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mercoledì 10 ottobre 2018

Today Opening Ignazio Mortellaro @ Botanical Garden Palermo


Francesco Pantaleone Arte Contemporanea recommends
                                  

 

Ignazio Mortellaro

E già sono deserto

a cura di Valentina Bruschi
with an outdoor installation by Mario Merz - powered by Fondazione Merz


OPENING 10.10.2018
ORE 17.30
CALIDARIUM - ORTO BOTANICO di Palermo 

 

IT__L'Associazione Culturale Radiceterna Arte e Ambiente, in collaborazione con il Sistema Museale di Ateneo (SiMuA), è lieta di presentare, E già sono deserto, la mostra personale dell'artista Ignazio Mortellaro, quarto appuntamento del progetto Radiceterna Arte e Ambiente, all'interno del Calidarium dell'Orto Botanico dell'Università di Palermo. A conclusione del primo ciclo di mostre (Allora & Calzadilla, Katinka Bock, Björn Braun) il quarto appuntamento espositivo nella project-room al Calidarium, è una personale dell'artista Ignazio Mortellaro che è tra gli ideatori del progetto Radiceterna, insieme a Valentina Bruschi e con il coordinamento artistico di Vittorio Rappa. Come dichiarato nel titolo della mostra, preso da un verso del poeta Giuseppe Ungaretti, l'artista si propone di "oggettivare" il termine "deserto", inteso come paesaggio, luogo dell'estrema atomizzazione, spazio fluido e libero, la cui mutevolezza lo rende labirinto "dove non ci sono scale da salire, né porte da forzare, né faticosi corridoi da percorrere, né muri che ti vietano il passo." (I due re e i due labirinti, "L'Aleph" di Jorge Luis Borges). Riferimenti letterari e geografici che diventano metafora di una riflessione sul tempo e le sue molteplici forme e dimensioni. Con questa idea in mente, Ignazio Mortellaro ha realizzato una nuova serie di lavori pensati appositamente per questo particolare luogo espositivo: una serie di collage fotografici, sculture in bronzo e ottone e un'opera video. Quest'ultimo lavoro è frutto di una collaborazione con il musicista Lucy, fratello dell'artista e protagonista del live set dell'inaugurazione.
 
EN__The Cultural Association Radiceterna Arte e Ambiente, in collaboration with the University Museum System (SiMuA), is pleased to present the solo exhibition of the artist Ignazio Mortellaro, the fourth appointment of the Radiceterna Arte Ambiente project and series of exhibitions, inside the Calidarium of the Botanical Gardens of the University of Palermo. As the conclusion of the first series of exhibitions (Allora & Calzadilla, Katinka Bock, Björn Braun) the fourth event in the project room at the Calidarium, is a solo show by the artist Ignazio Mortellaro who is among the founders of the Radiceterna project, together with curator Valentina Bruschi and with the artistic coordination of Vittorio Rappa. As stated in the title of the exhibition, taken from a verse by the poet Giuseppe Ungaretti, the artist aims to "objectify" the term "desert", understood as landscape, place of extreme atomization, a fluid and free space, whose mutations makes it a dizzying labyrinth "which has no stairways to climb, nor walls to impede thy passage." (as in the story, The Two Kings and the Two Labyrinths, "The Aleph" by Jorge Luis Borges). Literary and geographical references that become metaphors referencing time and its many forms and dimensions. With these ideas in mind, Ignazio Mortellaro has created a new series of works designed specifically for this particular exhibition space: a series of photographic collages, bronze and brass sculptures plus a video. This last work is the result of a collaboration with the musician Lucy, brother of the artist and protagonist of the inaugural live set. 
 
Informazioni:
artista / artist: Ignazio Mortellaro
titolo / title: "E già sono deserto"
inaugurazione / opening: Mercoledì 10 Ottobre 2018, ore 17.30
durata / length: 11 Ottobre – 4 Novembre 2018
coordinamento artistico / artistic coordinatione: Vittorio Rappa
 

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www.CorrieredelWeb.it

martedì 9 ottobre 2018

MOSTRA 'ETTORE DE CONCILIIS. SPAZI DI QUIETE, PAESAGGI E LAND ART', MATERA 13 ottobre

"ettore de conciliis. 
Spazi di quiete, 
paesaggi e land art"

«Si tratta di una presentazione di mie opere degli ultimi vent'anni, come di consueto riguardanti i temi di natura e paesaggio. Un paesaggio che, allo stesso tempo, include l'"altro paesaggio" ovvero quello della land art. Un'"arte territoriale" che viene presentata in un'ampia documentazione fotografica a cura di Luigi Nifosì. Paesaggi dipinti e land art, due esempi diversi di trattare la natura».
Questa l'introduzione del maestro Ettore de Conciliis alla sua mostra Spazi di quiete, paesaggi e land art –organizzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata in collaborazione con Il Cigno GG Edizioni, curata da Filomena Maria Sardella – che, dopo essere stata ospitata al Maschio angioino di Napoli, si sposterà a Matera (prossima a rivestire il prestigioso ruolo di Capitale Europea dell'Arte) all'interno dell'ex Ospedale San Rocco, a partire dal 13 ottobre (inaugurazione alle ore 18.00).
Per l'occasione saranno anche esposte le foto di Luigi Nifosì del Memoriale di Portella della Ginestra, opera di land art realizzata dallo stesso de Conciliis in ricordo della strage del primo maggio 1947 perpetrata dal bandito Giuliano in Sicilia.
Ettore de Conciliis, nato ad Avellino nel 1941, diventa celebre nel 1965 per aver realizzato il Murale della pace nella chiesa di San Francesco ad Avellino: alle spalle dell'altare di una chiesa cattolica fu posto un affresco in cui, attorno alla figura di san Francesco, compaiono da un lato immagini di guerra e di distruzione, dall'altro di pace e di giustizia sociale. Accogliendo il rivoluzionario messaggio di pace e fratellanza di Papa Giovanni XXIII de Conciliis rappresenta, uno accanto all'altro, John Kennedy, Mao Tse Tung, Cesare Pavese, Guido Dorso, Pier Paolo Pasolini, Fidel Castro, Pablo Picasso, Carlo Levi, Alberto Moravia e altri. Il fare artistico di de Conciliis colpisce per la sua multidimensionalità. Può essere considerato un laico che sa muoversi in contesti religiosi e che, con le sue opere, mette insieme impegno civile, paesaggio, natura.
Il messaggio artistico di de Conciliis colpisce per la sua tenacia nel dipingere con metodologia tradizionale affrontando, con tematiche apparentemente classiche e romantiche, la contemporaneità e la maturità della bellezza. La compostezza formale dei suoi quadri introduce subito una geometria euclidea, fatta di equilibrio e di solennità, da molti definite "classiche". I suoi alberi, le sue strade, i suoi specchi d´acqua evocano la serenità, la calma e l´indifferenza della natura verso le cose umane. Per questo motivo può essere considerato un laico che sa muoversi in contesti religiosi e che, con le sue opere, mette insieme impegno civile, paesaggio, natura. Lavora con i gialli del sole, il verde degli alberi, l'azzurro dei fiumi e del cielo, il rosso dei papaveri, il bianco delle case.
«Lo spazio della tela diventa per Ettore de Conciliis come lo spazio di attesa, la pausa tra gli avvenimenti della vita nel suo scorrere, antecedenti e successivi al raggiungimento del suo inevitabile punto focale, suo obiettivo assoluto come fosse il suo personale destino, la conclusione del suo intimo e forte desiderio espressivo, la Pace, punto finale dove si arresta la ricerca e si pacificano le divergenze, il luogo della pura utopia», afferma la curatrice della mostra Filomena Sardella. "Per raggiungerla deve attraversare lo spazio senza tempo, tuffarsi nell'infinito fermando l'aria intorno con lo sguardo fisso e dipingere il thopos, con una messa a fuoco sapientemente radente il suolo, la terra dove tutto nasce e ha inizio: lo spazio di quiete".
«Il legame profondo con la parte di territorio ad Est della Basilicata si evidenzia nell'intenso rapporto che intercorse tra il Ettore de Conciliis e Carlo Levi, proprio per la realizzazione a Cerignola, paese di Puglia poco distante da Matera, del murale-istallazione dedicato a Giuseppe Di Vittorio, nel 1974, uomo che ridefinì la classe operaia adducendovi a pieno diritto i braccianti agricoli», il commento di Francesco Canestrini, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata
Saranno venti le opere esposte del Maestro de Conciliis, tra cui un dittico e un trittico monumentali, e dodici le immagini del fotografo siciliano Luigi Nifosì.

Scheda Tecnica

Titolo: "Ettore de Conciliis. Spazi di quiete, paesaggi e land art"
A cura di: Filomena Maria Sardella 
Luogo: Ex Ospedale San Rocco, Piazza San Giovanni Battista - Matera
Opere in mostra:  Tele: de Conciliis; Foto di "Portella della Ginestra": Luigi Nifosì
Organizzazione: Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata
In collaborazione con: Il Cigno GG Edizioni
Date: 14 ottobre – 14 novembre 2018
Inaugurazione: 13 ottobre 2018, ore 18.00
Catalogo: Il Cigno GG Edizioni
Info: Il Cigno GG Edizioni 06 6865493    

A Palazzo Diamanti di Ferrara la mostra "Courbet e la Natura". Dopo 50 anni, in esposizione 50 opere da tutto il mondo. Fino al 6 gennaio 2019

L'arte di Courbet torna in Italia, con una retrospettiva che celebra la natura

Dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara la mostra "Courbet e la Natura". Dopo 50 anni, in esposizione 50 opere provenienti dai musei del mondo. Vantaggi e sconti con il Consorzio Visit Ferrara.

 

Fiumi impetuosi, vallate lussureggianti, rocce e coste mediterranee, laghi e scogliere, paesaggi naturali vivi. Le opere di Gustave Courbet, tra i più apprezzati artisti dell'Ottocento, arrivano a Palazzo dei Diamanti di Ferrara con una grande esposizione, che celebra l'artista in Italia per la prima volta dopo 50 anni


Splendidi capolavori ispirati alla più cara protagonista dei dipinti di Courbet: la natura. La mostra "Courbet e la Natura", dal 22 settembre 2018 al 6 gennaio 2019, organizzata dalla Fondazione Ferrara Arte e Gallerie d'Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, è un percorso tra 50 tele, provenienti dai più importanti musei del mondo, che racconta i luoghi e i temi dell'appassionante rappresentazione dell'universo naturale da parte dell'artista francese. 


Un'esposizione preziosa e spettacolare, da scoprire grazie alle proposte di soggiorno e ai vantaggi del Consorzio Visit Ferrara, che unisce circa 90 operatori turistici della Provincia ferrarese all'insegna della promo-commercializzazione turistica del territorio. 


Tra le più belle opere di Courbet in esposizione: "Buongiorno signor Courbet", l'autoritratto "L'uomo ferito" e le celebri "Fanciulle sulle rive della Senna". I dipinti sono rappresentazioni dei luoghi vissuti dall'artista - maestro degli impressionisti e considerato il padre del realismo - tra Parigi, la natia Ornans e i suoi dintorni, le coste della Normandia e del Mediterraneo, la Germania e la Svizzera, fra cieli immensi, sottoboschi e ruscelli, cascate e grotte. Ma ci sono anche i dipinti che hanno per tema i nudi e gli animali nel paesaggio. Opere che esprimono il rapporto autentico e rivoluzionario dell'artista con l'ambiente naturale.


Per visitare la mostra, prenotando direttamente sul sito di Visit Ferrara ed inserendo il codice sconto COURBET2018, c'è lo sconto del 10% sul pernottamento.

Sono inoltre previste visite guidate alla mostra per individuali dal titolo "Raccontare l'Arte" tutti i sabati, domeniche e festivi. Visit Ferrara propone anche pacchetti per il soggiorno: la proposta di 2 giorni "Arte a Ferrara" in formula light comprende una notte in hotel con prima colazione, il biglietto d'ingresso alla mostra, lo sconto del 10% sul catalogo, una visita guidata della città di 2 ore. Il prezzo è a partire da 85 euro a persona.


La proposta "Arte a Ferrara" in formula top di 3 giorni, prevede 2 notti in hotel con colazione, una cena tipica a Ferrara e un pranzo in ristorante, un aperitivo alla caffetteria del Castello Estense, una visita guidata della città, l'ingresso alla mostra e il 10% di sconto sul catalogo. Il prezzo è a partire da 230 euro a persona.

 

 

Per informazioni e prenotazioni: Consorzio Visit Ferrara

Via Borgo dei Leoni 11, Ferrara (FE)
Tel. 0532 783944, 340 7423984

ANDY WARHOL arriva a Roma ed è subito boom di visitatori > oltre 7.000 visitatori nei primi 5 giorni di mostra > Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma

GRANDE SUCCESSO DI VISITATORI PER LA MOSTRA
Andy Warhol
CHE IN SOLI 5 GIORNI DI APERTURA HA ATTIRATO OLTRE 7.000 VISITATORI
 
fino al 3 febbraio 2019
Complesso del Vittoriano – Ala Brasini, Roma

Grandissimo successo per la mostra che celebra il genio pop Andy Warhol che, in soli 5 giorni di apertura, ha attirato un pubblico di 7.218 visitatori.

Sotto l'egida dell'Istituto per la storia del Risorgimento italiano e con il patrocinio della Regione Lazio e di Roma Capitale - Assessorato alla Crescita Culturale, la mostra Andy Warhol è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia in collaborazione con Eugenio Falcioni & Art Motors srl e curata da Matteo Bellenghi.

Interamente dedicata al mito di Warhol e realizzata in occasione del novantesimo anniversario della sua nascita, la mostra che parte dalle origini artistiche della Pop Art: nel 1962 il genio di Pittsburgh inizia a usare la serigrafia e crea la serie Campbell's Soup, minestre in scatola che Warhol prende dagli scaffali dei supermercati per consegnarli all'Olimpo dell'arte.
Seguono le serie su Elvis, su Marilyn, sulla Coca-Cola. A colpire Warhol sono quegli oggetti che abbattono il divario tra ricchi e poveri: una Coca-Cola se la può permettere chiunque e, per quanto sia enorme il potere d'acquisto di un milionario, la sua Coca-Cola non sarà più buona di quella di chiunque altro. È in questi anni che comincia a dire che ognuno ha diritto a 15 minuti di celebrità, quella celebrità da cui è ossessionato da sempre e di cui nel percorso espositivo non mancano le testimonianze. Warhol diventa in quegli anni il centro catalizzatore della cultura newyorchese, frequenta i locali più ambiti del momento, come lo Studio 54 o il Max's Kansas City dove si fa fotografare, tra gli altri, con Liza Minnelli, Debbie Harry, Paloma Picasso, Truman Capote.
Nel '63 si trasferisce a lavorare in uno studio sulla quarantasettesima est, etichettato in breve tempo "Silver Factory", la fabbrica d'argento, per l'aspetto che Billy Name - fotografo e grande amico di Warhol - riuscì a darne riempiendo i muri di carta stagnola.
Come si evince dalle numerose opere a questo dedicate in mostra, i frequentatori della Factory erano moltissimi: Bob Dylan, Truman Capote, John Lennon, Mick Jagger, Jack Kerouac, Salvador Dalì, Tennessee Williams, Rudolf Nureyev, Montgomery Clift. Chiunque poteva entrare nel magico mondo di Andy.
I ritratti di alcuni di loro spiccano sulle pareti del Vittoriano, così come le copertine degli album realizzate da Warhol raffiguranti immagini e simboli passati alla storia come la banana di The Velvet Underground & Nico del 1967, i jeans di Sticky Fingers (1971) dei Rolling Stones e molte altre.

RE.USE - Scarti, oggetti, ecologia nell'arte contemporanea, a cura di Valerio Dehò, dal 27 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019, Treviso

RE.USE

Scarti, oggetti, ecologia nell'arte contemporanea

 

A cura di Valerio Dehò

 

dal 27 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019

 

Image

TREVISO

 

Museo Santa Caterina - Sala Ipogea e Ala Foffano

Museo Casa Robegan

Ca' dei Ricchi - Piano Nobile

Dal 27 ottobre 2018 al 10 febbraio 2019 Treviso ospiterà la mostra "RE.USE. Scarti, oggetti, ecologia nell'arte contemporanea" a cura di Valerio Dehò. L'esposizione, composta da 87 opere di 58 artisti internazionali, sarà dislocata in tre diversi spazi espositivi della città, di cui due sedi museali, quali il Museo di Santa Caterina e il Museo Casa Robegan, ed uno privato, il piano Nobile di Ca' dei Ricchi. RE.USE è un progetto ideato dall'Associazione TRA Treviso Ricerca Arte, realizzato in coorganizzazione con il Comune di Treviso e con la collaborazione dei Musei Civici di Treviso. Numerosi anche i Partner Istituzionali del progetto, quali Camera di Commercio, Confcommercio, Confartigianato, Coldiretti, Consorzio di Promozione turistica Marca Treviso, Assindustria Venetocentro e Contarina spa. La mostra ha inoltre il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e della Regione Veneto.

 

La mostra "RE.USE" traccia un viaggio nella storia dell'arte e nella cultura artistica, dal Novecento fino ai nostri giorni, per guardare in dettaglio come il tema del Riuso/RE.USE è stato affrontato nelle varie decadi e dai vari artisti e come questo grande tema continua a produrre opere e a stimolare la creatività delle attuali generazioni, ricoprendo un ruolo attivo e propositivo per comunicare al pubblico valori condivisi socialmente rilevanti.


Non a caso, questa mostra vedrà la luce nella città di Treviso, storicamente definita green friendly e attenta alle tematiche ambientali; infatti, "RE.USE" sarà accolta nelle sedi più prestigiose della città, tra cui la Sala Ipogea e l'Ala Foffano del Museo Santa Caterina, recentemente restaurate.

 

Attraverso le opere di grandi artisti come Marcel DuchampPiero ManzoniMichelangelo PistolettoAlberto BurriMimmo RotellaTony CraggChristo e Damien Hirst solo per citarne alcuni, l'esposizione si propone di documentare in un arco cronologico che va dai primi decenni del Novecento fino ai giorni nostri, il rapporto continuo che l'arte ha avuto con gli oggetti d'uso comune e con gli scarti. La mostra sarà, quindi, un vero e proprio viaggio per ammirare la nascita, l'evoluzione e lo stato attuale del concetto di riutilizzo con finalità etica ed estetica nel mondo dell'arte moderna e contemporanea.

 

I PRIMI DEL '900: DUCHAMP, MAN RAY, ALBERTO BURRI, PIERO MANZONI E ALTRI

 

La mostra non può non iniziare che dalle idee e dalle opere di artisti come Marcel Duchamp (1887-1968), Man Ray (1980 – 1976), Alberto Burri (1915-1995) e Piero Manzoni (1933-1963), senza le quali la distanza tra il museo e il mondo degli oggetti industriali e comuni, sarebbe rimasta inalterata.

Grazie alla loro nuova visione dell'arte provocatoria e alcune volte "scandalosa", che andava contro l'estetica e la cultura dell'epoca, la concezione dell'arte si è spostata da una dimensione fisica a una dimensione intellettuale, dove ciò che rende un artista tale non è l'abilità di manipolare la materia ma la sua capacità di creare nuovi significati. Nel fare questo, gli artisti dei primi del Novecento hanno utilizzato, al posto della pittura, i materiali e gli oggetti comuni: si pensi ad esempio al noto orinatoio di Duchamp, ai sacchi di Burri o ai famosi barattoli di "Merda d'Artista" di Piero Manzoni. Si tratta di un vero e proprio Ri.uso in quanto la funzione degli stessi oggetti viene modificata e destinata a tutt'altro utilizzo e altro valore.

 

GLI ANNI SESSANTA: IL NUOVO REALISMO FRANCESCE

 

Il tema dei rifiuti, negli anni Sessanta, diventa una critica alla società consumistica; si comincia a intravedere la responsabilità sociale da parte degli artisti, che assumono un atteggiamento di opposizione a un sistema di spreco. Il gruppo dei Nuovi Realisti francesi di cui facevano parte Mimmo Rotella (1918-2006) e i celebri Spoerri (1930), Arman (1928-2005), César (1921-1998), Jean Tinguely (1925-1991) ha creato un movimento attorno a questa concezione. Per questi artisti il riuso divenne una sorta di programma ideologico: etica ed estetica si sono fuse insieme, proponendo un'arte che non fosse solo decorazione e abbellimento, ma che veicolasse anche dei forti messaggi alla società.

Le opere di questi artisti hanno per oggetto materiali di uso comune: Spoerri assembla oggetti recuperati in mercatini e discariche; Mimmo Rotella incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada ed esegue anche assemblages e ready-made con oggetti di scarto come tappi di bottiglia, corde, ceste di vimini e pezzi di stoffa; Arman nelle sue opere accumula oggetti come scarpe, monete, orologi, pennelli, tubetti di colore ed altro.


 

DAGLI ANNI '80 FINO AD OGGI

 

La consapevolezza ambientale e la coscienza ecologica degli anni Ottanta e Novanta è ormai diventata un leitmotiv dell'arte contemporanea. Artisti come Michelangelo Pistoletto (1933), Damien Hirst (1965) hanno dato un contributo quasi iconico in questo contesto, aggiornando a oggi la lezione delle avanguardie storiche del Futurismo e del Dadaismo.

Si arriva, infatti, a una vera e propria rappresentazione della moderna coscienza ecologica nel 1999, con l'opera "Regina" realizzata da Enrica Borghi: una grande figura femminile, nobile, interamente realizzata con bottiglie di plastica da riciclare.

 

Gli artisti contemporanei anticipano lo spirito dei tempi, sintetizzandone le dinamiche sociali e dando forma alle nuove tendenze che da queste scaturiscono. In questo contesto, l'arte contemporanea ha portato l'attenzione del pubblico sui temi della coscienza ecologica e della consapevolezza ambientale, ancor prima che venissero discusse dalla società moderna. 

La nuova generazione di artisti nasce consapevole e capace di stimolare nuovi spazi di riflessione, in cui i temi dell'energia rinnovabile, dell'inquinamento, della gestione dei rifiuti e della sostenibilità ambientale vengono affrontati con approcci molto diversi.

 

Il progetto non si esaurisce nella realizzazione di una mostra. RE.USE mira ad un coinvolgimento diffuso della città, attraverso la collaborazione con realtà culturali, Istituzioni, esercizi commerciali e professionisti del territorio.

A questo proposito numerose sono le collaborazioni con le realtà culturali del territorio che nel periodo di durata della mostra, arricchiranno il programma di attività ad essa connesso con un calendario di eventi collaterali multidisciplinari sul tema del riciclo, riutilizzo, sostenibilità ed ecologia, che spazieranno dalla proiezioni di documentari, talk ed incontri, esposizioni, laboratori per adulti e bambini e molto altro. Citiamo tra le realtà coinvolte: Galleria l'Elefante, Spazio Solido, Carta Carbone Festival, Sole Luna Film Festival,  Tema Cultura, La Chiave di Sophia, Fondazione Francesco Fabbri, Treviso Comic Book Festival, CultAround ed altri ancora.

 

Condividono il progetto anche i Partner operativi: Generali Italia, Consiglio Notarile di Treviso, Consulta Ordini e Collegi Professioni Tecniche del Territorio della Provincia di Treviso, Ordine degli avvocati di Treviso e Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Treviso.

 

ELENCO ARTISTI

 

MUSEO DI SANTA CATERINA: Arman, Lewis Baltz, Hans Bellmer, Remo Bianco, Christian Boltanski, Enrica Borghi, Alberto Burri, Cesar, Henri Chopin, Christo, Claudio Costa, Cracking Art, Tony Cragg, Marcel Duchamp, Raymond Hains, Thomas Hirschhorn, Damien Hirst, Edward Kienholz, Jannis Kounellis, Armando Lulaj, Urs Luthi, Man Ray, Piero Manzoni, Fabio Mauri, Paul McCarthy, Vik Muniz, Gina Pane, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mimmo Rotella, Arcangelo Sassolino, Salvatore Scarpitta, Kurt Schwitters, Daniel Spoerri, Jean Tinguely, Ben Vautier.

 

MUSEO CASA ROBEGAN: Giovanni Albanese, Alek O, Stuart Arends, Matteo Attruia, Francesco Bocchini, Enrica Borghi, Cracking Art, Peter Fischli & David Weiss, Flavio Favelli, Giuseppe La Spada, Margaret Majo, Antonio Riello, Silvano Tessarollo.

 

CA' DEI RICCHI: Marco Andrighetto, Michele Bazzana, Marco Bolognesi, Jiri Kovanda, Jonathan Monk, Giovanni Morbin, Pratchaya Phitong, The Cool Couple, Luca Vitone.

 

IN SINTESI

 

RE.USE SCARTI, OGGETTI ED ECOLOGIA NELL'ARTE CONTEMPORANEA

a cura di VALERIO DEHÒ

 

PERIODO:27/10/2018 – 10/02/2019

 

SEDI ESPOSITIVE:

 

MUSEO S. CATERINA - ALA FOFFANO E SALA IPOGEA

PIAZZETTA M. BOTTER 1, TREVISO

MUSEO CASA ROBEGAN

VIA A. CANOVA 38, TREVISO

CA' DEI RICCHI - PIANO NOBILE

VIA BARBERIA 25, TREVISO

 

INGRESSO MUSEO SANTA CATERINA 6,00 €; RIDOTTO 4,00€ ORARI DI APERTURA MARTEDÌ – DOMENICA 10:00-12:30/ 14:30-18:00

(Ca' dei Ricchi 10:00-13:00 / 15:00-19:00)

venerdì 5 ottobre 2018

MOstra: Dal negativo al positivo al Museo e Parco Archeologico dell’antica Kaulon - Monasterace (Reggio Calabria)

Dal negativo al positivo

Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon

Monasterace (Reggio Calabria)

Domenica 14 ottobre 2018

Ore 15.00/19.00

 

Domenica 14 ottobre 2018, dalle ore 15.00 alle ore 19.00, a Monasterace (Reggio Calabria), il Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon, diretto da Rossella Agostino, aderisce alla "Giornata nazionale delle famiglie al museo", sul tema Piccolo, ma prezioso, con l'iniziativa Dal negativo al positivo.

Essa  prevede l'attuazione del progetto in due fasi:

·         Accoglienza e presa visione dei "Piccoli, ma preziosi" reperti esposti nelle teche del Museo;

·         Attività laboratoriale finalizzata alla riproduzione di un manufatto.

In particolare, i bambini dai 5 ai 10 anni con le rispettive famiglie verranno accolti nelle sale espositive dove potranno prendere visione dei tanti reperti, piccoli, ma preziosi in quanto espressione della storia della colonia greca di Kaulonía.

Successivamente, sarà focalizzata l'attenzione dei partecipanti su un reperto archeologico di particolare rilievo, di cui sarà possibile realizzarne una riproduzione nel Laboratorio di Restauro.

L'attività di laboratorio e la visita al Museo verranno offerte gratuitamente ai bambini, mentre per gli adulti è previsto il costo ridotto del biglietto € 1,50.

L'iniziativa è organizzata dai Servizi Educativi del Museo.

Il Museo Archeologico e Parco Archeologico dell'antica Kaulon è afferente al Polo Museale della Calabria, diretto da Angela Acordon.

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Dal negativo al positivo

Museo e Parco Archeologico dell'antica Kaulon

Monasterace (Reggio Calabria)

Domenica 14 ottobre 2018

Ore 15.00/19.00

 

Polo Museale della Calabria

Direttore: Angela Acordon

Ufficio stampa: Silvio Rubens Vivone (responsabile)

Tel.:  0984 795639 fax  0984 71246 

venerdì 28 settembre 2018

Marcos Tamargo nella collettiva “Escapes” 2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31

Marcos Tamargo, l'artista viaggiatore e narratore del suo tempo per la prima volta in Italia nella collettiva "Escapes"

2 ottobre – 2 dicembre Espinasse 31  



"L'arte deve essere trasgressiva e comunicativa, non lasciare la gente indifferente, un artista deve essere narratore del suo tempo".

L'artista spagnolo Marcos Tamargo dipinge le sue tele come un viaggiatore scrive il suo diario di bordo, ogni opera rappresenta uno dei suoi viaggi e ogni colore rievoca il ricordo di una città vissuta: "Io e i miei quadri andiamo di pari passo, ho modellato il paesaggio con il mio modo personale di vedere, non c'è nessuna differenza tra me e loro". Definito un artista plastico per la varietà dei materiali e delle tecniche utilizzate, Marcos espone per la prima volta in Italia, grazie al progetto della residenza d'artista milanese "Espinasse 31". Dal due ottobre al due dicembre, durante la retrospettiva "Escapes", il rapporto tra l'uomo e la materia, nelle sue infinite trasformazioni, sarà protagonista delle sue tele. "Nelle mie opere cerco di usare materiali che trovo durante i miei viaggi per cercare di rievocare le emozioni e le esperienze vissute e per rafforzare il legame con il territorio.

 "Il quadro Today, esposto in mostra, è stato realizzato durante uno dei miei viaggi in Kenya, quando una galleria di arte africana mi propose il progetto di residenza d'artista lì. Sono originario delle Asturie e ho vissuto bene per cinque anni a New York, a Londra, a Miami, in ambienti industriali, più oscuri e non è che li rinneghi ma c'è una svolta dopo la mia vita in Kenya. Era la prima volta che vivevo in un luogo non industriale, e questo mi ha fatto percepire altri aspetti. Ebbi subito l'ispirazione ammirando la luce e i paesaggi, ogni immagine in Kenya potrebbe essere un quadro. E' stato qui che ho capito di non poter più abbandonare l'Africa e i suoi colori e ho deciso di dipingere questa tela, con una tavolozza di colori terrosi, caldi". Nella serie realizzata durante il suo viaggio in Kenya, la tavolozza di Marcos si alleggerisce e i colori aumentano: ocra, toni terrosi, marroni, rossi, la luce invade tutto e segna un'intensa flessione nelle sue successive serie "Anabasis", ispirate al racconto omonimo dello scrittore greco Senofonte.

Qui la pittura diventa più materiale, più vicina, grazie anche alla ricerca degli elementi selezionati dalla materia organica quali terra, fiori, legno, radici, felci, oggetti semplici e umili che oltre a caratterizzare il luogo stesso, ci raccontano di lavoro, collegamenti ed emozioni tangibili.  Dal Kenya, dove viene introdotto l'uomo nel suo paesaggio, ad Anabasis, dove si comincia ad avere un tono più simbolico, secondo una ricerca personale e anonima, l'artista vuole trasmettere un messaggio universale, dove la luce intensa e commovente annuncia un esito felice nell'avventura del viaggio interiore, alla ricerca della conoscenza.

L'ispirazione per Marcos parte sempre da un viaggio e prende forma e colore a contatto con una nuova cultura e con nuove conoscenza, in questo modo l'artista diviene narratore del suo tempo e l'arte non esprime altro che il suo modo di vivere.

Esposto in varie istituzioni culturali europee ed importanti collezioni come il Patrimonio Nazionale e la Società Ispanica di New York, Marcos Tamargo è conosciuto anche per essere diventato in Spagna l'ambasciatore di "Winsor & Newton", il primo brand a ricevere la Royal Warrant dalla Regina d'Inghilterra.

Le altre tele esposte in mostra come "Travel"e "Her smile" evidenziano la trasformazione della materia in forma di texture e mettono in risalto le venature del colore che indagano la natura e la sua essenza. In questo modo anche lo spettatore si sente più vicino all'opera e riesce a percepire le stesse sensazioni di Marcos: "per me il compito del pittore è quello di comunicare, la pittura è un apprendimento senza fine. Ricercando e studiando, dipingendo e vivendo, tutto ciò costituisce un unico orizzonte nel mio lavoro, dove  cerco di trasmettere le mie esperienze, la mia vita, più viaggio più osservo e più penso di avere il dovere di trasmettere".

Poter poi condividere del tempo all'interno di una residenza con altri artisti permette un continuo scambio di idee e di comunicazione e Marcos Tamargo ha voluto cogliere subito quest'opportunità in Italia che lo vede esporre per la prima volta: "Sono molto entusiasta di aver conosciuto Antonio Castiglioni, proprietario di Espinasse 31 e di avere avuto da lui questa possibilità. Per un artista come me, abituato a viaggiare tra la Spagna, la Svizzera, l'Africa, la Germania, l'America, non è sempre facile organizzarsi e coordinare ogni cosa. Il team di Espinasse 31 è stato per me come una famiglia, spero ci siano altre occasioni da poter condividere insieme".

Annaida Mari

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