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giovedì 7 aprile 2011

Roma, 11 aprile 2011 Incontro"L'età moderna di Romeo De Maio"

Si inviano, in allegato, per opportuna conoscenza, auspicabile partecipazione e gradita diffusione il comunicato stampa e l'invito riguardante

l’incontro di studio e di riflessione

“L'età moderna di Romeo De Maio”

Istituto Nazionale per la Grafica

sala Dante di Palazzo Poli (Fontana di Trevi)
Roma, Via Poli, 54

lunedì 11 aprile 2011

ore 15.30 - 18.30

Porterà il saluto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Antonia Pasqua Recchia, Direttore Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanea.

Introdurranno i lavori Maria Antonella Fusco, Dirigente dell’Istituto Nazionale per la Grafica, e Luigi Gulia, Presidente del Centro di Studi Sorani.

Seguiranno gli interventi tematici di Edoardo Aldo Cerrato, Marcello Fagiolo, Vittorio Frajese, Giovanni Morello, Roberto Rusconi, Filippo Tuena, Stefano Zen, Agostino Ziino e Claudio Gison

Concluderà Romeo De Maio, già ordinario di Storia moderna nell’Università di Salerno,ordinario di Storia del Rinascimento, di Storia moderna e di Storia del Cristianesimo presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Napoli Federico II

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Per informazioni: tel. 06.69980248

Relazioni esterne Rita Parma (Istituto Nazionale per la Grafica)

+39 334 6269159 rita.parma@beniculturali.it

Ufficio stampa Marcella Ghio (Istituto Nazionale per la Grafica)

+39 334 6842173 marcella.ghio@beniculturali.it
E-mail:
in-g.relazioniesterne@beniculturali.it
Sito Web:
http://www.grafica.beniculturali.it

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Maria Fernanda Bruno

Responsabile dei rapporti con la stampa e delle pubbliche relazioni

(Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti,

l’architettura e l’arte contemporanee)

+39 06.5843.4415 mariafernanda.bruno@beniculturali.it

mercoledì 6 aprile 2011

D.R.E.A.M.Y. Paola Sala solo artshow

D.R.E.A.M.Y

Paola Sala Solo ArtShow

a cura di Roberta Fiorito e Nico Murri

Sabato 16 Aprile

Ore 19.00

FABRICA FLUXUS Art Gallery

Via Celentano 39, Bari

In mostra dal 16 Aprile sino al 10 Maggio 2011

La galleria d’arte Fabrica Fluxus continua con il suo percorso “Nuove Visioni”, ciclo di mostre personali dedicate a percorsi artistici iper contemporanei, presentando questa volta i lavori di Paola Sala. Artista comasca classe ’76 si diploma in pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1996 si occupa di pittura e di illustrazione. Il suo percorso pittorico è costellato da diverse mostre personali e collettive presso, fra le altre, la galleria Limited No Art (Mi), RoomArteContemporanea (Mi), AMT gallery di Como, Paolo Maria Deanesi Gallery (Rovereto), La Luz De Jesus (Los Angeles, USA), Galerie Davide Di Maggio (Berlino)…Nel suo curriculm di illustratrice diversi premi, collaborazioni con case editrici fra cui la Mondadori e diverse pubblicazioni fra le quali ILLUSTRATORI ITALIANI ANNUAL 2006 e 2007 presentati a Bologna in occasione della Fiera del libro.

D.R.E.A.M.Y raccoglie l’ultima produzione dell’artista. Sono ritratti femminili conturbanti in cui troviamo tutte le caratteristiche del sentire contemporaneo, un percorso ibrido e contaminato da spunti iconografici che vanno dalla pittura fiamminga, al barocco, alle tematiche del corpo femminile, con toni che spaziano dal fiabesco al drammatico all’ironico, in un mix affascinate, seduttivo e perturbante tipico di questa nostra società postglobale. 
Bizzarre, oniriche, crepuscolari, dalla natura enigmatica le fanciulle di Paola Sala sono portatrici di uno stile minuzioso e sofisticato, di una tecnica meticolosa e classica quanto poetica e coinvolgente. Questa nuova cosmogonia a cui l’autrice da vita è leggera e vaporosa, costellata da frammenti di miti e leggende fusi con memorie, oscure e sinistre visioni tratte dalla più spietata quotidianità. Ogni opera è la tessera di un racconto aperto, di una narrazione frammentaria e delirante in cui il lato “nero” della società contemporanea viene rappresentato attraverso il filtro dell’ironia, dell’ambiguità, del paradosso.

D.R.E.A.M.Y.

Eroine di un racconto post-apocalittico, le creature di Paola Sala, esili ibridazioni tra bambole manga e spiriti boschivi, popolano da sempre l’immaginazione dell’artista comasca ed ingenuamente mostrano le nudità ai nostri occhi. Narrano di un tempo parallelo che scorre indolente intorno a paesaggi bucolici, e si condensa in cieli polverosi, sospesi su una probabile ambientazione arcadica, e dall’ammiccante richiamo a Van Goyen, Oudry e Giorgione. Evidenti sono i riferimenti alla pittura barocca da cui la Sala trae palesemente sia la componente iconografica, che la sapienza tecnica. Il processo creativo è lungo e scandito in più momenti, in cui una velatura di colore segue e si sovrappone all’altra fino a raggiungere il perfetto equilibrio cromatico, una composta simbiosi tra la tela, l’olio e l’oro. Questi ritratti dal legnoso sapore settecentesco sono trasognate istantanee che provengono da un metodico studio compiuto fin dai primi anni di attività dell’arte nord-europea, durante i quali l’artista riempie il suo bagaglio delle diafane visioni della pittura fiamminga, con la sua minuziosa rappresentazione della realtà e il suo non sempre svelato simbolismo, e di quella barocca maggiormente presente nei suoi ultimi lavori. Sebbene la manifattura ed il gusto della sua produzione siano un evidente atto di devozione agli stilemi della tradizione classica, i dipinti di Paola Sala mostrano però espliciti riferimenti alle culture contemporanee: dalla grafica fumettistica dei manga giapponesi, alle ironiche rappresentazioni ludiche del pop-surrealism e del low-brow. La pelle nivea e la sproporzione tra le teste e gli arti lunghi e affusolati ricordano i personaggi di Ray Ceasar e Mark Ryden. Alcune espressioni citano addirittura Yoshitomo Nara e Kathie Olivas. Queste entità al limite della deformazione caricaturale e dai corpi espressi in esili forme ovali, sono esseri dalle fattezze angeliche e dagli sguardi liquidi, persi in un orizzonte lontanissimo, ninfe immortalate nelle remote regioni del sogno. Compiono gesti semplici, come antichi rituali magici per invocare il passaggio delle stagioni o per cambiare direzione al vento. Ma si atteggiano anche in posture più tipiche del nostro tempo. Come nella serie “Casting”, in cui l’artista pone le sue lattiginose creature davanti ad un obiettivo fotografico, facendole posare per un improbabile provino in cui, lungi dallo scegliere la più “adatta” al ruolo, si riflette piuttosto sul concetto di ripetizione dell’immagine, mai uguale a sè stessa, ma in continua mutazione e fuga dalla staticità. Quasi un esercizio di stile nel quale, con un sottile gioco ironico, l’attezione rimbalza dalle espressioni austere dei soggetti al buffo dettaglio del foruncolo sui loro volti. Minimi ma fondamentali sono i dettagli, non totalmenti comprensibili al primo sguardo, ma che aprono a molteplici interpretazioni. Spille, monili e piccoli oggetti sparsi per la scena, insieme a indumenti ed accessori di incerto accostamento, contribuiscono a rendere il ruolo di queste fanciulle in costante ridefinizione. Collane di perle, come animate da uno spirito vitale, fuoriescono dai loro nasi, dagli occhi e dalle bocche, forse un simbolo di intima purezza o magari metafore dell’anima opalescente che governa e manovra i loro corpi. Ed è proprio il corpo femminile il fulcro della ricerca artistica e semantica di Paola Sala. Un corpo che presta la propria bellezza al gioco, spesso violento, dell’esibizione, e risponde ad esso con un’ironia disarmante. E così un occhio tumefatto, o un livido bluastro sulla pelle diventano “incidenti domestici”, segni di una violenza che si vuole dissimulare, e si tenta di annullare con la spudoratezza di un sorriso sardonico. E allora nei sei dipinti di “Casting”, la tela assume quasi una connotazione televisiva, uno strumento di tortura mediatica in cui le bambine s’improvvisano aspiranti “modelle”, ognuna clone di sé stessa. Ma il pathos nei loro occhi ci disorienta e quello stupido brufolo, così fuori luogo ma ossessivo e prepotente, ci conforta. Ninfe, sante, vittime, innocenti e peccatrici, le donne di Paola Sala si ibernano nella tela per sopravvivere alle mode, agli stereotipi e alle corruzioni del nostro tempo, per librarsi leggere in un empireo fiabesco inviolato. Sembra quasi di sentire l’echeggiare delle loro voci, moderne sirene di una mitologia di nuova concezione.

Nico Murri
Roberta Fiorito

Marzo 2011



martedì 5 aprile 2011

Reading Room #7 CHRISTIAN FROSI e DIEGO PERRONE


Reading Room Voll. 7 - 10

7, 14, 21, 28 aprile 2011 ore 18,00 – 21,00 Nomas Foundation, viale Somalia, 33 Roma

Reading Room quest’anno prende in esame iniziative ideate da artisti per gli artisti. Il mese di aprile è interamente dedicato a progetti nati in Italia e che rappresentano una risposta pratica alle necessità del lavoro di un artista: il dialogo e la ricerca, la documentazione e distribuzione, la residenza, la tutela legale.

Reading Room voll.7-10 è un unico programma declinato in quattro appuntamenti e che di volta in volta prende una diversa forma a seconda delle modalità del progetto che viene raccontato.

Nomas Foundation diventa una piattaforma che Christian Frosi e Diego Perrone, Vladivostok, Sottobosco, Progetto Diogene, reinterpreteranno per parlare del proprio lavoro e delle ragioni che ne sono alla base.

Reading Room #7

CHRISTIAN FROSI e DIEGO PERRONE | Giov 7 aprile | h 18,00 - 21,00

La collaborazione fra Christian Frosi e Diego Perrone, in veste di artisti e curatori, ha inizio nel 2009 e dall’anno successivo si è focalizzata su tre parole chiave di ricerca: Età, Istruzione e Italia.
Realizzano un viaggio nel territorio italiano toccando 30 città, durante il quale cercano e conoscono persone, organizzazioni che gestiscono spazi e contesti attivi nell’arte e nella cultura contemporanea.. Di ogni tappa, hanno conservato ciò che le persone hanno raccontato e ciò che hanno visto nelle loro invenzioni e nelle loro idee. Questo viaggio è stato chiamato Eroina, un nome che evoca il lato oscuro di chi rischia di astrarre e perdere il mondo attraverso l’arte e la cultura. Il progetto si è sviluppato in tre fasi: il viaggio, una mostra realizzata nello spazio no profit di Upload Art Project, a Trento, e in una serie di talk e performance.

Nel corso del loro intervento a Nomas Foundation i due artisti, presenteranno una sintesi di quanto realizzato, visto e ascoltato durante la loro collaborazione, attraverso una serie di piccoli oggetti e gesti messi in fila che compongono una time line. Una traiettoria che attraversa lo spazio della fondazione, fatto di momenti narrativi più o meno legati tra loro, più o meno utili e significativi.

www.coalnumber.tumblr.com

Nomas Foundation

Viale Somalia, 33

00199 - Roma

tel 0686398381

press@nomasfoundation.com

Reading Room è uno spazio reale e immateriale, dedicato al dialogo, alla ricerca e all’approfondimento di argomenti legati al programma espositivo. E’ un dispositivo mutevole al servizio di una riflessione polisemica, collettiva, stratificata sulla cultura contemporanea.

lunedì 4 aprile 2011

Silvio Vigliaturo al MACA - XIII Settimana della Cultura



È ancora possibile

XIII Settimana della Cultura


Da sabato 9 a domenica 17 aprile 2011, in occasione della XIII Settimana della Cultura indetta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la suggestiva cornice di Palazzo Sanseverino, sede del MACA (Museo Arte Contemporanea Acri), si arricchirà di un’installazione di sei sculture in vetro, realizzate dall’artista Silvio Vigliaturo, rappresentanti le Amazzoni con lance d’acciaio e variopinti scudi, anch’essi in vetro.

Le maestose sculture fungono da vettori di messaggi appassionati e contemporanei che l’artista indirizza allo spettatore. L’Amazzone, che da sempre trova posto nella poetica di Vigliaturo, viene così arricchita di significati che la tramutano in una categoria umana del presente: uno dei più grandi risultati della modernità, il simbolo della sua mescolanza più riuscita. L’Amazzone è la donna che, in seguito a una lotta costante, è stata capace di cancellare quelle differenze che la separavano dall’uomo e che le erano state imposte da secoli di società maschiliste. Tuttavia non bisogna erroneamente pensare, come ci hanno insegnato la storia e l’epica, che l’Amazzone sia tale soltanto in guerra. L’intenzione di Vigliaturo attraverso quest’installazione è proprio quella di mostrare come la tempra della donna-guerriero non svanisca nelle parentesi di riposo, quando le armi vengono poggiate al terreno.

La Sala Estemporanea ospiterà, inoltre, un dipinto intitolato È ancora possibile: un omaggio dell’artista ad Acri, la sua città natale e sede del MACA. L’opera ritrae il borgo antico di Padìa contornato da due spessi tratti di pennello, uno bianco e uno rosso, che s’incontrano alla sommità e che simboleggiano i due principali partiti politici che si sono alternati alla guida della città negli ultimi decenni. Il borgo, innevato, trova un suggestivo e surreale contrasto nel vasto campo di papaveri che si distende alle sue pendici, a simboleggiare il desiderio e la convinzione dell’artista che la città di Acri, e in particolare le sue nuove generazioni, abbiano il coraggio di sognare un futuro diverso che spesso può apparire impossibile. Accanto a un sole rosso, il cielo blu cobalto è solcato da segni neri che tratteggiano dei visi – sono i volti delle persone che sono riuscite a non rimanere intrappolate nel giogo politico e hanno spiccato il volo. In seguito all’esposizione, il dipinto verrà donato dall’artista la museo.

Infine, domenica 17 aprile, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, sarà possibile visitare le sale del MACA sotto la guida dell’artista Silvio Vigliaturo, di cui il museo custodisce oltre duecento opere.

Evento: È ancora possibile – XIII Settimana della Cultura

Luogo: MACA (Museo Arte Contemporanea Acri)

Palazzo Sanseverino – Piazza Falcone, 1 – 87041, Acri (Cs)

Data: a sabato 9 a domenica 17 aprile 2011

Orario: da martedì a domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 20

Info: tel. 0984953309

Ufficio stampa MACA

Tel. 0119422568

maca@museovigliaturo.it

www.museovigliaturo.it

www.facebook.com/MACA.Silvio.Vigliaturo

venerdì 1 aprile 2011

A Udine il truck Lamp&Rilamp 2011


Arriva a Udine il truck Lamp&Rilamp 2011

Udine ospita la decima tappa della mostra polisensoriale di Ecolamp volta a sensibilizzare cittadini e scuole sulla raccolta differenziata delle lampade fluorescenti esauste

Da martedì 5 marzo a domenica 3 aprile - dalle ore 9.00 alle 19.00 – Piazza Dante

Ingresso libero

Milano, 1 aprile 2011 - Da martedì 5 aprile fino a domenica 10 Aprile, Udine ospiterà il truck 2011 della mostra polisensoriale Lamp&RiLamp promossa dal Consorzio Ecolamp, con il patrocinio del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, del Ministero dello Sviluppo Economico, nonché del Comune di Udine, che si terrà in Piazza Duomo, dalle ore 9.00 alle ore 19.00 con ingresso libero. Dopo il successo ottenuto nei precedenti anni con oltre 25.000 visitatori, nella terza edizione il tour toccherà nuove undici tappe, dopo Lamezia, Agrigento, Palermo, Cagliari, Sassari, Cuneo, Aosta, Novara, Trento e Udine passerà da Trieste.

La mostra ha come obiettivo quello di informare l'opinione pubblica sull'importanza di portare le lampadine esauste integre all'isola ecologica più vicina, dove si trovano gli appositi contenitori Ecolamp, o di restituirle presso un punto vendita al momento dell'acquisto di quelle nuove, così come previsto dal DM "uno contro uno", in vigore il 18 giugno 2010.

L'esposizione interattiva prevede il coinvolgimento diretto dei visitatori: cinque moduli illustrano la storia dell'illuminazione, i numeri, le caratteristiche e il perché della necessaria raccolta differenziata delle lampade fluorescenti esauste, ma anche le fasi successive di trattamento, che permettono di recuperare sino al 95% dei materiali e di mettere in sicurezza le sostanze pericolose, tra cui il mercurio. Alla fine del proprio ciclo di vita, infatti, le lampadine fluorescenti non devono essere gettate nel sacco dei rifiuti indifferenziati o nei contenitori per il vetro.



"Anche quest'anno Ecolamp torna per il terzo anno consecutivo nelle piazze italiane proseguendo nel progetto di sensibilizzazione sul tema del riciclo e del trattamento delle lampadine a risparmio energetico rivolto alle famiglie, ai ragazzi e alle amministrazioni cittadine." - afferma Fabrizio D'Amico, Direttore Generale di Ecolamp - "I risultati delle scorse edizioni sono stati molto positivi e i dati di raccolta sono in continuo aumento, ma la strada da fare è ancora lunga. Ecco perché continuiamo nel nostro impegno di sensibilizzare i cittadini, perché siamo consci dell'importanza di promuovere una cultura sull'eco sostenibilità".

Sito dedicato: Lamp&RiLamp Press Area: www.ecolamp.it/comunicazione/

Marketing & Comunicazione Ecolamp: Andrea Pietrarota, pietrarota@ecolamp.it Mob. 348/5988469

Martina Cammareri, cammareri@ecolamp.it Tel. 02/37052936

Grafica Oggi. Viaggio nell’Italia dell’incisione | Biblioteca Nazionale Universitaria | Torino



COMUNICATO STAMPA

Grafica Oggi

Viaggio nell'Italia dell'incisione

Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria

21 aprile - 21 maggio 2011

Conferenza stampa di presentazione: martedì 5 aprile ore 17.30,

OGR (officine grandi motori), via Castelfidardo 22, Spazio incontri

Inaugurazione: giovedì 21 aprile ore 17.00

Cosa si intende per grafica contemporanea oggi in Italia? Qual è lo stato delle ricerche in corso su un linguaggio e un mestiere dalle origini antichissime? Quali sono le tecniche che i maestri delle ultime generazioni hanno prediletto, sviluppato, sperimentato in vista di un'espressione nuova e aggiornata alle tendenze attuali? E, soprattutto, quali sono gli interpreti maggiori che, dalla seconda metà del Novecento a oggi, eredi della lezione di Dürer o Rembrandt, hanno contribuito a fare dell'incisione originale un ambito di riflessione estetica autonomo e dal fascino unico?

Promossa dall'associazione culturale torinese STArs con i contributi di Fondazione CRT e Regione Piemonte, nell'ambito delle manifestazioni per«Italia 150», in occasione del Salone del Libro di Torino e con il patrocinio di MIBAC - Roma, la mostra che inaugurerà il prossimo 21 aprile negli spazi della Biblioteca Nazionale Universitaria, intende rispondere a tutte queste domande, conducendo il pubblico in un vero e proprio viaggio alla scoperta di una espressione artistica di grande suggestione qual è la grafica originale, fatta di complessi procedimenti tecnici e di un linguaggio dove il segno, la traccia e le ombre profonde sono elementi principe di un alfabeto inconfondibile.

Curata da Giuliana Valenza e corredata da un volume delle edizioni Giorgio Mondadori, con testi critici di Chiara Gatti e Floriano De Santi, la mostra presenta una selezione di sessanta autori, fra maestri storici tuttora attivi e rappresentati delle ultime generazioni, tutti impegnati a confrontarsi con lastre, acidi, punte, smalti, torchi e inchiostri, strumenti tipici di tecniche differenti che, dalla puntasecca all'acquaforte, dalla silografia alla litografia, dall'acquatinta alla maniera nera, rappresentano volti diversi di un'unica arte, ricca di soluzioni, effetti ed esiti tanto affascinanti da aver rapito l'interesse, nel tempo, di molti mostri sacri della pittura. Come Picasso o Matisse, che per lunghi periodi della loro vita appesero al chiodo il pennello per dedicarsi ai misteri dell'incisione, siglando immagini entrate nella leggenda, a partire dal celebre Repas Frugal del genio spagnolo (l'acquaforte moderna più quotata al mondo) o dalle litografie della serie Jazzdel padre nobile dei fauves parigini.

In un percorso di ricerca e analisi della grafica del Novecento e dei suoi ultimi traguardi, la mostra e il volume presentano dunque una ricognizione sui linguaggi, le tecniche, i temi che oggi gli artisti del segno hanno ereditato dal passato, facendosi interpreti di un'arte consacrata nei secoli da maestri dell'incisione come Dürer e Mantegna, Parmigianino e Rembrandt, Piranesi, Goya, Bartolini o Morandi fino alle serigrafie pop di Andy Warhol e colleghi. Antefatti su cui gli autori contemporanei hanno costruito le basi della propria ricerca, piegandola in direzione di sempre nuove e talora audaci sperimentazioni sul mezzo.

Focalizzando l'attenzione sulle figure attive in Italia, esponenti di movimenti, correnti e scuole diverse – come la storica Scuola del libro di Urbino – la mostra e il volume accostano, ad artisti più giovani ma solidi, opere firmate da interpreti riconosciuti nel panorama della grafica internazionale, da Giuseppe Zigaina a Nunzio Gulino, da Walter Piacesi a Tullio Pericoli, da Enrico Della Torre a Giancarlo Vitali, da Ennio Calabria a Pietro Diana, da Alberto Sughi a Giuliano Vangi, da Walter Valentini a Giacomo Soffiantino.

Fluttuando fra gli esemplari presentati da ciascun autore, ecco allora ricostruito un percorso che illustra per tappe l'evoluzione dei modi espressivi della grafica attuale in Italia, da quelli più tradizionali dei nomi già consacrati, alle innovazioni di ultima generazione che – pur nel rispetto dell'originalità dei processi, in cui tocca sempre all'artista mettere mano direttamente alle lastre senza alcuna interferenza meccanica – emergono metodi e strumenti inediti (trapani, colle e diavolerie sperimentali) garanti di risultati fortemente espressivi e di straordinaria qualità tecnica.

Artisti invitati: Ciro Agostini, Ermes Bajoni, Marina Bindella, Sandro Bracchitta, Ennio Calabria, Rita Callegari, Gaetano Carboni, Francesco Casorati, Rodolfo Ceccotti, Mario Chianese, Paolo Ciampini, Giampaolo Dal Pra, Enrico Della Torre, Pietro Diana, Franco Dugo, Franco Fanelli, Giuseppe Fantinato, Diana Ferrara, Domenico Fratianni, Carla Galli, Vincenzo Gatti, Calisto Gritti, Mario Guadagnino, Rossano Guerra, Nunzio Gulino, Sebastiano Italia, Svietlan Kraczina, Aristea Kritsotaki, Cesco Magnolato, Enzo Maiolino, Bruno Missieri, Vairo Mongatti, Alberico Morena, Ivo Mosele, Claudio Olivotto, Toni Pecoraro, Gigi Pedroli, Tullio Pericoli, M. Rosaria Perrella, Paolo Petrò, Walter Piacesi, Lanfranco Quadrio, Bruno Rinaldi, Alberto Rocco, Francesco Sciaccaluga, Aldo Segatto, Andrea Serafini, Elena Sevi, Giacomo Soffiantino, Alberto Sughi, Luigi Toccacieli, Elio Torrieri, Togo, Fulvio Tomasi, Girolamo Tregambe, Giovanni Turria, Walter Valentini, Giuliano Vangi, Gianni Verna, Giancarlo Vitali, Agostino Zaliani, Roberta Zamboni, Giuseppe Zigaina.

Catalogo edizioni Giorgio Mondadori

Prezzo: € 25,00 (prezzo in mostra Euro 20)

Grafica Oggi

Viaggio nell'Italia dell'incisione

21 aprile-21 maggio 2011

Biblioteca Nazionale Universitaria

Piazza Carlo Alberto 3, Torino

Orari: lunedì - venerdì ore 10/18; sabato ore 10/14

chiuso: tutte le domeniche e il 25 aprile.

Informazioni: tel. 340 4635447












JAY HEIKES 'THE MATERIAL MINE'

JAY HEIKES
THE MATERIAL MINE

INAUGURAZIONE GIOVEDI’ 7 APRILE H 18.00 21.00
8 APRILE 12 MAGGIO 2011
FEDERICA SCHIAVO GALLERY
PIAZZA MONTEVECCHIO 16 ROMA




Federica Schiavo Gallery è lieta di presentare The Material Mine, la seconda mostra personale di Jay Heikes in galleria. Per i tre spazi espositivi l’artista ha concepito una nuova serie di lavori che prosegue il suo interesse e la sua ricerca sulla natura intrinseca dei materiali e le loro identità inerti. Nella prima sala è presentata una grande scultura realizzata con ferro e bronzo. Il processo di realizzazione della scultura prevede che il bronzo fuso sia colato in uno stampo contenente scaglie di ferro ricoperte di gommalacca. I due metalli si combinano assieme producendo una ‘lega di repulsione’. L’associazione impossibile di bronzo e ferro, in questa scultura dalle forme organiche simili a rami, evidenzia la bizzarra coesistenza di allusioni culturali e artistiche che, nonostante tutto, si uniscono in un’unica forma che appare assolutamente naturale e plausibile.

In mostra anche un oggetto la cui forma è simile a quella di un cactus. Il suo fusto di legno è un ramo trasportato dalla corrente di fiume mentre le spine sono aculei d’istrice tinti a mano. Il lavoro trae ispirazione dal paesaggio del parco nazionale di Joshua Tree, caratterizzato dagli insoliti e spinosi ‘Alberi di Giosué’, e dal controverso racconto ‘The Lorax’, libro per l’infanzia scritto nel 1972 da Theodor Geisel, che narra di una generazione che eredita un paesaggio distrutto dall’avidità di un solo individuo. Heikes tenta di razionalizzare l’idea di fondo di questo racconto, secondo cui per creare un nuovo prodotto è necessario usare o distruggere un materiale, e di stimolare interrogativi circa la provenienza delle spine d’istrice.

L’artista ha inoltre creato un nuovo ciclo di opere seguendo una ricetta per la creazione della ‘lana di salamandra’. La fascinazione di Heikes per questo materiale proviene dalle sue proprietà ipnotiche e dal mito che l’avvolge, e che è stato ispirato storicamente. Si crede infatti che Marco Polo si sia imbattuto in questi tessuti in alcune aree della Siberia orientale. I commercianti della zona proclamavano che la fibra fosse resistente al fuoco per via della superstiziosa credenza che fosse ricavata dalla ‘pelle di salamandra’.
Le conoscenze della chimica hanno poi chiarito che questa proprietà ignifuga derivava dall’impiego di amianto crisotile, che ha portato poi al boom del suo utilizzo come ritardante di fiamma attribuendogli la fama di “salvatore del mondo materiale”. Solo in anni recenti è stata riconosciuta la natura cancerogena dell’amianto, collegata all’insorgenza del mesotelioma polmonare, e la sua produzione è stata del tutto interrotta.

“Vedo questa mostra come un’esperienza paragonabile all’addentrarsi in una miniera. Credo ci sia un punto, appena dopo la corrosione, di completa alienazione fra l’umano e il materiale, dove ci sono cose da scoprire ma anche la possibilità di distruzione. E’ uno spazio parallelo al profondo blu immateriale di Yves Klein. Esiste solo per brevi momenti quando ignoriamo tutti i ragionamenti scientifici che stanno dietro a una cosa e lasciamo scomparire i dettagli pratici.
Nello studio ultimamente mi sento più un alchimista che uno scultore. Sto lavorando con un assortimento di materiali che vanno dalla seta grezza, al solfato di alluminio, alle spine d’istrice, al ferro, al bronzo, alla pelle, al cemento, alle piume d’oca e all’acciaio. Tutti questi sforzi si stanno traducendo all’interno di un interesse per cose molto semplici come la linea, la struttura, lo spazio e la dimensione. I materiali sono diventati il contenuto e la mia speranza è di capire come ci relazioniamo a loro perfino in un luogo così lontano dalla natura qual è lo spazio di una galleria d’arte.”
– Jay Heikes





Jay Heikes è nato a Princeton, New Jersey, nel 1975. Vive e lavora a Minneapolis, Minnesota. Il suo lavoro è stato esposto in numerose mostre in musei e gallerie private, sia negli Stati Uniti che a livello internazionale. Tra le mostre personali recenti: Project Space all’ICA-Institute of Contemporary Art, Philadelphia 2007; The Hill Upstairs al MoMA PS1, New York 2005; Inanimate Life alla Marianne Boesky Gallery, New York 2010; Eroding Rainbow alla Federica Schiavo Gallery, Roma 2009. Tra le mostre collettive: A Basic Human Impulse, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, Gorizia 2010; The Secret Life of Objects, Midway Contemporary Art, Minneapolis 2009; Martian Museum of Terrestrial Art, Barbican Art Gallery, Londra 2008; Looking Back: The White Columns Annual, White Columns, New York 2007; Ordinary Culture: Heikes/Helms/McMilian, Walker Art Center, Minneapolis 2006; Day For Night: Whitney Biennial 2006, Whitney Museum of American Art, New York 2006; All the Pretty Corpses, The Renaissance Society at the University of Chicago, Chicago 2005.


www.federicaschiavo.com

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