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lunedì 3 aprile 2017

Galleria 8,75, Reggio Emilia | Stilelibero | 8 - 26 aprile 2017


SEDE
GALLERIA 8,75 ARTECONTEMPORANEA
Corso Garibaldi, 4 - Reggio Emilia
www.csart.it/875
TITOLO
Stilelibero
ARTISTI
Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Antonella Davoli, Gino Di Frenna, Giovanna MagnaniPaolo ManganelliOscar Piovosi
DURATA
8 – 26 aprile 2017
ORARIO
Martedì, mercoledì, venerdì e sabato ore 17.30-19.30, oppure su appuntamento
INAUGURAZIONE
Sabato 8 aprile 2017, ore 17.00
CATALOGO
In galleria
La Galleria 8,75 Artecontemporanea di Reggio Emilia (Corso Garibaldi, 4) presenta, dall'8 al 26 aprile 2017la collettiva "Stilelibero", con opere realizzate dagli artisti iscritti all'omonima associazione, luogo d'incontro e confronto.


In esposizione, opere pittoriche di Giorgio Bonilauri, Attilio Braglia, Antonella Davoli, Gino Di Frenna, Giovanna Magnani, Paolo Manganelli ed Oscar Piovosi, autori diversi per tematiche affrontate, esperienza e linguaggio, che si muovono con libertà nel panorama artistico contemporaneo.

Giorgio Bonilauri nasce a Reggio Emilia, dove vive e lavoraArtista che ama la figura ed il corpo, dipinge anche paesaggi agresti caratterizzati da filari di vite e scenari urbani, in cui i tetti delle città diventano forme di una composizione pressoché astratta, guidata da assonanze cromatiche.

Attilio Braglia, nato sulle colline reggiane, analizza la natura all'interno di partiture definite. Le sue opere coniugano definizione scientifica del dettaglio e ricerca cromatica per dare vita ad una tessitura pittorica densa di stratificazioni e rimandi. Vive e lavora a Reggio Emilia.

Antonella Davoli, nata a Cavriago e residente a Reggio Emilia, da anni si dedica al tema del corpo. Oggetto di continua frammentazione, la figura umana trova nelle sue opere un nuovo equilibrio che, proprio nella sua precarietà, evidenzia i problemi del vivere contemporaneo.

Gino Di Frenna, nato in Sicilia, vive a Reggio Emilia. La sua pittura di paesaggio stempera la linearità del tratto in un gioco cromatico fatto di colori ferrosi, quasi metallici, contrapposti a superfici liquide che sfiorano codici visivi astratti. Dirupi con applicazioni di cellophane, retaggio di civiltà industriali.

Giovanna Magnani nasce a Reggio Emilia, dove vive e lavora. Nelle sue opere ad olio e tecnica mista su tela o su carta la figura femminile abita mondi incantati, in cui il corpo si solleva gradualmente da un fondo ovattato, con puntuali accensioni di colore e di luce.

Paolo Manganelli nasce a Parma, vive e lavora a Noceto (PR). Nei sui dipinti, caratterizzati da forme dinamiche che possono essere colte solo per frammenti, si alternano campiture uniformi e sfumature, ma anche effetti materici, ottenuti a partire dai fondi trattati a stucco o da carte incollate e successivamente rimosse.

Oscar Piovosi nasce a San Polo d'Enza (RE), vive a Reggio Emilia. Nella sua nuova produzione – "Ground" – l'attenzione si concentra sulle figure dei madonnari, intenti a dipingere nel momento in cui sono loro stessi ritratti. Una metafisica del visibile che, attraverso lo strumento pittorico, suggerisce ciò che non può essere detto.

La  collettiva, che sarà inaugurata sabat8 aprile alle ore 17.00, sarà visitabile fino al 26 aprile 2017, di martedì, mercoledì, venerdì e sabato con orario 17.30-19.30, oppure su appuntamento. 

Per informazioni: 
tel. 3403545183ginodifrenna875arte@yahoo.itwww.csart.it/875www.facebook.com/galleria875/.


8,75 Artecontemporanea, Associazione Culturale | Corso Garibaldi, 4 | Reggio Emilia
Tel. 0522 556806 | Cell. 340 3545183 | www.csart.it/875 | ginodifrenna875arte@yahoo.it


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Mostra personale di Valerio Libralato "Roma in..particolari" dall'8 al 16 Aprile.


Mostra personale di Valerio Libralato "Roma in..particolari" dall'8 al 16 Aprile. 

Sabato 8 Aprile vi aspetto alle 18,00 per inaugurare questa straordinaria mostra con opere in acquerello su alcuni particolari di Roma e non solo...

Aperitivo di benvenuto. 
Entrata libera.

 Domenica 9 work shop a cura di Valerio Libralato (per info e prenotazioni contattare Frammenti d'arte).

Presentazione a cura di Francesca Piovan:

" La pittura di Valerio Libralato reca in sé meraviglia e sicurezza, immediatezza e riflessione.

La meraviglia dinnanzi ad un capolavoro, la sicurezza e l' immediatezza di una tecnica, l'acquerello, che non permette errori, e la riflessione che sembra placare le tensioni dell'uomo moderno."


...
Frammenti d'arte Monteverde Vecchio
Via A. Colautti 6/8
00152 Roma
Cell. 3470744067



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Arriva a Verona la grande mostra > "Toulouse Lautrec. La Belle Époque" > dal 1 aprile al 3 settembre 2017 > AMO Arena Museo Opera - Palazzo Forti, Verona

Toulouse-Lautrec. La Belle Époque
dal  1 aprile al 3 settembre 2017
AMO Arena Museo Opera - Palazzo Forti, Verona


Henri de Toulouse-Lautrec, Jane Avril (Before Letters), 1893. Color Lithography, 124x91,5 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Eldorado, A. Bruant dans son Cabaret, 1892. Color Lithography, 138x96 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Babylone d'Allemagne, 1884. Color Lithography, 120x84,5 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece
Henri de Toulouse-Lautrec, Divan Japonais, 1893. Color Lithography, 80,8x60,8 cm. © Herakleidon Museum, Athens Greece



Parigi, fine Ottocento; la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i postriboli, i teatri, le prostitute. Questa è la realtà che vive e rappresenta Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), diventandone il più noto interprete.

Alto un metro e cinquantadue - era affetto da una forma di nanismo - e morto a meno di 36 anni devastato dalla sifilide e dall'alcolismo, Toulouse-Lautrec divenne noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e i ritratti di personaggi dell'epoca. 


Sue sono le immagini, ben impresse nell'immaginario collettivo, del balletto al Moulin Rouge e di Aristide Bruant e delle discinte prostitute nelle maisons closes (le case chiuse) in cui aveva il suo atelier.

Dal 1° aprile una grande mostra ad AMO-Palazzo Forti celebra il percorso artistico di Toulouse-Lautrec con 170 opere provenienti dall'Herakleidon Museum di Atene.

Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell'epoca riscostruiscono uno spaccato della Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo.


Tra le opere più celebri presenti in mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un'epoca indissolubilmente legata alle immagini dell'aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.

Curata da Stefano Zuffi, la mostra è patrocinata dal Comune di Verona ed è prodotta e organizzata dal Gruppo Arthemisia.


AGSM, main sponsor ha contribuito significativamente alla sua realizzazione.
Generali Italia, partner di Arthemisia per Valore Cultura, offre gratuitamente a tutti i visitatori l'audioguida della mostra.


La mostra vede come sponsor tecnico Trenitalia, media partner RMC - Radio Monte Carlo

L'Arena, hospitality partner Due Torri Hotel Verona e champagne partner Maison Perrier Jouët.


L'evento è consigliato da Sky Arte HD.


Il catalogo è edito da Skira.


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domenica 2 aprile 2017

La Crocifissione di Guadagnuolo esposta ad Ardea per la Settimana Santa


Incontriamo a Roma il pittore Francesco Guadagnuolo, l'affermato artista, il quale documenta, in occasione della Santa Pasqua ad Ardea, vicino alla Capitale, un eccezionale capolavoro pittorico, la "Crocifissione", dalle misure 3 x 2 metri che sarà esposta nella mostra a lui dedicata Domenica delle Palme 9 aprile 2017, con inaugurazione alle 18,30, al Centro di Cultura Domus Danae, via Pratica di Mare, 9 e si potrà ammirare sino martedì 18 aprile 2017.

Come scrive Renato Mammucari: «…Numerosi artisti hanno rappresentato, ognuno a modo proprio, il tema della Crocifissione: Severini, Matisse, Rouault, Picasso, Dix, Dalì, Sutherland, Schiele, Kokoscka, Carrà, De Chirico, Chagall, Cagli, Cassinari, Pirandello, Bacon, Fontana, Martini, Manzù, Greco, Minguzzi, Annigoni, Fazzini, Guttuso, Congdon, Hainal, Guadagnuolo, per fare alcuni nomi, hanno contribuito a rappresentare, con le loro opere di ispirazione sacra, il male attraverso la tensione dei corpi e l'escavazione interiore rivelando che esso sta, purtroppo, all'interno degli uomini e nella vita tra gli uomini.

È il male che mette l'uomo contro l'uomo, l'arte contemporanea lo testimonia bene un po' in tutte le direzioni: dall'aggressività all'assassinio, dal sopruso alla menzogna…

Nella crisi che ha pervaso tutto il Novecento, gli artisti hanno ricercato quella spiritualità abbattuta proprio nel tema del Cristo e della "Crocifissione", che diventa così il soggetto sacro più rappresentato. 

Il Crocifisso è l'archetipo umano e il Volto di Cristo dialoga con l'uomo contemporaneo per dare ancora delle risposte riguardo ai crimini sul pianeta e al male dilagante…

Pablo Picasso nel 1930 dipinge una "Crocifissione" che preannuncia "Guernica". Picasso con il suo stile cubista rivela come le atrocità della guerra portano solo morte, dolenza e tormento nella vita dell'uomo.

La Crocifissione, come "Guernica", grava sulla sciagura belligerante, divenendo punto di riferimento per parecchi pittori. In Italia Renato Guttuso, con la sua "Crocifissione" di impianto cubista e di vigorosa espressività, ha raccontato le vergogne del Nazismo e della guerra. 

Nel disegno iniziale dell'opera uno dei carnefici a cavallo, che simboleggia il male, presenta i tratti di Adolf Hitler…

Tre artisti diversi tra loro legano al tema della Crocifissione la Resurrezione: Fazzini, Guadagnuolo e Vangi e lo fanno in un modo nuovo per l'iconografia cristiana.

Pericle Fazzini realizza nel 1975, per la Sala Nervi in Vaticano, "La Resurrezione"; un'apoteosi scultorea in bronzo di grande impatto scenografico, che unisce la Crocifissione al momento della Resurrezione.

Nel 1987 il siciliano Francesco Guadagnuolo realizza una sua "Crocifissione", nel dramma dell'uomo contemporaneo, che viene presentata a Roma all'Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, sorprendendo i presenti per aver prodotto una nuova immagine della Crocifissione; grazie a tale opera viene indicato dalla critica come l'interprete del nuovo realismo del dopo Guttuso.

Nella "Crocifissione" di Guadagnuolo, Cristo continua a morire in un mondo ancora da salvare. 

L'artista fa vedere i vizi dell'umanità e i mutamenti dei popoli e dimostra che la classe politica, nonostante le sue insidie, menzogne e fallimenti, sia ancora a governare. 

Vediamo in quest'opera il nostro pianeta ferito, afflitto dall'ingiustizia, dallo spasimo umano e dalla cosiddetta cultura della morte (terrorismo), piaga nel terzo Millennio.

Il tema prevalente in quest'opera è la meditazione sull'inquietudine e la crisi umana dei nostri tempi: l'uomo vive nel dubbio e trovandosi carente di certezze diventa inabile nel dare risposte circa la propria esistenza. Il dolore personale, unendosi allo strazio degli altri uomini, diventa universale.

Ci si domanda quale destino sia riservato all'umanità: l'essere umano vive di rinunce, ma viene ancora sorretto da certi valori etici, nell'attesa di un'esistenza più umana. L'uomo riuscirà a dare senso alla propria vita?

Questo interrogativo appare in tutta l'opera che è avvolta da un senso metafisico sul mistero della vita, della morte e della Resurrezione.
Predomina la figura di Cristo, il cui corpo pare mutarsi in anima avvolta da intensa luce solare, che apre alla redenzione dello spirito. 

Nel 1999 Giuliano Vangi modella, con argento, oro, bronzo e nichel, un Crocifisso per il Presbiterio del Duomo di Padova, tributario nell'aspetto alla scienza tecnologica.

L'opera manifesta la vittoria della vita sulla morte, la Risurrezione, e lo stesso artista a proposito delle braccia dice: "Spalancate non nel supplizio, ma piuttosto in quest'abbraccio redentivo per l'intera umanità"…».

Come non si può non ricordare "La Crocifissione con soldato" di Giacomo Manzù, anche perché essendo ad Ardea, città tanto cara allo scultore, al punto da lasciargli un bellissimo Museo con la sua "Raccolta Manzù" che è l'orgoglio della Città.

L'opera tratta la storia, ossia l'occupazione tedesca, all'epoca della seconda guerra mondiale. Manzù ha modellato il bassorilievo evidenziando la dolorosa condizione dell'uomo per esprimere la sua ostilità alla guerra.

Conclude il saggio Renato Mammucari: «… Il Cristo è sempre più vicino alla condizione dell'uomo d'oggi e alla sua immagine che incarna la lotta per la dignità umana, la difesa dei principi di libertà e dei diritti umani».

Galleria de' Bonis, Reggio Emilia | ELIO MARCHEGIANI | 7-29 aprile 2017


Galleria de' Bonis, Reggio Emilia
7 – 29 aprile 2017

Elio Marchegiani
Il peso del colore – le grammature degli anni '70


Conoscenza dell'arte, metodo scientifico, studio dei materiali e visione del fare artistico trasversale a diverse discipline compongono l'universo pittorico di Elio Marchegiani in mostra, dal 7 al 29 aprile 2017, alla Galleria de' Bonis di Reggio Emilia (Viale dei Mille, 44/B).
L'esposizione si concentra sulle "Grammature di colore", fortunato ciclo pittorico degli anni '70. In questa serie, Elio Marchegiani, da sempre interessato al dialogo fra scienza e arte, si propone con successo di indagare il peso fisico del colore. 
Le opere consistono, dunque, in strisce di pigmenti disposte su vari supporti: intonaco, lavagna e addirittura rame. Per ognuna di esse, l'artista individua il peso esatto del colore impiegato.
Da un processo artistico affrontato con un approccio scientifico e filosofico – il "peso del colore" non potrebbe essere interpretato anche come una profonda metafora del senso della pittura? – nascono  opere estremamente armoniose ed equilibrate, governate da una geometria che non è mai rigida, ma sempre leggera e impalpabile come i pigmenti di cui è fatta.
Il percorso della mostra comprende opere scelte su intonaco, lavagna, rame ed anche oro zecchino 24 Kt. Di particolare rilevanza, una delle primissime grammature su lavagna del 1973 e due rari lavori su intonaco con cornice bianca.
Docente di "Tecnologia dei materiali e ricerche di laboratorio" e poi di "Pittura" all'Accademia di Belle Arti di Urbino, Marcheggiani è stato invitato a tre edizioni della Biennale di Venezia. 
Il suo mercato gode, in questo momento, di una grande vivacità e le sue opere – le "Grammature in particolare" – sono sempre più richieste.
L'esposizione sarà visitabile dal fino al 29 aprile 2017, da martedì a sabato con orario 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00, chiuso 25 aprile. Ingresso libero. Per informazioni: tel. 0522 580605, cell. 338 3731881, info@galleriadebonis.com, www.galleriadebonis.com.

Elio Marchegiani (Siracusa, 1929) inizia a dipingere e ad organizzare eventi culturali in Sicilia, per poi iniziare a viaggiare e a lavorare a Parigi, Milano, Roma, Bologna.
Mario Nigro e Gianni Bertini sono i primi artisti che stimolano veramente la sua fame di ricerca e sperimentazione ma sarà affascinato e influenzato molto anche dall'esempio e dalla frequentazione di Giacomo Balla, Marcel Duchamp e Lucio Fontana. 
Buona parte del suo lavoro si basa sul rapporto fra scienza e arte, con un approccio a quest'ultima decisamente multidisciplinare. 
Insegna all'Accademia di Belle Arti di Urbino e, nel 1968, è invitato alla Biennale di Venezia, partecipazione che verrà replicata anche nel 1972 e nel 1986.
Nel corso della sua carriera realizza diverse opere e installazioni pubbliche (Parigi, New York, San Francisco). Sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private in Italia e all'Estero.

Elio Marchegiani, Il peso del colore – le grammature degli anni '70
Galleria de' Bonis, Reggio Emilia
7-29 aprile 2017
Orari: da martedì a sabato ore 10.00-13.00 e 16.00-19.00, giovedì ore 10.00-13.00, chiuso 25 aprile.


Per informazioni:
Galleria de' Bonis
V.le dei Mille 44/B, Reggio Emilia
Tel. 0522 580605, cell. 338 3731881
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Castello Medievale, Montecchio Emilia (RE) | BRUNO BARANI | 9 aprile - 7 maggio 2017


Profeti in patria – Cammini d'artista a Montecchio Emilia

BRUNO BARANI: OPERE RECENTI

La ricerca lignea/Da un gomitolo di spago
             
Inaugurazione della mostra domenica 9 aprile

alle ore 17 al Castello Medievale di Montecchio Emilia



All'interno del Progetto "Profeti in patria: Cammini d'artista a Montecchio Emilia", nell'anno dedicato all'artista Omar Galliani, l'Amministrazione Comunale di Montecchio Emilia (RE) presenta la mostra collaterale "Bruno Barani - Opere recenti: La ricerca lignea/Da un gomitolo di spago" allestita al piano terra del Castello Medievale di Montecchio Emilia.


Si tratta di un'esposizione collegata al progetto "Atelier Galliani", in cui Omar Galliani dialoga e si confronta con tante personalità del mondo culturale e artistico, a tutto tondo: incontri con artisti di vario genere che hanno ispirato Galliani, e hanno influenzato la sua poetica e la sua opera. 


La mostra "Opere recenti" di Bruno Barani comprende due cicli, di undici opere ciascuno. Il primo ciclo "La ricerca lignea" pone al centro del lavoro il legno – tavola di quercia come  supporto, bastoncini appuntiti – mentre il secondo ciclo "Da un gomitolo di spago" appunto il filo di spago. 

Questi materiali, prima non utilizzati sistematicamente, non impediscono a Bruno Barani di continuare ad usare anche altri materiali per lui particolarmente affascinanti (vecchi cartoni ondulati segnati dal tempo, carte vetrate, carte colorate, carte solcate da linee incise, oro in foglia) che fanno comprendere l'alimento segreto dell'artista: la grande lezione dell'astrattismo geometrico, e certe straordinarie esperienze quali i "papiers colleès" dei cubisti (Picasso, Braque, Gris, che ricorrevano a frammenti di carte da parati, di spartiti musicali, di giornali) e i collage di Magnelli degli anni Trenta. 

Linee nitide, rigorose, svettanti, a volte elegantemente tondeggianti; forme convergenti o divergenti che si sono insediate sulla superficie dando vita a equilibri e rime sottili, a pausati respiri e affollamenti. 

Il tutto ricoperto e "ibernato" da un velo trasparente ma tangibile di colla vinilica.


L'inaugurazione della mostra si terrà al Castello Medievale di Montecchio Emilia domenica 9 aprile, alle ore 17; interverranno l'Assessore alla cultura del Comune di Montecchio Angela Marchetti, Omar Galliani e Bruno Barani.


La mostra sarà visitabile dal 9 aprile al 7 maggio al piano terra del castello medievale di Montecchio, secondo questi orari: lunedì 9-13 e 15-18, martedì 15-18, mercoledì 9-13, giovedì 9-13 e 15-18, venerdì 15-18, sabato 9-12, domenica 15-19.

L'ingresso gratuito.


Per informazioni e aggiornamenti: tel. 0522 861861 – 861864, biblioteca@comune.montecchio-emilia.re.it, www.ateliergalliani.com.

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