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lunedì 23 marzo 2009
Musica e Architettura
L'AMANTE di Harold Pinter
presenta
L’AMANTE
di Harold Pinter
Con
Tullia DANIELE e Mauro FANONI
Giacomo ZITO
Teatro Tordinona
via degli Acquasparta, 16 – ROMA
Orari:
Da martedì a Sabato ore 21 - Domenica ore 18
Biglietto unico € 14,00
Per gruppi (oltre 10 persone): biglietto a €10 PREVIO PRENOTAZIONE
Debutta martedì 24 marzo al Teatro Tordinona “L’Amante”, di Harold Pinter, con Tullia Daniele e Mauro Fanoni, per la regia di Giacomo Zito, in scena fino a domenica 5 aprile.
La “Compagnia MiRó” desidera offrire così il proprio omaggio all’autore Premio Nobel 2005 per la letteratura, tristemente scomparso la scorsa vigilia di Natale, con la messa in scena di un testo che è il geniale esempio di ciò che ormai viene definito pinteresque.
Si tratta infatti della commedia più sensuale del grande drammaturgo inglese, atto unico provocante e intelligente: scritta nel 1962, L’Amante è un gioco di raffinata perversione, governato crudelmente dalla legge del desiderio, un rituale erotico dalle conseguenze imprevedibili e di sorprendente comicità.
Tra momenti di ironia e di passione, i due protagonisti, così reali e umani, riescono a coinvolgere il pubblico nelle loro vite, tanto da farlo immedesimare in una situazione che sfiora i limiti dell’assurdo.
Sarah e Richard, sposati da ormai dieci anni, ogni giorno affrontano la vita con gioia e curiosità: si salutano amorevolmente al mattino, prima che Richard vada in ufficio, e si ritrovano serenamente la sera, alle sei, dopo aver passato entrambi un caldo pomeriggio con i propri rispettivi amanti. Su questa relazione hanno impostato affettuosamente il proprio equilibrio, ma dopo dieci anni, nell’arco di due soli giorni e in un’ora di spettacolo, è concentrata la crisi che si manifesta nel loro rapporto. Una crisi che li porterà lontano.
La brillante regia di Giacomo Zito, centrata sulla stravagante dialetticità dei personaggi, e l’interpretazione accattivante di Tullia Daniele e Mauro Fanoni, condurranno lo spettatore, continuamente travolto dagli eventi scenici, in un viaggio stimolante e divertente che riuscirà ad appassionare anche i più scettici.
Ufficio stampa: Elisabetta Castiglioni
Tel/Fax + 39 06 3225044 - Cell + 39 328 4112014
elisabetta@elisabettacastiglioni.com
www.elisabettacastiglioni.com
Note di Regia
Il testo, sviluppato attorno al gioco che i due protagonisti, marito e moglie, mettono in atto, ci pone di fronte ad una molteplicità dei livelli della comunicazione, dei sentimenti e delle modalità: alla base, esistono le personalità vere e proprie dei due personaggi Sarah e Richard; esse, filtrate dalle necessità imposte dalla “situazione di gioco” momentanea, vanno a creare altri personaggi che, con i propri caratteri, i propri mezzi e i propri limiti, muovono verso il raggiungimento dei loro obiettivi. Obiettivi i quali, logicamente, non possono che appartenere alle due personalità “reali” di base.
Il lavoro registico, dunque, ha voluto dare massima rilevanza alla manifestazione delle modalità dei personaggi e alla loro grottesca conflittualità, che si ritiene scaturisca, in completa sintonia con lo stile dell’autore, da elementi tanto umani quanto elementari: il sesso e il cibo. La parola, come nelle menti dei personaggi (e nella realtà), così sul palcoscenico, è accompagnata da azioni di grande respiro, che rendono al massimo le potenzialità di questo geniale atto unico.
Anche le scelte scenografiche sono state drastiche, seguendo il principio dell’abbandono di tutto ciò che non fosse necessario al racconto, così da concentrare l’attenzione dello spettatore sui significanti della storia. Ciò in virtù della convinzione che il palcoscenico sia un luogo di sogno, di fantasia, di immaginazione e di simboli, dove l’evocazione, sopra a tutto, gioca il ruolo principale di trasportare lo spettatore all’interno della vita che si sta svolgendo sulla scena.
Per lo stesso motivo si è scelto di eliminare quasi completamente la cosiddetta attrezzeria, magistralmente sostituita da suggerimenti sonori.
TULLIA DANIELE E MAURO FANONI
traggono “il mestiere del teatro” dall’esperienza maturata durante le tournée con la Compagnia Molière (M. Scaccia); diplomati all’Accademia “Ribalte” (E. Garinei) e presso la “Scuola di Informazione Teatrale” (M. Scaccia), hanno partecipato, tra gli altri, a: Erano tutti miei figli (A. Miller), Fiore di cactus (P. Barillet, G.P. Grèdy) regia di E. Garinei; Non tutti i ladri vengono per nuocere (D. Fo); La Mandragola (N. Machiavelli), Il canto del cigno (G. Serafini Prosperi), regia M. Scaccia.
GIACOMO ZITO
ha lavorato in teatro con, tra gli altri, Luca Ronconi, Massimo Castri, Giancarlo Cobelli, Andrea Camilleri, Adriana Martino, Fiorenzo Fiorentini, Pino Micol.
È regista di numerosi spettacoli, tra cui Che fine ha fatto Shirley Temple? di A.Lolli, Borderline di V.Berasi, Bertrand de Saint Genies di R.Stroili Gurisatti, Miseria e grandezza nel camerino n.1 di G. De Chiara, Casina di Plauto, con F. Fiorentini, Il mago dei sogni di e con A. Calabretta, Più stupidi di così , con I Picari, Tra le nuvole e Acqua Alta di M. Renzi, Nel cuore di Elvira, Vox, La Traviata narrata da Alfredo Germont, di cui è anche autore.
HAROLD PINTER
Tra gli innumerevoli successi della sua carriera, ricordiamo l’assegnazione del Premio Nobel 2005 per la Letteratura, con la seguente motivazione: “Nelle sue commedie [egli] scopre il baratro che sta sotto le chiacchiere di tutti i giorni e spinge ad entrare nelle stanze chiuse dell’oppressione”.
domenica 22 marzo 2009
Marche Centro d'Arte, Sabrina Muzi
La mostra conclude il ciclo Marche Centro d'Arte ed è il quinto appuntamento della rassegna Gallerista sull'orlo di una crisi di nervi.
Con la personale di Sabrina Muzi si conclude Marche Centro d'Arte. Lo scopo della rassegna è mostrare la vivacità delle produzioni artistiche presenti nella regione, una regione in cui convivono pluralità e singolarità, a partire dallo stesso nome. Ogni artista ha una sua peculiarità, e un suo percorso di ricerca, ha una voce che unendosi alle altre del territorio, dà vita a un mosaico ricco, vivo e vivace.
"La ricerca di Sabrina Muzi continua con un ulteriore passaggio nella direzione di un rapporto mai episodico tra sé e la natura. Utilizza diversi mezzi che concorrono allo stesso fine. Video, foto e disegni hanno lo scopo di sottolineare un unico messaggio dove sempre più intima diventa la condivisione con l'elemento naturale. Sia quando è il suo corpo, come nel video Remote Body, che si nasconde e si perde tra i rami fino a diventare un unico elemento. Sia nelle foto, dove l'artista non compare, è evidente una relazione mai distaccata. In quegli alberi rappresentati più che l'elemento estetico traspare quasi il respiro, l'affanno della natura impressa sulla carta. E l'artista se ne fa portavoce, lascia che la sapienza tecnica e la capacità esecutiva si mettano al servizio di un messaggio circolare. Offre il suo sguardo alla natura che lo restituisce in tutta la sua potenza, bellezza e inquietudine". (Claudio Libero Pisano)
Gallerista sull'orlo di una crisi di nervi
Il giorno dopo l'inaugurazione di una mostra il gallerista tira le somme. Le rughe si sono distese e si parla amabilmente sgranocchiando salatini e patatine. Il sorriso riempie il volto barbuto e la soddisfazione per il risultato è al centro dei suoi discorsi. Dello yeti che si aggirava con spatola, stucco e gomma magica, non è rimasto nulla. La Galleria adesso sembra il paese delle favole, dove pace e armonia regnano e le riviste sono ordinate sulla scrivania. Un attimo di pace prima della prossima inaugurazione.
All'ansia di una mostra, collaboratori di vario tipo aggiungono stress, ritardi, piccole o grandi inefficienze che un povero gallerista si trova a dover affrontare, perdendo i capelli e/o facendo diventare bianchi i pochi che gli restano. Eccolo buttarsi su massicce dosi di tachipirina per affrontare l'immancabile febbre pre-mostra, mettersi ai fornelli per preparare pasti con innumerevoli portate e quantità capaci di sfamare interi reggimenti, eccolo infine perdere l'attimo atteso ogni giorno come la manna dal cielo: il riposino pomeridiano. Una vita dura fatta dalle piccole insoddisfazioni di ogni giorno e dalle grandi soddisfazioni di ogni mese.
Gallerista sull'orlo di una crisi di nervi è l'omaggio a quella cosa bellissima ed entusiasmante che è l'organizzazione di una mostra, cosa bellissima, ma anche snervante e stancante. Ecco che aumenta il numero delle sigarette fumate fuori dalla porta, ecco che i chiodi e le viti si accumulano sul pavimento. Poi si inaugura, si parla, si ride e il giorno dopo si pulisce. Questa è la "tragica" routine che accompagna la vita di un gallerista. Ma non bisogna dimenticare però la bellezza di una mostra, il piacere di una chiacchierata con gli amici, l'emozionarsi sempre nuovo che ripaga da ogni affanno. I rapporti umani, e non solo professionali, con artisti, critici e curatori, sono il vero collante dell'attività e il motore che rende sempre nuova la voglia di andare avanti.
Solo un grazie a chi ci permette di poter seguire ed apprezzare il mondo dell'arte nel suo continuo movimento.
Si ringrazia l'Associazione Alta Fedeltà
http://www.associazionealtafedelta.org/
per la collaborazione
scheda tecnica/technical card
curatore/curator by Claudio Libero Pisano
testo critico/art critic by Claudio Libero Pisano
ufficio stampa/ press agent Dario Ciferri
traduzione di/translation by Patrizia Isidori
relazioni esterne e promozione delle attività/ external relationship and promotion of activities Stefania Palanca
fotografia/photography Marco Biancucci©
riprese video/video shooting Stefano Abbadini
allestimenti/preparation Marco Croci
progetto grafico/graphic project maicol e mirco
webmaster http://www.siscom.it
dal 29 marzo al 26 aprile
from 29th march to 26th april
orario: lunedì-sabato dalle 16 alle 20
opening time: Mon-Sat 4 to 8 p.m.
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70
63012 Cupra Marittima (AP)
tel 0735778703
e-mail galmarconi@vodafone.it
web http://www.siscom.it/marconi
venerdì 20 marzo 2009
O' Il Dissenso Residenze
il dissenso. LIZ GLYNN (USA) BEATRICE MINDA (D) GAIA PASI (I) O' A.I.R. artisti e teorici in residenza presentazione giovedì 12 marzo 2009 h.19.00 fino al 4 aprile 2009 | 15.30 -19.30 | chiuso festivi e lunedì
il dissenso, sottolinea una difficoltà trascurata e sottovalutata di relazione tra luoghi e persone, aspettative e delusioni, tempi e spazi; registra più che mai la permanenza e l'assenza e il tentativo di oltrepassare delle soglie.
Apre al pubblico il 12 marzo presentando ricerche e percorsi intrapresi dalle tre ospiti nel corso del loro soggiorno milanese.
Liz Glynn (Boston, USA 1981, vive e lavora a Los Angeles) presenta una serie di installazioni 'Material Histories', che ripercorrono momenti di storia italiana antica e moderna attraverso i diversi materiali. Interessandosi continuamente di come restauro e ristrutturazione riflettano l'evolversi dei valori culturali, Liz ha esplorato i cantieri e gli spazi della Stazione Centrale di Milano e le delicate condizioni degli Scavi di Ercolano. Il lavoro che ne scaturisce utilizza materiali scultorei tradizionali come marmo e gesso accostati ad una materia più organica e ad azioni performative per creare nuove allegorie a proposito dell'azione umana ed il suo potenziale impatto.
Beatrice Minda (Monaco 1968 vive e lavora a Berlino) mostra alcune immagini della Romania, rispondendo in questo modo al clima culturale che ha respirato in Italia durante il suo soggiorno. Nel corso degli ultimi anni, i media italiani hanno alimentato pregiudizio e ostilità nei confronti degli stranieri, soprattutto rumeni.
Gaia Pasi (Firenze 1976, vive e lavora tra Siena e Firenze) raccoglie pensieri, idee e intuizioni in forme diverse e li rende accessibili in 'My diary: via Asti 5 Milano'. Si tratta di una selezione di materiali audio montati ed estrapolati da riflessioni personali, film o letture provenienti dal teatro, poesia, politica, storia contemporanea e quella dell'arte. Questi materiali audio in diffusione insieme a sagome di cartone, appunti e immagini ridisegnano la casa milanese di Gaia e documentano ambizioni, ricerche, dubbi, progetti, luoghi, incontri e persone che vi si sono avvicendati.
Le artiste Liz Glynn, Beatrice Minda e la curatrice Gaia Pasi, sono ospiti dal 10 gennaio 2009 del nono programma O'A.I.R. La residenza ha durata di circa 2 mesi e si svolge nella sede di O' idealmente un contenitore di esperienze, dove vengono messi a disposizione spazio, tempo e risorse per sostenere tutto il processo creativo. I partecipanti sono selezionati attraverso un bando su www.o-artoteca.org e su invito.
extra marzo 09
introduce Gaia Pasi
INFO bios & MORE : http://www.o-artoteca.org t. +39 02 66823357
press: Culturalia tel: +39-051-6569105 http://www.culturaliart.com
O'A.I.R. è un programma promosso da:
O' | residenze | fotografia | suono | performance associazione non profit, Milano;
LAB laboratorioartibovisa/Angelo Colombo, Milano; Hotel Pupik Artists in Residence Austria;
Die Schachtel, Milano; e con il sostegno di Provincia di Milano- inContemporanea
con il contributo di Fondazione Cariplo e in collaborazione con UOVO
Il lavoro di Liz Glynn si è reso possibile grazie alla preziosa partecipazione di
The British School at Rome e HCP Hercolaneum Conservation Project, Ercolano, partner esecutivi del progetto; FERBA s.r.l, Lissone e Smooth-On, Inc. USA, partner tecnici; Cave Michelangelo, Carrara e GADO, Pavia per sopralluoghi, documentazione e materiale.
Reggio Emilia – "Echi ad incastro" di Franco Santamaria
Sabato 28 marzo 2009, alle ore 17.00, a Reggio Emilia, presso la sede dell'Associazione Culturale "Blugaf" in Via Bismantova 2/C (poco distante dall'ospedale S. Maria Nuova - Ponte S. Pellegrino), Annalena Foracchia e Giulia Troise presentano il libro "Echi ad incastro" di Franco Santamaria (Joker editrice, Novi Ligure 2004).
Quest'opera rappresenta un continuum poetico, dopo "Storie di echi" (Ferraro, Napoli), di un progetto di poesia rivolta al "sociale", la singolare predisposizione del poeta a indagare la realtà per rilevarne problemi e sofferenze e farli diventare sue personali inquietudini. Lontana dall'essere come tanta poesia di denuncia o intimista, la poesia di "Echi ad incastro" è lirica pura, dove l' "io" del poeta è sovrastato dal "noi" dell'umanità sofferente per ingiuste cause, della quale Santamaria si fa voce o meglio cassa di risonanza degli "echi" che da essa provengono e s'incastrano nella sua coscienza.
Sono echi di dolore, ma anche di speranza e di reazione vitale che si intrecciano in una trama fitta di figure retoriche (primeggiano la metafora e l'analogia) che fugano il pericolo della caduta in declamazioni ideologiche o in banale commiserazione dell'angoscia esistenziale.
Le letture sono a cura di Annalena Foracchia e dell'Autore.
Info: Giulia Troise, cell. 329 1360116; e-mail: giuliatroise@libero.it
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Franco Santamaria
ECHI AD INCASTRO
Prefazione di Sandro Montalto
Joker, Novi Ligure 2004
ISBN 88-7536-007-3; pp.72, euro 11,50
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Il libro
L'opera di Franco Santamaria – in poesia come in pittura, disciplina nella quale l'autore concretizza con accesa espressione le proprie angosce – è eminentemente politica, sociale: si fa coraggiosamente e caparbiamente carico delle sofferenze altrui non immaginando di sottrarle al prossimo ma condividendole ed approfittando con generosità della propria facoltà, essendo egli un artista, di levare il proprio canto sopra la palude di conformismo ed oppressione che smorza il grido di chi artista non è. Non c'è, tuttavia, nell'opera di Santamaria la componente dell'illusione: egli sa bene che l'artista proprio in quanto tale è costituzionalmente ostacolato, messo a tacere, eliminato, e proprio per questo egli sfrutta al massimo ciò che il comune nemico (la mediocrità, l'egoismo, lo strapotere…) gli permette di esprimere, organizzandolo in forme verbali o pittoriche le quali si nutrono sempre di un sanguinoso agon, di una lotta incessante, corpo a corpo, violenta e senza esclusione di colpi.
Una componente della poesia del lucano Santamaria è certo la sua connotazione fortemente meridionale (...), esaltata dalla propria apertura e dalla propria profonda escavazione e metabolizzazione degli stilemi tipici della poesia meridionalistica più lontana da semplici confessioni o stucchevoli pittoricismi.
[...]
Soprattutto la poesia di Santamaria conserva di certa poesia meridionale la capacità di evocazione e simultaneamente sospensione del tempo. Ma allora, si dirà, queste oasi liriche o comunque di calma allontanano il poeta dai drammi della quotidianità, allentano quella tensione che dovrebbe essere ininterrotta: ebbene no, egli opera piuttosto come faceva Beethoven, componendo simultaneamente la quinta e la sesta sinfonia, rispettivamente il trionfo delle sofferenze e dell'utopia umana e la placida imperturbabilità della natura che tutto circonda e tutto, probabilmente, tornerà a divorare (...).
Un contrasto provocato, insomma, che è nutrito e ad un tempo nutre l'osservazione e la riflessione. Ecco: direi che alla base dell'operazione artistica del nostro sta la provocazione di occasioni di riflessione, il gesto consapevole di chi ben sa come a cadere nell'oblio si faccia in fretta, di come rimandare significhi lasciar morire.
[...]
L'atavico si fonde con l'ideale, la memoria si potenzia alla luce della sacralità della vita e dei valori fondamentali, e così la rievocazione ai limiti dell'edenico del sud si tramuta seduta stante in un desiderio di valori duraturi.
[...]
Legittimamente in questa poesia c'è la denuncia ma anche la speranza nella rinascita, l'espressione dell'angoscia ma anche lo sprone a rifondare le basi del mondo: è ciò che nobilita l'opera di Santamaria e la distingue dal vago mormorio di tanta sedicente poesia di protesta, non meno liberticida di ciò che vorrebbe denunciare. Santamaria sa farsi corda vibrante per simpatia, sconfiggendo quel soggettivismo soffocante che l'uomo coltiva da sempre, un'interpretazione della propria sofferenza come riflesso del patire umano, sofferenza esistenziale più che condizione di dolore personale. Ecco cosa distingue, anche, questa poesia da quella di un Pasolini (...).
Come salvarsi? Ricorrendo, come il nostro fa, frequentemente alla metafora e all'analogia, procedimenti che permettono di esorcizzare il rischio di un appiattimento descrittivo, della volgarità del "volantinaggio poetico" e della asettica riproduzione della realtà. Così facendo ogni testo di Santamaria (e, crediamo, molte sue immagini) non è strettamente la rappresentazione di una situazione ma è soprattutto l'evocazione di un reticolo concettuale conscio della necessità di una riforma a tutto campo.
[...]
(Dalla Prefazione di Sandro Montalto)
Si sono diffusamente occupati di "Echi ad incastro":
Anna Aita, Fabiano Alborghetti, Marco Baiotto, Massimo Barbaro, Federico Batini, Mariella Bettarini, Monica Borettini, Reno Bromuro, Alessandro Cabianca, Luigi Cannillo, Sandra Cervone, Antonia Chimenti, Alberto Dell'Aquila, Mariella De Santis, Raoul Elia, Matteo Fantuzzi, Mauro Ferrari, Gianfranco Franchi, Massimo Giannotta, Giacomo Guidetti, Giulia Iannucci, Lino Lista, Maria Teresa Manganiello, Piera Mattei, Gian Domenico Mazzocato, Raffaele Messina, Sandro Montalto, Federico Moro, Giovanna Mulas, Claudio Perillo, Mariacristina Pianta, Raffaele Piazza, Franco Piri Focaldi, Thomas Pistoia, Gian Mario Quinto, Paolo Ragni, Alfredo Rienzi, Maria Teresa Santalucia Scibona, Francesca Santucci, Spectator/Dreams, Adam Vaccaro, Marina Zatta.
L'Autore
FRANCO SANTAMARIA, scrittore e pittore, è nato a Tursi, cittadina della provincia di Matera. Dopo lunghe permanenze a Taranto, Napoli, Afragola (Napoli), ora risiede a Poviglio-San Sisto (Reggio Emilia). Ha pubblicato: Primo lievito (poesie - Gastaldi, Milano), Storie di echi (poesie – Ferraro, Napoli), Echi ad incastro (poesie – Joker, Novi Ligure), Se la catena non si spezza (racconti - Bastogi, Foggia), Passaggi d'ombra (racconti - El Taller del Poeta, Pontevedra-Spagna); su Internet (www.modulazioni.it): Parola e Immagine (opera sperimentale di poesia-pittura), L'Immagine (catalogo dei dipinti) e alcune opere ancora inedite di poesia e di narrativa.
È presente in numerose riviste e antologie letterarie, in decine di siti web e in gallerie d'arte. È presente, altresì, in antologie critiche, tra cui "Forme concrete della poesia italiana" di Sandro Montalto (Joker, 2008).
In qualità di pittore, ha esposto con successo sia in Italia che all'estero. Alcune sue opere fanno parte di collezioni private. Un'opera è stata donata alla BNL Gruppo Paribas per Telethon 2006.
Franco Santamaria, Scrittore, Pittore, Membro Onorario CDAP-UPCE
Via Parma 149 - Poviglio-San Sisto (Reggio Emilia)
www.modulazioni.it - frasmari_fs@alice.it
***
Collaboriamo tutti per una nuova umanità senza ingiustizie e violenze sull'uomo, sugli animali, sulla natura!
giovedì 19 marzo 2009
mercoledì 18 marzo 2009
Roma: Architettura.. come se
La Galleria di Architettura "come se" presenta l'evento:
Architettura ... come se
corpo…moda&costume…frammenti … arte
Sabato 21 marzo alle ore 20.00
Via dei Bruzi, 4/6 Roma
Quartiere San Lorenzo
Architettura ... come se
è un evento multidisciplinare che si svolge in un'unica serata con l' intento di raccontare l'architettura attraverso il linguaggio della metafora, "come se" appunto. Un viaggio attraverso il corpo, la moda e il costume, i frammenti/gioielli e l'arte, ma dove tutto è anche architettura.
I protagonisti
Antonino Di Raimo
Experimental Body
Architetto, da diversi anni concentra il suo lavoro sul rapporto corpo e architettura. Attraverso un movie videoproiettato, mostrerà come la creazione di traiettorie dovute al movimento di corpi virtuali sia generativa di spazio.
Rosetta Angelini
Architetto, presenterà tre abiti progettati per l'occasione, ispirati a tre architetti contemporanei che negli ultimi anni hanno rivoluzionato profondamente il paradigma formale dell'architettura: F. O. Gehry, Zaha Hadid e Toyo Ito.
Loredana Lo Giacco
Costumista, ha collaborato all' ideazione degli abiti e, soprattutto, alla loro realizzazione. Ha partecipato attivamente a diversi eventi realizzando ed ideando abiti e costumi ispirati a temi specifici.
Antonio Rossetti & Elviro Di Meo
Omaggio a Carlo Scarpa. L'Architettura Oltre il Segno
Architetti, presentano la loro linea di gioielli in plexiglass ispirati alla fontana del Giardino di Palazzo Querini Stampalia a Venezia, opera del grande maestro del Novecento Carlo Scarpa. Attraverso una rilettura e rielaborazione della fontana, prendono corpo frammenti di architettura dalle geometrie lineari e fortemente espressive.
Federico Ciacci
Inquinamento degli Organismi
Artista, presenterà la sua opera incentrata sul linguaggio della metafora. Il quadro costituito da cinque pannelli è una narrazione in cui si passa dalla realtà al sogno in un viaggio onirico, ricco di mondi immaginari in cui i desideri più inconsci prendono vita.
Celia Hempton
Musicista, si esibirà in una performance live.
L'evento avrà inizio alle ore 20.00 e si svolgerà attraverso una sequenza di performance virtuali, fisiche e musicali, si raccomanda quindi la massima puntualità.
- Si ricorda inoltre che a San Lorenzo alle ore 21.00 scatta lo ZTL.
Contact:
galleria "come se"
via dei bruzi, 4/6
00185 Roma Italia
tel:+ 39 0644360248
email: info@comese.me.it
arch. Paola Ruotolo
contatti e relazioni
e-mail: paola.ruotolo@comese.me.it
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