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venerdì 18 settembre 2009

Gioielli in mostra

Il GIOIELLO – IL TEMPO

Design d'avanguardia ma anche uno sguardo rivolto al passato. Ricerca delle forme, materiali poveri, classici e d'avanguardia. Proiezioni artistiche per gioielli raffinati ed unici.

Espongono i loro gioielli gli artisti: Silvia Cerroni, Alessandro D'Ercole, Dede Stefanini.

24-27 settembre 2009

Galleria Massenzio Arte

Via del Commercio 12 – Roma

h. 16,30-19,00

Nel nostro tempo, mentre la tecnologia strizza l'occhio al design che fa tendenza, realizzando cellulari, penne USB, auricolari scintillanti di lustrini come bijoux da indossare, le creazioni orafe di Silvia Cerroni attingono dalla tecnologia i materiali per creare gioielli avveniristici di sperimentazione, oreficeria in movimento. (Silvia Cerroni)

Poichè è il gioiello il manufatto umano che gli uomini hanno indossato dall'inizio della loro storia, esso deve essere considerato la prima forma d'arte capace di collegare ricchezza , bellezza e vanitas; il gioiello ha accompagnato i desideri, e spesso la vita di uomini e donne, non solo di re e regine, ma anche di persone semplici, che hanno delegato ad un piccolo oggetto, appendice e completamento del proprio corpo, la propria fortuna, le proprie speranze, il proprio senso di unicità. Non è, quindi, una forma d'arte minore: non esistono forme d'arte minori; esiste invece in ogni opera creata dalle mani dell'uomo e prima ancora dalla sua testa e dalla sua sensibilità una piccola quantità d'amore e di energia che differenzia un manufatto da un altro; per cui può accadere, e forse dovrebbe accadere che, indipendentemente dal valore intrinseco del materiale con cui l'opera-gioiello viene realizzata, colui o colei che ha un senso estetico più sviluppato, indipendentemente dalla sua ricchezza, possa indossare una vera opera d'arte, un'aura di bellezza che lo accompagna e lo denota, lo fa sentire unico, migliore anche di chi appare più fortunato per ricchezza ed agi.

In questo senso il gioiello va rivalutato, e visto come un vero oggetto di potere: un feticcio che da, a chi lo possiede, la capacità ed il potere di essere migliore di quanto a prima vista appaia. Chi si appresta ad acquistare un gioiello deve poter vedere la bellezza dove altri non riescono a coglierla. Il motivo per cui realizzo gioielli in ferro è proprio questo. Cerco la bellezza da tirare fuori dal materiale più povero e vilipeso. Un materiale con cui sono stati fatti cannoni e fucili, e mai gioielli. La colpa non è del ferro, la colpa è degli uomini. La bellezza è ovunque la si voglia cercare. (Alessandro D'Ercole)

Il gioiello come testimonianza del nostro passato e della nostra cultura, rivisitato per essere vissuto nella quotidianità. Il gioiello nel tempo è il tema e la sfida che Dede Stefanini vuole proporre nelle sue creazioni, una rivisitazione degli stili antichi con uno sguardo al futuro. (Dede Stefanini)

Organizzazione a cura

Associazione Incontri e Eventi

incontrieventi@alice.it


MASTER ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO UPC / ACMA 2009-2010

MASTER E CORSI DI FORMAZIONE CONTINUA

ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO UPC / ACMA MILANO 2009-2010


ACMA Centro Italiano di Architettura organizza a Milano il programma di Master e Formazione Continua in Architettura del Paesaggio realizzato a partire dal 1983 a Barcellona dall'Universitat Politécnica de Catalunya, tra i più riconosciuti e autorevoli programmi formativi europei del settore. Il titolo è riconosciuto dalla EFLA. La finalità del master consiste nel raggiungere la formazione standard europea per architetti del paesaggio secondo i parametri formativi indicati dall'associazione al fine di omologare e certificare le attività professionali del settore nell'ambito UE. Il master di secondo livello (1500 ore di cui 750 frontali) intende sviluppare una capacità di lettura trasversale alle diverse discipline (dalla fotografia alle scienze ambientali, dalla pianificazione all'ingegneria) dei fenomeni presenti sul territorio e di intervento a tutte le scale anche attraverso l'impiego di modalità, tecniche e materiali innovativi, seguendo le direttive europee riferite direttamente o indirettamente all'ambiente e al paesaggio. Il programma permette un percorso di formazione flessibile ed articolato per moduli didattici di 50 ore o multipli (workshop di progettazione, seminari teorici, viaggi, incontri, itinerari, ecc.) all'interno del quale ogni partecipante potrà operare scelte specificatamente adatte alle proprie caratteristiche, attitudini, esigenze. La frequenza dei singoli moduli comporta il rilascio di diplomi post-laurea della UPC di Barcellona. Grazie ai temi affrontati e al livello particolarmente elevato dei docenti invitati, selezionati tra le più significative esperienze europee, il programma gode del patrocinio dei maggiori organismi nazionali e internazionali preposti al controllo e della gestione dello sviluppo compatibile ed integrato del territorio così come previsto dai protocolli internazionali sull'ambiente e dalla Convenzione Europea del Paesaggio. I programmi del master e dei corsi post-laurea della UPC/ACMA presentano i requisiti per l'ottenimento di borse di studio a copertura totale messe a disposizione da fondazioni, enti e istituzioni pubbliche (Province, Regioni) anche a carattere internazionale.

Direzione Jordi Bellmunt (Barcellona), Joao Nunes (Lisbona), Antonio Angelillo (Milano).


Per informazioni:

ACMA Centro di Architettura

via Antonio Grossich 16, 20131 Milano

Tel. +39 02.70639293 Fax.+39 02. 70639761

giovedì 17 settembre 2009

Nel clima di Artelibro a Fragilecontinuo



Nel clima di Artelibro:

i racconti verbo-visuali di Linda Rigotti a Fragilecontinuo


Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 "E appropriamento ipotetico di una città", narrazioni per immagini su carta


Anticipa e accompagna Artelibro, ma ne espande anche i confini, la mostra organizzata da Fragilecontinuo. Dal 19 settembre al 3 ottobre 2009 verranno infatti esposti i lavori di Linda Rigotti, il cui nucleo centrale è rappresentato da quello che potremmo definire semplicisticamente come "libro d'artista", ma che sconfina e si completa nella narrazione attraverso altri linguaggi.


"E appropriamento ipotetico di una città" il titolo della mostra, ad indicare il filo conduttore che percorre libro, immagini e video esposti. Un titolo che chiama in causa il concetto di luogo e, con sé, quello di viaggio, percorso. I lavori esposti mettono infatti in relazione due luoghi simbolo per Linda – le Dolomiti, dov'è nata, e Bologna, dove ha vissuto e vive – in un susseguirsi di frammenti che si traducono in litografia, foto, parole che scorrono. Il tutto elaborato e trasformato graficamente, per poi essere fissato su carta in un atto sapientemente artigianale di manipolazione del supporto.


Il lavoro verbo-visuale che trova espressione nel libro si completa con un video/documentario che racconta in immagini in movimento quanto è stato fissato su carta, di cui saranno esposte anche le litografie e le fotografie originali. La congiunzione "e" al principio del titolo della mostra suggerisce invece la presenza di altri lavori sul suppoto carta.



INFORMAZIONI GENERALI


Chi Linda Rigotti

Cosa "E appropriamento ipotetico di una città" - Personale

Dove Fragilecontinuo

http://fragilecontinuo.blogspot.com

Vicolo de' Facchini 2/a (angolo via Mentana), Bologna

Quando Vernissage 19 settembre 2009, dalle 19.00

Mostra 19 settembre – 3 ottobre 2009

Contatti press.fragile@gmail.com

335.7413307



MOSTRA GRAFFITI A NAPOLI



Collettiva

GRAFFITI E COLLAGE
GalleriaMonteoliveto NAPOLI, Piazza Monteoliveto 11
vernissage mercoledì 23 settembre ore 17.30.
La mostra sarà presentata dal critico Gianni Nappa


Galleria Monteoliveto Napoli – event opening at 23 september 2009 "Graffiti" Special guest Paul Kostabi

Alla fine degli anni settanta dalle strade di New York , l'arte murale di Basquiat approdò alla factory del re della Pop Art Warhol e negli stessi periodi Keith Haring iniziò un sodalizio con l'artista di origini Haitiane. Nel 1980 Jean-Michel Basquiat partecipa al Time Square Show, retrospettiva organizzata da un gruppo di artisti, alla quale farà il suo formale debutto newyorkese anche Haring. Questo evento riconosce la nascita di due nuove avanguardie della Grande Mela: la downtown (neopop) e la uptown (rap e graffiti).


La Galleria
Monteoliveto ha voluto rendere omaggio alla fulminante carriera di questi due giovani artisti statunitensi scomparsi prematuramente, organizzando una collettiva di artisti in cui spiccano due opere di Paul Kostabi.

artisti: Gianpaolo Cono (Italia) Denise Grisi (Francia) Raymundo Bispo da Silva (Brasile)Anais Colin (Francia)
Miry Huyghe (Francia)
special guest:L Paul Kostabi (USA)


Chantal Lora
Galleria Monteoliveto
Napoli - Nizza




BARBARA MANSO Galleria ContemporaneamenteArte mostra sabato 19 set

MOSTRA ALLA GALLERIA CONTEMPORANEAMENTE ARTE

Via Conchiglia, 29

62012 Civitanova Marche (MC)

334...

mail: contemparte@tiscali.it

COMUNICATO STAMPA

ARTISTA: BARBARA MANSO

INAUGURAZIONE : Sabato 19 Settembre ore 18,30

PERIODO ESPOSITIVO : dal 19 Settembre al 30 ottobre 2009

ORARIO: 18,00 - 20,00 (da mercoledì a sabato)

Con l'impiego di materiali inconsueti, la ricerca di Barbara Manso è proseguita fino

all'uso di un materiale che nella sua semplicita', leggerezza e carica simbolica

riesce ad aprirle una nuova via di sperimentazione: il filo.

Telai di legno e di ferro sono supporti che interagiscono con la lana, il cotone e i colori di un mondo che rimanda a sogni sospesi.

Il filo, l'elemento essenziale dei lavori di Barbara Manso è il simbolo avvolgente dell'esistenza umana che si snoda tra gli oggetti, li avvolge, li rende opacamente permeabili alle rifrazioni del fare umano. Cosi le storie, la storia degli uomini si avvolge e riveste gli oggetti nella loro superficie come fragile unico filo senza tramatura, esso si accosta e sovrappone a se stesso mantenendo la sua metafora di fragilità, sempre recidibile.

Si dice spesso: mantenere il filo del discorso, ossia il senso comune che si ha di esso. Forse tale metafora trova la propria efficacia figurativa, a vantaggio della più ideale linea, per la fisicità dell'oggetto tirato in causa: il filo. Esso anche se aggrovigliato nei percorsi della vita ci riconduce ad un'origine, all'uscita del minoico labirinto entro cui tutti vaghiamo alla ricerca delle minotauriche paure.

Vi è un lavoro che spicca, tra la collezione di oggetti eterogeneamente rivestiti del fragile filo di senso di Barbara, è un'inquietante forca viola; un oggetto che spaventa, che non lascia spazio, almeno apparentemente ad equivoci, ma che definisce smentendo tale previsione, la sua apertura ad altro attraverso il titolo che lo battezza: "second life". Tale titolo sposta il senso in un altro senso: per cominciare qualcosa, qualcos'altro deve finire.

L'artista trasforma ciò che cinicamente è visto come fine nella speranza (ultimo dei mali, il solo e unico gestibile dagli uomini) di un nuovo inizio.

Dal testo critico di Diego Mazzaferro

Docente di Semiologia Accademia di Belle Arti dell'Aquila



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White Project. Vincenzo Agnetti 26 settembre 2009

Vincenzo Agnetti

a cura di Renato Bianchini

Opening september 26st, 2009 7-9 PM

La mostra di apertura della nuova stagione della galleria White Project conferma l'attenzione, da parte di uno spazio espositivo prevalentemente impegnato sul lavoro dei giovani, alle opere della storia.

Dopo la mostra di Paolo Icaro e Claudio Olivieri e di quest'ultimo la recente personale con i dipinti degli anni settanta, ecco, la mostra dedicata al lavoro di Vincenzo Agnetti, un artista unico nel suo genere, considerato il padre dell' arte concettuale in italia, il cui pensiero è ancora attualissimo.

Agnetti pur se deceduto da tempo è da considerarsi per molti giovani artisti, non solo un maestro, ma una vera e propria guida lungo il percorso dell' arte.

Oltre che essere stato artista è stato principalmente critico e teorico che ha fondato ogni suo gesto creativo sullo scardinamento e sulla riabilitazione della comunicazione, della cultura e dell'arte.

Le sue opere sono principalmente da leggere, i lavori non si presentano infatti come oggetti offerti alla percezione istantanea dello spettatore, ma come testi che vogliono essere decifrati su un piano specificatamente concettuale.

Sicuramente è stato un artista di confine, votato ad tentazioni interdisciplinari e peripezie esistenziali. Ogni sua opera è frutto di una investigazione personale, sempre supportata da una tensione morale e da una pudica implicazione estremamente soggettiva.


White Project

P.zza Garibaldi 7

65127 – Pescara, Italy

+39 085 2018183

info@whiteproject.net

www.whiteproject.net

Mauro Bianchini <wpbianchini@yahoo.it>


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