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giovedì 26 novembre 2009

Makenoise: mostra fotografica 'Il prezzo della Libertà' 10/12

IL PREZZO DELLA LIBERTÀ

TRACCE, EROI E FRUTTI DELLA RIVOLUZIONE ROMENA DEL 1989

Una mostra ed un libro per ripercorrere i giorni della libertà

della Romania e la sua attualità, per conoscere davvero l'orgoglio di un popolo fratello

Forum di presentazione alla stampa

giovedì 10 dicembre alle ore 11.30

Accademia di Romania in Roma

(Valle Giulia) Piazza José de San Martin, 1

Partecipano:

Veronica Marica Presidente e Direttore Artistico Makenoise

Giuseppe Rippa Direttore Quaderni Radicali

Cornel Baicu Vice Direttore dell'Accademia di Romania in Roma

Una testimonianza - Miruna Cajvaneanu, Giornalista Romena

dell'agenzia HotNews e della Gazeta Romaneasca

Si terrà, dal 10 dicembre 2009 al 10 gennaio 2010, presso l'Accademia di Romania in Roma - Viale delle Belle Arti, 110 - la mostra-evento e la presentazione del libro (Editore Postcart) "Il prezzo della Libertà – Tracce, eroi e frutti della rivoluzione romena del 1989", promossa dall'associazione culturale Makenoise sulle immagini del fotografo Manolo Cinti e realizzata grazie al contributo del Comune di Roma e del Consiglio Regionale del Lazio. La mostra gode, inoltre, del patrocinio del Parlamento Europeo.

La mostra inaugurerà alle ore 17 del 10 dicembre.

Molti ricorderanno le immagini emozionanti dei romeni insorti sventolando la bandiera nazionale dalla quale era stato strappato via il simbolo del regime. La mostra, composta da un racconto fotografico a colori insieme a video di testimonianza, si propone di sottoporre all'attenzione del visitatore la serie di avvenimenti storici attraverso cui si è dispiegata la Rivoluzione romena del 1989: la sollevazione di popolo, il sacrificio dei martiri, la partecipazione di sacerdoti, intellettuali, operai, contadini alla causa della libertà. La mostra ripercorre un "prima", "durante" e "dopo" la Rivoluzione, facendoci conoscere un popolo con una storia importante fatta di coraggio e voglia di libertà, del quale, invece, si parla spesso collegandolo semplicemente a questioni di ordine pubblico.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con:

Accademia di Romania in Roma, Salvabebè/Salvamamme, Zètema Progetto Cultura;

Il tuo browser potrebbe non supportare la visualizzazione di questa immagine. Il movimento dei romeni di Europa, Italia Romania per l'Integrazione e lo Sviluppo, Identità rumena, Noi siamo rumeni, La voce dei rumeni, Amici della Romania, Piccoli Imprenditori Rumeni.

Manolo Cinti – Fotografo

Fotografo di cronaca e reportage. Per due volte inserito nel Festival Internazionale di Roma: nel 2007 con Sri Lanka Stories e nel 2008 con Decorazione e Propaganda. A febbraio del 2009, Cinti espone presso il Museo di Roma in Trastevere, nell'ambito del progetto "Roma: quando l'immigrazione produce"; a giugno dello stesso anno presenta a Palazzo dei Congressi di Roma "Volontari di Cuore". E' tra i fotografi selezionati per la mostra internazionale "Save l'Aquila". Rappresentato come artista dalla Galleria Studio Legale. Collabora con le maggiori testate italiane. Vive a Roma, lavora in Italia e all'estero. www.manolocinti.it

Makenoise - L'arte libera che fa rumore

Makenoise è un'Associazione culturale indipendente che ormai da qualche anno riunisce giovani artisti, fotografi e scrittori, desiderosi di misurarsi con le sollecitazioni del tempo e della città in cui vivono e lavorano. Un'officina culturale e luogo di confronto dove poter sperimentare linguaggi inediti che facciano presa sulla straordinaria varietà del visibile e del reale, del sommerso e del virtuale. L'intento è di documentare, anticipandoli, i processi sociali e umani in atto, cercando di cogliere il lato positivo e meno scontato del fenomeno, le sue evoluzioni e prospettive future mescolando i saperi e sperimentandoli sul campo. Makenoise è riuscita a riunire, attraverso uno sforzo partecipato, arti visive, giornalismo e scrittura creativa. Con il contributo di ognuno si possono raggiungere obiettivi impensati e perseguire progetti di largo respiro interrogando le coscienze, suscitando emozioni, parlando chiaro e a tutti. Nessuno escluso.

UFFICIO STAMPA
In Media Res Comunicazione srl - Via Parenzo, 8 – Roma Tel. 06. 86209234

mercoledì 25 novembre 2009

mostra di Giancarlo Ferruggia


Personale di GIANCARLO FERRUGGIA
LUOGHI E VOLTI DELLA MEMORIA ..... mostra personale di Giancarlo Ferruggia
25/11/2009 - Dal 12 al 26 dicembre sarà aperta e visibile la nuova bellissima mostra personale del pittore Fiorentino GiancarloFerruggia .
Ospitata nella famosa terza sala del caffè storico fiorentino Giubbe Rosse che da sempre è un punto di aggregazione di pittori , di artisti e di letterati.L' inaugurazione si svolgerà sabato 12 dicembre alle ore 16,30.
Giancarlo Ferruggia, è nato e vive a Firenze. Inizia a dipingere giovanissimo, infatti la sua prima esposizione risale al 1965, alla Galleria Alinari. Nel corso degli anni numerosissime sono state le mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, (Pantin-Parigi, Aulnay Sours Bois, Mosca, Kitzbuel). Proprio una sua grande opera è visibile presso il Comune di Panten – Parigi. Fa parte del Consiglio Direttivo del Centro d’Arte Modigliani ed è presente nel volume Pittori in Toscana.
La pittura del maestro Ferruggia s’ispira all’impressionismo francese, utilizzando una tecnica granulare fatta di terre, ossidi e cromi in modo da creare l’effetto di tele affrescate. Oltre a Firenze le eroine della letteratura francese e inglese sono le sue Muse.
La mostra, Luoghi e volti della memoria, curata da Roberta Degl’Innocenti e visitabile presso il Cafè Storico Letterario Giubbe Rosse, in Piazza della Repubblica n. 13/14r a Firenze, si apre il 12 dicembre e prosegue fino al 26 dicembre 2009.
Un viaggio di aerea leggerezza, la suggestione di un sogno, la leggera malinconia che accarezza la vita nei profili di donna, nelle strade, nelle piazze fiorentine che si aprono a slarghi in un sentore liquido.
La pittura di Ferruggia ferma il tempo, ne accarezza i ricordi, induce alla poesia: Emma ed Elisabeth, vicine-lontane, ci guardano assorte. Il tempo è una porta socchiusa: illusione discreta. Una mostra, quindi, di grande atmosfera evocativa.
(Roberta Degl'Innocenti)
mostra assolutamente da non perdere , vista la rilevante esperienza artistica dell'autore e l'estrema suggestione che queste tele trasmettono.
LUOGHI E VOLTI DELLA MEMORIA
presso il caffè storico GIUBBE ROSSE piazza della Repubblica 13 sabato 12 dicembre 2009 ore 16,30 .

tracce di iconografia e iconologia di Onorina Collaceto


I tre filosofi”, oggi a Vienna, è una delle opere più sicure di Giorgione. Fu dipinto forse per il gentiluomo veneziano Taddeo Contarini, nella cui casa lo registrò, nel 1525, Marcantonio Michiel. Ad ogni passaggio di proprietà del quadro, annotazioni di catalogo accompagnano l’opera: i tre personaggi vengono via via identificati con i “phylosophi”, “astronomi e geometri che contemplano e misurano”, “matematici che misurano l’altezza del cielo”, fino a precisare che i tre personaggi della tela sono “i Saggi dell’Oriente”, i “Re Magi”.

Queste più antiche interpretazioni mettono in evidenza due punti: l’abbigliamento esotico e l’attitudine contemplativa, però armata di “strumenti per misurare”.

Nel 1886, in una lettera riportata nel volume di Carl von Lutrow sulla Galleria imperiale e Regia di Vienna, il quadro veniva letto come “le tre età del sapere umano”:

il vecchio, la filosofia antica (forse Aristotele);

il personaggio di mezzo, la filosofia medievale (forse Avicenna o Averroé);

il più giovane, la filosofia del Rinascimento



Pochi anni dopo, Franz Wickoff annunciava di aver trovato il tema dell’opera, una storia antica: Evandro e Pallante portano Enea davanti alla nuda roccia dove sorgerà il Campidoglio (Virgilio).

La Filosofia
Cesare Ripa, Iconologia,
(Perugia, 1764-67)


Nella radiografia del 1931 a “I tre filosofi”, si scopriva una prima versione dell’opera, diversa dalla redazione finale in alcuni particolari del paesaggio e nei volti dei tre protagonisti: il “filosofo” più giovane in attitudine più di sorpresa che di contemplazione, il più vecchio vòlto decisamente verso la grotta e con un “copricapo” orientale; il terzo, non più un “orientale” ma un nero.

Quest’ultimo personaggio non lascia dubbi sull’identificare i tre personaggi con i “Magi”.

Nel 1953, una nuova scoperta: sull’orlo della caverna discendono un tralcio d’edera e un fico; lì accanto, una sorgente.



PRIMA VERSIONE DEL QUADRO


Una volta identificati i protagonisti come “Magi”, rimane il problema del “significato” del resto del quadro (rapporto Magi - grotta ?).

L’edera e il fico ricorrono spesso nel primo Rinascimento, nei temi della Natività e della Passione.
Essi alludono, anteticamente, al Peccato e alla Salvezza.

I Magi, sono rappresentati come astrologi; dietro di loro, il contrasto tra gli alberi nudi e quelli coperti di fronde, evoca l’Albero del Paradiso che si è disseccato dopo il Peccato Originale e l’Albero della Vita che annuncia rigoglioso la salvezza attraverso la Passione di Cristo.

Importante, la presenza della luce nel quadro: mentre il sole al tramonto arrossa appena all’orizzonte, un’altra luce, che viene dalla parte opposta, illumina appena il ventre scosceso della roccia; la spegazione potrebbe essere, secondo Michiel Auner: la luce che rischiara il fondo della caverna è la Stella.

Il primo Mago, seduto, scopre la Stella, il terzo tiene in mano il testo di astrologia che fornisce l’interpretazione; al secondo, immobile, si può credere spetti la citazione della Profezia.


...i tre Magi rappresentano i tre momenti della scoperta ...


Sulla grotta, il fico allude all’Albero del Peccato, l’acqua della sorgente alla Grazia rinnovata attraverso il Battesimo; l’edera alla Redenzione.

La Stella, rivela che Cristo è in terra: ma è la scienza degli uomini che la scopre; Giorgione ha mostrato l’uomo che esplora il mondo coi propri strumenti e vi scopre la presenza di Dio.

Nel 1400 era molto accesa la discussione tra i sostenitori dell’astrologia e coloro che la rifiutavano; scoprendo la luce della Stella e decifrandone il senso coi loro compassi, le loro squadre, i Magi di Giorgione dichiarano il potere dell’uomo sulla natura, sugli astri.

La fede negli strumenti della scienza è posta nelle loro mani di astrologi.


SECONDA VERSIONE DEL QUADRO

Secondo il Wilde, Giorgione ne ha voluto fare i rappresentanti delle Tre Età della vita e insieme delle tre forme della Vita Contemplativa ( ricerca - meditazione - insegnamento).
Il “moro” ha cambiato razza, ma è rimasto un orientale e perciò spesso interpretato come un filosofo o un astronomo arabo; il “vecchio” ha perduto il suo diadema di piume e non si volge più così nettamente verso la grotta; nel più giovane, seduto, è meno evidente lo stupore della scoperta.

E’ rimasta la caverna; il brillare della Stella nel suo fondo scuro; sul bordo, lìedera e il fico, più in là la sorgente. Sono rimasti, nelle mani dei filosofi, i compassi e il rotulo.
La prima versione de “I tre filosofi” “attenua” alcuni aspetti del soggeto: mette in mano ai Magi strumenti e libri di astrologia e non la profezia di Balaam.



Nella seconda versione, uno dei tre è un orientale, non un moro.
In entrambe, manca la Stella, guida dei Magi: la sostituisce la luce in fondo alla grotta.

E’ possibile che Giorgione abbia di proposito voluto cancellare ogni umana testimonianza, affidando alla sola luce pittorica la manifestazione di un evento soprannaturale.

Secondo Salvatore Settis, i personaggi del quadro sono resi “umani” e contemporanei e in essi si può riconoscere specialmente il genere umano che investigando e studiando, raggiunge con la scienza e la filosofia la cognizione del divino.

E’ in questo senso che il soggetto dei “Magi” non viene cancellato ma superato e condotto su un livello più alto e moderno.



Onorina Collaceto
La pagina è visibile sul sito:
http://digilander.libero.it/viaggi.arte/viaggiarte/Esposizioni_e_Luoghi/Voci/2009/4/27_Tracce_di_iconografia_-_iconologia.html



martedì 24 novembre 2009

Fabbrica del Vapore. In mostra le opere della Biennale giovani 2009



FABBRICA DEL VAPORE. IN MOSTRA LE OPERE DELLA BIENNALE GIOVANI 2009
Dal 26 novembre al 3 dicembre installazioni video, teatro, fotografia e pittura
Milano, 24 novembre 2009 – Dopo la trasferta in Macedonia, per partecipare alla Biennale dell'Europa e del Mediterraneo (709 artisti da 39 Paesi), i giovani artisti milanesi under 30 sbarcano alla Fabbrica del vapore, dal 26 novembre al 3 dicembre, per una mostra all'insegna dell'interscambio culturale. Tema conduttore: "Le sette porte". Quelle leggendarie della città di Skopjie, dove si è svolta
la Biennale, ma anche quelle metaforicamente rappresentate dalle diverse arti, attraverso cui la creatività dei ragazzi si è espressa, diventando mezzo di comunicazione e di apertura verso i giovani di altri Paesi.
Domani, alle ore 18, negli spazi espositivi di via Procaccini l'inaugurazione, alla presenza dei giovani artisti. Da giovedì 26 apertura al pubblico dalle 15 alle 19. Saranno allestite le opere di Elisabetta Alazraki, Antonella Aprile e dei gruppi Effetto Larsen, Materiali Scenici, Proietti&Zarzani, Xtend3dLab. La mostra è a cura di Rossella Bertolazzi, direttrice di IED Arti Visive.
"Da ormai 21 anni – spiega l'assessore allo Sport e Tempo libero Alan Rizzi – il Comune di Milano partecipa alla rete internazionale della Biennale Giovani dell'Europa e del Mediterraneo, dando la possibilità ai suoi giovani artisti di far conoscere il meglio della propria creatività. Siamo infatti convinti che ognuno di loro, proprio dallo scambio e dal confronto continuo con quanto avviene a livello internazionale, possa esprimere al meglio la propria produzione, usando i diversi linguaggi e le molteplici forme contemporanee dell'arte". "La mostra che si inaugura domani alla Fabbrica del Vapore sarà un ulteriore momento di visibilità per questi giovani artisti e un'occasione di scambio, questa volta a Milano, di idee, impressioni e progetti nati durante l'esperienza compiuta alla Biennale".
Ad arricchire la mostra ci saranno anche uno spettacolo e un pomeriggio di incontro aperto a tutti i giovani. Domani sera alle 21, dopo l'inagurazione, andrà in scena, negli spazi di Macchinazioni Teatrali, in via Luigi Nono 7, lo spettacolo teatrale Aggregazionedi Effetto Larsen (gruppo composto da Matteo Lanfranchi, Elisa Bottiglieri, Renato Avallone, Marco Ripoldi, Paolo Altavilla, Beatrice Cevolani, Laura Triscritti, Luna Paese e Roberto Rettura).
Mercoledì 2 dicembre, alle ore 17.30, è invece in programma un "call for entries", una chiamata fatta a tutti i giovani artisti lombardi interessati a partecipare alla prossima edizione della Biennale che si terrà nel 2011 a Marrakesh in Marocco.


lunedì 23 novembre 2009

Mostra Moana Pozzi, Casta Diva


MOANA - CASTA DIVA
Fotografie inedite di Gianfranco Salis
a cura di Valerio Dehò



23 Gennaio - 27 Marzo 2010
Contemporary Concept – Bologna



Dal 23 Gennaio al 27 Marzo 2010 si tiene a Bologna presso la galleria d'arte Contemporary Concept la mostra "Moana - Casta Diva" di Gianfranco Salis, prima esposizione fotografica di taglio artistico dedicata a Moana Pozzi.
La mostra, curata da Valerio Dehò, presenta ventidue fotografie di posa a figura intera realizzate tra il 1988 e il 1990. Gli scatti, di cui quindici del tutto inediti, immortalano uno dei personaggi italiani più controversi e affascinanti degli ultimi decenni mostrando con raffinatezza e gusto non solo la rara bellezza di una donna ma anche la sua spiccata personalità e il suo carisma.

Esistono migliaia di fotografie di Moana ma ben poche possono attestare l'alto profilo estetico e artistico di quelle realizzate da Gianfranco Salis, celebre ritrattista di soggetti femminili che nel corso degli anni Ottanta ha immortalato alcune delle più belle donne del cinema, della moda e della nobiltà romana tra cui: Margaux Hemingway, Sofia Loren, Laura Morante - fotografata per la prima campagna pubblicitaria di profumi femminili Armani - Anna Galiena e molte altre.
Nato professionalmente sotto la guida di Tazio Secchiaroli, tra i principali fotografi italiani del Novecento, Salis esordisce come fotografo sui set di film d'autore come Amarcord e I clown di Federico Fellini, e Il Viaggio di Vittorio De Sica. Parallelamente al lavoro di documentazione cinematografico inizia la serie dei ritratti femminili ed è proprio con uno di questi che nel 1988 vince il "The professional photographer's showcase" all'Epcot Center di Orlando.
La particolarità e il successo dei ritratti di Salis deriva sia dalla piena autonomia nella scelta dei soggetti - che denota l'ispirazione e lo spessore artistico degli stessi - sia dalla pratica di una tecnica - assolutamente inedita all'epoca - che prevede l'uso del colore su stampe in bianco e nero. Il risultato è un effetto quasi pittorico che riscuote un enorme successo e numerosi riconoscimenti nel mondo dell'arte, della moda e dell'editoria.

Il primo incontro con Moana Pozzi avviene nel 1988 su espressa richiesta dell'attrice. In questo periodo il fotografo, conclusa la lunga serie di ritratti a tre quarti che lo ha reso famoso, decide di dedicarsi allo studio della figura intera, del corpo nella sua totalità, e da questo studio nascono le tre serie su Moana esposte per la prima volta in esclusiva presso Contemporary Concept, galleria bolognese che si distingue per innovazione e qualità delle proprie produzioni.
Il secondo incontro risale al 1989 quando Moana chiede al fotografo di ritrarla in uno splendido vestito da sera rosso, da lei particolarmente amato. L'ultimo shooting è del 1990, pochi anni prima della prematura morte della donna.
Colpito dalla bellezza e dall'eleganza di Moana, dal suo fascino fuori dal tempo, Salis contravviene alla propria abitudine di non fotografare mai lo stesso soggetto più di una volta e realizza oltre trecentocinquanta scatti.
La particolare alchimia che questo fotografo riesce ad instaurare con i propri soggetti è proverbiale e si fonda sulla convinzione che esista un preciso momento, subito dopo l'incontro con il soggetto, in cui si riesce a cogliere l'essenza della persona e a fermarla con uno scatto.
Questo spiega perché Salis lavori velocemente e preferisca essere solo di fronte al soggetto da fotografare. Nel caso di Moana tali condizioni si sono verificate in maniera eccezionale grazie anche alla sua profonda consapevolezza di sé e del proprio corpo.

L'esposizione di queste fotografie, in gran parte mai pubblicate, ha carattere artistico e lontana da qualsiasi intento scandalistico si propone di restituire l'immagine di una donna bellissima, elegante, mai fuori luogo, che ha vissuto le proprie scelte rendendole pubbliche e che oggi, a quindici anni dalla propria morte, è diventata un'icona.

Ufficio Stampa
Culturalia di Norma Waltmann, Tel 051 6569105, Fax 051 2914955 info@culturaliart.com
dal sito www.culturaliart.com è possibile scaricare la cartella stampa completa





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