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lunedì 30 settembre 2013

MOSTRE: LE PROSSIME APERTURE DAL 1 AL 5 OTTOBRE 2013


Comunicato Stampa
Ufficio Stampa MiBAC del 30/09/2013
Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

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MOSTRE: LE PROSSIME APERTURE DAL 1 AL 5 OTTOBRE 2013

Pubblicato il 30 settembre 2013


iniziativa

Le prossime mostre che verranno inaugurate dal 1 al 5 ottobre 2013, segnalate dagli Istituti territoriali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.

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"Territori instabili", CCC Strozzina, Firenze, dall'11 ottobre 2013

TERRITORI INSTABILI
Confini e identità nell'arte contemporanea

Artisti: Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Paolo Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The Cool Couple  

A cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori

11 ottobre 2013-19 gennaio 2014
Anteprima stampa: giovedì 10 ottobre 2013, ore 12.00 / Inaugurazione: giovedì 10 ottobre 2013, ore 19.00

Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
Palazzo Strozzi, Firenze
Territori instabili. Confini e identità nell'arte contemporanea, a cura di Walter Guadagnini e Franziska Nori, propone opere di dieci artisti internazionali (Kader Attia, Zanny Begg & Oliver Ressler, Adam Broomberg & Oliver Chanarin, Paolo Cirio, Tadashi Kawamata, Sigalit Landau, Richard Mosse, Paulo Nazareth, Jo Ractliffe, The Cool Couple) che permettono di ripensare l'idea di territorio nel mondo contemporaneo, sempre più caratterizzato da un superamento di concetti come nazione o confine, ma anche da un ritorno a nuovi nazionalismi e a una riflessione sull'individuo in rapporto a un territorio o una comunità specifici.
Viviamo in un'epoca in cui lo straordinario sviluppo della mobilità di persone e beni, la digitalizzazione dei mezzi di comunicazione e della conoscenza, flussi migratori e processi economici sempre più globali hanno radicalmente trasformato la percezione di territori, limiti e confini. Sulla base dell'instabilità di questi concetti fondamentali per la definizione dell'identità dell'uomo, sembrano aprirsi due strade, non necessariamente contrapposte. Da una parte il rifugio nella sicurezza e nella vicinanza micro-territoriale, regionale, o addirittura familiare, dall'altra, come teorizzato dal sociologo Ulrich Beck, un nuovo concetto di cosmopolitismo nella sua accezione più democratica ed egualitaria.
Che cosa significa allora parlare di "territorio" oggi? Questo termine non indica solo una nozione geografica o un'area spaziale ma fa riferimento anche a un concetto di appartenenza che si estende a una dimensione personale, psicologica e mentale, e, in un contesto ancora più ampio, sociale, culturale e identitaria. Le opere degli artisti in mostra forniscono differenti attitudini, modi di vivere e pensare il rapporto instabile tra identità, territorio e confine in un'era di grandi aspettative (e illusioni) su una borderless society, una "società senza confini", un territorio globale condiviso. Fotografie, video, installazioni danno lo spunto per riflessioni sull'idea di frontiera come scoperta o barriera, sulla ibridazione tra cosmopolitismo e rivendicazione territoriale, sulla figura dell'artista stesso nella sua condizione di viaggiatore, nomade o sperimentatore in bilico tra territori fisici e simbolici.
Artisti come Sigalit Landau (Israele, 1969) e Paulo Nazareth (Brasile, 1977) pongono al centro della loro ricerca il proprio corpo e la sua relazione con territori, confini e limiti. Protagonista di lunghi viaggi a piedi in luoghi diversi del mondo, dal Brasile agli Stati Uniti fino all'India, le eterogenee opere di Nazareth testimoniano una riflessione sulla sua figura di artista nomade, che gioca e scopre la sua identità multietnica tramite azioni performative, fraintendimenti linguistici e paradossali incontri con persone e spazi diversi. Nei video DeadSee e Barbed Hula, Sigalit Landau propone invece due azioni performative che riflettono sul tema del confine fisico e simbolico e sulla contrapposizione tra vita e morte, conquista e perdita dell'identità: da una parte la creazione di una suggestiva spirale costituita dal proprio corpo e innumerevoli angurie che galleggiano sul Mar Morto, dall'altra un hula hoop a corpo nudo con un filo spinato su una spiaggia di Tel Aviv.
Nato e cresciuto in Francia ma con origini algerine, Kader Attia (Francia, 1970) esplora contraddizioni e complessità del rapporto tra Oriente e Occidente, Nord e Sud del mondo, in una ricerca pluriennale fatta di opere che permettono una riflessione sull'idea di riappropriazione culturale e identitaria. Per la mostra, Attia presenta una nuova grande installazione in cui i visitatori saranno chiamati a muoversi in percorsi costretti e popolati di frammenti di specchi infranti e ricuciti, riflettendo sul rapporto tra spazio esterno e identità, territori fisici e psicologici.
In occasione della mostra, Tadashi Kawamata (Giappone, 1953) realizza una installazione site specific articolata in più punti di Palazzo Strozzi, esaltando la sua tipica riflessione sulla contrapposizione/compenetrazione di luoghi e architetture diverse. Simili a nidi di uccelli ma anche a piccole abitazioni di fortuna, alcune costruzioni effimere in legno (le cosiddette Tree Huts, "Capanne sugli alberi") creeranno un innesto "abusivo" nella solida e potente struttura rinascimentale del Palazzo, creando un forte contrasto tra materiali transitori e strutture permanenti, architettura storica e installazione temporanea.
Affrontando un tema di grande attualità per l'Italia, la mostra presenta il video The Right of Passage di Oliver Ressler (Austria, 1970) e Zanny Begg (Australia, 1972) che affrontano il tema dei diritti di cittadinanza e dell'identità nazionale, soffermandosi sullo strumento giuridico principale del movimento e della permanenza in un territorio: il passaporto. Interviste a persone comuni e a teorici della migrazione si succedono a sequenze animate, conducendo a una riflessione sulla difficoltà o l'impossibilità di ottenere diritti politici elementari che determinano la vita di ciascun individuo in una società.
Facendo emergere le contraddizioni della globalizzazione finanziaria, basata sul superamento (o aggiramento) del concetto di nazione a livello giuridico ed economico, Paolo Cirio (Italia, 1979) presenta il progetto Loophole for all ("Scorciatoia per tutti") che unisce hacking digitale e azione artistica. Giocando sulle "scorciatoie" fiscali legalmente riconosciute dalla legislazione delle Isole Cayman, Cirio ha creato una piattaforma online in cui mettere in vendita, al costo di soli 99 centesimi, certificati di partecipazione a reali società registrate in questo celebre paradiso fiscale, con un obiettivo: rendere l'evasione fiscale legale e possibile a tutti, non solo a celebri hedge fund o imprese multinazionali.
Adam Broomberg e Oliver Chanarin (Sud Africa, 1970; Regno Unito, 1971) presentano un nuovo sviluppo del progetto Chicago, un'installazione video e fotografica di un non-luogo, un territorio reale e irreale allo stesso tempo come la finta cittadina araba Chicago, costruita nel deserto di Negev in Palestina dall'esercito israeliano per poter creare simulazioni ed esercitazioni di azioni di guerra e di controllo della popolazione araba.
Sulla scia di una riflessione sullo statuto della fotografia come documento di territori contraddittori, si pongono anche le opere in mostra di Jo Ractliffe (Sud Africa, 1961) e The Cool Couple (Niccolò Benetton e Simone Santilli, Italia, 1986 e 1987). Il duo italiano presenta una nuova produzione che ha per soggetto un territorio di confine come la Carnia in Friuli Venezia Giulia ed evento storico poco noto e dimenticato da molti: la storia della presenza forzata della comunità cosacca nel 1944-45. Fotografie odierne del paesaggio e materiali d'archivio permetteranno un cortocircuito nella riflessione sulla sovrapposizione di tradizioni, lingue, costumi e sulle tracce e le censure di questa contaminazione. Nella serie fotografica in bianco e nero As Terras do Fim do Mundo, Ractliffe propone invece una silenziosa e poetica ricognizione sui luoghi che sono stati teatro della sanguinosa guerra civile in Angola, durante la quale le lacerazioni nazionali si unirono a logiche sovranazionali della guerra fredda, che portarono allo scontro tra l'esercito sudafricano e i soldati delle Forze Armate Rivoluzionarie inviate da Cuba.
Altra riflessione sul ruolo dell'immagine nel rapporto con un territorio segnato dalla guerra è quella di Richard Mosse (Irlanda, 1980) che propone la videoinstallazione a sei canali The Enclave, risultato del suo lungo lavoro nel Congo orientale e recentemente presentata nel Padiglione irlandese della Biennale di Venezia. In un atmosfera di grande impatto, Mosse permette ai visitatori di porsi davanti a paesaggi di straordinaria e straniante bellezza ma segnati duramente dalla guerra civile che in oltre vent'anni ha causato più di cinque milioni di morti. Tramite una particolare pellicola sviluppata a scopi militari negli anni '40, il colore verde di foreste e prati si trasforma in un rosa acceso. Soldati e devastazioni diventano fluorescenti e stranianti elementi che insieme a una forte componente sonora coinvolgono il visitatore in una forte esperienza emotiva.
Il catalogo bilingue (italiano/inglese), che accompagna la mostra, è pubblicato da Mandragora e contiene i testi critci dei curatori Walter Guadagnini (curatore indipendente) e Franziska Nori (direttore CCC Strozzina) affiancati dai contributi di Ulrich Beck (Università di Monaco di Baviera e London School of Economics) e Francesco Careri (Università di Roma).
In contemporanea si svolge L'Avanguardia russa, la Siberia e l'Oriente. Kandinsky, Malevič, Filonov, Gončarova (Palazzo Strozzi, Firenze, 27 settembre 2013-19 gennaio 2014) a cura di John Bowlt, Nicoletta Misler, Evgenia Petrova, la prima mostra internazionale a riconoscere l'importanza fondamentale delle fonti orientali ed eurasiatiche nel Modernismo russo, sollecitando il visitatore a seguire il percorso degli artisti dell'Avanguardia nella loro scoperta di nuove sorgenti d'ispirazione.


La mostra è organizzata dalla Fondazione Palazzo Strozzi. Con il supporto di:
Comune di Firenze, Provincia di Firenze, Camera di Commercio di Firenze, Associazione Partners Palazzo Strozzi – Regione Toscana – Ataf, Unicoop Firenze.


Coordinate della mostra

Sede:
Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Fondazione Palazzo Strozzi
Palazzo Strozzi, Piazza Strozzi, 50123 Firenze

Orari:
martedì-domenica, 10.00-20.00; giovedì 10.00-23.00; lunedì chiuso

Ingresso: (biglietto valido 30 giorni)
€ 5,00 intero; € 4,00 ridotto convenzioni; € 3,00 studenti e altre riduzioni; ingresso gratuito giovedì 18.00-23.00.
Speciale biglietto congiunto con la mostra Avanguardia russa: € 10,00 intero; € 9,50 gruppi prenotati; € 5,00 ridotto (ragazzi dai 7 ai 18 anni, studenti universitari e altre riduzioni).

Informazioni:
T. 055 2645155 / www.strozzina.org

La SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI a ROMICS, dal 3 al 6 ottobre 2013


a Romics 2013
Dal 3 al 6 Ottobre - Fiera di Roma


WACOM
Per la prima volta a Roma Wacom, il principale produttore di tavolette grafiche al mondo, presenterà la Cintiq 22 e 24 pollici HD Touch presso lo stand della Scuola Romana dei Fumetti.

DISEGNO DAL VIVO
Gli autori della Scuola Romana dei Fumetti disegneranno per il pubblico allo stand SRF.

I SEGRETI DEL MANGA: A LEZIONE CON…
YOSHIKO WATANABE
L’autrice manga (Astroboy, Kimba, Sute) terrà una lezione sul fumetto giapponese,
venerdì 4 ottobre alle ore 15,30, Officina del Fumetto 2, padiglione 8.

I SUPEREROI: A LEZIONE CON…
STEFANO CASELLI e CARMINE DI GIANDOMENICO
I disegnatori della MARVEL U.S.A. terranno una lezione sul fumetto americano e le sue tecniche, sabato 5 ottobre alle ore 17,00, Officina del Fumetto 2, padiglione 8.

COMICS JUNIOR
Per la prima volta a Romics gli insegnanti del corso Comics Junior terranno lezioni-laboratorio gratuite di due ore ciascuna, riservate esclusivamente a ragazzi in età compresa tra i 9 e i 13 anni. Sabato 5 ottobre dalle 15,00 alle 19,00 e domenica 6 ottobre dalle 10,00 alle 14,00 e dalle 15,00 alle 17,00, Area Romics Kids, padiglione 9.

LA SCUOLA ROMANA DEI FUMETTI PRESENTA:
HOLLYWOOD DI SANGUE
Una pubblicazione prodotta e realizzata dalla SRF che verrà presentata al nostro stand dagli autori e in particolare da MASSIMO ROTUNDO (disegnatore di Shagnhai Devil, Tex), autore della copertina. Sconto Romics del 30%!

IL RITORNO DI SPLATTER
Gli autori di SPLATTER, la mitica rivista anni ’80, presenteranno un’anteprima del nuovo rilancio, domenica 6 ottobre alle ore 15,00 allo stand SRF. 

START GENOVA 2013 - 4 OTTOBRE



 

START GENOVA 2013

opening collettivo delle gallerie d'arte moderna e contemporanea

 VENERDI 4 OTTOBRE 2013 - dalle ore 18.00 alle ore 24.00

 

START GENOVA 2013: le 18 gallerie di arte moderna e contemporanea di Genova aderenti all'Associazione START, inaugurano le proprie mostre collettivamente venerdì 4 ottobre 2013 dalle ore 18.00 alle ore 24.00.  Il consueto appuntamento giunge alla sua nona edizione: l'opening collettivo delle gallerie d'arte moderna e contemporanea del centro cittadino di Genova si conferma come un evento cittadino di grande richiamo, una panoramica sull'arte moderna e contemporanea rivolta al grande pubblico.

Le proposte sono molto differenziate: dalle mostre collettive di ABC - ARTE che propone tra gli altri un'opera di Shozo Shimamoto, della Galleria Il Basilisco con opere inedite degli artisti in galleria, di Guidi Galleria d'arte che propone artisti protagonisti della ricerca sulla pittura informale degli anni '60, di Guidi&Schoen che presenta una mostra dedicata al tema della luce curata da Luca Beatrice con James Turrell e Tony Oursler, di Unimedia Modern con  «Visione Fluttuante #2 » a cura di Sandro Ricaldone che riprende il titolo della mostra del 1975 a cura di Edoardo Sanguineti, alle mostre personali di Cerruti Arte che propone Lorenzo Filomeni, di Chan con Renato Leotta che realizza un lavoro site specific per la città di Genova, di Ellequadro Documenti con Giua, della Galleria Arte Studio con Giovanni Sesia, della Galleria San Lorenzo al Ducale che propone una retrospettiva di Luigi Sirotti, della Galleria Studio 44  con Günter Stangelmayer, della galleria Il Grechetto con Giovanni Grasso Fravega, della galleria Il Vicolo che propone in una sede la personale di Mirko Baricchi e in un'altra sede un omaggio a Enrico Baj, della galleria Violabox con Sergio Leta.  La Galleria Ghiglione presenta  invece una installazione multimediale di Luce Delhove. La fotografia è rappresentata dalle mostre della Galleria Il Punto con una personale di Gianalberto Righetti e della galleria Visionquest Contemporary Photography che propone Amandine Nabarra-Piomelli. Infine  Artrè Gallery presenta un omaggio  a Bruna Solinas, con  una mostra antologica di opere provenienti dalle esposizioni artistiche che si sono svolte presso Artrè Gallery ideate e curate dalla gallerista.

Le mostre restano visitabili nelle gallerie mediamente dal 4 ottobre per un mese.

Quest'anno alcune gallerie ospitano un evento collaterale dedicato alla mostra. Esibizioni musicali e canore, performances e spettacoli teatrali animano la serata: nella Galleria Arte Studio e nella galleria Il Basilisco si esibisce il cantante Claudio Bocchi, in Galleria San Lorenzo al Ducale si può ascoltare il  recital del violoncellista Giacomo Biagi, nella galleria Il Punto si terrà il  Concerto del GRUPPO 40° che propone brani di musica popolare, nella Galleria Il Vicolo lo spettacolo HISTORIETA DE UN ABRAZO -  Rugiada Grignani e Facundo Moreno - Compagnia Dromosofista, nella galleria Unimedia Modern la composizione di Massimo Pastorelli ,voce, e  Fabio De Rosa al flauto, da Violabox  reading di letture di autori contemporanei a cura di Officina Letteraria da Visionquest Contemporary Photography l'artista in mostra Amandine Nabarra – Piomelli darà vita ai suoi libri d'artista.

 

START GENOVA  - www.genovastart.com


Ryan Mendoza: mostra Chromophobia. Bologna, dal29 novembre al 10 gennaio

 

CHROMOPHOBIA

personale di

 

Ryan Mendoza


 

Apre venerdì 29 novembre 2013 CHROMOPHOBIA l'attesa personale dell'artista Ryan Mendoza presso il nuovo spazio espositivo di ABC in Via Farini 30 a Bologna.

 

In occasione della mostra, ideata e promossa da ABC con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna, di Genus Bononiae e del CNA, Ryan Mendoza presenterà al pubblico circa quindici opere inedite.

 

Artista statunitense ed europeo d'adozione; vive infatti tra Napoli e Berlino città che, culturalmente opposte, permettono, ciascuna a modo loro, maggiore indipendenza di ricerca e sperimentazione.  E' considerato dalla critica internazionale una delle personalità artistiche emergenti del contemporaneo e un autentico "caso" nel panorama dell'arte di questi ultimi anni; rappresentato in Italia dalla Galleria Massimo Minini di Brescia, Mendoza vanta esposizioni in gallerie e musei di grande prestigio tra i quali la White Cube di Londra.

Recupera, controcorrente rispetto alla maggior parte degli artisti contemporanei, la pittura che, corposa e materica, rivela essere il mezzo più idoneo alla sua indagine sugli stati d'animo e sulla conoscenza dell'individuo e delle sue paure.

 

Con uno sguardo rivolto ai grandi del passato e ai miti del Rinascimento e del Barocco come Goya, El Greco, Salvator Rosa, Caravaggio, Gericault o Delacroix, Mendoza apre un suo scenario personale ricco di stravolgimenti e alterazioni: prospettive sproporzionate, anatomie deformate e scenari metafisici creano un'atmosfera straniante.

 

Le opere, grazie anche ad un sapiente uso della luce e ad una grande capacità di analisi fisiognomica, sembrano come guardarsi ad uno specchio; i protagonisti delle tele di Mendoza sono uomini, donne, ma soprattutto ragazze dallo sguardo assente, perso nel vuoto che suscitano nello spettatore un senso di mistero e una miriade di domande. Sono sagome imbrigliate nel colore pastoso dello sfondo che ricordano una presenza passata, memore di una vita precedente.

Il titolo della mostra "CHROMOPHOBIA" riflette un'indagine profonda che presuppone un fuori e un dentro, luce e oscurità, paura e liberazione. L'intensità del colore e la sua sapiente trasposizione sulla tela rimandano alle pulsioni e agli atti sessuali che per l'artista sono la massima espressione della creatività e del profondo.

 

La CHROMOPHOBIA emerge nel colloquio tra Ryan Mendoza e George W. Bush che costituisce il testo di apertura del catalogo. Il loro non è tanto uno scambio di battute quanto piuttosto un'analisi reciproca sul valore dell'arte in relazione alle fobie e alle proprie credenze. E' un incontro che mantiene il lettore, come lo spettatore delle sue opere, in una continua tensione emotiva che genera domande profonde.

 

Parte integrante della mostra sarà "Everything is Mine", il diario che Ryan Mendoza scrive dopo il trasferimento dalla Pennsylvania a Berlino e che sarà pubblicato da Bompiani nel 2014. Un momento duro per l'artista che, ulcerato dal rimorso per aver abbandonato il padre in una casa di riposo americana, ritrova l'ottimismo nella capitale tedesca nella quale aspetta, come promesso, la visita del più importante critico d'arte al mondo. In cerca d'ispirazione, convince sua moglie ed alcuni loro conoscenti a posare nudi per lui: nasce "Everything is Mine" e si dimostra un racconto intimo nel quale è molto sottile il confine tra l'arte e la pornografia. Come anticipazione alla pubblicazione Mendoza tempesterà il pavimento dello spazio espositivo con alcune pagine del libro stampate in 4000 copie, di cui 200 porteranno la sua firma; il pubblico verrà così invitato ad un gioco interattivo di ricerca e sarà il primo lettore, in anteprima, del diario.

 

Il periodo a Bologna di Ryan Mendoza sarà documentato da Paolo "Fiore" Angelini regista e sceneggiatore italiano.

 

Ryan Mendoza ha collaborato con Irvin Welsh, Milan Kundera e Bernard-Henri Lévy, suoi primi sostenitori.

 

 

INFORMAZIONI UTILI:

 

Sede espositiva: Bologna, Via Farini 30

 

Periodo di apertura al pubblico: 29 novembre 2013 / 10 gennaio 2014

 

Orario: Da lunedì a sabato dalle 16 alle 20, mattina su appuntamento

 

Informazioni per il pubblico: www.abcbo.it; Tel: 320 918 83 04

 

Promotore e curatela: ABC

 

 

Con il Patrocinio di:

 

Regione Emilia Romagna

 

 

Genus Bononiae

 

CNA

 

Si ringrazia:

GALLERIA MASSIMO MININI

 

sabato 28 settembre 2013

Villetta Royal ospita la “Mostra mercato di fine estate”: primo weekend di ottobre con l’artigianato messinese

Il meglio dell'artigianato artistico messinese torna nel capoluogo, nel weekend del 5 e 6 ottobre prossimi, dopo la parentesi estiva che lo ha visto protagonista nelle località balneari della provincia. Tra queste Saponara – sotto le insegne di "Mare Arte" – e Oliveri. "Mostra mercato di fine estate – Gli artigiani in Villa", il titolo della rassegna che avrà luogo sabato e domenica dalle 9 alle 21, in via Natoli, nella Villa Salvatore Quasimodo, conosciuta ai più come Villetta Royal. 
 
Proprio questa location, attrezzata per ospitare le famiglie e gestita con grande cura e dedizione da Angelo Calarese, ha già ospitato, alla fine dello scorso giugno, la quarta mostra estemporanea di pittura "I colori della Sicilia", a cura dell'associazione culturale "Studio d'arte L'étoile", presieduta dalla nota pittrice messinese Titti Crisafulli.

Un ideale passaggio di testimone, quindi, che porterà ancora una volta alla ribalta la manualità, l'estro degli artigiani locali, abili nel découpage, nell'uncinetto, nell'intaglio del legno, nella pittura con la sabbia, sempre all'insegna dell'handmade. La novità sarà costituita dalla presenza di maestri vetrai rinomati in tutto il territorio.

E, per un ciclo che si chiude, un altro se ne apre: la "Mostra mercato di fine estate", infatti, altro non è che il preludio alle future iniziative degli artigiani nostrani che faranno registrare il clou durante le festività natalizie.

Messina, 28 settembre 2013

BUSTE DIPINTE 2013 | Milano, Spazio Oberdan | 4-11 ottobre 2013




BUSTE DIPINTE 2013

 Spazio Oberdan della Provincia di Milano

4-11 ottobre 2013

inaugurazione venerdì 4 ottobre, ore 17.30

 

Festival delle Lettere, Teatro dal Verme, Milano

domenica 6 ottobre 2013, ore 15.30

 

Il 4 ottobre prende il via una nuova edizione di Buste Dipinte, progetto nato e cresciuto in seno al Festival delle Lettere, la prima manifestazione italiana dedicata alla scrittura in carta, penna e francobollo che ha visto giungere nel tempo oltre dodicimila lettere.

 

Ogni anno in occasione di questa consolidata e apprezzata kermesse alcuni artisti sono invitati a trasformare una busta siglata con il timbro del Festival in un'opera d'arte. C'è chi ne ha fatto una scultura o chi ci ha giocato fino a creare un'installazione. Qualcuno l'ha aperta, altri l'hanno sigillata per sempre. E poi, certo, è stata dipinta, disegnata, scritta e messa alla prova, sognata e immaginata. Sempre e comunque donata. Perché per questo nascono le Buste Dipinte. La solidarietà è infatti nel DNA di questo Festival e sicuramente in quello dei tanti artisti – giovani emergenti e maestri dell'arte contemporanea – che da anni aderiscono a questo bellissimo progetto ispirandosi allo stesso tema sul quale si misurano i partecipanti al concorso epistolare. Tutte le Buste Dipinte sono offerte al prezzo simbolico di 500 euro e i ricavati sono devoluti di volta in volta a un'associazione diversa.

 

Quest'anno i ricavati della vendita di Buste Dipinte andranno a sostegno della campagna "InDifesa" per la protezione delle bambine e delle ragazze nel mondo, promossa da Terre des Hommes, organizzazione da 50 anni impegnata nella tutela dei diritti dell'infanzia con 840 progetti in 64 nazioni.

 

Nelle edizioni passate il Festival delle Lettere con il progetto Buste Dipinte ha potuto aiutare Emergency, l'AVSI per l'ospedale St. Kizito a Lagos in Nigeria, l'Associazione Gli Amici di Luca di Bologna per il progetto La Casa dei Risvegli, l'Associazione Il Focolare di Trieste che opera con i bambini in affido, la Fondazione aiutare i bambini, la CBM Italia Onlus e l'Associazione Banco Alimentare della Lombardia "Danilo Fossati".

 

Gli artisti dell'edizione 2013 di Buste Dipinte:

 

Massimo Caccia, Maurizio Cariati, Anna Paola Cibin, Luciano Civettini, Davide Corona, Massimo Dalla Pola, Domenico Dell'Osso, Maura Di Giulio, Debora Garritani, Alberto Gianfreda, Isabella Nazzarri, Giada Negri, Patrizia Novello, Sergio Padovani, Zeno Peduzzi, Ludmilla Radchenko, Elena Redaelli, Michael Rotondi, Franco Sacchetti, Aldo Sergio, Milena Sgambato, Marco Massimo Verzasconi e Nicola Villa. 

 

Buste Dipinte

a cura di Luisa Castellini, Donatella Rocca, Claudia Amato

4-11 ottobre 2013

Spazio Oberdan della Provincia di Milano, Viale Vittorio Veneto 2

Inaugurazione venerdì 4 ottobre 2013, ore 17.30

Orari: lunedì,10-19; martedì-domenica,10-22

Ingresso libero

www.bustedipinte.it

Info: Ufficio Stampa Antea - anteapress@gmail.com

 

 

Festival delle Lettere

Teatro dal Verme

Via San Giovanni sul Muro 2, Milano

6 ottobre 2013, ore 16

Inaugurazione mostra Buste Dipinte, ore 15.30

www.festivaldellelettere.it

Info: Ufficio stampa Festival delle Lettere - giulia.francioni@festivaldellelettere.it

tel. 02 27204975


Terre des Hommes

Rossella Panuzzo

Ufficio Stampa

tel. 02 28970418

ufficiostampa@tdhitaly.org

www.terredeshommes.it

 

 

 

 






Personale di Giannino Ferlin presso Made4Art di Milano


Giannino Ferlin - My Time

M4A - MADE4ART, Milano
Apertura giornata AMACI sabato 5 ottobre, cocktail ore 18.00
5-14 ottobre 2013

Lo spazio MADE4ART di Milano partecipa alla Nona edizione della Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI - Associazione dei Musei d'Arte Contemporanea Italiani con una personale di Giannino Ferlin (Trecenta - Rovigo, 1951) presentando una selezione di lavori appartenenti alla serie "My Time".
I lavori di Giannino Ferlin, caratterizzati da un segno rigoroso ed essenziale e da una presenza di colore ridotta al minimo, sono rappresentazioni mentali della condizione umana dove l'individuo, nella costante ricerca e conquista della propria autodeterminazione, si trova di volta in volta a peregrinare di libertà in libertà, effimere e incerte, tali da renderlo un "libero carcerato".   
L'uomo, in questa sua ricerca, conduce una battaglia contro il tempo, rappresentato sulla tela attraverso i non-colori bianco e nero e le loro gradazioni intermedie: le sfumature che caratterizzano il ricordo.
La linea, elemento fondamentale della sua produzione artistica, si fa impronta, testimonianza, traccia di un vissuto: memoria di un trascorso, affermazione del presente, speranza e attesa di ciò che verrà. 
Il tempo di Giannino Ferlin prende consistenza nei contrasti tra il chiaro e lo scuro, la luce e l'ombra, attraverso solchi e rilievi che intervengono sulla materia pittorica. Passato in negativo, presente in positivo, futuro che emerge dalla superficie bidimensionale incidendo lo spazio.
Aderendo all'iniziativa organizzata da AMACI lo spazio Made4Art di Milano prosegue nel suo percorso di ricerca sull'arte "astratta": la personale di Giannino Ferlin "My Time" diventa un invito alla riflessione sulla condizione di libertà illusoria che caratterizza l'uomo contemporaneo e sul suo continuo anelito verso il riscatto, attraverso opere originali, raffinate e di forte impatto.
"GIANNINO FERLIN - MY TIME"
A cura di Elena Amodeo e Vittorio Schieroni
M4A - MADE4ART, Via Voghera 14 - ingresso da Via Cerano, 20144 Milano
5-14 ottobre 2013
Inaugurazione in occasione della Nona edizione della Giornata del Contemporaneo organizzata da AMACI sabato 5 ottobre dalle ore 10 alle 13 e dalle ore 16 con cocktail alle 18
Orari di apertura galleria: lunedì e sabato ore 16-19, martedì-venerdì ore 10-13 e 16-19
www.made4art.it, info@made4art.it, t. +39.02.39813872

venerdì 27 settembre 2013

Mostra di Zao Wou-Ki a Locarno



Locarno rende omaggio a Zao Wou-Ki (1920-2013)


Casa Rusca

Pinacoteca comunale

Locarno (Svizzera)

Conferenza stampa: 12 settembre 2013, ore 14:00

Inaugurazione: domenica 15 settembre 2013, ore 11:00

Preview:

13-14 settembre 2013

ore 10:00 - 12:00

14:00 - 17:00

Orari di apertura

17 settembre 2013 - 6 gennaio 2014

Da martedì a domenica

10:00 - 12:00 / 14:00 - 17:00


Zao Wou-Ki. Retrospettiva (1920-2013)

A cura di Riccardo Carazzetti e Yann Hendgen 

Con il patrocinio dell'Ambasciata della Repubblica popolare di Cina in Svizzera, China Academy of Art (Hangzhou) e Instituto Confucio (Ginevra)

Catalogo di 195 pagine con testi, apparati e riproduzioni delle opere in mostra, CHF 40

Il primo omaggio che un museo pubblico europeo rende al grande artista nato il 1° febbraio 1920 a Pechino, trasferitosi definitivamente a Parigi nel 1948 e spentosi a Nyon il 9 aprile di quest'anno.

La città di Locarno può vantare di possedere una collezione d'arte moderna di tutto rispetto, di importanza internazionale, frutto dell'intraprendenza e della generosità di persone che hanno capito la valenza di questo territorio che durante il XX secolo è divenuto una sorta di crocevia di spiriti creativi.

Le mostre dedicate alle collezioni della città di Locarno rientrano nella politica culturale che mira a valorizzare questo patrimonio di proprietà pubblica. Nelle nostre collezioni incontriamo i nomi di numerosi protagonisti delle avanguardie europee, che hanno trovato nella persona dello scultore Remo Rossi (1909-1982) quei sentimenti di accoglienza e disponibilità altrove carenti. Sempre Remo Rossi è l'artefice dell'importante operazione culturale coronata con l'apertura, nel 1966, del Museo d'arte contemporanea negli spazi Castello Visconteo. Dapprima la donazione da parte di Jean Arp e Marguerite Arp-Hagenbach - il fulcro del nuovo museo, inaugurato il 10 aprile 1966 -, poi l'incremento di quel patrimonio su iniziativa di altri artisti o collezionisti - esemplare il gesto di Charlotte Pierburg che nel 1977 legò a Locarno un'opera storica di Paul Klee: Wohin? Junger Garten, 1920, testimonianza di quella che i nazisti consideravano "arte degenerata" (Entartete Kunst).

L'incremento maggiore del nostro patrimonio è giunto ancora una volta da quel crogiuolo d'arte rappresentato dalla famiglia di Remo Rossi: un felice concorso di circostanze associa al nostro scultore la figura di Nesto Jacometti (1898 - 1973), il geniale editore d'arte, fratello di Luigina, la madre di Remo. Nesto Jacometti ci ha donato in eredità un fondo di opere che a poco a poco si va riscoprendo e valorizzando. Oggi attingiamo dal copioso fondo del suo Lascito per mettere in luce l'opera di Zao Wou-Ki (1920-2013), l'artista francese di origini cinesi con il quale Jacometti intrecciò forti legami di amicizia, tanto che il nostro editore gli consacrerà, nel 1955, il primo catalogo ragionato della sua produzione calcografica e litografica. La collezione donata alla città di Locarno rappresenta con tutta certezza un unicum nell'ambito delle istituzioni pubbliche che conservano opere di Zao Wou-Ki; alcune cifre bastano per descrivere la consistenza del corpus: l'opera grafica edita da Jacometti fra gli anni 1950 e 1965, in sodalizio con Klipstein & Co, all'insegna della Guilde Internationale de la Gravure o attraverso la sua geniale creazione - L'Oeuvre Gravée -, conta in totale 52 pezzi; la collezione privata dell'editore presenta invece una tipologia che comprende 45 pezzi originali fra oli, tempere e carte mentre sono 47 le stampe realizzate da altri editori.

La mostra retrospettiva dedicata a Zao Wou-Ki ci invita a conoscere anche la sua produzione recente, le cui opere provengono dalla Successione Zao Wou-Ki. Zao Wou-Ki è un mediatore di culture - una che è ancorata alla tradizione secolare cinese, l'altra orientata invece verso gli orizzonti estremi dell'astrazione.

Zao Wou-Ki nasce a Pechino il 1° febbraio 1920, frequenta in seguito la Scuola di belle arti di Hangzhou sotto la guida del maestro Lin Fengmian. Proprio quest'ultimo suggerisce a Zao Wou-Ki di inoltrare, nel 1947, la richiesta del visto per la Francia. Senza esitare sceglie Parigi, per lui capitale delle arti. Ottenuto il visto nel 1948, arriva a Parigi il primo aprile dello stesso anno. Ben presto Zao Wou-Ki diventa attore sulla scena parigina delle arti, allora molto ricca. Si costruisce una famiglia artistica fra coloro che si affermeranno protagonisti. Li incontra alla Galerie Pierre Loeb (Jean-Paul Riopelle, Maria-Helena Vieira da Silva, Georges Mathieu), nei laboratori di incisione (il poeta Henri Michaux, i pittori Antoni Clavé, Johnny Friedlaender), alla Galerie de France (Pierre Soulages, Hans Hartung, Alfred Manessier).



Grazie all'amico Johnny Friedlaender, la Svizzera occuperà un posto importante nella sua carriera. Per lui non sarà un paese fra tanti poiché proprio in Svizzera avverranno gli incontri decisivi per l'evoluzione della sua arte. Paradossalmente il legame fra Zao Wou-Ki e la Svizzera ha origine in Cina. Si tratta del rapporto fondamentale con la pittura di Paul Klee. A Shanghai, Zao Wou-Ki possedeva, nella sua collezione di libri d'arte, un'opera su Klee che suo zio gli aveva portato da un soggiorno in Europa. L'influsso della pittura di Klee sarà determinante nella sua opera verso la metà degli anni 1950.

Nel 1951, a Berna, dove si trova per una mostra delle sue incisioni allestita da Nesto Jacometti alla Galleria Klipstein, ha l'occasione di vedere alcune opere di Paul Klee. L'incontro può dirsi essenziale poiché gli consente di capire che la pittura non è necessariamente la rappresentazione oggettiva delle cose. Klee usa linee, frecce, punti, lettere che significano qualcosa di diverso da ciò che rappresentano. Questa scoperta, per Zao Wou-Ki quasi iniziatica, gli aprirà le porte dell'astrazione permettendogli di trovare la propria. La comprensione del processo artistico di Paul Klee indurrà Zao Wou-Ki a recuperare una parte dell'eredità culturale cinese per abbandonare a poco a poco la figurazione che sente troppo vincolante. Zao Wou-Ki stravolge il senso dei segni cinesi arcaici dei bronzi e delle iscrizioni funerarie per entrare in un altro mondo rappresentativo. Tale rivoluzione plastica, pur realizzandosi materialmente nel suo laboratorio parigino, nasce intellettualmente in Svizzera.

L'opera e il pensiero di Zao Wou-Ki a nostro avviso sono emblematici, tali da farci capire un particolare approccio che ha segnato l'evoluzione del suo "far pittura", legato intimamente alla poesia, alla scrittura che si è trasmutata in calligrafia e poi in segni simbolici, in colori esuberanti che lo hanno aperto a una nuova luce.

Il legame ideale che Locarno ha forgiato con Zao Wou-Ki è di quelli inscritti in una memoria che non possiamo dimenticare, abbandonare all'oblio, sottolineata dalla mostra personale di Zao Wou-Ki tenutasi nel 1961 alla Casa del Negromante (32 litografie, 20 incisioni e 8 acquerelli), luogo storico che ha cadenzato per più di un decennio la vita culturale di Locarno con rassegne collettive di artisti locali o di spessore internazionale, organizzate da Virgilio Gilardoni e Nesto Jacometti.



In contemporanea:

Casa del Negromante

12-15 settembre 2013

ore 10:00 - 12:00

14:00 - 17:00

Zao Wou-Ki

Grafiche edite da Nesto Jacometti

negli anni dal 1950 al 1965



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Redazione del CorrieredelWeb.it


Ryan Mendoza a Bologna con la mostra Chromophobia. Dal 29 novembre al 10 gennaio



CHROMOPHOBIA
personale di

Ryan Mendoza
Apre venerdì 29 novembre 2013 CHROMOPHOBIA l'attesa personale dell'artista Ryan Mendoza presso il nuovo spazio espositivo di ABC in Via Farini 30 a Bologna.
In occasione della mostra, ideata e promossa da ABC con il Patrocinio della Regione Emilia Romagna, di Genus Bononiae e del CNA, Ryan Mendoza presenterà al pubblico circa quindici opere inedite.

Artista statunitense ed europeo d'adozione; vive infatti tra Napoli e Berlino città che, culturalmente opposte, permettono, ciascuna a modo loro, maggiore indipendenza di ricerca e sperimentazione.  E' considerato dalla critica internazionale una delle personalità artistiche emergenti del contemporaneo e un autentico "caso" nel panorama dell'arte di questi ultimi anni; rappresentato in Italia dalla Galleria Massimo Minini di Brescia, Mendoza vanta esposizioni in gallerie e musei di grande prestigio tra i quali la White Cube di Londra.

Recupera, controcorrente rispetto alla maggior parte degli artisti contemporanei, la pittura che, corposa e materica, rivela essere il mezzo più idoneo alla sua indagine sugli stati d'animo e sulla conoscenza dell'individuo e delle sue paure.

Con uno sguardo rivolto ai grandi del passato e ai miti del Rinascimento e del Barocco come Goya, El Greco, Salvator Rosa, Caravaggio, Gericault o Delacroix, Mendoza apre un suo scenario personale ricco di stravolgimenti e alterazioni: prospettive sproporzionate, anatomie deformate e scenari metafisici creano un'atmosfera straniante.

Le opere, grazie anche ad un sapiente uso della luce e ad una grande capacità di analisi fisiognomica, sembrano come guardarsi ad uno specchio; i protagonisti delle tele di Mendoza sono uomini, donne, ma soprattutto ragazze dallo sguardo assente, perso nel vuoto che suscitano nello spettatore un senso di mistero e una miriade di domande. Sono sagome imbrigliate nel colore pastoso dello sfondo che ricordano una presenza passata, memore di una vita precedente.

Il titolo della mostra "CHROMOPHOBIA" riflette un'indagine profonda che presuppone un fuori e un dentro, luce e oscurità, paura e liberazione. L'intensità del colore e la sua sapiente trasposizione sulla tela rimandano alle pulsioni e agli atti sessuali che per l'artista sono la massima espressione della creatività e del profondo.

La CHROMOPHOBIA emerge nel colloquio tra Ryan Mendoza e George W. Bush che costituisce il testo di apertura del catalogo. Il loro non è tanto uno scambio di battute quanto piuttosto un'analisi reciproca sul valore dell'arte in relazione alle fobie e alle proprie credenze. E' un incontro che mantiene il lettore, come lo spettatore delle sue opere, in una continua tensione emotiva che genera domande profonde.
Parte integrante della mostra sarà "Everything is Mine", il diario che Ryan Mendoza scrive dopo il trasferimento dalla Pennsylvania a Berlino e che sarà pubblicato da Bompiani nel 2014. Un momento duro per l'artista che, ulcerato dal rimorso per aver abbandonato il padre in una casa di riposo americana, ritrova l'ottimismo nella capitale tedesca nella quale aspetta, come promesso, la visita del più importante critico d'arte al mondo. In cerca d'ispirazione, convince sua moglie ed alcuni loro conoscenti a posare nudi per lui: nasce "Everything is Mine" e si dimostra un racconto intimo nel quale è molto sottile il confine tra l'arte e la pornografia. Come anticipazione alla pubblicazione Mendoza tempesterà il pavimento dello spazio espositivo con alcune pagine del libro stampate in 4000 copie, di cui 200 porteranno la sua firma; il pubblico verrà così invitato ad un gioco interattivo di ricerca e sarà il primo lettore, in anteprima, del diario.
Il periodo a Bologna di Ryan Mendoza sarà documentato da Paolo "Fiore" Angelini regista e sceneggiatore italiano.
Ryan Mendoza ha collaborato con Irvin Welsh, Milan Kundera e Bernard-Henri Lévy, suoi primi sostenitori.

INFORMAZIONI UTILI:
Sede espositiva: Bologna, Via Farini 30
Periodo di apertura al pubblico: 29 novembre 2013 / 10 gennaio 2014
Orario: Da lunedì a sabato dalle 16 alle 20, mattina su appuntamento
Informazioni per il pubblico: www.abcbo.it; Tel: 320 918 83 04
Promotore e curatela: ABC
 
Con il Patrocinio di:
Regione Emilia Romagna
 
Genus Bononiae
CNA
Si ringrazia:
GALLERIA MASSIMO MININI

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