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sabato 5 novembre 2016

Mostra "Carlo Roselli | Prove di scena" alla galleria Edarcom Europa

Sabato 5 novembre, presso la galleria Edarcom Europa, in via Macedonia 12 e 16 a Roma, è stata inaugurata la mostra "Prove di scena", personale dell'artista Carlo Roselli


Le opere, tutte realizzate nell'arco dell'ultimo decennio, tratteggiano le tipiche atmosfere tanto amate dagli affezionati collezionisti, dalle folle alle strutture urbane, passando per le sale da gioco e i fumosi caffè di inizio '900.

Alfio Borghese, nella presentazione della mostra Sipario! alla Villa comunale di Frosinone nel 2013, coglieva bene la connotazione teatrale osservando che "i personaggi di Roselli sono in posa per l'eternità, sia che assistano alle corse all'ippodromo, sia che giochino a carte o al biliardo o stiano passeggian...do tranquillamente per quelle strutture urbane che l'artista dipinge con tanta cura. 

Personaggi, case, strade e palazzi si mischiano nel corteggiamento dove i colori degli uomini si confrontano con il bianco di Lei, si affacciano sul proscenio in attesa dell'applauso".

La mostra, curata da Francesco Ciaffi, sarà visibile fino al 20 novembre.

Nota Biografica:

Carlo Roselli nasce a Milano nel 1939. Conseguita la maturità classica, frequenta la facoltà di Giurisprudenza che abbandona agli inizi degli anni Sessanta per dedicarsi a passioni più vicine alla sua sensibilità, il teatro e la pittura. Si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con artisti e personaggi dello spettacolo con i quali condivide esperienze formative che segneranno la sua futura ricerca pittorica. Dopo aver vissuto alcuni anni anche a Londra, si ristabilisce in Italia, a Roma, dove approfondisce l'interesse per la pittura, dedicandosi contemporaneamente a studi filosofici e scientifici. Frequenta la Scuola Libera del Nudo presso l'Accademia delle Belle Arti di Roma e nel 1973 tiene la sua prima personale alla Galleria Nuova Figurazione 1. Dalla metà degli anni Settanta inizia ad esporre presso gallerie private e spazi pubblici di tutta Italia con frequenti esperienze internazionali nelle città di Ginevra, Lucerna, Parigi e Londra. Oggi le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private europee e statunitensi.

INFORMAZIONI

MOSTRA: Carlo Roselli | Prove di scena
PERIODO: 5-20 novembre 2016
ORGANIZZAZIONE: Edarcom Europa
INDIRIZZO: Via Macedonia, 12/16
ORARIO: 10,30/13,00 - 15,30/19,30 (fino al 18 dicembre aperto tutti i giorni compresa domenica)
INFO: 06.7802620 – www.edarcom.it



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Mostra "Cuba - Before Everything Changes"



Francis TheBlueRoom 
CUBA - BEFORE EVERYTHING CHANGES 

Galleria Arnaldo Pavesi, Milano 
10 - 23 novembre 2016 
Inaugurazione giovedì 10 novembre, ore 19


Galleria Arnaldo Pavesi di Milano è lieta di annunciare l'apertura della mostra fotografica Cuba - Before Everything Changes, personale dell'artista e fotografo Francis TheBlueRoom
Il progetto nasce con l'intento di raccontare attraverso immagini la straordinaria autenticità di questo Paese prima dell'imminente trasformazione che rivoluzionerà l'essenza stessa dell'isola.
Non solo vecchie Cadillac ma scene incredibilmente rappresentative, folkloristiche e talvolta paradossali immortalate nella loro estrema spontaneità dal sapiente scatto dell'artista. 
Le opere di Francis mostrano fedelmente la realtà cubana senza venire meno al rispetto verso una popolazione di grande cultura, tradizione e dignità: immagini di forte impatto in grado di incuriosire e di conquistare l'anima di ciascun individuo attraverso i colori e le sensazioni che si respirano camminando per le strade delle città.
"Questa è Cuba oggi, prima che tutto cambi", scrive Francis. 
Una Nazione in cui si respira l'aria di un forte cambiamento in seguito alla storica riapertura dei rapporti diplomatici con gli U.S.A. interrotti da oltre cinquant'anni.
La mostra Cuba - Before Everything Changes, con data di inaugurazione giovedì 10 novembre, è un invito a scoprire Cuba attraverso la quotidianità e l'incanto dei suoi luoghi e dei suoi abitanti, una bellezza ancora incontaminata.

Francis TheBlueRoom CUBA - BEFORE EVERYTHING CHANGES 10 - 23 novembre 2016 
Inaugurazione giovedì 10 novembre, ore 19
Galleria Arnaldo Pavesi | Via Guido d'Arezzo 17, 20124 Milano
Orari di apertura: lunedì - sabato, ore 15 - 19
www.pavesicontemporart.com

Powered by:
TheBlueRoom Productions
www.theblueroomproductions.com
WasteMusicBusters
www.wastemusicbusters.com
Communication by:
M4A - MADE4ART | Comunicazione e servizi per l'arte e la cultura
di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
Per ulteriori informazioni e per richiedere materiale e immagini relativi alla mostra:
www.made4art.it- press@made4art.it - t. +39.02.39813872
In partnership con: M4E - MADE4EXPO



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Amy-d Arte Spazio, Milano: segnalazione mostra "Gray area_Area X"


Gray area ­­
Tra legale e illegale

Project economART di Amy d Arte Spazio MI

10/11_15/12/2016
opening 10 novembre h. 18.30
finissage 15 dicembre h. 17.30

Artisti
Renato Calaj
Clément Briend
Francesco Giusti
Ettore Pinelli

"Non c'era nulla da temere.
Perché temere quello che non puoi evitare? Che non vuoi evitare. […] Non c'era da dire niente a nessuno. Il mondo andava avanti proprio mentre si sgretolava, cambiava per sempre, diventava una cosa strana e diversa".

a cura di Anna D'Ambrosio

Area X, territorio di confine sede di fenomeni insoliti e inquietanti: sparizioni di massa, riapparizioni, allucinazioni, alterazioni spaziali e temporali, fino al confine invisibile e invalicabile che isola la zona dal mondo esterno.
Gli ambienti di transizione non luoghi – uniti a perdita di controllo e dell'identità sono i pilastri fondanti del progetto-mostra.

La caratteristica sconvolgente dell'Area X è quella di essere incontaminata, una sorta di habitat primordiale nel quale l'uomo non ha alcun posto, o meglio un habitat dotato di intelligenza, capace di assorbire (inglobare) chiunque lo attraversi, trasformandolo in qualcosa di molto diverso.
L'Area X è per l'uomo quello che l'uomo è per gli altri animali.
Un'entità superiore le cui azioni risultano incomprensibili.
Fotografia, pittura e video installazione danno lo spunto per riflessioni sull'idea di frontiera come scoperta o barriera, sulla ibridazione tra cosmopolitismo e rivendicazione territoriale, sulla figura dell'artista stesso nella sua condizione di viaggiatore, nomade, sperimentatore in bilico tra territori fisici e simbolici.
Flussi migratori e processi economici sempre più globali hanno radicalmente trasformato la percezione del territorio come limite e confine.
Sulla base dell'instabilità di questi concetti fondamentali per la definizione dell'identità, eccovi AREA X, ambiente di transizione, territorio indeterminato, in posizione indefinita; una grande zona grigia tra ciò che è legale e ciò che non lo è, dove i nomadi contemporanei attendono di raggiungere posti altri da abbandonare.
L'AREA X è un'anomalia, un territorio isolato da un confine immateriale in cui "qualcosa" ha aperto almeno un varco. Incombe, affascina, mette in crisi le nostre sicurezze.

Nel mondo reale ci sono molteplici Aree X, anche se non le riconosciamo. Nessuna scienza o fede sono sufficienti a capire. La scienza non è abbastanza. La fede, o qualsiasi credenza, nemmeno.
Sono entrambi metodi di controllo, ma non ne esiste uno effettivamente efficace, perché non c'è possibilità di possedere una conoscenza assoluta del mondo.
Incomunicabilità insuperabile e trasformazione irreversibile, icasticamente rappresentate dalla ripetizione dell'azione, identica nell'esecuzione ma cambiata in modo radicale e incapace di trasmettere informazioni utili, ogni passo all'interno dell'Area X allontana da ciò che è per condurre a qualcosa di diverso; oltre il limite dell'orizzonte non c'è la Natura, tantomeno Dio, quanto piuttosto il Nulla.
Negli occhi della mente rimangono immagini suggestive che sono tutte metafore dell'esistenza umana, disfatta e dilaniata in una ricerca priva di utilità e annichilita innanzi all'ineluttabile e all'incommensurabile. Nessuno ne esce vincente. Eppure, in ultimo, una speranza si apre, inaspettata e, sostanzialmente, incomprensibile. L'Area X infatti è il Mistero, totale e assoluto.
Non dà risposte, non autorizza tesi fondate, non reagisce agli stimoli.

Si racconta la storia di quattro artisti e del loro percorso all'interno del territorio denominato Area X. Il monitoraggio di quest'ultima, gestito da "CONTROLLO", pone la questione del margine, del limite con l'ossessiva ricerca del senso di questa separazione, del suo valore etico ed epistemologico, del significato della sua posizione. Il confine dell'Area X difatti è ovunque e in nessun posto, è un principio agente, è mobile e potrebbe allargarsi a occupare il mondo intero. Ed ecco Controllo entrare in un'enorme Sala degli specchi, in cui l'Area X riflette tutte le peggiori paure conficcate per l'eternità nel cuore degli uomini. Sprofondare nello studio di quel territorio da cui pochi fanno ritorno – e quei pochi appaiono gusci svuotati di ogni contenuto – equivale a sprofondare in se stessi, cosa che potrebbe riservare scoperte terrificanti.
Controllo è il nome che si dà a un drone, un nome che è in sé uno scopo, un obiettivo, una bellissima sublimazione del potere che è tra di noi e della sua insignificanza.
Controllo, nominandosi, cerca il suo senso, ed essendo lui il vertice della scala gerarchica, nella logica antropocentrica che lo pervade, questo senso dovrebbe ricadere a cascata sul mondo intero. Nulla di più falso. Nel tentativo di trovare risposte con le riprese dall'alto sarà trascinato verso il fondo, perché la sua fine era già scritta con la perdita sempre maggiore di senso di realtà.
Sarà sommerso dal vortice di fallimenti, paranoie e sospetti, spinto a radicalizzare la sua direzione risolvendosi direttamente verso il cuore della trasformazione in corso.
Negli occhi della mente rimangono immagini suggestive che sono tutte metafore dell'esistenza umana, disfatta in una ricerca priva di utilità e annichilita innanzi all'ineluttabile e all'incommensurabile senza vincenti.

La struttura della narrazione nel progetto/mostra, vista nell'economia delle opere esposte, rimane un elemento a latere, quasi occasionale. Le infinite domande che prendono corpo nel corso dell'esibizione rimangono senza risposta. La rinuncia provvisoria alla coerenza interna del progetto regala in cambio una partecipazione e un'adesione emotiva senza esitazioni.

Liberamente tratto da "Southern Reach Trilogy" di Jeff Vandermeer.

Amy d Arte Spazio
Via Lovanio 6, 20121 Milano
MM2 Moscova
Lun./ven. 10/13_16/19, sab./dom. su appuntamento
www.amyd.it - info@amyd.it - 02.654872



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TobiasREHBERGER | 17.11.2016




                                                                                                             Free Parking, Free Coffee, Freedom, 2014 Photo: Holger Wüst                                         



TobiasREHBERGER
tous pour les femmes



Inaugurazione: 17.11.2016, 19-21
18.11.2016- 28.01.2017
Martedì-Sabato, 11-19



Giò Marconi ha il piacere di annunciare la quarta mostra personale in galleria dell'artista di Francoforte Tobias Rehberger (n. 1966 in Esslingen, Germany). Uno dei più importanti artisti tedeschi della sua generazione, Rehberger travalica costantemente i confini tra pittura, scultura, design, architettura, arte concettuale. Le sue sculture, i suoi ambienti e le sue installazioni ruotano principalmente attorno al concetto di trasformazione ed esplorano ininterrottamente i confini tra funzione ed estetica.


Da Giò Marconi l'artista sorprende con la scelta dei lavori: in mostra all'interno della galleria più di 30 lavori su carta di vario formato. I disegni risalgono a diversi periodi componendo così una mini retrospettiva su carta. Le opere in mostra includono acquerelli, stampe, disegni a matita e pastello. Alcuni lavori sono studi per i progetti di maggiori dimensioni e per le installazioni ambientali per cui l'artista è riconosciuto e che gli sono valse nel 2009 il Leone d'Oro alla 53esima Biennale di Venezia. Altri sono opere compiute e lavori autonomi. Anche se il suo lavoro su carta è inizialmente difficile da allineare a quello scultoreo, rientra senza timore in una produzione in cui non vi sono gerarchie.

C'è un tocco di humor nel titolo che Rehberger dà alla mostra Tous pour les femmes – un'affermazione di eterno femminile.
I disegni sono in una certa misura eccessivamente ironici e a volte superano il limite del politicamente corretto: "Prejudices against white males (15)" mostra un pollo cotto disposto su un piatto con gli arti inferiori piegati e quelli superiori  incrociati, molto somigliante all'immagine di una donna abbronzata senza testa che sta riposando.
Altri disegni giocano apertamente con stereotipi e pregiudizi politici, razziali, sessuali: la ragazza con il lato b prorompente su cui tiene in equilibrio dei biscotti e un bicchiere di latte, un uomo che controlla in contenuto dei pantaloni di un altro uomo; le componenti di una girl band completamente nude incarnando il sogno proibito di ogni uomo.
"Mehr Russen, Kongolesen, Syrer, Pariser und Amerikaner, die schon mal besser aussahen" è una serie di acquerelli che presenta i popoli di tutta Europa con i loro costumi tradizionali. Come accade frequentemente con Rehberger, l'artista fa giochi di parole con i titoli e si serve del linguaggio in maniera arguta. Il suo approccio ironico alla lingua emerge anche in "Sam in Car" tratto da una famosa pubblicità della Daihatsu. L'acquerello rappresenta un mini van pieno zeppo di donne e il testo ironico "Picks up six times more women than a Lamborghini"/ "Prende 6 volte più donne di una Lamborghini". Non sono necessarie ulteriori spiegazioni.

Oltre al grande numero di opere su carta, Rehberger ha anche prodotto due vivaci insegne neon che sembrano dare informazioni conflittuali.
Una scritta lampeggiante "Tous pour les femmes" insieme all'immagine del pugno alzato - reminescenza simbolica del movimento femminista degli anni 70 – dà il benvenuto ai visitatori che fanno il loro ingresso nel cortile della galleria.
Il neon luminoso alterna le scritte "Tous pour les femmes" e "RES-TO" – che può essere letta sia come resto/spoglia/rimanenza sia come prima persona singolare del verbo restare – io resto, io rimango. Una freccia gialla indica la strada per l'ingresso in galleria.
All'interno, all'ingresso della galleria, il visitatore è accolto da una seconda insegna neon: una scritta intermittente "What else?" si trasforma in "S-WE-AT" invitando il pubblico a proseguire nel percorso espositivo ed entrare nel mondo su carta di Rehberger


Professore sin dal 2001 alla Frankfurt's Städelschule, la stessa scuola che ha frequentato dal 1987 al 1993 nonché una delle accademie più importanti di tutta Europa, Rehberger prende parte alla sua prima mostra nel 1992. Da allora, ha avuto mostre personali nei seguenti musei e fondazioni: Schirn Kunsthalle, Francoforte (2014); MACRO Museum, Roma (2014); Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Museum Ludwig, Colonia (2008); Fondazione Prada, Milano (2007); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2005); Whitechapel Gallery, Londra (2004); Palais de Tokyo, Parigi (2002).
Il suo lavoro è stato presentato nelle seguenti manifestazioni: Gwangju Biennial, Corea del Sud (2012); Manifesta 1, Rotterdam (1996) and 2, Luxembourg (1998); Biennale di Venezia (1997, 2003 and 2009). Nel 2009 ha vinto il Leone d'Oro come miglior artista per il suo caffé Was Du liebst, bringt dich auch zum Weinen (The things you love also make you cry) al Palazzo delle Esposizioni. Tra gli altri riconoscimenti vi sono Otto-Dix-Preis (2001) e the Hans-Thoma- Preis in 2009.


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TobiasREHBERGER
tous pour les femmes


Opening: 17.11.2016, 7pm
18.11.2016- 28.01.2017
Tuesday-Saturday, 11am-7pm


Giò Marconi is pleased to present Frankfurt-based artist Tobias Rehberger (b.1966 in Esslingen, Germany) in his fourth solo exhibition with the gallery. One of the most important German artists of his generation, Rehberger regularly straddles the lines between the realms of painting, sculpture, design, architecture and conceptual art. His sculptures, environments and installations principally revolve around the concept of transformation and are always exploring the boundaries between the functional and the aesthetic.


At Giò Marconi the artist surprises with the choice of works: on display inside the gallery are more than 30 differently sized framed works on paper. The drawings date from diverse periods and therewith function as a mini retrospective on paper. The exhibited works include both watercolours, prints, pencil and crayon drawings. Some works are studies for bigger projects and environmental installations for which the artist is best known and for which in 2009 he was awarded the Golden Lion at the 53rd International Venice Biennial. Others are completed pieces and autonomous works. Even if his work on paper is initially difficult to align with his sculptural work, it fits seamlessly into an oeuvre in which there are no hierarchies.

There is a touch of humour in Rehberger naming his exhibition Tous pour les femmes - an affirmation of the eternal feminine.
The drawings are to some extent overly ironic and sometimes on the verge of political correctness: "Prejudices against white males (15)" shows a cooked chicken on a plate with bent, spread legs and folded arms, very much resembles a tanned headless reposing woman.
Other drawings openly play with political, racial and sexual stereotypes and prejudices: the girl with the protruding bottom upon which she balances sweets and a glass of milk; the man checking the contents of another man's pants; the all naked girl band which epitomizes every man's wet dream.
"Mehr Russen, Kongolesen, Syrer, Pariser und Amerikaner, die schon mal besser aussahen" is a series of watercolours depicting people in traditional folk costumes from all over Europe. As oftentimes with Rehberger, he puns with his titles and witty use of language. His very comic approach through language can also be seen in "Sam in Car" that is a take on a famous Daihatsu ad. The watercolour depicts a mini van jam-packed with various women and an ironic text which reads "Picks up six times more women than a Lamborghini". No further explanation needed.

Besides the large number of watercolours on display, Rehberger has also produced two new garish neon signs. What they are advertising offers conflicting information. A flashing "Tous pour les femmes" sign with a raised fist, a symbol reminiscent of the 70s feminist movement, welcomes the visitor upon entering the gallery's courtyard.  The bright neon alternates between "Tous pour les femmes" and "RES-TO", the Italian word for remnants (or small change), which seems to imply that all there is for women are the leftovers. A yellow arrow signposts the way into the gallery space.
Inside, in the gallery's anteroom, the visitor is greeted by yet another neon sign: a flickering „What else?" morphs into  "S-WE-AT" and dismisses the visitor into the exhibition and Rehberger's world on paper.
Is the bottom line of Tobias Rehberger's fourth show "Tous pour les femmes" an affirmative "What else"?


A professor since 2001 at Frankfurt's Städelschule, the school he attended from 1987 to 1993 and one of Europe's most prestigious art schools, Rehberger took part in his first exhibition in 1992. Since then, he has had solo exhibitions at the Schirn Kunsthalle, Frankfurt (2014); MACRO Museum, Rome (2014); Stedelijk Museum, Amsterdam (2008); Museum Ludwig, Cologne (2008); Fondazione Prada, Milan (2007); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, Madrid (2005); Whitechapel Gallery, London (2004); Palais de Tokyo, Paris (2002).
His works have been showcased at the Gwangju Biennial, South Korea (2012); Manifesta 1, Rotterdam (1996) and 2, Luxembourg (1998); Venice Biennial (1997, 2003 and 2009). In 2009, he was awarded the Golden Lion for best artist for the design of his café Was Du liebst, bringt dich auch zum Weinen (The things you love also make you cry) at the Palazzo delle Esposizione.
Other awards include the Otto-Dix-Preis (2001) and the Hans-Thoma- Preis in 2009.





Giò Marconi
Via Tadino, 20
20124 Milano
t. +39 02 29404373
f. +39 02 29405573



How to get there:
Underground:
Line 1 Red: stops Porta Venezia - Lima
Line 3 Yellow:  stop Centrale
Surface transport:
bus n. 60 – 81 stop B. Marcello









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"ASPETTANDO L'ISPIRAZIONE": H.H. LIM mette in mostra il dubbio al MUSEO FRANCESCO MESSINA. Mostra curata da Sabino Maria Frassà



Milano, 5 novembre 2016 – Presso lo Studio Museo Francesco Messina, il Comune di Milano e la Fondazione Giorgio Pardi, patrocinati dall'Istituto Confucio dell'Università degli Studi di Milano e dall'Accademia di Ungheria a Roma, presentano la mostra "ASPETTANDO L'ISPIRAZIONE" di H.H. Lim, curata da Sabino Maria Frassà. "Aspettando l'ispirazione sarà inaugurata il 15 novembre alle ore 18:30 e rimarrà aperta fino all'11 dicembre.

La mostra è parte del progetto cramum, che la Fondazione Giorgio Pardi porta avanti per valorizzare in Italia e nel mondo le eccellenze culturali e artistiche.

La mostra indaga il ruolo dell'arte e dell'artista oggi. H.H. Lim ricostruisce il proprio studio romano all'interno del Museo, instaurando un forte dialogo con lo spazio – la Chiesa sconsacrata di San Sisto – e con le opere del Maestro Francesco Messina.

Allo spazio barocco e all'arte figurativa del Maestro Messina HH Lim accosta le sue famose sedie, i pannelli di gesso bianco e le tele nere, su cui riporta e scrive i propri dubbi e interrogativi. Allo spettatore l'onere e il piacere di elaborare la risposta.

Il curatore, Sabino Maria Frassà, spiega così la mostra: "Aspettando l'ispirazione riesce ad essere una caustica, ironica e puntuale analisi su cosa sia oggi l'arte contemporanea. H.H. Lim condivide il proprio smarrimento e i propri dubbi riguardo l'autorefernzialità dell'arte e in merito alla possibilità che l'arte contemporanea possa fornire certezze trascendenti. Chi crea e consuma arte oggi più che mai dovrebbe essere colui che indaga per indagare, per sapere, per portare l'uomo e l'umanità a un livello superiore. Al contrario l'ammiccamento al mercato tipico di tanta arte di oggi semplicemente non è arte contemporanea, quanto piuttosto uno sbiadito neo-barocco, che nasce vecchio e morirà - presto – vecchissimo".

Filippo Del Corno, Assessore alla cultura del Comune di Milano, introduce così la mostra: "Il tema dell'ispirazione può rappresentare per un artista un punto di partenza per l'elaborazione dell'opera, ma non solo per lui.

L'ispirazione è infatti un tema trasversale, perché può riguardare il processo di creazione tout court e non solo quello di un lavoro specificamente artistico. HH Lim con la mostra "Aspettando l'ispirazione" allo Studio Museo Francesco Messina, nel suo dialogo con l'opera dello scultore siciliano, si interroga e interroga il visitatore, aprendo una riflessione sul tema dell'arte e della relazione tra consapevolezza e creatività!"

Sulla stessa linea di pensiero l'artista H.H. Lim: "Ho sempre pensato che il destino di un artista fosse quello di danzare un valzer sul filo del rasoio. L'incessante cercare l'ispirazione per trovare le risposte ed uscire dal tunnel dell'esistenza è il ring e il senso stesso della vita del vero artista."

Maria Fratelli, Direttrice del Museo: "Francesco Messina scriveva in Poveri Giorni "Non desidero che lavorare in pace. Il tempo giudicherà se ho sempre sbagliato". Lo Studio Museo Francesco Messina anche grazie alla collaborazione con il progetto Cramum della Fondazione Giorgio Pardi si è mosso perciò nella direzione di trasformare il proprio ruolo in un laboratorio per l'arte contemporanea, luogo in cui ogni artista possa sperimentare e mettersi alla prova senza l'ansia della ricerca del consenso".

La mostra continua il percorso di H.H. Lim con il progetto cramum sul tema "Cos'è l'arte contemporanea?". Opere di H.H. Lim – appartenenti all'inedito ciclo Aspettando l'Ispirazione - saranno esposte nella mostra collettiva internazionale di Cramum a Roma, intitolata "Oltre Roma" e anch'essa curata da Sabino Maria Frassà.



BIOGRAFIA
H.H. Lim è un artista cinese, nato in Malesia. Si è laureato all'Accademia di Belle Arti di Roma. Dal 1976, vive e lavora tra Roma e Penang. È fondatore e animatore dello spazio espositivo romano Edicola Notte, che dal 1990 rappresenta una delle realtà più dinamiche e propositive della capitale. Dal 2015 collabora e aderisce al progetto "cramum" della Fondazione Giorgio Pardi.

Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive, tra cui Singapore Biennale 2016 Singapore; 12°edizione della Dakar Biennale, Dakar Senegal 2016; Biennale di Praga 6, Praga, Repubblica Ceca 2013; Biennale di Venezia, Padiglione della Repubblica di Cuba, Venezia, Italia 2013; GNAM Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma, Italia 2011; UCCA Centro Ullens per l'Arte Contemporanea, Pechino, Cina 2010; 3° Biennale di Tirana, Galleria Nazionale d'Arte, Tirana, Albania 2005.

La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione con RAM radioartemobile, Zoo Zone Art Forum, Sauro Radicchi, Manuela Caminada.



ASPETTANDO L'ISPIRAZIONE
H.H. LIM
a cura di Sabino Maria Frassà


STUDIO MUSEO FRANCESCO MESSINA
Via San Sisto, 4, Milano
16 novembre – 11 dicembre
Inaugurazione 15 novembre ire 18:30

"Il destino di ogni artista è danzare un valzer sul filo del rasoio per continuare a cercare di uscire dal tunnel"

per informazioni e contatti 334.1539578
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