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giovedì 29 ottobre 2015

GRANDE MOSTRA > Escher > 31 ottobre 2015 - 3 aprile 2016 > Treviso, Complesso Monumentale di Santa Caterina




























 Tra mondi reali e mondi riflessi, fra sogno e geometria, invenzione e percezione visiva, fantasia e rigore, con circa 140 opere - Mano con sfera riflettente (1935), Atro mondo II (1947), Vincolo d'unione (1956), Convesso e Concavo (1955) - s'inaugura a Treviso, presso il Complesso monumentale di Santa Caterina, una grande mostra antologica interamente dedicata all'artista, incisore e grafico olandese, che ne contestualizza il linguaggio artistico e racconta l'annodarsi di universi culturali apparentemente inconciliabili i quali, grazie alla sua arte e alla sua spinta creativa, si armonizzano, invece, in una dimensione visiva decisamente unica.

Promossa dal Comune di Treviso, curata da Marco Bussagli e Federico Giudiceandrea e prodotta da Arthemisia Group in collaborazione con la M.C. Escher Foundation, la mostra Escher aprirà al Complesso Monumentale di Santa Caterina il 31 ottobre 2015 e chiuderà il 3 aprile 2016.

Una grande esposizione che vede come sponsor Generali Italia e consigliata da Sky Arte HD.

Escher è un grande artista sostenuto da un consenso popolare unanime e trasversale. Ogni mostra che gli è stata dedicata, si è rivelata un successo e sono ormai note le immagini delle lunghe code di attesa a Roma e a Bologna, tappe precedenti della mostra, che hanno realizzato rispettivamente 240.000 e 175.000 visitatori.

All'interno del Complesso Monumentale, che ospita anche i Musei Civici con opere straordinarie di Lotto e Tiziano, è stato ricavato un percorso per le mostre temporanee che s'integra con l'esposizione museale permanente. I visitatori di Escher potranno quindi conoscere anche il patrimonio culturale della Città di Treviso e visitare la bellissima struttura di Santa Caterina.

A Treviso, la mostra sarà accompagnata da un inedito e ricco programma collaterale di approfondimento con incontri, conferenze e concerti che si svolgeranno nell'Auditorium annesse: tra i relatori, il primo sarà Vittorio Sgarbi con una conferenza che si terrà il 31 ottobre e, a seguire nei mesi successivi, Piergiorgio Odifreddi e molti altri a raccontare la fantasia sbrigliata di questo grande artista.

Escher - L'artista
Nato nel 1898 a Leuwarden, piccola cittadina nel nord dei Paesi Bassi, Escher si forma presso la scuola di Samuel Jessurun de Mesquita, un incisore olandese di origine ebraica che, con i segreti della tecnica, insegna pure quelli della composizione decorativa di tipo art noveau. Il punto cruciale nel percorso di Escher è però il più che decennale soggiorno in Italia protrattosi stabilmente dal 1923 al 1935. Nella nostra penisola - percorsa a piedi, col treno, a dorso di mulo in lungo e in largo, per amore del suo paesaggio - il giovane Escher incontra i primi successi espositivi e completa la sua formazione culturale frequentando artisti, incisori e importanti storici dell'arte. 

La visita al complesso monumentale dell'Alhambra di Granada e alla moschea di Cordova lo convincono poi ad approfondire lo studio dei metodi per la divisione regolare del piano (o tassellazione) che, tuttavia, Escher svincola dal rigido limite del modulo geometrico per introdurre quello figurato. Sulla base dell'esperienza art noveau, l'artista confeziona una cifra stilistica inconfondibile che lo rese celebre nel mondo e dalla quale nacquero capolavori noti a tutti, come Metamorfosi o Giorno e notte

Accanto a questo filone principale, il grande incisore affronta anche il tema dello studio della struttura geometrica dei cristalli e quello dei paradossi percettivi, arrivando a inventare vere e proprie aberrazioni prospettiche, capaci di evocare mondi onirici al limite del surreale, apparentemente perfettamente logici, ma in realtà popolati di oggetti impossibili.

È proprio nel periodo del suo viaggio in Italia, da lui ricordati come "gli anni migliori della mia vita", che sposa a Viareggio nel 1924 Jetta Umiker, la madre dei suoi tre figli Arthur, George e Jan di cui, i primi due furono concepiti durante il lungo soggiorno romano, mentre il terzo nacque ad Uccle, in Belgio.
Nel 1941, la seconda guerra mondiale lo costringe a spostarsi a Baarn, la cittadina, oggi sede della Escher Foundation, che vede il suo periodo di massima produzione.
Muore nel 1972 a Laren nella casa di riposo per artisti Rosa-Spier.

Escher - La mostra
L'itinerario dell'esposizione, che tiene puntualmente conto delle esperienze formative, artistiche e intellettuali del grande artista olandese – partendo dalle opere degli anni Venti del '900 di Jessurun de Mesquita, sua fonte d'ispirazione, e arrivando ai disegni e alle incisioni del lungo periodo in cui Escher visse in Italia, fino ai grandi capolavori come Altro mondo II o Mani che disegnano – è scandito da sei sezioni:

- La formazione: Escher, l'Italia e l'ispirazione Art Noveau
- Superfici riflettenti e metamorfiche
- Dall'Alhambra alle tassellature
- Paradossi geometrici: dal foglio allo spazio
- Economia escheriana
- Eschermania

In mostra, si possono così ammirare le prime opere a carattere geometrico - di cui alcune nate con intento quasi didattico di spiegare i metodi di tassellazione e la derivazione dai mosaici dell'Alhambra – come pure i capolavori ormai noti a tutti gli appassionati, ma assai rari a vedersi in originale.

La ricca esposizione dedicata all'incisore olandese mette in mostra circa 140 tra le sue opere più note, come Mano con sfera riflettente (1935), Metamorfosi II (1939-40) e Convesso e Concavo (1955). Non solo, però: la retrospettiva su Escher pone l'accento su aspetti mai affrontati prima d'ora, dal rapporto con Piranesi e il confronto con la dimensione concettuale di Luca Patella.

Un percorso espositivo dalla forte carica didattica che seduce e incanta con disegni e litografie che con il passare del tempo sono entrate nell'immaginario quotidiano e collettivo e che hanno visto gli impieghi più disparati dalle copertine di famosi long playing (33 giri), alle scatole da regalo, ai francobolli, fino ai biglietti dʼauguri e alle piastrelle. Escher è ovunque: è Eschermania.



Informazioni e prenotazioni
info@arthemisia.it
T. +39 0422-1847103

Informazioni didattica
didattica@arthemisia.it - T. +39 06-91511055

Hashtag ufficiale
#EscherTreviso





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MADE4ART, Milano: mostra "Arte da sfogliare. Simonetta Ferrante | Sara Montani" - con gentile richiesta di segnalazione

Arte da sfogliare. 
Simonetta Ferrante | Sara Montani

a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
M4A - MADE4ART, Milano
4 - 11 novembre 2015
Inaugurazione mercoledì 4 novembre, ore 18.30
Lo spazio Made4Art di Milano è lieto di presentare "Arte da sfogliare", bipersonale delle artiste Simonetta Ferrante e Sara Montani a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo. In mostra una selezione di lavori artistici realizzati sotto forma di libri dove l'incontro tra parola e arte è stato in grado di generare risultati di inaspettata poesia. 
Edizioni a tirature limitate o pezzi unici, pagine che contengono incisioni, collage o interventi a mano libera, fogli rilegati artigianalmente o lasciati liberi per essere custoditi in scatole, ma anche rotoli, pieghevoli e concertine: la tipologia di opere che si è soliti definire "libro d'artista" contiene in sé un'ampia varietà di declinazioni, sfuggendo alle classificazioni nette per seguire il filo della fantasia e della creatività.
Il libro d'artista, che ha avuto il suo momento di massima fioritura con le Avanguardie storiche del Novecento e in particolare con il Futurismo, è un medium artistico che non ha perso la capacità di coinvolgere anche ai giorni nostri, nel tempo della tecnologia e del digitale, per la sua prerogativa di trasmettere emozioni e affascinare. Opere tradizionalmente pensate per una fruizione intima che instaura un rapporto personale tra l'artista che le ha create e il collezionista che le custodisce.  
Simonetta Ferrante e Sara Montani offrono al visitatore della mostra una serie di libri d'artista realizzati con originalità e delicatezza presentati in un allestimento particolare, inconsueto, studiato per visualizzare al meglio questi lavori che fanno del rapporto tra pensiero e immagine la fonte della loro unicità: una grande installazione dove i libri sono sculture, dipinti, opere d'arte da sfogliare.
La mostra, con data di inaugurazione mercoledì 4 novembre, è accompagnata da un catalogo digitale che documenta la produzione artistica di Simonetta Ferrante e Sara Montani nell'ambito del libro d'artista.
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Arte da sfogliare. Simonetta Ferrante | Sara Montani" a cura di Vittorio Schieroni ed Elena Amodeo
M4A - MADE4ART
Spazio, comunicazione e servizi per l'arte e la cultura
Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
Inaugurazione mercoledì 4 novembre, ore 18.30
4 - 11 novembre 2015
Lunedì ore 16 - 19, martedì - venerdì ore 10 - 13 / 16 - 19, sabato su appuntamento
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872
Media partner: Espoarte
           


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mercoledì 28 ottobre 2015

Seurat-Van Gogh-Mondrian. Il Post-impressionismo in Europa 28 ottobre 2015 - 13 marzo 2016 Palazzo della Gran Guardia, Verona



Vincent van Gogh (Zundert 1853 - Auvers-sur-Oise 1890),  
Autoritratto. Aprile - giugno 1887. Olio su cartone, 32,8x24 cm. 
Kröller-Müller Museum, Otterlo, Netherlands © 
Collection Kröller-Müller Museum, Otterlo, the Netherlands www.krollermuller.nl


“I migliori dipinti sono tocchi di colore l'uno vicino all'altro”. Vincent Van Gogh

Un’anteprima europea a Verona: la mostra Seurat-Van Gogh-Mondrian. Il Post-impressionismo in Europa vedrà esposti 70 incredibili capolavori conservati al Kröller Müller Museum di Otterlo, tra cui il famoso Autoritratto di Van Gogh (1887), la Domenica a Port-en-Bessin di Seurat (1888), la nota La sala da pranzo di Signac (1886-87), e la Composizione con rosso, giallo e blu di Mondrian (1927).

Promossa dal Comune di Verona e con il supporto della Fondazione Arena, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia Group in collaborazione con il Kröller Müller Museum a Palazzo della Gran Guardia ed è aperta al pubblico dal 28 ottobre 2015 al 13 marzo 2016.

La mostra, curata da Liz Kreijn e Stefano Zuffi, è supportata da Generali Italia, Trenitalia, Ricola, L’Arena. L’evento è consigliato da Sky Arte HD.

Il percorso espositivo racconta l’epocale svolta che avviene tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, quando le sorprendenti tele di George Seurat e di Paul Signac aprono una pagina nuova nella storia dell’arte.
Il “Post-impressionismo” nasce in Francia a partire dal 1886, caratterizzato dalla tecnica francese del pointillisme detto anche divisionismo in Olanda e Belgio, per via della composizione “divisa” del colore, che non è steso sulla tela in maniera uniforme e tradizionale, bensì ottenuto tramite puntini o trattini di molti colori diversi, che danno all’occhio una percezione diversa dalla realtà.

Moltissimi artisti si sono cimentati con questa tecnica, in particolare i francesi, i belgi e gli olandesi, e i più importanti tra loro sono stati collezionati da Helene Kröller-Müller, moglie di un ricchissimo industriale olandese e fondatrice dell’incredibile museo che sorge sperduto in mezzo alle campagne dell’Olanda e che nasconde un patrimonio difficilmente accessibile.
Tra questi artisti spicca il nome di Vincent Van Gogh: nei brevi drammatici anni trascorsi in Francia, dà alle pennellate un’inedita drammaticità, una forza profonda capace di imprimere forti emozioni sulla tela. Nel volgere di pochi decenni queste premesse porteranno alla rivoluzione radicale dell’astrattismo: quello di Piet Mondrian.

La mostra veronese è un’occasione unica per ammirare il patrimonio del Kröller-Müller e le opere dei grandi artisti in esso contenute.
Grande spazio è dato in mostra anche agli esperimenti scientifici sul colore, ai processi ottico-visuali e alla fotografia, la cui invenzione è legata strettamente alla tecnica divisionista.

LA MOSTRA
La ventata di libertà portata dagli impressionisti scuote il mondo dell’arte: la luce naturale irrompe nella pittura, l’abitudine di dipingere en plein air porta radicali innovazioni ma ben presto prende corpo una nuova “rivoluzione del colore”: gli studi di fisica e di ottica, gli sviluppi della fotografia, la ricerca scientifica sulle modalità con cui l’occhio umano percepisce le tinte, aprono una stagione sperimentale e innovativa.

La mostra si apre con “l’artista-chiave” del post-impressionismo, Georges Seurat. Pittore dalla vita breve (muore a soli trentadue anni) e dallo stile raffinatissimo che mette a punto una complessa e rigorosa teoria scientifica sui rapporti tra luce e colore: nasce così il Pointillisme, l’inconfondibile tecnica pittorica basata su una fitta picchiettatura di punti di colore divisi e separati, che vengono “fusi insieme” dall’occhio di chi guarda. In apparenza, si tratta di un esperimento rigoroso e quasi impersonale: ma il risultato è di una straordinaria poesia, grazie alla pacata immagine del mondo che Seurat ci offre soprattutto nei paesaggi - tra cui la memorabile Domenica a Port-en-Bessin (1888) - caratterizzati dalla presenza delle acque di fiumi, mari e canali, dalla luce che scintilla, dai riflessi delle imbarcazioni e delle case, dalla profondità degli orizzonti che segnano una fase nuova per l’arte.

Due rari e preziosi disegni (Ragazza. Studio per “Una domenica pomeriggio nell’isola della Grande Jatte”, 1884-85 e Donna con manicotto, 1884 ca.) mostrano con quale delicatezza Seurat concepisce ed esprime la figura umana, utilizzando come punto di riferimento l’effetto delle immagini che affiorano sulla lastra fotografica.

Accanto a Seurat, Paul Signac utilizza magistralmente la tecnica del pointillisme, applicandola a paesaggi accesi dai toni luminosi e più solari, spesso legati alla Costa Azzurra. Un capolavoro assoluto è La Sala da pranzo (1886-87) con cui Signac dimostra come questa tecnica particolarissima di stesura del colore si presti non solo a indagare la natura, ma anche a rivelare emozioni nascoste, intimità dell’anima, segreti trattenuti.

La seconda sala mette in luce lo sviluppo internazionale del “colore diviso” e l’apertura verso nuovi soggetti. Nato prima di tutto come metodo d’indagine della realtà, il pointillisme viene applicato inizialmente ai paesaggi: ne sono un efficace esempio le due vibranti tele di Henri Edmond Cross tra cui la più rappresentativa è Studio per “Le Ranelagh”: Parco con figure (1889 ca.). Presto, tuttavia, la tecnica del colore diviso si apre a nuovi scenari. Se ne fa interprete il belga Theo Van Rysselberghe sensibile, versatile e affascinante pittore della fine dell’Ottocento. In mostra sono presenti sei tele di questo pittore tra paesaggi marini, nudi femminili e scene familiari, tutte di grande importanza tra cui, eccezionale per dimensione, luminosità e poesia è la splendida In luglio, prima di mezzogiorno (1890), un’opera decisiva nello scenario della pittura europea di fine Ottocento.

Un pagina del tutto particolare è quella del Simbolismo, accompagnato da un ritorno a temi mistici e religiosi. L’interprete più autorevole di una rinnovata sensibilità cristiana alle soglie del Novecento è Maurice Denis, che trasferisce la tecnica dei “nabis” (il gruppo di cui Denis era stato tra i fondatori, insieme a Gauguin) a temi di forte slancio ideale. In mostra anche Johan Thorn Prikker che parte dal pointillisme per una ricerca di misticismo, in cui tradizionali soggetti sacri - come Cristo in croce (1891-92) e la Presso la croce (Madonna dei tulipani) del 1892 - vengono affrontati con uno spirito e uno stile legato al simbolismo internazionale.

In questi stessi anni, in un’altra regione della Francia si consumava la bruciante avventura umana di Vincent Van Gogh. Due esperienze parallele con esisti sorprendentemente opposti: alla paziente analisi, Van Gogh contrappone una stesura fremente tradotta in pennellate dense e appassionate. Affascinato prima dalle luci di Parigi e poi abbagliato dal sole della Provenza, Van Gogh va oltre l’Impressionismo. Il suo strumento è senza dubbio il colore, steso con colpi forti e carichi, talvolta quasi spremuto direttamente dal tubetto sulla tela, per proporre una nuova, drammatica intensità.

Attraverso un gruppo eccezionale di ben otto dipinti e due disegni di Van Gogh, tutti risalenti al periodo trascorso in Francia (1887-1890), la mostra mette a confronto la visione del mondo serena di Seurat con quella nevrotica di Vincent: capolavori appassionati come Il seminatore (1888) e il Paesaggio con fasci di grano e luna che sorge (1889) sono punti di partenza fondamentali per lo sviluppo dell’espressionismo europeo.

Senza nemmeno accorgersene, Van Gogh sta rovesciando le regole tradizionali della pittura per conferirle una nuova energia. Lo testimonia in mostra un gruppo di opere di artisti francesi, belgi e olandesi, chiaramente influenzati dalle pennellate accese dell’olandese.
Uno degli aspetti più significativi dell’uso del “colore diviso” è il cospicuo gruppo di opere legate ai temi del lavoro e degli sviluppi sociali di un’epoca di rapidi e profondi cambiamenti, con la dialettica tra città e campagna, sviluppo industriale e dinamiche produttive. Nella veduta parigina di Maximilien Luce, quale Dintorni di Montmartre, rue Championnet (1887), spicca una ciminiera fumante che ritroveremo nelle tele di Lemmen (Fabbriche sul Tamigi del 1892) e di Sluijters (Metamorfosi del 1908).
Una figura significativa è quella dell’architetto e designer di Anversa Henry van de Velde, uno dei massimi maestri europei dell’Art Nouveau. In mostra i suoi interessantissimi esordi, con studi di figure umane ma soprattutto con il bellissimo Crepuscolo (1889 circa), in cui la scena è semplificata in lineari campi di colore.
Con il suo essenziale Ponte a Londra (fine 1888 - inizio 1889), Toorop ci guida verso l’ultima sezione della mostra, dedicata a uno dei più significativi sviluppi della ricerca sul colore: il progressivo passaggio verso l’arte astratta.

L’ultimo capitolo dell’esposizione è dedicato alla scelta radicale di Piet Mondrian, che negli anni della Prima Guerra Mondiale compie il passaggio all’astrattismo, suddividendo il campo della tela in riquadri di colore. Sono in mostra quattro opere storiche, a partire dal 1913 quali Composizione n. II (1913), Composizione a colori B (1917), Composizione con griglia 5: losanga, composizione con colori (1919), Composizione con rosso, giallo e blu (1927).

La mostra racconta come sulla scia dell’Impressionismo nasca il Post-impressionismo che individua e raccoglie tutte le molteplici esperienze figurative sorte negli ultimi anni dell’Ottocento in Europa. Mentre sboccia la fotografia, l’estro della pittura diventa ben diverso e decade l’idea secondo la quale obiettivo dell’arte è il perfetto naturalismo. La pittura deve ricercare un’altra specificità.
Il Post-impressionismo non è stato uno stile vero e proprio ma ha accomunato artisti i quali a un certo punto della loro esperienza non potevano più porsi il problema della mera riproduzione: i loro strumenti diventano così un modo per comunicare qualcosa invece di rappresentarlo.
Nel breve volgere di pochi decenni, le premesse di questo atteggiamento porteranno a rivoluzioni totali nel campo dell’arte con la nascita delle Avanguardie.


INFO E PRENOTAZIONI
www.ilpostimpressionismoineuropa.it
T +39 045 8538186

martedì 27 ottobre 2015

Domani 28 ottobre visita guidata GRATUITA > mostra "I MACCHIAIOLI. Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo" > PAVIA, Scuderie del Castello Visconteo

I MACCHIAIOLI

Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo
Fino al 20 dicembre
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo


> Ogni mercoledì mostra aperta fino alle 22.00 e alle 18.30 visita guidata GRATUITA
Alle visite guidate gratuite si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 18.00.


> Domenica 1 novembre mostra aperta dalle 10.00 alle 22.00 con attività gratuite per le famiglie

Vincenzo Cabianca, "Le monachine" (1861)
Viareggio, Istituto Matteucci


Prosegue con successo la mostra "I Macchiaioli. Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo" in corso alle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia fino al 20 dicembre 2015.

ViDi in collaborazione con l'Associazione ARTpiù Creative Project, propone una serie di attività didattiche gratuite per adulti e bambini alla scoperta della rivoluzione artistica dei Macchiaoli. I laboratori e le visite guidate consentiranno ai visitatori di approfondire le opere e la tecnica di questi straordinari pittori insieme a tante curiosità sulla loro vita al Caffè Michelangelo, luogo simbolo di questo importante movimento.

Domani mercoledì 28 ottobre, come ogni mercoledì, la mostra rimarrà aperta fino alle 22.00 alle ore 18.30 i singoli visitatori potranno partecipare ad una speciale visita guidata gratuita che partirà dalle origini della macchia fino ad arrivare alla sua eredità. Alle visite guidate gratuite si accede con il biglietto d'ingresso alla mostra, non è necessaria la prenotazione e saranno ammesse al massimo 30 persone in ordine di arrivo a partire dalle ore 18.00.


Per tutti i bambini dai 5 anni in su è disponibile in modalità gratuita la family guideuna divertente guida cartacea, a cura di Artkids e illustrata da Sabrina Ferrero in arte Burabacio che accompagnerà bambini e genitori lungo il percorso espositivo alla scoperta delle opere dei Macchiaioli. La family guide è uno strumento a misura di bambino con approfondimenti, immagini e giochi per rendere la visita alla mostra divertente ed educativa. 


Domenica 1 novembre la mostra sarà aperta dalle 10.00 alle 22.00 e alle ore 11.00 tutte le famiglie con bambini dai 5 agli 11 anni potranno partecipare al laboratorio didattico gratuito "Macchiamo i mestieri". Dopo aver visitato autonomamente la mostra, supportati dal materiale didattico fornito alla biglietteria, bambini e genitori potranno partecipare all'attività creativa nell'aula didattica dei Musei Civici di Pavia seguiti dal personale qualificato dell'Associazione ARTpiù Creative Project.
Un'ottima occasione per trascorrere insieme una giornata all'insegna dell'arte e per consentire anche ai più piccoli di scoprire, attraverso attività stimolanti, le opere di questi straordinari artisti.  La durata del laboratorio è di circa 60 minuti, la prenotazione è obbligatoria e si accede con il biglietto della mostra più una libera donazione all'Associazione. 


Il programma completo dei laboratori è disponibile sul sito www.scuderiepavia.com. 


Per informazioni e prenotazioni: info@scuderiepavia.com | Tel: +39 0382 33676

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LA MOSTRA



La stagione espositiva autunnale delle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia aprirà con una mostra dedicata al movimento artistico che rivoluzionò la pittura italiana dell'Ottocento: i Macchiaioli.
Dal 19 settembre al 20 dicembre 2015, le suggestive sale delle Scuderie ospiteranno "I Macchiaioli. Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo", un progetto espositivo ideato, prodotto e organizzato da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e curato da Simona Bartolena insieme a Susanna Zatti, direttore dei Musei Civici di Pavia.

Nella seconda metà dell'Ottocento, Firenze è una delle capitali culturali più attive in Europa e diventa ben presto punto di riferimento per molti intellettuali provenienti da tutta Italia. Intorno ai tavoli di un caffè cittadino, il Michelangelo, si riunisce un gruppo di giovani artisti accomunati dallo spirito di ribellione verso il sistema accademico e dalla volontà di dipingere il senso del vero. Il nome "macchiaioli", usato per la prima volta in senso dispregiativo dagli accademici, viene successivamente adottato dal gruppo stesso in quanto incarna perfettamente la filosofia delle loro opere.
Obiettivo della mostra è quello di indagare i protagonisti e l'evoluzione di questo importante movimento, fondamentale per la nascita della pittura moderna italiana. Il punto di vista adottato racconta nello stesso tempo l'importanza storico artistica del movimento, i suoi rapporti con la scena francese, le novità tecniche introdotte dai pittori del gruppo, ma anche la quotidianità della vita al Michelangelo, seguendo il filo dei racconti, degli scritti, delle lettere lasciate dai protagonisti. Un modo di narrare la vicenda poco consueto, che appassionerà anche il pubblico meno esperto.

Nel percorso di mostra verranno sottolineati anche i numerosi punti di contatto con la realtà artistica europea, in particolare quella francese, e con quella del resto della penisola, in quel periodo in fase di unificazione. Tra il ricordo di uno scherzo goliardico e l'emozione della scoperta di un'opera di Degas, tra l'esperienza a Barbizon e un pomeriggio a Montemurlo, si dipana un racconto che farà rivivere un ventennio d'oro dell'arte italiana.

Il percorso espositivo presenta oltre settanta opere provenienti da prestigiose sedi - Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, Galleria d'arte moderna di Palazzo Pitti di Firenze, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea di Roma, Galleria d'arte Moderna di Milano, Galleria d'arte moderna Ricci Oddi di Piacenza, Istituto Matteucci di Viareggio e molti altri - e collezioni private, firmate dai principali esponenti del gruppo dei Macchiaioli quali Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Giuseppe Abbati, Vincenzo Cabianca, Silvestro Lega, Adriano Cecioni, Vito d'Ancona, Raffaello Sernesi, Odoardo Borrani e altri.

Un racconto suggestivo porterà il visitatore a immergersi in un momento storico e culturale molto vivace, da cui emergeranno i fermenti di rivolta di questi nuovi pittori, insieme alle loro forti personalità artistiche e umane. La mostra si concluderà con le nuove generazioni che frequentarono il Michelangelo negli anni successivi a quelli vissuti dal gruppo storico, indagando il Caffè fino alle fasi più tarde della sua storia per arrivare all'eredità della macchia con opere di Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini.
Le sezioni della mostra non presenteranno quindi solo la pittura di macchia, ma offriranno uno sguardo più ampio sulla straordinaria rivoluzione artistica che ha preso avvio tra i tavoli di questo celebre caffè fiorentino. 


Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate gratuite per bambini e adulti permetteranno di approfondire le tematiche e le opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.


Titolo
I Macchiaoli
Una rivoluzione d'arte al Caffè Michelangelo

Date
19 settembre  20 dicembre 2015

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Viale XI Febbraio, 35
27100 Pavia

Orari
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Mercoledì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 – 20.00
(La biglietteria chiude un'ora prima)


Biglietti
Intero: 12,00 euro
Ridotto: 10,00 euro
Audioguida inclusa nel prezzo
Scuole: 5,00 euro




Informazioni e prenotazioni
www.scuderiepavia.com | info@scuderiepavia.com
Tel: +39 0382 33676


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