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mercoledì 21 agosto 2013

Jolanda Spagno "Sùrrealisma" - Ostuni

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA 
L.go Arcid. Trinchera 28 (Centro Storico), Ostuni


presenta

SÙRREALISMA

Personale di Jolanda Spagno 

a cura di Carmelo Cipriano 

Inaugurazione: sabato 31 agosto 2013, ore 19.00

GALLERIA ORIZZONTI ARTE CONTEMPORANEA, c/o Spazio Purgatorio, Via Alfonso Giovine (Centro Storico), Ostuni


Testi critici: Carmelo Cipriani

Catalogo: in galleria

In collaborazione con: Casbah Art Cafè

      Officine Tamborrino


La mostra sarà visitabile tutti i giorni (fino al 13 settembre) dalle 15.00 alle 22.00. 


Complice o spietato avversario, il bianco è presenza compendiaria e tautologica assenza. Con  algida imposizione può annullare o rendere possibile ogni cosa. Il foglio, sua sensoriale trasposizione, è l'ineliminabile punto di partenza della creazione, principio di ogni progettualità.

Legata ad una figurazione esplicita, estetizzante ed allucinata, memore di certo surrealismo, Jolanda Spagno mantiene la sua ricerca in equilibrio perfetto tra bellezza formale e approccio criptico della realtà. Dal silenzio del supporto emerge l'immagine, sempre ambigua, più ritrovata che creata. Il volto di estranianti sentinelle o il profilo di un bosco o di un orizzonte lontano, sono apparizioni fragili e rivelatrici di un universo di energie segrete; ritratti e alberi uguali a se stessi, di fatto unici, affiorano delicatamente per condurci in una dimensione mitica e fiabesca, in un'alterità diacronica e sincronica. 

Il suo peculiare linguaggio, lontano dal realismo ortodosso, delinea composizioni studiate in cui nulla è accessorio e tutto è essenziale. La consueta finzione del reale si destruttura nel raddoppiamento delle parvenze, originariamente generate da abbacinanti volumi di pierfrancescana perfezione. Aspirando alla dimensione ideale la figurazione è spinta ad estraniarsi dalla quotidianità, preferendo ad essa una visione magica ed evocativa, autenticamente poetica eppure problematica: un sogno che tende a farsi incubo nella sua sacrale e altera bellezza. 

Ombra e luce, bianco e nero, si sfiorano in un incontro fluido e mobile, che si stempera a tratti in passaggi chiaroscurali rarefatti, in un gioco di tonalità grigie intermedie e mutevoli. Abbinando le doti primigenie del disegno all'ambiguità percettiva di immagini lenticolari, l'artista costruisce le sue opere confondendo i piani spazio-temporali. Mentre l'abilità tecnica, espressa nella resa anatomica ineccepibile e nei chiaroscuri calibrati, accresce l'inganno, inducendo a spostare l'ambito di riferimento in un altrove lontano, la trasmutazione alchemica degli elementi visivi rispecchia una riflessione esistenziale profonda, un'esortazione ad abbandonarsi alla trasformazione e a non opporsi ai passaggi di vissuto. 

Metafore di un sincero sforzo ermeneutico, le sue opere conservano l'enigmaticità dell'ultima avanguardia storica, a cui non a caso è dedicata la mostra, intitolata Sùrrealisma, traduzione islandese del nome del celebre movimento primonovecentesco. L'Islanda, gelido paradiso, paese di per sé sibillino nella rarefazione abitativa e nel silenzio mediatico, è degno paesaggio e auspicato scenario per il lavoro dell'artista.    

Mediante una pittura rarefatta nei mezzi espressivi e densa nei contenuti, procede per derivazioni e revisioni della forma. Quest'ultima, analizzata nelle sue molteplici capacità illusorie, si abbandona allo scavo antropologico e alle profondità psicologiche. Le figure appaiono bloccate in un tempo senza memoria, ma in cui tutti i ricordi si affollano e reclamano ascolto. In una sorta di fenomenologia dell'apparizione, generata dalla reiterazione iconica delle lenti olf, l'immagine acquisisce un aspetto decantato e sospeso. 

L'atmosfera di sospensione metafisica, legata al muto dialogo delle forme e alla tensione evocativa dei rapporti chiaroscurali, tramutano le opere in visioni interiori, che ci invitano ad estraniarci dal vivere comune per intraprendere quella ricerca di verità a cui l'imperativo hic et nunc costantemente ci sottrae. 

Carmelo Cipriani


Jolanda Spagno è nata a Bari nel 1967. Conseguito il diploma all'Accademia di Belle Arti di Bari, dal 1995, si dedica alla produzione di videoanimazione, corsi di formazione per la realizzazione di cartoni animati e di didattica creativa dell'immagine. Dal 2012 è docente del corso "Pratiche creative per l'infanzia" all'Accademia di Belle Arti di Foggia.

Ha tenuto numerose personali. Tra le più recenti: 2011 - L'altra dimensione, a cura di C. Bortone, The Office Contemporary Art, Roma; 2009 - Prismi, a cura di G. De Palma, Area Archeologica Santa Maria Veterana, Triggiano (BA); 2007 - Lampisterie, a cura di A. D'Avossa, Galleria Verrengia, Salerno.

Tra le collettive: 2012 - Natural Party, Galleria Formaquattro, Milano; 2012 - Ouverture. La Festa dell'Arte, a cura di R. Lacarbonara, A. Frugis, N. Zito, Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (BA); 2011 - Seguendo il cammino di Marco Polo, artisti italiani dipingono Hangzhou (Cina), Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia; 54° Biennale di Venezia, a cura di V. Sgarbi, Padiglione Italia/Puglia, Complesso monumentale di Santa Scolastica, Bari; Il giardino segreto. Opere d'arte del secondo Novecento nelle collezioni private, a cura di L. De Venere, Complesso monumentale di Santa Scolastica, Bari; 2010 - Eclettica, a cura di A. Marino, Castello di Carovigno (BA); 2009 - V Festival Internazionale d'Arte Contemporanea Songzhuang, Pechino (Cina); 2007 - Natività, a cura di R. Pinto, Open Space, Catanzaro.

Nel 2011 è stata selezionata per il progetto Seguendo il cammino di Marco Polo, artisti italiani dipingono la città di Hangzhou nell'anno della Cina, promosso dal Ministero degli Affari Esteri e da Hangzhou cultural brand promotion. 





Luogo Evento:

Spazio Purgatorio

c/o Convento delle Monacelle

Via Alfonso Giovine (centro storico)

72017 Ostuni

Inaugurazione: Sabato 31 agosto, ore 19.00

Dal 31 agosto al 13 settembre 2013

Orari di apertura: tutti i giorni dalle 15,00 alle 22,00



Orizzonti Arte Contemporanea

Piazzetta Cattedrale (centro storico)

72017 Ostuni (Br)

Tel. 0831/335373



f: orizzontiartecontemporanea


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Redazione del CorrieredelWeb.it

martedì 20 agosto 2013

“PASTORI e MACELLAI - lame e utensili dalla tradizione” mostra al Museo Nazionale Archeologico fino al 28 Settembre




"PASTORI e MACELLAI - lame e utensili dalla tradizione" mostra al Museo Nazionale Archeologico fino al 28 Settembre

Campli da secoli ha una tradizione legata all'attività dei porchettai e dei lanaioli, come si evince dagli Statuti cittadini del Cinquecento. In questo contesto storico locale, nasce la mostra "Pastori e Macellai – lame ed utensili dalla tradizione", realizzata dal Museo Nazionale Archeologico di Campli, presso la propria sede a Piazza S. Francesco, 3.
La mostra, nell'ambito della manifestazione dedicata alla Porchetta Italica di Campli (17-20 agosto), intende far conoscere alcuni oggetti comuni ai macellai e ai pastori. Condizionato dall'uso per il quale è fabbricato, il coltello assume forme e dimensionidiverse, realizzato secondo le tradizioni o le materie prime del luogo, come: corno, osso, legno e metallo. La mostra è aperta dal 17 agosto fino al 28 settembre 2013, con il seguente orario: tutti i giorni, eccetto lunedì, dalle 9,00 alle 20,00. La mostra è corredata anche da un esplicativo depliant.

La presentazione di alcuni utensili, nell'ambito di una ben specifica manifestazione, vuole essere un contributo alla esatta percezione e valutazione dell'oggetto coltello. Si sono volutamente usati vocaboli come oggetto o utensile proprio per riportarlo al suo ambito originale e naturale.  La stessa attuale legislazione, erede di una
ancora più stringente post-unitaria, la definisce utensile atto ad offendere riportandolo alla sua fisiologia originaria e distinguendone l'uso errato cioè la cosiddetta patologia. Nelle sue varie forme e dimensioni il coltello risente e viene condizionato dall'uso per il quale è costruito, dalle materie prime a disposizione del coltellinaio dalle tradizioni più o
meno consolidate, del luogo di costruzione o di distribuzione. Una delle cose che salgono subito agli occhi in questa piccola esposizione è la svariata quantità di forme e varianti pur nella comune destinazione. Se infatti alcune caratteristiche sono legate alla diretta finalità, taglio di determinate materie in momenti e condizioni differenti, altre risentono della tradizione con cui vengono svolti determinati lavori. La pastorizia ha delle caratteristiche comuni in qualunque luogo o tempo venga svolta, alcune attività
si sono differenziate nel corso dei secoli dando origine alla produzione differenziata degli utensili. L'approvvigionamento e la conservazione degli alimenti da parte del pastore è legato alle condizioni climatiche, al luogo, ai prodotti deperibili e la risposta sarà la specificità degli oggetti. Avremo ad esempio borracce in pelle, in metallo, in legno o più semplicemente ricavate da frutti essiccati, tutto ciò è legato non solo a disponibilità economiche, ma alla possibilità di reperimento della materia prima. Confrontando come abbiamo fatto, coltelli sardi, toscani e abruzzesi ci si rende immediatamente conto che le attività e le necessità sono le stesse, variano le materie prime, ma quello che condiziona maggiormente l'oggetto è la consuetudine ad impugnarlo ed adnusarlo e portarlo in maniera diverse. Portare oggetti ingombranti e pesanti è condizionante in attività "nomadi", è necessario avere utensili polivalenti in grado di soddisfare le esigenze che di volta in volta si presentano. Il contro, sempre elevato, in rapporto alle condizioni di vita porta privilegiare alcune caratteristiche utili alla conservazione, quali appiccagnolo, fodero ecc., ed altre legate alla longevità del coltello, capacità ad essere più volte arrotato, resistenza agli urti, nonché alla possibilità di usare materie prima possedute a costo zero, quindi le corna di animali, ed in quantità tali da consentire il baratto con il
coltellinaio. A questi coltelli "multiuso" si affiancano quelli destinati alla trasformazione alimentare dell'animale. Anche qui usi ed abitudini hanno determinato esigenze e quindi numerose ì varianti. La prima e dirimente è la lama fissa di dimensioni notevoli ma di piccolo spessore, lo scopo infatti è tagliare e non spezzare; la punta è vista come accessorio utile solo in alcuni casi ed anzi "pericolosa" non per l'uso ma per il portafoglio: - può infatti comportare lo spezzarsi della lama – tanto che in alcuni esemplari viene eliminata al momento della costruzione. I singoli momenti della lavorazione dell'animale sono scanditi da utensili sempre più specifici e finalizzati a non perdere nulla della pregiata materia prima.
Materia tanto pregiata da essere utilizzata solo per grandi avvenimenti e ricorrenze statisticamente poco rilevanti e quindi non in grado di esprimere esempi commerciali numerosi o monotematici.  Il Macellaio, sino a tutto il 1800 è un artigiano che occasionalmente è anche commerciante, dovendo vendere il suo guadagno spesso effettuato in natura, da qui la necessità di fornirsi di utensili atti ai più svariati bisogni, facilmente e legalmente trasportabili, resistenti alle sollecitazioni meccaniche e chimiche del lavoro, in grado di essere più volte arrotati ed ammortizzare al massimo il valore iniziale. Come si può vedere sono concetti molto lontani dal nostro pensare attuale che vuole oggetti di rapido consumo o obsolescenza e questo nostro piccolo recupero, prima che storico vuole riportare questi materiali al loro iniziale concetto di fidati compagni di lavoro.
(articolo di Glauco Ageletti)

lunedì 19 agosto 2013

Realizza i sogni di un bambino!

Adotta un bambino a distanza e realizzerai i suoi sogni!

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domenica 18 agosto 2013

Carlo Levi, il volto del Novecento, è il titolo della mostra a Ravenna dedicata alla pittura del celebre scrittore e Senatore italiano



 

Mostra:    CARLO LEVI "IL VOLTO DEL NOVECENTO"


Sede espositiva
:                           Palazzo Mauro de Andrè, viale Europa, 1 - Ravenna
Periodo:                                    dal 30/08/2013 al 16/09/2013
Organizzazione:                        Associazione Culturale Il Cerbero
Orario:                                      
tutti i giorni dalle 19.30 alle 23.30
Informazioni:                            Palazzo Mauro de Andrè tel. 335 8151821 e-mail: info@ilcerbero.it
Mostra e catalogo a cura:             Silvana Costa
Patrocinio:                                 Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna.
Ingresso:                                    Gratuito

Inaugurazione:
venerdì 30 agosto 2013 ore 19.00 Palazzo De Andrè, Ravenna


CARLO LEVI "IL VOLTO DEL NOVECENTO" è la mostra a cura di Silvana Costa che inaugura a Ravenna negli spazi del Pala De Andrè venerdì 30 agosto alle 19.00.
 
Oltre 100 opere a partire dagli ani 20 fino agli anni 70 descrivono la personalità del pittore, scrittore e pensatore (politico) Carlo Levi considerato tra i più significativi narratori del Novecento. Una raccolta unica, un ampio e ricercato campionario di opere tra pittura, scultura e monotipi per raccontare l'intellettuale e l'artista, curata attraverso una ricognizione attenta sui collezionisti privati del nostro territorio che ha coinvolto il nuovo spazio Museale C.U.BO Centro Unipol Bologna, che ha all'interno una ricca collezione dedicata al Novecento di cui di circa 50 opere di Carlo Levi, e realtà analoghe come il museo MAGI900 di Pieve di Cento (FE), l'archivio Cagli di Roma, la Fondazione Carlo Levi di Roma che conserva una raccolta di 800 dipinti del Maestro e un archivio di manoscritti e di materiale documentario sull'artista.
Un mostra che è anche la celebrazione dei 50 anni dalla scesa di Levi in politica, era il 1963 infatti quando per dare peso alle sue inchieste sociali sul degrado generalizzato del paese, e mosso dal desiderio di contribuire a modificare una politica stratificata su un immobilismo di conservazione di certi diritti acquisiti anche illegalmente, Levi passa dalla teoria alla pratica e, convinto dagli alti vertici del partito comunista, incomincia a svolgere politica attiva. Candidato a un seggio senatoriale, viene eletto per due legislature Senatore della Repubblica.
 
Il vasto gruppo di opere esposte vuole condurre il pubblico sia all'abilità artistica e pittorica dello scrittore che raccontava anche attraverso le linee energetiche che compongono un'opera, sia essa bidimensionale o tridimensionale, la capacità dell'uomo di essere testimone e protagonista degli eventi politici culturali del suo tempo, sia effettuare un'indagine accurata del personaggio storico che se da un lato fu un sostenitore delle regole, dall'altro si espresse come innovatore per caldeggiare quei cambiamenti necessari a migliorare la condizione del paese.
Nato a Torino, il 29 novembre 1902 (morirà a Roma il 4 gennaio 1975) in una famiglia ebraica della borghesia torinese, fin da ragazzo dedica molto del suo tempo alla pittura. Nel periodo degli studi universitari, per il tramite dello zio, l'onorevole Claudio Treves (figura di rilievo nel Partito socialista), conosce Piero Gobetti che lo invita a collaborare alla sua rivista La Rivoluzione liberale e lo introduce nella scuola di Felice Casorati intorno alla quale gravita l'avanguardia pittorica torinese.
Queste amicizie saranno determinanti per scegliere un percorso che nonostante la laurea in medicina, Levi dedicherà all'arte e alla passione politica maturando la sua consapevolezza artistica a Parigi dove aveva uno studio, città che gli permetteva di contemplare e incontrare artisti antichi e contemporanei, guardando alle esperienze europee postimpressioniste. Fece parte del gruppo dei Sei di Torino e, in netta antitesi al più vieto accademismo del Novecento, elaborò nelle sue opere (ritratti, nature morte) un acceso e vibrante linguaggio espressionista che rimase costante, seppure piegato a più esplicite istanze realistiche, nella sua successiva produzione che si allarga anche al paesaggio. Ma la sua sua opera più importante è forse quella che lo vede vestire i panni dello scrittore; Cristo si è fermato a Eboli che Einaudi gli pubblica nel 1945, nata dai ricordi di confinato in Lucania, è il ritratto morale, sociale, ma soprattutto poetico di una gente e di un paese, il racconto veridico e pur favoloso di un viaggio alle origini della civiltà, compiuto a contatto di quelle misere popolazioni. La risonanza che avrà il romanzo mette in ombra la sua attività di pittore: ma la stessa pittura di Levi sarà influenzata da quel soggiorno diventando più rigorosa ed essenziale e fondendo la lezione di Modigliani con un sobrio, personale realismo.

La mostra, patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna, Provincia di Ravenna, Comune di Ravenna, è stata realizzata con il contributo di: AGENZIA RITMO, CLUB DEL SOLE, CONSAR-GRAR, COPURA, IDROEXPERT, MOVITER STRADE CERVIA, NADEP, PENTAGRAMMA ROMAGNA, S.P.M. CONSULTING, SIDAC GRUPPO ACMAR, STUDI DI SERVIZI ALLE IMPRESE.
 
 
Immagine: Ragazza in poltrona, olio su tela, 1961 (C.U.BO Centro Unipol Bologna)



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Redazione del CorrieredelWeb.it


sabato 17 agosto 2013

Modica (RG) - “Colore uno. Nature e antinatura”, opere di Tommaso Chiappa in mostra al Palazzo Grimaldi

 Agli organi di Stampa

Modica (RG), 17/08/2013


"Colore uno. Nature e antinatura", opere di Tommaso Chiappa in mostra al Palazzo Grimaldi


Dal 30 agosto al 21 settembre il Palazzo Grimaldi (Corso Umberto I, 106) ospiterà la mostra "Colore uno. Nature e antinatura" di Tommaso Chiappa, a cura di Elisa Mandarà (vernissage venerdì 30 agosto ore 18,30).

La mostra, organizzata con il patrocinio della Fondazione Giovan Pietro Grimaldi e con il contributo dell'agenzia Andrea Licitra pubblicità, si annuncia come un'interessante novità in campo artistico per la provincia di Ragusa.

Con "Colore uno. Nature e antinatura", l'artista palermitano propone per la prima volta al pubblico ragusano un saggio della propria produzione pittorica, allestendo un percorso espositivo con circa quaranta opere di varie dimensioni, realizzate con tecniche ad acrilico tra il 2011 e il 2013, che tocca le principali tappe del suo cammino artistico (il viaggio come acquisizione di una nuova prospettiva, i non luoghi, l'individuo e la dimensione metropolitana, l'incontro-scontro tra l'uomo, le "prigioni" urbane, il ritorno alla essenzialità, la Natura vivente, ecc.).

Le ascendenze artistiche e culturali dell'arte di Tommaso Chiappa, come scrive Elisa Mandarà nel testo critico della mostra, vanno ricercate nella lezione surrealista, nell'attenzione del Pop al folclore urbano, nelle declinazioni fumettistiche e pubblicitarie del mondo esterno, nella riflessione intellettuale sulle valenze dell'immagine elaborata dall'Arte Concettuale negli anni Sessanta e nelle iconografie del Fotorealismo degli anni Settanta e, per la scelta del monocromo, nell'opera di maestri come Schifano.

L'impiego di un solo colore è una "reazione estetica" alla condizione contemporanea dell'uomo, "calato in un reale frammentato, parcellizzante, ove ogni situazione pare ammalata di contingente, ove le certezze archetipiche degli assoluti paiono essere inesorabilmente crollate". Ecco, dunque, che gli scenari urbani, umani, paesaggistici, le "nature" che l'occhio cattura, diventano "antinature" attraverso la loro trascrizione emozionale e simbolica, mentre il monocromo assurge al ruolo di "argine alla sensualità dei colori, in una ricerca di sintesi, di purezza di parola".

Tommaso Chiappa (Palermo, 1983) si è formato artisticamente a Milano, dove vive e lavora. Ha al suo attivo varie mostre personali e collettive in molte città italiane. La scelta tecnico-formale del monocromo, la pregnanza di alcune tematiche centrali attinte dal dibattito sulla contemporaneità, la tendenza all'interazione con altri linguaggi (es. video) sono alcuni tra i tratti distintivi della sua arte.

In occasione del vernissage l'Enoteca Fratelli Mazza di Ragusa offrirà una degustazione di vini.
La mostra osserverà i seguenti orari: lunedì-sabato ore 9.00-13.00 e ore 16.00-20.00, domenica chiuso.


In allegato:
locandina e immagine.

Info e contatti
Fondazione Grimaldi
Corso Umberto I, 106 – Modica (RG)
cell. 380.7030586


--
INpress ufficio stampa 
di Giovanni Criscione
p. iva. 01467520886
Via Assì 13, Modica (RG)
tel. 0932 752707
cell. 329 3167786

martedì 13 agosto 2013

Mostra del Cinema di Venezia: ISTINTOBRASS film documentario su TINTO BRASS

70. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA

la Biennale di Venezia 2013


"ISTINTOBRASS"

Il film documentario sulla vita di Tinto Brass



Alla 70a edizione della Mostra del Cinema di Venezia un film documentario su Tinto Brass. Nel cast anche Helen Mirren, Sir Ken Adam, Gigi Proietti, Franco Nero, Adriana Asti, Serena Grandi e molti altri.


Si chiama "Istintobrass" il film documentario sulla vita di Tinto Brass che sarà presentato alla 70a edizione della Mostra del Cinema di Venezia. 


Realizzato dal regista Massimiliano Zanin, assistente alla regia e sceneggiatore di Brass da più di dieci anni, il documentario è scritto, oltre che da Zanin e da Caterina Varzi, anche dallo stesso Brass che ha fortemente voluto questo lavoro, collaborando oltre che alla scrittura anche alla ricerca di materiale inedito e alla scelta degli attori e critici cinematografici intervistati.


Il documentario racconta un Brass inedito, dagli anni della formazione a Parigi alla Cinématèque Francaise al fianco di Roberto Rossellini, Henri Langlois e Joris Ivens con altri giovani cineasti come Bresson, Godard, Truffaut, fino agli albori della Nouvelle Vague. Poi il ritorno in Italia e i primi capolavori come "Chi lavora è perduto", "La vacanza", "L'urlo", "Col cuore in gola". Il rapporto con Dino de Laurentiis, Alberto Sordi, Silvana Mangano. La scoperta di un grande attore come Gigi Proietti e i selvaggi e avventurosi film in società con Franco Nero e Vanessa Redgrave


Un Tinto politico, un cinema anarchico, innovativo, sperimentale e pieno di invenzioni linguistiche che si esprimevano soprattutto grazie al montaggio geniale elaborato in seguito alla collaborazione con Ivens e Rossellini ed al lavoro di archivista alla Cinématèque. 

Un cinema quasi dimenticato che il documentario si occuperà di riportare alla luce attraverso il racconto di quattro fra i più importanti critici cinematografici, prima di passare alla vita privata di Tinto, al rapporto speciale con la moglie Tinta e con i tanti attori che con lui hanno collaborato.


E poi ancora i primi grandi successi di pubblico, il cinema sul potere di Salon Kitty e Caligula e l'approdo al cinema erotico con La Chiave che ne decretano un enorme successo presso il pubblico internazionale, via via fino ad arrivare all'oggi, al Brass personaggio mediatico e alla sua iconografia del piacere voyeuristico ormai sedimentata nell'immaginario del pubblico attraverso i racconti di Gigi Proietti, del premio Oscar Helen Mirren, dell'attore feticcio Franco Branciaroli, di Serena Grandi, di Franco Nero e del due volte premio Oscar Sir Ken Adam.


Tinto Brass

Uno dei personaggi più controversi, originali e amati del cinema italiano.

Il regista più censurato della storia. Un anarchico della pellicola, uno sperimentatore geniale, un inventore di sogni. Un vero grande artista. Questa è la sua storia.


Il regista Massimiliano Zanin

Veneto, una laurea in Sociologia, da ormai 15 anni vive a Roma. Nel 1999 incontra Tinto Brass che lo sceglie come uno dei giovani registi del progetto "Corti circuiti erotici", con il film "Rapporti Impropri". L'amicizia e il rapporto con Brass, per il quale diviene lo sceneggiatore di fiducia, si approfondiscono negli anni successivi. In tutti i film realizzati al fianco di Brass scrive la sceneggiatura mentre sul set lavora come assistente alla regia. Parallelamente si occupa della produzione al fianco di Mario Di Biase storico organizzatore anche di Bertolucci, Fellini, Pasolini; e di Enzo Sisti, produttore esecutivo della maggior parte dei film americani girati in Italia.


70. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica

La Biennale di Venezia 2013

Venezia Classici, Documentari


Credits

Un film di Massimiliano Zanin

Scritto da Tinto Brass, Caterina Varzi, Massimiliano Zanin


Una Produzione Think'o Film + Wave

Con Tinto Brass, Helen Mirren, Gigi Proietti, Franco Branciaroli, Serena Grandi, Adriana Asti, Franco Nero, Manlio Gomarasca, Bonifacio Brass, Gianni Canova, Marco Giusti, Yuliya Mayarchuk, Marco Muller, Sir Ken Adam.


Fotografia Luca Giberti, Timoty Aliprandi

Montaggio Alessandro Calevro

Regia Massimiliano Zanin

Durata 105 min




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Redazione del CorrieredelWeb.it


lunedì 12 agosto 2013

Solo per te: un Home Theatre fino al 12

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