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mercoledì 30 marzo 2011

LE DONNE DI VESNA, LIBRERIA SKIRA - TRIENNALE DI MILANO 31 MARZO 2011:


INVITO

31 marzo 2011 ore 18.00

Libreria SKIRA – Triennale di Milano
Viale Alemagna, 6 – Milano


LE DONNE DI VESNA
L’artista Vesna Pavan presenterà una selezione delle sue opere, figure femminili sensuali e volitive, innocenti e sofisticate, autentiche e protagoniste, colte nella sinuosità di un gesto, di un movimento.

Le opere, senza volto, saranno interpretate da personaggi femminili di spicco anche in professioni fino a poco tempo fa riservate al mondo maschile, rappresentando così con il loro vissuto la felice intuizione dell’arte di VESNA PAVAN.

Interverranno:

Cecilia Chailly, musicista, scrittrice e giornalista
Sandra Ciciriello, sommellier ristorante “Alice”
Marisa Errico, neurochirurgo, direttore Ospedale Macedonio Melloni
Nella Festi, architetto e designer
Gabriella Franchini, attrice
Sabina Malgora, egittologa

Le intervistera’ Andrea Bosco, giornalista, scrittore e drammaturgo.

Seguira’ aperitivo.
Si ringrazia Stefano Milanesi per lo Spumante Metodo Classico VESNA NATURE, 100% Pinot Nero

Ufficio Stampa:

Malvezzi Guandalini & Gattermayer Associati
Via Gustavo Modena 24 - 20129 Milano - Tel. +39 02 4966 4567
info@maguga.it
Mara Malvezzi mob. 348 3127471
Paola Gattermayer mob. 335 354303







lunedì 28 marzo 2011

Trento. Lamp&Rilamp, mostra interattiva sulle lampadine a basso consumo

LAMP & RILAMP
mostra itinerante sul recupero delle lampadine


Arriva a Trento martedì 29 marzo in Piazza Fiera Lamp&Rilamp 2011, la mostra interattiva sulle lampadine a basso consumo volta a sensibilizzare cittadini e scuole sulla raccolta differenziata delle lampade fluorescenti esauste, L'esposizione interattiva prevede il coinvolgimento diretto dei visitatori: cinque moduli illustrano la storia dell'illuminazione, i numeri, le caratteristiche e il perché della necessaria raccolta differenziata delle lampade fluorescenti esauste, ma anche le fasi successive di trattamento, che permettono di recuperare sino al 95% dei materiali e di mettere in sicurezza le sostanze pericolose, tra cui il mercurio. Alla fine del proprio ciclo di vita, infatti le lampadine fluorescenti non devono essere gettate nel sacco dei rifiuti indifferenziati o nei contenitori per il vetro.

La mostra ha come obiettivo primario, dunque, quello di informare l'opinione pubblica sull'importanza di portare le lampadine esauste integre all'isola ecologica più vicina, dove si trovano gli appositi contenitori verdi Ecolamp oppure di restituirle presso un punto vendita al momento dell'acquisto di quelle nuove, così come stabilito dal DM "Uno contro Uno" entrato in vigore il 18 giugno 2010.

"Con il 2011, dopo il successo delle due edizioni passate, arriveremo ad toccare ben 30 città, da Nord a Sud, isole comprese. – afferma Fabrizio D'Amico, Direttore Generale di Ecolamp – La mostra Lamp&RiLamp è nata per informare e sensibilizzare i cittadini verso le nuove raccolte differenziate, che sono ormai necessarie per far fronte alla mole crescente di rifiuti elettrici ed elettronici (Raee), tra cui le lampade a basso consumo di energia. Istituzioni, aziende, consumatori, tutti abbiamo il dovere di applicare comportamenti virtuosi e avere nuova consapevolezza dei nostri doveri per salvaguardare l'ecosistema così come la salute pubblica".

L'impegno di Ecolamp nella comunicazione segue quello nelle attività operative: in poco più di due anni in Italia il Consorzio ha raccolto oltre 1.270 tonnellate di sorgenti luminose esauste da cui sono stati recuperati più di 1.100 tonnellate di vetro, 51 di plastiche, 64 di metalli e 50 di mercurio e altre sostanze tossiche sono state sottratte alla dispersione nell'ambiente.


Area Stampa: www.ecolamp.it/comunicazione

Dreamy - Paola Sala solo artshow

La galleria d'arte Fabrica Fluxus continua con il suo percorso "Nuove Visioni", ciclo di mostre personali dedicate a percorsi artistici iper contemporanei, presentando questa volta i lavori di Paola Sala. Artista comasca classe '76 si diploma in pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1996 si occupa di pittura e di illustrazione. Il suo percorso pittorico è costellato da diverse mostre personali e collettive presso, fra le altre, la galleria LimitED (Mi), RoomArt (Mi), AMT gallery di Como, Paolo Maria Deanesi Gallery (Rovereto), La Luz De Jesus (Los Angeles, USA), Galerie Davide Di Maggio (Berlino)…Nel suo curriculm di illustratrice diversi premi, collaborazioni con case editrici fra cui la Mondadori e diverse pubblicazioni fra le quali ILLUSTRATORI ITALIANI ANNUAL 2006 e 2007 presentati a Bologna in occasione della Fiera del libro.

D.R.E.A.M.Y raccoglie l'ultima produzione dell'artista. Sono ritratti femminili conturbanti in cui troviamo tutte le caratteristiche del sentire contemporaneo, un percorso ibrido e contaminato da spunti iconografici che vanno dalla pittura fiamminga, al barocco, alle tematiche del corpo femminile, con toni che spaziano dal fiabesco al drammatico all'ironico, in un mix affascinate, seduttivo e perturbante tipico di questa nostra società postglobale. 
Bizzarre, oniriche, crepuscolari, dalla natura enigmatica le fanciulle di Paola Sala sono portatrici di uno stile minuzioso e sofisticato, di una tecnica meticolosa e classica quanto poetica e coinvolgente. Questa nuova cosmogonia a cui l'autrice da vita è leggera e vaporosa, costellata da frammenti di miti e leggende fusi con memorie, oscure e sinistre visioni tratte dalla più spietata quotidianità. Ogni opera è la tessera di un racconto aperto, di una narrazione frammentaria e delirante in cui il lato "nero" della società contemporanea viene rappresentato attraverso il filtro dell'ironia, dell'ambiguità, del paradosso.

D.R.E.A.M.Y.

Eroine di un racconto post-apocalittico, le creature di Paola Sala, esili ibridazioni tra bambole manga e spiriti boschivi, popolano da sempre l'immaginazione dell'artista comasca ed ingenuamente mostrano le nudità ai nostri occhi.Narrano di un tempo parallelo che scorre indolente intorno a paesaggi bucolici, e si condensa in cieli polverosi, sospesi su una probabile ambientazione arcadica, e dall'ammiccante richiamo a Van Goyen, Oudry e Giorgione. Evidenti sono i riferimenti alla pittura barocca da cui la Sala trae palesemente sia la componente iconografica, che la sapienza tecnica. Il processo creativo è lungo e scandito in più momenti, in cui una velatura di colore segue e si sovrappone all'altra fino a raggiungere il perfetto equilibrio cromatico, una composta simbiosi tra la tela, l'olio e l'oro. Questi ritratti dal legnoso sapore settecentesco sono trasognate istantanee che provengono da un metodico studio compiuto fin dai primi anni di attività dell'arte nord-europea, durante i quali l'artista riempie il suo bagaglio delle diafane visioni della pittura fiamminga, con la sua minuziosa rappresentazione della realtà e il suo non sempre svelato simbolismo, e di quella barocca maggiormente presente nei suoi ultimi lavori. Sebbene la manifattura ed il gusto della sua produzione siano un evidente atto di devozione agli stilemi della tradizione classica, i dipinti di Paola Sala mostrano però espliciti riferimenti alle culture contemporanee: dalla grafica fumettistica dei manga giapponesi, alle ironiche rappresentazioni ludiche del pop-surrealism e del low-brow. La pelle nivea e la sproporzione tra le teste e gli arti lunghi e affusolati ricordano i personaggi di Ray Ceasar e Mark Ryden. Alcune espressioni citano addirittura Yoshitomo Nara e Kathie Olivas. Queste entità al limite della deformazione caricaturale e dai corpi espressi in esili forme ovali, sono esseri dalle fattezze angeliche e dagli sguardi liquidi, persi in un orizzonte lontanissimo, ninfe immortalate nelle remote regioni del sogno. Compiono gesti semplici, come antichi rituali magici per invocare il passaggio delle stagioni o per cambiare direzione al vento. Ma si atteggiano anche in posture più tipiche del nostro tempo. Come nella serie "Casting", in cui l'artista pone le sue lattiginose creature davanti ad un obiettivo fotografico, facendole posare per un improbabile provino in cui, lungi dallo scegliere la più "adatta" al ruolo, si riflette piuttosto sul concetto di ripetizione dell'immagine, mai uguale a sè stessa, ma in continua mutazione e fuga dalla staticità. Quasi un esercizio di stile nel quale, con un sottile gioco ironico, l'attezione rimbalza dalle espressioni austere dei soggetti al buffo dettaglio del foruncolo sui loro volti. Minimi ma fondamentali sono i dettagli, non totalmenti comprensibili al primo sguardo, ma che aprono a molteplici interpretazioni. Spille, monili e piccoli oggetti sparsi per la scena, insieme a indumenti ed accessori di incerto accostamento, contribuiscono a rendere il ruolo di queste fanciulle in costante ridefinizione. Collane di perle, come animate da uno spirito vitale, fuoriescono dai loro nasi, dagli occhi e dalle bocche, forse un simbolo di intima purezza o magari metafore dell'anima opalescente che governa e manovra i loro corpi. Ed è proprio il corpo femminile il fulcro della ricerca artistica e semantica di Paola Sala. Un corpo che presta la propria bellezza al gioco, spesso violento, dell'esibizione, e risponde ad esso con un'ironia disarmante. E così un occhio tumefatto, o livido bluastro sulla pelle diventano "incidenti domestici", segni di una violenza che si vuole dissimulare, e si tenta di annullare con la spudoratezza di un sorriso sardonico. E allora nei sei dipinti di "Casting", la tela assume quasi una connotazione televisiva, uno strumento di tortura mediatica in cui le bambine s'improvvisano aspiranti "modelle", ognuna clone di sé stessa. Ma il pathos nei loro occhi ci disorienta e quello stupido brufolo, così fuori luogo ma ossessivo e prepotente, ci conforta. Ninfe, sante, vittime, innocenti e peccatrici, le donne di Paola Sala si ibernano nella tela per sopravvivere alle mode, agli stereotipi e alle corruzioni del nostro tempo, per librarsi leggere in un empireo fiabesco inviolato. Sembra quasi di sentire l'echeggiare delle loro voci, moderne sirene di una mitologia di nuova concezione.

Nico Murri
Roberta Fiorito

Marzo 2011

Artista: Paola Sala

Curatori: Roberta Fiorito, Nico Murri

Galleria: Fabrica Fluxus Art Gallery

Indirizzo: via Celentano, 39 - Bari (Italy)

Inaugurazione: sabato, 16 aprile 2011 ore 19:00

Durata: dal 16 aprile al 10 maggio 2011

Orari di visita: dal mercoledì al sabato (11:30-13:00 / 17:30-20:30) o su prenotazione

Biglietto: ingresso gratuito

Info tel: 080.5236319

Mail: fabricafluxus@gmail.com

Web: www.fabricafluxus.com

Paola Sala on Flickr


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FABRICA FLUXUS
Art Gallery
Via Celentano, 39
70121 - Bari (Italy)
tel. +39 080.5236319

“Abbozzo Pittorico” XIII° Settimana della Cultura 9-17 aprile ‘11



In occasione della XIII° Settimana della Cultura , si svolgerà a Terni un convegno ed una esposizione, in collaborazione con l’azienda Maimeri spa, sul tema: l’ ”abbozzo pittorico” come fase iniziale del processo creativo di un’opera d’arte. L’abbozzo nel contemporaneo come cuore della pittura essendone la base fondamentale e spesso la sua essenza definitiva. Per l’esposizione: “i cartoni preparatori, il momento in cui la materia incontra lo spirito”.

Instancabile e infaticabile, Borozan ha riassunto il suo incredibile modo di fare arte in un’ antologia artistica “40 di maestro Igor Borozan” edita nel 2009.

Il volume fotografico ripercorre la sua vita rivolta all’arte, allo studio, alla conoscenza, alla sperimentazione. Le sue straordinarie attività: dalle installazioni urbane, alla notte in colore, all’esposizione virtuale di artisti spagnoli e italiani, alla pittura montenegrina contemporanea, raccontano la storia di un giovane artista che nella sua eclettica carriera è riuscito a fondere est ed ovest europeo in un contesto multietnico di ampio respiro e a trasmettere al mondo contemporaneo artistico la sua traccia, passione autentica, testimonianza di un passaggio avvenuto.

La sua “forma” è in continua evoluzione, l’uomo e l’artista non si fermano, sperimentano, si trasformano, muoiono e rinascono.

Nel suo nuovo prodotto editoriale, “Abbozzo pittorico”, elegante e sobrio contenitore, sono raccolti e catalogati schizzi, sensazioni prese al volo e poi elaborate in atelier, i suoi “abbozzi pittorici”, come tanti piccoli frame, raccontano un’altro viaggio dove vengono ripercorsi gli ultimi anni dell’incessante lavoro del maestro, uomo caparbio e contro corrente.

Il “bagno nella cultura spagnola”, una contaminazione creativa con la storia, l’arte, gli usi e i costumi di un grande Paese danno impulsi nuovi all’artista. Nella corrida, dove si sfidano uomo e morte, la camicia diviene elemento simbolo, riuscendo perfettamente ad esprimere la passione di un popolo, prima come mantilla, gonfia di polvere e vento nell’arena, poi come abito di scena nei teatri di flamenco. Borozan, immedesimandosi in questo straordinario mondo, crea ed esterna le sensazioni più profonde in maniera travolgente, spontanea, semplice e in un’incessante crescendo.

Impressionato e coinvolto da “Calè”, ultima opera di Cortès, produce quadri ispirati al flamenco e al ballerino andaluso, le creazioni “frenetiche” risentono fortemente della danza che riesce ad unire terra e spirito, carne e anima, nero e bianco. In questa occasione le sue camicie bianche si tingono di un tono scuro, cupo.

Nel 2010, per i 400 anni dalla morte di Caravaggio realizza una delle sue opere più visionarie, “sole e ombra di Caravaggio”, un’installazione urbana realizzata in contemporanea a Porto Ercole e a Terni: due camicie giganti interpretano rispettivamente la figure del grande maestro pittore Caravaggio e la sua vittima il ternano Ranuccio Tomassoni.

Le sue camicie, le innumerevoli versioni: disegnate, incise a torchio su carta, dipinte, realizzate in tessuto, poi sospese in aria, leggere e fluttuanti, parlano a chi le sa ascoltare a chi riesce a vedere, raccontano esperienze, città, luoghi, culture diverse che si incontrano e si fondono, con un linguaggio semplice e immediato. La sua energia è irrefrenabile.

Borozan, testimone artistico contemporaneo del fare arte a cavallo di due secoli, ci stupisce continuamente. Sorprendente, l’ultima sensazionale opera, la camicia misura XXL realizzata in carta rossa in occasione della ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in omaggio alla figura epica di Giuseppe Garibaldi.

Personalmente mi auguro che i giovani artisti, sfogliando le pagine di questo volume possano, non soltanto gustarne il racconto, ma farne tesoro, studiandone le tecniche e traendone spunti per i loro futuri lavori.

Al Maestro, “alla persona speciale”, un grazie infinito per non smettere mai di emozionarci con i suoi straordinari capolavori.

Silvana Tommasoni

Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Umbria

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1690815290.html

domenica 27 marzo 2011

NOT GDD #2 | ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO | 29 MARZO - 12 APRILE 2011




29 MARZO | 12 APRILE 2011

NOT GDD #2

a cura di Alberto Zanchetta & Serena De Dominicis

Il progetto NOT GDD nasce dal desiderio di ricordare quale fosse l'approccio artistico di Gino De Dominicis e quale sia stata la risposta destinatagli dal Sistema dell'arte. Ideato per la LABA di Brescia, il progetto viene ora riproposto all'Accademia di Belle Arti di Urbino con un allestimento che comprende documentazioni inedite e nuovi approfondimenti. Un allestimento ancora una volta in absentia, dunque: non una mostra di opere d'arte ma una mostra di critica d'arte che intende analizzare il lascito intellettuale di De Dominicis.

L'iniziativa è sospinta dalla necessità di restituire dignità all'artista che, salvo rare eccezioni, ha sempre sottratto la propria opera all'indiscriminata riproduzione fotografica. È noto come una visione personalissima dell'arte, e in particolare del proprio lavoro, portasse l'artista ad adoperarsi per mantenere un diritto di veto su apparizioni e riproduzioni; un'indicazione che non ha mai trovato un adeguato riscontro, al contrario, a pochi anni dalla scomparsa dell'artista si è tradotta in operazioni di vario genere che hanno sempre più ignorato/violato le disposizioni e le restrizioni adottate da Gino De Dominicis circa la fruizione della sua opera.

Di fronte alle problematiche insorte nell'ultimo decennio, si rende quindi necessaria una verifica dell'intera vicenda per fare luce sul testamento spirituale lasciatoci in eredità dall'artista. Per tali motivi NOT GDD può essere considerato come un invito alla riflessione, oltre che una caustica risposta alla retrospettiva Gino De Dominicis: l'Immortale tenutasi l'anno scorso al MAXXI di Roma.


NOT GDD#2

29 MARZO – 12 APRILE

martedì 29 ore 15

lectio magistralis

a seguire vernissage


ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO

via dei Maceri 2

61029 Urbino (PU)

Tel. 0722. 320287


Aula di decorazione

dal lunedì al martedì

9:30-13:00/14:30-18:00

ingresso libero



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