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martedì 3 marzo 2015

"Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso". Pavia, Scuderie del Castello Visconteo, dal 21 marzo








Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso




21 marzo  19 luglio 2015
Pavia, Scuderie del Castello Visconteo


Dal 21 marzo al 19 luglio 2015 le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia presentano "Capolavori della Johannesburg Art Gallery. Da Degas a Picasso".
La mostra è ideata, prodotta, organizzata da ViDi in collaborazione con il Comune di Pavia e la Johannesburg Art Gallery, con il patrocinio del Consolato Generale del Sudafrica di Milano e realizzata con la consulenza scientifica di Simona Bartolena.

Aperta al pubblico nel 1910, la Johannesburg Art Gallery vanta una collezione di altissima qualità dal punto di vista del patrimonio artistico. Le sale delle Scuderie di Pavia avranno il privilegio di ospitare un nucleo importante di capolavori provenienti da uno dei più significativi musei d'arte del continente africano, offrendo al pubblico un'occasione unica per scoprire e conoscere da vicino una raccolta di opere difficilmente visibile in altre sedi.

L'esposizione presenta oltre sessanta opere, tra olii, acquerelli e grafiche, che portano le firme di alcuni dei principali protagonisti della scena artistica internazionale del XIX e del XX secolo: da Edgar Degas a Dante Gabriel Rossetti, da Jean Baptiste Corot a Alma Tadema, da Vincent Van Gogh a Paul Gauguin, da Antonio Mancini a Paul Signac, da Pablo Picasso a Francis Bacon, da Roy Lichtenstein a Andy Warhol e molti altri.

Il percorso espositivo, diviso in sezioni cronologiche e tematiche, permetterà ai visitatori di percorrere un viaggio nella storia dell'arte dalla metà del XIX secolo fino al secondo Novecento, spaziando dall'Europa agli Stati Uniti fino al Sud Africa in un racconto che si sposta tra momenti storici, luoghi e linguaggi artistici diversi.

La mostra, oltre a presentare un'ottima selezione di opere di grandi Maestri, consentirà al pubblico di scoprire l'affascinante storia della Johannesburg Art Gallery. Principale protagonista della nascita e della formazione della collezione museale fu Lady Florence Phillips, moglie del magnate dell'industria mineraria Sir Lionel Phillips. Donna dal grande fascino, a sua volta collezionista, convinta che la sua città dovesse avere un museo d'arte, persuase il marito e alcuni magnati dell'industria a investire nel progetto. Determinata a portare avanti la sua idea, Lady Phillips vende un diamante azzurro regalatole dal marito per acquistare i primi lavori. Hugh Lane, altra grande personalità della scena culturale anglosassone, la aiuta nell'impresa, suggerendole possibili acquisizioni. Sin dalla sua apertura il museo presenta una selezione di opere di straordinaria qualità e modernità, un nucleo arricchitosi poi negli anni grazie a nuove acquisizioni e donazioni.  

Per tutta la durata dell'esposizione una serie di attività didattiche e visite guidate per bambini e adulti permetteranno di approfondire le splendide opere esposte nelle sale delle Scuderie del Castello Visconteo.


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Titolo
Capolavori della Johannesburg Art Gallery
da Degas a Picasso

Date
21 marzo – 19 luglio 2015

Sede
Scuderie del Castello Visconteo
Piazza Castello
27100 Pavia

Orari
Dal lunedì al venerdì: 10.00 – 19.00
Giovedì: 10.00 – 22.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00 –  20.00
(La biglietteria chiude un'ora prima)

Biglietti
Intero: 12,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Ridotto: 10,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
over 65 anni, ragazzi dai 13 a 18 anni, gruppi (min 15 max 30 persone), Soci Touring Club Italiano muniti di tessera in corso di validità, Iscritti FAI muniti di tessera in corso di validità.
Ridotto speciale: 9,00 euro (Audioguida inclusa nel prezzo)
Studenti dell'Università di Pavia muniti della propria Ateneo Card o del documento d'iscrizione all'Università, Possessori della My Museum Card
Ridotto scuole e bambini: 5,00 euro Gruppi di scolaresche, bambini dai 6 ai 13 anni
Gratuito: disabili, accompagnatori disabili, giornalisti muniti di tesserino dell'Ordine dei Giornalisti con il bollino dell'anno in corso, accompagnatori gruppo adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini under 6 anni.






Con il biglietto della mostra puoi visitare anche i Musei Civici di Pavia a prezzo ridotto negli orari di apertura indicati sul sito www.museicivici.pavia.it






Informazioni e prenotazioni

Tel:+39 02 36638601 (dal lunedì al venerdì 9.00-18.00)







Informazioni e prenotazioni pacchetti promozionali e turistici






Settore Cultura, Comune di Pavia
Chiara Argenteri


lunedì 2 marzo 2015




Sabato 7 marzo 2015 ore 17:00
Palazzo Stella – inaugurazione
6 MOSTRE A SATURA

Aperte fino al 18 marzo 2015
Orario da martedì a sabato
dalle 15:30 alle 19:00
Genova, SATURA art gallery

SATURA art gallery è lieta di invitarvi all’inaugurazione dei prossimi eventi espositivi che si terrà, nei suggestivi spazi di Palazzo Stella, sabato 7 marzo 2015 alle ore 17:00.

Presenteremo le mostre personali di Rodolfo Vitone “I suoi primi novant’anni – mostra antologica” a cura di Mario Napoli, di Saverio LombardoNulla è vero, tutto è permesso” a cura di Flavia Motolese, di Paola Pastura “Oltre il visibile” a cura di Flavia Motolese, di Antonio Pini “Intime reminiscenze” a cura di Elena Colombo, di Giovanni Tomaselli L’intreccio delle forme” a cura di Gianluca Gandolfo e la rassegna “Grafica d’autore” a cura di Mario Napoli, una collezione che vanta alcuni dei nomi più importanti del panorama internazionale: Valerio Adami, HaroldAltman, Georges Braque, Alexander Calder, Lynn Chadwick, George Chemeche, Claudio Costa, Piero Dorazio, Arman Fernandez, Paul Flora, Jean Marie Haessle, Keith Haring, Robert Indiana, Alex Katz, SugaiKumi, Roy Lichtenstein, Gehrard Marcks, Henry Matisse, Francois Morellet, Zoran Music, Dufy Raoul, Donald Saff, Emilio Scanavino, Daniel Spoerri, Antoni Tapies, Victor Vasarely.


Con questo nuovo ciclo di mostre,
SATURA art gallery rinnova il suo impegno nella promozione degli artisti contemporanei e nella ricerca di nuove tendenze nel panorama artistico internazionale.

Satura art gallery
SATURA Art Gallery
 
Piazza Stella 5/1 16123
Genova 
Italy

Si inaugura la mostra sui lingotti di oricalco recuperati nei fondali di Gela che resterà aperta fino al 12 aprile.

Soprintendenza del Mare – Regione Siciliana

Si inaugura oggi, Lunedì 2 marzo 2015 alle ore 11.00, al Museo Archeologico Regionale in Corso Vittorio Emanuele, 1 a Gela la mostra "Il passato riemerso. I lingotti di oricalco e i reperti recuperati nei fondali di Gela". L'esposizione dei preziosi ritrovamenti in oricalco rinvenuti dalla Soprintendenza del Mare lungo le coste gelesi resterà aperta al pubblico fino al 12 aprile dalle ore 9,00 alle ore. 18,30.
Alla fine del 2014 il mare di Gela, l'antica colonia rodio-cretese fondata agli inizi del VII sec. a. C., ha restituito uno fra i più importanti tesori custoditi nei fondali sabbiosi di fronte il litorale di contrada Bulala, dove già sono stati ritrovati tre relitti di età greca.

Si tratta di un prezioso carico trasportato da un'antica nave naufragata a qualche centinaio di metri dalla costa gelese ad una profondità di circa cinque metri, costituito da trentanove lingotti di un metallo particolare, chiamato "oricalco", una lega di rame e zinco simile al nostro ottone,   considerato nell'antichità un metallo prezioso, al terzo posto per valore commerciale dopo l'oro e l'argento. La scoperta è tra le più importanti di questi ultimi anni sia perché costituisce un unicum come ritrovamento sia perché i reperti  finora conosciuti forgiati con questa lega sono molto rari.

Il più antico oggetto in ottone è un anello proveniente da Ugarit del XIII secolo a.C.; altri due reperti sono custoditi al British Museum: una fibula a navicella del VI secolo a.C e una base di statuetta di pugilatore del V secolo a. C.
Poche sono le notizie che ci forniscono le fonti antiche su questo metallo e sul suo utilizzo.

Il termine greco ὀρείχαλκος da (ὅρος, monte e χαλκός, rame) è già attestato nell'Inno ad Afrodite, un proemio pervenutoci sotto il nome di Omero, nel quale si racconta la nascita di Afrodite dalla spuma del mare; la divinità, per essere presentata al consesso degli Dei, viene accudita dalle Ore,  figlie di Zeus, che le fanno indossare vesti divine adornandone i lobi con "fiori di oricalco"; altresì, il termine è riportato in un poema attribuito ad Esiodo, Lo scudo di Eracle, dove sono citati  gli schinieri "di lucido oricalco, d'Efesto bellissimo dono".

Platone nel Crizia ci parla dell'oricalco in relazione alla mitica e misteriosa isola di Atlantide,  che gli dei avevano dato a Poseidone così chiamata dal nome del figlio maggiore, Atlante; l'isola sacra, una sorta di paradiso terreste, era fornita di tutto il necessario per vivere e offriva, inoltre, minerali,  metalli e oricalco, " che oggi è solo un nome ma che allora era più di un nome,  estratto dalla terra in molte parti dell'isola e, ad eccezione dell'oro, era stimato il metallo più prezioso fra gli uomini di allora". Era utilizzato in molte costruzioni: la terza cinta muraria che circondava la cittadella era ricoperta con "oricalco dai riflessi di fuoco"; il tempio sacro dedicato a Poseidone, posto  al centro dell'isola, aveva il  soffitto d'avorio e ornato con oro, argento e oricalco; anche le pareti, le colonne e il pavimento erano rivestite in oricalco. Infine i decreti stilati da Poseidone, che regolavano la vita di Atlantide, erano stati incisi su una colonna di oricalco che era situata all'interno del tempio dedicato al dio.

In epoche successive anche gli autori latini ci forniscono generiche informazioni sul prezioso metallo; in età romana imperiale la lega era utilizzata per la coniazione di alcune monete quali, ad esempio,  i sesterzi.
I trentanove lingotti presentano varie forme e hanno peso e lunghezza diversi: da un minimo di cm17 e un peso di gr 254  a un massimo di cm 32 e un peso di gr 1340.

Le analisi sono state effettuate da Dario Panetta della TQ (Tecnology for Quality) con il metodo della fluorescenza a raggi X dalle quali risulta che la lega dei metalli di cui sono composti i lingotti   è costituita  per l'80% da rame e per il 20% di zinco con tracce di piombo e nichel.
La presenza di porzioni lignee di fasciame e di alcune ordinate che emergono dai fondali nelle immediate vicinanze dei lingotti fa ipotizzare  che gli stessi fossero parte del carico trasportato dalla nave in arrivo a Gela che fece naufragio a pochi metri dalla costa.
Il rinvenimento di questo relitto e di parte del carico dimostra la ricchezza di Gela nell'antichità e la presenza di ricche e specializzate officine artigianali per la produzione di oggetti di particolare pregio.

Oltre ai lingotti, il mare ha restituito diversi reperti per la maggior parte integri che potrebbero far luce sull'epoca del naufragio della nave.
Fra i più significativi un exaleiptron  (cothon) di importazione corinzia con decorazione geometrica databile dalla seconda metà alla fine del VI secolo a.C.
Di produzione attica è invece una kylix a vernice nera decorata da una fila di palmette intervallate da fiori di loto su motivo ad anelli concatenati della fine del VI-inizi V secolo a.C.
Alle officine di Corinto, che produsse e commerciò diffusamente in tutto il bacino del Mediterraneo  i suoi prodotti, si può attribuire l'anfora a corpo globulare destinata a contenere vino o olio  inquadrabile dal punto di vista cronologico tra la fine del VI-inzi del V secolo a.C.
Alla colonia  focese di Massalia (Marsiglia), rinomata per la produzione del vino, è riconducibile un'altra anfora a corpo ovoidale databile alla fine del IV secolo a.C.

Si sono rinvenute, inoltre, altre due piccole anfore: una potrebbe essere inserita nell'ambito delle  produzioni cosiddette corinzio-corciresi databili al III secolo a.C.; l'altra è probabilmente di produzione africana del IV secolo d.C.
Da sempre il mare di Gela, per la sua particolare posizione,  ha restituito nelle stesse aree  reperti di diverse epoche; pertanto, anche se la maggior parte degli oggetti può attribuirsi alla fine del VI-inizi del V secolo a.C., solo uno scavo sistematico potrà consentirci di avere una visione più puntuale dell'intero contesto e fornirci ulteriori preziose informazioni di grande importanza storico-commerciale per aggiornare la storia economica della Sicilia.

I primi ad individuare i preziosi reperti sono stati Francesco Cassarino e i volontari dell'Associazione "Mare Nostrum"; le indagini e il recupero coordinati dalla Soprintendenza del Mare sono stati effettuati con la collaborazione della Capitaneria di Porto di Gela, del nucleo sommozzatori della Guardia Costiera di Messina, del nucleo sommozzatori della Guardia di Finanza di Palermo e di Francesco Cassarino.

Prorogata fino al 12 aprile la mostra "La Grande Guerra di Lorenzo Viani" a Villa Argentina/Viareggio

  


LA GRANDE GUERRA DI LORENZO VIANI A VILLA ARGENTINA

Prorogata fino al 12 aprile la mostra dedicata a Lorenzo Viani e ai cento anni della Grande guerra. Inaugurata lo scorso 6 dicembre a Villa Argentina di Viareggio, storica dimora liberty di proprietà pubblica e appena restaurata, l'esposizione ha avuto un grande successo e per questo ne è stata posticipata la chiusura, inizialmente fissata al 1° marzo.

La mostra, che presenta un Viani inedito, ha fatto riaprire dopo trent'anni le porte dell'edificio, chiuso e in stato di abbandono prima dell'intervento da parte della Provincia di Lucca, che ne è proprietaria.

"La Grande Guerra di Lorenzo Viani. Viareggio-Parigi-Il Carso. Pittura e fotografia della Grande Guerra in Lorenzo Viani e Guido Zeppini": questo il titolo della mostra, curata da Enrico Dei. 

Un viaggio che dura da cento anni, dallo scoppio del primo conflitto mondiale, e che ora viene esplorato attraverso i lavori del più importante espressionista italiano, il viareggino Lorenzo Viani, e del capitano medico, oltreché fotografo dal fronte, Guido Zeppini. 

Più di 120 opere – di cui dieci xilografie inedite di Viani – tra disegni, quadri, fotografie, oggetti privati e ricordi dell'artista. 

La Grande Guerra, dunque, è il palcoscenico di questa esposizione, dedicata, nelle intenzioni degli organizzatori – Provincia di Lucca, ente capofila del progetto insieme a Fondazione Mario Tobino, Fondazione Festival Pucciniano, Comune di Viareggio e Soprintendenza BAPSAE di Lucca e Massa Carrara – ai 381 caduti viareggini, che partirono giovanissimi nelle loro divise grigio verdi, senza mai più fare ritorno a casa.

Lorenzo Viani in divisa grigioverde, dipinge e disegna scene di civili coinvolti, loro malgrado, nella follia armata: anonimi e umili soldati, attori di sanguinari scontri subiti e commessi. 

I suoi capolavori ci appaiono come un diario di guerra: nere croci di un cimitero, macabri funerali, trincee come tombe, terrore di battaglia. Guido Zeppini, invece, ci consegna quell'orrore con l'occhio attento e veritiero del fotografo, che immortala scene di soldati, accampamenti, carneficine, trincee, rovine di abitazioni bombardate, vita quotidiana nelle interminabili ore di attesa e di paura.

All'interno dell'esposizione trovano spazio, oltre a due disegni e due bronzi di Domenico Rambelli, uno dei massimi scultori del Novecento e autore del monumento ai caduti di Viareggio, più di 60 opere di Viani. 

Quadri realizzati con varie tecniche, dieci xilografie inedite, effetti personali e lettere che il pittore scrisse e ricevette quand'era al fronte. Al loro fianco sono ospitate anche 60 fotografie di Zeppini, accompagnate da documenti e oggetti cari al fotografo. 

Lorenzo Viani, anarchico prima e fervente interventista dopo lo scoppio della guerra, è il più grande espressionista italiano e con forza ha dipinto e raccontato le divise grigioverdi, i civili innocenti e inconsapevolmente coinvolti nel conflitto. 

Entrato in guerra solo dopo essere stato respinto e arrestato per i suoi passati anarchici, è rimasto al fronte quasi quattro anni, fino al 1° gennaio 1919.  Caratterizzata da un tratto forte e deciso, la sua pittura racconta la vita e le vicende dei più deboli, con pennellate veloci e intense dove coesistono malinconica espressività e grazia poetica. 

Guido Zeppini è stato fra i fondatori dell'Ospedale Tabarracci di Viareggio, inizialmente chiamato Ospedale Territoriale Umberto e Margherita, ricoprendo nel 1916 il ruolo di direttore. 

Esonerato dal servizio militare per anzianità, richiese e ottenne di essere trasferito come medico al fronte a Ronchi dei Legionari dove diresse un ospedale militare, ricevendo riconoscimenti significativi come la medaglia al valore e la medaglia di argento con palma della Croce Rossa Italiana. 

Zeppini venne onorato anche di un attestato di benemerenza sempre dalla CRI e di un encomio solenne dal Comando di Corpo d'armata di Firenze. 

Al fronte unì il suo impegno umano e medico alla passione per la fotografia, immortalando anche  avvenimenti di guerra meno conosciuti.


LA MOSTRA
La Grande Guerra di Lorenzo Viani. Viareggio-Parigi-Il Carso. Pittura e fotografia della Grande Guerra in Lorenzo Viani e Guido Zeppini.
6 dicembre 2014 – 12 aprile 2015
Villa Argentina – Viareggio
Chiusa il lunedì, eccetto il 6 aprile.
Orario: 10-13 (ultimo ingresso ore 12,30); 15,30-18,30 (ultimo ingresso ore 18,00)
Ingresso libero
Info: Pagina Facebook "Villa Argentina Viareggio";  - 334.6490850



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GROWING ROOTS – 15 anni del Premio Furla. Palazzo Reale, Milano



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a cura di Chiara Bertola, Giacinto Di Pietrantonio e Yuko Hasegawa

La mostra sarà aperta al pubblico dal 5 marzo al 12 aprile 2015

Inaugura a marzo 2015 nelle sale dell'Appartamento dei Principi di Palazzo Reale la mostra retrospettiva che ripercorrerà le dieci edizioni del Premio Furla attraverso le opere dei suoi vincitori.

Dieci stanze per dieci artisti: Sislej Xhafa, Lara Favaretto, Sissi, Massimo Grimaldi, Pietro Roccasalva, Luca Trevisani, Alberto Tadiello, Matteo Rubbi, Chiara Fumai e il duo vincitore dell'ultima edizione Maria Iorio e Raphaël Cuomo.

Palazzo Reale e Fondazione Furla sono lieti di annunciare la mostra GROWING ROOTS – 15 anni del Premio Furla, a cura di Chiara Bertola, Giacinto Di Pietrantonio e Yuko Hasegawa, che si terrà nelle sale della prestigiosa sede espositiva milanese dal 5 marzo al 12 aprile 2015.

La mostra sarà l'occasione per celebrare i quindici anni di vita e le dieci edizioni del Premio Furla, che proprio quest'anno ha scelto di trasferirsi a Milano, capitale italiana e internazionale della creatività contemporanea, per valorizzare la propria storia e offrire un'ulteriore importante piattaforma di visibilità ai giovani talenti che da sempre sostiene.

Promossa dal Comune di Milano Cultura e nata dalla collaborazione tra Palazzo Reale e Fondazione Furla, GROWING ROOTS – 15 anni del Premio Furla sarà una retrospettiva che farà il punto sull'arte italiana degli ultimi quindici anni attraverso le opere e le ricerche artistiche dei dieci artisti vincitori: Sislej Xhafa (2000), che attiva lo sguardo dell'altro alla ricerca dell'identità migrante; Lara Favaretto (2001), con una ricerca rivolta a dare senso poetico alla fragilità e marginalità; Sissi (2002), con una pratica performativa che dà corpo ad anatomie emotive e visionarie; Massimo Grimaldi (2003), interessato a ridefinire l'arte  con immagini e forme come massa neutra interposta tra creatore e fruitore; Pietro Roccasalva (2005), che mette al centro la  sopravvivenza della pittura nelle forme dell'attualità contemporanea; Luca Trevisani (2007), che indaga apparati biologici vegetali che rimandano a vie di scorrimento di flussi nella fragilità della loro organizzazione; Alberto Tadiello (2009), la cui tensione e attrazione, rumore e silenzio sono chiamati a ridisegnare lo spazio come campo d'energia; Matteo Rubbi (2011), che fa della relazione e condivisione attivatori di contesto volti a rompere la neutralità del white cube; Chiara Fumai (2013), il cui attivismo performativo sollecita alla messa in discussione dell'attualità sociale; e il duo Maria Iorio e Raphael Cuomo (2015), le cui tattiche documentarie e ricostruzioni storicistico/narrativo, veicolano traiettorie di ricerca a lungo termine.

"Quando il Premio Furla è nato, nel 2000, era un momento in cui i premi d'arte e le opportunità per i giovani artisti erano praticamente inesistenti e il nostro era un progetto pionieristico e visionario – ha sottolineato Giovanna Furlanetto, Presidente di Fondazione Furla e Furla S.p.A. – A quindici anni di distanza, oggi possiamo dire che il lavoro portato avanti con passione, impegno e coerenza ha messo radici profonde e dato i suoi frutti. GROWING ROOTS è perciò un omaggio alla storia del Premio e a tutti coloro che negli anni ne hanno fatto parte, e allo stesso tempo segna una fase nuova e importante: la collaborazione con il Comune di Milano e Palazzo Reale, nell'anno di EXPO, è un gradino particolarmente significativo di questo percorso di crescita per valorizzare capacità, idee e visioni dei giovani artisti, che sono la vera radice del nostro futuro."

"Da sempre Milano è fucina di innovazione, in qualunque campo dell'arte e della tecnica, e laboratorio di esperienze capaci di trasformarsi in avanguardia creative – ha commentato l'Assessore alla cultura Filippo Del Corno –. La partnership con il Premio Furla nasce proprio nel solco di questa tradizione culturale per valorizzare la formazione e il talento dei giovani artisti e lo scambio tra esperienze, ed è un ulteriore tassello dell'alleanza tra pubblico e privato nella costruzione dell'offerta culturale della nostra città".

"Mettendo in scena le opere dei dieci vincitori del Premio Furla – sottolinea Chiara Bertola, ideatrice e curatrice del Premio Furla fin dalla sua prima edizione – la mostra racconterà la qualità e la diversità dell'arte italiana che conferma la sua attualità nell'affermazione delle differenze, quanto mai necessarie a ridefinire le identità nel mondo globalizzato. Pittura, scultura, installazione, video, performance, disegno, suoni, materie antiche e contemporanee sono gli elementi delle opere che si vedranno nella mostra, a testimonianza sia del Premio Furla e della sua storia, che del contesto sociale e culturale in cui queste opere hanno avuto la loro genesi ."

Il percorso si articolerà lungo le undici sale dell'Appartamento dei Principi di Palazzo Reale partendo da una prima sala introduttiva sulla storia del premio - a cura dell'artista Riccardo Arena - per poi svilupparsi in dieci sale in cui dialogheranno le opere degli artisti. La mostra diventerà in questo modo il racconto di una parte della storia recente dell'arte italiana, risultato  del lungo processo di analisi critica portato avanti nei quindici anni di vita del premio  dagli oltre cento critici e curatori internazionali coinvolti nella selezione di centinaia di artisti italiani.

"Una mostra volta a presentare e riassumere la ricchezza del panorama artistico italiano - aggiunge Giacinto Di Pietrantonio - tra i più complessi e multiformi della scena artistica mondiale, a cui il premio Furla ha dato un forte segno di riconoscimento nel corso dell'inizio del terzo millennio."

E proprio a questa complessità e ricchezza, all'idea di struttura organica, dalle radici forti e ricoperte di nuovi germogli in crescita, fa riferimento l'immagine guida della mostra, creata da Gaia Carboni, giovane artista italiana che vive e lavora a Berlino. Carboni e Arena sono stati coinvolti grazie alla collaborazione con l'Archivio Viafarini.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo edito da Mousse Publishing, con testi di Chiara Bertola e Giacinto Di Pietrantonio, che racconterà la storia del Premio e degli artisti vincitori e conterrà una sezione dedicata ai finalisti della decima edizione appena conclusa.

SCHEDA TECNICA
Dal 5 marzo al 12 aprile 2015
Orari di apertura: Lunedì dalle 14.30 alle 19.30
Martedì, mercoledì, venerdì, domenica: dalle 9.30 alle 19.30
Giovedì e sabato: dalle 9.30 alle 22.30

INGRESSO GRATUITO

WEB
www.growingrootsmilano.it
www.comune.milano.it/palazzoreale
www.fondazionefurla.org
#growingroots

 
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