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Ultime news di Mostre ed Esposizioni

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sabato 3 novembre 2018

Mostra AUTO CHE PASSIONE Interazione fra grafica e design

Conferenza pubblica
venerdì 9 novembre 2018, ore 20.30
di Mike Robinson, Design Director
Car Design, tra passato e futuro

presso lo Spazio Officina
Via Dante Alighieri 4 (accanto al m.a.x. museo)
ingresso gratuito
fino a esaurimento dei posti disponibili

Mostra

AUTO CHE PASSIONE!
Interazione fra grafica e design
orari di venerdì 9 novembre 2018
10.00–12.00
14.00–18.00
fino alle 18.00 ingresso al m.a.x. museo a pagamento
dalle 21.30 alle 22.30 (a conferenza terminata) ingresso al m.a.x. museo

Ticket integrato

Visita guidata alla mostra e Spettacolo al Cinema Teatro
sabato 10 novembre 2018, ore 18.00 
visita guidata e aperitivo, hall m.a.x. museo

sabato 10 novembre 2018, ore 20.30
spettacolo Nel segno del toro. La vita, il mito, la storia di Ferruccio Lamborghini.
di e con Lorenzo Guandalini
con la partecipazione di Chiara Bolognesi e Sara Devecchi

presso il Cinema Teatro di Chiasso
Ticket integrato acquistabile al m.a.x. museo e al Cinema Teatro in orario di apertura cassa
CHF 20.– spettacolo + ingesso al museo e aperitivo

Giornate di approfondimento con l'associazione amici del m.a.x. museo
sabato 17 novembre 2018, Milano
visita guidata alla Pietà Rondanini, Castello Sforzesco
pranzo libero 
presentazione pubblica del catalogo della mostra a BookCity, Milano 
nella Sala Bertarelli, Castello Sforzesco
In pullman privato, iscrizione obbligatoria amici@maxmuseo.ch

sabato 24 novembre 2018, Torino
visita guidata alla Pinacoteca Agnelli e al Lingotto 
pranzo tipico torinese
visita guidata al Museo Nazionale dell'Automobile Centro Documentazione,
mostra stabile e mostra temporanea
aperitivo in centro città
In pullman privato, iscrizione obbligatoria amici@maxmuseo.ch

Laboratorio didattico
mercoledì 12 dicembre 2018
Bolidi fiammanti
Un laboratorio dove i partecipanti potranno ambientare le loro automobili, farle sfilare sotto gli occhi dei curiosi e creare cartoline, locandine e manifesti legati alle corse automobilistiche del passato ma anche del futuro.
Iscrizione obbligatoria eventi@maxmuseo.ch

AUTO CHE PASSIONE!
Interazione fra grafica e design
fino a domenica 27 gennaio 2019

martedì–domenica
10.00–12.00
14.00–18.00
lunedì chiuso

Giuseppe Riccobaldi, Fiat. La nuova Balilla, 1937, manifesto, cromolitografia, 140,2 x 101 cm, Courtesy Galleria L'Image, Alassio

BRUNO MUNARI. I colori della luce alla Fondazione Plart fino al 20 marzo 2019, Napoli

Image

BRUNO MUNARI. I colori della luce

 


a cura di Miroslava Hajek e Marcello Francolini

 

  

FONDAZIONE PLART

Via Giuseppe Martucci 48, Napoli

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Bruno Munari, Vetrini a luce polarizzata, 1953, materiali vari, Courtesy Miroslava Hajek

© Bruno Munari, Tutti i diritti riservati alla Maurizio Corraini s.r.l.

 

30 novembre 2018 - 20 marzo 2019

 

Mostra organizzata dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee in collaborazione con la Fondazione Plart, nell'ambito dell'edizione 2018 di Progetto XXI.


La Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, in collaborazione con la Fondazione Plartnell'ambito dell'edizione 2018 di Progetto XXI, presenta la mostra BRUNO MUNARI. I colori della luce, a cura di Miroslava Hajek e Marcello Francolini, realizzata presso il Museo Plart (Via Giuseppe Martucci 48, Napoli).

 

Progetto XXI è la piattaforma attraverso la quale la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee si propone, dal 2012, di esplorare la produzione artistica emergente, nella sua realizzazione teorico-pratica, e di analizzare l'eredità delle pratiche artistiche più seminali degli ultimi decenni, nella loro esemplare proposta metodologica. Il progetto intende così contribuire alla produzione e alla diffusione di narrazioni e storiografie alternative del contemporaneo e alla definizione di un sistema regionale delle arti contemporanee, basato sulla collaborazione e l'interscambio fra istituzioni pubbliche e private operanti in Regione Campania.

 

In particolare, la collaborazione con Fondazione Plart ha permesso di ampliare i pubblici di riferimento e di approfondire nuove linee di ricerca, esplorando le relazioni in costante aggiornamento fra arte, architettura e design con l'obiettivo di creare le premesse per progetti museali in grado di abbracciare l'ampio spettro di queste relazioni. Oltre ad avviare, con una pluralità di soggetti di eccellenza, una riflessione sistematica sulle tematiche del restauro nelle arti contemporanee e a supportare, quindi, l'affermazione delle nuove professionalità ad esse connesse.


Bruno Munari (Milano, 1907-1998), designer, scrittore e uno dei massimi protagonisti dell'arte programmata e cinetica, è autore di una ricerca multiforme che, al di là di ogni categorizzazione, definisce la figura di un intellettuale che ha interpretato le sfide estetiche del Novecento italiano, esplorando la relazione fra le discipline e l'interscambio fra il concetto di opera e quello di prodotto, fra forma e funzione.


La mostra presentata al Plart analizza un aspetto in particolare e uno specifico corpo di lavori di Munari, le Proiezioni a luce fissa e le Proiezioni a luce polarizzata realizzate negli anni Cinquanta del secolo scorso, con cui porta a compimento la sua ricerca volta a conquistare una nuova spazialità oltre la realtà bidimensionale dell'opera. L'artista, esplorando la nozione di dipingere con la luce, arriva dapprima, nel 1950, al processo di smaterializzazione dell'arte attraverso l'uso di proiezioni di diapositive intitolate Proiezioni Dirette: composizioni con materiali organici, pellicole trasparenti e colorate in plastica, pittura, retini, fili di cotone fermati fra due vetrini. Questi piccoli collage erano proiettati al chiuso e all'aperto, sulle facciate di edifici, dando una sensazione di monumentalità e conquista di un'inedita spazialità, tridimensionale e pervasiva, dell'opera. Nasce così la "pittura proiettata" di Munari che, progredendo nelle sue indagini, giunge al suo culmine nel 1953, quando scopre e mette a punto per la prima volta il modo in cui scomporre lo spettro di luce attraverso una lente Polaroid. Utilizzando, infatti, un filtro polarizzato movibile applicato a un proiettore per diapositive, Munari ottiene le Proiezioni Polarizzate con cui compie l'utopia futurista di una pittura dinamica e in continuo divenire.

 

Le proiezioni dirette e quelle polarizzate sono presentate per la prima volta nel 1953 a Milano nello studio di architettura B24, che allora era uno spazio per le esposizioni del MAC-Movimento per l'arte concreta, e poi nel 1955 al MoMA di New York con il titolo di Munari's Slides, nell'ambito di una mostra personale. Successivamente saranno presentate nel 1955 alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma ed infine a Tokyo, Stoccolma, Anversa, Zurigo, Amsterdam.

 

Questa parte peculiare della complessa e variegata produzione artistica di Bruno Munari sarà per la prima volta presentata a Napoli, a seguito della ricerca condotta dalla Fondazione Plart, che ha svolto un accurato lavoro scientifico di digitalizzazione dei vetrini che saranno proiettati in specifici ambienti della mostra. Trattandosi di opere risalenti a oltre cinquant'anni fa (Proiezioni Dirette, 1950; Proiezioni Polarizzate, 1953), il lavoro di digitalizzazione si è reso necessario anche per la conservazione di queste opere, vista la loro precaria costituzione materiale. Inoltre, la digitalizzazione consente di portare alla conoscenza del pubblico un particolare aspetto del lavoro di Munari rimasto sconosciuto per molto tempo, colmando, altresì, i vuoti e le mancanze presenti nella ricostruzione non solo di alcuni aspetti della sua ricerca ma più in generale della storia dell'arte contemporanea, soprattutto nel rapporto arte-tecnologia. Infatti, il lavoro di Munari che sarà presentato in mostra ha inciso in modo determinante sui successivi sviluppi dell'Arte cinetica in Francia e dell'Arte programmata in Italia. In più, gli ambienti realizzati per mezzo di proiezione diretta o di proiezione polarizzata hanno anticipato in modo assolutamente seminale soluzioni proprie delle video-installazioni multimediali e, di conseguenza, delle più recenti metodologie e linee di ricerca dell'arte interattiva, come il Mapping e la Kinect-Art

 

Il percorso espositivo del Plart è arricchito dalla presenza di alcune opere esemplificative di quella ricerca che condurrà Munari, già a partire dagli anni Trenta e Quaranta, ad evolvere in senso ambientale l'opera: Macchina Inutile (1934), Tavola Tattile (1938), Macchina Aritmica (1947), sono opere che dichiarano una volontà di uscita dalla bidimensionalità, che raggiungerà il suo culmine nell'ideazione di Concavo-Convesso (1947). Punto di luce, un dipinto olio su masonite del 1942 rivela in nuce le ricerche formali a cui Munari arriverà proprio con le proiezioni dirette e polarizzate, nelle quali, tra l'altro, è presente una ricerca di sensibilizzazione, in senso artistico e visuale, delle materie plastiche colorate che sono usate per trasparenza. Nelle Proiezioni Dirette, infatti, la plastica è impiegata a seconda del suo colore, per essere investita dalla luce. mentre nelle Proiezioni Polarizzate la plastica è il mezzo per estrarre il colore dalla luce. Munari fonde così, materia e luce producendo opere il cui messaggio finale oltrepassa la fisicità dell'opera. La presenza in mostra di opere come Flexy, multipli realizzati in plastica a partire dagli anni Sessanta, e Fossile del 2000 (1959), in cui componenti elettroniche e materiali metallici sono immersi in pezzi di plexiglass di forma irregolare e bruciato, dichiarano il continuo interesse di Munari nei confronti delle materie plastiche che diventano, con il tempo, elementi fondamentali nella comunicazione visiva in quanto determinano effetti cromatici variabili.

 

Nei mesi successivi all'inaugurazione sarà pubblicato il catalogo della mostra con prestigiosi interventi che inquadreranno criticamente gli aspetti principali ed essenziali dell'esposizione.

 


La mostra è realizzata e finanziata integralmente con fondi POC 2014-20 (PROGRAMMA OPERATIVO COMPLEMENTARE) Regione Campania

 

 

 

INFORMAZIONI UTILI

 


TITOLO DELLA MOSTRA: BRUNO MUNARI. I colori della luce

PROMOSSO DA: Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee in collaborazione conFondazione Plart

A CURA DI: Miroslava Hajek, Marcello Francolini

SEDE ESPOSITIVA: Fondazione Plart, via Giuseppe Martucci 48, Napoli, Italia

TEL E INFO: 081-19565703

COSTI INGRESSO: Gratuito per la mostra

 


 

INAUGURAZIONE: 29 novembre 2018 ore 19:00

DATE DI APERTURA: 29 novembre 2018 - 20 marzo 2019

ORARI DI APERTURA: da martedì a venerdì ore 10.00 - 13.00 / ore 15.00 - 18.00. Sabato ore 10.00 - 13.00

TOMORROW | PAV Torino | OPENING: WEED PARTY III. Zheng Bo | 3 November 2018 - 6 PM


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Zheng Bo, Pteridophilia 1, 2016. Video (4K, color, sound), 17 min. Courtesy the artist.

WEED PARTY III – Il partito delle erbacce
Zheng Bo

a cura di Marco Scotini

 

inaugurazione: sabato 3 novembre 2018 ore 18.00
4 novembre 2018 – 24 febbraio 2019 

 


Sabato 3 Novembre 2018, al PAV Parco Arte Vivente, nella cornice di Artissima, verrà inaugurata la prima personale italiana dell'artista cinese Zheng Bo (Pechino 1974). La mostra, a cura di Marco Scotini, aprirà la nuova stagione espositiva dedicata, in particolare, al rapporto tra ecologia e arte nel continente asiatico. Intitolata Weed Party III, la mostra è pensata appositamente per il PAV e si confronta con specie vegetali del territorio piemontese.  


Attento indagatore del rapporto tra piante, società e politica, Zheng Bo, è tra i più interessanti artisti cinesi dell'ultima generazione. Presente a Manifesta 12 a Palermo, è reduce della seconda Yinchuan Biennale e coinvolto nella prossima Taipei Biennale, che aprirà in novembre. Nella sua serie di opere Propaganda botanica, Zheng Bo fa ricorso a slogan storici marxisti che ricrea con l'uso di elementi vegetali in modo da espandere nozioni come "uguaglianza", "lavoratore" o "socialismo" oltre la sfera dell'umano. Il suo ultimo slogan "Earth Workers Unite", concepito per Yinchuan Biennale e costituito di 370 piante di pioppo, lasciava aperta la possibilità di una doppia interpretazione: non tanto che fossero i lavoratori del pianeta Terra ad unirsi tra loro (secondo la versione ortodossa), quanto che diventasse possibile l'associazione tra Terra e lavoratori contro lo sfruttamento comune.


A partire dal 2003, la pratica artistica socialmente impegnata di Zheng Bo ha riguardato ecologia, progetti partecipativi, comunità marginalizzate e tematiche di genere. L'uso frequente delle piante selvatiche tipiche degli ambienti urbani - e considerate convenzionalmente erbacce - connette il suo lavoro a metafore politiche in cui ciò che è sgradito, abbandonato, dimenticato o "fuori posto" diventa una sostanziale forza ecologica per diffondere culture di resistenza e resilienza. Esteso ad alcune città nell'ultimo decennio, il suo progetto con le erbacce (weed) ha preso differenti nomi, come Weed Plot (nel tetto del Sifang Art Museum a Nanchino), Weed Commons (per il Times Museum di Guangzhou) e Weed Party (una serie ancora in corso cominciata a Shanghai nel 2015 e ora approdata al PAV). In quest'ultimo progetto, l'artista cerca di immaginare un partito politico post-umano dove gli esseri umani ed extra-umani non risultano più separati tra loro.


Il Weed Party concepito per il PAV si pone come il terzo appuntamento dopo il giardino d'erbacce e terra realizzato per l'interno del Leo Xu Projects di Shanghai nel 2015 e il lavoro sulle felci per TheCube Project Space di Taipei nel 2016. In questa serie di episodi espositivi, Zheng Bo indaga il rapporto (ben oltre la metafora) tra il carattere incontrollabile dei movimenti politici spontanei e il potere infestante e inestirpabile delle piante cosiddette parassitarie. La possibilità di disseminarsi e di riprodursi continuamente, la capacità di resistere a lungo e in condizioni sfavorevoli, il fatto di rappresentare una minaccia per il campo coltivato, sono tutti attributi che connotano le forme di vita tanto delle insorgenze attiviste che delle specie vegetali rispetto all'ecosistema in cui viviamo.


Al centro fisico e concettuale della mostra al PAV vi è la grande istallazione/giardino After Science Garden, concepita ad hoc per lo spazio della serra del centro d'arte contemporanea e sviluppata in dialogo con il territorio, sia dal punto di vista botanico sia nell'interazione con attivisti e ricercatori locali, con i quali l'artista immagina le possibili configurazioni dei futuri movimenti sociali ed ecologisti. Il percorso prosegue con gli erbari grafici Survival Plant Manual I e II, frutto di una ricerca sulla relazione tra mondo vegetale e sopravvivenza in una prospettiva storicizzata, la stessa prospettiva da cui parte la lettura inedita dell'internazionalismo comunista cinese a Parigi che dà corpo alla maquette A Chinese Communist Garden in Paris. A chiudere la mostra, i due film del ciclo Pteridophilia (l'ultimo della trilogia verrà presentato a Taipei), che esplora il potenziale delle teorie eco-queer mostrandoci sette giovani uomini intrattenere rapporti intimi con diversi tipi di felci in una foresta di Taiwan. 

 


PAV/AEF

All'interno delle iniziative previste per l'approfondimento della mostra, le Attività Educative e Formative del PAV propongono il laboratorio Le Jardin Trouvé che raccoglie lo spunto di Zheng Bo sul tema dell'osservazione di piante spontanee presenti all'interno del territorio urbano. La catalogazione e rielaborazione formale delle piante, in un'ottica relazionale, si focalizza sulle aree verdi interstiziali e resilienti della città, da fruire nel proprio quotidiano ai fini del riposo, del gioco, dell'incontro, della contemplazione e del piacere. 

Per partecipare all'attività è necessaria la prenotazione: 011 3182235

 

 

La mostra è realizzata con il sostegno della Compagnia di San Paolo, della Fondazione CRT, della Regione Piemonte e della Città di Torino.

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Per informazioni:

PAV - Parco Arte Vivente

Via Giordano Bruno 31, 10134 - Torino

T. +39 011 3182235

Orari: venerdì, 15 - 18; sabato e domenica, 12 - 19;

Ingresso: 4 euro; ridotto: 3 euro; gratuito: Abbonamento Torino Musei, Torino+Piemonte Card, minori di 10 anni, over 65, persone con disabilità

venerdì 2 novembre 2018

Spazio Damiani: Geografie dell'immagine: appuntamenti dal 29 novembre 2018

GEOGRAFIE DELL'IMMAGINE
Un viaggio nell'estetica di Martin Parr e nella fotografia pop

Spazio Damiani
dal 29 novembre 2018

Per la stagione espositiva 2018-2019, Spazio Damiani propone Geografie dell'immagine, un ciclo di incontri gratuiti e aperti al pubblico sulla fotografia contemporanea.

Prendendo le mosse da Beach Therapy, la mostra fotografica di Martin Parr attualmente in corso presso lo spazio espositivo, verranno indagati ambiti che sono diventati dei veri e propri generi fotografici: il kitsch e la satira, i luoghi comuni e l'estetica pop.

Nell'arco di quattro incontri interverranno: Marta Papini, Curatrice del Centro per l'arte contemporanea Luigi Pecci, Claudio Marra, Professore Ordinario di Fotografia presso l'Università di Bologna, Michele Smargiassi, Giornalista, Paolo Noto, Docente di Analisi del film e Studi visuali presso l'Università di Bologna.

 

Calendario degli incontri 

Giovedì 29 novembre 2018, ore 18.30
La nascita di Toiletpaper magazine
Un dialogo con Marta Papini

Giovedì 13 dicembre 2018, ore 18.30
Il Kitsch, una riabilitazione
Con Claudio Marra

Giovedì 24 gennaio 2019, ore 18.30
Comica o ridicola, la fotografia che punge
Con Michele Smargiassi

Venerdì 8 febbraio 2019, ore 18.30
Martin Parr e l'identità delle piccole cose
Proiezione del film Think of England di Martin Parr
Con Paolo Noto

 

Spazio Damiani
Tel. +39 051 4380747

La tradizione del presepe nella mostra "Gloria in Excelsis" al Castello Reale di Govone durante l'evento Il Magico Paese di Natale (17 nov - 23 dic).


L'evento Il Magico Paese di Natale di Govone (CN) ripercorre la storia della tradizione del Presepe attraverso il percorso della mostra Gloria in Excelsis.
 
La mostra, il cui percorso è allestito negli ambienti della Galleria Alfieri del Castello Reale di Govone, ripercorre la storia del Presepe dalla Natività di Greccio voluta da Francesco di Assisi a esemplari di presepe moderni, passando per quelli di matrice più popolare. Anche questo è Il Magico Paese di Natale, che nei fine settimana dal 17 novembre al 23 dicembre, anima Govone e l'intero territorio del Roero.

Govone (CN), 2 Novembre 2018 – Come nasce il Presepe? Quale il suo significato e l'evoluzione che ha subito nel tempo? La mostra Gloria in Excelsis allestita al Castello Reale di Govone per tutto lo svolgimento dell'evento Il Magico Paese di Natale ne ripercorre la storia e l'evoluzione attraverso proiezioni, allestimenti presepiali e oggetti d'arte sacra.
 
Per un italiano su due il Presepe è il simbolo che rappresenta al meglio il Natale nel proprio immaginario. Questo è quanto dichiarato dagli italiani intervistati (55%) durante l'ultimo sondaggio della Doxa in merito. Dunque il presepe batte l'Albero (21%) tra i simboli della festività più 'magica' dell'anno per la popolazione italiana (69%). Nasce da qui l'idea dell'Associazione Culturale Generazione, che da dodici anni organizza l'evento de Il Magico Paese di Natale, di dare uno spazio importante a questo tema così amato come rappresentazione di una felicità, di una cultura e un modo che sembrano non esserci più. Per l'occasione è stata scelta una curatrice di eccezione, l'archeologa Cristina Ghiringhello, collaboratrice dell'Università degli Studi di Torino e del Museo delle Antichità Egizie, che ha progettato l'allestimento della mostra all'interno della Galleria Benedetto Alfieri, un'ala del Castello Reale di Govone suddivisa in tre ambienti di recentissimo restauro. Il percorso inizia con una tra le più antiche raffigurazioni della Vergine col Bambino, quella rinvenuta nelle Catacombe di Priscilla a Roma (III sec.) e prosegue con la prima rievocazione della Natività al di fuori di un edificio religioso, quella voluta da Francesco di Assisi nel borgo di Greccio, risalente al 1223. È questo il momento che sancisce l'inizio della diffusione dell'usanza di allestire la nascita di Gesù nelle chiese, come si vede anche dall'affresco di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi. La seconda sezione della mostra illustra la nascita del presepe 'laico', quello cioè che contiene personaggi popolari e pastori che rispondono a una precisa simbologia. In questo spazio il visitatore comprende quali elementi della composizione presepiale provengano direttamente dal racconto evangelico e quali siano invece frutto della tradizione popolare. L'esposizione comprende poi immagini di arte sacra provenienti dalla parrocchia di San Secondo di Govone, presepi artistici opera di artigiani e artisti locali, tra i quali spicca l'opera dei maestri ceramisti di Castellamonte (TO).
 
Anche la tecnologia entra nella mostra Gloria in Excelsis che, nel rievocare il mistero della Natività, ricorre alla tecnologia digitale per permettere agli spettatori di vivere un'esperienza immersiva di questa parte dell'evento Il Magico Paese di Natale dedicato alle famiglie e agli amanti della tradizione legata al Natale.
La mostra è aperta tutti i sabati e le domeniche dell'evento dalle 10.00 alle 19.00.


Per maggiori informazioni:
Il Magico Paese di Natale
Associazione Culturale Generazione - Govone (CN) 12040 - Via Boetti 2



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www.CorrieredelWeb.it

lunedì 29 ottobre 2018

Enrica Borghi in mostra al Castello di Novara - INVITO

ECO
opere di ENRICA BORGHI

Una straordinaria personale dell'artista al Castello Visconteo Sforzesco di Novara

Dall'11 novembre 2018 al 3 febbraio 2019 le sale restaurate del Castello Visconteo Sforzesco di Novaraospitano una grande mostra dedicata a Enrica Borghia cura di Lorella Giudici.

L'esposizione è una sorprendenteantologica che riunisce opere importanti, grandi installazioni e lavori inediti. L'ambizione è quella di offrire uno sguardo d'insieme sul lavoro artistico di Enrica Borghi e seguirlo per quasi trent'anni. È la prima volta che il Castello di Novara dedica una mostra personale non solo a un'artista donna, ma aun'artista donna vivente.

Personaggio caleidoscopicoEnrica Borghi ha creato e continua a creare un universo eterogeneo che si anima e prende vita da materiali che la nostra società rifiuta e scarta. Un gesto creativo che ridà nuova vita, bellezza e forma a oggetti destinati alla discarica e all'oblio.Con la sua ricerca artistica in continuo movimento ed espansioneEnrica Borghisi colloca tra le personalità più interessanti ed eclettiche dell'arte contemporanea, in grado di cristallizzare in bellezza l'anima del nostro vivere quotidiano, indagando i temi del ri-uso, dell'ambiente, del territorio e della femminilità. Così l'artista"Voglioraccontare la seduzione dei rifiuti, la possibilità alchemica della trasformazione".

Novara ha un particolare legame affettivo con la Borghi che, una volta terminati gli studi all'Accademia di Belle Arti di Brera, si trasferisce nella città piemontese. Il piccolo monolocale in affitto è ribattezzato "il mio laboratorio alchemico"Enrica comincia ad accumulare contenitori per detersivi, variopinte bottiglie di plastica, confezioni e involucri alimentari: quei rifiuti sono per l'artista un'inesauribile miniera di materia e di idee.

Le opere in mostra partono dagli anni Novanta e arrivano a quelli più recenti. Daarazzi orditi con strisce ricavate dbuste di plastica ad agglomerati di cotton fioc, bottoncini metallici, unghie posticce, strofinacci e pagliette metalliche che rivestono Veneri busti. Enormi abiti di bottiglie di plastica, gioielli plasmati a regola d'artemosaici di fondi di bottiglia, muri di sfere luminose di alluminiomeduse con lunghi tentacoli, fluttuanti nebulose. Ma anche fotografie di grande formato e pezzi unici dove l'elemento luminoso gioca tra i riflessi scintillanti delle superfici plastiche.

Il vernissage è in programma sabato 10 novembre alle ore 17Seguirà lperformance Parade. RecyclingWarriors Objects alle ore 18maschere, corazze e armature, indumenti-scultura in bilico tra seduzione e fantastico.

ECO – opere di ENRICA BORGHI
Dall'11 novembre 2018 al 3 febbraio 201– Castello Visconteo Sforzesco di NovaraIngresso gratuito. Martedì – domenica, 10:00  19:00

La mostra è organizzata dalla Città di Novara in collaborazione con Castello di NovaraAgenzia Turistica Locale della Provincia di Novara, Associazione Culturale Asilo Biancocon il patrocinio della Regione Piemonte e con il contributo di Fondazione Cariplo, ASSA e Italgrafica.


Sono previste due giornate di workshop con l'artista aperte al pubblico e incentrate sulla trasformazione e il riuso di materiali di scarto, in particolare dellebottiglie di plastica.

 

Enrica Borghi nasce a Macugnaga (Verbania), ai piedi del Monte Rosa. Oggi vive e lavora sulle colline del Lago d'Orta. Si diploma in Scultura all'Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, nel 1989.Insegna Materie Plastiche presso il Liceo Artistico F. Casorati di Romagnano. È Fondatrice e Presidentdell'Associazione Culturale Asilo Bianco. Tra le numerose personali ha esposto al Castello di Rivoli, alla Galleria d'Arte Moderna di Bologna, al MAMAC di Nizza, al Musée des Beaux-Arts di Bordeaux e all'Estorick Collection di Londra.



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