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venerdì 11 novembre 2016

L'ho fatto ancora una volta


















"Ho letto che oggi come oggi per raggiungere qualche obbiettivo più che un bravo artista devi essere uno scaltro incantatore di serpenti, in effetti più passa il tempo e più mi rendo conto che è così. Sicuramente una certa capacità e destrezza nelle pubbliche relazione è necessaria, se non indispensabile, ma non dovrebbe essere questo a determinare la scelta di un artista. È vero che esistono artisti che hanno più nemici che capelli in testa, ma il detto “Tanti nemici tanto successo” non è in realtà vero per tutti. I strateghi del sistema dell’arte consigliano invece di essere molto diplomatici e mantenere sempre buoni rapporti con tutti specialmente se non si è sufficientemente famosi o potenti per potersi permettere dei nemici. Sembra che così facendo si possa con buona probabilità elemosinare qualche particina di secondo piano in qualche evento di quelli che contano, ma a quale prezzo? Il mondo dell’arte è tutto un “ Io so che tu sai che io so che tu sai, ma non te lo dico e faccio finta di niente”. Sono molti quelli che comportandosi in siffatto modo pensano di acquisire una posizione di vantaggio nei confronti dell’interlocutore di turno. A me invece piace parlare e raccontare"
Si! Raccontare è più forte di me come ho già scritto una volta in questa mia citazione sopra riportata. L'ho fatto ancora una volta... ho raccontato, mi sono raccontato anche in questa intervista che mi ha fatto ultimamente Francesco Cogoni per Cagliari Art Magazine e che qui riporto a favore dei miei lettori su Corriere del Web.
Pino Boresta





Quando e come nasce il tuo percorso artistico?

Il mio è stato un excursus piuttosto tradizionale, ma sono approdato abbastanza presto a un tipo di arte sperimentale e anticonvenzionale, appena ho scoperto i Situazionisti.
Così da subito, come ha detto una giovane critica su di me, ho incominciato rapidamente a intrufolarmi ovunque nel tessuto sociale metropolitano, uscendo fuori dal sistema e travalicando ogni tipo di schema.
Poi se vuoi sapere qualcosa di più a proposito dei miei esordi o riguardo ai miei primi lavori puoi leggere questo testo di Stefania di Mitri di cui ti aggiungo il link: http://pinoboresta.blogspot.it/2011/08/1993-stefania-di-mitri.html
Quali persone, artisti ed episodi hanno influenzato maggiormente il tuo lavoro?
Moltissimi sono gli artisti e gli episodi che influenzano ogni giorno il mio lavoro.
Questo che ti allego in corsivo qui di seguito, per esempio, è quello che ho ironicamente risposto (facendo il verso a quello che lui aveva scritto) una volta a un certo Vincenzo che si lamentava di aver ricevuto più di un email con il mio testo/comunicato del progetto “Firma Boresta – La petizione diventa un’opera d’arte”.
E indiceva una contro petizione nella quale mi augurava di rimanere ignoto fino alla fine dei secoli, e si auspicava che non fossi accettato neanche a una mostra parrocchiale, perché secondo lui gli artisti veri si affermano per meriti e non per petizioni, e le petizioni si fanno solo per casi pietosi come i popoli oppressi:
Invio una personale petizione perché il conosciuto Marcel Duchamp benché diffidato continua a rompermi con le sue opere disseminate in ogni dove, costringendomi a vederlo ed a apprezzarlo contro la mia volontà, io spero che ritorni ignoto fino alla fine dei secoli, e non venga più esposto nemmeno alla mostra parrocchiale di Piffione: anche lì sanno bene che un orinatoio appoggiato, uno scola bottiglie capovolto o una ruota di bicicletta incastrata in uno sgabello, non sono certamente delle opere d’arte che meritano di essere esposte ad una biennale. I veri artisti si affermano per meriti; magari per mezzo di qualche bella foto, ma non certo per una petizione. In quanto le petizioni si fanno per casi pietosi oppressi o vittime di persecuzioni: com’è vero che gli orinatoi si usano per pisciarci, gli scola bottiglie per scolare, e cosi via… Pertanto visto che ormai il Duchamp, a causa anche del suo stato attuale, nessuno perde più tempo a opprimerlo, esorto tutti ad incazzarci contro il molestatore via mail altrettanto responsabile di questo stato delle cose, così come:
COME coloro che ogni giorno ci lasciano nella buca della posta montagne di volantini e pieghevoli pubblicitari.
COME coloro che ogni giorno ci violentano il panorama e la vista con quegli enormi cartelloni pubblicitari in ogni angolo di strada.
COME coloro che in televisione per radio o su Internet interrompono sistematicamente la nostra concentrazione su ciò che stiamo vedendo, ascoltando e facendo.
COME coloro che ci inviano sui cellulari sms pubblicitari ingannevoli.
COME tutta quella cacca che ci arriva sulla postale elettronica senza riuscire a capire chi te la sta mandando.
Ma più colpevole di tutti costoro è il molestatore unico che mi costringe una volta per tutte a reagire.
Saluti
Pino Boresta
Comunque un grande artista che ha sicuramente influenzato in qualche modo il mio lavoro è Arnul Rainer.













Cosa cerchi attraverso l’arte?
Una volta dissi che fare un certo tipo di opere d’arte mi dava perlomeno l’illusione che potessi con queste cambiare le cose.
Ma ora credo di aver perso anche questa flebile illusione e non ho più certezze, anche se spesso in alcuni momenti della vita ho creduto di averle.
Comunque anche se quello che faccio non cambierà un bel nulla, credo che incomincerò a dire a tutti coloro che mi faranno questa domanda (o simili) che faccio l’artista e realizzo le mie opere perché voglio cambiare il mondo, soffocando e ignorando il mio scetticismo, si! Dirò così;
“Con il mio lavoro voglio cambiare il mondo”…
Perché il solo fatto di dirlo me lo fa sperare, ed io voglio sperare, perché il solo fatto di dirlo mi fa stare meglio, ed io voglio stare meglio, perché il solo fatto di dirlo mi fa amare quello che faccio ed io voglio amare.
Il resto questa volta sono chiacchiere che voglio lasciare ad altri.
Ma per i curiosi riporto qui due link dove si potrà vedere cosa ultimamente sto cercando di fare per l’arte:
Qual’è il tuo rapporto con il mercato?
“Adagio Flebile ma con sentimento” Questa tua domanda mi ha fatto ricordare di questa risposta che ho dato una volta a Roberto Cascone che spacciandosi per Alessandra Galetta mi inviò una serie di domande alle quali io come un allocco farlocco sono cascato con tutte le scarpe.
Te la riporto in forma integrale perché composi uno sfizioso mail di risposta che credo meriti una pubblicazione:
Oggetto: Pino con Brio Vivace ma non troppo
Pino Boresta ha scritto:
Sat, 14 Sep 2002 12:44:48 +0200
Perché parli inglese? Scherzo.
Come vanno le cose? Andante vivace.
Stai bene? Allegro moderato.
E Cesare lo vedi? Andante cantabile con moto.
Come sta? Allegro ma non troppo.
Roma com’è? Poco sostenuta.
Che lavoro fai? Largo, Allegro molto vivace.
Quanto guadagni? Adagio, Flebile ma con sentimento.
Hai risolto i tuoi problemi? con Brio.
Hai delle mostre in vista? Continuo, Adagio ma non troppo.
A cosa stai lavorando? secondo Movimento adagio, terzo Movimento allegro.
Posso fare qualcosa per te? Presto.
Fammi sapere. Prestissimo.
Grazie. Finale.



















C’è una parte della tua ricerca di cui vorresti parlare in particolare?
Si!
Ed è esattamente quello che riporto proprio in quella stessa email dopo che risposi alle domande, sempre pensando di scrivere ad Alessandra Galetta:
Cara Alessandra mi ha fatto molto piacere ricevere la tua lettera, ultimamente come ti sarai accorta sto lavorando con il mio solito procedimento lavorativo per lavori on line sulla rete Internet, ma allo stesso tempo sto preparando anche una mostra di tradizionalissimi quadri ad olio che presenterò al più presto (…).
Mi chiedi se puoi fare qualcosa per me e ti ringrazio perché, in effetti, ci sarebbero molte cose nelle quali potresti aiutarmi e delle quali mi piacerebbe parlare con te, (…)
Si tratta in sostanza di una mostra che vorrei trovare il modo di fare in una galleria o luogo deputato, sono sicuro che tu saprai valutare e considerare il tutto con cognizione di causa: Pertanto la storia inizia cosi: tutto comincio nel 2000 con il progetto da me chiamato M.E.R. (Manifesti Elettorali Rettificati) che ho compiuto sui manifesti elettorali delle ultime elezioni.
Questo è un lavoro che avevo già iniziato su alcuni manifesti elettorali nel 1996 (come potrete vedere su alcune foto) ma a quel tempo questi interventi rientravano all’interno del progetto D.U.R. (Documenti Urbani Rettificati) dove oltre ai manifesti erano modificati con le solite facce anche volanti, locandine, multe, avvisi, pieghevoli, ecc.
Tutto era poi lasciato sul posto per detournare il passante (solo alcuni documenti, 1 o 2 per ogni serie rettificata, venivano prelevati a documentazione e memoria dell’evento).
Il progetto M.E.R. nasce a Venezia nel 1999 durante la biennale quando per la prima volta intervengo sul faccione di un politico e più precisamente gli occhiali di Vittorio Sgarbi allora non ancora ex sotto segretario ai beni culturali.
Da allora ad ogni campagna elettorale ho compiuto questo tipo d’intervento urbano non solo a Roma ma anche in altre città italiane.
Quest’ultima volta però durante l’intervento M.E.R. oltre a rettificare i vari manifesti affissi per la città (azione tra l’altro correttamente compiuta in assoluta osservanza delle norme di par condicio) ho pensato di portare via, strappandoli dai muri, nello stile Mimmo Rotella, anche una serie di manifesti di vari canditati che mi sono riservato di modificare in un secondo tempo nello studio per poi presentarli in qualche mostra.
Ora vorrei realizzare una mostra con questo titolo “M.E.R.D.A.” ossia (Manifesti Elettorali Rettificati Da Asporto).
Titolo forse un po’ troppo forte ma sicuramente d’effetto da come ho avuto modo di costatare, visto come tutti battono in ritirata ogni volta che l’ho proposto.
Tutti lo ritengono probabilmente troppo pericoloso!…
Ho deciso pertanto di non considerare vincolante tale titolo hai fini di una presentazione o eventuale esposizione dei lavori.
Nonostante ciò tali lavori devono risultare anch’essi troppo eversivi visto che non ho trovato nessuno disposto a sostenermi né tanto meno ad espormi.
Paura? Ma di cosa?
Come possono pochi manifesti rivisitati danneggiare l’immagine di un politico più di quanto non facciano tutti quei comici che in televisione li ridicolizzano continuamente e in ogni modo?
Che male può fare un povero artista visivo?
Non si dice che siano le parole quelle che fanno più male?
Qui abbiamo solo immagini; o forse lì dove l’immagine si lega a contenuti forti si compie un ponte mediatico particolarmente efficace del quale bisogna avere timore?
Si contesta all’arte contemporanea la tendenza d’astrazione dai contenuti sociali, il suo divenire sempre più aleatoria e fine a se stessa, ma quando si propone qualcosa di diverso si ha paura di rischiare.
Ma non lo sanno che chi non risica non rosica?
Come ha scritto qualcuno sul sole 24 ore
“Senza un margine di rischio da parte dei promotori non esiste libertà di sperimentazione e di ricerca per gli artisti.”
Un abbraccio
Per meglio capire tutto questo ho anche realizzato un lavoro di WebArt dove si può vedere e cogliere meglio il mio lavoro di Street Art di cui ti allego il link qui: http://www.pinoboresta.com/no_logo/no_logo.htm
Cosa consiglieresti ad un artista che vorrebbe vivere d’arte?
Gli consiglio di andare sul mio sito e blog di cui ti riporto qui i link: sito e 30 progetti… rubacchiare qualche idea, investire economicamente un bel po’ in promozione, in PR, trovarsi un bravo agente e dimenticare che esisto.
Se invece non ha possibilità economiche, allora è un’altra faccenda ed io sono la persona meno indicata per rispondere a questa domanda.
Intervista di Francesco Cogoni a Pino Boresta

martedì 22 settembre 2015

Gattopardo docet...


3°ArtBlitz P.Q.08 - Performance Quadriennale 18/06/2008

"Diciamo No a questa Quadriennale di Roma: non rispetta gli artisti, non investe nella ricerca. Montano le polemiche anche fra i curatori invitati" Questo il titolo dell'articolo di Massimo Mattioli su Artribune del 21 settembre 2015. Questo il link: http://www.artribune.com/…/diciamo-no-a-questa-quadriennal…/ 

Gattopardo docet...
«Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi» . 

Boresta docet... 


18/06/2008 16.58
Mostre: al via Quadriennale


Da domani al 14 settembre un centinaio opere di giovani artisti
Notizia (ANSA) - ROMA, 18 GIUGNO 2008
Con un centinaio di opere realizzate da altrettanti giovani artisti, parte la 15/a edizione della Quadriennale, da domani al 14 settembre. La rassegna, che torna nella sede storica di Palazzo delle Esposizioni, ha vissuto la vernice per la stampa, movimentata dalla protesta dell’artista Pino Boresta, che ha contestato il mancato invito alla rassegna gettando volantini con la scritta ‘Basta con i soliti raccomandati’ e un invito a firmare ‘per mandare Boresta alla Biennale di Venezia 2009′.


Come in un film di Godard (Performance Q.08)
Ho la gola secca e la bocca asciutta, avverto una forte sensazione di disidratazione senza avere in realtà sudato. Appena giro l’angolo decido di entrare nel primo bar che incontro chiedendo un bicchiere d’acqua. Il giovane barista nonostante la confusione è lesto, deve essersi accorto di qualcosa; bevo, ringrazio ed esco. Percorro cinquantina metri e si ripresenta la stessa arsura, il nasone (fontanella) di Piazza Venezia è troppo lontano decido cosi d’approfittare di un altro bar che a Roma non mancano. Questa volta entro con più tranquillità… esco e riprendo il cammino cercando di calmarmi.
Anche questa è andata, non è stato facile ma l’ho fatta.
Avevo calcolato tutto nei minimi particolari.
Arrivo in anticipo alla conferenza, non distribuisco i volantini e mi vado a sedere in fondo alla sala. I primi a parlare sono il presidente della Quadriennale e le autorità, che pur se scontati risulteranno più esaustivi dei 5 curatori preoccupati ad esibirsi secondo un rigoroso ordine alfabetico invece di parlare in sostanza della mostra. Sono lì seduto e come in un film di Godard, vivo, rivivo cento volte la stessa scena. L’ho studiata a fondo ma ogni volta che la riesamino mi vengono le palpitazioni; riesco a rilassarmi solo piegando qualche volantino.
Ci siamo! É arrivato il mio momento, stanno chiedono se ci sono domande da parte del pubblico, io dal fondo della sala mi alzo, agito le braccia e senza aspettare il microfono ad alta voce faccio presente che ho una domanda da fare. Catturata l’attenzione dei presenti domando“Vorrei sapere perché non mi avete invitato?”, c’è qualche risata e qualche applauso che prontamente stoppo reclamando invece più fatti. Attendo qualche istante in cui regna il silenzio e proseguo con la contro mossa studiata per tutelarmi dall’eventualità che uno dei 5 curatori tentasse con una risposta spiritosa di declassare l’evento contestatorio a farsa, e aggiungo; “Anzi! Non me ne frega niente, tanto rispondereste con le solite idiozie”. Allo stesso tempo lancio il primo gruppo di volantini che nell’attesa avevo smazzato e piegato uno si e uno no in modo che tirandoli non rimanessero appiccicati come avviene di solito.
Come da copione il tutto sarebbe dovuto finire qui gettando ancora volantini e niente più, invece il tempo da me stimato per blitz si dilata oltre le mie aspettative cogliendomi impreparato e con gli occhi di tutta quella gente puntati su di me, per fortuna uno dei curatori pensando di dire una cosa fica/intelligente decide di rispondere ugualmente “Perché il tuo lavoro non ci piace”. Andandogli in contro lancio altri volanti e gli domando “Perché tu che cosa sai di me? Cosa conosci del mio lavoro?”. Non risponde.
Improvvisamente qualcuno grida “acchiappalo acchiappalo” !
Questo scatena il mezzo fondista che è in me e scappo all’altro lato della sala approfittando di questo extra time per gettare altri volantini che non avevo preparato, lo faccio a piccoli mucchietti per evitare il solito inconveniente. Quando voglio posso essere molto veloce quasi come Arturo Bandini, o almeno così mi sentivo. Nel frattempo i difensori della patria si organizzano e mi accerchiano, decido cosi di recuperare il mio zaino e di consegnarmi ad uno dei custodi che tento di tranquillizzare con un bacio sulla guancia, ma lui si ritrae. Raggiunto anche dall’agente in divisa della security vengo scortano a braccio fin fuori al palazzo. Nel breve tragitto il vigilante in divisa mi domanda “Ma perché fai queste cose?” Gli rispondo che forse non l’avrebbe mai compreso e non era di certo quello il momento migliore per spiegarlo, ma un giorno lo avrei fatto. Mi ritrovo così fuori dal palazzo sulla scalinata di marmo agitato ma soddisfatto, avevo fatto quello che andava fatto e John Fante sarebbe stato orgoglioso di me. 


Sulla strada del ritorno cerco di immaginare il resto della conferenza:
Uno dei curatori prende la parola e spiega che le scelte sono sempre personali e ci sarà sempre qualcuno che verrà escluso. Allora qualcuno dal pubblico fa presente che chi è deputato a decidere ha il dovere di scegliere gli artisti migliori e non gli amici o amici degli amici, parenti, raccomandati o i primi leccapiedi che ti gironzolano intorno. Bisogna andare in giro per gli studi, informarsi e premiare chi lo merita realmente e non coloro che rientrano nella logica di convenienze personali.
Se ciò fosse avvenuto sarei stato perlomeno felice di aver fatto nascere delle riflessioni in occasione di una sterile conferenza, ma non è andata così. Mi hanno invece raccontato che subito dopo che sono uscito quasi tutti hanno cominciato ad andare via senza trovare il coraggio di fare domande, uno dei curatori pensando di essere spiritoso ha detto“Questo non l’abbiamo organizzato noi” e qualcuno dal pubblico non ad alta voce ha risposto “Peccato è stata la cosa più interessante di tutta la conferenza”.

p.s.
Non mi sarei mai aspettato di ricevere in seguito attestati di stima e solidarietà dalle persone presenti o da chi aveva saputo ciò che era accaduto alla conferenza stampa della Quadriennale. Finanche da alcuni giornalisti che hanno sostenuto di non aver posto domande dopo la mia uscita forzata anche perché amareggiati da com’ero stato trattato per aver posto solo un’ingenua, ingenuissssima direbbe Verdone, domanda (ma tale doveva essere per avere un’efficacia performantica). Domanda dalle quale a detta di molti sarebbe potuto nascere con i curatori, se fossero stati intelligenti e pronti di spirito, un interessante dibattito, invece di farmi portare via a braccio come un criminale per aver lanciato qualche volantino.
Pino Boresta

In foto: Poster Rettificato (una mia opera), il logo della Quadriennale, il Palazzo delle Esposizioni di Roma, Jean Luc Godard, John Fante, Carlo Verdone, io che distribuisco i volantini del progetto F.B., Poster Rettificato (una mia opera).

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