rappresentazione, occupando tutto il campo della composizione, mai solitarie, talvolta moltiplicate o quasi barocche". Vi sono poi lavori speciali che nascono dall'uso della tecnologia e da "una strategia archeologica e globale". "Sulle immagini digitali di Google Earth – spiega la March – da una lontanissima Buenos Aires, Perrin scopre e percorre Siracusa, si ferma invece di addentrarsi nella storia di quei luoghi, si ferma in posti precisi, agli angoli, davanti alle pareti. Con l'intervento della fotografia sfrutta al massimo le possibilità offerte da quello strumento, seleziona squarci e dettagli, deformati o evanescenti con cui mette in risalto vestigia che funzionano come orme, impronte mnemotecniche di condensati passati remoti. Su queste vestigia costruisce nuovi significati del presente; così uno sguardo altro si somma al presente, dando visibilità, realizzando costruzioni, architetture, trame e presenze fantasmatiche".

Gonzàles Perrin (Punta Alta - Buenos Aires, 1954) si è formato negli anni '70 a Buenos Aires ed è entrato nel mondo dell'arte nel decennio successivo. Ha studiato pittura, litografia e disegno e ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali, tra cui il Gran Premio d'Onore del Salone Nazionale dei Disegni (Argentina, 2006). Le sue opere sono presenti in musei, collezioni pubbliche e private d'America e d'Europa.

La mostra osserverà i seguenti orari: tutti i giorni dalle ore 9,00 alle 13,00 e dalle ore 16,00 alle 20,00 (chiuso il lunedì).


Info e contatti
Galleria civica d'arte contemporanea Montevergini
Via Santa Lucia alla Badia, 1 - Siracusa
Tel. 093124902
Mail: officemontevergini@libero.it

Cervia Sapore di sale mostre al magazzino del sale



Cervia Sapore di Sale-Le mostre

Immagini della Cervia degli anni 60-70, immagini artistiche di luoghi marini, la documentazione di un progetto gastronomico e saliere d'autore     

 

Ricco il  cartellone della tre giorni del sale de  6 , 7 e 8 settembre,    che accoglie a Cervia, nei magazzini del sale una serie di mostre fotografiche e una mostra di ceramica artistica.

 

Cervia negli anni 60-70, le fotografie di Sante Crepaldi, 

dal 6 settembre al 6 ottobre Magazzini del sale

Una carrellata di immagini del passato tracciano la storia di Cervia negli anni  1960-70.

Sono 160 scatti  in bianco e nero realizzati da  Sante Crepaldi, fotografo cervese  che inizia la professione giovanissimo e documenta la vita cervese attraverso 50 anni con migliaia di immagini. Sante collabora con l'Azienda si Soggiorno e Turismo di Cervia  in un  periodo estremamente ricco di eventi,  con il  turismo in crescita e vede giungere  nelle località importanti ospiti del mondo dello spettacolo, del giornalismo, della cultura.  Le immagini della mostra dal titolo " Cervia negli anni 60-70, le fotografie di Sante Crepaldi",  sviluppano 8 temi: dalla Traversata Pola –Cervia  evento nato nel 1968 che ha visto atleti e appassionati attraversare l'adriatico sugli sci,  al  Cantagiro del 1964 che portò a Cervia tante celebrità, fra cui  Adriano Celentano (vincitore della edizione), Domenico Modugno, Piero Focaccia ed Edoardo Vianello. Vi sono poi immagini storiche dello Sposalizio del Mare, con la visita del papa nel 1986,  ma anche di altre manifestazioni di quegli anni come  la Marinata di Primavera che per anni ha portato a Cervia importanti nomi  della stampa nazionale ed estera. Trova  testimonianza inoltre  il circuito motociclistico di Milano Marittima, che dal 1964 al 1970 ha visto piloti del calibro di Agostini e Pasolini sfidarsi su un circuito stradale ricavato nell'area di Milano Marittima. La Dolce Vita delle nostre spiagge è testimoniata attraverso immagini che mostrano una località in sviluppo con idee originali e a volte bizzarre  che hanno fatto crescere interesse per la località, una località in mostra con immagini che testimoniano il passaggio del tempo e ci riportano ad una epoca di ricordi.   Una  delle sezioni è dedicata ai personaggi famosi che hanno frequentato o fatto tappa nella nostra località da Giovannino Guareschi a Tino Scotti, ai Nomadi ai Camaleonti, a Corrado, Walter Chiari.   

Le immagini saranno visibili al magazzino del sale dal 6 settembre al 6 ottobre tutti i giorni con i seguenti orari: feriali 16.00-22.00  festivi e prefestivi anche al mattino dalle 10.30 alle 12.30

L'inaugurazione sarà sabato 7 settembre alle ore 15.30

 

MARE NOSTRUM --dal 6 all'8 settembre- magazzini del sale

Dalla fotografia documentaristica a quella artistica con la mostra MARE NOSTRUM di immagini fotografiche di Giorgio Giliberti.  Realizzata in collaborazione con MUSA e Cooperativa Bilanciai di  Modena, , "Mare Nostrum" propone uno sguardo inedito sul mondo litorale. Il mare, secondo Giliberti, ha sempre qualche storia da raccontare: anche il nostro, che spesso consideriamo poco esotico. Le sue fotografie sono dunque un richiamo alla riscoperta di questo mare domestico, a ritrovare le sue storie e ad ascoltarle in silenzio.

Quattro le sezioni in mostra:

Anime senza patria, introdotta da un testo di Giulia Giliberti, figlia del fotografo, esplora la spiaggia alla ricerca di piume, legni, conchiglie portati dalle correnti, "profughi di un'esistenza naufragata", approdati a nuova vita sulla sabbia.

Parole alla deriva affianca ai dettagli fotografici di tronchi naufragati i testi dello scrittore Vittorio Ferarelli, che tra le nervature delle cortecce legge, traduce e commenta frammenti di poesia provenienti da tutti i mari del mondo.

BevaNOland racconta i luoghi e le costruzioni precarie di una zona dell'entroterra adriatico, abitati saltuariamente e quasi sempre cambiati o scomparsi poco tempo dopo gli scatti del fotografo.

Sa di sale è un omaggio al lavoro dei salinari, che a Cervia, tra passione, artigianato e magia, continuano la loro opera di trasformazione dell'acqua marina in granuli di oro bianco.

Fotografo di professione, Giliberti  dopo le prime esperienze come fotoreporter ha sviluppato la sua attività nel campo della pubblicità, della moda, dell'industria e dell'editoria d'arte. Collaboratore di numerose testate e riviste di settore, tra cui "IBC. Informazioni, commenti, inchieste sui beni culturali", progetta e realizza personalmente marchi, dépliants, cataloghi e pubblicazioni, continuando la propria ricerca espressiva attraverso esposizioni ed edizioni di foto d'autore (www.gilibertifotografia.it).

 

Un Piatto con l'Oro Bianco- dal 6 all'8 settembre, Sala Rubicone

Documentaristica invece la mostra fotografica dell'Istituto alberghiero Cervese che testimonia  le varie fasi del progetto sviluppato dalla scuola " Un Piatto con l'Oro Bianco":una sfida fra  studenti ed istituti scolastici alla ricerca della migliore  proposta di ricetta innovativa al sale di Cervia.

 

Ricchezza di un territorio:Terra Acqua e Sale- dal 6 all'8 settembre a MUSA

A MUSA, nell'area espositiva museale, trova posto una  piccola esposizione di ceramiche artistiche  realizzate da artigiani faentini. Le opere hanno per tema il sale e sono contenitori originali per  l'oro bianco. Ricchezza di un territorio:Terra Acqua e Sale, questo il titolo della esposizione delle opere  realizzate da Carla Lega, Maria Cristina Sintoni e Liliana Ricciardelli, ceramiste coordinate dallo Studio di Stefania Montanari.

Ogni anno  un'opera  fra quelle in esposizione  viene donata al museo del sale ed entra a fare parte  della collezione di saliere antiche e moderne  di MUSA.

 

giovedì 29 agosto 2013

Amy-d Arte Spazio: GAME in progress




AMY D Arte Spazio
presenta

GAME in progress
12 sept._14 sept. 2013
opening 12 settembre ore 18.30

Via LOVANIO 6 (MI)
MM2 Moscova




Lenuta Lazar
Antonella Riotino
Antonia Azzolini
Edyte Kozakiewiez
Fabiola Speranza
Grazyna Tarkauska
Lvath Eward
Nike Adekumie
Brunella Cock
Gabriella Falzini
immigrata di colore, 25 anni (08/02/2012). Le cronache non riportano neppure il nome

La lista dei femminicidi, vera sclerosi culturale, è lunghissima suddivisa non equamente tra i vari Stati.

La violenza avrà mai fine?

È con questo interrogativo che è nato GAME in progress, specializzazione (i programmatori di videogiochi lo chiamerebbero sviluppo) del progetto THE GAME business and manipulation inaugurato il 26 giugno scorso.
Questo show flash, a seconda dei vari artisti, diventa opera poetica con la performance di Giò Lacedra - L'Aspirante - omaggio a Sylvia Plath e la partecipazione straordinaria di Roberto Milani, o progetto, come "SE tu Fossi Me" di Maria Sara Cetraro e Serena Giardino, finalista nell'ambito del contest nazionale "No Violenza Donne" indetto dall'AIED in collaborazione con Cocoon Projects, che consiste nel tradurre in azione quello che Luigi Pirandello definiva sentimento del contrario, riflessione più profonda che scaturisce dall'immedesimazione nell'Altro/a.
Il lavoro pittorico di Fabrizio Plessi degli anni '70 presentato a Grenoble, raffigurante una gabbia con l'elemento dell'acqua al suo interno, è la sintesi artistica più alta.

"L'Origine del mondo" di Courbet 1866.
Jacques Lacan conservava l'"Origine del mondo" nascosta dietro un pannello, nello studio della sua casa di campagna, non rivelandone il segreto che agli ospiti d'élite: Dora Maar, Marguerite Duras, Claude Lévi-Strauss. E quando finalmente svelava il dipinto, Lacan concentrava il proprio sguardo non sul monte di Venere, ma sullo sguardo dello spettatore.
È di fronte alla vertigine di un godimento che non conosce padroni che scatta la violenza maschile, come tentativo di colonizzare un territorio che non ha confini, di ribadire su di esso una falsa padronanza.
Il limite insuperabile che sempre una donna rappresenta per un uomo.
Questa è del resto la bellezza e la gioia dell'amore, quando c'è Non il superamento della propria potenza attraverso l'Altro.
Per un uomo, amare una donna è davvero impresa contro la sua natura fallica, è poter amare l'etero, l'Altro come totalmente Altro, è poter amare la legge della parola, come ha teorizzato J. Lacan.
Anna d'Ambrosio
 Informazioni:
Amy-d Arte Spazio
Via Lovanio 6, 20121 Milano
www.amyd.it - info@amyd.it - +39.02.654872

MONET au cœur de la vie. Pavia, Scuderie del Castello Visconteo

Monet au cœur de la vie
Dal 14 settembre al 15 dicembre 2013
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo



Dopo il grande successo di "Renoir. La vie en peinture", le Scuderie del Castello di Pavia presentano, dal 14 settembre al 15 dicembre 2013, un'altra importante mostra dedicata a uno dei massimi esponenti del movimento impressionista: Claude Monet.

"Monet au cœur de la vie" è il titolo dell'esposizione promossa dal Comune di Pavia, prodotta e organizzata da Alef – cultural project management con il patrocinio del dell'Ambasciata di Francia in Italia e dell'Institut français di Milano.

La mostra, a cura di Philippe Cros, presenta una selezione di opere provenienti da prestigiosi musei di tutto il mondo: dagli Stati Uniti d'America come il Columbus Museum of Art (Ohio) alla Francia come il Musée d'Orsay di Parigi, dal Sud Africa come la Johannesburg Art Gallery alla Romania come il Mnar di Bucarest fino alla Lettonia come The Latvian National Museum of Art di Riga e da altre importanti sedi internazionali.

Il pubblico avrà la possibilità di ammirare importanti lavori di Claude Monet e di ripercorrere le tappe principali della sua produzione artistica dalla formazione fino alla grande maturità.

Un percorso espositivo innovativo ed emotivo offrirà inoltre al visitatore un'inedita modalità di avvicinamento anche alla sfera personale della vita del Maestro, consentendo al pubblico di scoprire l'"uomo" oltre che il grande artista.

La mostra è un viaggio nel cuore della vita di Monet, raccontato attraverso le voci di sei personaggi chiave del suo percorso umano e artistico.
Gli incontri, i successi, così come i momenti difficili sono stati ricostruiti sulla base di preziose lettere - provenienti dal Musée des Lettres e de Manuscrits di Parigi ed esposte in mostra -  in cui il pittore racconta particolari momenti e stati d'animo della sua vita. 
Lungo il percorso una serie di suggestive videoinstallazioni predisporranno emotivamente il pubblico a rivivere i momenti fondamentali della vita di Monet e a comprenderne il rapporto con le opere presentate in mostra. 
Le parole e il racconto sono stati pensati in armonia con i video, i suoni e le opere d'arte in modo da creare le condizioni più adatte a sollecitare le emozioni più profonde del visitatore verso una totale fruizione dell'opera di Monet.

L'esposizione inizia con gli esordi della carriera artistica di Monet narrati da Adolphe Monet, il padre del pittore che ebbe con il figlio un rapporto piuttosto contrastato sia per la sua scelta professionale – soprattutto a causa delle sue idee indipendenti in contrasto con l'insegnamento dell'Accademia – sia per le sue scelte personali e sentimentali.

Nella sala successiva sarà Eugène Boudin a far immergere il pubblico negli anni giovanili dell'artista, caratterizzati dai primi esperimenti di pittura en plein air e dalle scelte stilistiche innovative in contrasto con la pittura accademica dell'epoca. 
Boudin, pittore francese e primo maestro di Monet, segnò profondamente il modo di fare pittura dell'artista al punto che Monet confesserà:

"Se sono diventato pittore lo devo a Eugène Boudin."

In mostra alcune importanti opere di Boudin mostreranno il ruolo fondamentale del maestro nella formazione di Monet e nello sviluppo del suo stile, come dimostra l'opera Bateaux à Etretat (Barche a Etretat) (1883) in cui l'artista utilizza la stessa tecnica pittorica del suo maestro.

Attraverso le dolci parole di Camille Doncieux - prima moglie e madre dei due figli di Monet - il visitatore potrà rivivere un periodo fecondo della vita professionale di Monet. Camille ebbe un ruolo centrale nella produzione dell'artista, dal 1860 al 1879, fu la sua musa e modella preferita presente nella maggior parte delle sue tele fino alla prematura morte a soli 32 anni.
Le gite ad Argenteuil, le passeggiate lungo la Senna e al mare con la famiglia furono molto stimolanti anche dal punto di vista artistico per Monet che consolidò ulteriormente la tecnica della pittura all'aria aperta e lo studio della luce, sperimentando anche nuovi soggetti come Bateaux de pêche á Honfleur (Barche di pescatori a Honfleur)(1866 ca.), La gare d'Argenteuil (La stazione di Argenteuil) (1872) e Printemps (Primavera) (1873), opere esposte in questa sezione.

Durante il suo percorso artistico, Monet dovette affrontare una serie di avversità dovute alle difficoltà economiche, alle pesanti critiche dei classicisti e ai continui rifiuti da parte dei Salons. Questo periodo particolarmente frustrante per l'artista sarà raccontato da uno dei suoi più grandi sostenitori: Georges Clemenceau, il politico francese - primo Ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920 - con cui Monet strinse una forte amicizia soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Fu proprio Clemenceau, nel 1921, a commissionare a Monet le celebri Ninfee per l'Orangerie, definite la "Cappella Sistina dell'Impressionismo".
In questa sala, che vuole simbolicamente evocare il contrasto tra due differenti  sistemi pittorici, il visitatore avrà la possibilità di mettere a confronto la pittura accademica esposta nei Salons rappresentata da opere come Paysage maritime (Paesaggio marittimo) di Jules Breton e Les Pyrénées (I Pirenei) di Marie Rosarie Bonheur – due artisti fortemente apprezzati dalla critica dell'epoca -, con la tecnica innovativa utilizzata dal Padre dell'Impressionismo, rappresentata in mostra da alcune opere emblematiche come le marine Marine, Pourville (Marina, Pourville) (1881) e Le Cap Martin (1884). 
A corredo delle opere sarà esposto il celebre articolo - prestato eccezionalmente per la mostra dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma - di Louis Leroy apparso sulla rivista Chiarivari del 25 aprile 1874 in cui comparve per la prima volta, in senso spregiativo e fortemente critico, il termine "impressionisti".

Il racconto prosegue con Alice Hoschedé, seconda moglie di Monet, che narrerà al visitatore dei viaggi intrapresi dall'artista per la continua ricerca di stimoli, ispirazioni e soggetti nuovi da riprodurre, come il soggiorno in Norvegia per la ricerca e lo studio degli effetti della neve. Per quanto in questo periodo - dal 1880 al 1895 - siano nati i più grandi capolavori del Maestro, Monet era continuamente insoddisfatto dei suoi lavori e dei luoghi che visitava.
Sono gli anni, in cui l'artista abbandona quasi del tutto la rappresentazione della figura umana per concentrarsi sul tema propriamente impressionista del paesaggio, con particolare interesse verso l'alone luminoso che circonda la natura. È proprio in questo periodo che Monet comincia a dipingere le celebri "serie" in cui il ruolo della luce diventa fondamentale per la composizione dell'opera come dimostrano Waterloo Bridge (Il ponte Waterloo) (1900) e la suggestiva Cathédrale de Rouen (La Cattedrale di Rouen) (1894), protagoniste di questa sezione.

Il percorso espositivo chiude con le parole di Blanche Hoschedé, figlia di Alice e unica allieva di Monet con la quale il pittore instaurò un rapporto molto stretto nell'ultimo periodo - dal 1914 al 1926 - trascorso a Giverny: un luogo magico, in cui l'artista riuscì finalmente ad appagare il suo desiderio di tranquillità rurale.
Blanche racconterà al pubblico dell'amore ossessivo del pittore per il suo meraviglioso giardino della casa a Giverny, delle loro uscite per dipingere insieme in campagna e dei primi sintomi della cataratta che modificarono sensibilmente la vista, e quindi anche la percezione dei colori, di Monet. Alcune tele di Blanche esposte in questa sezione mostreranno il suo stile impressionista strettamente imparentato con quello del Maestro.
Negli ultimi anni di vita dell'artista la dimora di Giverny diventò la sua unica fonte di ispirazione: un giardino meticolosamente curato in cui Monet decise di far costruire anche un ponte giapponese, testimonianza del suo interesse verso l'arte del Paese del Sol Levante. In mostra una serie di preziose stampe di celebri artisti come Katsushika Hokusai e Utagawa Hiroshige sottolineano il forte legame del pittore con l'arte nipponica.

La mostra offre quindi diverse chiavi di lettura per un'originale esperienza di visita che consentirà al visitatore di rivivere intensamente la vita e la produzione artistica di uno dei più grandi Maestri di tutti i tempi che ha cambiato per sempre la storia dell'arte.

Un'esperienza di visita prosegue anche all'esterno dello spazio espositivo, suggerendo al visitatore un itinerario alla scoperta di alcuni dei luoghi simbolo della città di Pavia ricontestualizzati, per l'occasione, in rapporto al percorso artistico di Monet.
Un percorso ideato per far rivivere alcuni luoghi pavesi molto suggestivi come l'orto botanico del 1700, oppure la bellissima Cattedrale di San Michele, o ancora la storica Biblioteca Civica Bonetta e i giardini Malaspina, e in ultimo il Ponte Vecchio sul fiume Ticino. In ciascuno di questi luoghi il visitatore potrà riprendere la lettura del racconto dei sei personaggi riproposto in un'ambientazione reale.

"Ospitare la pittura di Claude Monet a Pavia è per la cittá tutta motivo di grande soddisfazione. La mostra su Monet si inserisce in un percorso artistico di Pavia che negli ultimi anni ha visto rassegne prestigiose e apprezzate, come testimoniano gli importanti numeri fatti registrare dai visitatori, inediti per la nostra cittá. Nella splendida cornice del Castello Visconteo è ora il momento di Monet, dei suoi colori e delle sue forme che hanno lasciato segni indelebili e fondamentali nella pittura dell'800 e del '900. Il più impressionista tra gli impressionisti, Monet, segna un altro momento di altissimo profilo culturale di cui Pavia è sempre più orgogliosa" dichiarano Alessandro Cattaneo, Sindaco e Matteo Mognaschi, Vicesindaco e Assessore alla cultura, turismo e marketing territoriale del Comune di Pavia.

Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e laboratori creativi permetteranno anche ai più piccoli di avvicinarsi alla pittura impressionista e alla produzione artistica del pittore francese.

Catalogo Silvana Editoriale

Conferenza stampa venerdì 13 settembre, ore 10.30
Pavia, Castello Visconteo

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Titolo
Monet au cœur de la vie

Date
14 settembre – 15 dicembre 2013

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia

Orari
Dal lunedì al venerdì: 9.00 – 19.00
Sabato, domenica e festivi: 9.00 – 20.00
La biglietteria chiude un'ora prima

Biglietti
Intero: 15,00 euro
Ridotto: 13,00 euro
Ridotto speciale: 10,00 euro dal lunedì al venerdì nella fascia oraria 13.00 -14.00 e dal sabato alla domenica nella fascia oraria 9.00 - 10.00
Il costo del biglietto include l'app ufficiale della mostra, l'audioguida e l'ingresso alla Quadreria dell'Ottocento e Collezione Morone dei Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia.


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mercoledì 28 agosto 2013

Tobia Ravà Da'at alla Galleria L'Occhio Venezia


Giovedì 29 agosto alle ore 18.30 si inaugura " DA'AT mostra personale di Tobia Ravà " presso la Galleria D'arte l'Occhio di Elisabetta Donaggio e Alfredo Pugnalin, Venezia, aperta fino al 26 settembre.

Tobia Ravà, dopo aver sperimentato molti percorsi creativi inerenti al rapporto arte e scienza, dal 1998 ha avviato una ricerca inerente le correnti mistiche dell'ebraismo: dalla kabbalah al chassidismo, proponendo un nuovo approccio simbolico attraverso le infinite possibilità combinatorie dei numeri. La logica letterale e matematica, che sottende le opere di Ravà, è intesa come codice genetico e raccoglie elementi sia filosofici sia linguistici che vanno a costituire una sorta di magma pittorico fatto di lettere e numeri, che si cristallizzano sulla superficie "grandangolata" di vedute di canali e boschi. L'artista sviluppa un percorso simbolico a rebus costruito su piani di lettura diversi attraverso la ghematria ("gimatreya"), criterio di permutazione delle lettere in numeri in uso fin dall'antichità nell'alfabeto ebraico, secondo cui ad ogni lettera corrisponde un numero, così ogni successione alfabetica può considerarsi una somma aritmetica.

Questa mostra veneziana fa esplicito riferimento all'albero sefirotico, composto dalla sfere che si possono visualizzare come degli ascensori che portano all'elevazione dell'essere umano. L'albero sefirotico è una delle immagini più complesse ed affascinanti della Kabbalah, che significa, tradizione, "ciò che abbiamo ricevuto". Il titolo della mostra prende il nome dalla Sephirah Da'at, conoscenza, che nasce dall'unione di Chokmah (sapienza) e Binah (intelligenza), sopra le quali sta Keter, corona, l'emanazione superiore. Insieme formano le emanazioni intellettuali più elevate, che danno agli esseri umani la possibilità di essere "appena al di sotto degli angeli". Di solito si dice che l'albero sia composto di 10 sfere non considerando da'at, che è l'undicesima, forse perché non e' posta sull'Albero della vita, ma rimane nascosta, invisibile, situata dietro le quinte, ma – come sostiene Roy Doliner - ogni cabalista è sempre consapevole della sua esistenza, poichè essa è "l'impulso di accumulare e conservare il sapere per noi stessi, il nostro futuro e quello dei nostri figli e di tutta l'umanità". Da'at è la soglia per accedere alle sfere più alte. In Da'at c'e' il segreto sia della generazione sia della rigenerazione, la chiave della manifestazione di tutte le cose tramite la differenziazione nelle coppie di opposti e la loro unione.


La ricerca di Tobia Ravà non si deve intendere affatto come riduzione del mistico al misterico, all'esoterico, ma come visualizzazione di una profonda consapevolezza che la mistica è, secondo la definizione di Platone e nel suo senso originario e autentico, ricerca della saggezza – "esercizio di vita ed esercizio di morte", "l'universale della ragione, ovvero ciò che è propriamente umano".

Saranno esposte opere recenti tridimensionali, pittoriche e specchianti legate a Venezia e al mondo animale. Saranno inoltre presenti alcuni boschi recenti e sculture in bronzo, sempre supportati da un percorso numerico legato alla ghematrià ed alle leggi naturali.

 

GALLERIA D'ARTE L'OCCHIO

Dorsoduro 181-185, Venezia

Tel e Fax 0039 041 5226550 / 0039 348 6045541

Email galleria.locchio@tin.it

www.gallerialocchio.net

La Galleria d'Arte l'Occhio e'situata nel centro storico di Venezia, 100 metri dalla fondazione Peggy Guggenheim e dalla Basilica della Salute.

www.tobiarava.com



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Redazione del CorrieredelWeb.it


martedì 27 agosto 2013

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Mostra Internazionale di Illustrazione 'IL POSTO DELLE FAVOLE_POSTFAZIONE', Borgo di Farfa 20-22 Settembre 2013






IL POSTO DELLE FAVOLE_POSTFAZIONE


Mostra internazionale di illustrazione

 


 
Dopo il successo dell'edizione appena conclusasi a Rivodutri,la mostra collettiva internazionale di illustrazione per l'infanzia,IL POSTO DELLE FAVOLE_Postfazione, a cura di Barbara Pavan, sarà ospite della V Edizione di LIBERI SULLA CARTA – Fiera dell'editoria indipendente, che si terrà nel Borgo di Farfa(Ri) dal 20 al 22 settembre2013. In mostra le tavole illustrate di fiabe e favole, classiche o contemporanee, di ventidue artisti, italiani e stranieri

Il progetto intende offrire al pubblico un panorama internazionale dell'illustrazione per bambini, mettendo a confronto le diverse tecniche espressive, dall'acquerello al disegno digitale. In mostra opere di: Maelle Delavaud-Couedel (Francia), Dalia Del Bue, Tamara Duran Salguero (Spagna), Marta Farina, Irene Fenollar (Spagna), Tesa Gonzales (Spagna), Fatemeh Haghnejad (Iran), Keziat, Ilaria Novelli, NinonPelletier (Canada), Enrica Pizzicori, Natalie Pudalov(Germania), Lucia Ricciardi, Cecilia Rinaldi, Andrea Rivola, Nooshin Safakhoo (Iran), Sonsenzansie, Luca Vannozzi, Julio Vanzeler (Portogallo), Carola Vergara (Cile), Valeria Zaccheddu, Catherine Zarip (Estonia).

'Il posto delle favole – scrive Tatiana Rossi nell'introduzione alla mostra - è in ognuno di noi. È il luogo dell'anima in cui risiede la forza primaria dell'infanzia. E non importa chi siamo, quale sia il nostro tempo, o la nostra provenienza. Qualsiasi sia la nostra storia, c'era una volta e c'è ancora, in ciascuno di noi, il bambino che siamo, che siamo stati e che in qualche modo, coscientemente o no, continuiamo ad essere. 

Una mostra internazionale di illustrazione per l'infanzia così intitolata - "Il Posto delle Favole", per l'appunto – non può dunque che fare appello a questo comune terreno esperienziale, alimentando nel bambino di oggi o ridestando nel fanciullo di ieri un patrimonio emozionale originario e fondante della personalità. Lo si potrebbe concepire come un viaggio al principio dell'uomo, l'occasione per stimolare epifanie inaspettate, per risvegliare visioni, suoni, odori sedimentati, per attivare una comune percezione del mondo, pre e transculturale, anteriore ai condizionamenti sociali ed oltre la logica del contesto spaziotemporale. In questa chiave, trova ragione anche la scelta di collocare l'evento in un piccolo borgo immerso nel verde, defilato dall'ambiente e dalle dinamiche urbane. Un luogo in grado di mantenere maggiormente inalterato,rispetto all'habitat cittadino, il rapporto originario tra uomo e natura, di preservare l'immediatezza della loro connessione e l'affinità dei rispettivi ritmi vitali.(…)
(…)"Il Posto delle Favole" è occasione per un viaggio all'origine dell'uomo – come individuo, nel suo rapporto col mondo, nel suo significato di umanità – e per comprendere come, al di là dei destini personali e delle coordinate storico-culturali, non abbiamo mai smesso di essere ciò che siamo sempre stati.'


Ingresso libero.
Bookshop a cura di Libreria Moderna, Rieti.

 

SCHEDA TECNICA della mostra


Artisti                                    Maelle Delavaud-Couedel, Dalia Del Bue, Tamara Duran Salguero, Marta Farina, Irene Fenollar, Tesa Gonzales, Fatemeh Haghnejad, Keziat, Ilaria Novelli, Ninon Pelletier, Enrica Pizzicori, Natalie Pudalov, Lucia Ricciardi, Cecilia Rinaldi, Andrea Rivola, Nooshin Safakhoo, Sonsenzansie, Luca Vannozzi, Julio Vanzeler, Carola Vergara,Valeria Zaccheddu, Catherine Zarip


titolo                                     Il posto delle favole_Postfazione
sedi espositive                   Fiera dell'Editoria Indipendente, Sala Polivalente, Borgo di Farfa, Fara Sabina (Ri)
a cura di                               Barbara Pavan – testo introduttivo di Tatiana Rossi
inaugurazione                     venerdì 20 settembre 2013 ore 16
date                                       dal 20 al 22 settembre 2013
ufficio stampa                    email studio7artecont@mail.com
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Il CorrieredelWeb.it è un periodico telematico nato sul finire dell’Anno Duemila su iniziativa di Andrea Pietrarota, sociologo della comunicazione, public reporter e giornalista pubblicista, insignito dell’onorificenza del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana.

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