There Is Something You Should Know
una performance di Chiara Fumai
in collaborazione con Andrea Lissoni
in occasione della presentazione del catalogo Archiving, gathering, exhibiting, recounting, remembering, loving, desiring, ordering, mapping. A performance cycle.
A cura di Cecilia Canziani e Ilaria Gianni – NERO Publishing
Venerdi 6 maggio ore 18,30
La Pelanda, MACRO Testaccio - spazio Cisterne, Piazza Orazio Giustiniani, 4 - ospitati da ROMA - The Road to Contemporary Art
Meeting point stand Nomas Foundation | Padiglione 3 – stand I 13 | ore 18,15
Lo spazio Cisterne ha una capacità di posti limitata. L’accesso sarà consentito fino ad esaurimento posti.
Nomas Foundation, in occasione di Roma. The Road To Contemporary Art, presenta all’interno del suggestivo spazio delle Cisterne THERE IS SOMETHING YOU SHOULD KNOW.
L’opera di Chiara Fumai nasce in risposta alla richiesta da parte di Andrea Lissoni di lavorare su una leggendaria e non documentata performance del filmmaker sperimentale ed artista visivo Jack Smith (1932-1989) del 1981 presso La Panteca Volante di Genova.
THERE IS SOMETHING YOU SHOULD KNOW consiste nella simulazione dell’esistenza di un gruppo esoterico chiamato S.I.S. (“Scuola Iniziatica Smithiana”). Di ispirazione sincretica e gnostica, S.I.S. è un leviatano bizzarro e antagonista, scagliato contro la tradizione della cultura materialista - riduzionista, antimetafisica e pervasa da un atteggiamento illustrativo, o condizionato dal regime spettacolare del visivo - che è incapace di riuscire a “vedere” davvero Jack Smith e la sua scintillante ricerca. Il processo di iniziazione, le incertezze sul suo funzionamento, i dubbi, le paure e la complessità della struttura della S.I.S., si possono intendere come un’allegoria della scoperta del mondo e dell’immaginario di un artista: estremamente articolato, ma tanto magico e incommensurabile da poter ricevere come tributo una strana forma di “culto”. Gli aspetti formali dell’opera (la setta, la lezione teorico-pratica, il mito atlantideo, la parola magica, il rifugio nel mondo delle idee, la trascendenza) reinterpretano forme e procedure di alcuni gruppi esoterici moderni. Tali gruppi presentano inspiegabilmente misteriose ma straordinarie analogie con l’immaginario visivo e filosofico di Jack Smith.
La S.I.S. si prefigge di creare le condizioni per la ricostruzione di una performance di Jack Smith attraverso un seminario. O meglio, di ricostruire l’immaginario scaturito da una performance, in cui tutti i personaggi, le storie e i miti veri e propri costruiti dall’artista, sono ricombinati fra loro. In quest’ottica la S.I.S. ha stabilito di non lavorare con un’esposizione di documenti, di oggetti o di strumenti illustrativi tradizionali come immagini video o fotografiche, ma con pratiche metafisiche.
Così, seguendo alcune tradizioni filosofiche e magiche che credono nell’Esistenza del Mondo delle Idee prima ancora di quello Materiale (e nella meravigliosa possibilità di esplorarlo), la S.I.S. insegna ai suoi partecipanti attraverso “pratiche onironautiche”. La S.I.S. sostiene infatti l’esistenza di un territorio magico e lontano chiamato Montezland, che viene descritto in dettaglio e invocato tramite una formula magica apposita. Tali pratiche possono suonare bislacche, ma sono scientificamente basate sulle teorie del sogno lucido e del viaggio astrale.
La S.I.S. tiene a precisare che durante la sessione non avviene nessun fenomeno di natura paranormale. Ma, allo stesso tempo, l’apprendimento degli insegnamenti non agisce nell’immediato. In sintesi, allo spettatore viene trasmessa una forma di sapere alternativo - una versione antagonista della Storia dell’Arte Contemporanea - capace di distruggere (se lo si desidera), tanto i sistemi gerarchici unificati della dialettica, tanto la tautologia semplicistica del mondo visibile.
Spetta alla sensibilità e all’immaginazione dello spettatore - tradizionalmente denominato dalla S.I.S. “studente” - mettere in pratica quanto appreso, per poi eventualmente decidere che posizione assumere nella vita.