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venerdì 30 dicembre 2016

Mostra SFACCIATI. Ragusa, 22 Dicembre 2016 - 25 Febbraio 2017


© Alfonso Siracusa

22 Dicembre 2016 - 25 Febbraio 2017

TITOLO: Sfacciati
LUOGO: Palazzo Zacco - RAGUSA
CURATORI: Andrea Guastella

ENTI PROMOTORI:
* Comune di Ragusa - Associazione Culturale Aurea Phoenix

COSTO DEL BIGLIETTO: ingresso gratuito
E-MAIL INFO: andreguast@yahoo.com


L'esposizione raccoglie oltre cinquanta autoritratti d'artista che l'Amministrazione Comunale di Ragusa è lieta di ospitare nelle splendide Sale di Palazzo Zacco, dove potranno incontrarsi «con le sculture di Carmelo Cappello» offrendo ai ragusani e ai tanti turisti che ogni giorno visitano il museo «una riflessione su un genere – l'autoritratto – che forse più di tutti contraddistingue la nostra civiltà, ma che gli artisti sono ben lungi dall'aver esaurito quanto a forza e potenzialità». 

I visitatori potranno inoltre soffermarsi su un video di Giancarlo Busacca con interventi critici di Andrea Guastella dedicato al tema dell'autoritratto. Il corto, presentato in occasione dell'inaugurazione della mostra, sarà proiettato a ciclo continuo nell'aula video di Palazzo Zacco. 

Dal testo in catalogo (Aurea Phoenix Edizioni) di Andrea Guastella: 

<selfie la memoria del cellulare, salvo scaricarla periodicamente, con tante grazie a Facebook, sul proprio profilo. 
In realtà questa esigenza nasconde forse un vuoto, un'inquietudine di fondo che i "selfisti" provano a curare attirando su di sé l'attenzione degli altri. Non è però solo di questi Sfacciati che ho intenzione di parlare. Da prima che Internet fosse, gli artisti si cimentano nell'autoritratto. (...) 
Nel mondo classico l'autoritratto era roba da zitelle vanitose o da bimbi mal cresciuti. Bisognerà aspettare il Velo della Veronica, il Mandylion – insomma, il tanto bistrattato Medioevo – perché l'autoritratto, con sì illustri ascendenti, acquisti quella dignità che gli sarà conferita a pieno titolo solo nel Rinascimento, quando nascono le prime gallerie di autoritratti e si scovano autoritratti di artisti ovunque (...)
 È da allora che l'autoritratto diventa, con Dürer e Tiziano, Rembrandt e Courbet, un genere a sé, immagine di assoluta indipendenza ma anche sintomo di una cultura – la nostra – che ha fatto di Narciso, dell'uomo innamorato di se stesso, il suo nume tutelare. (...) 
Stando ai dati oggettivi, il tempo dell'autoritratto, rispetto a quello del selfie, è molto dilatato. 
Di solito l'autoritratto non è un prodotto estemporaneo: nella sua lentezza sono compresi l'attesa dello sguardo, lo sguardo stesso e la fatica necessaria a tradurlo, con le innovazioni che la pratica e la meditazione suggeriscono. 
Vi è però in comune, tra autoritratto e selfie, un elemento essenziale: non tanto l'assenza del pubblico, cercato dall'uno e dall'altro, quanto quella del committente. Selfie e autoritratti si creano anzitutto per se stessi, per soddisfare un'esigenza personale. 
Perciò è invalsa l'abitudine di considerarli la chiave di accesso al segreto degli autori. (...).>> 

In mostra: Giuseppe Alletto, Salvatore Aquino, Arturo Barbante, Salvo Barone, Antonio Bruno, Momò Calascibetta, Sebastiano Caldarella, Calusca, Carmelo Candiano, Mavie Cartia, Salvo Catania Zingali, Giulio Catelli, Salvatore Chessari, Carmelo Cilia, Franco Cilia, Giuseppe Colombo, Margherita Davì, Giuseppe Diara, Salvatore Difranco, Angelo Diquattro, Angelo Distefano, Giorgio Distefano, Atanasio Giuseppe Elia, Franco Filetti, Alessandro Finocchiaro, Sergio Fiorentino, Bruna Fornaro, Franco Fratantonio, Salvatore Fratantonio, Giovanna Gennaro, Alessandra Giovannoni, Sebastiano Grasso, Angelo Guastella, Mariella Guastella, Giovanni La Cognata, Giovanni Lissandrello, Massimo Livadiotti, Guglielmo Manenti, Sebastiano Messina, Milena Nicosia, Michele Nigro, Miriam Pace, Alida Pardo, Maurizio Pierfranceschi, Ettore Pinelli, Franco Polizzi, Francesco Rinzivillo, Giovanni Robustelli, Piero Roccasalvo Rub, Manlio Sacco, Franco Sarnari, Ruggero Savinio, Alfonso Siracusa, Marco Stefanucci, Paolo Strano, Luciano Vadalà, Giampaolo Viola, Amir Yeke.

Info
Orario: martedì, mercoledì, giovedì e venerdì ore 8-14 / 15-19; 
sabato ore 9-13 / 15-19. 
Giorno di chiusura: domenica, lunedì e festivi



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giovedì 29 dicembre 2016

L'arte che risorge dal terremoto

MARIO VESPASIANI

MARA AS MUSE

Storie di viaggiatori, memorie e messaggi

Ha destato grande interesse la mostra di Mario Vespasiani "Mara as Muse - Storie di viaggiatori, memorie e messaggi" appena inaugurata presso lo Studio Vespasiani - One Lab in Ripatransone, che in continuità con le precedenti serie tematiche, presenta in anteprima una selezione di opere inedite prodotte dall'artista nel 2016.

La mostra si apre con dipinti di piccolo formato che ritraggono paesaggi e architetture, inseriti all'interno di involucri di vetro per conferire una sorta di protezione ad una visione che si scopre tridimensionale. Ciascuna opera vuole essere un'osservazione silenziosa di un panorama che non si svela immediatamente, ma che attraverso i colori e il senso di rotazione, porta a riconoscere i tratti fondamentali di luoghi che emergono dalla memoria e dal fluire del tempo.

Ogni paesaggio, spunta dal fondo con una immediatezza propria e con la stessa delicatezza sembra svanire nel medesimo istante. Le opere toccano un altro di grande emotività se collegate al terremoto che ha colpito di recente le popolazioni del centro Italia, in quanto rispecchiano quella bellezza millenaria che resiste agli assalti esterni, dove perfino gli elementi naturali, imbiancati dalla neve o dalla polvere, svettano anche se feriti.

I cilindri di vetro alterano la visione tradizionale dell'opera bidimensionale, per offrire più punti d'osservazione, per mettere in intimità col quadro, attraverso un maggiore ascolto scatenato dagli eventi estremi: dalle situazioni imprevedibili da un lato e dalla consapevolezza di un'esistenza pienamente vissuta dall'altro.

Per tale ragione a queste opere si aggiunge la serie inedita di disegni su carta, che sembrano fatti della polvere dei crolli, in cui è una donna la co-protagonista del viaggio a due, nella vita e nell'arte. Il racconto si svolge nelle sfumature di nero del carbonicino, dove ciascun foglio mostra la musa Mara ritratta dal vero oppure nella posa che Mario le ha chiesto di interpretare. Senza distinguere quali delle due situazioni, il punto è da farsi sull'evanescenza del tratto e delle forme che evidenziano una sensualità mai scontata, ma da scoprire in ciò che rimane accennato.

La ricerca dell'eleganza nel segno, mostra ancora una volta come la direzione intrapresa da Mario Vespasiani, sia completamente personale e per nulla condizionata dalle tendenze provocatorie e scandalose di cui l'arte contemporanea sembra non riuscire a fare a meno.
Un grande ritratto della Madonna col Bambino come quelle che abbiamo visto salvate e sistemate di fretta fuori dalle chiese, completa il collegamento con le altre opere presenti nelle sale, aumentandone la componente emotiva.


STUDIO VESPASIANI - ONE LAB
Corso Vittorio Emanuele II, 32-34
63065 Ripatransone AP

Fino al 22 gennaio 2017
Apertura su appuntamento: info@mariovespasiani.com - 333.6361829



CURRICULUM


Mario Vespasiani nasce nel 1978, vive e lavora a Ripatransone e nei luoghi che meglio si prestano a sviluppare i suoi progetti. La sua ricerca espande il concetto di pittura in varie modalità espressive: indaga lo studio della componente luminosa del colore e predilige esporre in spazi inusuali, che esulano dalle tendenze e dalle proposte tradizionali, per purificare la percezione del lavoro e far emergere la sua natura contemplativa. 

Fin dall'esordio ha adottato un linguaggio simbolico, rivolgendosi ad un più vasto itinerario dell'anima, incentrandosi sul mistero della creazione e sulla trasmissione dei moti dello spirito di un sentire che unisce il sapere occidentale alle filosofie orientali.
Espone giovanissimo ai Musei Capitolini di Roma con la mostra Gemine Muse e a 27 anni vince il primo Premio Pagine Bianche d'Autore

Nel 2008 a dieci anni dalla prima personale realizza la mostra che avvia il progetto denominato "La quarta dimensione" attraverso il quale propone un dialogo con alcuni grandi maestri dell'arte italiana a lui particolarmente vicini in un determinato momento della ricerca. Il primo avvenne nel 2008 con Mario Schifano mettendo in risalto il colore e il gesto pittorico che contraddistingue il procedere istintivo dei due autori, per l'approccio grintoso, per la carica vitale e mai prevedibile della pittura. Nel 2010 presso la Galleria Comunale d'Arte Contemporanea di Ascoli Piceno le sue opere si affiancarono all'astrattismo lirico di Osvaldo Licini, in questo momento le tele di Vespasiani sempre meno figurative forniscono una panoramica del tratto pittorico che raggiunge soluzioni stilistiche più evanescenti ed essenziali. 

Nel 2011 viene invitato al Padiglione Italia della 45° Biennale di Venezia, figura nel libro Fragili eroi di Roberto Gramiccia dedicato ai più interessanti artisti italiani del futurismo ad oggi e sul Dizionario dell'Arte Italiana edito da Giancarlo Politi. Sulla linea colorista, che scende lungo l'Adriatico, nel 2012 presenta il dialogo in tre sedi con i capolavori di Lorenzo Lotto, il quale oltre ad essere uno dei più autorevoli interpreti è anche colui che ha saputo rivoluzionare i codici del ritratto e la mostra ha focalizzato l'attenzione sull'interpretazione psicologica e formale del volto, dalle espressioni comuni alle tensioni umane più profonde. 

Tra i primissimi artisti italiani ad espandere l'impronta pittorica ai nuovi materiali e alle tecnologie, viene inviato nello stesso anno dall'Accademia di Belle Belle Arti di Macerata a tenere una conferenza dal titolo: L'essenza e il dono. Arte, relazione e condivisione, dalla tela all'iPad e nello stesso anno con le opere realizzate mediante l'iPad ed applicate su alluminio partecipa al Premio Termoli. Nel 2013 intraprende un lungo viaggio che lo porterà ad approfondire la ricerca nella pittura intesa come pratica di vita e con un simile atteggiamento, vicino alle tradizioni d'Oriente, la sua tecnica assume le caratteristiche di un'arte marziale, che coinvolge la mente come il corpo. Si dedica così allo studio di una certa calligrafia, alle pratiche di meditazione e gli insegnamenti che coniugano i gesti quotidiani con le tensioni spirituali. A seguito di ciò si astiene per tutto il 2013 dalle mostre, documentando l'esperienza nella pubblicazione del libro Moto Perpetuo.

Dal 2013 si dedica al progetto Mara as Muse sottolineando, in piena controtendenza, il ruolo di una Musa quale figura ispiratrice dell'atto creativo e delle sue molteplici forme espressive. Nel 2015 realizza delle opere in pura seta intitolate Storie di viaggiatori, territori e bandiere che espone come fossero vessilli di un'arte che torna ed essere simbolo e immagine di un'identità ben precisa e che va oltre le classiche modalità espositive per mostrarsi in una performance nella Pinacoteca civica di Ascoli Piceno, in un happening con le opere disposte al vento sulla cima di un'antica torre e al 48° Premio Vasto. Nel mese di maggio esce Planet Aurum il suo primo libro di scritti e nello stesso anno la città di Fermo lo invita a dipingere il Palio dell'Assunta e contemporaneamente presenta la personale Empireo

La città di Santa Vittoria in Matenano, luogo dove espose non appena diplomato, gli dedica la mostra che raccoglie per la prima volta una selezione di opere dagli esordi ad oggi ed una importante pubblicazione generale. Nel 2015 il gallerista Pio Monti presenta la mostra La quarta dimensione nella fotografia di Mario Giacomelli e Mario Vespasiani dove le sue immagini fotografiche si specchiano nei riflessi comuni e nello sguardo appassionato di uno dei fotografi più incisivi del '900. Nel mese di novembre la rivista Panorama.it gli dedica un importante articolo dal titolo: Mario Vespasiani. La nuova generazione dell'arte italiana.

Nel 2016 espone nella pinacoteca di Montefortino le sue opere inedite in dialogo con i capolavori presenti al suo interno, in un progetto che mette in evidenza l'aspetto più misterioso della pittura che dall'informale si apre a visioni figurative. Nello stesso periodo il suo progetto ispira il primo festival del pensiero contemporaneo "La Sibilla e i nuovi visionari" a cui partecipa con la relazione "Dall'immagine infranta alla ricostruzione della forma" seguita da quella tenuta all'Accademia Internazionale Malibran" di Altidona dal titolo "Dalla distruzione della forma al fondamento spirituale"

Il 10 luglio presso il Duomo di Fermo si unisce in matrimonio con la sua musa Mara e dopo la cerimonia religiosa insieme agli invitati danno vita alla performance "Matrimonio del Cielo e della Terra"  che presenta la coppia alla natura come parte di un unico corpo. Nello stesso mese a San Severino Marche in occasione dell'anno della Divina Misericordia con Vittorio Sgarbi e Walter Scotucci inaugura la mostra "I pilastri della terra" con opere di grande formato realizzate in vari periodi, dedicate all'iconografia di alcuni santi. Nel mese di dicembre presenta a Catania "Sì Sì Lì" la nuova serie di opere, tutte di forma circolare insieme ad alcuni mappamondi, che fanno eco alla condizione centrale e contraddittoria che riveste ancora oggi la Sicilia nel Mediterraneo.

Dal 1998 le sue mostre personali sono state documentate con altrettanti volumi, arricchiti da testi critici, interviste e da testimonianze trasversali. Contemporaneamente alla pittura, ha frequentato un workshop di fotografia con Ferdinando Scianna e di cinema con Lech Majewski. Del suo lavoro se ne sono occupati oltre agli storici e ai critici d'arte, anche filosofi, scrittori, antropologi e teologi.



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mercoledì 28 dicembre 2016

John M. Bennett/ “EXPERIMENTAL VISUAL POETRY



SPAZIO OPHEN VIRTUAL ART GALLERY
Via S. Calenda, 105/D – Salerno




EXPERIMENTAL VISUAL POETRY
Mostra Personale  di  JOHN  M. BENNETT



Opere 2014 - 2016
a cura di Giovanni  Bonanno
Dal  12 Gennaio al  2 aprile 2017
Inaugurazione:  Giovedì  12 Gennaio 2017,  ore 18.00
Ophen Virtual Art Gallery, Via S. Calenda, 105/D – Salerno Tel/Fax 089 5648159
e-mail:  bongiani@alice.it      
Orario continuato tutti i giorni dalle 00.00 alle 24.00
                              
S’inaugura  giovedì 12 gennaio 2017, alle ore 18.00, la mostra  personale  dal titolo: “EXPERIMENTAL VISUAL  POETRY” che lo Spazio  Ophen Virtual Art Gallery  di Salerno dedica all’artista John M. Bennett con 71 poems poetry realizzati  in un arco di tempo che va dal 2014 al 2016.  L’esposizione e accompagnata da  una presentazione critica di Giovanni Bonanno. 
John  M. Bennett (b. 1942, Chicago) è un poeta visuale americano sperimentale in cui la scrittura, il suono, la poesia fonetica e la performance  si relazionano  in una sorta di poetica “asemic” in cui il consueto concetto di poesia lineare si evolve  e viene sovvertito in direzione di una visione sperimentale, accogliendo di fatto umori e ricerche  nuove nell’ambito della scrittura, del suono e della parola. John M. Bennett appartiene a una e particolare area di ricerca in cui la libertà e la metafora multi-strutturata di significato si condensa  in lacerti di senso ambiguo dandogli una  presenza apparentemente in forma di scrittura, di immagine o di parola. In 50 anni  di attività poetica, ha saputo rigenerarsi  con  una sorprendente varietà di proposte in grado di relazionarsi proficuamente con le avanguardie storiche del novecento e  con personaggi interessanti come per esempio  André Masson,  Max Ernst, Henri Michaux, Paul Klee, fino ad rigenerarsi  nelle “asemic writings” con una scrittura “universale” capace di suggerire  nuove e diverse  interpretazioni possibili.  La sua è una scrittura  che considero “d’interferenza relazionale” con l’intenzione ben precisa di annullarne la completa  leggibilità e per definirsi come lettura autonoma,  proprio perché  riposta in profondità nelle nostre menti inconsce. Una scrittura creativa, quindi, che fonde testo e segno grafico per divenire in definitiva  anche lacerto d’immagine  al limite della figurazione o della scrittura grafica. Perché, scrive Giovanni Bonanno,  “è nel caso e solo nella dimensione  aperta del fare  che  l’espressione poetica può esistere e manifestarsi  scavalcando la comprensione univoca  della lettura linguistica decodificata; così, solo così un testo poetico può essere interpretato in modo personale, liberando la mente e rincorrendo a diversi  significati plurimi che derivano da ciascun  accordo e simbolismo grafico”. Diretto discendente del Dadaismo e della scrittura sperimentale, viene presentata  in  questa  mostra  personale la poetica  di ricerca  di questo importante autore americano con una serie di lavori degli ultimi tre anni (2014 - 2016).  L’evento vuole essere anche un doveroso  omaggio alla visione del non-sense e dell’objet trouvé  diffusa dal Dadaismo  di cui  nel 2016 è ricorso il centenario, (1916-2016).



Biografia  di  JOHN  M. BENNETT
John M. Bennett [JMB] è nato a Chicago, Illinois, il 12 ottobre 1942. poeta sperimentale, ha iniziato a far conoscere  il suo lavoro già nel 1970.  Ha lavorato in una grande varietà di generi, tra poesia visiva, grafica, suono, mail art, cinema collaborando con scrittori e artisti da tutto il mondo. E 'stato anche editore della rivista letteraria internazionale Lost and Found Times, 1975-2005. Richard Kostelanetz ha scritto che  “John M. Bennett è stato il poeta americano fondamentale della mia generazione, perché ha prodotto tanti lavori interessanti in una complessa varietà di modalità sperimentali”. Attraverso una piccola casa editrice Luna Bisonte Prods” fondata nel 1974, Bennett  si propone prima nella veste di  editore di se stesso e poi anche di altri poeti. In tanti anni ha pubblicato migliaia di opere di scrittori  in edizione limitata che fanno parte del mondo della  poesia visiva, parola arte e arte /poesia, compresi i 30 anni della rivista "Lost & Found Times",  raccolti in diverse importanti istituzioni, tra cui Washington University di St. Louis , SUNY Buffalo , The Ohio State University e il Museum of Modern Art . Bennett stesso è  anche il curatore del "Avant Writing Collection", "The William S. Burroughs Collection", e "The Cervantes Collection" ai Ohio State University Libraries. 

         
Vive e lavora a Columbus, Ohio (USA).           Home Page: http://www.johnmbennett.net/


venerdì 23 dicembre 2016

Prorogata la mostra di Ted Larsen alla Privateview di Torino fino al 31 gennaio 2017

Ted Larsen – Solo Show
Prorogata la mostra fino al 31 gennaio 2017
Privateview Gallery
via Goito 16 – Torino



Torino, 23 dicembre 2016 – Era già in preventivo che il debutto europeo dell'artista statunitense Ted Larsen avrebbe subito una proroga. Alla sua inaugurazione il 5 novembre, in occasione della notte delle arti contemporanee concomitante con la fiera Artissima, si era già respirata un'atmosfera internazionale
Poi sono seguite numerose richieste di visita da parte di pubblico e collezionisti provenienti dall'estero, in occasione delle festività natalizie. 
Così Silvia Borella e Mauro Piredda - direttori della galleria che detiene l'esclusiva in Europa dell'opera di Larsen – si sono convinti a prolungare l'esposizione fino a tutto gennaio 2017.
Torino è da anni un centro dell'arte contemporanea consolidato a livello internazionale, ed è oggi anche un'attraente meta turistica. 
In questo panorama la galleria Privateview - realtà che si è imposta dallo scorso maggio 2016, data in cui ha aperto i battenti, e giunta alla sua terza mostra - vuole fare la sua parte.

La mostra quindi sarà visitabile non più fino al 24 dicembre, ma fino al 31 gennaio 2017; in oltre la galleria apporterà una variazione agli orari di apertura, soprattutto durante le festività, per andare incontro al cospicuo afflusso di visitatori: gli orari abituali – dal martedì al sabato dalle 15 alle 19 ed il mattino su appuntamento - saranno seguiti fino al 23 dicembre e riprenderanno a partire dal 10 gennaio 2017, fino alla chiusura della mostra il 31 gennaio. 
Il 24 dicembre la galleria sarà invece aperta eccezionalmente di mattina dalle 9 alle 12
Tutti gli altri giorni – dal 27 dicembre al 5 gennaio - sarà possibile visitare la mostra previo appuntamento, concordato in anticipo alla mail info@privateviewgallery.com
È confermata la chiusura nei giorni festivi del 25 e 26 dicembre 2016, e de l'1,6 e 8 gennaio 2017.


Ted Larsen è nato nel 1964 a South Haven (Michigan, USA), da diversi anni risiede a Santa Fe, in New Mexico. 
Le sue opere sono presenti in molte collezioni pubbliche e private e in diverse istituzioni museali internazionali, tra cui il New Mexico Museum of Art di Santa Fe e l'Edward F. Albee Foundation di New York.
Le opere realizzate per la mostra comprendono sculture e installazioni anche di grandi dimensioni e sono altamente rappresentative della sua ricerca. 
Le sue radici affondano nella lezione del Modernismo e del Minimalismo americano (da Donald Judd a Frank Stella a John McCracken, a cui il Castello di Rivoli ha dedicato una personale nel 2011). 
La sua tecnica si avvale di una raffinata capacità manuale applicata a materiali di recupero, in equilibrio tra pittura, ready-made e scultura astratta.


Le opere di Ted Larsen (nato nel 1964 a South Haven, Michigan, USA; vive e lavora a Santa Fe, New Mexico) sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in gallerie statunitensi e presentate in prestigiose istituzioni museali degli Stati Uniti, tra cui il New Mexico Museum of Art (Santa Fe), l'Albuquerque Museum (New Mexico), l'Amarillo Museum of Art (Texas), lo Spiva Center for the Arts (Joplin, Missouri) e il Philadelphia Museum of Art.
Nel 2008 ha vinto il Krasner- Pollock Foundation Grant Award e nel 2011 ha ricevuto una borsa di studio dalla Fondazione Surdna di New York. Nel 2009 ha vinto una residenza presso la Edward F. Albee Foundation di New York e, sempre nel 2011, è stato selezionato per rappresentare gli Stati Uniti all'Asilah Arts Festival in Marocco. Nel 2016 è prevista una sua personale al Visual Center of Art of New Jersey.
Le sue opere sono incluse in permanenza nelle collezioni del New Mexico Museum of Art, del New Mexico Department of Cultural Affairs, dell'Edward F. Albee Foundation, di Procter & Gamble, Reader's Digest, PepsiCo, University of Miami, University of Texas, Krasel Art Center, Dreyfus Funds, JP Morgan Chase, Forbes e Pioneer Hi-Bred, Inc.
  

Ted Larsen – Solo Show
Proroga dal 24 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017
Orari di apertura:
24 dicembre 2016 dalle 9 alle 12
Dal 27 dicembre 2016 al 5 gennaio 2017 su appuntamento
Dal 10 al 31 gennaio 2017 dal martedì al sabato dalle 15 alle 19, mattino su appuntamento
Privateview Gallery - Via Goito 16, Torino



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La Divina Commedia di DALI' arriva in Puglia

Dalì. La Divina Commedia

16 dicembre 2016 - 5 marzo 2017

Aperta anche a Natale, Santo Stefano, 1 e 6 gennaio

INFERNO Acquaviva delle Fonti, Palazzo de' Mari
PURGATORIO Sammichele di Bari, Castello Caracciolo
PARADISO Turi, Chiesa di Sant'Oronzo 

Cento xilografie di Salvador Dalì raccontano il viaggio metaforico di Dante nei regni ultraterreni. 
Tre città pugliesi ospitano la sua mostra, invitando il visitatore a ripercorrere il viaggio di Dante: l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti, il Purgatorio a Sammichele di Bari e il Paradiso a Turi. 
L'opera è una delle maggiori espressioni del metodo pittorico "paranoico-critico" dell'artista surrealista. 
L'immaginario viaggio di Dante nelle cantiche della Divina Commedia rivive nelle tre città che ospiteranno la mostra "DALÌ. LA DIVINA COMMEDIA". 

Dal 16 dicembre al 5 marzo prossimo Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari e Turi esporranno le opere di un grandissimo artista del secolo scorso: Salvador Dalì, nell'ambito dell'operazione "Opere fuori contesto".

La mostra è organizzata dalla Società Sistema Museo, gestore del SAC Ecomuseo di Peucetia.
 
"Dalì. La Divina Commedia" prende il nome dall'omonima serie di xilografie nate dal genio dell'estroso artista spagnolo e ispirate al capolavoro dantesco. 
Composta da cento opere a colori, firmate, numerate e pubblicate da Les Heures Claires a Parigi nel 1960, "La Divina Commedia" riunisce trentatre trittici, ognuno dei quali è composto di tre tavole riferite rispettivamente al Paradiso, al Purgatorio e all'Inferno danteschi. 

L'opera fonde simboli, allusioni, magia e allegorie in un connubio perfetto, diventando una delle maggiori espressioni del metodo pittorico "paranoico-critico" caratteristico dell'artista surrealista.

Le tre cantiche di Dante troveranno posto distribuite nelle tre città pugliesi, rispettivamente l'Inferno ad Acquaviva delle Fonti a Palazzo de' Mari, il Purgatorio al Castello Caracciolo di Sammichele di Bari e il Paradiso nella Chiesa di Sant'Oronzo a Turi.

Dalì creò questi capolavori nel suo periodo illustrativo migliore e lavorò per quasi nove anni alla realizzazione dei cento acquerelli. 

In seguito all'esposizione al Musée Galliera di Parigi nel 1960, furono trasposti in altrettante xilografie, dopo quattro anni di assiduo lavoro con il maestro stampatore Raymond Jacquet. Il risultato è eccellente, sia dal punto di vista tecnico che artistico. 

Il soggetto della Divina Commedia, illustrato in precedenza da Botticelli, Blake, Bocklin e Doré, diventa per Dalì un viaggio nella memoria della sua poliedrica sperimentazione e rappresenta una summa della propria arte. 

Il maestro spagnolo ha raggruppato qui vari aspetti della sua ricerca stilistica, dalla cosiddetta "estetica del molle" alla curiosità verso i miti classici, dall'interesse per la costruzione michelangiolesca delle figure al gusto per l'incisione circolare che dona loro una forma dinamica. 

Nell'uso del colore ci si trova davanti ad una vera e propria antologia di modi, dal tratto fragile e guizzante all'uso plastico, come nei panneggi pesanti e materici. 

Come nella Divina Commedia anche nell'opera di Dalì si respira un'atmosfera di grandezza, di ostentazione consapevole del sublime.

La mostra "Dalì.  La Divina Commedia" si pone all'interno di un più ampio progetto di valorizzazione del territorio, dei suoi beni culturali e paesaggistici che rientra dell'operazione "Opere fuori contesto" del progetto SAC Ecomuseo di Peucetia.

Affiancano la mostra numerose attività collaterali, tra cui visite guidate e laboratori didattici rivolti ai più piccoli con l'obiettivo di far conoscere il linguaggio espressivo di Dalì.
I bambini tra i 7 e i 14 anni potranno sperimentare di persona la metamorfosi degli oggetti e dei corpi partendo dalle immagini bidimensionali delle xilografie, fino ad arrivare alle immagini create da loro stessi. 

Per la fascia d'età tra i 10 ed i 14 anni il momento pratico sarà dedicato anche alla lettura delle opere di Dalì tramite il "Gioco dei cadaveri squisiti" inventato dai Surrealisti.

L'attività didattica e le visite guidate sono a cura della Società Sistema Museo. 

Informazioni mostra: 
Call Center 199 151 123  
callcenter@sistemamuseo.it 
www.sistemamuseo.it



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Vincitori o Vinti?

Dove Vanno gli Spermatozoi?

DOVE VANNO A FINIRE GLI SPERMATOZOI QUANDO NON RAGGIUNGONO L'OVULO?


1. Mio padre sostiene di ricordare perfettamente il vestitino celeste che indossava mia madre la sera che nell'automobile hanno deciso di concepirmi.










2. Mia madre dice sempre che avrebbe voluto una figlia ... e quando appena nato ha visto che facevo la pipi dal pisellino ha detto: "Pure maschio l'ho fatto!"











3. Quando ancora dipingevo (circa 10 anni fa) dietro ogni quadro depositavo lo sperma di una masturbazione ed una ciocca di capelli. 
Intendevo così autenticare i miei capolavori.






4. Tra le mie manie vi è pure quella di tenere il conto di tutte le volte che mi sono masturbato. Ad oggi 4 marzo 1999 (giorno del mio compleanno) sono ben 3661.

- Ho cronometrato che un orgasmo autogestito dura in media 15"

- Ho calcolato così in ore il totale del tempo goduto: 3661 x 15" = 54914": 3600" = 15h 25'

- Ho quindi trasformato la mia vita in ore: (8766 ore in un anno) x (37anni) = 324342h

- Ho così trovato quante ore di auto orgasmo mi sono procurato finora sul totale di quelle vissute: 15h 25' su 324342h




5. Ho contato anche tutte le volte che ho avuto dei rapporti sessuali, considerando tra questi anche i rapporti orali. 

Ad oggi 4 marzo 1999 sono 1058 gli orgasmi ottenuti durante rapporti sessuali. Fino ad ora solo con donne.
- Ho cronometrato che un orgasmo da rapporto dura in media 20", cinque secondi in più di un orgasmo autoprocurato.
- Ho calcolato così in ore il totale del tempo goduto: 1058 x 20" = 21160" : 3600" = 5h 8'
- Ho quindi sommato le ore delle due categorie e cioè: orgasmi da masturbazioni + orgasmi da rapporto, ottenendo con buona approssimazione il totale in ore di tutti gli orgasmi della mia gloriosa o misera (secondo i punti di vista) esistenza: 15h 25' + 5h 8' = 20h 33'
- Ho così scoperto che manca poco meno di tre ore e mezzo per raggiungere la famigerata 24ª ora che segnerà un giorno intero di "orgasmato".
Cosa accadrà allora?


6. Tiziana (mia moglie) controlla furtivamente l'agenda dove annoto tutte le volte che lo facciamo, è convinta che prima o poi scoprirà dove segno i rapporti extraconiugali.













7. Quando ci siamo sposati abbiamo deciso di scrivere sopra le partecipazioni " Sposi con Optional "e pubblicare sulla copertina di una rivista fotografica quello che di solito altri nascondono.
- Questo lavoro è dedicato a nostra figlia Soele.













8. Solo dopo la nascita di mia figlia ho capito che si poteva realmente rinunciare alla propria vita per quella di un altro essere umano.










9. Quando F. Wheis (urologo del S. Camillo) con molta calma e poco tatto mi ha informato che entro qualche anno avrei dovuto sottopormi ad un'operazione all'uretra a causa di una stenosi del collo vescicale e che ciò mi avrebbe procurato un'irreversibile sterilità, sono quasi svenuto!.. 

Un mese dopo Tiziana è rimasta incinta di Mairo (mio figlio).



10. Tiziana dice che considera corna anche un rapporto casuale con una prostituta.















Vincitori o Vinti?
"Noi tutti che ce l'abbiamo fatta e siamo qui dobbiamo considerarci  i vincitori o i vinti?"
Tutti coloro che vorranno rispondere alla seguente domanda oppure a quella che dà il titolo al progetto potranno farlo inviando un messaggio al seguente indirizzo salepepe9598@libero.it
Saranno inoltre ben accetti anche pensieri, riflessioni e racconti legati e inspirati da questo lavoro on-line. 

Tutte le vostre comunicazioni saranno in ogni caso raccolte archiviate e probabilmente in un secondo tempo anche pubblicate non solo su Internet.


Pino Boresta





Questo mio lavoro di WebArt pubblicato per la prima volta su Internet nel 1999 da Roberto Bono sul suo sito viene così ben descritto da Francesca De Nicolò: Pino Boresta, è allo stesso tempo un joker ed un artista che vuole pirateggiare il senso comune del pensare utilizzando il detournament in rete con progetti di webart e percorrendo la teoria del critico della Società dello spettacolo Guy Debord. 
Come mi ha detto lui stesso è affascinato da questo sistema di comunicazione così nuovo e democratico come il web e la netart. Pino è on line con due criptici e cinici progetti come è giusto aspettarsi da uomo cibernetico. "Dove Vanno Spermatozoi?" o meglio "Dove Vanno a finire gli Spermatozoi quando non raggiungono l’ovulo?" e "Hey!…My friend, what’s the matter?" 
Lo scopo è in primo luogo quello di rendere pubblico attraverso la rete Internet gli eventi della propria esistenza, creando di fatto un'unione romantica tra vita ed arte. 
Una situazione dove Boresta fabbrica per se stesso uno spettacolare scherzo senza limiti, dando vita ad una sorta di corto circuito secondo una linea di pensiero che sostiene che qualsiasi cosa può essere arte, esattamente come dal punto di vista Punk dove ognuno può percorrere e rivedere tutte le personali relazioni della propria esistenza in virtù di una connessione virtuale con la realtà per mezzo della propria macchina. 
Quindi, in accordo con il seguente punto di vista ed esperimento, lui mette in rete con il suddetto progetto, le sue fotografie quelle di suo figlio di suo padre di sua moglie ed una clinica prospettiva paranoide di un lavoro dove Boresta ha calcolato e trasformato tutti i suoi orgasmi in ore di vita. Tutto ciò ha qualcosa in comune con la creazione di una situazione che si può accostare all’humour noir e forse per questo attrae la popolazione di Internet che sta chattando via e-mail dando vita ad un lavoro in progress che non finisce mai.
Qui anche la versione in inglese: http://www.arteutile.net/boresta/boresta2.htm.

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